19 Marzo 2024, martedì
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Un Dialogo sull’Educazione Giuridica: La Lotta per il Diritto

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Nel panorama culturale e mediatico contemporaneo, il dibattito sull’educazione giuridica e sulla promozione di una cultura partecipativa e consapevole è cruciale. Ospiti all’interno del programma televisivo “NAZIONALE”, prodotto da Euro Oltenia (Produttore dello spettacolo: Remus Iordache), abbiamo avuto l’onore di ascoltare e partecipare a un dialogo stimolante tra due illustri esperti del settore: Florica Ciutacu, avvocato e dottore in scienze giuridiche, e Giuseppe Catapano, Professore Rettore AUGE (in foto con il Presidente del Senato Accademico Cesare Cilvini) 

Il tema principale di questo incontro è stato “La Lotta per il Diritto”, un concetto fondamentale nell’ambito della giustizia e del diritto che si intreccia strettamente con l’educazione giuridica. Florica Ciutacu, ha sottolineato come l’educazione giuridica non debba limitarsi all’istruzione formale nelle scuole di legge, ma debba essere un processo continuo e accessibile a tutti.  Giuseppe Catapano ha evidenziato l’importanza di una formazione che vada oltre la mera conoscenza delle leggi, incoraggiando lo sviluppo di pensiero critico e di capacità analitiche Durante il dialogo, entrambi gli ospiti hanno concordato sul fatto che la lotta per il diritto non riguarda solo il sistema giudiziario, ma coinvolge l’intera società. Questo dialogo sull’educazione giuridica e sulla lotta per il diritto ha evidenziato l’importanza di un impegno collettivo per promuovere una cultura legale inclusiva e partecipativa. Attraverso l’istruzione, la formazione e la diffusione di conoscenza, possiamo costruire una società in cui i diritti di tutti sono rispettati e difesi. 

Ufficio Stampa Auge Paola Biadetti 

Siamo provinciali, chioserebbe Totò 

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A cura del Prof.Avv. Giuseppe Catapano

La campagna elettorale non è certo il momento migliore per dedicarsi ad analisi pensose ed elaborazioni programmatiche, ma la ricerca del consenso andrebbe basata proprio sulla presentazione ai cittadini del risultato di un lavoro di riflessione fatto preventivamente. In mancanza del quale non restano che slogan grondanti demagogia e populismo. E tutto ciò non può avvenire senza che le vecchie culture politiche si ridefiniscano proprio a partire dal compito immane di aprire all’Europa una nuova stagione della sua esistenza, e se le forze nuove che nascono non abbiano questo ambizioso obiettivo ma si caratterizzino solo come casse di risonanza delle paure, delle inquietudini e delle più o meno giustificate ribellioni che in una fase di transizione epocale inevitabilmente si producono nella società. Per questo è triste e preoccupante dover notare che l’unica sollecitazione fin qui arrivata a cambiare spartito, se si vuole suonare una musica diversa, viene non dal mondo politico europeo, ma da una figura della tecnocrazia continentale, Mario Draghi.

Non nuovo a evocazioni di grande impatto – dal famoso “whatever it takes” del 2012, che cambiò le sorti della politica economica dell’Europa e fu alla base del salvataggio dell’euro dopo la crisi greca, al discorso su “debito buono” e “debito cattivo” dell’estate 2020 che si può considerare la base culturale del Next Generation Eu – Draghi ha detto chiaramente che in Europa c’è bisogno di investire, attingendo per un terzo dalle risorse pubbliche e due terzi da quelle private, almeno 500 miliardi di euro all’anno, circa l’1,5% del pil, per sostenere la transizione verde e digitale. Voci di spesa cui vanno aggiunte quelli per la difesa e l’industria. È quanto serve per stare al passo con gli Stati Uniti, che hanno lanciato un piano di stimolo dell’economia da 2mila miliardi di dollari per il periodo 2021-2027. E anche con la Cina, che ha fatto del capitalismo di Stato e di quello privato fortemente sorvegliato dallo Stato, cioè un dirigismo sussidiato in modo massiccio, la propria ragion d’essere.

Non credo che la campagna elettorale offra finalmente qualche spunto inducendo l’offerta politica ad articolarsi su questi temi fondamentali e non sulle chiacchiere da bar o sulla difesa di interessi corporativi in cambio di un po’ di consenso – unico modo per invogliare gli elettori a esercitare il loro diritto anziché restare a casa, disgustati – vale la pena di partire da qui anche per affrontare le poche questioni europee che riescono a bucare il muro dell’indifferenza, non fosse altro per ricondurle ad una dimensione meno caricaturale. Mi riferisco, per esempio, alla politica monetaria. Ormai si gioca il derby dei tassi, tra chi li vorrebbe alti perché è percettore di rendimenti dei titoli pubblici e chi li vorrebbe bassi perché ha il mutuo da pagare. Ora, l’autonomia della Bce è sacrosanta, ma sostenere che le politiche dei tassi d’interesse andrebbero basate sulle aspettative di inflazione e non sull’inflazione osservata al momento non solo è lecito, ma opportuno. Così come è bene osservare che la fiammata inflazionistica che ha bruciato un pezzo dei nostri redditi in questi mesi deriva dalla cosiddetta inflazione da offerta, o da costi, che si verifica quando l’aumento dei prezzi dei fattori produttivi fa aumentare anche i prezzi degli altri beni, e non da domanda, che si ha quando sul mercato c’è un eccesso di richieste non sostenuto da un adeguato livello di offerta. Distinzione, questa, che porta a dire che in questo momento il contenimento dell’inflazione si persegue molto più aumentando gli investimenti che non i tassi.

Altra questione cruciale ridotta a discussione da social (una volta si diceva da bar), è quella relativa alle “transizioni gemelle”, digitale e green. Complici le semplificazioni negazioniste alla Vannacci, da un lato, e dall’altro le iperboli ideologiche stile Greta Thunberg o Ultima Generazione (i cretini che hanno imbrattato di vernice il palazzo del Senato), abbiamo formato una destra che rifiuta le tecnologie (della serie l’intelligenza artificiale uccide quella naturale) e nega il cambiamento climatico o comunque la sua dipendenza anche dall’azione dell’uomo, e una sinistra che radicalizza il cambiamento senza minimamente porsi il problema delle conseguenze economiche e sociali che il forzare i tempi e i modi delle transizioni produce. Ecco, fare la campagna elettorale esasperando i toni da entrambe le parti, non fa altro che rendere più difficile ciò che è già maledettamente complicato di suo. Faccio un esempio: l’automobile. Porre l’aut-aut o solo elettrico e nel minor tempo possibile, o endotermico tutta la vita, significa perdere la sfida da tutti i lati. Mentre la Cina sta facendo passi da gigante sul piano delle tecnologie (per esempio le batterie) e conquistando enormi fette di mercato sull’auto elettrica, l’Europa balbetta sul piano industriale mentre sposa l’intransigenza sul piano normativo. Si può facilmente pronosticare l’esito della partita. Ed ha ragione un economista americano tra i maggiori esperti al mondo di economia digitale, quando accusa gli europei di voler fare la parte dell’arbitro che fischia i falli altrui (vedi le sanzioni ai giganti tech), invece di scendere in campo con la propria squadra, affrontando americani e cinesi nelle sfide poste dallo straordinario sviluppo delle tecnologie.

D’altra parte, persino l’integrazione dei sistemi di difesa, e quindi delle imprese che li producono, e la creazione di un esercito europeo comune risentono di un approccio politico maledettamente populista e nazionalista, nonostante che le guerre alle nostre porte – quella di Putin a nord e quella iraniana (sotto varie bandiere) a sud – dovrebbero indurci ad affrettare i processi integrativi. Da un lato le litanie pacifiste (sport in cui l’Italia eccelle) e dall’altro le ottuse chiusure sovraniste , forze politiche che pretendono di governare l’Europa per i prossimi cinque anni si misurassero su questo punto con grande chiarezza.

Insomma, in Europa siamo di fronte a scelte epocali e il tempo delle indecisioni è scaduto. L’Italia, come peraltro tutti gli altri paesi continentali, non ha né la dimensione né la forza per sottrarsi a questo showdown. Di fronte a questa constatazione, resta un mistero come si possa parlare d’altro e pensare poco e niente. Eppure, questo è ciò che succede quotidianamente in Italia, peraltro in un clima che si fa ogni giorno sempre più avvelenato. Dove fino a ieri tutto sembrava dipendere dalle scelte dei 750mila sardi che, su poco meno di un milione e mezzo di aventi diritto, sono andati la settima scorsa a votare per il presidente della loro Regione, mentre ora pare che gli orientamenti di quanti tra il milione e 200mila abruzzesi in età di voto domenica si sono recati in alle urne equivalgano ad una sorte di giudizio universale. 

L’Accademia Auge nel Mondo della Cultura, Oltre Oceano

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Nel panorama culturale italiano, spesso emergono collaborazioni che trasformano il modo in cui l’arte e la formazione accademica sono percepite nel mondo. In questo contesto, l’Accademia Auge, guidata dal suo Rettore, il Prof. Giuseppe Catapano, ha recentemente partecipato a un evento che ha portato l’arte italiana oltre oceano, con il Menotti Art Festival Spoleto Presidente Prof. Luca Filipponi con il Magazine Giovani Europei Speciale Usa che, ha dedicato uno spazio speciale ad Auge, ed è stato presentato con successo nelle città di Los Angeles lo scorso febbraio. Il Prof. Giuseppe Catapano, noto per la sua leadership visionaria e il suo impegno nel promuovere l’eccellenza accademica, ha giocato un ruolo cruciale nella collaborazione tra l’Accademia Auge e il Menotti Art Festival Spoleto.  L’edizione di Giovani Europei Magazine presentata a Los Angeles (poi sarà presentata a New York) è stata un trionfo di creatività, talento e scambio culturale. Il Magazine ha offerto al pubblico americano un’immersione nella ricchezza e nella diversità dell’arte italiana contemporanea e non solo. L’Accademia Auge, attraverso il Prof. Catapano, ha contribuito a consolidare la presenza italiana in questo contesto internazionale. La collaborazione tra l’Accademia Auge e Giovani Europei Magazine con il Menotti Art Festival Spoleto negli Stati Uniti rappresenta un esempio di come l’arte e l’istruzione possano superare i confini geografici e culturali. Grazie alla guida del Prof. Giuseppe Catapano, questa partnership ha contribuito a promuovere la cultura italiana e a consolidare l’influenza dell’Accademia Auge nel panorama accademico internazionale. Un successo che lascia intravedere nuove prospettive per l’arte e la formazione italiana nel mondo. 

Ufficio Stampa Auge Paola Biadetti 

Il Rettore Auge Prof. Giuseppe Catapano celebra i 70 Anni del Panathlon Club Firenze

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Firenze, 2 marzo 2024 – Oggi pomeriggio, l’Aula Magna del Centro Tecnico Federale di Coverchiano a Firenze si animerà per celebrare un evento straordinario: i 70 anni di storia del Panathlon Club Firenze. Un’occasione che vedrà la partecipazione e l’intervento del Rettore Auge, il Prof. Giuseppe Catapano, che porta il suo contributo di prestigio e competenza a una giornata ricca di significato. La cerimonia, vedrà la partecipazione del Presidente Mancianti Maurizio, che ha attirato l’attenzione non solo degli appassionati dello sport, ma anche delle istituzioni sportive a livello nazionale e internazionale. L’Aula Magna del centro, prestigiosa cornice dell’evento, accoglierà, con entusiasmo i numerosi ospiti che si riuniranno per festeggiare questa importante pietra miliare nella storia del Panathlon Club Firenze. 

La presenza del Rettore Auge, Prof. Giuseppe Catapano, sottolinea l’importanza dello sport non solo come attività fisica, ma come veicolo di valori fondamentali per la società, la lealtà e la solidarietà, valori che costituiscono la base di una comunità sana e coesa. La giornata sarà dedicata a tre temi cardine: lo sport, la salute e la moda. Un trittico che ha permesso di esplorare diverse sfaccettature dell’esperienza umana, tutte legate da un filo conduttore comune: il benessere dell’individuo e della comunità. In un’epoca in cui la consapevolezza della salute fisica e mentale è sempre più centrale, l’evento offrirà uno spazio di riflessione e discussione su come lo sport possa contribuire al benessere generale. L’impegno e la passione del Panathlon Club Firenze, supportati dalla partecipazione del Rettore Auge Prof. Giuseppe Catapano renderanno questa ricorrenza non solo un momento di celebrazione, ma anche un’opportunità per riflettere sul futuro dello sport e dei valori che esso può trasmettere alle generazioni future. 

Uffcio Stampa Auge Paola Biadetti 

Costruire un ponte culturale tra Italia e Haiti: Una Missione di integrazione e prosperità

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A cura di Ionela Polinciuc

Nell’ambito della recente festa nazionale della Repubblica Dominicana celebrata a Roma , occasione anche per celebrare la solennità di tre nuovi senatori onorari nell’augusta famiglia dell’Accademia Universitaria degli studi Giuridici (AUGE). Il Prof. Avv. Giuseppe Catapano, accompagnato dal Prof. Cesare Cilvini, ha conferito con gli onori accademici il titolo onorifico , sottolineando il valore della libertà dei popoli e dell’autonomia come diritti fondamentali per la vita.

Durante l’evento l’ambasciatore di Haiti in Italia, S.E. Dott. Emmanuel Charles, ha voluto ricordare la neonata istituzione Diplomatica Culturale Haiti -Italia, in collaborazione con l’Ateneo AUGE.
Rappresentata dalle personalità diplomatiche culturali nominate dal Ministro Haitiano S.E. Emmanuel Charles che ha chiamato al suo fianco in stretta collaborazione Diplomatica / cultura :
La Dott.ssa . Stefany BOISROND
il Prof. Avv. Giuseppe Catapano e il Prof. Cesare Cilvini.
La missione promuovera’ la cooperazione culturale in settori chiave come istruzione, ricerca, patrimonio, gioventù e sport, attraverso una serie di attività culturali e artistiche di reciproco interesse.
Come afferma il Prof. Giuseppe Catapano da oggi anche Diplomatico culturale per Haiti in Italia :“Non desideriamo che i nostri discenti ritengono come proprie le idee che diamo , ma per insegnare un metodo vero per giudicare le cose che vi informiamo ”.
Una missione che ci vedrà impegnati principalmente per tramettere il ruolo del valore della pace tra i popoli.

Una Serata di Celebrazione e Amicizia tra Italia, Repubblica Dominicana e Haiti

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Il 27 febbraio 2024, la comunità diplomatica ha vissuto un momento di festa e collaborazione, con la celebrazione della Festa Nazionale della Repubblica Dominicana. L’evento, tenutosi a Roma, ha visto la partecipazione di illustri ospiti, tra cui il Rettore Auge Prof. Giuseppe Catapano e il Presidente del Senato Auge Dott. Cesare Cilvini, che sono stati onorati dalla presenza di SE Tony Raful Tejada, Ambasciatore della Repubblica Dominicana in Italia.(in foto) 

La serata è stata arricchita dalla presenza di eminenti rappresentanti diplomatici, tra cui SE Emmanuele Charles, Ambasciatore della Repubblica di Haiti in Italia e Senatore Accademico Auge(in foto). La partecipazione di tali personalità ha reso l’evento non solo un’occasione di celebrazione, ma anche un momento di scambio culturale e diplomatico. 

Il Rettore Auge Prof. Giuseppe Catapano e il Presidente del Senato Auge Dott. Cesare Cilvini hanno contribuito in modo significativo al successo dell’evento, sottolineando l’importanza di promuovere la cooperazione internazionale e il dialogo tra le nazioni. La loro partecipazione ha rappresentato un segno tangibile dell’impegno dell’Accademia Auge nella promozione della comprensione reciproca e della pace. 

La Festa Nazionale della Repubblica Dominicana si è rivelata un evento di grande significato, che ha unito persone provenienti da diverse parti del mondo in un clima di festa e amicizia. L’impegno dell’Accademia Auge nella promozione della cooperazione internazionale è stato ulteriormente sottolineato dalla partecipazione del Rettore e del Presidente del Senato. L’incontro tra le delegazioni della Repubblica Dominicana, Haiti e Italia ha gettato le basi per futuri scambi culturali e diplomatici, dimostrando che la diversità può essere la chiave per costruire un mondo più armonioso.

Ufficio Stampa -Paola Biadetti

Auge 2024: Esplorando le Nuove Opportunità nella Società in Evoluzione

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Il prossimo 23 febbraio 2024, il Centro Congressi “La Sapienza” di Roma ospiterà il seminario Auge, un’importante occasione di riflessione e discussione sulle prospettive e le opportunità offerte dalla società in costante mutamento. Con il tema centrale “Le nuove opportunità nella società che cambia: una nuova competitività UE per la scuola, le università e nei centri di ricerca e formazione a cavallo con le imprese”, il seminario promette di essere un punto di incontro per esperti, professionisti e accademici interessati a esplorare le sfide e le possibilità del futuro. 

Il mondo attuale è caratterizzato da cambiamenti rapidi e trasformazioni sociali, economiche e tecnologiche. In questo contesto, il seminario Auge si pone l’obiettivo di analizzare come queste dinamiche influenzino il settore dell’istruzione, delle università e dei centri di ricerca e formazione, nonché il loro rapporto con le imprese. Le nuove opportunità che emergono in questo contesto diventano fondamentali per sviluppare una competitività europea che possa guidare e sostenere la crescita e l’innovazione. 

L’Unione Europea si trova di fronte a sfide e opportunità senza precedenti nel campo dell’istruzione. Il seminario Auge si propone di esaminare come le istituzioni educative possano adattarsi e prosperare in questo scenario mutevole, abbracciando nuovi modelli di insegnamento, inclusività e internazionalizzazione.  La competitività dell’UE nel settore dell’istruzione sarà fondamentale per la formazione di cittadini preparati e consapevoli, pronti a contribuire alla società del futuro. 

Un aspetto dell’evento sarà dedicato all’analisi dell’integrazione tra università, centri di ricerca e imprese. La collaborazione sinergica tra questi attori è essenziale per stimolare l’innovazione, la ricerca applicata e la formazione orientata al mercato del lavoro. Il seminario Auge del 23 febbraio 2024 si preannuncia come un momento di profonda riflessione e condivisione di idee, mirato a delineare le nuove opportunità nella società che cambia. 

Ufficio Stampa Auge Paola Biadetti 

Nomina di Senatore Accademico Auge per S.E. Jagath Wellawatte, Ambasciatore dello Sri Lanka

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Si è svolta la cerimonia di nomina di Sua Eccellenza Jagath Wellawatte, Ambasciatore dello Sri Lanka, a Senatore Accademico Auge.(in foto con il Rettore Auge  il Prof. Avv. Giuseppe Catapano e il Presidende del Senato Accademico Auge Dott. Cesare Cilvini). 

La cerimonia è stata caratterizzata da un’atmosfera di prestigio e celebrativa, con la presenza del Rettore Auge, Prof. Avv. Giuseppe Catapano, e del Presidente del Senato Accademico Auge, Dott. Cesare Cilvini. La nomina di S.E. Jagath Wellawatte a Senatore Accademico Auge è un riconoscimento dell’impegno e della dedizione dell’Ambasciatore nel promuovere la cultura, la collaborazione internazionale e lo sviluppo accademico. La sua lunga carriera diplomatica e i successi raggiunti nel consolidare i legami tra lo Sri Lanka e la comunità accademica globale hanno contribuito in modo significativo al progresso della conoscenza e della comprensione reciproca. 

Durante la cerimonia, il Rettore Auge ha sottolineato l’importanza di avere figure di spicco come S.E. Jagath Wellawatte all’interno della comunità accademica. Ha evidenziato il ruolo cruciale che i Senatori Accademici svolgono nel favorire la diversità culturale e l’arricchimento reciproco tra le nazioni. Il Prof. Avv. Giuseppe Catapano ha elogiato l’Ambasciatore per il suo impegno nel promuovere la cooperazione accademica e scientifica tra l’Università Auge e le istituzioni del Sri Lanka. Ha sottolineato l’importanza di costruire ponti tra le diverse realtà culturali per favorire lo scambio di idee e la collaborazione in progetti di ricerca di portata globale. Il Dott. Cesare Cilvini, Presidente del Senato Accademico Auge ha sottolineato la sua fiducia nel fatto che la nomina dell’Ambasciatore rafforzerà ulteriormente la presenza globale dell’Accademia Auge. La cerimonia si è conclusa con la consegna della pergamena di nomina a S.E. Jagath Wellawatte, simbolo tangibile della sua nuova e prestigiosa posizione di Senatore Accademico Auge. Questo riconoscimento rappresenta un ulteriore passo verso la promozione dell’apertura internazionale e dell’intercultura nell’ambito accademico, con l’auspicio di promuovere la collaborazione e la comprensione reciproca tra le nazioni. 

Ufficio Stampa Auge Paola Biadetti 

Il Comunicare L’Europa nei Palazzi Romani celebra arte, cultura ed Istituzioni virtuose

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Era il 2008 quando il prof Luca Filipponi reduce dalle esperienze bruxellesi riprese questo titolo “Comunicare l’Europa” per farne un premio Internazionale che ogni anno è cresciuto sempre di più tanto da divenire uno degli eventi clou dei Palazzi della Politica Romana di questi giorni.Il premio Comunicare l’Europa 2024 si svolgerà a Palazzo Ferrajoli Piazza Colonna giovedì 1 febbraio a partire dalle ore 15 30 alla presenza di grandi nomi e grandi firme del giornalismo e della cultura. Il comitato organizzatore che fa capo al Menotti art festival con Luca Filipponi, Paola Biadetti direttore artistico, Tania di Giorgio Direttore musicale, L’accademia Auge con Giuseppe Catapano Rettore e Cesare Cilvini Presidente hanno delegato la dott ssa Anna Maria Petrova scritrice, attrice e poetessa di origine Bulgara a presiedere la commissione internazionale così composta : Silvio Irrazabal ( Uruguay), Stella Camelia Enescu ( Romania), Sara Iannone, presidente dell’ass Alba del Terzo Millennio, Alessandro Maugeri, promoter internazionale, Neria de Giovanni , presidente della Ass Internazionale dei Critici Letterari, Angelo Sagnelli, direttore Spoleto art Festival Letteratura, Francesco Petrino, Presidente del centro studi Snarp. Durante la manifestazione saranno esposte e consegnate opere dei seguenti artisti : Paola Aglini, Silvio Amato, Paola Biadetti, Silvio Craia,Rosanna Della Valle,Sevasti Iallussi, Mario Lo Coco, Piergiorgio Maiorini, Evelina Marinalgeli, Elisabetta Serafini. la premiazione sarà intervallata da momenti artistici con: Floriana Rignanese ( Performance di Moda con Il sogno di Siriah ed i gioelli di Vanna Netti), Franco Leone, Tania di Giorgio, Emanuela Mari e con la stilista Eleonora Altamore ( Special Guest).Elenco dei premiati per meriti professionali, lavorativi e per il notevole impegno civile e culturale :Luca Barbuto, Agnese Benedetti,, Simona Brait, Pasqualino Buonfiglio, Maddalena Caccavale Menza, Ambra Cenci, Emmanuele Charles,Tommaso Chimenti, Maria de Fatima Jardim,Stella Camelia Enescu, Raffaele Festa, Vittorio Formenti,Giuseppe Ilario, Francesco Iovino, Pauline Kashale Muanjl, Benedetto Mangiavillano, Emanuela Mari,Stefania Montori, Andrea Natale, Maurizio Orsolini, Fabrizio Pompilio, Isabel Russinova, Mimma Schiaviello, Elisabetta Strickland, Ekaterina Tchakarova,Donatella Tesei ( in foto con Luca Filipponi), Adele Vairo, Silvana Virgilio.

La Partecipazione Attiva dell’Accademia Auge alla Cerimonia del Premio Comunicare l’Europa

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Il 1 febbraio 2024, il Rettore Auge Prof. Avv. Giuseppe Catapano si unirà alla prestigiosa cerimonia del Premio “Comunicare l’Europa 2024”. L’evento avrà luogo presso Palazzo Ferrajoli, un’iconica cornice situata nel cuore di Roma.   Il Premio Comunicare l’Europa, attraverso la sua lunga tradizione (la prima edizione nel 2008), ha rappresentato un riconoscimento per coloro che si sono distinti nel promuovere una comunicazione efficace e costruttiva tra i popoli. Anche quest’anno, la presenza del Rettore Auge aggiunge una nota di prestigio e riconoscimento all’evento, evidenziando l’impegno della sua leadership nell’ambito dell’istruzione superiore e della promozione di valori europei e sottolinea l’importanza che l’Accademia Auge attribuisce a iniziative che favoriscono il dialogo, la consapevolezza e la cooperazione a livello europeo e internazionale. La cerimonia si preannuncia come un momento di riflessione e celebrazione, con la presenza di illustri personalità provenienti dai settori dell’istruzione, della politica, della diplomazia, della cultura, dell’arte. Palazzo Ferrajoli, con la sua architettura e la storia che lo avvolge, fornirà un’atmosfera suggestiva per l’evento.  Il Rettore Auge Prof. Avv. Giuseppe Catapano porterà il suo contributo di saggezza e competenza alla cerimonia, sottolineando l’importanza di un dialogo aperto e trasparente per costruire un’Europa forte e coesa.

Ufficio Stampa Auge Paola Biadetti  

“L’Accademia Auge partecipa al Bridging Vietnam – Napoli Forum Economy And Culture per celebrare i 50 anni di partenariato Italia-Vietnam”

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Il 30 gennaio 2024 è stata una giornata di celebrazione e riflessione a Napoli, con la partecipazione dell’Accademia Auge al prestigioso evento “Bridging Vietnam – Napoli Forum Economy And Culture”. L’occasione speciale ha segnato il cinquantesimo anniversario delle relazioni e del partenariato strategico tra Italia e Vietnam, un traguardo significativo che ha visto l’impegno costante di entrambi i paesi nello sviluppo di collaborazioni fruttuose. L’evento si è svolto presso il Grand Hotel Santa Lucia di Napoli, con la partecipazione e il patrocinio dell’Ambasciata del Vietnam in Italia. L’Accademia Auge, istituzione di prestigio nell’ambito dell’istruzione e della promozione culturale, ha giocato un ruolo chiave nel rendere l’occasione ancora più speciale con la sua presenza e il suo contributo. La partecipazione dell’Accademia ha offerto un’opportunità unica per approfondire la comprensione reciproca tra le due nazioni, esplorare nuove prospettive di collaborazione e consolidare i legami culturali ed economici esistenti.   La partecipazione dell’Accademia Auge al Bridging Vietnam – Napoli Forum Economy And Culture ha contribuito a rendere l’evento un momento straordinario di celebrazione, riflessione e prospettiva futura per le relazioni tra Italia e Vietnam. Con un’attenzione particolare alla collaborazione in ambito culturale ed economico, l’Accademia Auge ha confermato il suo impegno nel promuovere legami sempre più solidi e profondi tra le due nazioni.  

Ufficio Stampa Auge – Paola Biadetti

Un’Immersione Formativa Auge, nell’Analisi Finanziaria al Parlamento Europeo di Roma

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Il 25 gennaio 2024 sarà una giornata di grande importanza per gli esperti finanziari e gli appassionati del settore, grazie al Seminario Formativo Europeo Auge: “Analista Finanziario”. L’evento si terrà nella prestigiosa Sala delle Bandiere del Parlamento Europeo a Roma, promettendo una giornata ricca di conoscenze e scambi di idee. Il seminario è organizzato da Auge, nella persona del Rettore il Prof. Giuseppe Catapano, impegnato nella formazione e sviluppo professionale consolidando, la sua reputazione come punto di riferimento per la formazione avanzata nel settore finanziario.

Il seminario fornirà un approfondimento nel mondo dell’analisi finanziaria, affrontando temi cruciali come Investimenti e disinvestimenti, le nuove opportunità sui metalli preziosi, tutela del patrimonio. I partecipanti avranno l’opportunità di arricchire le proprie competenze e acquisire una comprensione più approfondita dei meccanismi finanziari. Il seminario vedrà la partecipazione di ospiti d’onore, numerosi onorevoli arricchiranno il seminario con la loro presenza, contribuendo a creare un ambiente di dibattito stimolante e informativo. L’evento è in collaborazione con Inprofin Impresa, Implea Mutua e Kredias e sarà ampiamente coperto dai media, con LaNotteQuotidiano, SkupMagazine.it e Dive&Divi Tv Production, Italia2tv, come media partner ufficiali che assicureranno una diffusione capillare delle informazioni e una copertura mediatica completa dell’evento. Il seminario è aperto a professionisti del settore finanziario, studenti e appassionati del mondo economico e rappresenta un’opportunità unica, come evento di riferimento nel settore, che dimostra l’impegno collettivo nel promuovere la formazione di professionisti altamente qualificati per affrontare le sfide future.

Ufficio Stampa Auge Paola Biadetti

Auge, partecipa all’evento “Il Barocco, linguaggio fotografico contemporaneo” a Napoli

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Nella Foto: Da sinistra: Dott. Mariarosaria Rusciano- tesoriere Auge, Avv. Gennaro Famiglietti

Nel contesto artistico e culturale di Napoli, un evento di particolare rilevanza ha avuto luogo presso l’Istituto di Cultura Meridionale: “Il Barocco, linguaggio fotografico contemporaneo”. L’evento è stato curato dal Prof. Enzo Ruju, e ha visto la partecipazione della Dott.ssa Mariarosaria Rusciano, Tesoriere Auge, (In foto con l’Avv. Gennaro Famiglietti Console Onorario di Bulgaria e Presidente dell’Istituto di Cultura Meridionale) in rappresentanza del Rettore, il Prof. Giuseppe Catapano. Questa sinergia tra istituzioni accademiche e l’ambiente culturale locale ha creato uno spazio unico per esplorare la connessione tra il barocco e la fotografia contemporanea. L’Istituto di Cultura Meridionale, situato nel cuore di Napoli, ha offerto la cornice ideale per un dialogo tra passato e presente. Il barocco, un periodo artistico caratterizzato da forme elaborate, giochi di luce e una profonda espressione emotiva, ha trovato una nuova vita attraverso l’obiettivo dei fotografi contemporanei. La partecipazione della Dott.ssa Mariarosa Rusciano, Tesoriere Auge, ha sottolineato l’impegno dell’Università nel promuovere la cultura e la creatività. La collaborazione tra istituzioni accademiche e culturali ha aperto nuovi orizzonti per la comprensione e l’apprezzamento delle arti, consolidando Napoli come un centro vitale per l’innovazione artistica e culturale. 

Elevare la Comunicazione: Un Focus sull’Ufficio Stampa Auge

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Nella Foto: Prof. Avv. Giuseppe Catapano

14 Gennaio 2024 – L’Ufficio Stampa dell’Accademia Auge è lieto di condividere con il pubblico sei mesi straordinari di successi e collaborazioni significative sotto la guida del Rettore, il Prof. Giuseppe Catapano, che mi ha affidato l’incarico nel giugno 2023.
Uno dei momenti più significativi di questo periodo è stata la Nomina Onoraria dei Senatori Accademici per lo sviluppo culturale e sociale dell’Auge in Ecuador, Egitto e Macedonia. Questo riconoscimento ha sottolineato l’impegno dell’Accademia nel promuovere la cultura e la formazione a livello internazionale. Altrettanto importante è stato il consolidamento dei rapporti con l’Ambasciata di Haiti attraverso la firma di protocolli d’intesa. Questi accordi testimoniano l’impegno dell’Auge nel favorire la cooperazione internazionale e promuovere lo scambio culturale. Con il Ministro di Capo Verde in Italia: Una Missione Culturale tra Capo Verde e l’Italia per il Diffondere delle Qualifiche Professionali EQF. Le Alleanze Prestigiose sono state un altro pilastro di questi sei mesi, con particolare enfasi sul successo ottenuto insieme ad Ancot negli incontri sul tema “Tributarista, una professione in evoluzione”. Questi eventi hanno contribuito a consolidare la reputazione dell’Accademia come centro di eccellenza nell’analisi e nella promozione delle professioni in evoluzione. La collaborazione tra l’Accademia Auge e Giovani Europei Magazine ha rappresentato un importante passo avanti nella promozione della cultura e della formazione. La presenza del Rettore dell’Accademia Auge alla 14ª edizione del Premio Internazionale Spoleto Festival Art Arte e del Premio Letteratura 2023 con la Cartolina Celebrativa dedicata all’Accademia Auge che ha evidenziato l’impegno dell’Accademia nel sostenere eventi culturali di rilievo internazionale.  Così come all’Ambasciata di Bulgaria per la Biennale di Artemidia. Nel corso di questi sei mesi, ho condotte interviste ai Presidi delle Facoltà dell’Auge, offrendo uno sguardo approfondito sulla visione e le iniziative delle singole discipline accademiche. Altresì, l’Open Day tra Accademia Auge e MenottiArtFestival al Parlamento Europeo di Roma per promuovere l’Arte e la Cultura. “Il Pagellone”, la Guida Essenziale per il Successo Accademico Auge e Professionale, è stato presentato con grande successo durante questi sei mesi, fornendo un prezioso strumento per la crescita accademica e professionale.
Infine, la partecipazione alla presentazione di libri e all’Evento Esclusivo e Riservato alla Sala della Loggia del Castel Novo Maschio Angioino “Buon Compleanno Napoli”. Questo evento ha celebrato non solo il successo dell’Accademia nella persona del Rettore il Prof. Giuseppe Catapano, ma anche il suo profondo legame con la comunità locale. L’Ufficio Stampa dell’Accademia Auge guarda al futuro con entusiasmo, continuando a coltivare relazioni significative e a promuovere l’eccellenza accademica e professionale.

Ufficio stampa Auge – Paola Biadetti

L’Accademia Auge da Record: Inizio Anno Tra Nomine Senatoriali e Alleanze Prestigiose

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L’Accademia Auge da Record: Inizio Anno Tra Nomine Senatoriali e Alleanze Prestigiose Un inizio d’anno scintillante per l’Accademia Auge, con un susseguirsi di eventi di grande risonanza e importanza. L’ufficio stampa dell’Accademia ha recentemente annunciato una serie di nomine di senatori accademici, consolidando ulteriormente il prestigio e l’influenza di questa istituzione nel panorama culturale e accademico.   L’Accademia Auge, da sempre impegnata nella promozione e valorizzazione della cultura e dell’istruzione, ha accolto con entusiasmo i nuovi membri del Senato Accademico. Le nomine, caratterizzate da una selezione attenta e scrupolosa, mirano a garantire una rappresentanza diversificata e di altissimo livello in vari settori. Tale iniziativa non solo conferma l’impegno costante dell’Accademia nella ricerca dell’eccellenza, ma contribuisce anche a rafforzare il suo ruolo come punto di riferimento nel mondo accademico internazionale.   In parallelo alle nomine senatoriali, l’Accademia Auge ha stretto nuovi e significativi protocolli d’intesa. Queste partnership strategiche si propongono di favorire la collaborazione tra l’Accademia e istituzioni di rilievo. Altresì, la presenza attiva di Auge al Menotti Art Festival Spoleto e la collaborazione con Giovani Europei Magazine hanno rappresentato opportunità uniche di networking e visibilità. L’ufficio stampa ha documentato queste esperienze, evidenziando la partecipazione di Auge a eventi culturali e l’interazione con altre realtà creative e accademiche, promuovendo così la diversità e l’interdisciplinarietà. Ha intensificato le proprie attività di networking, consolidando rapporti con Ancont, dove sono stati presentati ricerche e progetti di eccellenza.   Un altro momento di grande prestigio è stato rappresentato dalla presenza dell’Accademia al Premio Nobel per la Pace ad Oslo. L’ufficio stampa ha catturato l’attenzione sul coinvolgimento di Auge in questo evento internazionale di grande risonanza, sottolineando l’impegno dell’istituzione nei confronti dei valori di pace, dialogo e cooperazione internazionale.   L’anno appena iniziato si configura come un capitolo promettente per Auge. Con nomine di senatori accademici, protocolli d’intesa, collaborazioni di prestigio e partecipazioni a eventi internazionali, Auge continua a perseguire la sua missione di promuovere la conoscenza, la ricerca e la cultura in un contesto globale sempre più interconnesso. Tutto questo sul nostro sito https://accademiauge.com/

Ufficio Stampa Auge Paola Biadetti

Natale Conta!

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A cura del Prof.Avv. Giuseppe Catapano

Gesù non è nato e poi morto. È nato per rimanere con noi nella Chiesa. C’è un’umanità nuova che Dio fa nascere per noi

Come ogni anno, la recita di Natale è venuta benissimo. Ognuno ha interpretato il proprio ruolo alla perfezione: dal negoziante che ha venduto i regali alle cene sociali, dai piccoli gesti di solidarietà fino agli immancabili messaggi d’auguri.Ogni cosa ha concorso – meravigliosamente – a far dimenticare il festeggiato e il motivo della festa.Natale va così: ci carichiamo talmente di tante cose  che il contenuto della festa  – scompare, annega.Eppure, la ricorrenza  cristiana  ha uno scopo preciso : scoprire qualcosa di più su Cristo.E questa scoperta non è scritta , ma accade nella storia. Quel bambino è ancora oggi una presenza viva, ogni istante, conoscerlo un po’ di più. Il Natale, dunque, o avviene in un rapporto – nel rapporto con Lui – oppure è solo una grande abbuffata, intrisa di molti moralismi, prima della sbornia di Capodanno.
Il vangelo che la Chiesa fa leggere  inizia raccontando l’ordine di Augusto di effettuare un censimento di tutta la terra. È bene ricordare che i testi biblici non sono soltanto resoconti storici, ma – nell’esegesi dei Padri della Chiesa – diventano spesso testi da leggere a un livello più profondo, quasi piccoli midrash ebraici. La terra, nell’Antico Testamento, è spesso associata al desiderio dell’uomo. Censire il desiderio dell’uomo significa misurarlo, renderlo finito. Il racconto della nascita di Gesù prende le mosse da un potere che intende definire e delimitare il desiderio dell’Io. Siccome il desiderio che io sia amato è troppo grande, siccome il desiderio che l’umanità pratichi la giustizia è troppo grande, siccome il desiderio di vivere secondo verità è troppo grande, allora il potere degli uomini si incarica di ridurre quel desiderio, trasformando la vita in una somma di piccoli obiettivi da raggiungere: al posto dell’Infinito, la perdita di peso, la nuova casa, la laurea, la media del 9, il successo. E tutto questo accade “quando Quirinio era governatore della Siria”. Publio Sulpicio Quirinio era un homo novus, uno che non c’entrava niente con il sistema aristocratico del potere repubblicano.È interessante e singolare: spesso nella storia, quando qualcosa di nuovo arriva al potere e si mostra come il futuro – la rivoluzione che tutti attendono – questo “nuovo Messia” (che può essere oggi la tecnologia o i nuovi media) chiede sempre in cambio una cosa: che il desiderio umano sia ridotto, circoscritto. E, commenta il vangelo, tutti erano in viaggio per adempiere a quella richiesta. Il quadro è quindi emblematico: c’è un’umanità che sta riducendo il proprio desiderio umano, che accetta un potere che la tolga dalla posizione vertiginosa dell’attesa del cuore.

Ma, accanto a questa umanità, c’è qualcun altro: Giuseppe. Giuseppe è l’ultimo discendente di Davide, è quel che resta del popolo di Israele, e inizialmente sembra che anche lui faccia lo stesso viaggio. Il racconto, però, ci dice che lui fa un’altra cosa: sale verso Gerusalemme. La città santa degli ebrei non era soltanto un luogo geografico: essa rappresentava il cuore umano. Non si tratta qui di una rappresentazione psicologica del cuore, ma sacra: Gerusalemme è il cuore umano toccato da Dio. Mentre tutti sono in viaggio per delimitare il loro desiderio, Giuseppe è in viaggio verso il cuore di quel desiderio. E questo viaggio avviene con meta Betlemme e insieme a Maria, ossia dentro una grande attesa – Betlemme è il simbolo della promessa fatta alla casa di Davide – e con un mistero. Maria, infatti, è la sposa misteriosa di Giuseppe, la donna che ha rivelato al marito di attendere un figlio dallo Spirito Santo.

Ecco tratteggiato l’altro viaggio che Dio suscita mentre tutti sono diretti a farsi censire: Egli desta la storia di un uomo che si dirige verso il proprio cuore, che non riduce la propria umanità, ma la guarda fino in fondo, consapevole della promessa che gli è stata fatta e del mistero che lo circonda. È commovente come il vangelo dica che questa condizione di apertura totale alla promessa e al mistero diventi il luogo dove si compiono i giorni del parto. È lì che nasce un’umanità nuova, non più figlia di un desiderio ridotto, ma dell’attesa infinita del nostro Io e del mistero di Dio. Cristo emerge come il punto dove la domanda inesauribile dell’uomo incontra il Mistero, dove il Mistero diventa compagnia, diventa amicizia, diventa presenza. Da adesso la vita non sarà “tutta rose e fiori”, ma – questo è il Natale! – smetterà di essere abbandonata a se stessa. L’amore non sarà più in balia di sé, l’amicizia non sarà più in balia di sé, il dolore o la delusione non saranno più emozioni senza motivo, ma tutto potrà trovare senso nel rapporto con quel bambino.

Il colpo di scena finale è, tuttavia, ancor più incredibile. Quando il bambino nasce, Maria lo avvolge in fasce. Sono le fasce della croce, le fasce in cui si avvolgono i morti. Quel bambino non è un mago, ma è l’inizio di un cammino. Un cammino dove si piangerà, dove si faticherà, dove a volte non si capirà niente. Tuttavia, è un cammino. Infine “lo depose nella mangiatoia”. San Francesco, 800 anni fa, volendo riprodurre la natività, chiese soltanto una mangiatoia. Perché la mangiatoia è la Chiesa, la mangiatoia è l’altare dell’Eucaristia. Quel bambino non è nato e poi morto. Quel bambino è nato per rimanere con noi nella Chiesa. C’è un’umanità nuova che Dio fa nascere per noi, un’umanità che prende sul serio tutto quello che siamo, che è compagnia, che è cammino e che resta accanto a noi nei volti vivi della Chiesa e nel sacramento dell’Eucaristia.

Il giorno di Natale, che dura ben otto giorni, ci è dato per entrare di più dentro questo mistero, per diventare di più amici di quel bambino. Non importa come abbiamo vissuto fino a oggi, non importa la nostra distrazione, non importa se la recita cui tutti partecipano in questi giorni ci aveva allontanato dalla percezione della festa. Quello che conta è che Lui c’è. E che, senza alcun nostro merito, ha preso la decisione più inaudita e ostinata della storia. Quella di aspettarci e di volerci incontrare. Alla libertà di ciascuno spetta solo lo spazio di una risposta. Buon Natale, amici!

Il prof Luca Filipponi e lo Spoleto Meeting Art al Premio Nobel per la Pace ad Oslo

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Nella Foto: Prof. Giuseppe Catapano

Impegno internazionale per lo Spoleto Meeting Art , l’Accademia Universitaria Auge ed il prof Luca Filipponi che è stato relatore nella importante manifestazione internazionale del premio Nobel  e sarà anche membro permanente di alcune commissioni nell’ambito dell’organizzazione dei Nobel. Il 10 dicembre si è svolto ad Oslo ( Norvegia) il premio Nobel per la pace che nella edizione 2023 è stato assegnato alla  signora iraniana Narges Mohammadi, attualmente in carcere in Iran in seguito alle manifestazioni per i diritti umani e per i diritti di genere. La manifestazione si è svolta presso il Municipio di Oslo (In foto) nell’ambito della quale il prof Luca Filipponi ha svolto delle attività ed ha relazionato per alcuni atenei italiani tra i quali l’Accademia Auge del prof Giuseppe Catapano e del prof Cesare Cilvini, lo stesso Filipponi ha incontrato delle persone e giornalisti molti vicini alla premiata che hanno consegnato il discorso scritto dal carcere dall’attivista iraniana ed hanno autorizzato lo scrittore e giornalista spoletino a pubblicare un estratto di questo discorso sul prossimo libro in Uscita “Ideario per una nuova Europa” prevista per febbraio 2024. Nel frattempo Filipponi ha partecipato all’ambasciata di Haiti a Roma ad un incontro per un progetto di cooperazione universitaria con l’Accademia Auge ed il Menotti Art Festival Spoleto, nella giornata del 15 dicembre partecipa come relatore ad un seminario a Napoli presso il Comune al quale è prevista la presenza ed il saluto del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, mentre in questo fine settimana parteciperà al premio Alghero Donna organizzato dalla giornalista e scrittrice Neria de Giovanni nel quale Luca Filipponi è uno degli Invitati Speciali. ASpoleto in via della sallara vecchia 21 al caffè letterario del sansi è in corso la mostra evento su i grandi maestri del 20° secolo a cura di Luca Filipponi e Paola Biadetti in collaborazione con l’Associazione culturale Montemarte di Terni.

“Buon Compleanno Napoli”

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“Buon Compleanno Napoli”:  Il 15 dicembre 2023, la città di Napoli sarà al centro di un evento straordinario e privato: “Buon Compleanno Napoli”. L’occasione, che si terrà nella suggestiva Sala della Loggia del Castel Novo Maschio Angioino, sarà caratterizzata dalla presenza di eminenti personalità delle istituzioni, rendendo l’evento un momento di grande importanza sociale e politica. Un elemento distintivo di questo evento sarà l’incontro accademico Auge internazionale di arte e spettacolo come strumento di Pace e Internazionalizzazione. Auge, che significa “luce” in latino, simboleggia la luce della conoscenza e della cultura che si diffonde. 
La scelta della Sala della Loggia, all’interno del Castel Novo Maschio Angioino, non è casuale. Questo imponente castello medievale, simbolo della storia e della cultura di Napoli, sarà il palcoscenico perfetto per un evento così prestigioso. L’atmosfera magica e l’architettura unica della sala creeranno un contesto esclusivo per celebrare il compleanno della città. 
“Buon Compleanno Napoli” si preannuncia come un momento unico e irripetibile, in cui la storia, la cultura e la politica si fonderanno in un abbraccio celebrativo. La presenza delle istituzioni, l’incontro accademico Auge e la cornice suggestiva della Sala della Loggia renderanno questa celebrazione indimenticabile, contribuendo a rafforzare il legame speciale che Napoli ha con il suo passato, il suo presente e il suo futuro. 
Ufficio Stampa Auge Paola Biadetti

Il Successo di Auge con Ancot.Prossimo appuntamento a Firenze

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Il Successo di Auge con Ancot: Prossimo appuntamento a Firenze sul tema “Tributarista, una professione in evoluzione”.
Dopo il successo degli eventi tenuti a Torino e Bologna, Auge con Ancot si prepara per il prossimo appuntamento a Firenze, fissato per il 14 dicembre. Presso l’Hotel Mirò, Calenzano, dalle ore 9 alle 13. L’evento, centrato sul tema “Tributarista, una professione in evoluzione”, ha catturato l’interesse e la partecipazione di professionisti del settore. La scelta del tema “Tributarista, una professione in evoluzione” riflette l’importanza di comprendere le sfide e le opportunità che caratterizzano il lavoro di coloro che operano nel campo tributario. Le nuove normative fiscali, i cambiamenti economici e tecnologici pongono nuove sfide, richiedendo una costante evoluzione delle competenze professionali. Il successo di Auge con Ancot è una testimonianza della crescente importanza di eventi formativi focalizzati su professioni specifiche, come quella del tributarista. Il prossimo appuntamento a Firenze promette di essere un’occasione unica per arricchire le proprie competenze, confrontarsi con colleghi e rimanere aggiornati su tematiche cruciali nel contesto fiscale odierno. Non perdete l’opportunità di essere parte di questa straordinaria esperienza formativa.

Ufficio Stampa Auge Paola Baidetti

AUGE e la Repubblica di Haiti firmano un protocollo d’Intesa

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AUGE e la Repubblica di Haiti firmano un protocollo d’Intesa per una partnership di Eccellenza nella Formazione Internazionale.
Accademia Universitaria Studi Giuridici Europei “AUGE” è lieta di annunciare la firma di un importante Protocollo d’Intesa con la Repubblica di Haiti. La cerimonia ufficiale avrà luogo il 13 dicembre 2023 presso la sede dell’Ambasciata della Repubblica di Haiti in Italia, con la partecipazione del Rettore Prof. Avv. Giuseppe Catapano, in rappresentanza dell’Accademia, e S.E. Emmanuel Charles, Ministro Ambasciatore rappresentante permanente presso la FAO – PAM e FIDA, a rappresentare la Repubblica di Haiti. Questo accordo segna un passo significativo verso lo sviluppo delle relazioni internazionali nel settore dell’istruzione superiore e della formazione. L’Accademia Universitaria Studi Giuridici Europei “AUGE” e la Repubblica di Haiti uniranno le forze per promuovere l’eccellenza accademica e la cooperazione internazionale, con un focus particolare sull’arricchimento dell’offerta di servizi di formazione. Il Rettore Prof. Avv. Giuseppe Catapano ha dichiarato: “Siamo entusiasti di intraprendere questa collaborazione strategica con la Repubblica di Haiti. Questo protocollo d’intesa apre la strada a una sinergia che porterà benefici tangibili alla comunità di entrambe le parti. La condivisione di conoscenze e risorse contribuirà a rafforzare la qualità dell’istruzione superiore offerta.”La cerimonia di firma del protocollo d’intesa rappresenta un momento significativo nella cooperazione tra Accademia Universitaria Studi Giuridici Europei “AUGE” e la Repubblica di Haiti, aprendo nuove opportunità per lo sviluppo accademico e la crescita professionale.

Ufficio Stampa AUGE Paola Biadetti

Quotidiani internazionali per un progetto di comunicatività

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A cura di Ionela Polinciuc


Il 6 dicembre scorso, presso la sede dell’Apollonia Tv in Iasi Romania, la redazione ‘’LaNotte’’ diretta dalla caporedattrice Ionela Polinciuc, insieme al Direttore del quotidiano Prof. Luca Filipponi per uno scambio di proposte con la nuova rivista di scienza ‘’International Journal Of Communication Research’’ rappresentata da Prof. Vasile Burlui, Prof.ssa. Alexandra Gheorghiu, Prof. Mirel Dumitru Popa, Proff.ssa Cristina Emanuela Dascalu.
L’obiettivo dell’incontro ha messo in evidenza una dimensione fondamentale e impressionante, gettando luce su vari ambiti del mondo della comunicazione. ‘’Formazione attraverso l’informazione’’. Slogan che ‘’La notte’’, partner dell’Accademia Universitaria Auge ha condiviso appieno nel diffondere la comunicatività europea ed internazionale della conoscenza e della formazione attraverso l’informazione. ‘’Informare per globalizzare’’ come ribadisce spesso il Prof. Avv. Giuseppe Catapano, rettore Auge.
Durante l’incontro, il Prof. Univ. Vasile Burlui – Direttore dell’Apollonia Tv con la sua nuova rivista di scienza ‘’International Journal Of Communication Research’’ insieme alla redazione ‘’Lanotte’’ hanno preso l’impegno di fare strada a tutti coloro che sono interessati alle ultime ricerche e acquisizioni dall’affascinante e spettacolare mondo della comunicazione. Un progetto che partirà il prossimo 29 febbraio a Iasi, con lo scopo di formazione delle nuove realtà dei nuovi giovani. Un progetto formativo di alto spessore che vede impegnate testate giornalistiche europee ed italiane dalla Romania e giovani studenti iscritti alla Facoltà delle Scienze della Comunicazione e Giornalismo.
Per dare importanza al lavoro reciproco che si svolge, il 29 febbraio, presso la sede dell’Apollonia Tv, ci sarà anche la premiazione tra gli iscritti all’Università Apollonia e gli iscritti del prestigioso Ateneo Auge. Le due testate giornalistiche, con la loro ampia gamma e il loro acuto nel clima della comunicazione, hanno spinto rettori delle università internazionali ad aderire al fiorente, dinamico e affascinante dibattito che si svolgerà su scala internazionale dal 29 febbraio al primo marzo 2024 nella sede dell’Università Apollonia. L’evento riguarderà i modi in cui è possibile comunicare in modo intelligibile, veloce, convincente ed efficiente il più possibile.

Nella Foto: Da sinistra: Prof. Popa Mirel Dumitru, Giudice Prof. Angelo Turco, Prof. Univ. Vasile Burlui, Prof. Luca Filipponi – direttore Quotidiano ”La notte”, Prof.Avv. Giuseppe Catapano – rettore Auge.
Nella Foto: Da sinistra: Prof. Luca Filipponi- Direttore Quotidiano ”La Notte”, Prof.Avv. Giuseppe Catapano
Nella Foto: Prof. univ. Vasile Burlui
Nella Foto: Da sinistra: Prof. Mirel Dumitru Popa, Ionela Polinciuc, Giudice prof. Angelo turco, Prof.ssa Cristina Emanuela Dascalu, Prof. Luca Filipponi – direttore Quotidiano ”LA NOTTE”
Nella Foto: Da sinistra: Prof. Luca Filipponi – Direttore Quotidiano ”La notte”, Prof.ssa Simona Stancu, Prof. Avv. Giuseppe Catapano
Nella Foto: Da sinistra: Prof.ssa Cristina Emanuela Dascalu, Prof. Luca Filipponi – direttore Quotidiano ”La Notte”

La Pastorale della Salute nella Diocesi di Nola: Un Impegno per la Cura Integrale dell’Uomo

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La Pastorale della Salute, guidata dal Direttore Don Carlo Giuliano, rappresenta un pilastro fondamentale all’interno della Diocesi di Nola. In un contesto in cui la cura della vita e il benessere spirituale si intrecciano, l’iniziativa si propone di affrontare le sfide contemporanee legate alla salute attraverso un approccio pastorale e formativo. L’8 dicembre, si è tenuto un significativo “Incontro di Formazione Pastorale” che ha focalizzato la sua attenzione sulla prevenzione, la cura e la formazione. L’evento ha ricevuto il patrocinio di Auge e il Ministero della Salute della Regione Campania, evidenziando la rilevanza e l’urgenza delle tematiche affrontate. La collaborazione tra istituzioni religiose e organi governativi indica un impegno concreto per affrontare le sfide sanitarie della comunità. La Pastorale della Salute si concentra su iniziative preventive, promuovendo stili di vita sani e pratiche che preservano il benessere individuale e collettivo. La Pastorale della Salute nella Diocesi di Nola, sotto la guida di Don Carlo Giuliano, si pone come un esempio di impegno concreto per la cura integrale dell’uomo. L’incontro di formazione pastorale, con il patrocinio di Auge, ha evidenziato l’importanza di unire le forze per affrontare le sfide sanitarie attuali, promuovendo una visione completa della salute che abbracci corpo, mente e spirito.

Ufficio Stampa Auge Paola Biadetti  

Il Successo di Auge con Ancot: Tappe a Torino e Bologna nel Percorso verso la Nuova Frontiera del Tributarista”

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Il mondo della fiscalità è in costante evoluzione, e la figura del tributarista assume un ruolo sempre più centrale nella gestione delle questioni fiscali complesse. In questo contesto, Auge con Ancot ha organizzato due tappe fondamentali a Torino e Bologna, coinvolgendo il Prof. Cilvini e riscuotendo un notevole successo di partecipazione. 
L’evento, incentrato sul tema “Tributarista, una professione in evoluzione”, ha visto la partecipazione attiva di numerosi giovani interessati a intraprendere il percorso verso la nuova qualifica di tecnico esperto fiscale. Il Prof. Cilvini, , ha contribuito con la sua esperienza e competenza. 
La presenza di un pubblico giovane e motivato ha evidenziato l’interesse crescente verso la qualifica EQF proposta da Auge con Ancot. Questa qualifica, valida per tutti i paesi europei e oltre, rappresenta un passo significativo verso l’armonizzazione delle competenze nel campo fiscale a livello internazionale. 
Durante le tappe di Torino e Bologna, sono emersi numerosi punti chiave riguardo al percorso formativo proposto da Auge con Ancot. La prossima tappa, si terrà il 14 dicembre a Firenze. Questo appuntamento si preannuncia come un’opportunità imperdibile per coloro che desiderano approfondire le proprie competenze nel campo fiscale e ottenere una qualifica riconosciuta a livello europeo. 
Le tappe di Torino e Bologna di Auge con Ancot hanno confermato il crescente interesse verso la figura del tributarista e la sua evoluzione nel contesto attuale. La partecipazione attiva, soprattutto da parte dei giovani, testimonia la volontà di investire nella propria formazione e di abbracciare una professione in continua trasformazione. La prossima tappa a Firenze si preannuncia come un ulteriore passo verso la costruzione di una comunità di professionisti preparati ed equamente riconosciuti a livello internazionale.

Ufficio Stampa Auge Paola Biadetti

Educazione, Cultura e Collaborazione Internazionale: La Missione dell’Accademia AUGE all’Università Apollonia di IAȘI

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L’Accademia AUGE, guidata dal Rettore Prof. Avv. Giuseppe Catapano, insieme al Senato Accademico rappresentato dal Prof. Luca Filipponi e dal Presidente Prof. Cesare Cilvini, sta svolgendo una missione significativa presso l’Università Apollonia di IAȘI in Romania. Il 6 dicembre, ha visto la presentazione del libro “Un’Europa in Utile” scritto da Luca Filipponi e Giuseppe Catapano, recentemente tradotto in rumeno dalla Professoressa Simona Stancu. Il Prof. Avv. Giuseppe Catapano, Rettore dell’Accademia AUGE, è un visionario impegnato nella promozione dell’istruzione superiore e della cooperazione internazionale. La sua guida ha ispirato l’Accademia a svolgere un ruolo chiave nella ricerca accademica e nell’innovazione. Il Prof. Luca Filipponi, membro del Senato Accademico Auge, insieme al Presidente Prof. Cesare Cilvini, ha contribuito a plasmare la visione e la direzione dell’Accademia. La loro esperienza e competenza hanno reso possibile il raggiungimento degli obiettivi accademici dell’Accademia AUGE. Il 6 dicembre è stato un giorno significativo, poiché ha visto la presentazione del libro “Un’Europa in Utile” scritto da Luca Filipponi e Giuseppe Catapano. Il libro offre una prospettiva unica sull’Europa e le sfide contemporanee, proponendo soluzioni innovative e pratiche. La diffusione della conoscenza attraverso le barriere linguistiche è essenziale per una comprensione globale. La Professoressa Simona Stancu ha svolto un ruolo cruciale traducendo il libro in rumeno, contribuendo così a rendere il contenuto accessibile a un pubblico più ampio. L’Accademia AUGE ha esteso la sua missione all’Università Apollonia di IAȘI in Romania, impegnandosi nella creazione di partenariati accademici, lo scambio di conoscenze e la promozione della cultura della ricerca. Questa collaborazione testimonia l’impegno dell’Accademia nel favorire un ambiente accademico inclusivo e globale. La missione dell’Accademia AUGE presso l’Università Apollonia di IAȘI è un esempio di impegno verso l’eccellenza accademica, la collaborazione internazionale e la diffusione della conoscenza. L’ Università di Iași (in rumeno Universitatea din Iași), è un ateneo statale che ha sede della città di Iași, in Romania, rappresentata dal Rettore e Presidente prof Vasile Burlui, è un partner chiave in questa missione congiunta. La collaborazione mira a creare opportunità di scambio culturale e accademico tra le due istituzioni, promuovendo la diversità e l’arricchimento reciproco. La presentazione del libro “Un’Europa in Utile” e la sua traduzione in rumeno rappresentano un passo significativo verso la condivisione di idee e soluzioni per costruire un futuro migliore. L’Accademia AUGE continua a essere un faro di ispirazione per la comunità accademica e oltre, sostenendo la missione di formare menti illuminate e responsabili.

Ufficio Stampa Auge Paola Biadetti  

L’Europa in Utile piace in versione rumena

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A cura del Prof. Luca Filipponi

Doppio importante evento per il Menotti Art Festival Spoleto e l’Accademia Auge in Romania che ha visto siglare il gemellaggio con l’università Apollonio di Iasi (seconda città e polo universitario della Romania).

L’Ateneo Auge italiano è stato rappresentato dal Rettore prof. Avv. Giuseppe Catapano, 

da Cesare Cilvini, da Angelo Turco, da Luca Filipponi il triplice veste di presidente del Menotti Art Festival Spoleto, di Docente Auge, di autore del libro l’Europa in Utile. Lo stesso libro di Filipponi e Catapano è stato tradotto in rumeno dalla professoressa Simona Stancu e sarà adottato come libro di testo in queste università rumene ed altri centri di formazione collegati. 

Nella mattina del 6 dicembre è stato presentato il libro presso l’ateneo con il magnifico rettore Vasile Borlui, mentre nel pomeriggio del 6 è stata fatta la presentazione del volume nella TV nazionale rumena (in foto Catapano Filipponi il rettore Burlui Vasile al centro) insieme ad altri docenti. 

Soddisfatti del viaggio a Iasi Catapano Filipponi Cilvini: ” il libro tradotto, i seminari e la straordinaria accoglienza sono solo l’inizio di una cooperazione universitaria che prevede già da febbraio 2024 master ed altre attività didattiche e formative tra gli atenei romani e rumeni”

Un legame Accademico globale: La Nomina Onoraria dei Senatori Accademici per lo sviluppo culturale e sociale dell’Auge in Ecuador, Egitto e Macedonia

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Negli ultimi anni, il mondo ha assistito a un crescente impegno da parte di figure diplomatiche nel promuovere attività culturali e sociali, cercando di costruire ponti tra nazioni e promuovere una comprensione reciproca.   In questo contesto, la nomina di Senatori Accademici Onorari si è rivelata una strategia innovativa per rafforzare la cooperazione e l’interscambio culturale. In particolare, spiccano le recenti nomine in Ecuador, Egitto, e Macedonia, dove il Ministro Consigliere Plan Patricio Troja Suárez, il Console Hazem Elshorbagy, e il Ministro Consigliere Zvonimir Popovikj .   Il Ministro Consigliere Plan Patricio Troja Suárez è stato nominato Senatore Accademico Onorario presso l’Ambasciata dell’Ecuador, con l’obiettivo di promuovere il dialogo interculturale e rafforzare i legami tra l’Italia e l’Ecuador. La sua nomina rappresenta un passo significativo nella costruzione di un ponte tra le due nazioni attraverso l’istruzione e la cultura.   Il Console Hazem Elshorbagy (Egitto), con la sua lunga esperienza e profonda conoscenza della cultura egiziana, è stato nominato Senatore Accademico Onorario. La sua nomina sottolinea l’importanza di costruire legami più stretti tra l’Italia e l’Egitto attraverso iniziative culturali e sociali.   Il Ministro Consigliere Zvonimir Popovikj nominato Senatore Accademico Onorario presso l’Ambasciata della Macedonia del Nord, ha manifestato il suo impegno nel potenziare i legami accademici, facilitando scambi culturali e promuovendo progetti congiunti. Le nomine di Senatori Accademici Onorari in Ecuador, Egitto, e Macedonia rappresentano un’innovativa strategia diplomatica per sviluppare attività culturali e sociali. E, non solo rafforza il ruolo dell’Auge nel panorama accademico internazionale ma promuove anche una visione globale dell’istruzione e dello sviluppo. Attraverso la collaborazione, l’Auge sta plasmando il futuro dell’educazione e contribuendo all’arricchimento culturale e sociale di nazioni distanti ma unite dalla ricerca della conoscenza e della comprensione reciproca. Ufficio Stampa Auge Paola Biadetti 

 

Il Rettore Auge, Prof. Giuseppe Catapano, torna in Umbria dopo un viaggio in Sicilia

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Il 25 novembre 2023 è stato un giorno bello per Monteleone di Spoleto, con il ritorno del Rettore Auge, il Prof. Giuseppe Catapano, dalla sua partecipazione in Sicilia. L’evento ha attirato l’attenzione di molti, con la presentazione del libro “Amore Elettrico” di Benedetto Mangiavillano e una serata impreziosita dalla presenza del Rettore, del Sindaco Marisa Angelini, dal Prof. Luca Filipponi Presidente Menotti Art Festival e di altri illustri ospiti. L’atmosfera vibrante e carica di emozioni ha creato uno scenario perfetto per il libro di Mangiavillano, con il Rettore Auge che ha condiviso le sue riflessioni sul libro e sull’importanza di eventi culturali come questo per arricchire la vita. La presentazione del libro non è stata l’unico motivo per cui il Prof. Catapano ha fatto ritorno in Umbria; la serata è stata anche arricchita dall’evento SpoletoMeetingArt Show, a cura del Prof. Luca Filipponi. Questo spettacolo artistico ha aggiunto un tocco di magia all’intera serata, celebrando l’arte in tutte le sue forme. Il Prof. Luca Filipponi, che curava l’evento, non solo ha reso omaggio all’arte, ma ha anche festeggiato il suo compleanno. L’occasione ha reso l’atmosfera ancora più festosa, creando un’opportunità di celebrare insieme la cultura, l’arte e la vita stessa. La presentazione del libro “Amore Elettrico”, l’evento SpoletoMeetingArt Show e la festa per il compleanno del Prof. Luca Filipponi hanno unito tutti in una celebrazione di cultura, arte e vita. 
Ufficio Stampa Auge Paola Biadetti

Il Rettore Auge Prof. Giuseppe Catapano partecipa con entusiasmo agli Incontri in Sicilia su “TRIBUTARISTA, UNA PROFESSIONE IN EVOLUZIONE” in collaborazione con A.N.C.O.T.

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Il Rettore Auge Prof. Giuseppe Catapano partecipa con entusiasmo agli Incontri in Sicilia su “TRIBUTARISTA, UNA PROFESSIONE IN EVOLUZIONE” in collaborazione con A.N.C.O.T.   Il Rettore Auge, il Prof. Giuseppe Catapano, ha partecipato con grande interesse agli incontri in Sicilia dedicati al tema “TRIBUTARISTA, UNA PROFESSIONE IN EVOLUZIONE”. Questi incontri, svoltisi il 24 novembre a Catania e il 25 a Palermo, hanno offerto un’opportunità unica per discutere delle nuove dinamiche e delle prospettive della professione tributaria. La collaborazione tra il Rettore Auge e A.N.C.O.T. ha reso possibile questo evento di grande rilievo nel panorama professionale. I partecipanti hanno potuto beneficiare dell’esperienza e della conoscenza approfondita del Prof. Catapano, il quale ha arricchito le discussioni, portando una prospettiva accademica e professionale. Nonostante il successo degli incontri in Sicilia, l’impegno del Prof. Catapano non si ferma qui. Sono già stati programmati ulteriori incontri a Torino, Modena e Firenze nel mese di dicembre 2023. 01.12.2023 Torino presso HOTEL GENIO, corso Vittorio Emanuele II, 4702.12.2023 Modena presso HOTEL REAL FINI – BAIA DEL RE, strada Vignolese, 168414.12.2023 Firenze presso HOTEL MIRO’, via degli Olmi,7 Calenzano La scelta di estendere gli incontri in diverse città dà la possibilità a un pubblico più ampio di partecipare. L’Auge e Ancot confermano il loro impegno nella promozione della formazione continua e nella valorizzazione della figura del Perito Esperto Fiscale, contribuendo così alla crescita e al miglioramento del settore. La partecipazione agli incontri è aperta a professionisti del settore fiscale, commercialisti, consulenti tributari, avvocati e a tutti coloro interessati a consolidare le proprie competenze in ambito fiscale.   Non perdere l’opportunità di accrescere le tue competenze nel campo fiscale. Unisciti a noi per i prossimi incontri dedicati e contribuisci al tuo successo professionale

Ufficio Stampa Auge Paola Biadetti    

La rivoluzione delle ” Farfalle”.

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A cura di Luisa Russo

Il 25 novembre del 1960 morivano le sorelle Mirabal. Non a caso la data della loro dipartita, coincide con la data della ricorrenza della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne istituita dall’ Associazione delle Nazioni Unite il 17 dicembre 1999.
Patria Mercedes, Maria Minerva Argentina e Antonia Mariateresa Mirabal nacquero a Ojo de Aqua nella Repubblica Domenicana. Figlie di una famiglia benestante furono le combattenti sotto lo pseudonimo de ” Le Farfalle” contro la dittatura di Rafael Trujillo allora governatore della Repubblica Domenicana. La loro militanza politica ebbe inizio grazie a Minerva; che il 13 ottobre del 1949 durante la festa di San Cristobal organizzata da Trujillo stesso per le famiglie più ambienti, lo sfidò apertamente. Minerva e la sua amica Dulce Tejada furono le prime donne assieme ai rispettivi mariti e non che il 9 gennaio del 1960 tennero una riunione segreta per cospirare contro la dittatura, nacque così il “Movimento 14 giugno”. Entrarono a far parte del segreto gruppo dopo poco tempo, anche Patria e suo marito Pedro Gonzales. La rivolta clandestina, fu stanata dai servizi segreti di Trujillo. Furono tutti messi in carcere, e subirono le peggiori torture. Le tre sorelle furono messe in libertà, subito dopo lo scampato attentato al Presidente venezuelano Betacourt, dove si ritenne che l’unico responsabile fosse Trujillo che iniziò così, a godere di una cattiva reputazione. Da quel momento esatto il dittatore iniziò ad escogitare il suo piano per potersi così liberare definitivamente delle Mirabal. La mattina del 25 novembre del 1960 uscite dal carcere, le tre sorelle furono reperite dal loro fidato autista Rufino de la Cruz. Mentre si stavano recando a far visita ai mariti; che a loro volta per la stessa accusa si trovavano in carcere: a metà tragitto vennero fermate e fatte scendere dalla vettura, compreso l’autista. Furono tutti portati nel cuore di una piantagione di canne da zucchero, e li vennero massacrati di botte fino al loro ultimo respiro. I corpi furono rimessi nella vettura, e venne così inscenato un cattivo andamento del veicolo che aveva portato alla caduta da un dirupo. La notizia del “finto” incidente girò così velocemente che le anime in letargo di coloro che non avevano mai preso parte alla battaglia contro la dittatura si risvegliò, e tutti si scagliarono contro Trujillo ritenendolo l’unico vero responsabile dell’accaduto: che morì poi assasinato nel 1961. Adele Mirabal l’unica delle sorelle che mai venne coinvolta nella faccenda, si occupò per una vita intera dei nipoti orfani di madre. Lei stessa durante una serata dedicata alle sorelle per esorcizzare si pronunciò in questo modo: “Vissi per raccontare di loro”. Adele, detta Dedè nel 1999 pubblicò un libro dal titolo ” Vivas in su jardin”. Ne colpisce in particolare un verso “Sono ora fiori del giardino della casa museo dove rimarranno vive per sempre le mie Farfalle”.

“VIVAS NOS QUEREMOS!”: IN MESSICO LA NUOVA OPERA DI LAIKA PER DIRE BASTA ALLA VIOLENZA SULLE DONNE

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A cura di Carla Cavicchini

A pochi giorni dall’omicidio di Giulia Cecchettin e in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre), la street artist Laika si è recata a Ciudad Juarez in Messico (nota per detenere il triste primato del più alto numero di femminicidi al mondo), per realizzare la nuova opera “VIVAS NOS QUEREMOS!“. Negli ultimi trent’anni, infatti, solo a Juarez, nello stato di Chihuahua, sono state assassinate oltre 2300 donne. L’opera dell’artista è un grido di dolore e di denuncia, ricco di dettagli e riferimenti politici: ritirae una militante femminista con il volto coperto e il pugno alzato in segno di lotta, circondata da rose e da una croce rosa, per ricordare Giulia Cecchettin e “tutte coloro che a casa non sono tornate”. Sulla sua maglietta compare la celebre frase “Ni Una Mas” della poetessa Susana Chavez, divenuto sinonimo di lotta per le donne di tutto il mondo. Il braccio della donna, invece, è caratterizzato da tatuaggi che omaggiano l’organizzazione militante transfemminista italiana “Non Una di Meno” e la casa delle donne “Lucha y Siesta” di Roma, che in 15 anni ha ospitato oltre 1000 donne e che la Regione Lazio vuole chiudere. In alto a destra compare il grande simbolo dell’associazione “Nuestras Hijas de regreso a casa“, fondata a Ciudad Juarez dalla maestra attivista Marisela Ortiz e da Norma Andrade, madre di Lilia Alejandra, scomparsa il 14 febbraio del 2001 e ritrovata morta in un terreno abbandonato una settimana dopo. In basso campeggia la scritta “VIVAS NOS QUEREMOS!”.“Essere a Ciudad Juarez rappresenta per me una dichiarazione di guerra contro la violenza machista, una piaga di portata mondiale che deve essere estirpata”, dichiara Laika. “Nel mio paese, una donna viene uccisa circa ogni tre giorni, mentre in Messico le donne uccise sono circa 11 al giorno; è inaccettabile! Il mio poster è un grido di lotta che esorta a combattere tutt* insieme, dall’Italia al Messico. A Juarez, lo Stato conosce i colpevoli, sa dove abitano, ma restano impuniti, alimentando così ulteriore violenza. Il femminicidio qui è strutturale, sistemico”. Il poster è stato affisso in calle Ignacio Mejia, nel centro della città, nel cuore di uno dei principali centri operativi de “La Linea”, unità armata del Cartel de Juarez, responsabile di numerosi rapimenti ed efferati femminicidi, a pochi passi da una delle tante “Casas de seguridad”, luoghi di traffici illegali e violenza, dove spesso le donne scomparse vengono rinchiuse, violentate, torturate e poi uccise. A pochi passi dal luogo in cui ieri è stato trovato il corpo senza vita di una donna. “Il poster gliel’ho messo in casa loro, ai Narcos, mentre guardavano – prosegue la street artist – perché devono ricordarsi sempre quello che sono: criminali assassini e violentatori. Non sarei mai riuscita a fare questo blitz senza il coraggio e il sostegno delle militanti di Ciudad Juarez”. Una seconda copia, infatti, è stata affissa presso il Museo Regional Valle de Juarez, a San Agustin (altro luogo con un altissimo tasso di criminalità e di femminicidio), in un blitz realizzato assieme a Marisela Ortiz, attivista femminista costretta a vivere in esilio negli USA per le sue battaglie, e Lluvia Rocha, attivista e coordinatrice del progetto “Rostros de feminicidio”, un percorso di più di 150 murales che venivano realizzati ogni volta che una ragazza veniva rapita e uccisa. “Sono venuta qui, in questo luogo di morte, con tutti i rischi che comporta, per gridare al mondo: basta a questa strage, a questa violazione dei diritti umani, prodotto di un sistema patriarcale che non ha più ragione di esistere”, conclude Laika. “Bisogna ripartire dall’educazione per sradicare la violenza di genere. È una battaglia urgente perché i numeri dei femminicidi sono in costante aumento. Ni una más, ni una menos”.
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L’Italia ha bisogno di stabilità politica e di governabilità

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A cura del Prof.Avv. Giuseppe Catapano

La politica italiana è profondamente malata. Lo è la sua capacità di rappresentanza, lo sono i suoi meccanismi di (non) funzionamento. Il sistema istituzionale è arrugginito, quando non disfunzionante. La produzione legislativa è lenta e pletorica, spesso inessenziale. Il processo decisionale è rallentato, involuto, ma soprattutto incapace di produrre effetti reali e incisivi. Pur schematico, questo referto è più che sufficiente per trarre la conclusione che intervenire sul sistema politico-istituzionale, anche attraverso modifiche costituzionali, non solo è legittimo, ma indispensabile. Necessità, poi, che diventa urgenza se si considera che occorre decidersi una buona volta a sanare gli effetti distorsivi prodotti dal passaggio, costituzionalmente anomalo, tra la Prima e la cosiddetta Seconda Repubblica, che tale non è stata proprio per la mancanza di una certificazione costituzionale delle prassi surrettiziamente introdotte in questi ultimi trent’anni.

Tutto questo sgombra il campo dalle obiezioni pregiudiziali – all’insegna dello slogan “la Costituzione italiana è la più bella del mondo, e non si tocca” – con cui un’opposizione priva di capacità di proposta, ha accolto la proposta di riforma predisposta dal governo Meloni e che va sotto il nome di “premierato”. Questo significa che quella proposta è cosa buona e giusta? No, anzi. Ma merita di essere valutata senza pregiudizi ideologici, evitando toni apocalittici tipo “la destra vuole il potere assoluto”, che non aiutano i cittadini a entrare nel merito ma li spingono a militare nelle fazioni contrapposte o, peggio, a disinteressarsene.

Come dimostrano i fallimenti passati – sia quelli relativi a riforme realizzate, come quella che ha stravolto il titolo V della Carta, sia quelli riguardanti le proposte rimaste lettera morta in parlamento (vedi le varie bicamerali che si sono svolte) o bocciate in sede di referendum – è altamente sconsigliabile sia affrontare i temi costituzionali a spizzichi e bocconi, sia farlo a colpi di maggioranza. Certo, l’articolo 138 della Costituzione consente leggi di revisione (che devono essere “adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi” e “approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione”). Ma meglio, molto meglio, tenere separata l’ordinaria attività parlamentare – che risente inevitabilmente della contingenza politica – da quella di riscrittura della Carta, che peraltro necessita di competenze qualificate. Insomma, è indispensabile che la materia venga sottratta agli interessi particolari e momentanei dei partiti e alla dinamica conflittuale tra Governo e Parlamento. Allora, i casi sono due: o ci si accontenta di interventi minimi, che non necessitano di revisioni costituzionali, oppure la strada maestra è quella della convocazione di una Assemblea Costituente, o se si vuole di una meno impegnativa Commissione Costituente (l’idea è di Marcello Pera), dove organicamente si fanno gli interventi necessari, tanto nella prima parte (dove, per esempio, non compare l’Europa) come nella seconda.

Per riscrivere le regole del gioco, occorre ricreare il clima cooperativo, recuperare il livello qualitativo e riconquistare la saggezza istituzionale che furono propri dell’Assemblea Costituente del 1946. A farsene carico non può essere né il Governo, che già fatica a tener testa ai problemi congiunturali, né il Parlamento, negli anni depauperato in qualità e ultimamente anche in quantità. Dunque, c’è bisogno di un soggetto costituente, istituito fuori dal Parlamento, che deve essere dotato di poteri sia redigenti che deliberativi, i cui componenti siano eletti dai cittadini con una procedura elettorale proporzionale pura a collegio unico nazionale (vanno esclusi i parlamentari in carica e va lasciata una quota di saggi scelti dal Capo dello Stato) e abbiano un anno di tempo per concludere i lavori. Lì si discuterà se è il presidenzialismo – e quale, tra l’elezione diretta del Capo dello Stato o quella del Presidente del Consiglio, quello pieno o il sistema semipresidenziale – che può assicurare maggiore governabilità, o seppure, come io penso, imboccare quella strada avrebbe lo stesso effetto illusorio che trent’anni fa ebbe il grande afflato verso il maggioritario, consacrato dal referendum Segni, poi rivelatosi un boomerang. Lì si discuterà se il Paese ha bisogno di un federalismo regionale o se, come io penso, ha invece necessità di riportare le competenze sanitarie e di mantenere quelle scolastiche in sede nazionale, archiviando l’esperienza delle Regioni e semplificando il decentramento amministrativo. E così via.

Il  progetto di legge presentato dal ministro Casellati e che Meloni ha definito “ottimo” :

L’idea centrale è che la figura del presidente del Consiglio – che, come recita l’articolo 3 della proposta, rimane tale, cioè rispetto ai ministri resta un primus inter pares e non diventa un primus solus, cioè dotato del potere di nomina e revoca dei ministri, come si conviene a un vero primo ministro – venga eletta direttamente dai cittadini. Nella convinzione che ciò piaccia agli italiani perché avrebbero la sensazione di contare davvero. E a supporto di questa tesi si citano le elezioni dirette dei sindaci e dei governatori regionali. Ora, a parte che le due cose non sono paragonabili perché sono ben diversi i poteri, ma io contesto che sia sano un sistema istituzionale in cui il potere esecutivo si basa sul rapporto diretto e disintermediato tra leader e cittadino. Mi pare piuttosto un frutto avvelenato della cultura dell’antipolitica: provate a pensare chi sarebbe finito a palazzo Chigi in questi anni se ci fosse stato il premierato, perché era in cima alla classifica delle simpatie popolari. Oppure, a quanto sarebbe durato quel consenso, vista la velocità di innamoramento e disinnamoramento degli italiani. La politica è, o dovrebbe essere, una cosa seria e complessa, e perciò stessa sottratta alle facili popolarità.

E qui viene il secondo obiettivo della proposta: farlo durare, il capo del governo eletto a suffragio universale. Gli strumenti sono due: assicurargli una maggioranza certa attraverso un premio che porti la sua coalizione al 55% dei seggi parlamentari; dargli continuità, essendo possibile sostituirlo una sola volta, prima di andare ad elezioni anticipate, con un esponente della medesima coalizione che non potrà cambiare neppure una virgola dell’originario programma di governo. Nel primo caso la chiamano stabilità, nel secondo, norma anti-ribaltone e anti-tecnici. Ora, il premio di maggioranza è non solo un’aberrazione – per evitare la frammentazione basta e avanza la soglia di sbarramento, come succede in tutti i paesi civili – ma anche una contraddizione in termini visto che si vuole il capo del governo eletto dal popolo, ma poi quando questo popolo non assegna sufficiente consenso, lo si genera artificialmente. Se in più si considera che nel testo licenziato dal governo non è neppure indicata una soglia minima oltre la quale scatterebbe il premio, siamo addirittura nella fattispecie del (pericoloso) dilettantismo, e sicuramente cozza contro i paletti fissati dalla Corte costituzionale. Quanto all’astruso meccanismo del secondo presidente, va notato che: a) il successore non sarebbe eletto direttamente, ma avrebbe più poteri del predecessore perché dopo di lui ci sarebbero inevitabilmente le urne; b) il parlamento non avrebbe più nessuna funzione nella scelta dell’esecutivo; c) ammesso e non concesso che abbia senso che il programma di governo debba restare inalterato (qualcuno aveva forse previsto la guerra di Putin all’Ucraina o l’attacco di Hamas a Israele, piuttosto che il ritorno dell’inflazione, tanto per fare degli esempi), chi verifica e con quali poteri sanzionatori che tale programma sia rispettato, visto che è condizione vincolante pena il ritorno alle urne?; d) i governi tecnici sono una iperbole giornalistica, visto che tutti i governi, a prescindere da chi li presiede, devono avere la fiducia del Parlamento; dunque, visto che il premier di riserva è espressamente previsto sia un parlamentare per escludere un “tecnico”, perché escludere sempre e comunque la possibilità di attingere a personalità della società civile?; e) ad aggravare il tutto, c’è poi l’articolo 4 a prevedere che, anche in caso di mancata fiducia iniziale, il presidente della Repubblica debba reincaricare il premier eletto e che debba (non possa) sciogliere le camere se il premier reincaricato non ottiene la fiducia nemmeno la seconda volta.

Insomma, il ruolo del Capo dello Stato, essenziale nella funzione di equilibrio del sistema e di arbitro imparziale, ne esce ridimensionato e mortificato, con “il rischio che si instauri una diarchia istituzionale e politica o un bi-presidenzialismo, fonte di tensioni e attriti” (sono parole di Marcello Pera). Così come è svilito il Parlamento, e dunque la politica stessa, cui è sottratta la libertà di scelta. In un regime parlamentare se le camere possono sfiduciare il governo, anche quest’ultimo deve poter mandare a casa il Parlamento. Sono due armi puntate che, assieme, fanno deterrenza contro le crisi facili e i cambi di casacca. Ma al di là di questo, non si capisce perché si sia voluto forzare la mano con il suffragio universale, quando sarebbe stato ben più importante affidare al presidente del Consiglio il potere di scelta e di revoca dei ministri – che, forse per compiacere Mattarella, restano in capo al Quirinale – e introdurre la “sfiducia costruttiva”, che prevede che per sfiduciare un governo occorra averne un altro pronto altrimenti si torna alle urne. 

Se poi, come in molti sospettano, nel tentare di avere risposta alla domanda “non sarebbe stato più semplice e inclusivo lavorare sullo sperimentato modello tedesco del cancellierato?”, si scopre che dietro la proposta del premierato c’è solo il calcolo politico di rafforzare l’identità di destra e nello stesso tempo di mettere in difficoltà la sinistra, più di quanto già ci si sia messa da sola, Meloni commetterebbe tre errori capitali. Il primo: la presidente del Consiglio, se vuole durare, di tutto ha bisogno meno che di accentuare i suoi tratti identitari. Seppur tra molte incertezze e contraddizioni, è sembrata voler imboccare la strada della sua trasformazione da leader sovranista di destra a leader conservatore di centro-destra: perché cambiare? Sicura che il profilo di leader cui somigliare è quello di Orban? Il secondo: credere che accentuare le difficoltà esistenziali del Pd farebbe il suo gioco. No, finirebbe per spingerlo definitivamente nelle braccia di Conte, mortificando così ogni possibile convergenza sulle grandi questioni del Paese, come quelle relative alla riscrittura delle regole. E avere un’opposizione del genere non farebbe affatto bene alla salute del governo Meloni. Il terzo, infine, sarebbe un errore di presunzione: ben sapendo che in questo parlamento la maggioranza qualificata richiesta dall’articolo 138 non c’è, credere di poter superare l’ostacolo del referendum, o vincendolo o facendo finta di niente se dovesse perderlo. Certo, la consultazione popolare sarebbe molto in là nel tempo (2025), e fin da subito Meloni ha provato a negare l’identificazione con la riforma costituzionale, slegando la vita del governo dal suo esito. Tuttavia, già fin d’ora è stata evocata l’infelice esperienza di Matteo Renzi del 2016, e sarebbe comunque assai difficile sottrarsi alla sua medesima sorte. Viceversa, nel breve gestire tutto questo come operazione di marketing politico finalizzata ad assicurare, per esempio, un buon risultato alle elezioni europee di giugno prossimo, politicamente molto importanti e sicuramente decisive per le sorti del governo, potrebbe dare un discreto risultato, specie se Elly Schlein dovesse cascare nella trappola e alimentasse il muro contro muro. Ma sarebbe comunque un calcolo miope per sé, e disastroso per il Paese, e autorizza la domanda che intellettuali certo non ostili come Paolo Armaroli e Luca Ricolfi le hanno rivolto: “Giorgia, ma chi te lo fa fare?”.

L’Italia ha un disperato bisogno, insieme, di stabilità politica e di governabilità. Ma mentre la seconda assicura anche la prima, non è la stessa cosa viceversa. Ed entrambe non si ottengono per legge, mettendo le mutande alla politica e offrendo ai cittadini illusorie scorciatoie, come è già stato per il maggioritario e il bipolarismo. E guai se per perseguirle si perde di vista il meccanismo dei pesi e contrappesi, decisivo per assicurare alla democrazia liberale una vita sana e duratura. Il Paese ha bisogno di uscire dall’impasse. È un’impresa difficile, ma che diventa impossibile se, per un motivo o per l’altro, si lasciasse briglia sciolta all’illusione delle scorciatoie costituzionali e alla non meno populista contrapposizione a suon di retorica e vuota di proposte alternative.

Il percorso di crescita della figura del “Perito Esperto Fiscale” con A.N.C.O.T. e Auge

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Dopo i fruttuosi incontri formativi tenutisi a settembre e ottobre 2023 a Roma, Milano e Caserta, dedicati alla figura del “Perito Esperto Fiscale” in collaborazione con A.N.C.O.T., l’opportunità di arricchire il proprio bagaglio professionale e sviluppare ulteriormente lo studio del consulente A.N.C.O.T. prosegue con una serie di appuntamenti programmati per novembre. Questi eventi mirano a consolidare e approfondire la conoscenza di questo settore in continua evoluzione. Cagliari, Palermo e Catania: i prossimi appuntamenti L’11 novembre 2023, l’attenzione si sposta a Cagliari, alle ore 10.00 presso Hotel Residence Ulivi e Palme, via Castiglione, dove si terrà un incontro dal titolo intrigante: “TRIBUTARISTA, UNA PROFESSIONE IN EVOLUZIONE”24 novembre 2023 alle ore 10.00 presso Hotel Le Dune, viale Kennedy 10/B Catania, mentre il 25 novembrePalermo ospiterà un’ulteriore occasione di apprendimento presso Marina Holiday Resort, via del Mare 90041 – Balestrate (PA). In queste tre date, esperti e appassionati del settore si riuniranno per discutere delle nuove sfide e opportunità che il mondo fiscale offre ai professionisti. La partecipazione è rivolta sia al pubblico su invito e sia ai Professionisti / Istituzioni. Uno degli aspetti salienti di questi incontri sarà la presentazione dei Corsi Auge “Periti Esperti Fiscali”. Questi corsi rappresentano un’opportunità unica per coloro che desiderano specializzarsi in questo campo. La presenza del Rettore Auge, il Prof. Avv. Giuseppe Catapano, conferisce a queste presentazioni un’importanza particolare. La figura del Perito Esperto Fiscale svolge un ruolo fondamentale nell’ambito della consulenza tributaria. In un contesto normativo sempre più complesso, la capacità di comprendere le leggi fiscali e di fornire consulenza mirata è cruciale per individui e imprese. Questi professionisti sono chiamati a svolgere un ruolo attivo nell’ottimizzazione della fiscalità, nella gestione delle tasse e nella prevenzione di controversie con l’Agenzia delle Entrate. Il titolo dell’evento, “TRIBUTARISTA, UNA PROFESSIONE IN EVOLUZIONE”, riflette l’idea che la consulenza fiscale è una professione in costante mutamento. Le leggi tributarie si adattano alle nuove esigenze economiche e sociali, e i Periti Esperti Fiscali devono rimanere aggiornati per essere efficaci nei loro ruoli. Questi incontri offrono un’opportunità di apprendimento e networking preziosa per chiunque sia coinvolto nella consulenza fiscale. L’importante collaborazione tra A.N.C.O.T. e Auge ha creato un’occasione unica per chi desidera crescere professionalmente nel settore della consulenza fiscale. I prossimi incontri a Cagliari, Palermo e Catania promettono di essere ricchi di spunti e opportunità di apprendimento. La professione del Perito Esperto Fiscale è in costante evoluzione, e questi eventi rappresentano un passo fondamentale per rimanere al passo con le ultime novità e sfide del settore. 
Ufficio Stampa Auge Paola Biadetti

Accademia Auge presenta “Il Pagellone”: Guida Essenziale per il Successo Accademico e Professionale

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Accademia Auge è lieta di annunciare il lancio ufficiale di “Il Pagellone”, un innovativo strumento di analisi e valutazione del percorso lavorativo e di studi di persone che hanno dedicato il loro tempo al lavoro e hanno interrotto il loro percorso accademico. Questo strumento è stato progettato per fornire una guida preziosa per coloro che desiderano tornare a conseguire gli studi universitari e raggiungere il successo accademico e professionale in tempi strettamente necessari.   “Il Pagellone” rappresenta un’importante iniziativa di Accademia Auge volta a supportare e guidare coloro che hanno sospeso i loro studi universitari a causa delle esigenze lavorative. Questo strumento unico offre un’analisi dettagliata del percorso di vita e delle esperienze di lavoro, consentendo agli individui di comprendere appieno le loro abilità, conoscenze e lacune, così da poter realizzare un ritorno agli studi universitari in modo efficace ed efficiente.   

  • Valutazione del percorso di lavoro e di studi: “Il Pagellone” consente agli utenti di valutare in modo completo il loro percorso lavorativo e di studi, mettendo in luce i successi e le sfide incontrate lungo il cammino. –
  • Guida per il ritorno agli studi: Questo strumento fornisce consigli personalizzati per aiutare gli individui a pianificare il ritorno agli studi universitari, con l’obiettivo di massimizzare il loro successo accademico.
  • Riduzione dei tempi necessari: Grazie all’analisi approfondita offerta da “Il Pagellone”, gli utenti possono risparmiare tempo ed energie, ottimizzando il loro percorso verso il conseguimento della laurea.

“Per coloro che hanno dedicato il loro tempo al lavoro e ora desiderano completare il loro percorso di istruzione, ‘Il Pagellone’ è uno strumento indispensabile”, così commenta il Rettore dell’Accademia Auge Prof. Giuseppe Catapano, “siamo entusiasti di offrire questa risorsa per aiutare gli individui a realizzare il loro sogno accademico in tempi strettamente necessari.”  “Il Pagellone” è disponibile gratuitamente per tutti coloro che lo desiderano. L’Accademia Auge è impegnata a sostenere l’istruzione e il successo accademico per tutti, e “Il Pagellone” è un passo importante verso la realizzazione di questo obiettivo. Per ulteriori informazioni si può inviare il modulo di prevalutazione all’indirizzo email info@accademiauge.it entro il 30 /12 /2023 e si potrà ricevere una borsa di studio da €1000,00 che si potrà spendere a propria scelta. Su il Pagellone e su come Accademia Auge sta contribuendo al successo accademico e professionale, vi invitiamo a visitare il nostro sito web all’indirizzo https://accademiauge.com/  Ufficio Stampa Auge Paola Biadetti  

L’Accademia Auge con il Rettore Prof. Giuseppe Catapano promuovono la legalità e il futuro dei giovani attraverso le qualifiche professionali EQF

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Nell’era moderna, l’istruzione e la formazione professionale svolgono un ruolo cruciale nell’orientare i giovani verso un futuro di successo. L’Accademia Auge, sotto la guida del suo Rettore, il Prof. Giuseppe Catapano, ha preso l’iniziativa di promuovere la legalità e sostenere i giovani studenti delle scuole superiori nell’approccio al mondo del lavoro attraverso la creazione dell’evento “La giornata della legalità”. A partire da gennaio 2024, questa iniziativa offrirà agli studenti del quinto anno l’opportunità di esplorare il mondo delle qualifiche professionali EQF (Quadro Europeo delle Qualifiche – European Qualifications Framework). “La Giornata della Legalità” è un’iniziativa che mira a coinvolgere gli studenti delle scuole superiori nel dibattito sulla legalità e ad aiutarli a comprendere le opportunità e le agevolazioni disponibili nel mondo del lavoro. Il Prof. Giuseppe Catapano, Rettore dell’Accademia Auge, ha riconosciuto l’importanza di educare i giovani sulle questioni legali e professionali sin dalla fase formativa. Qualifiche Professional EQF: Cos’è e Qual è la Sua Validità? Le qualifiche professionali EQF, o Quadro Europeo delle Qualifiche, sono uno strumento chiave nell’armonizzazione delle qualifiche e delle competenze in Europa. Questo quadro è stato creato per facilitare la comprensione e il riconoscimento delle qualifiche in tutti i paesi europei. Il sistema EQF classifica le qualifiche in otto livelli, dal livello 1 (qualifiche di base) al livello 8 (qualifiche avanzate). Questo consente ai cittadini europei di valutare meglio le proprie qualifiche e competenze e agevolare la mobilità all’interno dell’Unione Europea. Le qualifiche EQF hanno una validità e un riconoscimento estesi a livello europeo. Ciò significa che un titolo o una certificazione professionale ottenuta in un paese dell’UE sono generalmente riconosciuti in tutti gli altri paesi membri. Questo favorisce la mobilità dei lavoratori e la flessibilità nella scelta delle opportunità di studio o di lavoro in tutta Europa e altri 11 paesi extraeuropei. Le qualifiche EQF possono riguardare una vasta gamma di settori, inclusi l’istruzione, la formazione professionale e l’istruzione superiore. Pertanto, sono di particolare rilevanza per i giovani che desiderano acquisire competenze e qualifiche per entrare nel mondo del lavoro. L’Accademia Auge e il Rettore Prof. Giuseppe Catapano si sono posti l’obiettivo di promuovere l’importanza delle qualifiche professionali EQF tra i giovani studenti. Questo non solo li aiuterà a comprendere meglio il valore delle loro qualifiche, ma contribuirà anche a prepararli per un futuro di successo, in cui saranno più consapevoli dei loro diritti e delle opportunità disponibili. Attraverso “La Giornata della Legalità”, l’Accademia Auge e Rettore il Prof. Giuseppe Catapano dimostrano il loro impegno verso una formazione integrale e l’orientamento professionale dei giovani. Questo evento offre una piattaforma unica per l’educazione, la consapevolezza e la connessione tra studenti, attraverso l’istruzione e il riconoscimento delle qualifiche EQF. Grazie a un’iniziativa come “La Giornata della Legalità”, i giovani studenti possono affrontare il futuro con maggiore consapevolezza, sicurezza e opportunità.   “Il ruolo della scuola per Seminare legalità evitando l’oscurità, la falsità , il pettegolezzo che ci distoglie dal presente facendoci concentrare sui timori del futuro o le tristezze del passato ……”ll Rettore Auge Prof. Giuseppe CatapanoUfficio Stampa Auge Paola Biadetti

Doppio Evento per il Menotti Art Festival Spoleto con Iraq e Bulgaria

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Settimana molto intensa per il Menotti art Festival Spoleto che il 20 dicembre andrà in visita ufficiale dal Presidente Mattarella al Quirinale con una visita guidata alle opere d’arte presenti nel Palazzo Presidenziale. Al  Consiglio Regionale della Regione Abruzzo a l’Aquila si è svolta la consegna del dipinto “I Martiri del Kurdistan” del maestro di Montereale Aq, Nestore Bernardi alla presenza del vice presidente del Consiglio della Regione Roberto Santangelo, dell’Ambasciatore dell’Iraq Saywan Barzani in foto con Luca Filipponi e Nestore Bernardi. Un importante evento che ha avuto ed avrà un forte eco mediatico , nazionale ed internazionale, in considerazione anche del delicato momento politico Oriente-Occidente.Sempre nella stessa giornata di martedì 24 si è svolta la Biennale Artemidia presso i saloni dell’Ambasciata di Bulgaria di via Rubens a Roma organizzata dalla scrittrice, poetessa ed attrice Anna Maria Petrova con la presenza dell’Ambasciatore di Bulgaria In Italia, del soprano Tania di Giorgio, del direttore della comunicazione dello Spoleto meeting Art Paola Biadetti e di molti amici del Menotti art festival Spoleto come Emanuela Mari, Giuseppe Catapano e Cesare Cilvini della Accademia Auge, Alessandro Maugeri, regista e curatore, Giandomenico Tozzoli, già ufficio stampa del Quirinale e molti artisti, musicisti e scrittori presenti. A Spoleto in corso la mostra sull’astrattismo contemporaneo con Valerio Giuffrè, Silvio Craia, Evelina Marinangeli.

Il Ministro di Capo Verde in Italia Alice Santos nominata Senatore Accademico Onorario Auge

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Il Ministro di Capo Verde in Italia Alice Santos nominata Senatore Accademico Onorario Auge: Una Missione Culturale tra Capo Verde e l’Italia per il Diffondere delle Qualifiche Professionali EQF   Nel contesto delle relazioni diplomatiche e culturali tra l’Italia e Capo Verde, il Ministro di Capo Verde in Italia Alice Santos, è stata nominata il 23 ottobre 2023, Senatore Accademico Onorario Auge, alla presenza del Rettore Auge il Prof. Giuseppe Catapano e del Dott. Cesare Cilvini Presidente Senato Accademico Auge, in un atto di riconoscimento e celebrazione per il suo impegno straordinario nel promuovere la cooperazione tra le due nazioni. Questa nomina segna l’inizio di una di una missione culturale, volta a rafforzare i legami tra le isole di Capo Verde e le istituzioni universitarie pubbliche e private italiane, con l’obiettivo di favorire la diffusione delle qualifiche professionali EQF (European Qualifications Framework) attraverso programmi di scambio, progetti di ricerca congiunti e iniziative culturali che promuovano il dialogo tra le due nazioni.  La nomina del Ministro Alice Santos a Senatore Accademico Onorario e l’avvio della missione culturale dell’AUGE rappresentano un passo importante verso la promozione della cooperazione tra Italia e Capo Verde nei settori dell’istruzione e della cultura. Queste iniziative non solo rafforzeranno i legami tra le istituzioni accademiche dei due paesi, ma contribuiranno anche alla diffusione delle qualifiche professionali EQF, garantendo che gli studenti ei professionisti di entrambe le nazioni possano godere appieno delle opportunità offerte dal mercato del lavoro internazionale. Ufficio Stampa Auge Paola Biadetti  

I Nuovi Poveri tra la Legge 3/2012 e il Nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza

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I Nuovi Poveri tra la Legge 3/2012 e il Nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza: Una riflessione sull’evento di Acerra   Il 20 ottobre 2023 si svolgerà nella città di Acerra l’evento, intitolato “I Nuovi Poveri tra la Legge 3/2012 e il Nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza”, che ha l’attenzione di professionisti legali, accademici, e cittadini interessati. L’evento è patrocinato dal Comune di Acerra e dall’Ordine degli Avvocati di Acerra e vede la partecipazione del Sindaco di Acerra, Tito d’Errico e di, illustri relatori, come l’Avv. Francesca Pizza del Foro di Nola e il Rettore Auge Prof. Giuseppe Catapano (in foto).   Entrambi gli esperti condivideranno, conoscenze preziose e punti di vista unici sul tema, il Prof. Giuseppe Catapano, Rettore Auge, farà una introduzione e un’analisi sul quadro normativo che affronta le difficoltà finanziarie delle imprese e dei lavoratori. E, l’importanza dell’istruzione e della formazione per preparare i cittadini a navigare in un mondo economico in rapida evoluzione. L’Avv. Francesca Pizza evidenzierà la necessità di ricorrere agli strumenti che oggi la normativa offre per poter ridurre il divario tra i cittadini più vulnerabili e quelli più fortunati.   L’evento “I Nuovi Poveri tra la Legge 3/2012 e il Nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza” ad Acerra sarà un momento di riflessione sulla situazione economica e legale attuale in Italia. Offrirà l’opportunità di discutere soluzioni e strategie per affrontare le sfide finanziarie che molte persone stanno vivendo. L’interazione tra esperti legali, accademici e la comunità locale è la base per una discussione continua e per azioni concrete volte a migliorare la vita dei cittadini italiani.   
Paola Biadetti Ufficio Stampa Auge

Doppio riconoscimento per Luca Filipponi in Sicilia e nelle Marche

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E’ stato conferito al prof Luca Filipponi il premio internazionale letterario la Scala dei Turchi del quale è direttore artistico lo scrittore siciliano residente a Parigi, Pascal Schembri con una conferenza di presentazione che si è svolta a Roma in via Bissolati presso la casa del Libro e sede di Banca Generali.Nella giornata di sabato 14 ottobre è stato presentato in una delle piazze centrali di Corridonia Mc il monumento firmato dall’artista Silvio Craia alla presenza di Luca Filipponi, Poala Biadetti, Daniele Taddei,critoco di riferimento del maestro Silvio Craia , le maggiori autorità cittadine compreso il Sindaco e lo stesso artista, sentitamente soddisfatto e commosso(nella foto Luca Filipponi di fronte al monumento a firma Silvio Craia). Così si è espresso il presidente Luca Filipponi : ”  Queste forte legittimazioni esterne mi danno molta forza e la convinzione a portare avanti con merito le nostre progettualità ed il menotti art festival Spoleto”. Oltre all’opera monumentale il Comune di Corridonia ed altre istituzioni hanno presentato la bella mostra di Silvio ( dal titolo Così ! ) ed il catalogo di circa 100 pagine allo stesso artista dedicato con i contributi dei critici di riferimento e colleghi del maestro Silvio Craia tra i quali Daniele Taddei, il quale ha proposto per il maestro la cittadinanza onoraria.Al caffè letterario del Sansi  a Spoleto è in corso la mostra di ottobre sui maesti astrattisti contemporanei con Evelina Marinangeli, Valerio Giuffrè,Silvio Craia ( mostra aperta fino al 1 novembre) a cura di Luca Filipponi e Paola Biadetti.Nel mese di novembre il menotti art festival e lo Spoleto meeting art saranno in visita al Quirinale dal Presidente Mattarella con un gruppo di letterati, artisti e docenti dell’Accademia Auge: ” Mi sembra un adeguato riconoscimento ed anche un bel progetto di approfondimento culturale su tutti i beni artistici ed architettonici presenti al Quirinbale”.

Intervista al Prof. Luca Filipponi Preside Facoltà Auge

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Intervista al Prof. Luca Filipponi Preside Facoltà Auge: Tecnico Esperto della valorizzazione e Promozione Del Patrimonio Culturale e Investimenti nel mercato dell’arte 

Qual è il suo background e la sua esperienza nel campo della valorizzazione del patrimonio culturale e degli investimenti nell’arte? 
Ho iniziato ad occuparmi di arte come collezionista sin da ragazzino e come lavoratore stagionale nello staff del Festival dei due Mondi e sono stati degli input importanti e prolifici, poi da 20 anni sono diventato collezionista ed investitore, dal 2008 organizzo e presiedo il Menotti Art Festival Spoleto che mi dà delle conoscenze e delle sollecitazioni straordinarie, importante e fondamentale per lo sviluppo di un Paese cosa che in Italia non si è capito. Bisogna lavorare a tutti i livelli per migliorare il mercato delle arti.
Qual è l’importanza della valorizzazione del patrimonio culturale per una comunità o un paese?

Migliorare la gestione dei beni pubblici, incrementare ed incentivare quello privato e un maggiore collegamento tra i due ambiti e meritocrazia a tutti i livelli.

Come è possibile coinvolgere il settore privato e gli investitori nel finanziamento e nella promozione delle iniziative culturali?

Occorre una legge che favorisca gli investimenti privati o più semplicemente provvedere con sgravi fiscali e contributivi per chi acquista arte o investe nelle arti, altrimenti esiste uno svantaggio competitivo nei confronti degli altri Stati, Germania e Stati Uniti in primis.

Quali sono i vantaggi economici e culturali che possono derivare dagli investimenti nel mercato dell’arte?

I vantaggi culturali sono molteplici, ma non si possono raccontare in poche righe. Quelli economici sono straordinari in quanto l’arte è un bene che può ben remunerare gli investimenti, basta sapersi muovere bene e può rendere anche il 500 per cento in un anno!  Come si può bilanciare la conservazione del patrimonio culturale con la sua promozione e accessibilità al pubblico? Sono per la piena libertà e fruibilità dei beni e del patrimonio pubblico, bisogna aprire ed aprirsi ai cittadini e al mondo.

Quali sono alcuni esempi di progetti di successo che ha lavorato o con cui è familiarizzato, che hanno contribuito alla valorizzazione del patrimonio culturale?
Ho collaborato a 5 mostre antologiche di Fernando Botero con budget di 500 mila euro e la mostra dei grandi maestri cinesi al Vittoriano con l’artista e curatore Ma Lin Esperienze uniche e formative che cerco di trasmettere al Menotti Art Festival Spoleto ogni anno.

Come vedete l’evoluzione del mercato dell’arte nel futuro, e quali tendenze emergenti potrebbero influenzare gli investimenti in questo settore?

Il mercato dell’arte è in grande espansione oramai da diversi anni e non si è mai arrestato, è un settore difficile e crescerà ancora moltissimo.

Quali consigli darebbe a chi è interessato a investire nel mercato dell’arte o promuovere iniziative culturali?

Bisogna investire con cautela e chiedere dei consigli ad esperti di settore, fare molte analisi di confronto e studiare il mercato dell’arte che ha delle dinamiche tutte sue che vanno conosciute ed assimilate.

Le parole del Prof. Filipponi ci invitano a riflettere sull’importanza di proteggere la diversità e la ricchezza della nostra eredità culturale per le generazioni future. La sua passione per l’arte e la cultura risuona come un appello alla responsabilità alla condivisa di tutti noi nel preservare e promuovere il patrimonio che ci circonda.

Concludiamo questa intervista con un senso di gratitudine per il Prof. Filipponi, per la sua prospettiva e per il suo impegno nel garantire che il nostro patrimonio culturale continui a ispirare, educare e connettere persone in tutto il mondo.   Corso Auge di laurea internazionale “𝒊𝒏𝒗𝒆𝒔𝒕𝒊𝒎𝒆𝒏𝒕𝒊 𝒏𝒆𝒍 𝒎𝒆𝒓𝒄𝒂𝒕𝒐 𝒅𝒆𝒍𝒍’𝒂𝒓𝒕𝒆” 
per maggiori info: segreteriastudenti@accademiauge.it –  06-56559967 – info@accademiauge.it– www.accademiauge.com 

Paola Biadetti Ufficio Stampa Auge  

Corso Accademia Auge: diventa un Esperto Amministratore di Condominio in 72 Ore Online

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Gestire un condominio è una sfida complessa che richiede competenze amministrative, legali e relazionali. Gli amministratori di condominio sono responsabili della gestione quotidiana degli edifici e devono affrontare una serie di compiti che vanno dalla tenuta della contabilità alla risoluzione delle controversie tra i condomini. Per acquisire le competenze necessarie per diventare un amministratore di condominio di successo, il Corso Accademia Auge offre una soluzione completa in modalità online, consentendo agli aspiranti amministratori di acquisire tutte le conoscenze necessarie in soli 72 ore, un’opportunità per crescere professionalmente ed è progettato per fornire ai partecipanti una conoscenza approfondita delle leggi e delle responsabilità che governano la gestione dei condomini.

Una delle caratteristiche distintive del Corso Accademia Auge è la sua modalità di erogazione online. Questo permette ai partecipanti di studiare e apprendere da qualsiasi luogo e in qualsiasi momento, rendendo il percorso formativo estremamente flessibile. Il Corso Accademia Auge per Amministratori di Condominio è una risorsa preziosa per chiunque desideri intraprendere una carriera di successo nel settore della gestione condominiale. Con la sua modalità di formazione online, è accessibile a un’ampia gamma di persone, da chi è alle prime armi nel settore e ai professionisti che desiderano migliorare le proprie competenze. Se sei interessato a diventare un esperto amministratore di condominio e desideri farlo in modo conveniente e flessibile, il Corso Accademia Auge potrebbe essere la tua strada verso una carriera di successo nella gestione condominiale. Investi nelle tue competenze e preparati a svolgere un ruolo cruciale nella gestione delle comunità residenziali. Grazie a corsi online di questa qualità, l’educazione diventa accessibile a tutti, consentendo agli individui di realizzare i propri sogni professionali senza limiti geografici o temporali.

Ufficio Stampa Auge Paola Biadetti

Nuove lauree abilitanti

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A cura di Ionela Polinciuc 

È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto del Ministero dell’Università e della Ricerca che detta nuove disposizioni in materia di titoli universitari abilitanti, nello specifico dedicati alla laurea in professioni tecniche industriali e dell’informazione.

Con l’obiettivo di riorganizzare e semplificare le modalità di accesso all’esercizio della professione, agevolando l’inserimento nel mercato del lavoro e abbandonando l’esame di Stato, il Ministero prevede che l’esame finale per il conseguimento della laurea professionalizzante in professioni tecniche industriali e dell’informazione sia considerato abilitante per l’esercizio di alcune professione come già inserite nelle qualifiche professionali.

Se non hai le idee chiare, può essere difficile prendere una decisione di fronte alla grande varietà di scelta.

A tal fine, l’accademia universitaria degli studi giuridici Europei “AUGE” anticipando i tempi dal febbraio 2023 presso l’università ‘’ La Sapienza’’ in Roma ha presentato i nuovi corsi abilitanti con qualifica professionale. Al momento giusto, ‘’A.U.G.E’’ arriva a fare un po’ di chiarezza in merito ai percorsi di studio e agli sbocchi lavorativi.

Creare il futuro. Modificarlo e renderlo migliore attraverso l’informazione che fa formazione. È questa la proposta formativa  ‘’ A.U.G.E., di cui Rettore il Prof. Avv. Giuseppe Catapano da sempre ne è portavoce .Due assunti apparentemente semplici che sono all’ordine del giorno nel mondo del lavoro di molti paesi del pianeta . 

I corsi di studi  presentati da AUGE per raggiungere i 180 CFU comprendono il percorso formativo per la qualifica professionale e il suo l’esame finale dovrà comprendere lo svolgimento di una prova pratica valutativa delle competenze professionali acquisite con il tirocinio interno ai corsi di studio, in modo da accertare l’idoneità del candidato all’esercizio della professione.

 L’esame finale, quindi, darà anche il via libera all’iscrizione all’Albo professionale. 

Sicuramente, i nuovi programmi di studio per le nuove qualifiche  presentate dall’accademia Auge muovono nuove masse d’interesse ad iscriversi per finalizzare il titolo di studio al lavoro e non inteso come pergamena da attaccare ad un muro e favorire la crescita di laureati disoccupati .

Iscriversi in accademia AUGE che vuole svolgere anche un servizio socialmente utile ; con i suoi corsi conferma l’amore per i temi più strettamente legati al mondo del lavoro. 

Per quanto riguarda il tirocinio pratico valutativo, invece, potrà essere svolto presso imprese, studi professionali, enti pubblici o privati convenzionati con l’ateneo AUGE per ottenere il conseguimento di almeno 48 crediti formativi universitari (CFU).

Ricorda il Prof. Avv. Giuseppe Catapano, rettore AUGE, Secondo l’University Report 2023, lo studio annuale dell’Osservatorio JobPricing realizzato in collaborazione con LHH Recruitment Solutions, la laurea permette di accedere a un salario superiore del 45% rispetto a quello di un non laureato, che tradotto in euro significa in media 13 mila di differenza sulla RAL.

Qualificarsi, specializzarsi e laurearsi tutto impiegando una solo tempo,  conviene, ripete il Tesoriere Auge Dott.ssa Rusciano Mariarosaria, i nostri corsi guardano al futuro per una specializzazione sempre più puntuale e precisa :

Tecnico amministrazione del personale

Giurista d’impresa

Tecnico esperto in campagne comunicativo/promozionali

Esperto amministrativo “Amministratore di Condominio”

Tecnico esperto della valorizzazione e promozione del patrimonio culturale

 Tecnico esperto investimenti nel mercato dell’arte

Tecnico esperto fiscale

Esperto analista finanziario

Facile da iscriversi senza test d’ingresso, seguire i corsi anche su piattaforma on line da computer da smartphone, radio web , tv web , tutor sempre presente , biblioteca disponibile per tutti gli iscritti.

La segreteria studenti con il centro orientamento è disponibile tutti i giorni al numero tel: 0656559967            email: segreteriastudenti@accademiauge.it  oppure visitare il sitowww.accademiauge.com .

Un corpo docenti provenienti dal mondo accademico e dalle professione permettono ai discendi di acquisire una formazione teorica e pratica tra le più aggiornate in Europa e tra le più moderne per metodo , grazie alla collaborazione in rete con università internazionali che riconoscono il percorso di studi AUGE è consentito a ciascun iscritto la possibilità di veder riconosciuta la propria qualifica/ titolo professionale non solo in tutta Europa ma anche in altri paesi aderenti .

Una novità assoluta un’esclusiva che si può fregiare l’Auge grazie anche al corpo docente storico a cui sono stati affidati i dipartimenti con le facoltà che crede ed investe il proprio sapere :

Prof. Angelo Turco 

Prof. Francesca Pizza

Prof. Maurizio D’Elia 

Prof. Luca Filipponi 

Prof. Franco Capasso 

Prof.Assunta Catapano 

Prof.Valerio Visone 

Prof. Giuseppe Romano 

Prof. Michele Zuppardi 

Prof. Luca Barbuto 

Insegnare significa imparare due volte …

Formare una missione a cui credere senza interessi di parte …

La missione di Auge la novità in Italia  sono le parole del  Presidente del Senato Accademico Prof. Cesare Cilvini offrire un contributo alla società moderna per consentire di lavorare da subito grazie alla convenzione con le tante aziende che l’auge ha avviato.

Anche in Italia è possibile studiare per la professione dove hai scelto e trovato lavoro .

Auge un ateneo nazionale che parla internazionale!

La magica notte delle stelle cadenti aspetta i vostri desideri

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A cura di Ionela Polinciuc

Agosto porta, come ogni anno, uno spettacolare fenomeno astronomico, ovvero la pioggia di stelle cadenti, conosciute anche come le Perseidi. Infatti, si dice che chi esprime un desiderio vedendone una può contare di vederlo realizzare, a patto di non condividere il segreto con nessuno.

10 Agosto: Questa data è carica di tradizioni e magia, anche se a livello astronomico, la sera del 10 di agosto non coincide quasi mai con l’apice delle stelle cadenti Perseidi.

Di tradizione antichissima, la data di San Lorenzo ricade infatti in una serata di mezza estate in cui le temperature sono adeguate per permettere l’osservazione del cielo stellato fino a notte fonda, condizioni del cielo permettendo. Ebbene, quest’anno la Notte di San Lorenzo coincide quasi con il plenilunio di Agosto, pertanto la maggior parte delle stelle cadenti non saranno visibili a causa della Luna estremamente luminosa.

La luna sarà quindi all’ultimo quarto, e se il cielo notturno è sereno, saremo in grado di osservare tra 60 e 150 stelle cadenti all’ora.

Frammenti di meteoriti si staccano dalla coda della cometa 109P/Swift – Tuttle e si illuminano nel nostro cielo notturno, dando l’impressione che provengano dalla costellazione di Perseo. Da qui il nome poetico di Perseidi.

Il loro splendore e la loro bellezza sono stati associati per migliaia di anni alla divinità e al potere magico della notte. Le stelle hanno un posto speciale nelle credenze religiose dell’umanità. La nascita di Gesù fu annunciata da una stella, gli dei degli antichi greci guardavano i mortali attraverso le stelle e molti simboli religiosi sono legati alle stelle della notte.

Una stella cadente portava con sé il messaggio degli dei e, non di rado, cercando il luogo in cui cadere, la gente trovava rocce splendenti che consideravano talismani con poteri magici. I greci erano convinti che chiunque trovasse un meteorite avesse fortuna e benessere tutto l’anno. Gli sciamani indiani li indossavano come amuleti con cui lanciavano incantesimi e li trasmettevano in soggezione di generazione in generazione.

Secondo un’antichissima tradizione, chi vede una stella candente il 10 agosto ed esprime un desiderio segreto, conta che si realizzerà. Anche perché, anticamente si è sempre creduto che il destino di un uomo, fin dall’attimo in cui viene al mondo, fosse scritto nelle stelle. Ecco che quando una stella cade, le carte del destino di quell’uomo vengono dunque stravolte e il destino può essere cambiato desiderando il meglio. Del resto per i marinai per secoli sono state proprio le stelle la loro bussola, cui affidare il desiderio più grande, quello di ritornare a casa incolumi. Ma c’è di più: se le stelle cadenti erano considerate ‘’cattivi presagi ‘’’, in quanto associate alle lacrime degli dei, tutto cambiò col Cristianesimo, quando le ‘’lacrime’’ di San Lorenzo servivano a poter chiedere una ‘grazia’.

E allora cosa dire?! Tutti con il naso all’insù ma con i piedi per terra.

Ci vuole una risposta europea

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A cura del Prof. Avv. Giuseppe Catapano

Agli inizi del 1800, quando Napoleone Bonaparte coltivava l’ambizione di “fare di tutti i popoli europei un unico popolo”, ogni cinque abitanti della Terra più d’uno era europeo. Oggi siamo a meno di uno ogni dieci e nel 2050 si salirà a uno ogni 15. Pare dunque evidente solo da queste tendenze demografiche che coltivare l’idea di preservare la “razza europea” dalle contaminazioni è un’ambizione malriposta. Piaccia o non piaccia è così, anche perché in Europa si contano già circa 300 milioni di immigrati, e non c’è “ponte levatoio” che tenga. Tantomeno quello che vorrebbero issare polacchi e ungheresi, cui Giorgia Meloni dovrebbe smettere una volta per tutte di fare sponda (tanto più che nell’ultimo vertice Ue sono stati proprio loro a sconfessare l’accordo proposto dall’Italia in tema di flussi migratori). Questo non significa che si debba spalancare le porte ad un afflusso indiscriminato, ma neppure serrarle con un (illusorio) catenaccio. Per ragioni economiche (fanno pil), previdenziali (compensano il crescente squilibrio tra popolazione attiva e pensionati) e sociali (fanno lavori che i nativi non vogliono più svolgere), gli immigrati ci sono non solo utili, ma indispensabili. E prima di criticare, da sinistra come da destra, i francesi, sarebbe bene rendersi conto che le migliaia di sbarchi sulle nostre coste faranno anche impressione, ma il numero di immigrati che poi restano sul suolo italiano non è neppure lontanamente paragonabile ai flussi di immigrazione che nel tempo si sono insediati in Francia (e Germania). Tant’è che nel cuore del Vecchio Continente si sono create presenze di seconda, terza e perfino quarta generazione francesi (e tedeschi) a tutti gli effetti, che hanno perfino creato una borghesia se non benestante sicuramente in grado di vivere dignitosamente, spesso fatta di lavoratori autonomi quando non di piccoli e medi imprenditori.

Un fenomeno che, seppure su scala più ridotta, è avvenuto anche in Italia, dove gli stranieri residenti sono oggi l’8,8% del totale della popolazione: 5,2 milioni su quasi 59 milioni. Una cifra assai inferiore ai nostri omologhi europei, visto che in Germania se ne contano 10,5 milioni, in Francia 7,4, in Spagna 6,4. In ogni caso, solo 200 mila sono rifugiati e richiedenti asilo, mentre la quasi totalità sono migranti “economici”. Persone di cui, a guardare con oggettività il fenomeno, abbiamo un disperato bisogno. Prima di tutto sotto un profilo demografico. Solo per via dell’apporto degli immigrati noi italiani non diventiamo ancora di meno (negli ultimi dieci anni la popolazione residente nella Penisola si è ridotta del 2%, 4% nel Mezzogiorno) e ancora più vecchi (la popolazione entrante è mediamente molto più giovane di quella residente). Secondo le previsioni demografiche tra 20 anni saremo altri quattro milioni in meno, ma senza l’apporto dei flussi migratori si arriverebbe a dieci milioni in meno. Diciamo dunque che di nuovi cittadini abbiamo un disperato bisogno. Se gli immigrati sono oggi l’8,8% della popolazione, sono però al 10% di quella lavorativa (nonostante con la crisi pandemica abbiano perso il lavoro in numero maggiore rispetto agli italiani). Tra le imprese, quelle “straniere” raggiungono poi il 10,6% del totale. Segno che gli stranieri rispetto a noi hanno una maggiore propensione al lavoro e all’imprenditorialità, fosse anche solo per necessità. Tanto è vero che il tasso di inattività è di 10 punti più alto per i nativi rispetto agli immigrati. Inoltre, anche se impiegati meno ore di quelle che vorrebbero (circa il 20% degli stranieri subisce un part-time involontario) e in lavori demansionati rispetto alle competenze (la quota di sovra istruiti è del 32,8%) continuano a sostenere l’economia, visto che il saldo verso le casse dello Stato tra entrate e uscite a loro dedicate è positivo per circa un miliardo e mezzo di euro. A ciò si aggiunga il fatto che gli immigrati svolgono un’ampia gamma di lavori imprescindibili, risolvendo questioni occupazionali e sociali di grande rilevanza. 

A differenza di Parigi, Roma non brucia, e questo deve far riflettere circa l’origine dei disordini sfociati in un vero e proprio attacco al cuore della République. Deve essere chiaro che ad appiccare il fuoco non sono stati migranti disperati e ridotti alla fame, bensì bande di giovani, sì figli o ancor più spesso nipoti di immigrati ma comunque francesi a tutti gli effetti, spinti non dalla precarietà delle condizioni economiche, ma dalla mancata integrazione culturale nella società multietnica che in nome della liberale “società aperta” è stata fin qui costruita. “Il che è persino più grave: sarebbe preferibile, in un certo senso, o comunque più rassicurante, che la rivolta fosse opera di immigrati appena arrivati”, scrive Stefano Folli. Invece, ci troviamo di fronte al fatto che le violenze e i saccheggi hanno nel mirino proprio tutto quello – asili nido, scuole, ospedali, servizi sociali – su cui dal 2005 lo Stato francese ha investito miliardi per rendere vivibili le banlieue, come se si volessero distruggere proprio gli aiuti arrivati in quei quartieri. A questo proposito, è interessante ascoltare quello che il filosofo weberiano e polemista transalpino Pascal Bruckner, ha da dire, in modo crudo e non accomodante, sulle origini della rivolta: “ci sono bande organizzate, armate e finanziate da narcotrafficanti che alimentano la narrazione del razzismo e della segregazione per tenere il potere nei quartieri, condominio per condominio, usando vandali, piccoli ladri e  grandi svaligiatori, che hanno assaltato metodicamente i centri commerciali rubando apparecchi elettronici, computer, telefoni, ma anche abiti; gang criminali, che approfittano della situazione per attaccare commissariati di polizia e municipi; e i terroristi ecologici di estrema sinistra, alleati con i ragazzi di banlieue, che attaccano i simboli del potere, come le caserme dei pompieri o la Gendarmerie”. Questo non toglie che ci siano sacche di mancata integrazione socioculturale dovute ai vincoli posti dai dettami della religione e della mentalità islamica, che generano il rifiuto dei valori cardine della civiltà occidentale. Ma sono propenso a credere che la pervasività del narcotraffico diffuso, che sta conquistando i quartieri delle città in tutta Europa, non abbia minore influenza.

Tutto questo apre interrogativi complessi, le cui risposte, sul piano culturale, non possono essere né il “politicamente corretto” della sinistra “buonista” né il “rimandiamoli a casa loro” della destra becera quando non xenofoba. Mentre sul piano politico così come sono inaccettabili i toni “insurrezionali” del populista di sinistra Jean-Luc Mélenchon, che non condanna le violenze evocando “giustizia” – uno stile ambiguo che di certo piace a Elly Schlein – non meno lo sono il subdolo tentativo di Marine Le Pen di cavalcare l’onda delle banlieue incarnando una domanda di ordine al cospetto di una Francia esausta, o il gioco al “tanto peggio, tanto meglio” del falco Eric Zemmour, leader di Réconquête, che evocando lo spauracchio della guerra civile chiede lo “stato d’urgenza”.

In questo contesto, va anche analizzata, molto più laicamente di quanto non sia stato fatto fin qui, la posizione del presidente Emmanuel Macron. Il quale se non ha ceduto alla cultura della resa, interpretando così il pensiero della maggioranza dei francesi, dall’altro deve rendersi conto della debolezza istituzionale che lo riguarda. Non è una questione di caratura personale, né tantomeno di legittimità, ma di reale rappresentatività dei cittadini. L’inquilino dell’Eliseo da un lato è a capo di un “partito personale”, con tutti i limiti che questo comporta, e dall’altro governa la Francia dopo un “mezzo successo” alle presidenziali dell’aprile 2022 e una “quasi sconfitta” nelle successive elezioni legislative. Se a questo si aggiungono gli elementi distorsivi in termini di rappresentatività del sistema di voto a doppio turno, il fatto che la presidenzializzazione del sistema comporta una faticosa coabitazione con il primo ministro e un depauperamento delle funzioni del Parlamento (acuite dalla forzatura rappresentata dall’articolo 49.3 della Costituzione della V Repubblica, che concede la possibilità di far passare un provvedimento senza dibattito parlamentare lasciando alle opposizioni la facoltà di presentare una mozione di censura, ma che scatta solo a maggioranza assoluta), si vede come sia poi difficile far passare riforme ragionevoli come l’innalzamento di due anni dell’età pensionabile. Se ne tenga conto, in Italia, quando si parla a sproposito delle esperienze istituzionali altrui e si vaticinano scorciatoie alla governabilità come il presidenzialismo. Non è certo la prima volta che nell’Europa delle libertà e del welfare – che è stata, è e resta l’area del mondo dove, pur con tutti i difetti, meglio si coniugano le esigenze della valorizzazione dell’individuo con quella delle tutele collettive e dove si è raggiunto il minor tasso di diseguaglianze – gruppi, prevalentemente giovanili, che si sentono emarginati e sfruttati da un potere al quale non riconoscono alcuna legittimità, mettono in atto ribellioni violente. L’Italia degli anni di piombo ne sa qualcosa. Finora, però, tali manifestazioni di ribellione sono state attuate da minoranze, e hanno sempre trovato da parte dello Stato democratico risposte ferme, qualche volta emergenziali, ma mai tali da favorire l’avvento di regimi autoritari. Ora, però, c’è il rischio, un po’ in tutto il Vecchio Continente, che il combinato disposto tra le tossine rilasciate dalla lunga stagione del populismo e le conseguenze della guerra russo-ucraina alle porte dell’Europa, la cui portata è ancora tutta da scoprire, faccia emergere un malessere molto più diffuso e perciò stesso molto meno domabile. Spetta alla politica, riscoprendo la P maiuscola, trovare le risposte. Possibilmente nella dimensione continentale. Risposte che certo non stanno né nella tiritera del politicamente corretto, né nel negazionismo euroscettico, né nelle forzature autoritarie. Macron, se vuole uscirne vivo, si metta alla testa di un movimento transnazionale che fornisca una risposta europea. Altri leader democratici, in giro non se ne vedono.

La tradizionale festa d’Estate dello studio legale Fittante

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Nella foto da dx: F.Carletti, F.Borghini, Prof. A. Fittante, Prof. G. Catapano, Presidente Reg.Toscana E. Giani

La tradizionale festa d’Estate dello studio legale Fittante nel giardino di Villa Magnolia a Firenze si è rivelata ancora una volta un evento memorabile.

Il 3 luglio, nel suggestivo scenario del giardino dello studio legale Fittante, a Villa Magnolia, si è tenuta la tradizionale festa d’Estate. L’evento è stato reso ancora più speciale grazie alla partecipazione del Rettore Auge Prof. Giuseppe Catapano e a una bella esposizione d’arte del maestro Franco Carletti, “che ha portato una sua personale di opere bellissime. Il maestro ha esposto alla biennale di Venezia e al Palazzo Medici Ricciardi, e il suo catalogo è stato anche firmato da Vittorio Sgarbi” , così lo ha presentato l’Avv. Prof. Fittante, padrone di casa che ha ospitato anche alcune start up, in particolare Columbus, start up fiorentina che ha realizzato diversi brevetti e che ha presentato bikealike, un sistema che consente tramite un dispositivo universale che si instaura in pochi minuti di rendere ogni bicicletta una bici elettrica; un sistema dunque ecologico, accessibile e conveniente e, una join venture tra Toscana ed Emilia con Maurizio Pasini che ha presentato un sistema fatto con materiale di riciclo che riesce a riprodurre l’energia solare andando a sostituire il gas, offrendo una resa del 98%, molto superiore a quello delle pompe di calore e dunque la possibilità, con un consumo bassissimo, di riscaldare ogni tipo di ambiente. l’Avv. Prof. Fittante, ha ringraziato tutti gli ospiti presenti tra i quali: – il Presidente Eugenio Giani,- la Presidente del Tribunale Marilena Rizzo che ci onora della sua presenza come ogni anno,- la Presidente del Tribunale delle Imprese di Firenze Patrizia Pompei,- il Presidente dell’Ordine degli avvocati, l’amico Sergio Paparo,- il presidente dell’ordine dei commercialisti Enrico Terzani,- la dott.ssa Bianca Bellucci, consigliere del ministro della cultura in materie giuridiche,- Nicola Armentano, presidente del gruppo PD del consiglio comunale,- l’amico Fabrizio Borghini che è l’editore della rivista Toscana Nuova,- la Presidente dell’associazione Toscana Cultura.- Ringrazio l’amico Luca Cioni, gli amici James e Louise Ferragamo- il parlamentare Federico Gianassi, il senatore Marcheschi,- il magistrato Silvio De Luca, e commentato : “ la Fondazione di cui ho l’onore di essere fondatore Compagnia di babbo natale, di cui abbiamo l’onore di avere qui il presidente, – il delegato della fondazione ANT per la Toscana Simone Martini e l’amica Cristina Casamassima, – l’amico e imprenditore Domenico Montuoro. – Ringrazio il maestro Baronsax che accompagnerà questa serata offrendoci il magnifico spettacolo della sua musica e vocalist – Ringrazio Le Cirque, a cui mi affido sempre, e il grande Jerry che anche questa sera ci offrirà uno stupendo servizio. Un ringraziamento speciale va inoltre al rettore dell’Accademia Universitaria Degli Studi Giuridici Europei, Prof.Giuseppe Catapano, che con le sue iniziative nel mondo giuridico ha saputo indirizzare in maniera innovativa tanti giovani al mondo del lavoro. E’ un grande onore per me averlo qui per condividere insieme questa magnifica serata.”

La tradizionale festa d’Estate dello studio legale Fittante nel giardino di Villa Magnolia a Firenze si è rivelata ancora una volta un evento memorabile. Grazie alla visione del professor Fittante e al suo impegno nel promuovere l’innovazione e l’imprenditorialità. La villa, con il suo incantevole giardino, ha offerto il contesto perfetto per questa occasione unica. Un incontro tra cultura, bellezza e condivisione.

Ufficio Stampa Auge Paola Biadetti

Inti-Illimani & Giulio Wilson La storica band cilena e il cantautore fiorentino presentano l’album Agua

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Inti-Illimani & Giulio Wilson
La storica band cilena e il cantautore
fiorentino presentano l’album Agua


Lunedì 22 maggio 2023 – ore 21
Tuscany Hall – via Fabrizio De André angolo Lungarno Aldo Moro – Firenze
INTI-ILLIMANI
& GIULIO WILSON

Agua World Tour

di Carla Cavicchini



Una collaborazione avviata qualche anno fa e suggellata adesso dall’album “Agua” quella tra gli storici Inti-Illimani e il cantautore fiorentino Giulio Wilson, in concerto lunedì 22 maggio al Tuscany Hall di Firenze per presentare il loro primo disco realizzato insieme e registrato tra Firenze e Santiago del Cile.
Inizio ore 21. I biglietti – posti numerati da 28,75 euro a 40,25 euro – sono disponibili sul sito www.bitconcerti.it, su www.ticketone.it (tel. 892.101) e nei punti Box Office Toscana (www.boxofficetoscana.it/punti-vendita – tel. 055.210804).

Una proposta musicale inedita, in cui le sonorità della musica cilena incontrano i suoni e le parole di Giulio Wilson, cantautore geniale dallo stile ricercato e demodé. Jorge Coulón, membro fondatore degli Inti-Illimani, racconta con parole di pura emozione il progetto discografico e il tour: “Per noi è sempre bellissimo tornare in Italia. Suonare con Giulio, talentuoso cantautore e caro amico è un modo per avvicinarci alla nostra storia e per continuare a coltivare la passione che ci lega all’Italia”.
La tranche italiana dell’Agua World Tour, prodotto da Imarts, si chiuderà proprio a Firenze, dopo aver toccato Genova, Roma, Torino, Milano, Bologna e altre importanti città.

Paolo Maiorino, ideatore e coordinatore del progetto, afferma: “Agua è il risultato di un connubio artistico tra due mondi musicali solo geograficamente tra loro. Jorge Coulón & Giulio Wilson si sono incontrati, piaciuti ed entrati subito in sintonia. Sin dai nostri primi discorsi sul progetto comune in interminabili call col Cile, siamo stati tutti animati da un sentimento che ci ha accomunati: la passione. Questo disco, le nuove composizioni, le date del tour italiano che anticipano quelle europee e americane testimoniano un lavoro serio, sano e costruttivo. Le distanze si sono accorciate, la condivisione totale. Agua è un sogno divenuto realtà è rappresenta una bella novità”.

Dopo aver partecipato all’album “Storie vere tra alberi e gatti” di Giulio Wilson nel brano Vale la pena – manifesto contemporaneo di un’epoca in cui si ha bisogno di confronti, di dialogo, di abbattere i confini per afferrare l’umanità di ogni cosa – gli Inti-Illimani presentano dal vivo il primo disco scritto e realizzato interamente con Wilson, dal titolo AGUA (produzione artistica di César Jarra e Valter Sacripanti) che uscirà in Italia il prossimo 28 aprile.

AGUA propone 13 brani, registrati nel dicembre 2022 a Santiago del Cile, in cui vengono affrontate tematiche sociali legate all’attualità, come la difesa dell’ambiente, il cambiamento climatico, ma anche alla storia e molto altro. Un disco di “concezione artigiana” senza plug-in, effetti computeristici, dove i suoni elettronici non sono stati contemplati: i musicisti cileni utilizzano, infatti, strumenti tradizionali della musica andina come la zampogna, la quechua, charango; Giulio Wilson ha suonato chitarre e pianoforte. In tutte le tracce del disco si percepisce un equilibrio artistico naturale, empatia e armonia umana.

Giulio Wilson, cantautore ed enologo, paroliere eclettico e straordinario musicista, ha la rara capacità di saper scovare storie fuori dal tempo e fuori dal coro, che hanno una tale bellezza che lui non riesce a fare a meno di raccontare, con la musica, con le parole e il genio da cantastorie. E ha il talento, tra i tanti, di “inciampare” lui nelle storie di altri, diventandone un personaggio, a volte inconsapevolmente.
Il 16 aprile del 2022, periodo di lockdown in tutto il mondo, muore Luis Sepúlveda. Giulio invia un messaggio di dispiacere e vicinanza a Jorge Coulón, leader degli Inti-Illimani, che risponde “Gli artisti e scrittori di testi non muoiono mai”. Inizia così la loro storia, in un giorno che non è stato come gli altri. In un tempo lento, di vita in casa e il mondo fuori, fermo, in attesa della primavera. Da quel giorno Giulio non ha mai smesso di sentire gli Inti-Illimani, ora compagni d’arte e amici nella vita.  E la primavera artistica arriva per loro con AGUA, il disco che sigla un’intesa umana forte, tradotta in 13 canzoni.

INTI-ILLIMANI – Inti-Illimani (1967) è un nome composto che proviene del quechua Inti e del aymara Illimani e significa “Sole di una montagna nelle vicinanze di La Paz, Bolivia”. Il gruppo, composto dagli esordi da un gruppo di giovani studenti della Università Tecnica dello Stato del Cile, sorge all’interno del movimento chiamato “La Nuova Canzone Cilena” che si sviluppa tra 1965 e 1973. Dal 1973 si stabiliscono in Europa, esattamente in Italia. A partire dagli anni ’80 la loro carriera si è distinta per i tanti successi, raggiungendo i primi posti della classifica italiana e collezionando innumerevoli dischi d’Oro e Platino. Inti-Illimani vanta milioni di dischi venduti in tutto il mondo, con presentazioni e concerti in più di 58 paesi. La band ha condiviso il palco e suonato con artisti di grandissima importanza come Bruce Springsteen, Sting, Peter Gabriel, Tracy Chapman, John Williams, Paco Peña, Mercedes Sosa, Silvio Rodríguez, Milton Nascimento, Danielle Silvestre, Lucio Dalla, Pablo Milanés, Francesca Gagnon, Arja Saijonmaa, Holly Near, Joan Baez, Marta Gómez, Isabel Parra, Georgina Hassan, Víctor Heredia, tra gli altri, suonando nei più rinomati palchi di tutto il mondo. Nel 2017 la band cilena ha compiuto 50 anni di ininterrotta carriera artistica, anniversario festeggiato con un tour per il Cile e con due concerti sold out al Teatro Caupolicán di Santiago.

GIULIO WILSON – Giulio Wilson, cantautore fiorentino, alterna la sua passione per la musica alla sua attività di enologo e produttore di vini in Toscana. La sua carriera artistica viene inaugurata con l’album “Soli Nel Midwest”, prodotto da Enzo Iacchetti. Ha collaborato con molti artisti, tra cui Vinicio Capossela, Roberto Piumini, Bobby Solo, Roy Paci, con I musici di Francesco Guccini, e con gli Inti-Illimani, appunto.
Wilson ha ottenuto numerosi riconoscimenti prestigiosi: “Materiale resistente 2.0; la Targa Mei nel 2017 come “Miglior cantautore”; nello stesso anno l’artista vince il concorso BMA Bologna Musica d’Autore. Nel 2018,il premio assoluto Anacapri Bruno Lauzi, e, nel 2019, il Premio Bertoli; il Premio della Critica al concorso Voci per La Libertà – Una canzone per Amnesty 2019; vince il concorso 1Maggio Next2019 e si esibisce sul palco del Concerto del Primo Maggio a Roma. Nel 2018 è uscito l’Ep “Futuro Remoto”; nel 2021 ha pubblicato il disco “Storie vere tra Alberi e Gatti”, una raccolta di brani “fuori dal tempo”.

Info
Tuscany Hall – via Fabrizio De André / Lungarno Aldo Moro – Firenze
Info tel. 055.667566 – 055.6504112 – 059 644688 – www.bitconcerti.it – www.internationalmusic.it
Biglietti
Primo settore 40,25 euroSecondo settore 34,50 euro
Terzo settore 28,75 euro
Comunicazione: Daniele Mignardi Promopressagency
T 06 32651758 r.a.- info@danielemignardi.itRif. Lucia Santarelli (mobile 346 3622351)
www.danielemignardi.it      
Promozione Radio per Sony Music Legacy:
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Promozione TV per Sony Music Legacy:
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Ufficio stampa Prg Firenze
Marco Mannucci – 347 7985172 – marco@mannuccionline.com

Guai a credere che sia tutto a posto

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A cura del Prof. Avv. Giuseppe Catapano

È amaro constatare che in questi tre decenni – un tempo enorme, se si considera che per far rinascere l’Italia dopo la seconda guerra mondiale ne bastò molto meno – non solo nessuno dei grandi nodi del sistema paese è stato sciolto, ma anzi che l’Italia abbia imboccato, a cominciare proprio dall’ipocrisia giustizialista di allora, la strada di un declino inesorabile. Un destino cui nessuno è stato fin qui in grado di sottrarci, neppure lo sforzo della parte produttiva del Paese, ammirevole perché ci ha tenuto in qualche modo a galla ma privo della capacità di diventare un fenomeno sistemico.
Il fatto che in una fase storica in cui shock positivi e negativi si susseguono velocemente, è probabile che da trimestre a trimestre si possa avere una forte volatilità, non può essere trascurato . Dunque, il contesto economico, nostro e internazionale, resta fragile e dalle prospettive incerte. Dall’altro lato occorre poi prendere atto che le cose stanno andando meglio del previsto – per mesi abbiamo vaticinato tutti, me compreso, l’arrivo dell’ennesima recessione – ed è inevitabile che questo trend si trasformi in ottimismo. Inevitabile, giusto e opportuno – l’economia vive di aspettative – ma al tempo stesso pericoloso. Per una serie di motivi che vale la pena analizzare, anche in funzione del quadro politico e degli sviluppi che potrà avere.
La principale preoccupazione ha a che fare con la tenuta dei conti pubblici, e in particolare con la sostenibilità del nostro debito. L’intervento di Goldman Sachs che ha sconsigliato i nostri Btp, i giudizi severi di Moody’s e del Wall Street Journal, il ritorno dello spread vicino a quota 200, sono segnali inequivocabili: dopo una fase di relativa tranquillità iniziata con il varo del governo Meloni e consolidatasi dopo la manovra “senza grilli per la testa” di fine anno, i riflettori sono tornati ad accendersi sul “caso Italia”. E guai ad evocare il solito complotto dei “poteri forti”, che è nella testa solo dei governanti impotenti e della loro claque mediatica, o a pensare che le buone notizie sul fronte del pil siano sufficienti a farle spegnere, queste attenzioni dei mercati e della comunità internazionale. Pesano di più, per esempio, le notizie provenienti da Francoforte: non tanto l’aumento di un altro quarto di punto dei tassi – a ben vedere il pil nominale, cioè pil reale e inflazione sommati, cresce ben di più dei tassi d’interesse – quanto la decisione della Bce di anticipare a luglio la fine del programma di acquisto dei titoli di Stato, di cui noi in questi ultimi anni siamo stati i principali beneficiari. E più in generale, suggerisce Carlo Bastasin su Repubblica, occorre riflettere bene su alcune questioni poco rassicuranti: le condizioni finanziarie che si stanno manifestando nelle economie occidentali – vedi i crack bancari che si sono profilati negli Stati Uniti e in Svizzera – e il minore sostegno che verrà dalle banche centrali. Ergo, nei prossimi mesi le circostanze potrebbero rendere la situazione italiana particolarmente difficile da gestire, tra inflazione, economia ancora fragile e crescenti incognite sulla disponibilità di credito (le banche commerciali stanno già riducendo il rischio degli attivi, contraendo i prestiti alle imprese).
Il vero rimedio si chiama Pnrr, ovvero la sua piena ed efficace realizzazione, che in termini di pil potrebbe valere almeno un paio di punti, ma soprattutto vale tantissimo in termini di credibilità dell’Italia nel contesto europeo, visto l’insistenza con cui a suo tempo sono state richieste quelle risorse e considerato che a Bruxelles, tra mancata approvazione del Mes (caso inspiegabile sotto qualunque punto di vista) e litigi con i francesi, Roma non gode certo di una gran reputazione. Ma quella dell’uso dei fondi continentali nei tempi e nei modi previsti, riforme strutturali comprese, è anche la questione più dolente delle tante che sono nelle mani del governo, aperte e di non facile chiusura. Per questo i numeri indicati nel Def potrebbero facilmente trasformarsi da sostanzialmente realisti a eccessivamente ottimistici.
Le misure più o meno populiste promesse agli italiani e che mettono il governo – questo come quelli che lo hanno preceduto, senza distinzione alcuna – in condizione o di disattendere le attese suscitate, con tutto quel che ne consegue in termini di tenuta politica e di consenso, o di assecondarle, hanno creato ulteriori squilibri alla finanza pubblica. È questo il motivo di preoccupazione distruttivo : i margini di manovra sono stretti, se non inesistenti, a meno che non si voglia mettere mano alla spesa pubblica corrente, riselezionandola con coraggio e lungimiranza. In assenza di ciò è del tutto evidente, per esempio, che sarà impossibile realizzare la tanto sbandierata riforma fiscale, salvo qualche ritocco marginale che lascerà il tempo che trova, o che non si potrà rendere permanenti i tanti bonus in essere o inventarne di nuovi. A meno di sforare sui conti. Nel primo a caso la reazione sarà degli elettori disillusi, nel secondo dei mercati prima ancora che di Bruxelles.

Se questo è il quadro entro il quale ci muoviamo, e di cui si ha scarsa consapevolezza e ancor meno voglia di renderlo chiaro agli occhi degli italiani per paura delle conseguenze, Dio non voglia che fattori esogeni – come eventuali complicazioni derivanti dagli sviluppi della guerra russo-ucraina e più in generale dalla messa in discussione degli equilibri geopolitici mondiali – o fattori endogeni, come lo spezzarsi più repentinamente del previsto del filo ormai sottile che tiene a galla il nostro sistema previdenziale, sempre più vicino all’insostenibilità, facciano scattare emergenze che metterebbero a nudo fino in fondo la precarietà del nostro sistema politico. Avendo la maggioranza di centro-destra mostrato in soli 7 mesi di governo tutti i suoi limiti programmatici, le sue divisioni politiche ed essendo evidente quanti pesi la disabitudine della sua classe dirigente alla gestione del potere, avendo il Pd imboccato la strada del massimalismo tipica del partito che trova solo nello stare all’opposizione la sua ragion d’essere ed avendo il Paese consumato con Draghi l’esperienza dei governi di grande colazione a conduzione tecnica, quali formule politiche potrebbero essere sperimentate di fronte a emergenze di natura straordinaria? Se ci pensate, sono passati esattamente trent’anni da quell’esplosione di rancore verso la classe politica che fu la contestazione, con annesso lancio di monetine, all’indirizzo di Bettino Craxi, esposto al pubblico ludibrio come capro espiatorio del fallimento della Prima Repubblica

Protocollo Aepi- Inail: novità a favore dei tributaristi

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A cura di Ionela Polinciuc

Roma: Domani 18 aprile 2023, nella sede del Parlamentino INAIL in via IV Novembre, ci sarà un importante convegno all’insegna della formazione e della prevenzione, firmato Aepi, Confederazione delle Associazioni Europee di Professionisti ed Imprese dal titolo: ” Dopo sei mesi, quale impatto dell’Esecutivo sulle imprese?”. Verrà anche istituito un Comitato di Coordinamento , che fungerà da garante per l’attuazione del protocollo.

Dott. Celestino Bottoni, Presidente A.N.CO.T e Vicepresidente e Coordinatore Aepi Professioni ha dichiarato: “Ringrazio per l’incarico ricevuto in Aepi, perché si tratta di un ruolo che rappresenta il cuore dell’agire della confederazione, che da sempre si occupa di professionisti e imprese. Ritengo fondamentale l’incontro del prossimo 18 aprile, perché il protocollo tra Aepi e Inail darà ai professionisti il giusto rilievo, mi riferisco in special modo a quelli ex Legge 4/2013. L’accordo prevede, per tutti i professionisti, un’apertura al dialogo con l’ente, una semplificazione con un focus specifico sui processi digitali, così come è previsto nel protocollo per le imprese. L’evento riveste un’importanza particolare anche perché, nella tavola rotonda successiva alla firma del protocollo, grazie alla partecipazione dei Sottosegretari, Onorevoli Albano, Bitonci e Durigon capiremo lo stato dell’arte del PNRR e la situazione delle politiche sulle professioni, con riferimento all’equo compenso”.

Al convegno parteciperanno figure importanti che hanno a cuore tematiche delicate ma soprattutto di fondamentale importanza per il futuro delle imprese. Lo scopo dell’evento è quello di sottoscrivere un protocollo d’intesa tra Aepi e INAIL su temi come formazione e prevenzione. Ad apre il convegno sarà il Vicepresidente Aepi, Giuseppe Ciarcelluto: seguiranno gli interventi dei componenti dell’Osservatorio Aepi, a partire da Dott. Celestino Bottoni, Vicepresidente e coordinatore Aepi Professioni, Dott.ssa Patrizia Gabellone, Vicepresidente per il Lavoro e Welfare, Andrea Cordero di Montezemolo, Vicepresidente per l’Innovazione, Stefano Cocco, Responsabile Aepi per il Commercio e Alessandro Peron, Responsabile Aepi per Trasporti e Logistica.
Inoltre, il Presidente della Confederazione Aepi Mino Dinoi ha dichiarato: “È un incontro che parte dalla presa d’atto, positiva, della diminuzione del cuneo fiscale, misura già indicata da AEPI da oltre un anno. Con la diminuzione dei costi alle imprese e una maggiore liquidità dei lavoratori subordinati, avremo un piccolo impulso verso la ripresa. Rimangono in sospeso le grandi riforme, in particolare quella della giustizia che va completata e che va in qualche modo a braccetto con quella fiscale. Parleremo certamente di PNRR, sul fronte del lavoro per noi è fondamentale semplificare ulteriormente politiche attive e impostazione strutturale, per consentire alle micro e PMI una reale programma- zione di costi del lavoro: altro tema di rilievo per noi è la revisione delle misure sperimentali di accesso alla pensione anticipata verso una misura stabile intermedia fra l’età di vecchiaia e i 43 anni di anzianità contributiva: penso all’opzione donna, alla quota 102/103 e all’Ape Sociale”.
Il protocollo sarà firmato da Franco Bettoni – Presidente INAIL e Mino Dinoi – Presidente Aepi. Subito dopo avrà inizio la tavola rotonda moderata dal Vicedirettore di Adnkronos, Fabio Insenga.
All’importante convegno interverranno gli onorevoli Lucia Albano, Sottosegretario del Ministero dell’Economia e delle Finanze, Massimo Bitonci, Sotto- segretario del Ministero delle Imprese e del Made in Italy e Claudio Durigon, Sottosegretario del Ministero delle Politiche del Lavoro. Parleranno anche il Presidente dell’Inail, Franco Bettoni e il Presidente della Confederazione Aepi, Mino Dinoi.

Revenue-based Financing

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Nella Foto: Prof. Avv. Giuseppe Catapano

A cura del Prof. Avv. Giuseppe Catapano

Tutte le caratteristiche dell’innovativo modello di “finanziamento” basato sul fatturato

Il Revenue-based Financing (RBF) letteralmente “finanziamento basato sui ricavi”, è un sistema che nasce negli anni ottanta, utilizzato per il sovvenzionamento delle industrie energetiche.

Una forma simile, da cui deriva l’attuale modello di RBF, è riconducibile al sistema di finanziamento universitario americano, per cui il capitale investito in formazione universitaria è ripagato in proporzione alle entrate derivanti dai primi impieghi, per poi arrivare ai giorni nostri e focalizzarsi nel settore del digitale, diventando un modello mainstream, con declinazioni differenti a seconda dei Paesi.

Il RBF prevede una restituzione del capitale basata sui risultati futuri prodotti dalle aziende target, in quanto il ripagamento avviene attraverso una condivisione delle revenues future che il business andrà a generare.

Quali sono i vantaggi di questa modalità?

Nato negli anni ottanta e tornato in voga da pochi anni. Perché?

Il principale punto di forza del Revenue-based Financing è la flessibilità nella restituzione che permette la crescita del business in maniera sostenibile e allineata alle performance aziendali.

Questo modello, infatti, consente alle aziende (start-up e scale-up) digitali, di accedere al capitale in maniera veloce e flessibile, capitale poi ripagato con un modello di condivisione delle revenues, senza diluire l’equity.

Il Revenue-based Financing è un modello “ibrido” tra equity e debito che non prevede che l’investitore entri nell’equity (per cui non c’è perdita di controllo dei founder e soci).

Allo stesso tempo è un modello data-driven”.

L’idea è quella di fare una valutazione della company mediante i dati in possesso, capirne il potenziale di crescita e di performance e fare una forecast dei ricavi futuri, definendo una percentuale fissa di condivisione del fatturato futuro, che servirà come metodo di restituzione del capitale offerto all’azienda in cui il Revenue-based Financing player investe.

Inoltre, rispetto alle altre forme di finanziamento, il Revenue-based Financing ha un importo fisso in base al capitale investito, ma non un tempo preciso di restituzione dei fondi che si ha investito.

Per cui il rendimento del capitale investito degli investitori dipenderà dalle tempistiche dei pagamenti.

Viene da sé che l’investitore otterrà un ritorno più rapido del capitale investito, quanto più rapido è il tasso di crescita dell’azienda.

Quindi questo modello di finanziamento basato sul fatturato permette ad ambedue le parti di ottenere vantaggi: consente all’investitore di ottenere guadagno in proporzione alla crescita dell’azienda che si è deciso di finanziare e permette alla società di accrescere i propri investimenti senza il rischio di perdere il controllo del proprio business.

Il RBF può essere una soluzione per le imprese che non riescono ad ottenere finanziamenti tramite i canali tradizionali.

Generalmente è progettato per le aziende che hanno un flusso di ricavo alto o aziende che attiveranno le loro entrate tramite l’uso di fondi.

L’obiettivo del RBF è di aiutare la crescita del business in maniera trasparente, chiara e diretta.

Alla base c’è l’idea di condivisione del rischio di impresa con le aziende in cui si investe, oltre a quella di condivisione dei momenti alti e bassi delle performance dei ricavi (dovute a situazioni macroeconomiche o stagionali).

Infatti, la flessibilità della restituzione del capitale consente di effettuare pagamenti allineati alle possibilità dell’azienda stessa.

Come funziona il Revenue-based Financing?

Ecco le caratteristiche principali del modello di finanziamento basato sulle entrate:

  • è un finanziamento con un obiettivo di rimborso fisso, raggiungibile in un periodo non definito di anni
  • viene assegnato con un importo di rimborso da 1,5 a 2,5 volte rispetto al prestito principale
  • i periodi di rimborso sono flessibili, variano in base al fatturato dell’azienda
  • non c’è condivisione di equity, quindi l’imprenditore che riceve il capitale non deve vendere le proprie azioni all’investitore

A chi è rivolto Il Revenue-based Financing?

Tendenzialmente il modello di RBF è destinato a startup, PMI e e-commerce. Le aziende che possono essere finanziate con il metodo RFB sono generalmente aziende innovative con modelli di business SaaS, marketplace o che si basano su abbonamenti, e di conseguenza con entrate certe e con una stagionalità legata all’e-commerce.

Basandosi su una valutazione pre-investimento data-driven, tale modello di finanziamento è destinato ad aziende che presentano una serie di attività di digital marketing avanzate, in quanto queste informazioni risultano più tracciabili rispetto ad altre e quindi ideali per una corretta analisi aziendale.

Sono necessari dei documenti?

Non sono necessari documenti. Tramite la loro piattaforma è possibile ricevere capitali da 10.000 a 5.000.000€ per sostenere l’aumento delle vendite online. Le imprese destinatarie sono SaaS, e-commerce e online retail, marketplaces e subscription-based.

PNRR nel sistema Italia

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Nella Foto: Prof. Avv. Giuseppe Catapano

A cura del Prof. Avv. Giuseppe Catapano

Gli errori fin qui commessi attraversano le epoche dei governi Conte, Draghi e Meloni : epoca Conte, si è badato esclusivamente alla dimensione quantitativa delle risorse che l’Europa ci concedeva, senza avere la ben che minima idea di cosa farne e quindi senza rendersi conto che occorreva un piano strategico e non un semplice elenco di voci di spesa da sostenere. L’unica cosa che importava era sfruttare mediaticamente il risultato, che indubbiamente c’è stato, di aver convinto i paesi riottosi a far partire il Recovery e sbandierare i 209 miliardi, cui si aggiungevano altri fondi Ue per arrivare a circa 350 miliardi, come fossero una preda cacciata. 

 epoca Draghi, è arrivata a sommare qualcosa come 171 mila progetti e progettini – di cui finora ne sono stati realizzati solo l’1% – mettendoci dentro di tutto di più, dai campi per giocare a padel ai cimiteri. Una follia in sé, resa ancora più grave dalla assoluta mancanza di una gerarchia basata sul livello di strategicità dei progetti. 

(sempre epoca Draghi): le riforme richieste dall’Europa come conditio sine qua non per erogare i finanziamenti sono state fatte, ma proprio perché vissute come un obbligo e non come un’opportunità, risultano gusci vuoti. In parte perché parziali e poco coraggiose, e in parte perché nominali, scritte per rimanere sulla carta e non per essere davvero incisive.

in nessun momento si è mai pensato che la scrittura e l’attuazione del Pnrr richiedessero un metodo e una prassi da “unità nazionale”, neppure quando c’era un governo tecnico sostenuto da una larga parte delle forze politiche e parlamentari. Invece, era e resta un requisito fondamentale, per evitare che sull’altare della competizione politica – che in Italia è continua, come se si fosse in una campagna elettorale permanente, e per di più aggravata dal virus letale del populismo – venga sacrificata la continuità dei progetti e la velocità del loro avanzamento.

 non è stata sollevata da nessuno, tranne che, pur troppo timidamente, dall’attuale governo, la questione culturale che da noi sottende la realizzazione delle opere, grandi o piccole che siano. Parlo, da un lato, del “no” per principio a qualunque opera, che a sua volta si articola in un “no sempre e comunque” a cura di una minoranza rumorosa che non trova un adeguato controcanto (dove sono finiti i comitati pro Tav che pure per un momento hanno trovato il coraggio di scendere in piazza?), e in un “ok, ma non nel mio giardino”, che è invece ad appannaggio di una vastissima fetta di opinione pubblica. E parlo, dall’altro lato, di un diffuso pregiudizio ideologico secondo il quale in ogni appalto si annida una sicura fonte di corruzione, che va preventivamente stroncata se non impedendo la costruzione dell’opera in assoluto, di certo alzando l’asticella degli ostacoli che si frappongono sul suo iter, finendo per allungarne a dismisura i tempi e i costi di realizzazione.

La più decisiva di tutte è una questione strategica che avrebbe dovuto accompagnare il percorso del Pnrr: risolvere alcune questioni dirimenti senza le quali l’attuazione sarebbe stata difficile, per non dire impossibile. Si dirà: ma queste sono le famose riforme strutturali che Bruxelles ha voluto fossero inserite nel Pnrr. Sì e no. Sì se ci si riferisce alla riforma della giustizia, che peraltro prima Cartabia ha solo abbozzato e che ora Nordio ha solo evocato. No, se ci si riferisce ad almeno quattro questioni dirimenti. 

La prima è quella della pubblica amministrazione, la quale è stata fin qui sottoposta ad una serie di riforme più di carattere simbolico che altro – i vari “decreti semplificazione” non hanno mai spazzato via la “sabbia procedurale” che blocca ogni cosa – ma mai ad una revisione radicale che faccia della semplificazione delle norme (a monte) e dei metodi operativi (a valle) i suoi obiettivi centrali. D’altra parte, una vera riforma della PA non si può realizzare se non s’interviene in modo altrettanto radicale sull’articolazione del nostro decentramento amministrativo e sulla conseguente ripartizione delle competenze tra Stato centrale ed enti locali. 

il secondo intervento con cui andava (e tuttora andrebbe) accompagnato il Pnrr è la controriforma del titolo V, operando un coraggioso sfoltimento del numero dei Comuni e dell’esistenza in vita tra Regioni e Province. La terza questione è quella della politica industriale. Non si affronta un gigantesco piano di investimenti infrastrutturali senza essere dotati – e se si è sprovvisti, come è in effetti nel nostro caso, si provvede alla bisogna – di un sistema di imprese non dico ottimale ma almeno sufficiente. Per questo andavano aiutate a crescere le poche imprese che abbiamo, e fatte nascere realtà nuove. 

Il quarto nodo non sciolto – mancano anche i lavoratori. Può sembrare paradossale, visto che abbiamo il tasso degli occupati sul totale della popolazione in età lavorativa tra i più bassi in Europa, ma oggi le aziende non sanno dove sbattere la testa, sia che riguardi manodopera qualificata sia che riguardi manovalanza.

Che cosa può concretamente fare il governo Meloni per evitare un disastro, di cui peraltro porterebbe la firma ma avrebbe una responsabilità non certo esclusiva?

 Due cose l’ha già fatte: istituire una cabina di regia unica mettendola nelle mani giuste, e portare a compimento la riforma del Codice degli appalti, sulla quale si possono avanzare alcune riserve specifiche ma che di sicuro ha il merito di aver rotto dei tabù. Non siamo ancora ad un sistema ideale di poche e semplici regole che facilitino il lavoro degli onesti e puniscano i disonesti in modo esemplare, ma è meglio di niente. Se ora Meloni si decidesse a sciogliere le briglie che sono state messe alla riforma organica della giustizia che ha in mente Nordio, della quale un pezzo importante è quella relativa alla giustizia civile, l’effetto della revisione del Codice degli appalti sarebbe ancora più significativo. Poi c’è da decidere se mantenere l’intero impianto del Pnrr o se ridimensionarlo. Io penso che sarebbe meglio mantenere l’ammontare complessivo delle risorse ma ridurre drasticamente il numero dei progetti, aumentando la portata e la strategicità di quelli prescelti .

Riepilogando : 

 – presentate in modo organico agli italiani – e iniziare a metterle a terra, sarebbe tanta roba. Se poi ci fosse anche un po’ di coraggio cui la politica italiana ci ha disabituato, sarebbe ancora meglio. Mi permetto di dare due idee forti, una costruens e l’altra destruens. La prima: ricostruiamo l’Iri. L’ubriacatura liberista è finita e, per non lasciare che al suo posto si affermi un dirigismo di quart’ordine senza la cultura e gli strumenti necessari ad affermare un ruolo di indirizzo strategico dello Stato laddove c’è da colmare le lacune del mercato – meglio dotarsi dello strumento giusto. Per ora mi fermo a questa suggestione, ma mi riprometto di tornare sull’argomento in modo più completo. La seconda: aboliamo l’Anac, l’autorità nazionale anticorruzione. Ho sempre pensato che la sua nascita sia stato un grave errore (perché dava per scontata la moralistica equazione “business = malaffare”) e peggio è stata la sua esistenza in vita, fino all’improvvida uscita, poi parzialmente ritrattata, dell’attuale presidente, Giuseppe Busia, secondo cui le regole più leggere del nuovo Codice favorirebbero il diffondersi della corruzione. Ora, confortato dal parere del professor Giulio Sapelli (“uno Stato serio non ha bisogno dell’Anac, significa delegare l’amministrazione ai pm”), penso che occorrerebbe rimuovere uno dei motivi di ritardo se non di blocco dell’attività economica.

Insomma, ora che per via del Pnrr tutti i nodi del sistema Italia sono venuti al pettine – da un decentramento amministrativo elefantiaco e inefficiente ad una burocrazia anelastica e farraginosa, dalla mancanza di personale qualificato nella pubblica amministrazione ad un numero sempre più ridotto di imprese italiane di primo livello, dalla deriva panpenalista delle gare pubbliche e più in generale dell’attività economica all’incapacità di fare riforme che, pur danneggiando qualche corporazione, potrebbero dare impulso allo sviluppo – si abbia la lungimiranza e la determinazione di riesumare lo spirito del Secondo Dopoguerra. Sapendo che per affrontare una grande emergenza – e la realizzazione del Pnrr lo è – non servono i commissari straordinari, serve l’unità d’intenti. Lo ha suggerito anche un uomo oggi all’opposizione, ma saggio ed equilibrato come il presidente Casini: in un tanto nobile quanto finora inascoltato appello all’insegna della responsabilità nazionale ha detto che “per non sprecare i fondi pubblici serve un armistizio tra destra e sinistra”. Una collaborazione tra le diverse parti politiche e tra i diversi livelli istituzionali ed amministrativi dello Stato. Meloni non abbia paura di uscire dagli schemi: massimizzare il risultato sul Pnrr significa minimizzare il fardello che graverà sulle spalle delle prossime generazioni. Non sarebbe un risultato di poco conto per la prima donna a palazzo Chigi.

Il passato nel presente per non smarrire il futuro

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A cura del Prof. Avv. Giuseppe Catapano
Certamente la storia non se la passa tanto bene nelle nostre scuole. Marginalizzata nella prova scritta della maturità, rimodulata nei programmi in nome di una sacrosanta esigenza di maggiore conoscenza delle vicende contemporanee, è in difficoltà anche nelle università, dove continua una progressiva riduzione delle cattedre di discipline storiche. Abbiamo lo sguardo così teso al nuovo, al futuro, alle infinite e affascinanti prospettive che le moderne tecnologie ci offrono, che abbiamo veramente poche energie da dedicare ai fatti del passato  e alla loro conoscenza.

In effetti il presente è così ricco, intenso, drammatico, veloce nel suo continuo accadere, che dobbiamo avere delle buone e solide ragioni per interessarci alla storia e agli eventi che l’hanno costruita.

Forse ciò che dobbiamo riscoprire  è che si vive meglio e si capisce di più la realtà evitando la contrapposizione tra passato e presente.

È affascinante guardare la storia come un dialogo. Perché significa che passato e presente possono interagire, che il tempo che passa non cancella ma incrementa un rapporto possibile, e soprattutto che non tutto è già scritto, che c’è una partita di conoscenza reciproca ancora tutta da giocare. Ma è una partita interessante se si gioca su fatti e non sulle idee o ancor peggio, sulle ideologie. C’è un presente che scaturisce da questo dialogo, un presente sempre nuovo e sempre da scoprire.

E’ appena iniziata la settimana “ dinamica dell’avvenimento cristiano, è descrivibile sia partendo dal passato e venendo verso il presente, sia partendo dal presente e andando verso il passato”. Si tratta di “un avvenimento del passato rinvenibile nell’esperienza di un avvenimento presente. Di un avvenimento presente che si può spiegare solo in forza di un avvenimento del passato”.

Se oggi accade di incontrare uomini  la cui vita è cambiata, che si ritrovano a fare memoria di quel pane spezzato e benedetto, che appartengono a una storia di cui possono dire “solo qui ci sono parole che spiegano la vita”, siamo di fronte a un fatto presente che si spiega solo in forza di quell’avvenimento passato. E quel passato continua a vivere anche oggi in un presente concreto e incontrabile nell’esperienza di  uomini del nostro tempo. Fatti del passato che spiegano il presente. Un presente che è vero in forza di un passato.

Ma senza il gusto dei fatti, fatti del passato, fatti del presente, senza la lealtà di fronte ad essi, anche il cristianesimo finirebbe soffocato dall’ideologia o dai pregiudizi. Oppure ridotto a un vago sentimento soggettivo. Sulle ideologie si può discutere. I sentimenti sono fragili e passeggeri. La carne di persone vive e incontrabili è invece indiscutibile e certa. Di questo abbiamo bisogno perché la nostra vita sia “spiegata”.

Segreti militari?

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Nella Foto: Colonello(r) Georgel Rusu, Giornalista Ionela Polinciuc

A cura di Ionela Polinciuc

L’intelligenza artificiale esiste da molti anni. Più vicino a noi, negli ultimi anni sono state sviluppate anche varie interfacce di comunicazione. C’è molta competizione tra i vari “produttori” di intelligenza artificiale per rendere le cose il più utili possibile, il più attraenti possibile, il più possibile utilizzabili in diversi campi e soprattutto il più commerciabile possibile.

Un evento scientifico, durato dal 2 al 5 marzo 2023, organizzato dall’Università Apollonia di Iasi, ha riportato alla nostra attenzione l’importanza della comunicazione in vari modi. Vasile Burlui, presidente dell’università, insieme ai suoi collaboratori ha voluto presentare la XXXIII edizione del Congresso Internazionale ”Prepariamo il futuro promuovendo l’eccellenza”. Presente anche l’Accademia Universitaria Degli Studi Giuridici Europei ( A.U.G.E.) rappresentata dal rettore Prof. Avv. Giuseppe Catapano, insieme alla sua equipe.

Tra i temi presentati nell’evento culturale, ne ho scelti alcuni che ho raggruppato in quello che ho chiamato: l’intelligenza artificiale in campo militare tra il solito ed il segreto.

Perché l’idea di auto intelligenti e autonome o semi-autonome ha trasceso il palcoscenico della letteratura e del cinema di fantascienza, diventando o essendo in procinto di diventare realtà. Esistono robot genericamente chiamati sistemi d’arma autonomi letali, sviluppati e utilizzati dalle forze militari perché riducono l’esposizione delle persone sul campo di battaglia e diventano sempre più efficaci nei conflitti.

Viviamo nella tecnosfera, in un’epoca conquistata dall’Internet of Things o dall’Intelligenza Artificiale (AI) che tende verso un’automazione quasi totale dei processi industriali.

Allo stesso modo, i veicoli aerei senza equipaggio – o nel linguaggio comune, i droni – sono usati come giocattoli o per catturare immagini dall’alto, ma hanno anche dimostrato la loro efficacia in campo militare, con carichi convenzionali. I veicoli terrestri senza equipaggio sono robot che possono essere utilizzati per attacchi terrestri ed i veicoli subacquei senza equipaggio sono utilizzati per varie operazioni militari subacquee. Si sta facendo un intenso lavoro sulla parte di miniaturizzazione delle macchine intelligenti, migliorando la precisione e il coordinamento degli attacchi, aumentando il carico che può essere montato su questi sistemi, ecc. Ma dato che l’argomento è estremamente lungo e strettamente militare, non ci permette di invadere lo spazio non vicino a noi.

Ad esempio: l’ex amministratore delegato di Google sostiene che l’intelligenza artificiale sarebbe rivoluzionaria per la guerra come le armi nucleari. Un argomento che ha bisogno di tempo per essere spiegato nei minimi dettagli, ma, ho avuto l’onore di accogliere l’autore del libro TransUmanesimo e lo strumento militare del potere: Georgel Rusu, che ha contribuito a comprendere almeno i primi fondamenti di questo, se così vogliamo chiamarlo, segreto militare.

Una domanda che viene spontanea ora: la Cina, una vera minaccia per gli Stati Uniti? Certamente, un altro argomento importante di cui parleremo la prossima volta, anche con il professore associato Georgel Rusu, incontrato al Congresso Internazionale “Prepariamo il futuro promuovendo l’eccellenza”, dove il professore, insegna agli studenti discipline molto importanti per la crescita mentale.

Nella Foto:  il Colonnello (r) Georgel RUSU riceve il premio consegnato dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Daniel PETRESCU

Professore, l’idea di scrivere questo libro, Il transumanesimo e lo strumento militare del potere, da dove, da quando e come?

Tra il 27 febbraio e il 1 marzo 2020, la comunità accademica dell’Ateneo Apollonia/Iasi ha organizzato la XXX-esima edizione del Congresso Internazionale, con lo slogan “Prepariamo il futuro promuovendo l’eccellenza”. Su iniziativa dell’accademico Vasile Burlui (Presidente dell’Università) Sezione E) aveva il titolo: Postumanesimo e Transumanesimo.

Questo ha particolarmente suscitato il mio interesse. È venuto nel senso che ero preoccupato e avevo letto letteratura sull’argomento. Abbiamo avuto una comunicazione sul campo che è stata pubblicata anche sull’International Journal of Communication Research. Inoltre il mio lavoro è stato considerato molto interessante da un certo numero di case editrici che mi hanno chiesto di scrivere un libro sull’argomento. Ho optato per la casa editrice Lambert in Belgio.

All’inizio del 2021 è apparsa la prima edizione di Considerazioni sul transumanesimo e il postumanesimo nell’azione militare. La necessità di reimpostare il paradigma militare verso una nuova fase della civiltà?

Nel giugno dello stesso anno apparve la Seconda Edizione riveduta e aggiunta. Nello stesso anno, nel novembre 2021, il transumanesimo e il potere militare strumentale sono apparsi presso la casa editrice educativa ‘’Cartea Românească. ‘’. Nel 2022 il libro è stato nominato per il Premio Maresciallo Alexandru Averescu della rivista di pensiero militare rumena.

È un tema che susciterà interesse. Qui le cose sono solo all’inizio.

Intelligenza artificiale, sempre più utilizzata in ambito militare: cosa dicono i funzionari dei robot militari?

È noto che la maggior parte delle invenzioni e scoperte scientifiche che possono essere di interesse per la difesa sono utilizzate o sono oggetto di studio per l’uso in ambito militare. Molti degli stessi eserciti del mondo hanno istituzioni che si occupano di studi dedicati a varie applicazioni per armi, munizioni, ma anche per potenziare le qualità e le capacità del combattente. Una delle istituzioni è DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency). Questa è un’agenzia del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti che ha il ruolo di sviluppare nuove tecnologie per le forze armate. È stato istituito nel 1958 in seguito allo “shock dello Sputnik”.

Ma l’intelligenza artificiale viene studiata in molti altri luoghi. Sui “robot soldato” per ora c’è molta letteratura, molti film, molto… “esplorazioni tecnologiche”, tentativi e applicazioni ausiliarie. Quelli che sono “in bella vista” sono un tipo di robot che vengono utilizzati nell’ambiente tossico, nello sminamento, nella penetrazione in luoghi in cui l’uomo non può farlo o sarebbe troppo rischioso, ecc. Si scopre che almeno 50 paesi hanno tali “macchine”.

Approssimare l’uso di robot soldato, cyborg o persone “aggiornate” (tecnologicamente migliorate) non si può.. non si può parlare molto per diversi motivi. Alcuni sono legati alla natura legale di un approccio tecnologico transumano applicato al combattente, altri sono legati a implicazioni sociali, umanitarie, ecc., e altri ancora alla riservatezza del campo.

Nel mio libro viene presentata l’intenzione espressa da un capo di stato maggiore di un esercito occidentale che intende negli anni immediatamente successivi introdurre robot nella dotazione in strutture specifiche.

È un ufficiale, ma… Le decisioni vengono prese a livello politico. La guerra è dichiarata e combattuta dai paesi, e gli eserciti sono esecutori di queste decisioni.

L’uso dell’intelligenza artificiale in campo militare potrebbe avere conseguenze non intenzionali?

L’intelligenza artificiale è utilizzata in molte aree. Questa (IA) è stata “portata” lì per fare più e meglio atti e azioni che aumenterebbero l’efficienza. L’intelligenza artificiale non è solo robotica, più di una semplice meccanica. È anche usato in termini di “politiche transumaniste”. Vengono evidenziati tre livelli di sviluppo transumanista: banale, convenzionale e transumanista. Non tutto questo presuppone necessariamente l’IA. Ad esempio: lenti a contatto, vaccini sono considerati banali, operazioni estetiche, l’uso di farmaci per il potenziamento mentale, protesi dedicate a persone con arti amputati, ecc. sono catalogati convenzionalmente. Ulteriormente, però, inizia il livello transumanista, un luogo dove si vuole superare il dato umano (capacità e qualità indotte/operate ad un livello che tutti vogliono, l’uomo immortale; l’uomo come proprio Dio, ecc.).

Le conseguenze non intenzionali dell’IA significano qualcosa di relativo, se pensiamo a coloro che sono i generatori del concepimento, coloro che organizzano il campo e implementano il tema stanno considerando di aumentare l’efficienza, e i “beneficiari” (il pubblico) stanno probabilmente pensando agli effetti collaterali, sfuggendo al controllo, assumendo compiti non programmati, errori, ecc.

Alcuni comandanti dicono che sarebbe preferibile al soldato cyborg che esegue esattamente gli ordini, non commette errori, non stupra, ecc. Altri sostengono la necessità del soldato con il proprio discernimento. E su queste cose troverete dettagli in Transumanesimo e lo strumento militare del potere.

Come viene attualmente utilizzata l’intelligenza artificiale in campo militare?

Come ho detto prima, ci sono diversi posti da usare. Alcuni di questi sono simili alla vita civile. La medicina militare utilizza tecnologie che vengono utilizzate anche nelle cliniche civili. C’è anche l’uso nei “giochi di staff”, nei “giochi di guerra”, nella pianificazione di varie aree e in altre attività specifiche. Ad esempio, uno dei programmi DARPA prevede “tecniche” di lettura / trasmissione di pensieri tra i militari di una struttura. Esiste una tecnologia che riconosce l’ambiente e trasmette anche interpretazioni basate su programmi preesistenti, ecc.

Esistono robot genericamente chiamati sistemi d’arma autonomi letali, sviluppati e utilizzati dalle forze militari perché riducono l’esposizione delle persone sul campo di battaglia e diventano sempre più efficaci nei conflitti. Che ne pensa?

Il primo “robot killer” ha le sue origini in tempi lontani quando venivano create varie trappole o armi con azionamento meccanico determinate dalla preda stessa in esame.

Probabilmente è seguito da mine con varie destinazioni (anti-fanteria, anti-nave, anti-carro).

Sono state create anche varie installazioni di armi con “azione a distanza” (innescate dalla struttura militare che le ha nella sua dotazione o anche da quelle che combatte).

Hanno dimostrato la loro “efficacia” sul campo di battaglia, ma hanno un grande “hib”/un grande “difetto”: agiscono senza un breakout! I civili o persino gli animali possono cadere vittime di lui. Ciò ha causato il divieto di un certo numero di tali armi da parte dei trattati internazionali nel corso del tempo. Il diritto della guerra tra le sue componenti e il diritto internazionale umanitario si riferisce alla lotta armata condotta dai militari – esseri umani – con mezzi e metodi “ammessi”. Gli “slittamenti” di questi dispositivi porterebbero alla violenza fuori controllo e alla possibile scomparsa dell’umanità in un’escalation globale.

Forse questo porterebbe anche all’ammissione dell’uso militare di cyborg, di persone “tecnologicamente migliorate”, “potenziate” oltre ciò che è considerato normale per un essere umano. E su questo presento nel libro una serie di argomenti.

A cosa pensa quando suggerisce che non sarebbe consigliabile usare soldati cyborg?

Ho in mente: L’uomo è dotato di discernimento, affetti e sentimenti impossibili da riprodurre Tecnologicamente. Le implicazioni giuridiche sono enormi. Dovrebbero essere stabiliti limiti (norme speciali), responsabilità, affidamento sulla coscienza, discernimento, ecc. Un codice penale per gli esseri transumani?! Un codice penale per i cyborg?! La responsabilità del colpevole?!

I combattenti cyborg o “umanoidi transumani” colpiti cinicamente dovrebbero essere considerati feriti o difettosi?! Quelli totalmente fuori dalla lotta sono uccisi o distrutti?

Coloro a cui il software è influenzato da vari metodi possono essere considerati / classificati come …? Le perdite subite da truppe di questo tipo saranno considerate neutralizzazione se la percentuale di rimozione dalla battaglia è … ?! La distruzione di una tale struttura può essere dichiarata se …?!

Ogni confronto violento è un luogo extremis e riguarda il raggiungimento di obiettivi e obiettivi umani. Solo l’uomo conosce e ha la responsabilità di iniziare l’azione violenta e tutto questo può e deve fermare il fenomeno.

Chi userebbe una guerra di questo tipo? Che tipo di obiettivi avrebbe? Quali tratti pensa che potrebbero allontanare i potenziali desiderosi di diventare cyborg?

Non sappiamo se esista una “reversibilità” del processo di upgrading (sensi come quelli di alcuni animali: olfatto, udito, vista, forza fisica, forza del morso, ecc.)dell’essere umano. La coscienza è peculiare dell’uomo e i processi collaudati di “autocoscienza” (dell’IA) non coprono ciò che di solito ci aspettiamo dalla manifestazione della nozione di base.

Non sappiamo e non saremo in grado di stabilire in pieno accordo la delimitazione tra l’essere umano nel nostro senso (classico) e “l’uomo?! – cyborg”

Cosa ne pensa delle nuove tecnologie AI specializzate nella comunicazione?

Il fatto che negli ultimi anni siano stati sviluppati motori come l’intelligenza artificiale

generativa – un software in grado di generare testo, immagini o video – indica

un salto spettacolare, ma non con attributi umani. Anche ChatGPT può essere posizionato solo a livello di motore di ricerca.

Un argomento che dimostra che il combattente umano è preferibile al combattente cyborg.

Penso che l’esempio necessario esista nel libro. La discussione tra un politico e uno specialista.

Nell’intelligenza artificiale: Se si ha a disposizione una tecnologia in grado di vedere dal cosmo la pallina da ping-pong nell’erba, perché si ha ancora bisogno di avere persone anche sul campo nemico?!

Perché solo l’uomo può indovinare le intenzioni!

Come dovrebbe essere chiamato il salto da fare se l’umanità dovesse passare da ciò che siamo a ciò che stiamo proponendo?

Dall’homo sapiens all’homo cyberneticus! Su queste cose e molto altro ancora troverete spiegazioni nel libro.

Va aggiunto che il professor Georgel RUSU porta con sé l’esperienza di una speciale carriera militare, di cui più di un decennio nelle strutture centrali del Ministero della Difesa, ed i suoi approcci di scrittura significano diversi libri e dozzine di articoli pubblicati in pubblicazioni prestigiose, nonché comunicazioni scientifiche in vari eventi di genere.

IL PARTITO DEL TERZO POLO SARÀ UN FLOP?

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Nella Foto: Da sinistra: prof. Avv. Giuseppe Catapano, Prof. Cesare Cilvini,

A cura del Prof. Avv. Giuseppe Catapano

Diciamolo chiaramente: fin qui tanto Azione quanto Italia Viva sono stati, pur con modalità e intensità diverse, partiti personali, nati per volontà dei rispettivi fondatori e gestiti a loro immagine e somiglianza. Fonderli come se fossero due società per azioni, badando solo ad evitare che nessuno dei due lanci un’opa ostile nei confronti dell’altro, non produrrà, temo, qualcosa di migliore. Né, temo per loro, qualcosa di successo, inteso come forza durevole capace di sopravvivere all’eventuale parabola declinante del o dei “padroni”. Diverso, invece, è se nascerà un nuovo soggetto, senza un leader preconfezionato, che a me personalmente piacerebbe avesse l’obiettivo di dare una casa ai riformisti (o riformatori, se si preferisce) accogliendo tutti coloro che non si riconoscono nel bipopulismo italico, trasformazione peggiorativa del già pessimo bipolarismo della Seconda Repubblica. Quindi non una fusione – operazione che peraltro nella politica italiana non ha mai portato bene a nessuno di quelli che l’hanno praticata – ma l’azzeramento di ciò che c’è a favore di un nuovo partito, creato attraverso un congresso fondativo privo di un esito predeterminato, in cui si confrontano tesi e personalità politiche fino a definire maggioranze, minoranze, gerarchie. Per capirci, l’esatto opposto del modo con cui nell’ottobre del 2007 nacque il Pd, con Veltroni già incoronato e il dosaggio delle componenti predisposto prima del congresso, che fu – lo ricordo, ero presente – solo ed esclusivamente celebrativo. Altrimenti è meglio limitarsi ad un semplice “cartello elettorale”, come sembra volere Emma Bonino, seppure più per non avere ancora digerito quello che lei chiama il “voltafaccia” di Calenda rispetto all’alleanza con il Pd alle scorse elezioni politiche. Per il resto, lo spazio politico del “partito che (per ora) non c’è”, è enorme. Sia perché la nomina di Elly Schlein sposta il Pd a sinistra e lo schiaccia sui 5stelle, costringendolo più di quanto già non fosse su posizioni che saranno un mix di massimalismo, radicalscicchismo e populismo (vedi i distinguo in salsa pacifista sull’Ucraina e i contorcimenti sul termovalorizzatore a Roma), del tutto indigeribili a qualunque riformista.

E sia perché le turbolenze dentro la maggioranza di governo, con Meloni da una parte e Salvini e Berlusconi dall’altra in un singolare rovesciamento delle parti tra moderati e non, potrebbero mettere da un momento all’altro in movimento il quadro politico, aprendo spazi sul fronte del centro del centrodestra. Inoltre, è certo che una componente assai larga del crescente partito dell’astensione sia formata da elettori che via via non si sono più riconosciuti, fino al punto da rimanere a casa al momento del voto, nelle due alleanze del sistema politico, per via della soffocante polarizzazione che gli hanno dato, e che dunque sono ampiamente recuperabili se gli si prospetta di scegliere non l’ennesimo partitino ma qualcosa che si ponga l’obiettivo di una rifondazione della politica italiana.

Il “campo largo” non è quello che si realizza facendo alleanze con altre forze, né a sinistra né a destra, ma quello rappresentato dalla prateria degli elettori stanchi e disillusi cui occorre riaccendere la speranza nel presente e nel futuro offrendo loro un progetto che abbia solide radici culturali e vada ben al di là delle parole d’ordine, degli slogan oppositivi, del piccolo cabotaggio quotidiano. Sollecitazioni ad andare in questa direzione sono venute da tanti amici: Marco Bentivogli, Giuliano Cazzola, Beppe Facchetti, solo per citarne alcuni. Per non parlare del lavoro che fa Christian Rocca con la sua Linkiesta e l’iniziativa presa da Alessandro De Nicola a Milano nel mondo liberaldemocratico. Si tratta di non lasciarle cadere nel vuoto di una discussione che, finora, ha riguardato più le figure di Calenda e Renzi che altro. La proposta di grande respiro e fuori dagli schemi con cui la “casa di tutti i riformisti” potrebbe – dovrebbe – presentarsi agli italiani e chiamarli alla partecipazione, magari articolando le posizioni interne tra le sue diverse componenti, e le relative proposte di leadership, sulle scelte specifiche che i neo-padri costituenti saranno chiamati a fare per rendere più moderna ed europea l’Italia. Se così sarà il nuovo partito avrà un senso e vita lunga. Altrimenti temo che rappresenterà l’ennesima occasione sprecata.

Secrete militare?

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In Foto: De la sx: Col.(r) Georgel Rusu, Giornalista Ionela Poinciuc


Curatoriat de Ionela Polinciuc

In foto: Col. (r) Georgel RUSU primind premiul înmânat de Șeful Statului Major al Apărării General Daniel PETRESCU 


Inteligența artificială există de mai mulți ani. Mai aproape de noi, în ultimii ani au fost
dezvoltate și diverse interfețe de comunicare. Există o mare concurență între diverși
„producători” de inteligență artificială pentru a face lucruri cât mai utile, cât mai
atrăgătoare, cât mai utilizabile în diferite domenii și mai ales cât mai vandabile. În felul acesta se pot câștiga și bani buni.
Un eveniment științific, care a durat in perioada 2-5 martie 2023, organizat de
Universitatea Apollonia din Iasi ne-a adus din nou în atenție importanța comunicării în
varii moduri. Vasile Burlui, presedintele universitatii, impreuna cu colaboratorii sai a tinut sa prezinte a XXXIII  editie al Congresul International ‘’ Pregatim viitorul promovand excelenta.’’  
Dintre temele prezentate în evenimentul cultural, am ales unele pe care le-am grupat în ceea ce eu am numit: inteligenta artificiala in domeniul militar între uzual și secret.
Pentru ca ideea mașinilor inteligente și autonome sau semi-autonome a depășit stadiul literaturii și cinematografiei științifico-fantastice, devenind sau fiind pe cale să devină realitate. Există roboți denumiți generic Lethal Autonomous Weapons Systems, dezvoltați și utilizați de forțele militare pentru că reduc expunerea oamenilor pe câmpul de luptă și devin din ce în ce mai eficienți în conflicte.
Trăim în technosferă, într-o eră acaparată de Internet of Things sau Artificial Intelligence (AI) care tinde spre o automatizare cvasi-totală a proceselor industriale.
Similar, Unmanned Aerial Vehicles – sau în limbajul uzual, dronele – sunt folosite ca
jucării sau pentru a capta imagini de la înălțime, însă și-au dovedit eficacitatea și în
domeniul militar, cu încărcătură convențională. Unmanned Terestrial Vehicles sunt
roboți care pot fi utilizați pentru atacuri terestre, iar Unmanned Underwater Vehicles
sunt folosite pentru diverse operațiuni militare subacvatice. Se lucrează intens la partea de miniaturizare a mașinilor inteligente, îmbunătățirea preciziei și coordonării atacurilor, creșterea încărcăturii ce poate fi montată pe aceste sisteme etc. Dar dat fiind ca subiectul este extrem de lung si strict militar nu ne permite sa invadem spatiul non apropriat noua. De exemplu:  Fostul director executiv al Google susține că Inteligența Artificială ar fi la fel de revoluționară pentru război precum armele nucleare. Un subiect care are nevoie de timp pentru a fi explicat in cel mai mic detaliu, dar, am avut onoarea de a intampli autorul cartii TransHumanismul si instrumentul militar de putere: Georgel Rusu, care –a ajutat sa inteleg cel putin primele temelii al acestui, daca asa vrem sa il denumim, secret militar.
O intrebare care vine spontan acum: China, o reală amenințare pentru SUA? Cu
siguranta, un alt important subiect despre care vom vorbi data viitoare, tot cu
Conferențiarul universitar Georgel Rusu, intalnit la Congresul International ‘’ Pregatim
viitorul promovand excelenta’’ unde profesorul, preda studentilor discipline foarte
importante pentru cresterea mentala.
Domnule Profesor, ideea de a scrie aceasta carte, Transhumanismul și
instrumentul militar de putere, de unde, de când și cum?

În perioada 27 februarie – 1 martie 2020, comunitatea academică a Universității
Apollonia/Iași a organizat cea de-a XXX-a ediție a Congresului Internațional, sub
sloganul „Pregătim viitorul promovând excelența”. La initiativa domnului academician Vasile Burlui (Președintele Universității) Secțiunea E) a avut Titlul: Posthumanism și Transhumanism.
Lucrul acesta mi-a stârnit interesul în mod deosebit. Venea pe sensul în care eram
preocupat și citisem literatură despre subiect. Am avut o comunicare pe domeniu care a fost publicată și în International Journal of Communication Research. Mai departe
lucrarea mea a fost considerată foarte interesantă de o seamă de edituri care, mi-au
solicitat să scriu o carte pe această temă. Am optat pentru Editura Lambert din Belgia. La începutul anului 2021 îmi apărea prima ediție din Considerations regarding
Transhumanism and Posthumanism in the Military Action OrThe Need for Resetting
 the Military Paradigm towards a New Stage of Civilisation? În luna iunie același an a
apărut Ediția a II-a revăzută și adăugită.
În același an, în noiembrie 2021, la Editura Cartea Românească Educațional apărea
Transhumanismul și instrumental militar de putere. În anul 2022 cartea a fost
nominalizată la premiul Mareșal Alexandru Averescu a Revistei Gândirea Militară
Românească.
Este o temă care va suscita interes. Aici lucrurile sunt abia la început.
Inteligența artificială, tot mai folosită în armată: Ce spun oficialii despre roboții soldați?
Este știut că majoritatea invențiilor și descoperirilor științifice care pot prezenta
interes pentru apărare sunt folosite sau fac obiectul studiului în vederea folosirii în
armată. Multe dintre armatele lumii au ele însele instituții care se ocupă de studii
dedicate diverselor aplicații pentru armament, muniții, dar și pentru potențarea calităților și capacităților luptătorului. Una dintre instituții este DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency ). Aceasta este o agenție a Departamentului Apărării al Statelor Unite care are rolul de a dezvolta noi tehnologii pentru forțele armate. A fost înființată în 1958 în urma „șocului Sputnik.”
Dar inteligența artificială se studiază în multe alte locuri. Despre „roboții soldați”
deocamdată există multă literatură, multe filme, multe „tatonări tehnologice”, încercări și aplicații auxiliare. Cele care sunt „la vedere” sunt de genul roboților care sunt folosiți în mediul toxic, în deminări, în pătrunderea în locuri în care omul nu o poate face sau ar fi prea riscant etc. Se pare că cel puțin 50 de țări au astfel de „utilaje”.
Despre utilizarea unor roboți soldați, cyborgi sau oameni „upgradați” (îmbunătățiți
tehnologic) nu se poate vorbi prea mult din mai multe considerente. Unele țin de natura juridica a unui demers tehnologic transhuman aplicat luptătorului, altele țin de implicații sociale, umanitare etc., iar altele de confidențialitatea domeniului.
În cartea mea este prezentată intenția exprimată de un șef al statului major al unei
armate occidentale care intenționează ca în anii imediat următori să introducă în înzestrare roboți în structuri specifice.
Este un oficial, dar … deciziile se iau la nivel politic. Războiul se declară și se poartă de țări, iar armatele sunt executante ale acestor decizii. 
Folosirea inteligenței artificiale in domeniul militar ar putea avea consecințe
nedorite?

Inteligența artificială se folosește în foarte multe domenii. Aceasta (IA) a fost
„adusă” acolo pentru a face mai mult și mai bine acte și fapte care să sporească
eficiența. IA înseamnă mai mult decât robotică, mai mult decât mecanică. Aceasta este utilizată și în ceea ce privește „politicile transhumaniste”. Sunt evidențiate trei niveluri ale dezvoltării transhumaniste: trivială, convențională și transhumanistă. Nu toate aceste presupun cu obligativitate IA. Spre exemplu: lentilele de contact, vaccinurile sunt considerate de nivel trivial, operațiile estetice, utilizarea de medicamente pentru potențarea mentală, proteze dedicate persoanelor cu membre amputate etc. sunt catalogate de nivel conventional. Mai departe însă începe desfășurarea nivelului transhumanist, loc în care se dorește depășirea datului uman (capacitate și calități induse/operate la un nivel pe care și-l dorește fiecare, omul nemuritor; omul ca propriu Dumnezeu etc.).
Consecințele nedorite ale IA – inseamnă ceva relativ, dacă ne gândim că cei care sunt
generatorii de concepție, cei care organizează domeniul și pun în aplicare tema au în
vedere sporirea eficienței, iar „beneficiarii”(publicul) se gândesc probabil la efecte
colaterale, la scăparea de sub control, la preluarea de sarcini neprogramate, la erori
etc.
Aici încap o seamă de păreri pro și contra. Unii comandanți spun că ar fi de preferat
soldatul cyborg care execută întocmai ordinele, nu greșește, nu violează etc. Alții susțin nevoia soldatului cu discernământ propriu. Și despre aceste lucruri veți găsi amănunte în Transhumanismul și instrumentul militar de putere.
Cum este folosită in prezent inteligența artificială in domeniul militar?
Așa cum spuneam mai înainte există mai multe locuri de folosire. Unele dintre acestea sunt asemănătoare vieții civile. Medicina militară folosește tehnologii care se utilizează și în clinicile civile. Există și utilizarea în „jocuri de stat major”, în „jocuri de război”, în
planificarea diferitelor domenii și în alte activități specifice. Spre exemplu unul din
programele DARPA are în vedere „tehnici” de citire/transmitere a gândurilor între
militarii unei structuri. Există tehnologie care recunoaște mediul și transmite inclusiv
interpretări pe baza unor programe preexistente etc.
 
Există roboți denumiți generic Lethal Autonomous Weapons Systems, dezvoltați și utilizați de forțele militare pentru că reduc expunerea oamenilor pe câmpul de luptă și devin din ce în ce mai eficienți în conflicte. Dvs ce părere aveți? 
Primul „robot ucigaș” își are originile în timpuri îndepărtate când s-au creat diverse
capcane sau arme cu acționare mecanică determinate de chiar prada avută în vedere.
El este urmat, probabil, de minele cu diverse destinații (antiinfanterie, antinavă, antitanc).
 Au fost create și diverse instalații de arme cu „acționare de la distanță” (declanșate de structura militară care le are în înzestrare sau chiar de cei pe care îi combate).

Acestea și-au dovedit „eficiența” pe câmpul de luptă, dar au o mare„hibă”/un mare
„defect”: acționează fără discenământ! Pot să-i cadă victime persoane civile sau chiar
animale. Lucrul acesta a făcut ca în timp o serie de astfel de arme să fie interzise prin
tratate internationale. Dreptul Războiului având între componente și Dreptul
Internațional
Umanitar (vezi Solferino!) are în vedere lupta armată dusă de militari – ființe umane – cu mijloace și metode „admise”. „Derapajele” de la aceste fixuri ar duce la scăparea de sub control a violenței și la posibila dispariție a omenirii într-o escaladare globală.
Probabil că tot spre așa ceva ar conduce și admiterea folosirii ca militari a cyborgilor, a oamenilor „îmbunătățiți tehnologic”, „upgradați” dincolo de ceea ce se consideră normal pentru o ființă umană. Și despre acest lucru prezint în carte o seamă de argumente.
La ce vă gândiți când sugerați că nu ar fi indicată/recomandată o folosire a
soldaților cyborgi?

Am în vedere:

  • Omul este înzestrat cu discernământ, afecte și sentimente imposibil de reprodus
    tehnologic
  • Implicațiile juridice sunt enorme. Ar trebui stabilite limitele (norme speciale),
    răspunderi, întemeieri pe conștiință, discernământ etc. Un Cod Penal pentru ființe
    transhumane?! Un Cod Penal pentru cyborgi?! Răspunderea făptuitorului?!
  • Luptătorii de tip cyborg sau ”umanoid transhuman” loviti cinetic ar trebui să fie
    considerați răniți sau defectați?! Cei scoși total din luptă sunt uciși sau distruși?
    Cei cărora le este afectat softul prin diverse metode pot fi considerați/categorisiți
    ca …? Pierderile suferite de trupele de acest fel vor fi considerate neutralizare
    dacă procentul de scoatere din luptă este de … ?! Nimicirea unei astfel structuri
    poate fi declarată dacă …?!
  • Orice confruntare violentă reprezintă un loc extremis și are în vedere înfăptuirea
    unor scopuri și obiective umane. Doar omul știe și poartă răspunderea pentru
    demararea acțiunii violente și tot acesta poate și trebuie să stopeze fenomenul.
  • Cui ar folosi un război de acest gen? Ce fel de obiective ar avea?
    Ce trăsături credeți ar putea să îndepărteze eventualii doritori de a deveni
    cyborgi?

    Nu știm dacă există o „reversibilitate” a procesului de upgradare (simțuri
    precum cele ale unor animale: miros, auz, vedere, forța fizică, forța mușcăturii etc.)
    a ființei umane
  • Conștiința este proprie omului, iar procesele demonstrate de „conștiință de sine” (a
    IA) nu acoperă ceea ce de regulă așteptăm de la manifestarea noțiunii de bază
  • Nu știm și nu vom putea stabili în deplin acord delimitarea dintre ființa umană în
    accepțiunea noastră (clasică) și „omul?!- cyborg”
    Ce părere aveți despre noile tehnologii IA specializate pe comunicare?
  • Faptul că în ultimii ani s-au dezvoltat motoare de gen inteligență artificială
    generativă – un software care poate genera text, imagini sau videoclipuri – indică
    un salt spectaculos, dar nu cu atribute umane. Chiar și ChatGPT se poate amplasa
    numai la nivelul de motor de căutare.
    Un argument care să demonstreze că luptătorul uman este de preferat
    luptătorului cyborg
  • Cred că exemplul necesar există în carte. Discuția dintre un politician și un specialist
  • în intelligence:
  • Dacă aveți la dispoziție tehnologie care poate vedea din cosmos mingea de ping-
    pong în iarbă, de ce mai este nevoie să aveți și oameni pe terenul inamicului?!
  • Pentru că doar omul poate ghici intenții!
    Cum ar trebui să se numească saltul de făcut dacă omenirea ar trece de la ceea
    cesuntem la ceea ce ni se propune?

    De la homo sapiens la homo cyberneticus!
    Despre aceste lucruri și mai mult decât atât veți găsi explicații în carte.
     
    Ar mai fi de adăugat, de precizat că domnul professor Georgel RUSU poartă cu sine
    experiența unei cariere militare deosebite, din care mai bine de un deceniu în structuri
    central ale Ministerului Apărării, iar demersurile sale scriitoricești înseamnă mai multe
    cărți și zeci de articole apărute în publicații de prestigiu, precum și comunicări științifice
    la diverse manifestări de gen.
In Foto: De la sx: Col. (r) Georgel Rusu, Prof. Avv. Giuseppe Catapano, Giornalista Ionela Polinciuc
In Foto: de la sx: Col.(r) Georgel Rusu, Prof. Avv. Giuseppe Catapano, Giornalista Ionela Polinciuc

Perito Esperto tecnico fiscale: c’è

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A cura di Ionela Polinciuc

Specializzazione non esistente nelle figure professionali esistenti”.

Che la figura del Tecnico esperto fiscale è inserita nell’elenco delle qualifiche professionali è un dato CERTO ; il 24 febbraio scorso, presso l’Università ”La Sapienza” di Roma sull’indicazione degli organi competenti  e grazie al costante impegno del Rettore Auge il Prof. Avv. Giuseppe Catapano, è stato istituito il Collegio dei Periti Esperti fiscali.

A luglio dell’anno scorso, nella sede italiana del Parlamento europeo, l’Accademia Universitaria Auge, in totale sinergia con l’ente erogatore di formazione “Centro Studi Ctp”( accreditato Regione Campania n.60915SYF) , ha presentato il nuovo corso di formazione TECNICO ESPERTO FISCALE, che ha una durata di 600 ore e garantisce sbocchi lavorativi come: Consulente Tributario, Consulente Fiscale, Perito Esperto in Materia Fiscale figura professionale presente negli elenchi dei consulenti d’ufficio nei Tribunali.

Ottimo traguardo raggiunto dall’Accademia Degli Studi Giuridici Europei che ci teneva a dare un senso ad una specializzazione professionale, inserita nell’elenco delle qualifiche professionali della Regione Campania

L’instancabile Prof. Avv. Giuseppe Catapano, insieme al suo team di professionisti, il 24 febbraio scorso ha lanciato un messaggio importante e necessario per le attuali e future generazioni, ricordando che per la prima volta nel nostro Paese viene introdotto questo Collegio che avrà delle rappresentanze ufficiali in Europa, la sede legale presso l’ Auge e l’ufficio di Presidenza in Roma alla via Arno. 

E’ stato ufficialmente nominato Presidente del Collegio, il Prof. Avv. Andrea R. Castaldo. segretario generale l’Avv. Francesco Urraro, Tesoriere legale il Prof. Dott. Massimo Greco.

Scelti come consiglieri: il Prof. Giudice Angelo Turco, Prof. Maurizio Gadaletta, Prof.ssa Avv. Marina Flocco ed il Prof. Avv. De Florio Francesco.

‘’ È il momento di rimboccarsi le maniche. Il lavoro non ci spaventa, anzi è una sfida che insieme ai colleghi raccogliamo volentieri’’ ha affermato il Presidente del Collegio, il Prof. Avv. Andrea R. Castaldo.

Ad oggi grazie al lavoro di ricerca dell’Accademia Universitaria Auge, allo studio condotto dal Centro di formazione CTP, e al costante impegno del Rettore Auge il Prof. Avv. Giuseppe Catapano la figura di TECNICO ESPERTO FISCALE è legittimamente inserita nell’elenco delle professioni.

La  qualifica professionale che consente anche ai consulenti Tributari inseriti nelle tante sigle associative, il riconoscimento abilitativo di Tecnico Esperto Fiscale che non vuole essere il doppione di altre figure professionali già esistenti.

L’attività del Perito Esperto Fiscale riveste una sua specificità rispetto alle altre categorie già contemplate nell’elenco dei CTU. Si tratta di una figura essenziale anche per il contributo che può offrire ad altre figure professionali già esistenti, grazie alla specializzazione che possiede, scrivono nel decreto che ha inserito e riconosciuta la figura professionale.

Tra le patologie più diffuse il diabete: ecco i consigli della Dott.ssa Conza

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Nella Foto: Dott.ssa Maria Luisa Conza

A cura di Ionela Polinciuc

Diabete: Purtroppo, tra le patologie più diffuse del secolo. Sempre più spesso notiamo i rapporti Istat dove parlano del numero di decessi registrati, in cui il diabete è la principale causa di morte. Per questo motivo, è importante prestare attenzione ai segnali di allerta che il nostro organismo ci invia prima che la malattia si sviluppi del tutto.

Riportiamo integralmente i consigli della Dott.ssa Maria Luisa Conza per prevenire ed arginare il diabete.

Nella Foto: Dott.ssa Maria Luisa Conza

IL DIABETE E’ TRA LE PATOLOGIE PIU’ DIFFUSE DEL SECOLO: I CONSIGLI DELLA DOTT.SSA CONZA PER PREVENIRLO ED ARGINARLO


Il Diabete è una delle patologie più diffuse del nostro secolo, una malattia cronica
caratterizzata dall’eccessiva quantità di glucosio nel sangue. ”Tale condizione” come spiega la Dott.ssa Maria Luisa Conza, Biologa nutrizionista, ricercatrice borsista presso le più note Università del mondo da Harvard alla Bocconi, “ è anche nota come iperglicemia e deriva da una ridotta quantità di insulina, ovvero un ormone prodotto a livello pancreatico, nel sangue o da una sua anomala funzione; in particolare, “prosegue la Conza, “è possibile individuare tre tipi di diabete: il diabete mellito di tipo I , il diabete mellito di tipo II e il diabete gestazionale. Il diabete mellito di tipo I è proprio dell’età infantile e adolescenziale ed è dovuto all’incapacità delle cellule pancreatiche , che vengono distrutte molto velocemente, di secernere insulina; esso è definito anche “autoimmune” , perché nel sangue dei soggetti affetti da questa patologia, sono presenti anticorpi come antigeni cellulari che producono insulina. Il diabete di tipo II rappresenta il 90 % dei casi di questa patologia ed insorge tipicamente in età adulta ed è spesso erroneamente definito “diabete
alimentare”. Esso può essere dovuto sia ad una scarsa produzione di insulina, sia ad
un’alterazione della sua funzionalità, ed anche ad una combinazione di entrambi i fattori. Il diabete gestionale infine è quello che insorge nel corso della gravidanza e deriva dal variare della secrezione di numerosi ormoni e dall’ aumento di peso che possono provocare un’alterazione nella risposta dei tessuti bersaglio nei confronti dell’insulina”. Ma quali sono le cause più comuni di questa patologia a parte il fattore “ereditarietà? “In età moderna “risponde la Dott.ssa Conza, “, soprattutto nel Mondo Occidentale, i fattori più comuni sono: sedentarietà, ipertensione, sovrappeso e obesità (nonché il conseguente accumulo di grasso viscerale) , questi ultimi dovuti al consumo di alimenti altamente processati e ricchi di zucchero; pertanto possiamo affermare che l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale sia nel prevenire l’insorgenza del diabete , sia nella gestione del
paziente affetto da tale patologia “ In conclusione, quali sono i consigli per prevenire e/ o curare il diabete che la Dott.ssa Conza suggerisce? “ In primis è necessario adottare uno stile di vita sano, praticando un training combinato ovvero un’attività sportiva combinata tra aerobica e anaerobica accanto ad un’adeguata alimentazione a basso indice di insulina, pianificata in base all’età, il peso, l’altezza di ciascun individuo ; in particolare”, prosegue la Conza, “ è opportuno prediligere i cereali integrati a quelli raffinati, consumare almeno tre porzioni al giorno di verdura e due di frutta a basso indice glicemico, due porzioni a settimana di legumi, tre porzioni di pesce che è ricco di Omega-3.1, massimo due di uova, tre di carne bianca e ridurre al minimo il consumo di carni rosse . Particolarmente indicato è anche il consumo di verdura verde a foglie larghe , di noci e frutta secca. A coadiuvare il piano alimentare prescritto, “ ha infine riferito la Conza, “ è molto utile la somministrazione di Antur Dren, un integratore naturale alimentare che non è un soltanto un drenante, ma
è un disintossicante epatico, perché contiene il Cardo Mariano, una pianta che elimina e disintossica l’organismo attraverso la depurazione del fegato, principale untore del nostro organismo e contiene anche zinco e cromo, che aumenta la sensibilità delle cellule nei confronti dell’insulina, favorendo un’adeguata distribuzione del glucosio all’interno dell’organismo.”

La democrazia è malata…

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A cura del Prof. Avv. Giuseppe Catapano

Il voto era scontato, la competizione poco avvincente, la campagna elettorale sottotono, faceva freddo, ma tutto questo non spiega affatto perché interi settori sociali non si riconoscano più nella politica fino al punto da ritenere del tutto inutile recarsi ai seggi.


Un fenomeno talmente rilevante che , pone un problema di legittimità politica del voto. Che ovviamente è cosa diversa dalla legittimità formale. È ragionevole pensare che il motivo numero uno della crescente astensione risieda nella scarsa qualità dell’offerta politica, sia in termini di programmi che di protagonisti. Fatto che si somma con il senso di disaffezione verso le istituzioni, e in questo caso specifico verso le amministrazioni regionali, percepite come lontane ma soprattutto come quelle che portano la responsabilità della cattiva sanità (che non a caso rappresenta l’80% delle loro attività e assorbe altrettanto delle loro risorse).

Ma c’è anche qualcosa di più profondo e radicato che ha generato l’astensionismo di massa. Ha ragione chi dice che è una delle varie manifestazioni di un più generale cambiamento antropologico della società italiana, nella quale la perdita dell’equilibrio tra diritti e doveri ha generato l’idea che andare a votare sia una perdita di tempo e che la soddisfazione dei nostri bisogni e la tutela dei nostri interessi – intesi sempre più come individuali o al massimo di corporazione, e sempre meno nell’accezione di interesse generale – non passi dalle scelte della politica, la quale al massimo va usata come taxi (Enrico Mattei dixit), e magari senza neppure pagare la corsa. Non è un caso che la parabola del “non voto” s’intrecci con quella del declino – politico, ma anche sociale e soprattutto culturale e morale – in cui l’Italia ha cominciato a sprofondare dai primi anni Novanta. In questo senso vanno comprese le amare parole di Carlo Calenda sulle “colpe” degli elettori, cui va tolto l’alibi di avere “sempre e comunque ragione” (attenzione, solo in questo senso vanno intese quelle parole perché il fallimento dell’operazione Terzo Polo, che temo sia irreversibile anche se spero ardentemente di no, è prima di tutto sua). Insomma, se la nostra democrazia è malata, e lo è da un trentennio, la responsabilità non sta solo in capo alla politica e in chi fa politica, ma anche alla società, nella quale si è spento non solo l’ardore civico, ma anche la più piccola disponibilità alla partecipazione (con tanti saluti a Giorgio Gaber e alla sua “libertà è partecipazione”), in preda com’è a un mix di paura, ansia e insopprimibile desiderio di deresponsabilizzazione. Pulsioni che nell’elettorato hanno finito col prevalere, rispetto a quelle più meditate della responsabilità e dell’equilibrio, perché sono tre decenni che nessuna forza politica parla al Paese con un linguaggio di verità, ne c’è stata una classe dirigente non politica (imprenditori, intellettuali, borghesia colta) che abbia fatto un significativo controcanto.

Tra le prime conseguenze gli analisti annoverano in coro una più agevole condizione di comando della presidente del Consiglio. Non sono d’accordo. Credo infatti che sia perfettamente rovesciabile l’assunto secondo il quale Salvini e Berlusconi saranno d’ora in avanti alleati più mansueti perché avendo scampato il pericolo di una pesante débâcle elettorale non saranno mossi dalla rabbia. Certo, se il loro risultato fosse stato più negativo (positivo non è stato comunque) avrebbero avuto il dente avvelenato. Come dimostra la non casuale uscita del Cavaliere su “quel signore”, spregiativamente inteso come Zelensky, che tanto imbarazzo ha creato al governo, c’è da scommettere che useranno la loro forza relativa (“siamo indispensabili alla maggioranza”, è il refrain) per “ricattare” Meloni ogni piè sospinto. Aspettate qualche settimana e vedrete il teatrino che imbastiranno sulle nomine dei manager nelle aziende pubbliche. Così come il riverbero di tutto questo lo si vedrà nello scenario europeo, e in particolare negli equilibri delle alleanze politiche continentali. La seconda conseguenza certa del voto è che non produrrà nessuna conseguenza sulla sinistra, che rimarrà imbozzolata dentro la sua crisi strutturale, e in particolare sul Pd, che non troverà nel “congresso” la soluzione dei suoi atavici problemi.

Quanto alle conseguenze desiderabili del voto, ne indico due, che in entrambi i casi richiedono preventivamente che si depongano subito le armi della propaganda e si analizzino i risultati elettorali partendo dall’ammissione di una generale sconfitta, visto che quasi due cittadini su tre che sono rimasti a casa. E poi condividendo che questa democrazia malata richiede ricette non usuali (per esempio quella suggerita dal ministro Valditara, che ha parlato di “patto repubblicano” su alcuni temi cruciali tra maggioranza e opposizione, che consentirebbe a tutti di allentare i corsetti soffocanti delle alleanze “costrette”).

La prima riguarda l’istituto stesso delle Regioni. Sono convinto che una quota non piccola dell’astensionismo di domenica scorsa sia dovuta al fatto che negli italiani è maturato un giudizio di sonora e inappellabile bocciatura delle Regioni. Forse, a oltre mezzo secolo dalla loro creazione, è venuto il momento di ripensarle insieme a tutta l’architettura del nostro decentramento amministrativo. E, per esser chiari, non proprio nella direzione di accrescere la loro autonomia, come si intende fare. Abbiamo intuito che Meloni non ha le stesse idee di Calderoli e Salvini. Ora, grazie all’analisi del voto laziale e lombardo, è venuto il momento di rendere esplicito questo dissenso. Magari tirando fuori da qualche cassetto (per me lo ha fatto il prof. Giuseppe Pisauro, che ringrazio moltissimo) una sua vecchia proposta di legge datata 15 gennaio 2014, cofirmata con l’attuale ministro Cirielli, che proponeva di modificare il titolo V della Costituzione sopprimendo Regioni e Province a favore di 36 nuove entità. È un’idea che deriva da uno studio-proposta della Società geografica italiana, che ha ridisegnato la mappa del nostro territorio ideando “36 Dipartimenti”, sostitutivi appunto degli attuali due livelli sovracomunali. Meloni, da quando è arrivata a palazzo Chigi, ha cambiato idea su molte cose che diceva e proponeva nel passato, e qui abbiamo benedetto esplicitamente la sua sana incoerenza. Ma questa volta sarebbe bene che non lo facesse e rilanciasse con coraggio quella sua buona proposta.

La seconda conseguenza desiderabile del voto regionale, forse lo si è già intuito, sta in quella che Stefano Folli ha definito “la fase due del melonismo”. Forte del successo formale e insieme della capacità di ammettere l’insuccesso politico (seppure di tutti) dell’appuntamento elettorale – un combinato disposto che le assicurerebbe una leadership senza rivali – la presidente del Consiglio dovrebbe uscire dalla quotidianità in cui è rimasta schiacciata nei primi cento giorni di governo, mettere definitivamente da parte l’agenda populista di cui era armata e provare dare un respiro più strategico al suo operare. In casa, ma soprattutto sulla scena europea e internazionale. Ne sarà capace? Non lo so, ma è l’unica scommessa che è rimasta sul tavolo.

Cosa aspettarsi in futuro dalla politica BCE?

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A cura di Ionela Polinciuc

Che l’ossessione della Banca centrale europea fosse l’inflazione era più che evidente. Come era palese anche il fatto che combatterla a ogni costo avrebbe avuto delle conseguenze.

Nel frattempo, l’inflazione corre, i salari si muovono a passo di lumaca. Nel nostro BelPaese che viaggia sul filo della crescita zero, aumenta di mese in mese il costo della vita.

Ebbene, riguardante la preoccupante situazione per i nostri portafogli, riportiamo il comunicato stampa dell‘UNIONE NAZIONALE CONSUMATORI di oggi, 15-02-23

Bankitalia: debito pubblico a 2.762,5 miliardi

Unc: nuovo record annuo. Un bel guaio!

Al 31 dicembre del 2022 il debito delle Amministrazioni pubbliche era pari a 2.762,464 miliardi; a fine 2021 il debito ammontava a 2.678,1 miliardi (150,3 per cento del PIL).

“Nuovo record annuo. Anche se il primato mensile è stato raggiunto nel mese di ottobre 2023 con 2.771,315 mld, il dato di oggi segna il valore annuo massimo mai raggiunto” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

“Un bel guaio! Con la nuova politica monetaria della Bce e il rialzo continuo dei tassi di riferimento l’onere sul debito pubblico diventerà un problema sempre più grande, come attestano le stime dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio. Sempre più risorse verranno drenate per pagare gli interessi sul debito, aggravando le diseguaglianze tra chi può permettersi di acquistare titoli di Stato e chi non riesce ad arrivare a fine del mese” prosegue Dona.

“Se fosse un debito a italiano si tratterebbe di un indebitamento da infarto, pari a 46 mila e 635 euro” conclude Dona.

AnnoDebito pubblico (milioni di euro)
19991.331.320,6
20001.353.569,3
20011.420.026,6
20021.436.141,8
20031.471.325,7
20041.526.400,5
20051.591.580,6
20061.657.334,2
20071.677.649,8
20081.738.647
20091.839.232,6
20101.920.620,2
20111.973.445,2
20122.054.727,9
20132.136.202,1
20142.202.971,5
20152.239.382,9
20162.285.667,7
20172.329.858,6
20182.381.513,2
20192.409.942,8
20202.572.749,1
20212.678.098,3
20222.762.464,3

Sanremo diventa il ring della politica

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Nella Foto: da sinistra Prof. Avv. Giuseppe Catapano

A cura del Prof. Avv. Giuseppe Catapano

Non è neanche più populismo recitato a fini elettorali, è drammatico decadimento culturale, oltre ogni livello minimo di decenza. E dentro questo contesto rischia di farsi risucchiare anche Giorgia Meloni. La quale, dopo essere riuscita a varcare la soglia dei primi 100 giorni a palazzo Chigi senza infamia, evitando quanto era stato paventato da quel mondo mediatico che non ha tollerato la vittoria della destra alle elezioni – ma anche senza particolare lode, visto che il suo governo ha vissuto di quotidianità, senza riuscire a dare, probabilmente perché ne è privo, il senso di una strategia di lungo termine – negli ultimi tempi sembra sopraffatta dagli eventi. Preda di un nervosismo che ha molte ragioni. La prima deriva da un forte senso di vulnerabilità, accentuato dalla sospettosità e dalla diffidenza che sono tratti tipici dell’esperienza politica “catacombale” che le è propria. E non fidandosi della narrazione di nessuno, finisce con l’impoverire il flusso delle informazioni e delle interpretazioni da dare alle medesime, e con ciò aumentando notevolmente le probabilità di sbagliare. Il secondo motivo di nervosismo deriva dall’accrescere delle tensioni di cui è finito preda il suo stesso mondo, dentro il quale si è scatenata una competizione senza esclusione di colpi e che la espone ad imbarazzi evidenti come quello vissuto dopo l’exploit del duo Donzelli-Delmastro, e dalle fibrillazioni interne alla maggioranza, destinate ad esplodere se il risultato del voto regionale dovesse, come è molto probabile specie in Lombardia, consacrare un distacco abissale tra Fratelli d’Italia e i “parenti poveri” di Lega e Forza Italia. La presidente del Consiglio non temeva di perdere le elezioni, ma sospettava  che dal voto il governo esca paradossalmente indebolito proprio quando nella sua agenda farà capolino un tema divisivo come quello delle nomine dei vertici di gran parte delle aziende partecipate dallo Stato. Così il suo proverbiale decisionismo all’insegna di “io sono Giorgia” si è appannato di fronte al “caso Nordio”, che avrebbe meritato ben altro scudo da parte di chi lo aveva scelto come ministro, soprattutto perché è apparso evidente che dietro le polemiche politico-mediatiche sollevate intorno alla vicenda Cospito c’era il tentativo della minoranza che comanda nella magistratura (per colpevole acquiescenza della maggioranza silenziosa) di minare sul nascere la riforma della giustizia che Nordio ha (aveva?) in animo di realizzare. Ed è apparso non più di un belato quell’auspicio ad “abbassare i toni” con cui ha tentato di spegnere l’incendio appiccato dallo sguaiato intervento di Donzelli alla Camera, salvo imboccare la strada opposta – sbagliata – dell’alzare i toni per trasformare lo sparuto drappello degli anarchici in chissà quale pericolo per lo Stato, e quindi in nemico dei guardiani della Nazione.

Infine,  e forse più importante di tutti, ò po motivo di nervosismo di Meloni, deriva dal suo non padroneggiare lo scenario internazionale, con tanto di impietosi paragoni con Draghi. Un fronte dove inizialmente, pur pagando un inevitabile prezzo al noviziato, aveva tutto sommato dato l’impressione di sapersela cavare, pur con qualche errore di postura e di comunicazione: nessuna crisi di rigetto a Bruxelles né tantomeno a Washington. Poi sono iniziate le incomprensioni con Macron, i nulla di fatto con Scholz, le scivolate verso il confortante asse con Orban e i paesi Visegrad, il cui prezzo è però l’isolamento con chi conta in Europa, a cominciare dall’asse franco-tedesco. Fino a quella “inopportuna” uscita sulla “inopportunità” del vertice di Macron e Scholz con Zelensky, che da un lato ha generato la piccata risposta del presidente francese e dall’altro ha reso ancora più evidente l’esclusione dell’Italia dall’Europa che conta. Alla presidente del Consiglio sarebbe bastata una telefonata a Lucio Caracciolo per capire che, come ha scritto sulla Stampa, la politica estera non si fa con i lamenti e che prendere atto che la Francia, unica potenza nucleare europea, e la Germania, di gran lunga maggiore economia continentale nonostante la recente battuta d’arresto, hanno un peso e un ruolo diversi da quello della super indebitata Italia, non è solo un necessario atto di modestia e un’utile manifestazione d’intelligenza politica, ma anche la premessa per accorciare quelle distanze e poter giocare ad armi (quasi) pari. Draghi aveva colmato il divario con la sua credibilità personale. È ovvio che Meloni, non disponendo di quella, anzi dovendo colmare i gap che derivano dalla sua storia politica – non è che a Bruxelles così come nelle diverse cancellerie continentali si siano dimenticati delle sue battaglie politiche sovraniste apertamente anti-europee – deve recitare un altro copione. Questo non significa assumere una postura fantozziana, abdicando al sacro dovere di difendere gli interessi nazionali, tutt’altro. Ma, come spiega Caracciolo, non è il solo sedersi a tavola a favore di photo opportunity, magari senza avere niente da dire e da dare, che consente di tutelare il proprio paese. Da sempre l’arte del governo è farsi concavi e convessi, saper incassare per poi restituire anche con gli interessi, ma solo al momento opportuno. Impararlo è indispensabile.

Senza contare, e qui torniamo al benedetto festival di Sanremo, che nella vicenda del vertice orchestrato da Macron senza Meloni ha sicuramente contato lo stato d’animo del presidente ucraino, a dir poco irritato dopo la tiritera sulla sua partecipazione alla kermesse sanremese, compresa l’incredibile pretesa di poter visionare anticipatamente il testo del suo discorso. E l’inquilino dell’Eliseo lo ha fatto chiaramente intendere quando ha detto, nella sua piccata replica a Meloni, che è Zelensky a scegliere il formato dei suoi incontri. Dunque, prima di lamentarsi, sarebbe stato meglio fare un’analisi attenta dei comportamenti italiani, e magari fare ammenda. Poveri noi, se le strade della nostra politica estera e della nostra diplomazia, nel pieno di una guerra che è a due passi dai nostri confini e ha come chiaro obiettivo quello di ridisegnarli, passano da Sanremo.

Io non mi sono stracciato le vesti per la vittoria della destra il 25 settembre scorso, non ho evocato il ritorno del fascismo e ho cercato di osservare senza paraocchi ideologici le mosse del governo Meloni, dando a Giorgia quel che è di Giorgia nell’attribuirle capacità politiche superiori a quelle, modeste, dei suoi alleati e di quasi tutti i suoi oppositori. Ma proprio per questo non mi esimo dall’esprimere preoccupazione per la torsione che sta prendendo l’incedere del governo e di chi lo guida. Tutti dicono che durerà a lungo – anche se in pochi pensano all’intera legislatura – ma soltanto perchè l’opposizione è debole e frantumata, e dunque incapace di proporre un’alternativa. Ma non si cade solo per uno sgambetto altrui, si può anche inciampare nelle proprie stesse gambe. E più è fesso il terreno su cui si cammina – come obiettivamente lo è quello sanremese – e tanto maggiore è la probabilità di farsi male. Specie se nell’incespicare si pretende di insistere anziché ribaricentrarsi.

Per esempio, temo si profili all’orizzonte un inciampo che avrebbe gravi conseguenze, come quello che deriverebbe dall’esprimere insofferenza per la reiterata difesa che il presidente Mattarella fa della Costituzione. Convincersi che si tratti di una vera e propria campagna, scientemente orchestrata, magari d’intesa o addirittura per volere della sinistra, per bloccare sul nascere le riforme costituzionali – e segnatamente l’autonomia regionale e, soprattutto, il presidenzialismo – e cominciare a montarci sopra un controcanto comunicativo, sarebbe come buttare una sigaretta accesa in un pagliaio. Ad essere sincero, a me non è piaciuto l’affidare a Benigni il messaggio, in sè sacrosanto, che sulle riforme che toccano la Carta occorre il concerto anche dell’opposizione. Ma se Meloni vuole dimostrare di essere all’altezza del ruolo che ricopre ed evitare di trasformarsi ben presto nell’ennesima meteora della scena politica italiana, deve lanciare un’idea forte e inclusiva come quella di far affrontare questi temi, compresa l’esasperazione federale proposta da Calderoli e che peraltro al presidente del Consiglio non piace affatto, da un’Assemblea Costituente, non farsi prendere la mano dalla vis polemica.

In questi giorni è stato ricordato l’anniversario dalla morte di Pinuccio Tatarella, che più di tutti aveva coltivato l’ambizione di trasformare la destra post fascista in forza di governo pienamente legittimata, aprendo la strada poi efficacemente percorsa da Gianfranco Fini. Forse sarebbe utile se Meloni si domandasse cosa farebbe, o cosa le consiglierebbe di fare, oggi il compianto Tatarella. Non tanto nel merito delle decisioni da prendere, ma sul piano del metodo. Ne ricaverebbe l’insegnamento della “laboriosa tessitura”.

Terremoto Turchia e Siria, il bilancio delle vittime sale ancora

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A cura di Luigi Castiello
Si continua a scavare sui luoghi colpiti dal sisma, le vittime al momento sono 19000 circa in Turchia e oltre 3000 in Siria. Il numero dei feriti, nei due Paesi, è salito invece ad almeno 75 mila, il numero degli sfollati è altissimo, più passano le ore, più diminuisce la possibilità di trovare persone in vita sotto le macerie, anche se a 90 ore dal crollo un bambino di 10 anni è stato estratto vivo dalle macerie, purtroppo è stato necessario amputargli un braccio per soccorrerlo.
Molti paesi dell’Unione Europea hanno subito contributo ad inviare uomini e mezzi a sostegno delle popolazioni colpite dal sisma.
Il governo italiano tramite il Dipartimento della Protezione Civile, ha invitato la Nave San Marco della Marina Militare, salpata dal porto di Brindisi, a bordo della nave, oltre a volontari della colonna mobile piemontese, è trasportato un ospedale da campo EMT2 messo a disposizione dalla Regione Piemonte che darà supporto alle strutture locali, con una capacità di ricovero che include quattro posti di terapia intensiva. A bordo della nave anche materiale sanitario donato dalle Regioni Abruzzo e Puglia, alle autorità siriane sono state donate oltre 1000 tra tende e brandine.
La Diocesi di Roma facendo proprio l’appello di Papa Francesco, che invita alla preghiera e ad azioni concrete, tramite la Caritas di Roma invia i primi 50.000 euro al cardinale Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria, per contribuire agli aiuti immediati alle popolazioni così duramente colpite. La Diocesi di Roma ha anche attivato un fondo,invitando tutte le comunità a contribuire con aiuti concreti alle chiese di Turchia e Siria, partecipando anche alla colletta nazionale indetta dalla Conferenza episcopale italiana.

La Diocesi di Nola ricorda a Visciano la XXIII giornata mondiale del Malato

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A cura di Ionela Polinciuc
La Pastorale Sanitaria della Diocesi di Nola in collaborazione  con Accademia universitaria degli studi giuridici Europei organizza un evento in occasione della XXIII giornata mondiale del malato. Per non dimenticare chi soffre e chi si prende cura dei malati, sabato 11 febbraio, ore 16, presso il Santuario Basilica Maria SS. Consolatrice del Carpiniello, Visciano ( Na), ci sarà un incontro con tanti protagonisti del mondo religioso, scientifico, giuridico, istituzione e società civile. Don Carlo Giuliani, direttore della Pastorale Sanitaria della Diocesi di Nola, nel perseguire il suo intento umano e religioso di essere sempre al fianco delle categorie svantaggiate, con maestria e fede ha coinvolto il mondo dei giuristi con il Prof. Avv. Giuseppe Catapano rettore dell’Auge per un evento ricco di incontri denominato: ” Il cittadino e la sanità’’. Un momento propizio per riservare una speciale attenzione alle persone malate e a coloro che le assistono, sia nei luoghi deputati alla cura sia in seno alle famiglie e alle comunità. Dalla maestosità della Cupola di Maria SS del Carpinello in Visciano (NA) dal Villaggio del Fanciullo nel ricordo del Padre fondatore Don Arturo D’Onofrio e con la benedizione di SER Mons. Francesco Marino Vescovo di Nola, Medici, scienziati e giuristi si confronteranno per offrire un contributo di informazione e di conoscenza alla società civile.

L’evento inizia alle ore 16:00 con la presentazione del programma ed interventi degli ospiti sul tema ” Il cittadino e la sanità”, ovvero come il cittadino si deve rapportate con il sistema sanitario nazionale. L’autore del manuale, il Prof. Avv. Giuseppe Catapano in collaborazione con medici ed operatori sanitari, giurista, distribuirà in omaggio a tutti una copia del libro: ‘’ Il cittadino e la sanità’’.

Alle ore 19:00 si conclude con la celebrazione della Santa Messa con la Benedizione di Sua Eccellenza Francesco Marino Vescovo di Nola.

Ci fareste sopra una scommessa?

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Nella foto: da sinistra, Dott. Alfredo Mariani, Prof. Avv. Giuseppe Catapano


A cura di Prof. Avv. Giuseppe Catapano

La nuova stagione dell’economia europea e mondiale ci si è arrivati per effetto del combinato disposto di due momenti epocali: la pandemia, che insieme con le vite degli uomini ha tenuto sospeso lo sviluppo di ogni angolo della Terra, e poi l’embrione – per ora tale – della Terza Guerra Mondiale scatenata da Putin per l’insana ambizione di voler riscrivere gli equilibri geopolitici e geoeconomici planetari. Questo concatenarsi di eventi ha prodotto, nell’ordine: la recessione del 2020; la scarsità di molte materie prime e l’aumento vertiginoso dei loro prezzi; la crisi energetica, con il gas che è passato nel giro di pochi mesi da 10 a oltre 360 euro a megawattora (agosto 2022); il ritorno dell’inflazione, arrivata alle due cifre come non accadeva dal secolo scorso; il rialzo dei tassi d’interesse, all’inseguimento dell’inflazione; i presupposti di una potenziale, ma a quanto sembra scongiurata, recessione nel 2023. La crescita negativa prodotta dal Covid è stata prontamente riassorbita e ciò ha fatto credere che anche la fiammata inflazionistica sarebbe stata transitoria. Fatto che ha indotto le banche centrali a ritardare i tempi e temperare i modi della stretta monetaria. Si pensava, infatti, che l’inflazione derivasse solo da materie prime ed energia, e dipendesse da alcune particolari circostanze della ripartenza post-pandemica, come per esempio il taglio da parte della Cina di una quota importante di export di alcuni prodotti come i microchip, che avevano determinato un eccesso di domanda e una carenza di offerta di alcuni beni, con conseguente spinta al rialzo dei prezzi. Inoltre, le politiche espansionistiche messe in atto in Europa e Stati uniti per contrastare gli effetti negativi del Covid sull’economia hanno generato un surplus di liquidità, che ha reso inefficaci i primi rialzi dei tassi nell’opera di contenimento dell’inflazione.

Poi quasi un anno fa è arrivata l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, che ha messo a repentaglio le linee di rifornimento di prodotti energetici e merci, causando aumenti dei prezzi di materie prime e provocando il blocco di una delle più grandi fonti di esportazione di cereali al mondo, con pesanti ripercussioni sui paesi africani. Infine, sempre nel tentativo di alimentare il caos globale, Mosca ha contestualmente provato a rompere l’unità dell’Occidente scatenando una guerra del gas che ha fatto schizzare alle stelle le bollette industriali e civili. Ma questi sono stati acceleratori di un processo che era ormai in corso e che non poteva non far divampare l’incendio dell’inflazione, con conseguente inasprimento delle politiche monetarie. Tutto questo ha fatto scattare il meccanismo psicologico secondo cui ci si aspetta che i prezzi siano destinati a salire. Insomma, la spirale è innescata e sarà difficile uscirne.

Permacrisi, “new normal”: sono molte le definizioni coniate, oltre alla vecchia stagflazione, per descrivere questo scenario. Sostanzialmente, si tratta di una fase che dovrebbe riscontrare una crescita altalenante, con inflazione alta, diffusa e costante nel tempo, da affrontare con tassi che paiono alti ma che in realtà sono ben distanti da quelli che c’erano negli anni 70 e 80 quando l’inflazione stava sopra il 10%. Al di là delle formule, la verità è che il denaro è tornato a costare, come non accadeva da molto tempo. Ed è difficile resettare le abitudini. A cominciare da quelle di una classe politica che è stata capace di sprecare in modo criminale un decennio abbondante di condizioni strafavorevoli, che mai erano capitate e che, come ci stiamo accorgendo ora, difficilmente torneranno. Basti pensare che prima del “quantitative easing” la quantità di titoli del nostro debito pubblico detenuti dalla Bce era inferiore al 5% del totale, mentre oggi è al 26% perché la banca centrale ha effettuato acquisti netti di titoli per oltre 400 miliardi e che nell’ultimo quindicennio abbiamo risparmiato centinaia di miliardi di oneri sul debito – pur avendolo aumentato dal 99,7% in rapporto al pil del 2007, cioè prima della grande crisi, a circa il 150% attuale, con una punta del 155% nel 2021 – per effetto dei tassi piatti. Un dato per tutti: con la crisi Covid, che ha prodotto un calo del pil senza precedenti, il debito pubblico nel 2020 è aumentato di ben 21,1 punti percentuali, ma se i tassi di interesse fossero stati quelli dei primi anni 90 l’incremento sarebbe stato di oltre 30 punti. Ecco perché le tre grandi crisi degli anni Venti di questo secolo – la crisi economica globale del 2008-09, quella dei debiti sovrani del 2012-13 e quella pandemica del 2020 – pur essendo state devastanti per il pil non hanno avuto particolari effetti sui tassi reali del debito pubblico. Anzi, dal 2013 il tasso medio al netto dell’inflazione è progressivamente calato, raggiungendo i valori più bassi dai primi anni 80.

In queste condizioni, un ceto politico degno del posto che occupa avrebbe potuto e dovuto far crescere il Paese e metterlo in sicurezza. Invece, l’interruzione di una esperienza complessivamente poco felice come la Seconda Repubblica, avvenuta con la caduta del governo Berlusconi nell’autunno del 2011, non solo non ha prodotto miglioramenti (a parte la prima fase del governo Monti) ma è stata un’escalation negativa, all’insegna del terribile mix fatto di dilettantismo, populismo e sovranismo che ha raggiunto il massimo (del minimo) con i 5stelle al governo e l’avvento sulla scena dell’ineffabile avvocato Conte. Ecco perché fino a ieri abbiamo buttato alle ortiche una grande chance, ed ecco spiegato perché ora rischiamo di non cogliere il cambio di scena. Infatti, il sistema politico, che non è certo uscito dalla transizione infinita in cui si è infilato dal 2011 in poi solo perché a settembre scorso dalle urne è emersa una maggioranza (che peraltro è tale esclusivamente per effetto della legge elettorale), non ha trovato niente di meglio che disquisire sulla Bce, le sue scelte e la sua autonomia, invece che ragionare su come attrezzare il Paese alle regole del gioco imposte dal “quantitative tightening”.

Sia chiaro, come è emerso nella War Room di martedì 31 gennaio con Corrado Passera e Lorenzo Bini Smaghi ,la Bce non è certo esente da critiche. Ha aspettato 4 mesi per imitare la Federal Reserve – tanto che i tassi europei sono sotto di un paio di punti rispetto a quelli americani, nonostante che l’inflazione al di qua dell’oceano sia un paio di punti più alta – dando la sensazione di inseguire il fenomeno inflazionistico anziché di prevenirlo. E comunque, se da un lato occorre considerare che non siamo in un contesto di inflazione da domanda e dunque bisogna fare la massima attenzione a usare la leva monetaria per evitare di spianare la strada alla recessione – che se non avremo sarà solo per merito del contesto internazionale e della componente vitale delle imprese italiane – dall’altro la forbice tra inflazione e tassi d’interesse, anche di quelli applicati sul mercato del credito commerciale, rimane aperta tanto che neppure una discesa al 5% dell’inflazione la richiuderebbe. Insomma, se in passato abbiamo ecceduto nei tassi bassi e nella liquidità troppo abbondante, ora bisogna stare attenti a non commettere l’errore opposto.

Ma non sono di certo le interviste di qualche ministro la sede opportuna perché un governo dica la propria sulla politica monetaria. Specie se si è in cerca di facili alibi. Né serve auspicare l’inauspicabile. Occorre invece sintonizzarsi con la realtà che stiamo vivendo e preparare le politiche e il Paese ad essa. Va calcolato che il costo di mantenimento del debito pubblico su uno stock di 2.800 miliardi, con il decennale già fisso oltre il 3,5%, sale enormemente. Va considerato che siamo l’unico paese europeo il cui pil, nonostante le recenti performance persino migliori di quelle della Germania, non ha ancora recuperato i livelli del 2007, e che dei 350 miliardi di debito pubblico aggiuntivo per far fronte all’emergenza pandemica dobbiamo rientrare, anche alla luce del fatto che il rapporto debito-pil nell’eurozona è sceso al 93% e nell’Ue all’86,4%. Vanno colti i timori espressi da un banchiere come Passera per un possibile credit crunch per le imprese più piccole – per esempio, ci sono 300 miliardi di crediti cosiddetti “stage 2”, cioè “in osservazione”, che con l’aumento dei tassi stanno diventando più pesanti da sostenere per le pmi – anche perché il suo allarme è confermato dal rapporto Abi-Cerved, in cui si osserva che nel 2022 la qualità del credito ha cominciato a deteriorarsi, con previsioni di peggioramento nel futuro (lo scorso anno i prestiti a rischio erano il 2,3% del totale, alla fine di quest’anno arriveranno al 3,8%). E va colto il suggerimento dell’ex membro del board della Bce, Bini Smaghi, quando evoca il pericolo che oltre alla stretta monetaria la Bce ecceda con le regole “prudenziali” sui requisiti per il mondo del credito, costringendo così le banche a pratiche restrittive, chiedendo (non via giornali) a chi oggi siede a Francoforte sulla poltrona che fu sua (Fabio Panetta) di farsi portatore di questa esigenza. Così come, tra sbraitare contro il ritorno del Patto di stabilità europeo e l’acquisire la credibilità necessaria per negoziarlo al meglio (magari dimostrando di essere in regola nello svolgimento del piano di riforme e di investimenti previsto dal Pnrr), la seconda scelta mi sembra assai più opportuna della prima.

Poi, può essere che abbia ragione l’economista francese Olivier Blanchard quando sostiene che la guerra, la crisi energetica, l’inflazione e i tassi sono tutti fenomeni di breve termine, destinati a finire in tempi ragionevoli. Tuttavia  se anche fosse non credo che tutto tornerebbe come prima. Non solo per prudenza, va comunque messo in conto quello che potremmo chiamare “ritorno alla normalità”. La quale non è la lunga parentesi del denaro facile e quasi gratis che abbiamo vissuto nell’ultima dozzina di anni. E che noi abbiamo sprecato per distribuire bonus quando invece avremmo potuto ridurre il debito pubblico e pagare meno per il costo del suo mantenimento, avendo uno spread ben più basso dei 200 punti che oggi, follemente, festeggiamo.

A.U.G.E.: Laddove c’è più bisogno

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Nella Foto: da sinistra, Dott. Alfredo Mariani, On. Vittoria Baldino, Senatore Francesco Urraro, Prof. Avv. Giuseppe Catapano

A cura di Ionela Polinciuc

Nel primo mese del 2023, l’Accademia Universitaria degli Studi Giuridici Europei, fa tappa a Roma, sfatando il mito: ” Le ragioni per  fare politica’’. ‘’L’Europa necessita di una squadra di politici che hanno la conoscenza di quali sono le ragioni per far politica’’, ripete più volte Il Prof. Catapano durante l’evento svolto a Roma il 20 gennaio scorso, presso Palazzo Velli, piazza S. Egidio 10, dal tema: ‘’Le ragioni per far politica”. Un’iniziativa  fortemente voluta ed organizzata dal Prof. Avv. Giuseppe Catapano, rettore dell’AUGE, Accademia Universitaria degli studi giuridici europei, insieme al tesoriere Prof. Cesare Cilvini ed in collaborazione con Dott. Filippo Bongiovanni.

Per costruire, bisogna anche conoscere. Proprio per questo, l’Accademia A.U.G.E., offre la possibilità di conoscere le ragioni per far politica, e mette a disposizione un corso di 30 ore per insegnare le basi di diritto e capire attraverso l’ascolto di docenti politologi se nel candidato esistono delle reali ragioni sociali per cui si sceglie di fare politica. Docenti, professionisti, politici e non politici, avvocati, giuristi, magistrati, offrono la possibilità di formare a tutti gratuitamente.

” Il mio ruolo è quello di informare per formare. Ringrazio la vostra partecipazione…che anima il cuore dell’Accademia A.U.G.E., affinché, insieme, possiamo  avviare un percorso di formazione politica. Questa è la risposta di oggi del rettore Catapano. Oggi, noi presentiamo con l’A.U.G.E., la possibilità di seguire un corso per dare le motivazioni per fare politica. Esso rappresenta l’occasione per costruire insieme i programmi che possono essere al servizio politico di chi rappresenta il Paese. L’importanza del politico è quella di essere coadiuvato e collaborato dagli stessi elettori.’’ afferma il rettore Catapano.

Una giornata all’insegna di cosa significa fare politica. All’importante evento, hanno partecipato con significativa presenza :Giudice Prof. Angelo Turco, Prof. Luca Filipponi, senatore Francesco Urraro, On.  Vittoria Baldino, Dott. Angelo Sandri, Dott. Maurizio d’Elia, Dott.ssa Mariarosaria Rusciano, Dott. Prof. Giulio Tarro, Dott. Massimo Greco, Don Carlo Giuliano, Tania Di Giorgio, soprano direttore musicale Menotti Art Festival Spoleto, l’avv. Luca Barbuto, e tanti professionisti che hanno espresso le proprie significative esperienze di vita e di conoscenza politico istituzionale .

Senza ombra di dubbio, i politici svolgono infatti un’attività di fondamentale importanza per la società: si occupano di governarla. Fare il politico di mestiere significa quindi essere pronti ad assumersi grandi responsabilità, oltre che grandi carichi di lavoro. Ed è qui che interviene L’A.U.G.E.

” Come l’elettore può agevolare il politico, se non conosce le ragioni per cui fare politica.? Le ragioni per fare politica, si conoscono se si è informati, se si è a conoscenza del diritto costituzionale. Se non si è a conoscenza, come si fa a parlare di politica? La conoscenza parte dalla formazione. ”, conclude il Prof. Avv. Giuseppe Catapano.

Il fatto di vincere le elezioni una volta non permette comunque di fare il politico a tempo indeterminato,anche questo il pensiero dell’editore Nicola Ammaccapane arrivato con le sue telecamere per consentire una diffusione capillare dell’incontro anche attraverso il canale 279 digitale terrestre di tv2.

Con la moderazione di Alfredo Mariani, l’Accademia Universitaria Degli Studi giuridici Europei, portatrice instancabile di informazione e formazione, lancia un nuovo messaggio: ‘’ Scegliamo bene oggi per un futuro migliore domani’’. E di questo slogan si è concluso il primo incontro partito da Roma : le ragioni per far politica. Partecipare è facile, collegati alla piattaforma A.U.G.E. e scarica il programma.

Nella Foto: Da sinistra, Dott. Alfredo Mariani, Prof. AV. Giuseppe Catapano, Prof. Cesare Cilvini, Prof. luca Filipponi, Giudice Prof Angelo Turco, Soprana Tania Di Giorgio
Nella Foto: da sinistra, Dott. Alfredo Mariani, Prof.Avv. Giuseppe Catapano, Prof. Cesare Cilvini, Prof. Luca Filipponi, Giudice Prof. Angelo Turco
Nella Foto: da sinistra, Dott. Alfredo Mariani, Dott. prog. Giulio Tarro, Prof. Avv. Giuseppe Catapano, Prof. Cesare Cilvini

Si può vivere di “ POSITIVE CONTRADDIZIONI”?

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A cura di Prof. Avv. Giuseppe Catapano

l’Italia è bloccata in una palude di problemi strutturali per affrontare i quali sono necessarie riforme profonde (e io aggiungerei coraggiose) che in alcuni casi richiedono più mercato e concorrenza per smantellare un capitalismo relazionale (e io aggiungerei parassitario) che blocca la crescita del Paese, mentre in altri richiedono più Stato, con la parallela adozione di criteri di merito e produttività, se si vuole evitare più clientelismo ed inefficienza”. Ma per far questo occorrerebbe capacità di analisi e di proposta, collegando bene la seconda alla prima, coraggio nel proporle ai cittadini e disponibilità di questi ultimi ad ascoltare. Invece si preferisce la scorciatoia del “tutto a tutti”, per poi usare la leva delle “positive contraddizioni”. Fratelli d’Italia si è fatta largo contestando il governo Draghi con argomenti sovranisti (ma anche Lega e Forza Italia non sono stati da meno, anzi, pur appoggiando l’esecutivo dell’ex presidente della Bce) per poi fare una politica non diversa da quella del predecessore, anche a costo di rispettare solo in minima parte la propria agenda, per evitare di diventare l’ennesima meteora della politica italiana.

E così sembra voler fare, reiterando gli errori del recente passato, il Pd. E, attenzione, paiono cadere in questa maledetta trappola non solo le componenti di sinistra del partito che si appresta a celebrare il più surreale dei suoi congressi, ma anche quelle riformiste. Anzi, non me ne vogliano , le prime sembrano essere perfino più coerenti delle seconde. la sinistra ma anche le componenti del Pd più ciniche e “governiste” (intese come attaccate al potere purchessia) sostengono l’ineluttabilità dell’alleanza con i 5stelle di Conte, salvo dire che una volta tornati al governo ci penseranno loro a imporre il realismo e il pragmatismo necessari. Ergo, usiamo i professionisti del populismo – visto che noi abbiamo perso il contatto con il popolo – per vincere le elezioni e poi faremo quel che sarà necessario. È, mi par di capire per quel pochissimo che di costei si capisce, la posizione della candidata radical-chic alla segreteria del Partito Democratico, Elly Schlein. Viceversa, il fronte che appoggia Stefano Bonaccini non pensa che Conte sia la punta più avanzata del progressismo italico, ma neppure nega di doverci convivere per il semplice motivo che continua ad ispirarsi al principio “veltroniano”, che fu fondativo del Pd, del “partito a vocazione maggioritaria”. Il quale comporta sì che alle elezioni il Pd debba presentarsi in quanto tale e non come parte di una coalizione, ma comporta anche che facendo propria la versione maggioritaria del sistema politico sia capace di vincere da solo. E siccome è anche escluso che qualsiasi altra forza politica possa riuscirci, sarebbe opportuno che i riformisti – così come i moderati sull’altro fronte, che latitano perché siamo di fronte al paradosso che la Meloni lo sia molto più di Salvini e persino del “putiniano” Berlusconi) – superassero questo dogma. Perché è proprio la contrapposizione bipolare – tanto più da quando è diventata bipopulista – che ha creato il fenomeno che abbiamo chiamato approccio “opportunistico” alla politica: alleanze pur di vincere e poi passare il tempo – che è un bene prezioso visto l’incalzare dei problemi e il moltiplicarsi della loro complessità – a mediare tra promesse e buon senso, oltre che tra alleati distanti mille miglia tra loro. Viceversa, rinunciare al vincolo maggioritario aiuterebbe a predisporsi verso gli elettori con un sano realismo politico, che poi consentirebbe di non doversi sottoporre al mortificante meccanismo delle “positive contraddizioni”.

Purtroppo, ascoltando su Radio Radicale l’assemblea di LibertàEguale, l’associazione dei riformisti di sinistra presieduta da Enrico Morando, ho notato che a fianco alla giusta proposta che il Pd abbandoni le “coalizioni contro” permane l’idea del partito a vocazione maggioritaria. Vorrei allora far presente quanto si legge da qualche giorno di Fausto Bertinotti. Invitato da Bettini ad andare a presentare il suo libro, l’ex presidente della Camera di fronte ad un’affollata platea di militanti del Pd non si trattiene dal dire che secondo lui la cosa migliore che potrebbe fare il Pd in questa fase congressuale è praticare l’autoscioglimento. Pur dicendolo con garbo, teme che la sua uscita provochi reazioni polemiche. Invece, con suo grande stupore (e, suppongo, la stizza di Bettini) scatta un interminabile quanto fragoroso applauso. Segno che anche la stessa base Democrat non ne può più.

Forse è opportuno la nascita di due partiti, uno che raccolga tutte le radicalità della sinistra e l’altro che unisca i riformisti che sono dentro e fuori dal Pd. Sarebbe il modo migliore per costringere anche Giorgia Meloni a fare i conti con le contraddizioni che albergano nel centro-destra. E per dare al Paese un governo che non sia costretto a vivere del realismo prodotto dai ripensamenti.

Inflazione alle stelle: famiglie in difficoltà

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A cura di Ionela Polinciuc

Bisogna rispondere con più efficacia ai bisogni delle bambine, dei bambini e delle famiglie che vivono in condizioni di povertà educativa e materiale. A pagare questa crisi causata dalla situazione pandemica e di emergenza sanitaria, che va avanti ormai da più di un anno, sono senza alcun dubbio in primis le famiglie. Queste ultime stanno avendo infatti moltissime difficoltà dal punto di vista economico e finanziario. Secondo i dati definitivi resi noti dall’Istat, l’inflazione dell’anno scorso, ha messo in serie difficoltà le famiglie.

Al riguardo, riportiamo integralmente il COMUNICATO STAMPA DELL’UNIONE NAZIONALE CONSUMATORI DEL 17-01-23

Istat: inflazione media 2022 +8,1%

Unc: una sciagura!

Nel 2022 +700 euro per cibo e bevande per coppie con 2 figli

Stangata 2022 pari a 2768 euro per coppie con 2 figli

Secondo i dati definitivi resi noti oggi dall’Istat, l’inflazione media del 2022 è pari a +8,1%, dal +1,9% del 2021.

“Una sciagura! L’Istat conferma che il 2022 è stato un anno nero per le famiglie. Una situazione, destinata purtroppo ad aggravarsi a gennaio dopo la scelta irresponsabile del Governo di innescare nuovamente la miccia del caro carburanti. Le famiglie sono nei guai e fanno sempre più fatica ad arrivare a fine mese, pur attingendo ai risparmi” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

“I dati dell’inflazione implicano che nel 2022 una coppia con 2 figli ha pagato 700 euro in più rispetto al 2021 per poter mangiare e bere. Una famiglia media ha avuto una stangata per i prodotti alimentari e le bevande analcoliche pari a 513 euro, cifra che sale a 632 per una coppia con 1 figlio e che arriva a 836 euro per le coppie con 3 figli” prosegue Dona.

“Per quanto riguarda l’inflazione media nel suo complesso, il +8,1% significa aver avuto nel 2022, per una coppia con due figli, un aumento del costo della vita rispetto al 2021 pari a 2768 euro, di cui 1321 per abitazione, elettricità e combustibili, 425 per traporti, 724 per il solo carrello della spesa. Per una coppia con 1 figlio, la spesa aggiuntiva avuta nel 2022 è pari a 2571 euro. In media per una famiglia il rincaro dello scorso anno è di 2220 euro, 1200 per l’abitazione, 532 per il solo carrello della spesa. Il primato spetta ancora una volta alle famiglie numerose con più di 3 figli con una mazzata rispetto al 2021 pari a 3104 euro, 1472 per l’abitazione e 860 per i beni alimentari e per la cura della casa e della persona” conclude Dona.

Tabella: rincaro annuo per tipologia familiare e divisioni di spesa (valori in euro)

DIVISIONI DI SPESAFamiglia mediaCoppiacon 2 figliCoppiacon 1 figlioCoppie con 3 o più figliInflazione MEDIA 2022
Prodotti alimentari e bevande analcoliche5137006328369,1
Bevande alcoliche e tabacchi78881,3
Abbigliamento e calzature234131491,9
Abitazione, acqua, elettricità e combustibili120013211244147235
Mobili, articoli e servizi per la casa708589855,2
Servizi sanitari e spese per la salute111313140,8
Trasporti2814253984679,7
Comunicazioni-20-28-24-31-3,1
Ricreazione, spettacoli e cultura182822321,5
Istruzione00000
Servizi ricettivi e di ristorazione761191041176,3
Altri beni e servizi425754572
TOTALE RINCARO ANNUO22202768257131048,1
CARRELLO DELLA SPESA5327246568608,4

Fonte: Unione Nazionale Consumatori su dati Istat

Torna ”Giudicate voi” su Italia2Tv: Prof. Catapano ricorda cosa vuol dire fare politica

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A cura di Ionela Polinciuc

Sugli schermi televisivi preceduto dalle fortunate edizioni trasmesse in streaming, a grande richiesta approda su Italia 2Tv, la settima edizione del programma di approfondimento giornalistico ‘’ Giudicate Voi’ che ormai da anni ci accompagna con tantissime puntate. La trasmissione, mostra quello che è la verità, le difficoltà che in qualche modo noi tutti abbiamo. ‘’Giudicate Voi ‘’accompagna i telespettatori nel variegato mondo dell’informazione: ogni puntata è caratterizzata dall’autorevole contributo di esperti professionisti per dibattere tematiche di attualità, giuridiche, tributarie, salute e alimentazione.

Ospiti in studio nella domenica del 15 gennaio 2023: Prof. Cesare Cilvini, tesoriere A.U.G.E., Giudice di Pace e docente formatore A.U.G.E. Prof. Angelo Turco e Don Carlo Giuliano. Ospite fisso Prof. Avv. Giuseppe Catapano, rettore dell’Accademia Universitaria Degli Studi Giuridici Europei, che nella puntata di domenica 15 gennaio, ha aperto un dibattito riguardante la situazione critica che sta attraversando l’Italia.

Nella Foto: da sinistra, Prof. Cesare Cilvini, Don Carlo Giuliano, Prof. Avv. Giuseppe Catapano, Giudice Angelo Turco, Dott. Alfredo Mariani

‘’ Il Paese ha bisogno di uscire dall’impasse. È un’impresa difficile ma che diventa impossibile se, per un motivo o per l’altro, si tornasse a lasciare briglia sciolta al populismo nazionalista. A cominciare dall’illusione di scorciatoie costituzionali’’ afferma il rettore Capatano.

‘’Bisogna chiedere ai nostri politici se realmente sanno cosa vuol dire un decreto, ma ne dubito, considerando la confusione che hanno creato nel periodo della pandemia.’’ Conclude il Prof. Avv. Giuseppe Catapano.

Riguardante questo argomento cosi delicato, venerdi 20 gennaio 2023, a Roma, presso Palazzo Velli piazza di S. Egidio 10, ci sarà un importante evento dal titolo: ‘’ Le ragioni per far politica, in occasione, il rettore Catapano che ha voluto ed organizzato l’evento svilupperà questa problematica che per molti italiani rimane un mistero.

Nel corso della manifestazione saranno consegnate delle onorificenze e diplomi di merito in partnership con : Il Menotti Art Festival Spoleto, il Quotidiano ‘’La notte’’, il Magazine La Fiera Letteraria.

La regia del programma ‘’ Giudicate Voi’’ è affidata alla erreci media srl.

Conduttore di tutta la serie e della serata finale: Dott. Alfredo Mariani.

Appuntamento alla prossima serie con temi attuali è sempre in collaborazione con il Prof. Avv. Giuseppe Catapano che ogni settimana commenta con professionisti in studio le notizie più importanti della quotidianità e la redazione giornalistica di La notte online.

LE RIFORME ISTITUZIONALI CI VOGLIONO

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A cura di Prof. Avv. Giuseppe Catapano
Il Paese ha bisogno di uscire dall’impasse. È un’impresa difficile, ma che diventa impossibile se, per un motivo o per l’altro, si tornasse a lasciare briglia sciolta al populismo nazionalista. A cominciare dall’illusione di scorciatoie costituzionali. 

2023 una gigantesca impasse!  Per fattori esogeni: l’incertezza generata dal prolungarsi della guerra scatenata dalla Russia contro l’Ucraina che si trascina perché Putin l’ha ormai persa ma non può permettersi di certificare la sconfitta, cosa a fronte della quale nessuno ha uno straccio di disegno su come uscirne; il permanere della crisi energetica che dalla guerra è scaturita, che a sua volta ha innescato una fiammata inflazionistica difficile da domare se non al prezzo di una politica monetaria restrittiva che inevitabilmente contribuisce ad aumentare probabilità, durata e profondità di una fase di recessione. E per fattori endogeni: il perdurare della fragilità del sistema politico, e di conseguenza istituzionale, sulla quale l’effetto lenitivo delle elezioni – dalle urne esce una maggioranza definita e si archivia la surroga dei tecnici – si è rivelato, come ampiamente preannunciato in questa sede, una mera illusione ottica; la mancata modernizzazione della infrastruttura-paese, dovuta ad una macchina burocratico-amministrativa elefantiaca ed inefficiente e ad una diffusa cultura della mediocrità; l’ingrigirsi di un capitalismo sempre più privo di grandi progettualità e per buona parte ancora troppo dipendente dalla spesa pubblica corrente; l’immalinconirsi di una società che vive un perenne stato di modesta latenza (definizione Censis) e che non trova le energie morali e non ha i fermenti culturali per scuotersi, preferendo populisticamente consumare le classi dirigenti su cui scaricare ogni responsabilità. Al cospetto di tutti questi fattori misuriamo la nostra impotenza: per gli esogeni, quella di chi non è in grado di esercitare alcuna influenza reale; per gli endogeni, quella di chi non possiede né la capacità di analisi né di avere un disegno di società e di futuro.Il giusto modo per Meloni di alzare l’asticella: promuovere una legge costituzionale che convochi un’Assemblea o istituisca una Commissione – in entrambi i casi di 75 membri non parlamentari né membri del governo in carica, eletti con il sistema proporzionale puro in liste da presentare in un collegio unico nazionale, cui se ne aggiungano 25 indicati dal Presidente della Repubblica – alla quale viene delegata la revisione della Costituzione avendo un anno di tempo (non derogabile) per portare a termine il compito, lavorando in parallelo a Governo e Parlamento, ma senza alcuna interferenza reciproca. Lì si discuterà se il Paese ha bisogno di un federalismo regionale o se, come io penso, ha invece necessità di riportare le competenze sanitarie e di mantenere quelle scolastiche in sede nazionale, archiviando l’esperienza delle Regioni e semplificando il decentramento amministrativo . Lì si discuterà se è il presidenzialismo – e quale tra l’elezione diretta del Capo dello Stato o quella del Presidente del Consiglio, quello pieno o il sistema semipresidenziale – che può assicurare maggiore governabilità, o seppure, come io penso, imboccare quella strada avrebbe lo stesso effetto illusorio che trent’anni fa ebbe il grande afflato verso il maggioritario, consacrato dal referendum Segni. Si faccia una battaglia delle idee, si coinvolgano gli italiani, ma non si usino le riforme che toccano le regole del gioco e le istituzioni che lo presiedono per sistemare le questioni politiche contingenti o, peggio, per cercare vie di fuga.

L’Italia ha un disperato bisogno, insieme, di stabilità politica e di governabilità. Ma mentre la seconda assicura anche la prima, non è così viceversa. Su questo hanno speso parole definitive Giorgio La Malfa e Sabino Cassese. Il primo ha indicato un paio di “piccole ma rilevanti” modifiche costituzionali con le quali è possibile rafforzare l’esecutivo: attribuire al presidente del Consiglio il potere di nomina e revoca dei ministri; introdurre la “sfiducia costruttiva” come in Germania, in modo che le Camere possano mandare a casa un governo solo quando ce n’è già un altro pronto, pena lo scioglimento del Parlamento. Il secondo ha aggiunto l’idea di fissare un tempo di durata dei governi, così come è previsto per le Camere (5 anni), per la presidenza della Repubblica (7 anni) e per i membri della Corte Costituzionale (9 anni), ferma restando la scadenza anticipata (ma sarebbe mitigata dalla “sfiducia costruttiva”). Viceversa, l’elezione popolare del presidente del Consiglio, mentre in termini di stabilità aggiungerebbe poco, avrebbe come grave controindicazione la nascita di conflitti che si genererebbero con il presidente della Repubblica. Infatti, vista la rappresentatività indiretta dovuta alla sua elezione per via parlamentare, si altererebbe l’equilibrio costituzionale esistente. Se invece si optasse per l’elezione diretta del Capo dello Stato, ad essere messo in discussione sarebbe il suo ruolo di garanzia, che specie nel quadro di una fragilità politica come la nostra in questi anni si è dimostrato indispensabile (se talvolta i presidenti che si sono succeduti possono essere apparsi arbitri non del tutto imparziali, figuratevi cosa sarebbe successo e cosa succederebbe se si fosse in un regime di presidenzialismo da investitura popolare…).

D’altra parte, se, come dice Cassese, quello che chiamiamo presidenzialismo deve servire a dare stabilità ai governi, fanno più questo tipo di interventi che non l’elezione diretta, su cui si scaricherebbero tutte le contraddizioni che in questi decenni hanno reso instabile la vita dei governi. La stabilità è un dato politico, non tecnico, e non si assicura per legge. Se poi, dietro questa suggestione si nasconde quella del “uomo forte”, per allontanarla non c’è bisogno di evocare lesioni alla democrazia, basta scorrere l’elenco nelle cui mani gli italiani hanno via via provato a mettersi – considerato che da Berlusconi in poi è stata praticata da tutti la forzatura costituzionale di indicare il nome del candidato premier, e in molti casi addirittura di scriverlo nei simboli elettorali, facendo credere agli elettori che avrebbero nominato il premier – per dedurne che Dio ci scampi e liberi.

Se poi, come in molti sospettano, dietro l’evocazione del presidenzialismo c’è solo il calcolo politico di rafforzare l’identità di destra e nello stesso tempo di mettere in difficoltà la sinistra, più di quanto già ci si sia messa da sola, anche qui Meloni commetterebbe due errori capitali. Il primo è semplice da capire: la presidente del Consiglio di tutto ha bisogno meno che di accentuare i suoi tratti destrorsi e populisti, se vuole durare. E pare averlo bene a mente, per esempio quando guarda con attenzione alle compatibilità di bilancio, anche a costo di rimangiarsi le promesse elettorali. Dunque, perché cambiare strada dopo aver imboccato quella della sua trasformazione da leader sovranista di destra a leader conservatore di centro-destra? Il secondo errore sarebbe quello di credere che accentuare le difficoltà esistenziali del Pd farebbe il suo gioco. No, finirebbe per spingerlo definitivamente nelle braccia di Conte, mortificando così ogni possibile convergenza su questioni specifiche, a cominciare da quelle relative alla giustizia. E avere un’opposizione del genere non farebbe affatto bene alla salute del governo Meloni.

A.U.G.E. ospite delle principali università romene

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A cura di Ionela Polinciuc

Una delegazione voluta ed organizzata dal Prof. Avv. Giuseppe Catapano, rettore dell’AUGE Accademia Universitaria degli studi giuridici europei, insieme al tesoriere Prof. Cesare Cilvini, Giudice Prof. Angelo Turco, con l’ausilio dell’ufficio stampa diretto per ” Lanotte online” da Ionela Polinciuc coadiuvata dalla rappresentanza per gli studenti da Francesco Ferraiuolo sono stati ospiti delle principali università Romene. Incontri per programmare ed avviare progetti di formazione condivisa, scambi di idee, proposte per i giovani e non solo.
L’intento del rettore Catapano è quello di creare una rete a livello internazionale per facilitare l’accesso ai studenti nel mondo del lavoro. Sul tavolo di lavoro sono stati proposti corsi, master, qualifiche professionali europee che facilitano l’accesso nel mondo del lavoro anche per le convenzioni con aziende ed enti che hanno riconosciuto e voluto il progetto di rete universitaria internazionale. I rettori delle università romene visitate dall’equipe del prof Catapano, hanno sostenuto ed incoraggiato l’idea AUGE: la delegazione diventa un evidente slogan. “Finisci il corso oggi ed inizi a lavorare domani”
Accoglienza straordinaria, tanti progetti, tante novità, l’Auge in veste internazionale capofila della rete internazionale universitaria per favorire al meglio la libera circolazione delle qualifiche professionali per un futuro migliore nel mondo del lavoro. Ha ripetuto più volte il Prof. Giuseppe Catapano ricordando a se stesso e alle istituzioni incontrate : “Cominciamo col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all’improvviso ci sorprenderemo a fare l’impossibile”.

Nella foto: da sinistra: Prof. Cesare Cilvini, Presidente Athenaeum Prof. Emilia Vasile, Prof. Avv. Giuseppe Catapano, giudice prof. Angelo Turco

Nella Foto: da sinistra, Ionela Polinciuc, Prof. Cesare Cilvini, Prof. avv. Giuseppe Catapano, rettore università Unibuc Prof. Marian Preda, Giudice Prof. Angelo Turco
Nella Foto: da sinistra, Ionela Polinciuc, Prof. Avv. Giuseppe Catapano, rettore Università Artifex Prof. Alexandru Manole, Prof. Cesare Cilvini, Giudice Prof. Angelo Turco

Risorse ed enti locali

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A cura di Giuseppe Catapano

Davvero pensiamo che il nostro decentramento amministrativo, per come l’abbiamo conosciuto fin qui, Regioni in testa, sia all’altezza di gestire questa gigantesca massa di risorse – mai così prima d’ora – da cui dipende l’indispensabile e indifferibile ammodernamento dell’Italia, oltre che una fetta non indifferente del nostro pil futuro? Basterebbe vedere la scandalosa incapacità di spendere i fondi europei – anzi, l’incapacità di attingere a quei fondi per mancanza di progetti – dimostrata negli anni, per capire che si tratta di un azzardo. Eppure, non solo è così, ma invece che mettere paletti per ridurre gli effetti negativi del nostro federalismo alle vongole, si pensa di introdurre la cosiddetta “autonomia differenziata”, che altro non è che la cessione di ulteriori competenze alle Regioni. Anzi, è di pochi giorni fa la proposta di Matteo Salvini di “reintrodurre l’ente Provincia dotato di funzioni, con eletti, denari e poteri”. Aggiuntivamente, sia chiaro, non sostitutivamente.

Ora, se Giorgia Meloni intende davvero essere l’alfiere della discontinuità, come ha detto e ridetto, allora sarà bene che faccia tre cose: blocchi sul nascere le pulsioni leghiste per questo rafforzamento dell’autonomia regionale e il ripescaggio delle Province; non ceda alla tentazione di scambiare il presidenzialismo cui tiene lei particolarmente con l’autonomia differenziata cui tiene Salvini (è da discutere che il presidenzialismo sia o meno una buona idea, ma certo non merita il prezzo di una accentuazione del nostro già sgangherato federalismo); si faccia carico di una seria (contro)riforma del titolo V della Costituzione.

Tra Regioni, Province (che sono ancora lì nonostante i proclami, la legge Delrio ha prodotto solo un effetto semantico: sono state ribattezzate “aree vaste”), Città metropolitane, Comuni e l’universo composto da comunità montane, enti di bacino, consigli di quartiere e i molti altri enti di secondo e terzo grado, siamo il Paese dei mille campanili, tutti dotati di potere di spesa e diritto di veto. Un Paese frantumato a livello decisionale, prigioniero di conflitti istituzionali infiniti. Da quando sono state istituite, nel 1970, le Regioni hanno dato pessima prova di sé, anche se non tutte in egual misura. Sbandierate come l’antidoto al centralismo e agli storici squilibri territoriali, hanno invece prodotto un notabilato locale assai peggiore della burocrazia statale e hanno finito con l’accrescere, non ridurre, il divario Nord-Sud. E hanno finito col diventare tanti costosissimi staterelli in conflitto permanente tra loro e con lo Stato centrale.

Ma è stato il Covid a rendere visibile a occhio nudo il disastro, rimediato solo quando si è provveduto ad accentrare in mani commissariali nazionali (il generale Figliuolo) la campagna vaccinale. E sì, perché non c’è dubbio che al cospetto della pandemia, l’Italia si sia presentata con una sanità che in realtà sono venti Servizi Sanitari Regionali (SSR) diversi e senza alcun collegamento tra loro – se non quelli lasciati alla buona volontà individuale – e con una qualità a macchia di leopardo, sia dal punto delle strutture che delle terapie offerte, che va dall’estremo dell’eccellenza mondiale a quello opposto della più assoluta fatiscenza e inefficienza. In quella circostanza si è vista la mancanza di coordinamento, la frammentazione delle competenze, il conflitto permanente tra centro e poteri locali, a tutto danno di velocità ed efficienza operativa. Insomma, quello che l’ex presidente della Consulta, Cesare Mirabelli, ha definito “micro sovranismo regionale”. Ora, è evidente che per ridare unicità al servizio sanitario da Bolzano a Trapani, ripristinando il dettato costituzionale che tutela l’uguaglianza dei cittadini, occorra riaccentrare le competenze sanitarie in capo allo Stato, magari attraverso una moderna forma mutualistica, sul modello olandese. E siccome la sanità rappresenta la vera competenza regionale, considerato che la spesa sanitaria incide per circa l’80% sul bilancio delle Regioni, ovvio che ripensare il sistema sanitario significa ripensare il decentramento amministrativo. Tanto più se si aggiunge la necessità, altrettanto fondamentale della ricostruzione del sistema sanitario nazionale, di non sprecare l’occasione storica e irripetibile della spesa infrastrutturale derivante dal Pnrr e dagli altri fondi europei.

Insomma, l’Italia non è un paese federale ma si comporta come se lo fosse. Per questo è richiesta una riformulazione del federalismo fin qui praticato. Il ministro Calderoli intende rispondere a questa esigenza alzando il tiro: maggiori competenze (23 materie), anche laddove si tratta di diritti fondamentali come sanità, istruzione, lavoro; potenziale accesso di tutte le attuali regioni a statuto ordinario di diventare “speciali” con l’autonomia differenziata; potenziamento dell’attuale conferenza Stato-Regioni, che già ha assunto un potere che non le compete trasformandosi in luogo di decisioni che spettano al Parlamento (come ha ottimamente spiegato Isia Sales su Repubblica del 10 dicembre), accentuando ancora di più il meccanismo bilaterale governo-regioni a discapito di Camera e Senato. Francamente non credo che sia la strada giusta, anzi. Chi segue da tempo TerzaRepubblica sa che non siamo mai caduti nella tentazione di pensare che fosse giusta l’equazione decentramento amministrativo uguale maggiore vicinanza ai problemi dei cittadini e miglior soluzione di essi, e dunque sa anche che abbiamo sempre spinto per una semplificazione del sistema delle autonomie. Il tema, dunque, è come ridurre ciò che oggi è ridondante, non come ampliarlo ulteriormente.

A mio giudizio le ricette possibili sono solo due. Entrambe partono dal presupposto che il vero federalismo da realizzare è verso l’alto, cioè quello europeo, e postulano la necessità di una estrema razionalizzazione, atteso che un sistema amministrativo articolato su 20 Regioni (di cui 5 a statuto speciale), poco meno di 8.000 Comuni (di cui il 70% sotto i 5mila abitanti), 76 Province, 14 Città metropolitane e quasi 500 enti intermedi (nonostante nella riforma Delrio il limite fosse 90), è per definizione elefantiaco e inefficiente. Quindi la prima mossa da fare è ridurre il numero dei Comuni (stabilendo la soglia minima di 5 mila abitanti e aggregando, coercitivamente, tutti quelli che sono sotto), abolire una serie enti intermedi inutili e riordinare e aggregare le competenze. Poi, partendo dal presupposto che tra i Comuni e lo Stato è necessario avere un soggetto intermedio, occorre scegliere tra due diversi scenari: creare le macro-regioni e abolire (davvero) le province, oppure abolire le regioni e creare le macro-province. Fermo restando che è da escludere, per ragioni di costo e di efficienza, la permanenza di entrambe le tipologie di amministrazioni così come è oggi.

Nel primo caso ci viene in aiuto un lavoro fatto dalla Fondazione Agnelli, che ha tracciato i confini delle regioni immaginando che ne rimangano 6 su 20. Ad esse verrebbe sottratta la competenza sanitaria, riportandola in capo allo Stato centrale, e assegnate funzioni di coordinamento dei Comuni, assumendo una sorta di ruolo di cuscinetto tra essi e lo Stato. Naturalmente in questo caso l’abolizione effettiva delle province – che hanno conservato la competenza su 130 mila chilometri di strade e 5.100 edifici scolastici – richiede una legge di natura costituzionale, con tutte le difficoltà che ne conseguono. Nella seconda ipotesi, abolizione delle regioni e creazione di aree provinciali, è la Società Geografica Italiana a indicare la strada: la mappa d’Italia ridisegnata dai geografi tenendo conto di criteri storici e di contiguità territoriale, postula 35 amministrazioni provinciali – quasi il doppio delle regioni ma meno della metà delle attuali province – cui delegare il compito di raccordo tra lo Stato centrale e un numero di Comuni più che dimezzato rispetto all’attuale. Anche in questo caso toccherebbe mettere mano all’articolo 114 della Costituzione, con quel che ne consegue.

Diversità culturali tra uguaglianze e discriminazioni

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A cura di: Di Mambro Dolores

Sul nostro pianeta ci sono più di sette miliardi di culture differenti, una ricchezza culturale il cui valore è un
contributo inestimabile per la società. Attualmente i fenomeni come la globalizzazione, progresso
tecnologico ci offrono un migliore accesso alle varie culture che plasmano il nostro mondo.
Occorre cogliere ogni occasione per conoscere culture differenti da quella di appartenenza, imparando ad
apprezzare l’importanza e la ricchezza dell’interculturalità.
La storia stessa ci offre innumerevoli esempi di discriminazioni che spesso sfuggono al controllo dell’uomo.
Nel crescente multiculturalismo nel quale viviamo, la diversità è spesso criticata e condannata al pericolo e
spesso tale diversità se alimentata da credenze, timori e pregiudizi crea vere e proprie barriere tra gli
uomini.
Di frequente tale diversità è considerata una forma di inferiorità e timore nei confronti di chi è portatore di
una cultura diversa da quella di appartenenza, definita come la completa negazione dell’identità, intesa
sotto ogni ambito.
Secondo le Nazioni Unite, tre quarti dei maggiori conflitti mondiali hanno una dimensione culturale.
Questo significa che colmare il divario tra le culture è urgente e necessario per garantire la stabilità la pace
e lo sviluppo. Pertanto la difesa della diversità culturale è un imperativo etico, inscindibile dal rispetto della
dignità della persona ed implica l’impegno a rispettare i diritti e le libertà fondamentali dell’uomo.
Il diverso oggi giorno è rappresentato da tutti coloro che non rispondono ai canoni della normalità da noi
stabiliti e tale diversità considerata a seconda di alcuni attributi come l’aspetto fisico, colore della pelle,
cultura, area geografica di origine, religione, lingua o nazionalità, varietà di culture che interagiscono e
coesistono nello stesso spazio geografico.
Il primo passo per riuscire ad integrare l’altro, ovvero lo straniero nella nostra quotidianità è quello di
cominciare a considerarla non solo come elemento da tollerare, ma come un bene da tutelare.
Tale condizione dovrebbe essere vissuta come uno stimolo ed un’opportunità per creare un punto di
contatto, in grado di arricchire il bagaglio culturale e psicologico di ogni individuo.
La Corte Europea dei Diritti dell’uomo ha riconosciuto che il “pluralismo “si basa sul riconoscimento e il
rispetto autentico della diversità e della dinamica delle tradizioni culturali, delle identità etniche e culturali,
delle convinzioni religiose, idee e concezioni artistiche, letterarie, socio-economiche e che un’interazione
armoniosa fra individui e gruppi con identità differenti è essenziale al fine della coesione sociale.
Oggi l’Intercultura rappresenta il più alto grado di civilizzazione, strumento efficace per il cambiamento,
cooperazione piuttosto riconoscendo il ruolo ineliminabile delle differenze per far in odo che culture
diverse convivano senza ignorarsi. Per promuovere l’educazione interculturale necessariamente prevede il
coinvolgimento di ogni agenzia educativa dalla famiglia alla scuola e nella società in generale.
Nella scuola occorre educare i giovani ad accogliere e riconoscere la diversità, incoraggiando all’empatia si
costituisce una priorità educativa con processi di apprendimento, strategie didattiche e obiettivi tali da
favorire l’inclusione mediante il dialogo, rispettando le specificità di ciascuno e al tempo stessi valorizzando
le comunanze, nel rispetto dell’identità di ciascuno al fine di favorire e sostenere il benessere scolastico.

In ogni ambito sociale per promuovere il dialogo e combattere gli stereotipi occorre ritrovare una mentalità
disponibile al mutamento per il superamento di qualsiasi confine, disponibilità fondamentale per ritrovare il
senso originario dell’uomo prima di qualsiasi specificazione, semplicemente come essere umano.

“Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci ma non abbiamo imparato l’arte di
vivere come fratelli”. Martin L. King

Se il passato piange, il presente non ride

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A cura di Giuseppe Catapano

Meloni ha ottenuto dall’Europa un credito condizionato. Una parte se l’è giocato con la legge di Bilancio, che Commissione Ue è intenzionata a definire “solo parzialmente in linea” con i dettami di Bruxelles. Adesso è attesa al varco dei decreti attuativi della legge sulla concorrenza – terreno su cui Salvini darà il meglio di sé con intemerate come quella sul tetto a 60 euro dell’uso dei Pos – e del completamento della spesa prevista entro fine anno, cui è subordinata la successiva tranche da 21 miliardi del Pnrr.   
 Il Pnrr è l’unico strumento che un paese ultra-indebitato come l’Italia dispone per sostenere lo sviluppo e nello stesso tempo l’indispensabile “vincolo esterno” per realizzare le riforme strutturali mai fatte. Per di più, il trasferimento delle risorse europee è subordinato all’effettivo “stato avanzamento lavori”, in relazione sia alle opere da fare che alle riforme da compiere, che penalizza (giustamente) gli inadempienti. Cosa che, quindi, dovrebbe spingere non solo il governo, ma l’intera classe dirigente, a impegnarsi nel mettere a terra, come si usa dire oggi, quanto è stato scritto nei documenti programmatici che Bruxelles ha approvato. Eppure, il dibattito politico italiano si occupa d’altro e quando tocca il tasto Pnrr è per dire che bisogna riscrivere i piani a suo tempo redatti dal governo Draghi, o addirittura che l’Europa dovrebbe ripensare il Next Generation Ue da cui poi discende il nostro Recovery.

Nell’ultimo decennio,  gli investimenti pubblici sono risultati sempre inferiori alle previsioni, oltre che alle necessità, e i fondi strutturali europei sono stati utilizzati poco e male. Per esempio, rispetto all’ultimo piano settennale 2014-2020 registriamo un “avanzo” di circa 20 miliardi di risorse non usate. Se sommiamo i due cicli di fondi di coesione che vanno dal 2007 al 2020 si conta una spesa effettuata del 45% rispetto al possibile, cioè 94,4 miliardi sui 206,3 totali. Una cosa che non accade nessun altro paese continentale e che appare ancor più grave se si considera il grado di necessità di quegli investimenti per rilanciare il Paese.

 Analizzando le pietre miliari ( dal termine inglese Millestones) che servono per realizzare i 20 miliardi di investimenti previsti nel settore dell’edilizia nel 2023, l’associazione dei costruttori (Ance) ha tracciato un calendario delle scadenze che è un vero e proprio tour de force. Sono infatti previsti interventi capillari sul territorio (metropolitane, asili, ferrovie, filovie, funivie e interventi contro il dissesto idrogeologico) per i quali servono progetti di fattibilità e progetti esecutivi, oltre che tutti i processi autorizzativi superati, che si fatica a credere possano arrivare nel giro di qualche mese. Dunque, è possibile, se non probabile, il fallimento. Che sarebbe dannoso in sé e per il fatto che se non si raggiungono gli obiettivi concordati con Bruxelles non avremo i requisiti necessari per ottenere i futuri finanziamenti. Tanto che circola l’ipotesi di cancellare qualche progetto infrastrutturale così da evitare ritardi che metterebbero in difficoltà l’intero piano. 

Naturalmente, Giorgia Meloni può, calendario alla mano, rivendicare con pieno diritto il fatto che è alla guida del Governo solo da una quarantina di giorni e che Draghi le ha lasciato dei bei documenti ma nulla di più. In effetti, la prima parte del lavoro fatta dal precedente esecutivo, e cioè la scrittura del Pnrr, per quanto complessa è stata comunque un esercizio meno difficile rispetto all’esecuzione del piano stesso. E comunque nella primavera del 2021 ci volle un intervento personale dell’ex presidente della Bce su Ursula von der Leyen e Angela Merkel per assicurarsi il via libera definitivo di Bruxelles. Adesso abbiamo quattro anni per approvare leggi e metterle in pratica, ma soprattutto per progettare e realizzare opere importanti come ferrovie, strade, ospedali, impianti di energia rinnovabile, ma anche sistemi di connettività, processi di digitalizzazione e tanto altro. 

Anche perché ci sono diversi ostacoli strutturali che ci impediscono di mettere a terra i progetti. Nel pubblico e nel privato. Nelle procedure e nell’amministrazione. Nel pubblico, per esempio, più di un terzo delle risorse e più di due terzi dei progetti del Next Generation Eu saranno gestite dagli enti locali. E, come ammonisce l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, le amministrazioni potrebbero (eufemismo) non avere personale adeguato a gestire una così ingente mole di fondi e, anzi, per la Corte dei Conti la creazione di strutture tecniche nelle singole amministrazioni è “più lenta di quanto auspicabile”. Draghi era corso ai ripari prevedendo una piattaforma a supporto degli enti locali che si chiama “Capacity Italy”, ma è evidente che potrebbe non bastare. Incidono, infatti, due problemi nodali. Il primo riguarda il personale, che è poco – il “sotto organico” è cosa abituale – e ha competenze non aggiornate (mancherebbero 14 mila professionisti, e in particolare 7 mila ingegneri). Il secondo i processi amministrativi, strutturati in modo burocratico e poco funzionale, che per questo – oltre che per un diffuso senso di de-responsabilità – hanno tempi biblici, incastrati tra mille pareri di tanti, troppi soggetti (governo centrale, enti locali, amministrazioni periferiche dello Stato, eccetera) che hanno tradizionalmente un approccio difensivo e non conoscono le regole di mercato.

Ma se dal pubblico passiamo al privato, non va tanto meglio. Per esempio: chi dovrebbe realizzare tutte le opere infrastrutturali previste? A ben guardare ci sono pochissime aziende nazionali – con la sola eccezione di Webuild, che non a caso sta sviluppando il 70% dei progetti ferroviari previsti dal Pnrr – e questo ci espone al rischio che le risorse tanto faticosamente conquistate in Europa poi finiscano per avere una ricaduta di business e occupazionale a favore di imprese straniere. Anche perché negli ultimi decenni abbiamo “bruciato” gran parte delle competenze ingegneristiche che un tempo avevamo. Altra questione: l’Italia soffre la carenza di molte delle figure professionali necessarie per alimentare il flusso dei lavori in cantiere. Questo avviene nell’edilizia, dove mancano migliaia di professionisti specializzati, ma anche in ambito telco (che impegna quasi 41 miliardi dei 191,5 complessivi) dove non si riescono a ricoprire 16 mila posti di lavoro. Secondo Uniocamere, da qui al 2026 mancheranno circa 50-60 mila laureati all’anno. Soprattutto quelli provenienti dalle facoltà “stem” (acronimo inglese che sta per science, technology, engineering and mathematics).

Ma a monte di tutti questi problemi ce n’è uno, quello politico, la cui mancata soluzione rischia di pregiudicare tutti gli sforzi che miracolosamente si dovessero comunque riuscire a fare e impedire di farne altri. Ha due facce: quella interna e quella europea. La prima è ascrivibile alla tenuta della maggioranza. Per rimanere nel solo perimetro del Pnrr, i suoi termini sono apparsi palesi quando il presidente del Consiglio ha deciso che la competenza sui fondi del Recovery non sarebbe più stata del Ministero dell’Economia, ma sarebbe passata a quello degli Affari europei guidato dal fedelissimo Fitto. Tanto per avere idea di quale guerra interna al governo ciò abbia scatenato, basti sapere che dopo il passaggio delle deleghe da Giorgetti a Fitto, in una riunione a palazzo Chigi la delegazione della Lega ha messo il veto su un decreto di semplificazione normativa proposto da Fitto per superare le farraginosità della nostra burocrazia e dare il boost ad alcuni progetti. Così come è segnale del clima dentro la maggioranza, la battaglia in corso tra il Ministro dell’Ambiente di Forza Italia, Gilberto Pichetto Fratin, e quello delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso di Fratelli d’Italia, che si stanno litigando le deleghe (e 35 miliardi di relativi fondi) per ciò che concerne l’energia. La questione europea, infine. Da un lato attiene ai rapporti politici con Bruxelles e le maggiori cancellerie, rapporti che Meloni ha avocato a sé e che risentono di una diffidenza scalfita solo da alcune garanzie offerte da Draghi al momento della staffetta circa la continuità che il presidente del Consiglio avrebbe garantito. Dall’altro riguarda più specificatamente il Pnrr e l’allarme scattato nella Commissione europea, i cui funzionari in visita a Roma per verificare lo stato avanzamento lavori del Recovery hanno chiesto conto del fatto che le competenze siano state sottratte al Mef, visto che in tutti gli altri paesi è sempre il Ministero dell’Economia il titolare della responsabilità e l’Ecofin è il luogo comunitario dove si discute del Next Generation Eu.

Insomma, Ora che il gioco si fa duro, si vedranno  meglio le operatività di questo governo.

Maltrattamenti agli anziani, una piaga invisibile

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A cura di: Di Mambro Dolores, Docente e Pedagogista

Abbandono, negligenza, dispetti, truffe finanziarie, maltrattamenti fisici e psicologici a danni di anziani che troppo spesso restano invisibili.

Sempre più frequentemente si rincorrono notizie, trasmesse in tv video, audio e immagini crudeli, rappresentando veri e propri abusi a danno di anziani deboli e indifesi. Episodi portati alla luce in seguito a varie indagini mostrano le violenze consumate tra le mura domestiche e in talune strutture destinate alla loro assistenza ed accoglienza, riscontrando gravi maltrattamenti.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce abuso sugli anziani un azione singola o ripetuta, o una mancanza di un ‘azione appropriata, che avviene all’interno di una qualsiasi relazione in cui si sviluppa un aspettativa di fiducia e che causa danno o dolore alla persona anziana.

Il fenomeno di maltrattamenti in strutture per anziani è in aumento e strettamente legato all’invecchiamento della popolazione mondiale. Centinaia di casi di violenza verso la persona nella fase più fragile della sua esistenza, derisa, vilipesa e oltraggiata della propria dignità.

Violare i diritti degli anziani avviene in vari modi, anche senza giungere alla violenza fisica, per incuria, privandoli della loro dignità lasciandoli con abiti sporchi, non fornendo loro la dovuta assistenza quando sono impossibilitati a muoversi, privandoli di cibo, farmaci, relazioni sociali o familiari.

Accidentalmente la vittima non ha consapevolezza di ciò che le accade e non riesce efficacemente a comunicare il grado di disagio sentito. Altre volte accade che il fenomeno si celi dietro la vergogna di chi non vuole mostrarsi debole o vittima, impedendo di intervenire prontamente.

Di frequente mancano gli strumenti che rilevino obiettivamente azioni dolose che si perpetrano negli anni e non riescono ad uscire allo scoperto se non negli ultimi stadi o quando sopraggiunge la morte.

Sulla scia dei numerosi casi di cronaca nei confronti di soggetti deboli, da parte di chi è invece proposto alla loro cura e tutela urge una legge che autorizzi l’installazione di telecamere a circuito chiuso nelle strutture pubbliche e private. L’obiettivo è dare protezione alle persone fragili e consentendo di tutelare anche gli interessi degli operatori.

All’interno delle strutture è fondamentale costruire e sperimentare procedure dedicate alla prevenzione e rilevazione di maltrattamenti, investire nella formazione specifica sul tema della propria équipe di operatori. L’educazione, l’informazione e la sensibilizzazione degli stessi risulta l’antidoto migliore nei confronti di comportamenti portatori di violenza.

Internamente alla società la prevenzione passa mediante la riscoperta del valore dell’anziano e della consapevolezza che l’invecchiamento è una parte del ciclo della vita in cui è doveroso perdurare il rispetto, perché l’anziano è un cittadino che nonostante la fragilità e la vulnerabilità resta pur sempre un uomo o una donna a tutti gli effetti che cerca solo comprensione e considerazione ai suoi bisogni.

Altresì la prevenzione decorre attraverso la presa di coscienza di una realtà che può esistere pertanto urge consapevolizzare le persone rispetto a questo fenomeno.

Essenziale riportare la focalizzazione sul fattore umano, far comprendere a tutti che le persone anziane non sono un peso ma una risorsa, una ricchezza e la loro saggezza un valido aiuto per la nostra società.

Difficoltà teatrali: Dalla rubrica A.U.G.E., Rosa Miranda ci risponde

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A cura di Ionela Polinciuc

Quali sono le principali difficoltà che si incontrano con il lavoro teatrale?

” Faccio una premessa per chi intraprende questa bellissima professione o arte: Per quello che si dà in termini di professionalità, impegno, dedizione, non c’è adeguato ritorno economico, a meno che non si venga scritturati da grosse produzioni che in Italia, restano pochissime. Ma comunque, al di là di ogni aspetto, per arrivare in alto, bisogna formarsi. Studiare ed impegnare ogni energia alla rincorsa verso il proprio sogno!”

Oggi sciopero generale: stop scuole, trasporti e sanità

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A cura di Ionela Polinciuc

Uno sciopero nazionale che coinvolgerà settori pubblici e privati è previsto per oggi 2 dicembre 2022.

Si è formata una forte agitazione, indetta da diverse sigle sindacali sia locali che nazionali. Fra le tante richieste c’è anche il rinnovo dei contratti collettivi, l’adeguamento automatico dei salari al costo della vita, l’introduzione per legge del salario minimo di 12 euro l’ora, interventi immediati per congelare gli aumenti del costo di energia e dei beni primari. Inoltre, viene chiesto anche la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario percepito.

Già da ieri 1 dicembre, alcuni mezzi sono fermi. C’è il rischio di stop anche per treni ed aerei.

I lavoratori delle ferrovie si fermano dalle ore 21 di giovedi 1 dicembre e proseguiranno fino alle ore 21 di oggi venerdi 2 dicembre 2022. Invece, i lavoratori del comparto aereo e di quello marittimo potranno fermarsi per tutta la giornata.

I treni potrebbero subire cancellazioni e variazioni.

Per quanto riguarda i mezzi pubblici cittadini è previsto lo sciopero è di “24 ore con modalità territoriali”.

A Venezia stop per i vaporetti, a Napoli stop anche per le funicolari. A Milano sono a rischio le metropolitane, bus e tram e i treni regionali di Trenord, oltre agli autobus Autoguidovie. Allo sciopero, potrebbero aderire anche alcune sigle di taxi .

Per ulteriori informazioni, nel sito del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, cercate nella pagina dedicata agli scioperi, dove sarà possibile reperire le indicazioni e gli aggiornamenti continui con le corrispettive sigle ed i settori interessati.

Lo sciopero di oggi interesserà anche la scuola e la sanità. Sono stati chiamati a partecipare alla manifestazione anche personale docente e personale Ata di ogni ordine e grado.

Duffins salate: quando muffins e donuts si incontrano

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I duffins, nome che nasce dall’unione di muffins e donuts, due specialità tipiche americane, hanno conquistato il palato dei golosi di tutto il mondo. Questi dolci, che possono essere realizzati anche in una gustosissima versione salata, hanno una consistenza soffice e spugnosa, molto simile a quella dei muffins, ma un sapore simile a quello delle ciambelle.  Oltre alla versione tradizionale che vede questi dolcetti adatti come fine pasto o per la colazione, i duffins sono ottimi per aperitivi sfiziosi e per cene a buffet, ma anche come merenda ricca ed energetica da offrire ai bambini.

Se non vuoi preparare una delle tante sfiziose ricette di torte salate, la ricetta che proponiamo di seguito è perfetta: puoi utilizzare degli stampi da muffin, mentre basteranno pochi minuti in forno per avere dei duffins fragranti e leggeri.

Ingredienti: ecco cosa serve per preparare i duffins

Per preparare i duffins, una torta salata originale e mono porzione, occorrono alcuni semplici, ma saporiti ingredienti:

  • 1 uovo
  • 1 vasetto di yogurt bianco
  • 50 gr di burro più un po’ per imburrare gli stampini
  • parmigiano e pecorino grattugiato
  • 1 cucchiaio di latte
  • 150 gr. di farina 00
  • lievito istantaneo per impasti salati
  • 100 gr di mozzarella o scamorza affumicata
  • 100 gr di pancetta
  • sale e pepe

Per prepararli, per prima cosa, bisogna tagliare la pancetta a cubetti, o utilizzare quella confezionata, e farla rosolare in una padella con un po’ di olio fin quando non risulterà croccante e il grasso sarà quasi trasparente.

La mozzarella o la scamorza scolata dal latte devono essere anch’esse tagliate a cubetti piccoli. In alternativa, è possibile aggiungere anche del formaggio duro, come il gruviera, per rendere il sapore dei duffins ancora più ricco e deciso.

In una ciotola bisogna aggiungere l’uovo, il vasetto di yogurt bianco e il latte: il tutto va mescolato delicatamente fino a ottenere un composto omogeneo. A questo punto, va incorporato il burro fuso e poi la farina setacciata e il lievito facendo attenzione a non formare grumi. I formaggi grattugiati vanno uniti a questo punto insieme al pepe e al sale, la pancetta e i formaggi a cubetti.

Mescolando con un cucchiaio, meglio se di legno, va formato un impasto denso che incorpori tutti gli ingredienti.

Il composto va versato nello stampo da muffin precedentemente imburrato e messo in forno preriscaldato a 180° per circa 20 minuti. Meglio non riempire completamente gli stampi, ma versare occupare gli stampi solo per ¾, perché il composto tende a lievitare e crescere e potrebbe fuoriuscire.

Come servire i duffins

I duffins sono pronti in poco tempo e la cottura al forno li rendere soffici e leggeri: possono essere serviti caldi oppure tiepidi e si conservano benissimo per qualche giorno. Per una versione più gustosa, è possibile aggiungere all’impasto dei salumi, del pesto genovese, noci o pinoli, olive e spezie per ottenere dei duffins sempre diversi e saporiti.

Questi originali muffin salati sono perfetti anche per i compleanni dei bambini, magari da servire in pirottini di carta colorati.

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Tra la salvezza e l’inferno

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A cura di Giuseppe Catapano 

L’Italia è da sempre caratterizzata dal difetto, per cui quando sembra che il suo sguardo abbia messo a fuoco ciò che va inquadrato, in realtà vede (anche) altrove. Ma in questa fase, in cui l’orizzonte da scrutare è oggettivamente buio, l’imperfezione si è ingigantita fino a diventare una grave malformazione. Il primo ha a che fare con la cultura di governo in generale, il secondo con l’atteggiamento dei partiti nell’attraversare questo passaggio politico che li vede in qualche modo “commissariati”, e il terzo con l’idea che gran parte degli italiani si è fatta di Draghi e del suo governo. 

Per moltissimi, con Draghi l’Italia si è giocata il jolly e c’è una fideistica attesa che l’uomo con quel po’ po’ di curriculum  possa sfoderare un decisionismo inedito per le lande desolate dell’attuale classe politica, che gli consenta di rimettere in piedi il Paese, sia sconfiggendo la pandemia che rilanciando l’economia. Un pensiero di grana grossa che ne nasconde altri due, assai pericolosi: ci pensa SuperMario, noi dobbiamo solo attendere che metta a posto le cose; se fallisce uno come lui, non ce n’è più per nessuno, andiamo tutti a ramengo. Ora, è vero che la distanza che separa Conte da Draghi è siderale, e che per una fase di emergenza come quella che stiamo vivendo di meglio non si poteva sperare. Ma è dai tempi di Pietro Nenni che abbiamo scoperto che la “stanza dei bottoni” dove tutto si controlla e si decide non esiste e che non basta tutta la determinazione del mondo a sopperire ad un sistema pubblico inefficiente e deresponsabilizzato e a uno privato svogliato e costruito sulle rendite di posizione. 

Dunque il rischio è che la forbice tra le aspettative e i risultati tangibili sia così ampia che presto le prime si tramutino in delusione cocente e i secondi siano sottovalutati anche se in qualche misura significativi. Una situazione che, se si verificasse, potrebbe aprire le porte non più ai peggiori populismi – quelli, purtroppo, sono già tra noi da lungo tempo – ma a qualcosa di maggiormente grave. Per evitarlo, questo strabismo, occorrerebbe un mix tra pazienza e consapevolezza , che per ora non c’è.

Da un lato, si è insinuata, tanto nella politica quanto nella società, l’idea che il compito dei governi sia quello di intervenire a rimedio degli accadimenti: salvataggi, risanamenti, ristori, bonus. Il verbo più usato è “fronteggiare”, che appunto dà il senso di come si creda che l’azione della politica debba essere quella di fare muro. E poi di risarcire, una volta prodotto il danno. Se ci riflettete, siamo agli antipodi rispetto all’idea che la politica serva a programmare, progettare, indurre gli avvenimenti. Anche di fronte a qualcosa di imponderabile come una pandemia, un conto è inseguire il virus e le sue conseguenze – come abbiamo fatto fin dal primo momento – e tutt’altro è prevenirne le mosse, anticipando le contromisure. A maggior ragione questo vale se si tratta di disegnare e costruire il futuro, facendo scelte preventive. Da qui all’altro strabismo politico, quello mostrato dai partiti nella lettura di ciò che sta accadendo intorno a loro e dentro il sistema politico e istituzionale, il passo è brevissimo.

Se i partiti credono che Draghi sia una parentesi chiusa dopo la quale tutto tornerà come prima, hanno fatto male, anzi malissimo, i loro conti. E questo a prescindere da quale sarà la parabola personale del presidente del Consiglio. Paradossalmente, se anche la pagina che sta scrivendo dovesse rivelarsi brutta, questo non toglierebbe nulla al fatto che il sistema politico – quello risultante dal fallimento della Seconda Repubblica, ben peggiore del pessimo che l’ha preceduto – abbia in Draghi la pietra tombale che lo seppellisce. Un destino che i partiti con l’occhio buono vedono per quello che è – e ciò spiega le loro convulsioni interne – ma con quello affetto da eterotropia lo immaginano ben diverso. Da qui la resistenza a fare quelle riforme strutturali che per oltre un quarto di secolo sono state eluse perché soddisfacevano il futuro a scapito del presente, o così si temeva. Riforme senza le quali, ora non ne usciamo.

Prendete il PNRR, il piano finanziato dalle risorse europee del Recovery. Lo strabismo sta evitando che nel Paese cresca una duplice fondamentale consapevolezza. La prima è che i soldi arriveranno solo e soltanto se il piano prevederà espressamente le riforme, e in particolare quelle più funzionali ai due obiettivi fondamentali dell’operazione Next Generation Ue, il rilancio dell’economia e l’ammodernamento del sistema-paese, e allo strumento con il quale perseguirli, gli investimenti strategici. 

E cioè: giustizia, pubblica amministrazione, infrastrutture, fisco. E sanità, considerato che la pandemia ha messo clamorosamente a nudo i difetti del nostro sistema sanitario a base regionale, e che senza un intervento su di essi da attuare in parallelo al piano vaccinale rischiamo che la ripresa economica abbia le gambe legate da questa che è a tutti gli effetti una precondizione per la crescita del pil. Riforme che devono essere definite, dettagliate, quantificate e incorporate nel Def che entro aprile deve essere scritto, e sulle quali la Commissione europea chiede la misurazione degli effetti strutturali che esse dovrebbero produrre sull’economia reale e sulla finanza pubblica. E questo per ottenere il via libera preventivo di Bruxelles – ma in realtà dei paesi che erano meno favorevoli al Recovery – al piano. Ed è troppo viva in Europa la consapevolezza che l’Italia negli ultimi venti anni non sia stata capace di spendere più del 50% dei fondi strutturali comunitari (ancor oggi, del precedente bilancio ordinario 2014-2020, c’è un residuo non-speso di circa 35 miliardi che, come spesso in passato, rischiamo di perdere), per immaginare che ci concedano sconti. Ma se anche in fase di presentazione del piano tutto andasse liscio, poi, il fatto che le risorse siano soggette al sistema dello “stato avanzamento lavori”, ci obbligherà anche a farle concretamente, queste benedette riforme, se si vorrà evitare che i rubinetti delle erogazioni si chiudano strada facendo.

La seconda consapevolezza che manca – e qui l’assenza è totale, come hanno ben chiarito nella puntata di War Room di giovedì 8 aprile gli economisti Mario Baldassarri, Lorenzo Bini Smaghi e Stefano Micossi – riguarda le conseguenze di eventuali errori nella gestione del Recovery. Non solo i soldi smetteranno di arrivare, non solo i mancati investimenti e le mancate riforme impediranno lo svilupparsi della ripresa e l’inderogabile ammodernamento del Paese di svolgersi, ma il debito pubblico, che è già ormai prossimo al 160% del pil, diventerebbe insostenibile, inducendo di conseguenza il nostro default e mettendoci ai margini dell’Europa. Avete forse idea di qualcuno che nell’ambito politico abbia cognizione delle conseguenze fatali che produrrebbe presentare un PNRR pieno di spese correnti, o improduttive, o comunque non sufficientemente strategiche, a piè di lista? Qualcuno ha riflettuto sul fatto che Angela Merkel, cui dobbiamo il varo del Next Generation Ue nonostante le tante e fortissime resistenze – non tutte strumentali, peraltro – sta per uscire di scena e che le cancellerie che fecero opposizione sono con il fucile puntato pronte a spararci addosso al nostro primo passo falso? Bini Smaghi lo spiega con chiarezza: se con quei soldi faremo presto e bene opere come l’alta velocità ferroviaria o la fibra per infrastrutturare digitalmente le nostre comunicazioni, gli olandesi e soci penseranno che ne avranno anche loro un vantaggio, non fosse altro come turisti, ma se serviranno per fare gli stadi o per finanziare la sopravvivenza di Alitalia, o anche peggio, allora scoccherà un redde rationem cui non sopravviveremo né noi né l’Europa.

Nel suo rapporto di quest’anno, il centro studi Economia Reale del professor Baldassarri ci avverte con assoluta chiarezza: senza i fondi Ue, e dunque a legislazione vigente, dei 9 punti percentuali di pil persi nel 2020 siamo destinati a recuperarne solo 3,3 quest’anno e 2,2 l’anno prossimo, per poi scendere ad una crescita di un solo punto nel 2023 e precipitare ai soliti “più zero virgola” nei cinque anni successivi, tant’è che nel 2028 avremmo ancora una trentina di miliardi di pil in meno dei 1622 miliardi del 2019 (che già non avevano ancora del tutto recuperato la ricchezza persa dal 2008 in avanti). Con la conseguenza che al debito di 2570 miliardi del 2020 si aggiungerebbero altri 500 miliardi e passa per arrivare a 3096 nel 2028, stando sempre sopra al 150% del pil. Sarebbe una situazione finanziaria sostenibile, o lo spread – che peraltro in questi giorni è tornato a tre cifre – finirebbe con l’esplodere come nel 2011? Sperabilmente no, probabilmente sì.

Ma attenzione, la crescita sarebbe più sostenuta di qui fino al 2023, ma poi tornerebbe inesorabilmente la stagnazione a colpi di “zero virgola”. E questo perché il NGEU, pari a 125 miliardi all’anno per sei anni, per ora è una manovra “una-tantum”. Si dovrebbe renderlo “permanente”, ma ciò richiede un bilancio federale che vada oltre il bilancio ordinario, oggi pari all’1% del pil dei 27 paesi Ue (negli Usa è il 25%), finanziato sia con risorse proprie che con debito comune. Sarebbe un primo determinante passo verso gli Stati Uniti d’Europa, ma appunto per questo non ci possono essere paesi zavorra, altrimenti non solo la maggiore integrazione continentale non decolla, ma rischia seriamente di fare passi indietro.

Draghi, ovviamente, tutto questo lo sa, ma rischia di non avere né il tempo né tutte le leve che servono. Invece, i partiti e il grosso del Paese, che potrebbero creare il consenso e le condizioni per questa straordinaria rivoluzione, non lo sanno. Per ignoranza e per ignavia. Siamo a un maledetto crocevia, e qualcuno pensa ancora che lo strabismo di Venere sia un segno di bellezza.

Rissa tra minori nel Varesotto, eseguite 17 ordinanze

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La Polizia di Stato di Varese ha eseguito 17 provvedimenti cautelari emessi dal gip di Busto Arsizio e da quello per i Minorenni di Milano a carico di giovani per la maggior parte minorenni, tutti accusati di una maxi rissa avvenuta lo scorso 8 gennaio a Gallarate, in provincia di Varese

La rissa era stata organizzata da due gruppi di giovanissimi rivali di età compresa tra i 14 e i 18 anni, italiani, albanesi e nigeriani, tutti armati di bastoni e catene.

Un giovane quattordicenne dopo averne preso parte era rimasto ferito.

Nei giorni successivi alla rissa gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Varese e del commissariato di Gallarate avevano individuato quindici minorenni e due maggiorenni, per sette è stata disposta la permanenza a casa con divieto di comunicare con qualsiasi mezzo, per altri otto è stata disposta una serie di prescrizioni.

Dalle indagini è anche emerso il ritrovamento di un borsone con pietre, mazze, e coltello da cucina.

Il procuratore dei minori di Milano, ha definito la rissa una vera e propria guerriglia urbana.

LA TASSA AUTO O DI POSSESSO

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A cura del Prof. Avv. Angelo Turco

LA TASSA AUTO o di POSSESSO – natura – profili di incostituzionalità – l’IMU – TASSA SULLA PROPRIETA’ – profili di incostituzionalità

La Tassa sull’Auto esattamente denominata Tassa di Possesso ha sostituito la vecchia istituzione della Tassa di Circolazione, il cui pagamento veniva sospeso se l’auto era ferma e non circolava e per tutto il periodo di tempo interessato. La sua sostituzione in Tassa di Possesso, e come la sua natura di colpire un bene IN PROPRIETA’ di un soggetto per il quale sono state già pagate tasse e imposte tra cui, tassa provinciale, tassa regionale e iva sull’acquisto, si palesa TOTALMENTE INCOSTITUZIONALE non potendosi parlare in questo caso di TASA ma di una vera e propria IMPOSIZIONE GABELLARE che non risponde al principio di NATURA DI SERVIZIO resa dallo Stato al cittadino per il quale questi paga un onere SECONDO LA PROPRIA CAPACITA’ CONTRIBUTIVA. Invero il concetto di Tassa ed il principio di corresponsione, da parte del cittadino, di un onere di spesa secondo Costituzione è fissato e determinato in virtù DI UN SERVIZIO CHE GLI VIENE RESO DALLO STATO o DA ALTRO ENTE PUBBLICO. Orbene è pacifico che, TASSARE UNA VETTURA secondo il principio del POSSESSO costituisce UNA VESSAZIONE gravissima per il cittadino al quale ALCUN SERVIZIO PUBBLICO gli viene reso dallo stato nè da altri enti pubblici e si traduce IN UNA ILLEGITTIMA IMPOSIZIONE di natura estorsiva su un bene su cui già sono state pagate imposte di per se illegittime. Invero il cittadino non usufruisce di alcun servizio pubblico gratuito in relazione all’uso del veicolo poichè paga autostrade e tangenziali oltre usufruire di strade impercorribili, omesse nella loro normale manutenzione e costituenti all’80% gravissime insidie e ostacoli alla libera circolazione. Non vi è alcuna fattispecie che giustifichi il permanere di una simile gravissima ed illegittima imposizione prelevando lo stato, in questo caso la Regione, un pagamento a fronte del quale non fornisce alcun servizio VENENDO MENO il PRINCIPIO DI CONTRIBUZIONE a spese statali per servizi forniti da parte del cittadino e costituendo TALE PRELIEVO FORZOSO un illecito INDEBITO ARRICCHIMENTO da parte della Regione. Va sollevata questione di costituzionalità su tale imposizione e suo totale annullamento. Lo stesso discorso e titolo vale per l’IMU una imposta, anche questa annuale, cha ha solo ed esclusivamente UN CARATTERE IMPOSITIVO cui non corrisponde nessun servizio da parte, in questo caso, del Comune. Ha natura di gabella ed ALTAMENTE VESSATORIA poichè la casa è già costata al cittadino esborsi di danaro dalla costruzione o dal suo acquisto con pagamento di tasse erariali ed alla sua esistenza il comune non FORNISCE alcun servizio percependo, annualmente, una GABELLA VESSATORIA di nessuna natura costituzionale ed alla quale il cittadino spesso, è costretto anche senza avere possibilità economiche sufficienti al suo esborso. A fronte di tale GABELLA il comune non fornisce alcun servizio al cittadino per il suo immobile facendogli pagare ogni diversa fornitura come TARI e altri servizi. In sostanza due IMPOSIZIONI ILLEGITTIME che gravano sul cittadino solo per il concetto di possesso di un bene a fronte del quale REGIONE e COMUNE NON FORNISCONO ALCUN SERVIZIO che giustifichi da parte loro un esborso in danaro in favore di tali enti. Il carattere, di natura prettamente estorsiva, di tale pagamento, si configura proprio in tale evidenza ovvero PAGAMENTO IN DANARO A fronte DI UN SERVIZIO INESISTENTE ovvero a fronte del quale non corrisponde alcuna prestazione da parte di Regione e Stato. Va dichiarata l’Incostituzionalità di tali gabelle cui non corrisponde alcun servizio retribuito dal cittadino secondo Costituzione e di spesa pubblica.

Antitrust: criticità su PagoPa e Poste italiane

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Unc: basta con i regali del Governo a Poste italiane

Secondo l’Antitrust, come riportato da Repubblica, la norma che prevede l’ingresso di Poste Italiane nel capitale di PagoPA contenuta nel decreto Pnrr presenta “alcune criticità concorrenziali”.

“Basta con i regali del Governo a Poste Italiane! Dato che oramai Poste opera nel libero mercato per innumerevoli servizi, dalla luce al gas, dalla telefonia fissa a quella mobile, è evidente che ogni privilegio concesso dallo Stato, come quello di PagoPa o di poter rilasciare passaporti, crea un tornaconto a danno dei concorrenti” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

“Se un consumatore, per poter far valere il suo diritto costituzionale di avere un passaporto, è costretto a recarsi alle Poste, è chiaro che potrà essere agganciato dal personale anche per la vendita degli altri servizi. Un vantaggio competitivo regalato dalla Stato, che crea una distorsione nel mercato, discriminando gli altri operatori. E’ incredibile, insomma, che il Governo, incapace di risolvere il problema delle attese bibliche per il rilascio dei passaporti, lo appalti a Poste invece che agli uffici anagrafe dei Comuni, certo più competenti in materia. Quanto a PagoPa, in tal modo Poste entra in un settore strategico come quello dei pagamenti digitali e delle notifiche digitali” conclude Dona.

Fonte: unione nazionale consumatori

Galleria Nazionale delle Marche: ecco le aperture primaverili

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A cura di Carla Cavicchini

Il museo statale di Palazzo Ducale a Urbino sarà aperto anche nelle giornate di Pasquetta (1° aprile) e di mercoledì 1° maggio 2024 Urbino, 15.03.2024La Galleria Nazionale delle Marche, il museo statale di Palazzo Ducale a Urbino diretto da Luigi Gallo, ha varato il calendario delle aperture primaverili.Il giorno di Pasqua (31 marzo) il museo sarà regolarmente aperto come ogni giorno festivo; a seguire il 1° aprile (Pasquetta) la Galleria sarà aperta in via straordinaria con il consueto orario (orario 8.30-19.15, ultimo ingresso 18.15).Domenica 7 aprile, come ogni prima domenica del mese, l’ingresso sarà gratuito.Apertura festiva ordinaria anche per giovedì 25 aprile sempre con il consueto orario (8.30-19.15, ultimo ingresso 18.15) e con ingresso gratuito.Quindi mercoledì 1° maggio, nuova apertura festiva ordinaria (8.30-19.15, ultimo ingresso 18.15).Infine domenica 5 maggio, prima domenica del mese, l’ingresso sarà nuovamente gratuito: quello sarà anche l’ultimo giorno in cui sarà possibile visitare “L’altra collezione – Storie e opere dai depositi della Galleria Nazionale delle Marche”, la bella mostra a cura di Luigi Gallo, Valentina Catalucci e Andrea Bernardini allestita negli spazi al piano terra di Palazzo Ducale e tuttora in corso.

Archivio Gucci storia delle Arti

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A cura di Carla Cavicchini

Dal 14 marzo al 30 maggio, sempre alle 18.45, si terrà nel bellissimo Archivio Gucci di Firenze, eccezionalmente aperto al pubblico per questa occasione, la quinta stagione delle BrevissimeLezioni di storia delle arti, l’iniziativa di divulgazione ideata dal Centro Di nel 2022.
Questa stagione, intitolata Paradiso in terra, è dedicata al tema tanto vasto quanto affascinante del paesaggio e della natura che lo compone.
Durante le 8 lezioni tenute da noti architetti paesaggisti, storici, agronomi, scrittori e filosofi della comunicazione, si affronteranno temi che vanno dal concetto storico-filosofico e contemporaneo di paesaggio, al racconto dei paesaggi dipinti nel mondo antico, degli agrumi nei giardini mediterranei, e delle influenze reciproche fra l’architettura dei giardini italiani e quella di altri paesi europei arrivando ai giardini contemporanei e quelli letterari fino a parlare dell’anima degli alberi.

Si parte il 14 marzo con l’architetto Eugenio Pandolfini e il suo Paesaggio nascosto, cui seguiranno l’archeologa Anna Anguissolacon La natura in una stanza. Pitture di giardino, grotte artificiali e paesaggi esotici nelle case di Pompei, i due incontri con l’architetto paesaggista Filippo Pizzoni su Arte e paesaggio nel ’900: un dialogo costante , dalle Avanguardie alla Land art e Il giardino “alla moda”: Reciproche influenze fra l’Italia e l’Inghilterra, l’architetta paesaggista Anna Lambertini con Coltivare suoli urbani. Sul progetto contemporaneo di giardini, paesaggi, spazi aperti, con il professore di Colture Arboree Giuseppe Barbera sul tema degli Agrumi, lo scrittore Luca Scarlini con Il fiore azzurro. Il giardino come opera letteraria e infine la lezione Alberi, alberi, alberi… dell’agronomo e arboricoltore Giovanni Morelli che chiude la quinta stagione di Brevissime il 30 maggio.

Il progetto Brevissime è nato dall’idea di raccontare il patrimonio culturale dell’Italia attraverso una serie di talks che ne indagano i molteplici aspetti – arte, architettura, design, moda e costume, botanica, filosofia, archeologia, ecc. – affidandone la divulgazione a noti esperti delle varie materie che con un linguaggio accessibile, accattivante e al contempo autorevole, in interventi di massimo 45 minuti possano raggiungere un ampio spettro di persone. 

Dal marzo 2023 Brevissime è diventata associazione non-profit con la nascita di Brevissime ETS   ̶ di cui è possibile diventare soci (https://www.brevissime.org/diventa-socio) –  ̶ con l’intento di creare una crescente comunità locale, nazionale e internazionale con l’interesse comune per la storia del patrimonio culturale italiano come mezzo di crescita personale e sociale.  con l’intento di creare una crescente comunità locale, nazionale e internazionale con l’interesse comune per la storia del patrimonio culturale italiano come mezzo di crescita personale e sociale. 

Eccezionalmente in occasione di Brevissime, prima di ogni lezione, tre gruppi di persone (ore 17.00 – ore 17.30 – ore 18.00) potranno effettuare delle visite guidate all’Archivio Gucci, previa conferma della prenotazione.
Per le lezioni e per le visite guidate è obbligatoria la prenotazione (per soci e non soci) via email scrivendo a brevissime@gmail.comentro 24 ore dal giorno della lezione.

 

Programma:

Eugenio Pandolfini – 14 marzo 2024
Paesaggio nascosto 
Il paesaggio va di moda. Se ne parla in tanti ambiti e settori: ne parlano gli architetti, i sociologi, i biologi, gli psicologi, i medici, i geografi. La comunicazione del paesaggio coinvolge riviste, pubblicazioni scientifiche, televisione, radio, social media.
Viene spontaneo chiedersi: cos’è il paesaggio?

Anna Anguissola – 4 aprile 2024
La natura in una stanza. Pitture di giardino, grotte artificiali e paesaggi esotici nelle case di Pompei 
L’antica città di Pompei è celebre non solo per le circostanze drammatiche della sua distruzione nel 79 d.C., ma anche per la ricchezza degli arredi scultorei e dei dipinti restituiti dalle sue case dal Settecento. Soprattutto nel I secolo d.C., la natura sembra aver occupato un ruolo centrale nell’immaginario pompeiano: non di rado, le pareti si aprivano su rigogliosi giardini dipinti, abitati da animali e personaggi del mito. 

Filippo Pizzoni – 11 aprile 2024
Arte e paesaggio nel ’900: un dialogo costante , dalle Avanguardie alla Land art
Se il XX secolo si apre all’insegna del revival del giardino storico, dopo la prima guerra mondiale la prima fonte di ispirazione per il nuovo giardino non è più il passato, bensì l’arte e soprattutto l’arte d’avanguardia. Nel corso del Novecento il giardino stringe rapporti via via diversi con le tante forme artistiche, come l’architettura o la pittura, il teatro o la scenografia, o discipline letterarie come la poesia e la filosofia, con le quali ha dialogato per secoli, ma è forse con la scultura che nel secondo dopoguerra la relazione si fa più stretta, fino a sfociare in forme d’arte che si confrontano direttamente con la natura e il paesaggio, come la Land art.

Filippo Pizzoni – 18 aprile 2024
Il giardino “alla moda”. Reciproche influenze fra l’Italia e l’Inghilterra
Partendo dalle considerazioni del sociologo tedesco Georg Simmel che vede nella moda una componente fortemente dualistica, l’intervento intende valutare come la ‘moda’ nei giardini abbia avuto risvolti positivi, nati dall’imitazione, e altri negativi, nell’ambito di inevitabili conflitti, soprattutto tra l’Inghilterra e l’Italia. In oltre 400 anni le due culture si sono vicendevolmente influenzate seguendo un’attrazione reciproca più o meno intensa, più o meno consapevole.

Anna Lambertini – 9 maggio 2024
Coltivare suoli urbani. Sul progetto contemporaneo di giardini, paesaggi, spazi aperti
“Il vero giardiniere è un uomo che coltiva il terreno”, scriveva Karel Čapek nella sua divertente e colta raccolta di scritti dedicati ai lavori in giardino, pubblicata nel 1929. Materia prima essenziale alla base delle pratiche di giardinaggio e orticoltura, il terreno o, se si preferisce, il suolo, ossia lo “strato superiore della crosta terrestre”, è per tradizione disciplinare al centro del lavoro e dell’attenzione progettuale del paesaggista, qualunque sia la categoria d’intervento con cui viene chiamato a confrontarsi. Contaminati, impermeabilizzati, perforati, attraversati anche in profondità da reti infrastrutturali, i suoli urbani rappresentano in particolare, nella dimensione attuale, un campo fertile di ricerca, di innovazione e di sperimentazione per l’architettura del paesaggio e del giardino. Nuove specie di spazi aperti si propagano nelle città, invitando a coltivare nuove etiche ed estetiche dei paesaggi ordinari, a nutrire nuove interpretazioni di natura. E della metafora edenica.

Giuseppe Barbera – 16 maggio 2024
Agrumi
“Tutto in questi alberi affascina gli occhi, soddisfa l’odorato, stimola il gusto, nutre il lusso e le arti e mostra all’uomo stupito l’insieme di tutti i piaceri”. Sono le parole di Giorgio Gallesio all’inizio del XIX secolo ad accompagnare il successo che, con la diffusione della navigazione a vapore e delle ferrovie, finalmente porta arance e limoni, cedri e mandarini in tutta Europa. Piante originarie delle foreste ai confini tra India e Cina erano gradualmente giunte nel Mediterraneo ma solo allora sarebbero arrivate oltre le tavole e i giardini aristocratici per diffondersi nelle campagne costiere del Sud e nei mercati urbani delle grandi città europee. 

Luca Scarlini – 23 maggio 2024
Il fiore azzurro. Il giardino come opera letteraria
A partire dalla favola romantica di Heinrich von Ofterdingen, un racconto del giardino come occasione di poesia. Dall’arcadia classica, al Rinascimento, alle suggestioni del gotico che spesso nei giardini trova una molla per racconti oscuri.


Giovanni Morelli – 30 maggio 2024
Alberi, alberi, alberi…
Gli alberi sono ovunque, con le loro declinazioni infinite: foreste, parchi e giardini, viali, frutteti. Luoghi selvaggi o segnati dalla mano dell’uomo.
Solitari, a piccoli gruppi o in immense moltitudini occupano con discrezione ogni spazio, lentamente e silenziosamente; possono essere scacciati ma, quasi sempre, alla fine, cocciutamente ritornano.
Sono la misura della vita; la loro assenza segna il confine di ciò che non può essere abitato: deserti, distese di ghiaccio o di acqua, vette alpine.

BIOGRAFIE
 

Eugenio Pandolfini
Laureato in Architettura a Firenze, ha conseguito un master in Progettazione Architettonica Avanzata e il dottorato in Progetto Architettonico presso la Scuola Tecnica Superiore di Architettura di Madrid (ETSAM), con una ricerca sulla relazione tra comunicazione, paesaggi e nuove tecnologie. 
Attualmente ricopre il ruolo di ricercatore Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Firenze, dove si occupa di didattica e ricerca, con un focus sulla relazione tra nuove tecnologie, percezione del paesaggio e strategie di valorizzazione dei territori locali.
 

Anna Anguissola
Insegna Archeologia Classica all’Università di Pisa, dove dirige la Gipsoteca di Arte Antica e Antiquarium. I suoi interessi sono legati soprattutto alla cultura materiale e artistica del mondo ellenistico e romano, in particolare lo sviluppo urbano, l’architettura domestica e funeraria, la scultura e pittura romane, la lavorazione e circolazione del marmo, le fonti letterarie greche e latine sull’arte.
 

Filippo Pizzoni
Architetto paesaggista, laureato al Politecnico di Milano, si è specializzato in Conservazione di Parchi e Giardini Storici all’Università di York con una borsa di studio ICOMOS-IFLA. Si occupa di progettazione di giardini e restauro di parchi storici, pubblici e privati. All’attività di progettazione unisce l’interesse per la comunicazione della cultura del giardino, con pubblicazioni, mostre e convegni legati al tema del verde. Coordina la Mostra mercato Orticola di Milano e le Giornate di Studi di Orticola di Lombardia.
 

Anna Lambertini
Architetto e paesaggista, è professoressa associata di Architettura del paesaggio presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze. Le sue attività di ricerca e di esplorazione progettuale privilegiano la dimensione dei paesaggi ordinari e degli spazi aperti del quotidiano, con riferimento ad alcuni temi in particolare: biodiversità e nature urbane; progettazione paesaggistica dei sistemi di spazi aperti e delle infrastrutture per la mobilità; progetto dei paesaggi ludici; intersezioni tra pratiche artistiche, cultura del giardino e architettura del paesaggio. Si interessa inoltre di teoria e critica della produzione storica e contemporanea dell’architettura del paesaggio e del giardino.
 

Giuseppe Barbera
È stato professore ordinario di Colture Arboree all’Università di Palermo. Si occupa di alberi, sistemi e paesaggi agrari e agroforestali del Mediterraneo. Ha curato per il FAI il recupero del giardino della Kolymbethra nella Valle dei Templi e di Donnafugata a Pantelleria. Fa parte del Consiglio Scientifico dell’Osservatorio nazionale del paesaggio rurale e dell’Associazione Italiana Parchi e Giardini Storici. Socio onorario dell’Associazione Italiana Architettura del Paesaggio, membro del Consiglio Scientifico dell’“Osservatorio nazionale del paesaggio rurale” (Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali) e del Comitato Scientifico della Fondazione Benetton Studi e Ricerche. Nel 2012 e 2013 è stato assessore all’Ambiente del Comune di Palermo.
 

Luca Scarlini
Scrittore, drammaturgo per teatri e musica, narratore, performance artist. Raccontatore d’arte, collabora con numerosi musei. Laureato in Storia dello Spettacolo all’Università di Firenze, insegna tecniche narrative presso la Scuola Holden di Torino e presso lo IED, e ha collaborato con numerose istituzioni teatrali italiane ed europee. Scrive per la musica e per la danza: dal 2004 al 2008 è stato consulente artistico del festival MilanOltre al Teatro dell’Elfo di Milano. Dal 2006 al 2010 è stato docente di Storia della scenografia all’Accademia di Brera, di cui ha ripreso la cattedra nel 2021, e insegna Tecniche di narrazione dell’arte per il Master di Ca’ Foscari. Ha all’attivo una vasta attività come storyteller in teatri, musei e luoghi storici. Voce di Radio Tre, conduce il programma Museo Nazionale, ha curato mostre sulla relazione tra arte, musica, teatro e moda e scritto diversi libri dedicati a temi d’arte.
 

Giovanni Morelli
Agronomo e arboricoltore, titolare dello Studio Progetto Verde e direttore tecnico della Società AR.ES. – Arboricoltura Estense di Ferrara, esercita la libera professione dal 1994, occupandosi sia di analisi della stabilità che, più in generale, di consulenze specialistiche nel settore dell’arboricoltura urbana, applicando i principi della morfofisiologia arborea. Ha scritto numerosi articoli su riviste del settore italiane ed estere, ha partecipato alla stesura del Manuale di gestione degli alberi monumentali della Regione Emilia Romagna ed è docente in corsi di specializzazione e master anche a livello universitario. È stato relatore in oltre cento convegni o seminari specialistici nazionali e internazionali. 

I biglietti possono essere acquistati solo sul sito
www.brevissime.org

Non potranno essere acquistati la sera della lezione a Palazzo Settimanni
Biglietto intero: 13 €
Biglietto under 26: 5 €
Biglietto gratuito: sono previsti biglietti omaggio, donati da altri partecipanti, destinati agli under 26, prenotabili sul sito alla voce “Biglietto sospeso”

Per la visita dell’Archivio Gucci e per le lezioni è obbligatoria la prenotazione (soci e non soci) via email
scrivendo a brevissime@gmail.com almeno 24 ore prima. Seguirà conferma della prenotazione

Ogni giorno tre gruppi (ore 17,00 – ore 17.30 – ore 18.00). 

Torna THE SQUARE

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A cura di Carla Cavicchini

Torna THE SQUARE, la serie di Sky Arte prodotta e realizzata da TIWI e condotta da Nicolas Ballario che, nel corso degli anni, con ospiti, servizi speciali e rubriche inedite, ha raccontato la cultura contemporanea in tutte le sue forme. Appuntamento ogni due giovedì, in esclusiva dal 15 febbraio alle ore 20.40 su Sky Arte, in streaming solo su NOW e disponibile on demand.

Per la sua quarta stagione, si trasforma in ALL YOU CAN ART, un magazine dedicato interamente all’arte contemporanea: dopo aver raccontato la vita e il lavoro degli artisti fermi a casa durante il lockdown e dopo averli ospitati negli studi del programma, questa volta entra direttamente a casa loro. Grazie a una speciale collaborazione con il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, in ogni puntata Nicolas andrà alla scoperta di uno studio d’artista, per incontrare alcuni tra i principali protagonisti della creatività del nostro tempo nello spazio in cui la loro arte nasce e prende forma.

Non mancheranno però gli ormai consueti racconti dalle mostre di tutta Italia, per conoscere e comprendere l’arte contemporanea e i suoi protagonisti, e l’agenda per rimanere sempre aggiornati sugli appuntamenti imperdibili in corso e futuri, il tutto in una cornice grafica completamente rinnovata, carattere distintivo del programma che da sempre racconta l’arte in modo pop e fuori dagli schemi.

Nella terza puntata di giovedì 14 marzo andremo a visitare la mostra personale dedicata all’artista Ludovica Carbotta. Very Well, on My Own, al MAMbo di Bologna; l’ultima opera del progetto ARTEPARCO, intitolata Totemi, immersa nella natura del Parco Nazionale di Lazio, Abruzzo, e Molise; la terza edizione della fiera-non fiera d’arte contemporanea (un)fair, al Superstudio Maxi di Milano.

Il terzo studio visit della stagione ci porterà a Ronta, una piccola frazione di Cesena, dove ha il suo studio uno dei più grandi Maestri della fotografia italiana: Guido Guidi. Il suo lavoro ha portato il paesaggio della periferia italiana nell’immaginario collettivo del paese, ma Nicolas ci farà scoprire il suo lato più ironico e irriverente. Dagli inizi in un periodo in cui fare l’artista era “una cosa disdicevole”, alla scelta radicale negli anni ’70 di ignorare le città in fermento, per fotografare un’Italia inedita, marginale e, appunto, periferica; fino alle influenze dalla fotografia americana della Grande Depressione e del Neorealismo Italiano. Un’occasione imperdibile per conoscere meglio questo “ragazzo di periferia”, diventato poi maestro della fotografia.

Al termine della puntata, l’immancabile agenda con gli appuntamenti da non perdere.

Il viaggio di The Square è appena cominciato, allacciate le cinture!

Pittura: da Modigliani a Morandi Museo 900

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A cura di Carla Cavicchini

Il Museo Novecento celebra i dieci anni dalla propria inaugurazione, avvenuta nel 2014, ospitando “Ritorni. Da Modigliani a Morandi”, una grande mostra dedicata alla storia di una delle sue raccolte più pregiate: la Collezione Alberto Della Ragione. L’esposizione, ideata da Sergio Risaliti, a cura di Eva Francioli, Chiara Toti e dello stesso direttore del Museo Novecento, sarà visitabile dal 23 marzo al 15 settembre 2024 nelle sale delle ex-Leopoldine al secondo piano del museo.

Grande attesa per l’arrivo di un capolavoro di Amedeo Modigliani al Museo NovecentoL’autoritratto eseguito dal pittore livornese, una tra le opere più valutate al mondo, raggiunge Firenze in occasione della mostra Ritorni. Da Modigliani a Morandi, che vede riunite per la prima volta una quindicina di opere di grandi maestri del novecento italiano appartenute ad Alberto Della Ragione. Assieme al mitico Autoritratto di Modì, saranno esposte la Naturamorta metafisica di Morandi, la Camera Incantata di Carrà e la grandeCrocifissione di Guttuso, tutti prestiti di inestimabile valore storico artistico giunti dai grandi musei italiani e stranieri.

Cosa fare se non viene rispettata una sentenza?

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Se una sentenza non viene rispettata, è essenziale agire prontamente per far valere i propri diritti e ottenere il rispetto della decisione del tribunale. Inizialmente, si può cercare di risolvere la questione comunicando direttamente con la controparte, cercando di chiarire eventuali malintesi o difficoltà. Se la comunicazione informale non produce risultati, si può procedere inviando una lettera formale che richieda il rispetto della sentenza e chiarisca le conseguenze legali della mancata ottemperanza. Se la controparte continua a non adempiere alla sentenza nonostante le richieste formali, si può considerare l’avvio di un’azione legale per l’esecuzione forzata della sentenza, coinvolgendo le autorità giudiziarie o un avvocato. In alcuni casi, oltre all’adempimento della sentenza, si può anche richiedere il risarcimento dei danni subiti a causa della mancata ottemperanza. Se la sentenza è stata emessa da un tribunale di primo grado e non viene rispettata, si può ricorrere in appello per far valere i propri diritti presso un tribunale superiore e intraprendere ulteriori azioni giudiziarie per far rispettare la decisione e ottenere giustizia. È fondamentale consultare un avvocato esperto per determinare la strategia migliore nel proprio caso specifico e garantire la difesa efficace dei propri diritti.

Come funziona il discarico automatico delle cartelle esattoriali

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Nella Foto: Prof. Avv. Giuseppe Catapano

Ebbene, nel nostro Paese, il discarico automatico delle cartelle esattoriali si riferisce alla procedura attraverso la quale le cartelle esattoriali emesse dall’Agenzia delle Entrate o da altri enti impositori vengono annullate in modo automatico dopo un certo periodo di tempo se non vengono pagate o se non si intraprende alcuna azione legale in merito.

Di solito, il periodo di tempo dopo il quale avviene il discarico automatico varia a seconda del tipo di cartella esattoriale e delle normative vigenti. Tuttavia, è importante tenere presente che il discarico automatico non significa che il debito venga cancellato, ma piuttosto che l’ente creditore perde la possibilità di esigere il pagamento tramite vie legali dirette. Il debito rimane, e potrebbero essere intraprese ulteriori azioni legali o di recupero del credito in futuro.

È sempre consigliabile prendere tempestivamente provvedimenti in risposta a una cartella esattoriale ricevuta, ad esempio pagando il dovuto, presentando un ricorso o richiedendo dilazioni di pagamento, per evitare conseguenze come interessi e sanzioni aggiuntive.

I programmi in tv oggi, 19 marzo 2024

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Vediamo insieme cosa ci propone la programmazione televisiva di martedì 19 marzo 2024.

FILM

Su Rai 4 dalle 21.20 Creed – Nato per combattere.

Su Rai Movie dalle 21.10 Sette minuti dopo la mezzanotte.

Su Canale 5 dalle 21.35 Incastrati.

Su Sky Cinema dalle 21.15 Serge Buren e la sua squadra usano metodi non convenzionali per mantenere l’ordine pubblico.

Su Iris dalle 21 L’assedio di fuoco.

SERIE TV/FICTION

Su Rai Uno dalle 21.25 Studio Battaglia.

ATTUALITA’

Su Italia 1 dalle 21.17 Le Iene.

Su Rete 4 dalle 21.30 É sempre Cartabianca.

Sulla Rai Tre dalle 21.20 Petrolio.

INTRATTENIMENTO

Su Rai Due dalle 21.20 Dalla strada al palco.

Guida tv di martedì 19 marzo: i programmi della sera

Rai 1

18:45 – L’eredita’

20:00 – Tg1

20:30 – Cinque minuti

20:35 – Affari tuoi

21:30 – Studio Battaglia 2

23:35 – Porta a Porta

01:20 – Viva Rai 2! …e un po’ anche Rai 1

02:15 – Sottovoce

Rai 2

18:00 – Rai Parlamento Telegiornale

18:10 – Tg2 L.I.S.

18:15 – Tg2

18:35 – Rai Tg Sport Sera

18:55 – Meteo 2

19:00 – NCIS

19:40 – S.W.A.T.

20:30 – Tg2

Rai 3

19:00 – Tg3

19:30 – Tg Regione

20:00 – Blob

20:15 – Gener – Azione Bellezza

20:40 – Il cavallo e la torre

20:50 – Un posto al sole

21:20 – Petrolio

23:00 – La confessione

Rai 4

18:20 – Hawaii Five-0 1

19:05 – Senza traccia 7

19:50 – Senza traccia 7

20:35 – Criminal Minds 15

21:20 – Creed – Nato per combattere

23:35 – Wonderland

00:10 – Anica – Appuntamento al cinema

00:15 – The Watcher

Canale 5

18:45 – AVANTI UN ALTRO

19:42 – TG5 – ANTICIPAZIONE

19:43 – AVANTI UN ALTRO

19:57 – TG5 PRIMA PAGINA

20:00 – TG5

20:38 – METEO.IT

20:40 – STRISCIA LA NOTIZIA – LA VOCE DELLA VEGGENZA

21:20 – INCASTRATI I

Italia 1

18:16 – GRANDE FRATELLO

18:21 – STUDIO APERTO LIVE

18:29 – METEO

18:30 – STUDIO APERTO

18:59 – STUDIO APERTO MAG

19:30 – C.S.I. – SCENA DEL CRIMINE – CORTO CIRCUITO

20:30 – N.C.I.S. – UNITA’ ANTICRIMINE – TERRA DI CONFINE

21:20 – LE IENE

Canale 20 Mediaset

18:23 – ARROW VII – TRAINING DAY

19:16 – CHICAGO FIRE II – LA VERITA’

20:06 – THE BIG BANG THEORY VI – IL POTENZIALE DELL’INCANTESIMO D’AMORE

20:34 – THE BIG BANG THEORY VI – LA REATTIVITA’ DEL BON VOYAGE

21:03 – SHOOTER – 1 PARTE

22:08 – TGCOM24 BREAKING NEWS

22:13 – METEO.IT

22:15 – SHOOTER – 2 PARTE

Rete 4

18:58 – TG4 – TELEGIORNALE

19:35 – METEO.IT

19:39 – TERRA AMARA

20:30 – PRIMA DI DOMANI

21:25 – E’ SEMPRE CARTABIANCA

00:50 – DALLA PARTE DEGLI ANIMALI

02:14 – TG4 – ULTIMA ORA NOTTE

02:34 – IL MIO CORPO CON RABBIA

Warner TV

18:05 – Smallville – Stagione 6 Episodio 20 – Noir

19:00 – Supernatural – Stagione 12 Episodio 20 – Magie e vecchi merletti

19:50 – Supernatural – Stagione 12 Episodio 21 – Tutti pazzi per Mary

20:40 – Supernatural – Stagione 12 Episodio 22 – Chi siamo

21:30 – E.R. – Medici in prima linea – Stagione 1 Episodio 1

01:00 – Fringe – Stagione 5 Episodio 10 – Anomalia XB-6783746

01:50 – Fringe – Stagione 5 Episodio 11 – La prova vivente

02:40 – Fringe – Stagione 5 Episodio 10 – Anomalia XB-6783746

18:05 – Smallville – Stagione 6 Episodio 20 – Noir

19:00 – Supernatural – Stagione 12 Episodio 20 – Magie e vecchi merletti

19:50 – Supernatural – Stagione 12 Episodio 21 – Tutti pazzi per Mary

20:40 – Supernatural – Stagione 12 Episodio 22 – Chi siamo

21:30 – E.R. – Medici in prima linea – Stagione 1 Episodio 1

01:00 – Fringe – Stagione 5 Episodio 10 – Anomalia XB-6783746

01:50 – Fringe – Stagione 5 Episodio 11 – La prova vivente

02:40 – Fringe – Stagione 5 Episodio 10 – Anomalia XB-6783746

Rai Movie

18:00 – La strada per Forte Alamo

19:25 – Toto’ contro i quattro

21:10 – Sette minuti dopo la mezzanotte

22:55 – Behind Enemy Lines – Dietro le linee nemiche

00:50 – Anica – Appuntamento al cinema

00:55 – Il sole a mezzanotte – Midnight sun

02:25 – Il cecchino

03:45 – Vacanze col gangster

18:00 – La strada per Forte Alamo

19:25 – Toto’ contro i quattro

21:10 – Sette minuti dopo la mezzanotte

22:55 – Behind Enemy Lines – Dietro le linee nemiche

00:50 – Anica – Appuntamento al cinema

00:55 – Il sole a mezzanotte – Midnight sun

02:25 – Il cecchino

03:45 – Vacanze col gangster

Cine 34

18:46 – A CENA CON… – AMORE, BUGIE E CALCETTO

21:01 – TUTTA COLPA DI FREUD – 1 PARTE

22:10 – TGCOM24 BREAKING NEWS

22:15 – METEO.IT

22:17 – TUTTA COLPA DI FREUD – 2 PARTE

23:33 – N – IO E NAPOLEONE

01:49 – E ADESSO SESSO

03:17 – MORBOSITA’

18:46 – A CENA CON… – AMORE, BUGIE E CALCETTO

21:01 – TUTTA COLPA DI FREUD – 1 PARTE

22:10 – TGCOM24 BREAKING NEWS

22:15 – METEO.IT

22:17 – TUTTA COLPA DI FREUD – 2 PARTE

23:33 – N – IO E NAPOLEONE

01:49 – E ADESSO SESSO

03:17 – MORBOSITA’

TWENTYSEVEN

18:05 – LA CASA NELLA PRATERIA I-II-III-IV – L’AGRONOMO

19:00 – LA SIGNORA DEL WEST V – L’ULTIMA APPARIZIONE

20:00 – LA SIGNORA DEL WEST V – MALATTIA MORTALE

21:10 – BRIDGET JONES’S BABY – 1 PARTE

22:11 – TGCOM24 BREAKING NEWS

22:15 – METEO.IT

22:17 – BRIDGET JONES’S BABY – 2 PARTE

23:10 – DAVE – PRESIDENTE PER UN GIORNO – 1 PARTE

18:05 – LA CASA NELLA PRATERIA I-II-III-IV – L’AGRONOMO

19:00 – LA SIGNORA DEL WEST V – L’ULTIMA APPARIZIONE

20:00 – LA SIGNORA DEL WEST V – MALATTIA MORTALE

21:10 – BRIDGET JONES’S BABY – 1 PARTE

22:11 – TGCOM24 BREAKING NEWS

22:15 – METEO.IT

22:17 – BRIDGET JONES’S BABY – 2 PARTE

23:10 – DAVE – PRESIDENTE PER UN GIORNO – 1 PARTE

Iris

19:15 – CHIPS – UNA DIETA DRASTICA

20:05 – WALKER TEXAS RANGER I – EREDE DI UN MITO

21:00 – L’ASSEDIO DI FUOCO

22:42 – IL PISTOLERO DI DIO

00:34 – THE INVENTION OF LYING

02:39 – CIAKNEWS

02:43 – LA DONNA DELL’ALTRO

04:26 – MALIA, VERGINE E DI NOME MARIA

19:15 – CHIPS – UNA DIETA DRASTICA

20:05 – WALKER TEXAS RANGER I – EREDE DI UN MITO

21:00 – L’ASSEDIO DI FUOCO

22:42 – IL PISTOLERO DI DIO

00:34 – THE INVENTION OF LYING

02:39 – CIAKNEWS

02:43 – LA DONNA DELL’ALTRO

04:26 – MALIA, VERGINE E DI NOME MARIA

TV8

19:00 – Alessandro Borghese 4 Ristoranti – Stagione 7 Episodio 11 – Torino

20:15 – 100% Italia – Stagione 2 Episodio 108 – Prima TV

21:30 – Alessandro Borghese 4 Ristoranti – Stagione 9 Episodio 8 – Lisbona

22:45 – Alessandro Borghese 4 Ristoranti – Stagione 9 Episodio 7 – Oltrepo

00:00 – MasterChef Italia – Stagione 12 Episodio 1

01:45 – MasterChef Italia – Stagione 12 Episodio 2

03:00 – Delitti – Stagione 5 Episodio 5 – Il cacciatore di anoressiche

04:00 – Coppie che uccidono – Stagione 15 Episodio 10

19:00 – Alessandro Borghese 4 Ristoranti – Stagione 7 Episodio 11 – Torino

20:15 – 100% Italia – Stagione 2 Episodio 108 – Prima TV

21:30 – Alessandro Borghese 4 Ristoranti – Stagione 9 Episodio 8 – Lisbona

22:45 – Alessandro Borghese 4 Ristoranti – Stagione 9 Episodio 7 – Oltrepo

00:00 – MasterChef Italia – Stagione 12 Episodio 1

01:45 – MasterChef Italia – Stagione 12 Episodio 2

03:00 – Delitti – Stagione 5 Episodio 5 – Il cacciatore di anoressiche

04:00 – Coppie che uccidono – Stagione 15 Episodio 10

Italia 2

18:25 – WHAT’S MY DESTINY DRAGON BALL – GOHAN CONTRO I QUATTRO RE

18:50 – THE MIDDLE V – I CAMPANELLI EOLICI

19:20 – THE MIDDLE V – CHIEDI SCUSA!

19:50 – THE MIDDLE V – ORARIO D’UFFICIO

20:20 – THE MIDDLE V – MANI SULL’AUTO!

20:55 – THE MIDDLE V – ORLANDO

21:25 – NARUTO SHIPPUDEN XI – PENSIERI CONNESSI – 1aTV

21:50 – NARUTO SHIPPUDEN XI – TI PROTEGGERO’ SEMPRE – 1aTV

18:25 – WHAT’S MY DESTINY DRAGON BALL – GOHAN CONTRO I QUATTRO RE

18:50 – THE MIDDLE V – I CAMPANELLI EOLICI

19:20 – THE MIDDLE V – CHIEDI SCUSA!

19:50 – THE MIDDLE V – ORARIO D’UFFICIO

20:20 – THE MIDDLE V – MANI SULL’AUTO!

20:55 – THE MIDDLE V – ORLANDO

21:25 – NARUTO SHIPPUDEN XI – PENSIERI CONNESSI – 1aTV

21:50 – NARUTO SHIPPUDEN XI – TI PROTEGGERO’ SEMPRE – 1aTV

La 5

18:33 – GRANDE FRATELLO (LIVE)

19:07 – GRANDE FRATELLO

19:10 – GRANDE FRATELLO

19:15 – AMICI DI MARIA

19:45 – UOMINI E DONNE

21:10 – GRANDE FRATELLO

01:30 – GRANDE FRATELLO (LIVE)

02:00 – I CESARONI VI – PER UN PUGNO DI MIMMO

18:33 – GRANDE FRATELLO (LIVE)

19:07 – GRANDE FRATELLO

19:10 – GRANDE FRATELLO

19:15 – AMICI DI MARIA

19:45 – UOMINI E DONNE

21:10 – GRANDE FRATELLO

01:30 – GRANDE FRATELLO (LIVE)

02:00 – I CESARONI VI – PER UN PUGNO DI MIMMO

NOVE

19:15 – Cash or Trash – Chi offre di più? – 1^TV – Stagione 5 Episodio 17

20:25 – Don’t Forget the Lyrics – Stai sul pezzo – 1^TV – Stagione 5 Episodio 7

21:25 – Faking It – Bugie criminali – 1^TV – Stagione 2 Episodio 3 – Il delitto di Cogne

23:35 – Faking It – Bugie criminali – Stagione 2 Episodio 2 – Il giallo di Gradoli

01:35 – Naked Attraction UK – Stagione 4 Episodio 8

02:30 – Naked Attraction UK – Stagione 4 Episodio 9

03:20 – Naked Attraction UK – Stagione 4 Episodio 10

04:15 – Naked Attraction UK – Stagione 5 Episodio 1

19:15 – Cash or Trash – Chi offre di più? – 1^TV – Stagione 5 Episodio 17

20:25 – Don’t Forget the Lyrics – Stai sul pezzo – 1^TV – Stagione 5 Episodio 7

21:25 – Faking It – Bugie criminali – 1^TV – Stagione 2 Episodio 3 – Il delitto di Cogne

23:35 – Faking It – Bugie criminali – Stagione 2 Episodio 2 – Il giallo di Gradoli

01:35 – Naked Attraction UK – Stagione 4 Episodio 8

02:30 – Naked Attraction UK – Stagione 4 Episodio 9

03:20 – Naked Attraction UK – Stagione 4 Episodio 10

04:15 – Naked Attraction UK – Stagione 5 Episodio 1

Cielo

18:15 – Tiny House Piccole case per vivere in grande – Stagione 1 Episodio 24

18:45 – Prendere o lasciare – Stagione 8 Episodio 16 – Rachel e Adam

19:45 – Affari al buio – Stagione 10 Episodio 7 – Tour de chance

20:15 – Affari di famiglia – Stagione 4 Episodio 15 – Lavoro per Chumlee

20:45 – Affari di famiglia – Stagione 4 Episodio 16 – Pronti a partire

21:15 – Captain Fantastic

23:30 – Per sesso o per amore?

01:30 – The Sex Police

18:15 – Tiny House Piccole case per vivere in grande – Stagione 1 Episodio 24

18:45 – Prendere o lasciare – Stagione 8 Episodio 16 – Rachel e Adam

19:45 – Affari al buio – Stagione 10 Episodio 7 – Tour de chance

20:15 – Affari di famiglia – Stagione 4 Episodio 15 – Lavoro per Chumlee

20:45 – Affari di famiglia – Stagione 4 Episodio 16 – Pronti a partire

21:15 – Captain Fantastic

23:30 – Per sesso o per amore?

01:30 – The Sex Police

La7

18:55 – Bull

20:00 – TG LA7

20:35 – Otto e Mezzo

21:15 – DiMartedì

01:00 – TG LA7 Notte

01:10 – Otto e Mezzo (r)

01:50 – Artbox

02:30 – L’Aria Che Tira (r)

La7 D

18:10 – TG LA7d

18:15 – Grey’s Anatomy –

20:00 – La cucina di Sonia

20:30 – Lingo – Parole in gioco

21:30 – Padre Brown – St.3

01:10 – La cucina di Sonia

01:20 – La mala educaxxxion

03:05 – I menù di Benedetta

Food Network

18:15 – In cucina con Luca Pappagallo – Stagione 4 Episodio 5 – Qualcosa manca…

18:50 – In cucina con Luca Pappagallo – Stagione 4 Episodio 3 – Petto di pollo saporito

19:25 – In cucina con Luca Pappagallo – Stagione 4 Episodio 9 – Zucca che passione

20:10 – In cucina con Luca Pappagallo – Stagione 4 Episodio 10 – Cipolle

20:45 – In cucina con Luca Pappagallo – Stagione 4 Episodio 7 – Torte salate dal mondo

21:35 – In cucina con Luca Pappagallo – Stagione 4 Episodio 12 – Sfoglie

22:10 – In cucina con Luca Pappagallo – Stagione 4 Episodio 13 – Menu di pesce

22:50 – Cucine da incubo Italia – Stagione 1 Episodio 3 – Ai platani

TOP CRIME

18:29 – COLD CASE-DELITTI IRRISOLTI VII – IN FRANTUMI

19:22 – RIZZOLI & ISLES III – CUORI SPEZZATI

20:15 – RIZZOLI & ISLES III – LA CASA DELLE BAMBOLE

21:10 – FBI: MOST WANTED IV – IL SOGNO AMERICANO

22:04 – FBI: MOST WANTED IV – GIUSTIZIA E’ FATTA

22:59 – LAW & ORDER: UNITA’ SPECIALE XVI – L’INCUBO DI OGNI GENITORE

23:53 – LAW & ORDER: UNITA’ SPECIALE XVI – CONFLITTO D’INTERESSI

00:46 – C.S.I. MIAMI IX – ZUCCHERO E SANGUE

GIALLO TV

18:10 – Perception – Stagione 2 Episodio 4 – Tossico

19:10 – L’ispettore Barnaby – Stagione 6 Episodio 2 – Incubi di morte

21:10 – L’ispettore Dalgliesh – 1^TV – Stagione 2 Episodio 2 – Una certa giustizia

23:10 – Shetland – Stagione 3 Episodio 3

01:20 – Il giovane ispettore Morse – Stagione 5 Episodio 3 – Passeggero

03:20 – Nightmare Next Door – Stagione 6 Episodio 7 – L’alibi perfetto

04:15 – Nightmare Next Door – Stagione 6 Episodio 8 – Una vita per gli altri

05:10 – Nightmare Next Door – Stagione 6 Episodio 9 – L’arte di uccidere

Rai Premium

19:20 – Don Matteo 13

21:20 – Note d’amore

22:55 – Gli omicidi del lago – Maledizione dal profondo

00:30 – Storie italiane

02:40 – Good Witch 6

03:25 – Un Ciclone in Convento 15

04:10 – Un Ciclone in Convento 15

05:00 – Ricominciare

Mediaset Extra

18:46 – Grande Fratello

21:11 – Grande Fratello

00:01 – Grande Fratello

01:58 – TGCOM24 BREAKING NEWS

02:01 – Grande Fratello

HGTV – HOME GARDEN TV

18:15 – Casa su misura – Stagione 4 Episodio 7 – Una nuova vita in campagna

19:10 – Casa su misura – Stagione 4 Episodio 8 – Casa dei sogni in stile rustico-italiano

20:05 – Casa su misura – Stagione 4 Episodio 9 – Sognare in grande con un budget ridotto

21:00 – Casa su misura – Stagione 3 Episodio 10 – Due sposini trovano un nido per il loro futuro insieme

22:00 – SOS: ho distrutto casa! – 1^TV – Stagione 3 Episodio 1 – Fiducia da ritrovare

23:00 – SOS: ho distrutto casa! – 1^TV – Stagione 3 Episodio 2 – L’oasi

00:00 – Chi cerca trova – Stagione 14 Episodio 11

00:55 – Chi cerca trova – Stagione 14 Episodio 12

TV2000

18:26 – Tg 2000

19:01 – Santa Messa

19:33 – In Cammino

20:00 – Santo Rosario da Lourdes

20:31 – Tg 2000

20:55 – Father and son

23:08 – Documentario L’ALTRA PAROLA DI DON PEPPE DIANA

00:12 – RETROSCENA

Donna TV

18:00 – Pillole Di Sapori

18:30 – Amando Te

19:30 – Casahosteria

20:00 – Cristal

20:30 – Cristal

21:00 – Street Legal

22:00 – Accademia da Leoni

22:30 – Jeronimo

ALMA TV

18:00 – Gli Ultimi Paradisi

19:00 – L’Argonauta

19:30 – Atlante

20:00 – Terre d’Olio

20:30 – Il Piatto Forte

21:00 – Tutto Per Tutti

21:30 – Mangiare Con Gusto

22:00 – Il Giro Del Mondo In 80 Dolci

TRAVEL TV

18:00 – Paese Che Vai

18:30 – Tesori e Meraviglie

19:00 – Wild Places

20:00 – Viaggi Straodinari

21:00 – K Around The World

21:30 – L’Italia In Tour

22:00 – La Gola In Viaggio

22:30 – Sapori Dal Mondo

Italia 7 Gold

18:00 – TG7

18:30 – APERICALCIO

19:00 – AZZURRO ITALIA TG

19:30 – THE COACH

20:00 – CASALOTTO

20:30 – DIRETTA STADIO

23:30 – CALCISSIMO

01:00 – RIUNIONE DI REDAZIONE

TeleReporter

18:00 – La Vetrina Dell’Auto

20:15 – Dossier – Salute.com

20:30 – Zerovero

21:15 – Il Rompiscatole – Home Ed.

21:30 – E Quindi?!

22:00 – Linea Rossa

23:00 – La Vetrina Dell’Auto

TeleCampione Svizzera Italiana

18:00 – La Vetrina Dell’Auto

18:30 – Mezz’ora Per Voi – Tonificazione

19:00 – La Vetrina Dell’Auto

20:00 – Zerovero

20:45 – Il Rompiscatole – Home Ed.

21:00 – Filo Diretto

23:00 – In Cammino Tra I Ghiacciai

00:00 – La Vetrina Dell’Auto

La1

18:00 – Telegiornale flash Le notizie della giornata

18:01 – Zerovero Gioco con Daiana Crivelli

18:50 – Il Quotidiano Attualità della Svizzera italiana

19:30 – Dall – AZet – A presenta Sara Galeazzi

19:40 – Meteo regionale I colori del tempo

19:45 – Telegiornale Le notizie di prima serata

20:15 – Meteo Tutti i colori del tempo

20:20 – Attenti a quei due Presenta Luca Mora

La2

18:15 – I misteri di Murdoch – F.L.A.S.H.! Stagione 11, episodio 10

19:05 – Doc Martin – Episodio 1 Stagione 5, episodio 1

19:50 – Telesguard

20:10 – Con l’autopostale attraverso la Svizzera – Sul Palm Express verso il Ticino Documentario di Cristina Trebbi

21:05 – La cameretta azzurra

22:40 – Romanzo criminale

01:05 – Telesguard

01:15 – Repliche informazione

Rai Sport +HD

18:00 – Tg Sport

18:20 – Motocross

19:20 – Motocross

20:20 – Serie C

23:00 – Combinata Nordica

23:30 – Tg Sport

23:50 – Memory – Rai Sport

00:50 – Ciclismo

SuperTennis

18:00 – ATP Finals 2023 Sinner vs Djokovic

21:00 – US Open 2015 Vinci vs Pennetta

22:30 – Cronache Italiane

22:45 – ATP Pechino 2023 Sinner vs Medvedev

00:45 – ATP Bercy 2022 Djokovic vs Tsitsipas

03:00 – US Open 2019 Medvedev vs Nadal

Euro Sport

18:00 – Ciclismo – Giro di Catalogna – Stagione 2024 – 2a tappa

18:30 – Ciclismo – Cycling Show

19:00 – World Open – Stagione 2024 – Primo turno

21:00 – Motori – Formula E World Championship – Stagione 2024 – San Paolo

22:00 – Ciclismo – Giro di Catalogna – Stagione 2024 – 2a tappa

23:00 – World League Championship Tour – Stagione 2024 – Sunset Beach

00:00 – World Open – Stagione 2024 – Primo turno

01:30 – Sport Invernali – Coppa del Mondo – Stagione 2023 – Vikersund. HS 240 Raw Air F

SportItalia

19:00 – Calcio Tonight (diretta)

21:00 – S4 Talk Sport Outdoor

22:00 – Si Motori

22:30 – Linea Azzurri

23:00 – Sportitaliamercato (diretta)

00:00 – Si Live 24 (diretta)

00:30 – Sportitaliamercato

01:30 – Campionato Saudita Al Hilal-Al Raed

Rai Gulp

18:05 – Oblo’ – Notizie da smacchiare

18:20 – Spooky Wolf

18:30 – Spooky Wolf

18:45 – Kung Fu Panda

19:10 – Agent 203

19:35 – Meteo Spazio

19:45 – Il mondo di Karma

20:00 – S-Fidiamoci

Rai YoYo

18:00 – Hello Yoyo

18:30 – Le Canzoni di Masha

18:35 – Le Canzoni di Masha

18:40 – Bluey

18:45 – Bluey

18:55 – Bluey

19:00 – Bluey

19:10 – Hello Kitty Super Style

Boing

19:05 – Teen Titans Go! Eroe della settimana

19:50 – Teen Titans Go!

21:15 – Doraemon

22:15 – Dragon Ball Super

02:40 – Lo straordinario mondo di Gumball

Cartoonito

18:10 – Blaze e le Megamacchine

18:40 – Blaze e le Megamacchine

19:05 – Batwheels – nuovi episodi

19:30 – Santiago dei Mari

19:55 – Santiago dei Mari

20:05 – La casa delle Bambole di Gabby

20:30 – La casa delle Bambole di Gabby

20:55 – Batwheels

Frisbee

18:20 – Pfffirati – Stagione 1 Episodio 37

18:30 – Pfffirati – Stagione 1 Episodio 38

18:40 – Pfffirati – Stagione 1 Episodio 39

18:55 – Super Wings – I guardiani del mondo – Stagione 6 Episodio 12

19:05 – Super Wings – I guardiani del mondo – Stagione 6 Episodio 13

19:20 – Super Wings! – Stagione 7 Episodio 4 – La ‘Pinada’ gigante

19:30 – Super Wings! – 1^TV – Stagione 7 Episodio 5 – La Torre dei gatti

19:40 – Super Wings – I guardiani del mondo – Stagione 6 Episodio 14

K2

18:05 – Il barbiere pasticciere – Stagione 1 Episodio 13

18:30 – Zig & Sharko – Stagione 4 Episodio 4

18:40 – Zig & Sharko – Stagione 4 Episodio 17

19:05 – Alvinnn!!! And the Chipmunks – Stagione 2 Episodio 28

19:15 – Alvinnn!!! And the Chipmunks – Stagione 2 Episodio 29

19:30 – Alvinnn!!! And the Chipmunks – Stagione 2 Episodio 30

19:40 – Alvinnn!!! And the Chipmunks – Stagione 2 Episodio 31

19:50 – Alvinnn!!! And the Chipmunks – Stagione 2 Episodio 32

DeaKids

18:10 – Zig & Sharko – Stagione 2 Episodio 7 – Vita nel castello

18:15 – Zig & Sharko – Stagione 2 Episodio 8 – Ciambella di sirena

18:25 – Zig & Sharko – Stagione 2 Episodio 9 – Un ospite misterioso

18:35 – Zig & Sharko – Stagione 2 Episodio 10 – La fine del mondo

18:40 – A Tutto Reality: L’Isola – Stagione 8 Episodio 19 – La giostra di canoe

19:05 – A Tutto Reality: L’Isola – Stagione 8 Episodio 20 – Una dolce sfida

19:30 – New School – Stagione 1 Episodio 5 – Il ballo della scuola

19:50 – Megagame – Stagione 2 Episodio 2 – Mega puzzle/ Palloncini

Super

18:15 – A casa dei Loud

18:40 – A casa dei Loud

19:05 – A tutto ritmo

19:30 – A tutto ritmo

20:00 – Danger Force

20:25 – Danger Force

20:50 – Danger Force

21:15 – Teenage Mutant Ninja Turtles – Tartarughe Ninja

Rai 5

18:10 – Rai 5 Classic

18:20 – Tgr Bell – Italia

18:50 – Save the date

19:20 – Rai News Giorno

19:25 – Art rider

20:20 – Prossima fermata Asia

21:15 – Il castello di vetro

23:20 – Bryan Ferry: Don’t stop the music

Rai Storia

18:45 – Rai News Giorno

18:50 – Piccolo Re

19:35 – Rai54

20:05 – Edizione speciale del Tg1 del 19.3.78 sul rapimento di Aldo Moro

20:10 – Il giorno e la Storia

20:30 – Passato e presente

21:10 – Dante, la voce che parla di noi

21:30 – 5000 anni e + La lunga storia dell’umanita’

Rai Scuola

18:00 – Il Tutto e il Nulla

19:00 – Sperimentiamo!

19:30 – Operazione tigre siberiana

20:15 – La vita segreta dei laghi

21:00 – Progetto Scienza 2023 Prima TV per Rai

22:00 – Progetto Scienza 2022 Verso il Futuro 02

23:00 – TGR Leonardo

23:10 – Documentari d’autore

Motor Trend Italia

18:35 – Affari a quattro ruote – Stagione 16 Episodio 2

20:20 – Affari a quattro ruote – Stagione 8 Episodio 1 – Jag Etype

22:15 – Affari a quattro ruote – 1^TV – Stagione 18 Episodio 11 – Ford Fiesta Mk1

23:15 – Affari a quattro ruote – Stagione 18 Episodio 1 – Una Triumph Dolomite Sprint

00:10 – Affari a quattro ruote – Stagione 18 Episodio 2 – Una Porsche 911

01:00 – Affari a quattro ruote – Stagione 18 Episodio 3 – La Austin Allegro

01:50 – Ingegneria impossibile – Stagione 6 Episodio 7 – Elicottero

02:40 – Ingegneria impossibile – Stagione 6 Episodio 8 – Hovercraft

DMAX

19:30 – Vado a vivere nel bosco – Stagione 4 Episodio 2 – Bloccati nel fango

21:25 – Nudi e crudi: l’ultimo sovravvissuto – 1^TV – Stagione 1 Episodio 6 – Tensioni

23:15 – WWE Smackdown – 1^TV

01:05 – Bodycam – Agenti in prima linea – Stagione 2 Episodio 9 – Armati e pericolosi

02:00 – Bodycam – Agenti in prima linea – Stagione 1 Episodio 6 – Stallo

02:55 – Colpo di fulmini – Stagione 5 Episodio 7

03:50 – Colpo di fulmini – Stagione 5 Episodio 8

04:40 – Questo pazzo clima – Stagione 1 Episodio 1

Focus TV

18:00 – I TESORI PERDUTI DEI MAYA

19:00 – I TESORI PERDUTI DEI MAYA

20:00 – COSE DI QUESTO MONDO VI – LE TOMBE PERDUTE DEL REGNO DI KUSH

21:05 – ALLA SCOPERTA DEI PARCHI NAZIONALI DEL NORD AMERICA – PARCO NAZIONALE DELLE GREAT SMOKY MOUNTAINS

22:00 – ALLA SCOPERTA DEI PARCHI NAZIONALI DEL NORD AMERICA – PARCO NAZIONALE DI YELLOWSTONE

23:00 – Il triangolo delle Bermuda: il mistero continua

00:00 – MITI DELL’UMANITA’ – I SETTE ENIGMI PIU’ GRANDI

01:00 – MAYDAY: AIR DISASTER – THE ACCIDENT FILES III – VIP A BORDO

RealTime

19:25 – Casa a prima vista – Stagione 2 Episodio 16

20:30 – Casa a prima vista – Stagione 2 Episodio 17

21:30 – Primo appuntamento – Stagione 8 Episodio 1 – Prima TV

23:05 – Primo appuntamento Hotel – Stagione 1 Episodio 10

00:40 – ER: storie incredibili – Stagione 12 Episodio 3 – Spazzato via!

01:35 – ER: storie incredibili – Stagione 12 Episodio 4 – Morso da un boa

02:30 – ER: storie incredibili – Stagione 12 Episodio 5 – Le temperature aumentano

03:25 – ER: storie incredibili – Stagione 12 Episodio 6 – Lo squalo!

Discovery Channel

18:10 – The Last Alaskans – Stagione 3 Episodio 4 – Intruso

19:00 – River Monsters – Stagione 1 Episodio 3 – Pesce siluro

20:00 – River Monsters – Stagione 7 Episodio 4 – Nell’oceano

21:00 – Chi cerca trova: super restauri – Stagione 6 Episodio 19 – Icona di design – Prima TV

21:55 – Chi cerca trova: super restauri – Stagione 6 Episodio 20 – L’autoscontro – Prima TV

22:50 – Chi cerca trova: super restauri – Stagione 6 Episodio 11 – Metodi tradizionali

23:45 – Bodycam Agenti in prima linea – Stagione 3 Episodio 11 – La fine della strada

00:40 – Bodycam Agenti in prima linea – Stagione 3 Episodio 12 – Linea di fuoco

Sky Uno

18:50 – Stanga in the Sky – Stagione 1 Episodio 15 – Call My Agent – Prima TV

19:00 – Quattro matrimoni – Stagione 2 Episodio 4

20:00 – Alessandro Borghese 4 Ristoranti – Stagione 7 Episodio 12 – Alghero

21:15 – Victoria Cabello: viaggi pazzeschi – Stagione 1 Episodio 5 – Marocco

22:30 – Victoria Cabello: viaggi pazzeschi – Stagione 1 Episodio 4 – Madrid

23:35 – Pechino Express Sulla rotta del Dragone – Stagione 11 Episodio 2

01:45 – Stanga in the Sky – Stagione 1 Episodio 15 – Call My Agent

01:50 – Alessandro Borghese Celebrity Chef – Stagione 1 Episodio 40

18:15 – Dolci di Pasqua Ep. 2

18:45 – Il genio del pane

19:10 – Pechino Express – La rotta dei sultani Ep. 6

21:15 – Cucine da incubo Onassis Village – Viterbo Prima TV

22:30 – Cucine da incubo La Tana degli Elfi – Puglia

23:35 – Cucine da incubo Onassis Village – Viterbo

00:45 – Pechino Express – La rotta dei sultani Ep. 6

03:00 – Cuochi d’Italia Ep. 3

Sky Cinema 1

19:05 – Ghost Fantasma

21:15 – Antigang Nell’ombra del crimine

22:55 – Mio padre è un sicario

00:40 – Amore & altri rimedi

02:35 – Belle & Sebastien

04:15 – Fast and Furious

19:30 – La Befana vien di notte

21:15 – Belli ciao

22:50 – Belli ciao

00:20 – Il sacro male

02:05 – 100X100Cinema

02:25 – Save the Last Dance

04:20 – La Befana vien di notte II – Le origini

SKY Cinema Family

18:35 – Hook Capitan Uncino

21:00 – Genitori vs Influencer

22:45 – Sulle ali dell’avventura

00:45 – Questo o quello Speciale – Stagione 1

01:00 – Heidi

02:50 – Elf

04:25 – La marcia dei pinguini

05:50 – Questo o quello Speciale – Stagione 1

19:35 – Spirit – Cavallo selvaggio

21:00 – Spirit – Il ribelle

22:35 – Shrek

00:10 – Shrek 2

01:45 – 100X100Cinema

01:55 – Madagascar

03:25 – Madagascar 3: ricercati in Europa

05:00 – I pinguini di Madagascar

Sky Cinema Romance

19:10 – Se sei così ti dico sì

21:00 – Cattiva coscienza

22:55 – Destino Fatale

00:45 – Una sirena a Parigi

02:25 – Le relazioni pericolose

04:25 – 30 anni in 1 secondo

19:10 – The Words

21:00 – Vi presento Joe Black

00:00 – Tristano & Isotta

02:10 – Crazy & Rich

04:10 – Lasciarsi un giorno a Roma

Sky Cinema Collection

18:50 – The Flash

21:15 – Shazam! Furia degli Dei

23:30 – Superman Returns

02:05 – Batman

04:10 – Batman Il ritorno

18:45 – Inception

21:15 – Interstellar

00:05 – Tenet

02:40 – 100X100Cinema

03:00 – Interstellar

05:50 – Batman Begins

Sky Cinema Action

19:15 – xXx 2 The Next Level

21:00 – Fast & Furious 6

23:15 – Fast & Furious 7

01:35 – Act of Valor

03:25 – Spider-Man 3

05:40 – Bent Polizia criminale

18:45 – Maze Runner – La fuga

21:00 – Fast & Furious 9

23:25 – I mercenari – The Expendables

01:15 – Renegades – Commando d’assalto

03:05 – Max Payne

04:45 – La resa dei conti

SKY TG24

18:00 – TG24 mezz’ora – Sport – Meteo (live)

18:30 – Sky TG24 Economia (live)

19:00 – Il TG delle Diciannove – Sport – Meteo (live)

20:00 – TG24 mezz’ora – Sport – Meteo (live)

20:30 – TG24 mezz’ora – Sport – Meteo (live)

21:00 – Sky TG24 in 10 minuti (live)

21:10 – Documentario

22:00 – Documentario

18:00 – TG24 mezz’ora – Sport – Meteo (live)

18:30 – TG24 Flash (live)

18:33 – L’intervista (live)

19:00 – TG24 1 ora – Sport – Meteo (live)

20:00 – TG24 mezz’ora – Sport – Meteo (live)

20:30 – TG24 mezz’ora – Sport – Meteo (live)

21:00 – Sky TG24 in 10 minuti

21:10 – Documentario

Fox

18:05 – I Griffin It’s a Trap. 2a parte

18:30 – I Simpson Le incompatibilità elettive

18:55 – I Simpson Sotterfugio giallo

19:20 – I Simpson Il blues del bianco Natal

19:45 – I Simpson Non puoi sempre dire quello Kent ti pare

20:10 – I Simpson Homer il ciccione

20:35 – I Simpson Bart prende uno zero

21:00 – Magnum P.I. Una nuova prospettiva di morte Prima TV

Il Rettore dell’Accademia Auge: Un Visionario dell’Istruzione Globale

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Nel panorama dell’istruzione superiore, l’Accademia Auge emerge come un faro di innovazione e internazionalizzazione sotto la guida illuminata del suo Rettore il Prof. Avv. Giuseppe Catapano. Attraverso strategie audaci e convenzioni pionieristiche, il Rettore ha catapultato l’Accademia Auge sulla scena globale, trasformandola in un polo di eccellenza nel campo delle discipline umanistiche. Al centro della visione del Rettore sta l’idea che l’istruzione deve superare i confini nazionali e offrire opportunità di apprendimento senza limiti geografici. A tal fine, ha instaurato convenzioni con università di prestigio in Europa e nel mondo, aprendo le porte agli studenti desiderosi di abbracciare una formazione di alta qualità. 

Ciò che distingue l’Accademia Auge è la sua filosofia di offrire una formazione completa e ricca di valore, arricchita da master specialistici nelle materie umanistiche. Questo approccio all’avanguardia garantisce non solo conoscenze teoriche, ma anche competenze pratiche e una prospettiva globale sulle sfide e le opportunità del mondo contemporaneo. Un altro pilastro fondamentale della strategia del Rettore è l’adozione di tecnologie all’avanguardia per il processo di apprendimento. Attraverso una piattaforma telematica, si può accedere ai contenuti didattici, rompendo le barriere spazio-temporali e consentendo una flessibilità senza precedenti nel percorso di studio.  Con sedi operative strategiche a Napoli, Roma e Milano, l’Accademia Auge si posiziona al centro delle principali città italiane, garantendo un facile accesso agli studenti provenienti da diverse regioni. Tuttavia, ciò che rende davvero speciale l’Accademia Auge è la sua dimensione globale. La presenza nel Senato Accademico di rappresentanti di paesi stranieri come Romania, Spagna, Repubblica Slovacca e Bulgaria testimonia l’impegno dell’istituzione verso una prospettiva internazionale e multiculturalità. 

Il Prof. Avv. Giuseppe Catapano ha giocato un ruolo fondamentale nell’aprire le porte dell’Accademia Auge al mondo. La sua leadership ha promosso collaborazioni e partenariati con istituzioni educative di alto livello in tutto il mondo, offrendo agli studenti dell’Accademia opportunità uniche di arricchimento accademico e culturale. Attraverso la sua visione e il suo impegno per l’eccellenza educativa, il Prof. Catapano ha trasformato l’Accademia Auge in un punto di riferimento per coloro che cercano una formazione superiore di qualità, con una prospettiva globale e orientata al futuro. Con una leadership così audace e orientata al futuro, l’Accademia Auge è destinata a rimanere una forza trainante nell’ambito dell’istruzione superiore per gli anni a venire. 

Ufficio Stampa Auge Paola Biadetti