14 Febbraio 2025, venerdì
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Mediazione post Cartabia: Sovraindebitamento del consumatore

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Portici, Napoli – 10 dicembre 2024. Si svolge oggi, presso Villa Fernandez Via Diaz 144, un importante convegno sul tema della Mediazione Post Cartabia con un focus particolare sul sovraindebitamento del consumatore . L’evento, patrocinato dall’Accademia Universitaria degli Studi Giuridici Europei (AUGE), vede la partecipazione di esperti del settore giuridico e accademico, e nell’intervento del Rettore Prof. Avv. Giuseppe Catapano sulla certificazione delle competenze . 

L’incontro è stato accreditato dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, conferendo ai partecipanti 5 crediti formativi professionali , un segno dell’importanza dell’iniziativa per la formazione e l’aggiornamento continuo degli avvocati. Il convegno rappresenta un’occasione unica per riflettere sull’evoluzione della normativa sul sovraindebitamento alla luce della Riforma Cartabia. Grazie all’intervento di avvocati, mediatori e docenti universitari, si fa luce sulle opportunità offerte dalla riforma, che promuove soluzioni più rapide ed efficaci per i soggetti sovraindebitati. 

L’intervento del Rettore dell’AUGE, Prof. Avv. Giuseppe Catapano , approfondirà il tema della certificazione delle competenze fondamentale per garantire la qualità e la professionalità degli operatori nel settore giuridico, in particolare nell’ambito della mediazione e della gestione delle crisi da sovraindebitamento. “La certificazione delle competenze non è solo un requisito tecnico, ma un valore aggiunto per l’intero sistema giuridico, che deve rispondere con efficienza e trasparenza alle esigenze di una società sempre più complessa.

La Riforma Cartabia ha introdotto significative novità nella gestione dei procedimenti civili, promuovendo strumenti alternativi di risoluzione delle controversie, come la mediazione, che non sia solo un obbligo processuale, ma una reale opportunità per ridurre i tempi e i costi della giustizia, offrendo soluzioni che tengano conto delle esigenze specifiche delle parti coinvolte. 

L’evento, grazie al patrocinio dell’AUGE e al riconoscimento del COA Napoli, vedrà un pubblico qualificato. Avvocati, mediatori, docenti universitari e studenti avranno l’opportunità di confrontarsi su temi di grande attualità, con un focus sulle nuove sfide professionali poste dalla Riforma Cartabia. L’importanza della formazione continua e dell’aggiornamento professionale, fondamentali per affrontare le trasformazioni in corso nel sistema giuridico italiano. 

Grazie ai 5 crediti formativi professionali riconosciuti dal COA Napoli, i partecipanti non solo arricchiranno le proprie conoscenze, ma avranno anche l’opportunità di consolidare il proprio percorso formativo e professionale. Il successo dell’evento pone solide basi per future iniziative di confronto e aggiornamento sul tema della mediazione e delle crisi da sovraindebitamento. Un ringraziamento speciale va a tutti gli organizzatori, ai relatori e al Prof. Avv. Giuseppe Catapano per il loro contributo alla riuscita di questa giornata di alto valore formativo. 

Paola Biadetti Ufficio Stampa Auge 

Buon Compleanno Napoli Edizione 2024: Arte e Spettacolo al Servizio della Pace

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L’edizione 2024 di Buon Compleanno Napoli si preannuncia come un evento di straordinaria rilevanza culturale e sociale. Sabato 14 dicembre 2024, presso il prestigioso Truth Event & Restaurant, situato in Via Italia 63 a Pozzuoli, si terrà un Incontro Accademico Internazionale che celebra l’arte e lo spettacolo come strumenti di pace e internazionalizzazione. Questo appuntamento esclusivo, patrocinato da AUGE
(Accademia Universitaria degli Studi Giuridici Europei), è per la promozione del dialogo interculturale e della cooperazione internazionale. La collaborazione con La Notte media partner garantirà una visibilità ampia e qualificata.
Attraverso interventi accademici, performance artistiche e momenti di confronto, verranno messi in luce esempi concreti di come queste espressioni possano contribuire alla costruzione di un mondo più armonioso. L’edizione 2024 sarà caratterizzata dalla presenza di figure di rilievo del mondo accademico, istituzionale e artistico e consoliderà anche il ruolo di Napoli come epicentro di iniziative culturali di portata internazionale.
La scelta di Pozzuoli come sede dell’evento aggiunge un fascino particolare all’iniziativa. Questa storica cittadina, con il suo patrimonio culturale e archeologico, fornirà uno sfondo ideale per una celebrazione che unisce tradizione e innovazione. Il Truth Event & Restaurant, noto per la sua raffinatezza, offrirà un ambiente esclusivo e accogliente, perfetto per favorire il dialogo e la connessione tra i partecipanti.
AUGE sottolinea il suo impegno per la promozione di valori universali come la pace e
l’internazionalizzazione.
Buon Compleanno Napoli Edizione 2024 non sarà solo una celebrazione di una delle città più iconiche del mondo, ma anche un momento di riflessione sul potenziale trasformativo dell’arte e dello spettacolo.
Restate aggiornati sui dettagli dell’evento attraverso i canali ufficiali di AUGE e La Notte.
Paola Biadetti Ufficio Stampa Auge

Il Libano: Tra quello che era Ieri e quello che è Oggi- Un evento di solidarietà e riflessione 

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Oggi, 6 dicembre 2024, alle ore 17, si terrà a Roma, presso il suggestivo contesto di Piazza di San Pietro in Vincoli 8, l’evento intitolato Il Libano: Tra Quello Che Era Ieri e Quello Che È Oggi . Questa serata speciale, intrisa di solidarietà e spirito comunitario, è promossa da un gruppo di prestigiose istituzioni: la Nobile Accademia Leonina , Preghiera per il Paese dei Cedri di Dio , e il Collegio Sant’Antonio Abate dei Maroniti , con il patrocinio dell’Accademia Auge .

L’evento sarà inaugurato dai saluti istituzionali del Presidente della Nobile Accademia Leonina, il dott. Cristian Raponi , e vedrà la partecipazione di ospiti illustri, tra cui Padre Joseph Zogheib , Superiore del Collegio Maronita Mariamita di Roma. Attraverso le sue parole, i partecipanti saranno guidati in un viaggio di riflessione sulla storia e sull’attualità del Libano, un paese che, nonostante le difficoltà, continua a rappresentare un simbolo di resilienza e di fede per molti.

L’incontro non si limiterà a conferenze e interventi, ma sarà anche un’occasione per vivere momenti di convivialità e amicizia, sottolineando l’importanza del dialogo e dello scambio culturale in un clima di fratellanza.

L’evento vuole gettare luce sulla ricca eredità culturale e spirituale del Libano, noto come il Paese dei Cedri di Dio , e sul suo ruolo storico di ponte tra Oriente e Occidente. Tuttavia, si intende anche affrontare le sfide che il Libano vive oggi: una crisi economica senza precedenti, tensioni politiche interne ed esterne, e il dramma dell’emigrazione forzata.

Attraverso questo incontro, si desidera sensibilizzare il pubblico sulla necessità di sostenere il Libano, sia materialmente che spiritualmente, e di tenere vivo il legame con questa terra unica, custode di una tradizione millenaria.

La Nobile Accademia Leonina , nota per il suo impegno culturale e umanitario, ha voluto dedicare questa serata al rafforzamento dei legami tra le comunità italiane e libanesi. L’obiettivo è promuovere una maggiore comprensione reciproca e stimolare iniziative di supporto concreto verso il Libano, riaffermando il valore dell’universalità del dialogo e della solidarietà.

L’incontro si propone come una serata aperta non solo agli studiosi e agli esperti, ma anche a chiunque desideri avvicinarsi al Libano, conoscerne la storia, e condividere un momento di solidarietà e amicizia. È un’occasione per sentirsi parte di una comunità globale, unita nel desiderio di costruire ponti e abbattere barriere, culturali e geografiche.

L’appuntamento di questa sera rappresenta quindi un momento significativo per riscoprire il valore della memoria e dell’impegno comune, in nome della pace e della fratellanza universale.

Paola Biadetti Ufficio Stampa Auge

“Mai più morti sul lavoro”: Un Convegno per la tutela del diritto alla salute dei lavoratori Diritto e Parti sociali a confronto – Intervista all’Avv. Franco Capasso, moderatore dell’evento

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Il prossimo 5 dicembre 2024 , alle ore 14.30 , presso la Sala Metafora del Nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli , si terrà il convegno dal titolo “Mai più morti sul lavoro” , promosso dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli . L’evento intende mettere al centro del dibattito la prevenzione e la tutela del diritto alla salute dei lavoratori, coinvolgendo esponenti del mondo giuridico, istituzionale e sociale in un confronto costruttivo e approfondito. 

L’incontro sarà aperto dagli indirizzi di saluto delle seguenti personalità autorevoli: 

Avv. Carmine Foreste , Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli; 

Dott.ssa Elisabetta Garzo , Presidente del Tribunale di Napoli; 

Dott. Nicola Gratteri , Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli; 

Dott.ssa Stefania Buda , Sostituto Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Napoli; Dott.ssa Maria Rosaria Covelli, Presidente della Corte d’Appello di Napoli. 

Il convegno sarà moderato e coordinato dall’Avv. Franco Capasso , Coordinatore della Commissione Lavoro del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli. 

Tra i relatori interverranno figure del mondo delle istituzioni e delle parti sociali: 

L’Ing. Luigi Salvatori , Vicepresidente Unione Industriali Napoli; 

Nicola Ricci , Segretario Generale CGIL; 

Franco Sabatino , Segretario Regionale UIL; 

Fulvio Fasano , Segretario Regionale UGL; 

Dott.ssa Adele Pomponio , Direttore Regionale Vicario INAIL Campania; 

Avv. Amalia Rizzo , Giuslavorista e Vicecoordinatrice della Commissione Lavoro COA Napoli. 

I lavori saranno conclusi dalla Dott.ssa Flora Scelza , Presidente della Sezione Lavoro del Tribunale di Nola, con una riflessione finale che sintetizzerà le proposte emerse durante il dibattito. 

Il tema della sicurezza sul lavoro resta una questione di primaria importanza. La sinergia tra istituzioni, parti sociali e operatori del diritto rappresenta uno strumento indispensabile per rafforzare le misure a tutela dei lavoratori. In un Paese che ogni giorno conta tragicamente vittime sul lavoro, è fondamentale ribadire che la prevenzione non può essere considerata un costo, ma un investimento per il futuro. Il diritto alla salute e alla sicurezza dei lavoratori è un pilastro della nostra società civile e richiede l’impegno congiunto di tutti: istituzioni, datori di lavoro, sindacati. 

In questa intervista, abbiamo il piacere di dialogare con l’Avv. Franco Capasso, Coordinatore della Commissione Lavoro del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, che svolgerà il ruolo di moderatore e coordinatore del convegno. 

Attraverso il punto di vista esperto, l’Avv. Franco Capasso ci guiderà nell’analisi delle priorità legislative e operative necessarie per ridurre significativamente i rischi nei luoghi di lavoro, ponendo al centro la Costituzione e le principali norme in materia di sicurezza e prevenzione, nonché le sfide legate all’applicazione concreta delle stesse. Di seguito, i suoi approfondimenti e riflessioni su un tema che riguarda non solo i singoli lavoratori, ma l’intero tessuto sociale del Paese. 

“Avvocato Capasso, alla luce del suo ruolo nella Commissione Lavoro e della sua esperienza, quali crede siano le priorità normative o operative su cui il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati dovrebbe focalizzarsi per contribuire a ridurre il numero di incidenti e morti sul lavoro ?”

Sugli Artt.36 e 38 della Costituzione, l’Art.2087 codice civile, DPR 1124del 1965, Direttiva 89/391/CEE del 1989, D.Legs 626 del 1994, Dlgs.n.81 del 2008,Dlgs.n.38 del 2000.

“Nel convegno si discuterà del confronto tra diritto e parti sociali: secondo lei, quali sono le principali difficoltà che emergono nel dialogo tra giurisprudenza, sindacati e datori di lavoro per garantire il pieno rispetto del diritto alla salute e alla sicurezza dei lavoratori?”

Misure di prevenzione sui luoghi di lavoro. Caschi, vestiti, scarpe, strutture, ambienti salubri. Assicurare ai lavoratori la mancanza di presenza di prodotti cancerogeni. Evitare di lavorare in ambienti insalubri e fortemente pericolosi. Attuare la massima sicurezza sin dalla prevenzione oggettiva e soggettiva.

Assicurazione sociale. Ricaduta infortunistica ai lavoratori e alle famiglie post mortem.

Rivedere i parametri INAIL sul risarcimento dei danni sia sugli infortuni che in caso di morte del lavoratore. Evitare categoricamente il lavoro nero privo di qualunque tipo assistenza e assicurazione sanitaria e sociale.

“Mai più morti sul lavoro” non è solo un titolo, ma un imperativo etico e giuridico, un richiamo alla responsabilità collettiva di proteggere la vita e la dignità di ogni lavoratore. 

Paola Biadetti Ufficio Stampa AUGE

Convegno “Focus sul Mediterraneo”: un Viaggio tra Arte, Cultura ed Economia

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Circolo Ilva Bagnoli, 27 novembre 2024

Il Mediterraneo, crocevia di culture, tradizioni e scambi economici, sarà al centro del dibattito del Convegno intitolato “Focus sul Mediterraneo”, che si terrà il 27 novembre 2024 presso il prestigioso Circolo Ilva di Bagnoli . Un appuntamento di alto valore culturale e accademico, che promette di esplorare i legami profondi tra le arti visive, la cultura, le tradizioni e l’economia nella regione mediterranea.

L’incontro vedrà la partecipazione di illustri personalità del panorama accademico e culturale. Tra queste spicca la figura del Rettore dell’AUGE, il Prof. Avv. Giuseppe Catapano , che offrirà un contributo rilevante sul ruolo strategico del Mediterraneo nel contesto contemporaneo, sia dal punto di vista economico che culturale.

A coordinare i lavori sarà il critico d’arte Enzo Ruju , la cui esperienza e sensibilità artistica garantiranno un approccio approfondito e stimolante ai temi trattati.

Il Mediterraneo non è solo uno spazio geografico, ma un vero e proprio patrimonio condiviso, un mosaico di storie e influenze che attraversano i secoli.

L’obiettivo principale del convegno non è solo quello di analizzare il passato e il presente del Mediterraneo, ma anche di proporre una visione per il futuro. Attraverso interventi, riflessioni e confronti, si cercherà di individuare strategie per valorizzare ulteriormente il ruolo del Mediterraneo come “ponte” tra civiltà.

Il convegno “Focus sul Mediterraneo” si prospetta come un’occasione unica per approfondire una delle realtà più affascinanti e complesse del nostro tempo. Grazie alla partecipazione di relatori di alto profilo e alla qualità del dibattito, l’evento offrirà spunti preziosi per chiunque voglia comprendere meglio il cuore pulsante del Mediterraneo.

Paola Biadetti Ufficio Stampa Auge

A Crotone il convegno su “Contenzioso Condominiale e Super Bonus 110% – Aspetti di Deontologia”

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Il 21 novembre 2024, presso il Tribunale di Crotone, si terrà un importante incontro di approfondimento dedicato al tema “Contenzioso Condominiale e Super Bonus 110%: Aspetti di Deontologia” , organizzato con il patrocinio dell’Ordine degli Avvocati di Crotone e dell’ Accademia Universitaria degli Studi Giuridici Europei (AUGE) .

L’evento avrà inizio alle ore 16:00 con i saluti istituzionali dell’Avv . Salvatore Rocca , Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Crotone, che sottolineerà l’importanza della formazione continua e del confronto tra professionisti su temi giuridici di grande attualità e impatto sociale.

Tra i relatori spicca la presenza del Prof. Avv. Giuseppe Catapano , Rettore di AUGE, noto esperto nel campo del diritto civile e delle dinamiche condominiali. Il suo intervento offrirà un’analisi approfondita sulle criticità giuridiche del Super Bonus 110% e sul ruolo degli avvocati nella gestione delle problematiche condominiali, con un focus sulla necessità di un rigoroso rispetto delle regole deontologiche. L’incontro rappresenta anche un’importante occasione formativa per gli avvocati, poiché sono riconosciuti 3 crediti formativi ordinari e 1 credito di deontologia .

Questo evento conferma l’impegno di AUGE e dell’Ordine degli Avvocati di Crotone nel promuovere la formazione professionale e il dibattito su temi centrali per la professione forense.

Paola Biadetti Ufficio Stampa Auge

Università, il ministro Bernini nuove classi di laurea

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A cura di Anna Borriello 

AUGE UNIVERSITA’ promuove la creazione di percorsi di laurea internazionali  interdisciplinari, riducendo i vincoli relativi ai crediti formativi da assegnare ai vari ambiti disciplinari, e consentendo così la costruzione di percorsi maggiormente innovativi

“Percorsi più flessibili e maggiore interdisciplinarità. Su questi pilastri poggia il percorso formativo internazionale di AUGE , che rientra in uno dei target previsti dal Piano di Ripresa e Resilienza, che trova un primo compimento con la firma del decreto da parte del ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini“, di consentire alle Università di promuovere la creazione di percorsi di laurea interdisciplinari, riducendo i vincoli relativi ai crediti formativi da assegnare ai vari ambiti disciplinari, e consentendo così la costruzione di percorsi maggiormente innovativi. Si tratta di un primo importante contributo al superamento della visione fondata sui programmi di studio vincolati da un sistema di crediti formativi basato su settori disciplinari circoscritti, prediligendo un ampliamento degli stessi e l’interdisciplinarietà dei corsi di studio.

Procedure per aumentare  le possibilità per gli studenti di personalizzare il piano di studi individuale, comprendente anche attività formative diverse da quelle previste dal regolamento didattico, purché in coerenza con l’ordinamento del corso di studi dell’anno accademico di immatricolazione. Le Università dovranno provvedere alle modifiche dei vigenti regolamenti didattici di atenei, con riferimento all’introduzione di nuovi corsi, a decorrere dall’anno accademico 2024/2025 e sono tenute a completare l`adeguamento entro l`anno accademico 2025/2026. Il decreto è pubblicato nelle more dei controlli della Corte dei conti.

Auge “ATENEO DELLE PROFESSIONI” anticipa i tempi , dal 2015 ha avviato percorsi formativi teorici e pratici per le qualifiche professionali di cui all’elenco EQF riconosciuti in tutti i paesi europei ed extraeuopei ,per sostenere l’apprendimento,il lavoro e la mobilità transfrontaliera.

Nel mondo contemporaneo è  necessario disporre di una serie più ampia e sviluppata di competenze per lavorare, comunicare, accedere a informazioni, prodotti e servizi e partecipare ad attività sociali e civiche .

Il senato accademico Dell’AUGE Università è sempre più convinto che i Titoli di studio devono  esprimere  quello che le persone conoscono, capiscono e sono in grado di fare al termine di un percorso di apprendimento e possono assumere forme diverse, ad esempio un diploma o un certificato. La trasparenza dei risultati dell’apprendimento è fondamentale per far sì che individui, datori di lavoro ed erogatori di istruzione e formazione attribuiscano il corretto valore economico, sociale e accademico a ciò che è stato effettivamente appreso .

Ripete il Rettore Prof. avv. Giuseppe Catapano  , i  percorsi formativi erogati da AUGE  sono    “il risultato formale di un processo di valutazione e convalida, acquisito quando un’autorità competente stabilisce che una persona ha conseguito determinati risultati di apprendimento rispetto a standard predefiniti” e le qualifiche  EQF sono un quadro di riferimento comune che facilita la comparazione tra qualifiche conseguite in diversi paesi incoraggiando l’uso dei risultati di apprendimento per la descrizione delle qualifiche, allo scopo di renderle più trasparenti e più facili da capire. In questo modo, l’EQF sostiene la mobilità transfrontaliera di discenti e lavoratori e promuove l’apprendimento permanente e lo sviluppo professionale in tutta Europa.

I percorsi formativi AUGE  “Passaporto del capitale Intellettuale” una porta aperta nel mondo del lavoro.

www.accademiauge.com

Le procedure e nuove professioni specialistiche 

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A cura di Rusciano Mariarosaria

Le procedure fallimentari dichiarate nel 2023 sono in aumento per la prima volta dal 2016. In base alle prime previsioni rilasciate dal Ministero della Giustizia sul quarto trimestre 2023, si stima che le procedure fallimentari dichiarate nel 2023 saranno 7,7 mila, registrando un aumento (+9%) rispetto al 2022.

Alla luce di ciò, si evidenzia un’inversione di tendenza che si prevede possa portare ad una progressiva crescita del numero delle procedure concorsuali dichiarate con un conseguente impatto futuro sul mercato delle vendite giudiziarie.

Le vendite giudiziarie immobiliari nel 2023 si sono attestate cumulativamente a circa 154 mila esperimenti, in calo (-20%) rispetto ai 191 mila del 2022. I dati dimostrano, infatti, come nel 2021 e
nel 2022 il rimbalzo verso l’alto delle vendite post covid si sia già esaurito per tornare ad una progressione storica naturale di medio periodo. Il corrispondente volume di base d’asta è stato pari
a € 24 miliardi nel 2023, in flessione rispetto ai € 31 miliardi del 2022.

Nel 2023, inoltre, il magazzino immobiliare delle vendite giudiziarie ha registrato circa 100 mila immobili singoli disponibili per la vendita, per un controvalore di € 13,6 miliardi, in calo del 20% rispetto al 2022. Il valore unitario medio degli immobili è invece rimasto stabile, attestandosi intorno ai 140 mila euro. Il calo del magazzino delle vendite giudiziarie è riscontrabile anche nel numero dei nuovi immobili in ingresso (46 mila nel 2023 VS 59 mila nel 2022) per un valore di 8,4 miliardi nel 2023 (VS 11,4 miliardi nel 2022).

Sono stati, inoltre, analizzati i dati del primo bimestre del 2024, che confermano il trend in calo già osservato nel 2023 con 24 mila tentativi di vendita (-14% VS primo bimestre del 2023) ed un valore di
€ 3,5 miliardi di valore di base d’asta (-17% VS primo bimestre del 2023). Un calo che, anche in questo
caso, sembrerebbe rallentare per la prima volta, dal momento che il medesimo andamento nel primo bimestre del 2022 registra dati ancora più bassi: – 20% nel numero dei tentativi di vendita (VS primo
bimestre 2021) e – 25% nel valore di base d’asta (VS primo bimestre 2021).

Alla luce di tale contesto e in uno scenario spesso ancora frammentato, si rivela sempre più impellente l’adozione di best practice a livello nazionale e diventa determinante il ruolo degli operatori specializzati. Partendo da una più accurata analisi dei compendi oggetto di liquidazione, tali operatori

consentono l’implementazione di un’azione di vendita mirata e capace di massimizzare non solo la
platea dei potenziali acquirenti ma anche i risultati della liquidazione (maggiori valori di realizzo e tempi
ridotti di chiusura delle procedure giudiziali).

L’Osservatorio ha evidenziato, infatti, come i tempi di pubblicazione degli esperimenti risultino minori in quei Tribunali che fanno maggiormente ricorso all’ausilio dei Soggetti Specializzati: in media, impiegano 1 mese e mezzo in meno rispetto ai soggetti che gestiscono le vendite in autonomia.

Il numero di vendite gestite da Soggetti Specializzati continua quindi a crescere, raggiungendo il 42% del totale (rispetto al 26% del 2019), confermando una maggiore attenzione verso il processo commerciale di vendita, che si affianca all’approccio legale degli esperimenti.

L’Osservatorio sottolinea, inoltre, come, in particolare nell’ambito esecutivo, si rilevi il sempre maggior ricorso da parte dei Tribunali a modalità telematiche di vendita per effetto, non solo della sua imposizione da parte del Legislatore a partire dal 2018, ma anche dell’adeguamento da parte dei Tribunali che, post pandemia, hanno accelerato nel rispondere ai dettami della normativa al fine di velocizzare il processo di vendita.

I tentativi di vendita in ambito esecutivo effettuati con modalità telematica sono passati dal 33% di marzo 2019 al 83% di dicembre 2023, una progressione destinata a crescere ulteriormente nel prossimo futuro. In ambito concorsuale l’utilizzo della modalità telematica, già in uso prima del 2019 grazie al supporto alle vendite garantito dai soggetti specializzati, ha trovato ulteriore spinta dalla recente previsione normativa che ne prescrive l’utilizzo e nel quarto trimestre 2023 si attesta al 48%.

Sempre più indispensabili le figure professionali specialistiche , ovvero gli addetti al lavoro dal mondo delle professioni.

Auge Università propone corsi per le qualifiche professionali riconosciute EQF e valide in tutti i paesi Europei ed alcuni extraeuropei.

Da Giurista d’impresa a Perito Esperto Fiscale , Esperto Amministrativo,analista finanziario addetti ai lavori che possono ben coadiuvare il Tribunale nella gestione delle attività di Giustizia , per amministrazione e per la gestione , finalizzato al miglior risultato.

Auge Università offre la formazione attraverso la piattaforma  in modalità sincrona ed asincrona, operativa 24 su 24 , con accesso immediato, Tutor professionale che  accompagnano per tutto il percorso formativo didattico.

Attraverso il sito www.accademiauge.com , si può visitare l’area corsi , circa 205  attivi e disponibili ciascuno valido per le competenze di riferimento. L’ufficio orientamento è disponibile per le più dettagliate informazioni.

Premio Riccardo Bramante 2024: Il Prof. Luca Filipponi tra i protagonisti della cerimonia alla Camera dei Deputati

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A cura di Ionela Polinciuc

Il 12 novembre scorso, si è svolta la cerimonia del Premio Riccardo Bramante, un evento di grande prestigio che ha avuto luogo nella Sala Refettorio di Palazzo San Macuto, alla Camera dei Deputati, a Roma. La cerimonia, organizzata con grande maestria dalla giornalista e artista Ester Campese, ha visto la partecipazione di numerose personalità di spicco nel panorama culturale, politico e artistico italiano.

Il premio, nato per onorare la memoria di Riccardo Bramante, una figura di grande valore culturale e umano, ha come obiettivo principale quello di promuovere e valorizzare i giovani talenti. La cerimonia ha visto la consegna di riconoscimenti a numerosi artisti, attori, registi e personalità provenienti dalle istituzioni, dal giornalismo e dalle arti visive, tutte impegnate nella diffusione della cultura e del sapere.

L’iniziativa ha suscitato grande consenso da parte di pubblico e critica, stimolando un importante dibattito sui temi legati alla cultura e allo spettacolo, con un focus particolare sui giovani, che rappresentano il futuro della nostra società. Essa ha messo in evidenza l’importanza di sostenere e promuovere la creatività nelle nuove generazioni, un tema cruciale per la crescita del panorama culturale e artistico italiano.

Al prestigioso evento ha partecipato anche il prof. Luca Filipponi, impegnato da anni in ambito culturale e accademico, che ha sottolineato l’importanza di iniziative come questa, che promuovono la crescita e la valorizzazione dei giovani talenti. La sua presenza ha confermato il ruolo fondamentale delle istituzioni nel supporto alla cultura, alla formazione e all’arte.

L’evento ha rispettato rigorosamente il protocollo istituzionale, creando un ambiente formale e raffinato. La serata ha visto la partecipazione di numerosi ospiti di rilievo, che hanno contribuito a conferire un’atmosfera di prestigio e importanza.

Il Premio Riccardo Bramante si conferma dunque come un appuntamento di grande rilevanza per la cultura italiana, un segno di omaggio a una figura che ha lasciato un’impronta indelebile e un’opportunità per promuovere i giovani talenti che si distinguono nelle diverse discipline artistiche. La serata si è conclusa con un messaggio di speranza e impegno per il futuro della cultura e delle arti nella nostra Italia, ricca di storia, bellezza e innumerevoli meraviglie da scoprire.

Nella Foto: Prof. Luca Filipponi

Nella Foto: Da sinistra Prof. Luca Filipponi, Emilio della Fontanazza

Insolvenze e crisi d’impresa in aumento 

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A cura di Francesca Pizza 

L’Italia sta attraversando una fase di crescente preoccupazione per l’aumento delle insolvenze aziendali, come evidenziato nell’ultimo “Rapporto Globale sulle Insolvenze” di Allianz Trade. Il fenomeno, diffuso in tutto il Paese, colpisce vari settori economici, accentuando le difficoltà di molte aziende, soprattutto piccole e medie imprese.

Insolvenze aziendali in aumento dell’11% a livello globale

Il panorama economico globale, caratterizzato da forti tensioni geopolitiche, da una domanda ancora debole e da condizioni di finanziamento non uniformi, sta influenzando in modo significativo le imprese italiane.

Nel 2023, la BCE ha deciso di aumentare i tassi di interesse, rendendo i finanziamenti più costosi, limitando l’accesso al credito e aumentando i costi di gestione del debito per le aziende. Tale misura, adottata per contrastare l’inflazione, ha portato ad un lieve rallentamento della stessa. Nonostante questo, l’inflazione continua a esercitare una forte pressione sui costi operativi e sui prezzi delle materie prime, con effetti diretti soprattutto sulle piccole e medie imprese.

Questo quadro si riflette anche nel contesto internazionale. Stando al suo ultimo “Rapporto Globale sulle Insolvenze”, Allianz Trade prevede un incremento delle stesse dell’11% per il 2024, con l’Italia che si colloca tra i paesi europei più colpiti. Allianz, infatti, prevede un incremento del 22% delle insolvenze nel nostro Paese per il 2024, per un totale stimato di oltre 9.200 casi. Questo scenario rappresenta una continuazione della tendenza già osservata nel 2023, quando si era registrato un aumento del 9% delle insolvenze rispetto all’inizio dell’anno.

I settori più colpiti

Le dinamiche appena descritte hanno intensificato la pressione economica su alcuni settori di mercato. Stando alle dichiarazioni di Aylin Somersan Coqui, CEO di Allianz Trade, “l’edilizia, il commercio al dettaglio e i servizi sono stati i settori più colpiti,” senza dimenticare quello manifatturiero. Nello specifico, il commercio al dettagliorappresenta il 24% delle insolvenze attese nel 2024, seguito dall’edilizia con il 18%, dal manifatturiero con il 17% e dal settore dell’hospitality con il 10%.

Il commercio al dettaglio e il settore dell’hospitality, strettamente legati ai consumi interni, stanno scontando la contrazione della spesa dei consumatori, influenzata dall’aumento dei costi della vita e dall’incertezza occupazionale. L’edilizia, dal canto suo, risente dell’aumento dei costi dei materiali e delle difficoltà di accesso al credito, fattori che stanno frenando molti progetti di sviluppo. Anche il settore manifatturiero, già provato dall’aumento delle materie prime e dall’incertezza delle catene di approvvigionamento, sta vivendo un momento di particolare vulnerabilità.

Proiezioni future: un trend allarmante

Le previsioni per il futuro non offrono prospettive rassicuranti. Allianz Trade stima che in Italia si registrerà un aumento dei casi di insolvenza del 4% nel 2025 e del 3% nel 2026. I livelli rimarranno inferiori rispetto ai picchi registrati negli anni di crisi più acuta, ma non abbastanza da rassicurare le imprese italiane e la stabilità del tessuto economico del nostro Paese.

L’aumento delle insolvenze, inoltre, ha ripercussioni dirette anche sul mercato del lavoro. I posti di lavoro a rischio in Europa e in Nord America potrebbero arrivare a 2 milioni nel 2025. Le PMI, che costituiscono la maggior parte delle aziende italiane, sono le realtà più esposte a questa minacca.

Questo fenomeno richiede un intervento deciso e mirato per evitare che le conseguenze diventino ancora più gravi nel prossimo futuro. Il codice della crisi e dell’insolvenza contribuisce a prevenire e limitare il numero di insolvenze, ma saranno necessarie maggiori politiche economiche mirate per poter affrontare la crisi in corso e sostenere le aziende più vulnerabili.

Con il professionista Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa formato presso Accademia Auge in convenzione con il Consiglio Nazionale Forense , si previene la crisi e si possono trovare le modalità per negoziare la crisi e superare le difficoltà .

Università e burocrazia la svolta in Europa 

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A cura di Anna Borriello 

L’Università italiana presenta notevoli punte eccellenza, ma le condizioni in cui i docenti e i ricercatori (circa 60.000) operano sono difficilirispetto a quelle di molti dei loro colleghi europei. Possiamo individuare tre grandi nodi che rendono il “mestiere” dell’Università “difficile” da svolgere nel nostro paese:

  • i bassi investimenti in educazione e ricerca che caratterizzano non solo l’attuale governo ma anche tutti quelli che lo hanno preceduto negli ultimi 12 anni.
  • La tendenza ad una progressiva precarizzazione del corpo docente.
  • La crescente burocratizzazione della professionalità docente, su cui punta il dito Barbero.

Proviamo ad analizzare queste tre problematiche tenendo in conto il panorama universitario europeo.

La ricerca e la scuola in Italia sono sottofinanziate. Secondo il rapporto Openpolis del 2023 sulla “povertà educativa” la spesa complessiva per l’istruzione in Italia è stata del 4,1 % (circa 80 miliardi) del PIL. Una percentuale non solo inferiore alla media europea, ma anche nel confronto con gli altri gradi stati europei. Per avere un termine di paragone, nel 2021, la Germania ha destinato all’educazione e alla ricerca il 4,5% del prodotto interno lordo, la Francia più del 5.5%, il Regno Unito il 6,3 %. Non si tratta di una tendenza nuova. Dal 2010 tra i grandi paesi dell’Unione Europea l’Italia è quella con la spesa inferiore in rapporto al Pil e la sua spesa è inferiore, anche, alla media dell’intera Unione europea (4,8%).Immagine che contiene testo, schermata, linea, diagrammaDescrizione generata automaticamente

Fig. 1: La spesa in educazione e ricerca rispetto al Pil in Italia e in Europa

Se poi passiamo alla sola università, secondo il rapporto ANVUR del 2023 e nel confronto con Germania, Regno Unito, Spagna e Francia, il livello della spesa complessiva è davvero ancora troppo basso (0,90% del PIL in Italia rispetto al dato della media OCSE dell’1,45%), e analoga considerazione può essere fatta per la spesa in ricerca e sviluppo (1,47% rispetto al dato OCSE del 2,54%). Siano secondo il rapporto ANVUR 2023 al 30% in meno rispetto alla media UE.

Tra i dati più preoccupanti, poi, permane la percentuale di laureati nella fascia d’età 25-34 anni, che nel 2021 ha raggiunto il 28,3%, a fronte di un dato OCSE del 47,1%; il grande paese più vicino è la Germania con il 35,9%, ma Eurostat segnala come L’Italia resta il fanalino di coda tra i Paesi Ue per la quota di laureati registrata.

La quota italiana è simile a quella di Ungheria, Repubblica Ceca e Romania. In testa alla classifica europea stilata in base alle quote dei laureati registrate nei singoli Paesi c’è Lussemburgo (61%), seguito da Irlanda e Cipro (entrambi 58%), Lituania (56%) e Paesi Bassi (52%). Questi Paesi, insieme a Belgio, Danimarca, Spagna, Francia, Slovenia e Svezia, formano il gruppo di Stati che ha raggiunto in anticipo l’obiettivo del 45% di laureati.

Come dicevamo l’università italiana è sottofinanziata ma sono pochi anche docenti e ricercatori. Ad esempio, nel corso dell’ultimo decennio il numero di ricercatori nell’Unione europea, sempre secondo i dati di Open Polis elaborati su fonte Eurostat, ha visto un sostanziale aumento: +24% tra 2012 e 2021. Stando all’ultimo aggiornamento disponibile, i ricercatori universitari in Europa sono più di 638.232 nel 2021. A ospitarne il numero più elevato in termini assoluti è la Germania (120mila, circa il 19% del totale). Seguono Francia (14%) e Spagna (11%). È la Danimarca a detenere il primato europeo, con oltre 300 ricercatori universitari ogni centomila abitanti. Segue il Portogallo con 280. Agli ultimi posti si posizionano invece Romania (32) e Bulgaria (48)

L’Italia, con 99 ricercatori ogni centomila abitanti, è al quartultimo posto in Europa e ben al di sotto della media, pari a circa 143.

A tal proposito ANVUR segnala, infatti, per l’Italia un andamento oscillante ma relativamente stabile del numero dei ricercatori: e docenti in decrescita tra 2012 e 2021 e in ripresa per un solo anno fino al 2022 – forse grazie ai fondi PNRR – con 4000 unità in più rispetto al 2012.

I dati, tuttavia, evidenziano come questa crescita sia dovuta soprattutto all’incremento dei giovani ricercatori a tempo determinato. Approfondendo l’analisi dei dati, in Italia nell’anno 2012 il personale docente contava su circa 26.638 ricercatori (46,5% dei docenti), nel gradino superiore 16.146 professori associati (28,2%) e al vertice 14.521 professori ordinari (25,3%). Nell’anno 2022 la composizione dell’organico dei docenti universitari è differente: i ricercatori diminuiscono (con la messa ad esaurimento del ruolo a tempo indeterminato) e sono 18.813 (30,8 %) di cui due terzi a tempo determinato, sono 26.599 i professori di II fascia (43,5% del totale), e 15.687 professori di I fascia (25,7% del totale). In sostanza nei prossimi anni i ruoli a tempo determinato tenderanno a raggiungere la percentuale del 30% del personale docente, cioè tutti i ricercatori.Immagine che contiene testo, schermata, Parallelo, PolicromiaDescrizione generata automaticamente

Fig. 3 Il numero di docenti nelle Università italiane

Giungiamo ora al tema che ha fornito lo spunto per questa analisi del sistema universitario italiano, ovvero il crescente peso dei “compiti organizzativi e di gestione” sul lavoro docenti. In molte università italiane l’esperienza in questo ambito è considerata, ad esempio, un requisito necessario e, purtroppo, talvolta “sufficiente” per la progressione di carriera. Per l’avanzamento a ruoli accademici superiori, in cui l’esperienza di ricerca e didattica dovrebbe essere preminente, viene spesso richiesta, invece, una significativa esperienza gestionale’ e/o organizzativa.

Questo potrebbe essere un criterio “condivisibile” se tale esperienza fosse acquisita nella gestione di progetti di ricerca o team di lavoro impegnati in attività di ricerca nazionali o internazionali competitive (progetti europei, o grant nazionali o internazionali). Allo stesso modo questo criterio, potrebbe essere valido se fosse legato all’organizzazione di progetti cooperazione tra università e istituzioni territoriali, nazionali o internazionali oppure al trasferimento tecnologico o alla disseminazione della ricerca nella società o nell’impresa.

Il fatto è che nella maggior parte dei casi, la mole di lavoro gestionale e organizzativo riguarda, invece, compiti propriamente amministrativo/burocratici tutti “interni” ai singoli Atenei, Dipartimenti o Corsi di Laurea. Questo, crediamo, intenda Barbero quando parla di: “trasformare studiosi e ricercatori in capi ufficio”.

La maggior parte dei compiti organizzativi che sono richiesti ai docenti riguardano, infatti, temi che sono solo molto “latamente” sono legati alla ricerca e alla didattica. Vediamo alcuni esempi: l’adeguamento dei piani didattici e dell’offerta formative alle modifiche della normativa che muta in continuazione; il calcolo dei crediti (CFU) da attribuire agli insegnamenti e alle varie attività didattiche che compongono i Corsi di Laurea; la definizione, anche amministrativa, dei piani di studio di Lauree e Master. Ed ancora, la predisposizione di materiali per l’orientamento in ingresso ed in uscita, oltre naturalmente alla gestione dei bandi di concorso per i docenti e i passaggi di carriera, ma soprattutto dei bandi per l’assegnazione di incarichi di collaborazione per laboratori e tutoraggi.

Si tratta di incarichi che spesso prevedono una remunerazione di poche centinaia di euro e richiedono, tuttavia, una commissioni di tre docenti o ricercatori, un bando nazionale e commissioni che si debbono riunire almeno due volte, per valutare a volte molti candidati e predisporre i relativi verbali. Nelle attività amministrativo/burocratche rientrano, inoltre, anche le “onerose” e spesso “bizantine” pratiche relative alla valutazione e autovalutazione delle attività svolte richieste ai Corsi di Laurea e ai Dipartimenti per l’accreditamento periodico dei Corsi di Studio dall’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR).

Si tratta di compiti ovviamente necessari -ne abbiamo elencati solo alcuni – ma estremamente dispendiosi in termini di tempo e che spesso potrebbero essere svolti o coadiuvati da personale tecnico ed amministrativo, liberando così più spazio per la ricerca empirica o teorica, e la didattica. Troppa burocrazia, come giustamente afferma Barbero: “soffoca la scuola e la ricerca”.

Non si tratta del rifiuto di “sporcarsi le mani” con compiti organizzativi, ma della fatica di dedicarsi a compiti gestionali che spesso prevedono, tra l’altro, l’utilizzo di software e programmi obsoleti nella concezione e poco funzionali rispetto allo scopo, come ad esempio quelli che in molte università italiane sono presenti per la gestione dell’offerta formativa, per la rendicontazione dei progetti e dei contratti, per le spese di missione o per le procedure di valutazione della ricerca.

Il problema sollevato da Barbero è molto reale e sono i dati stessi dell’ANVUR nel Report 2023 a dimostrarlo.

Nelle università italiane è quasi assente il middle management amministrativo ed inoltre, come evidenzia la tabella qui sotto, i ruoli amministrativi e di staff nelle università italiane stanno diminuendo da dieci anni.Immagine che contiene testo, schermata, Parallelo, PolicromiaDescrizione generata automaticamente

Fig. 4 La diminuzione del personale amministrativo delle università

I dati ANVUR evidenziano una diminuzione progressiva e costante del personale tecnico e amministrativo nelle università italiane dal 2012 al 2022. Particolarmente negativa è poi la scarsità di personale negli “uffici ricerca”, quelli cioè che concorrono con i docenti alla parte amministrativa della progettazione dei bandi competitivi europei o internazionali (Erasmus e Horizon, tra tutti).

In particolare, con una piccola eccezione per il 2022, i ruoli dirigenziali o di elevata professionalità (Dirigenti e EP nel grafico) rimangono costanti e sono pochissimi – 2600 su 48.000 unità di personale – mentre decrescono i ruoli amministrativi più direttamente esecutivi e propriamente amministrativi (livelli D, C, e B del contratto del Personale Tecnico ed Amministrativo).

Anche il PTA poi è alle prese con normative e strumenti digitali farraginosi, obsoleti, e complessi che rendono anche il loro lavoro difficile e sicuramente più stressante di quello dei docenti. Non è perciò difficile correlare la diminuzione del Personale Tecnico Amministrativo con l’aumento del carico di lavoro burocratico che viene inevitabilmente delegato o “assorbito” dai docenti. Se uniamo quanto detto più sopra con la “cattiva” digitalizzazione delle procedure amministrative che affligge buona parte della pubblica amministrazione italiana comprendiamo meglio le ragioni di chi come Barbero segnala la “funzionarizzazione” del ruolo docente.

Nella recente finanziaria è previsto un taglio lineare del 5% a carico di tutti i Ministeri, e quindi anche del Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) e del Ministero e dell’Università (MUR), e questo taglio ragionevolmente andrà ad incidere su un sistema già sottofinanziato e povero di personale rispetto alle altre nazioni europee. Siamo davvero sicuri che questi tagli non rendono ancora più “complessa” la vita dei docenti e degli amministrativi dell’Università Italiana. Forse il governo dovrebbe chiedersi non quanto tagliare, ma quale sia il costo di non investire nell’educazione e nella formazione in un paese, dove sempre secondo i dati ANVUR e Open Polis, la percentuale di ragazzi tra i 18 e i 24 anni che non studiano, non lavorano e non cercano lavoro (NEET), ha raggiunto il 27,1% contro 16% della media OCSE e 14,2% quella dell’UE.

All’Ue cosa serve? 

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Dal Palazzo della Repubblica Moldova, una iniziativa importante voluta dalla camera di commercio Italiana in Moldova, può essere utile per riprendere i punti cardine del principio di sussidiarietà per riflettere in che cosa oggi esso può essere di aiuto.

La delegazione Accademia Auge con il rettore Giuseppe Catapano, il Presidente Cesare Cilvini e il coordinatore relazioni estere Prof. Andrea Nappi hanno preso parte in Moldavia al Palazzo della Repubblica con il Primo Ministro Dorin Recean, deputati e rappresentati della camera di commercio Italiana in Moldavia ente promotore ed organizzatore dell’importante incontro Pro-Industria , che ha consentito istituzioni, industrie, commercio e formazione internazionale, confrontarsi sullo sviluppo futuro e collaborazioni internazionali . Temi trattati importanti e delicati , anche per la ripresa della vicina Ucraina. Fondamentale il Piano per il futuro della competitività europea, ricordando l’urgenza di applicare “in modo più rigoroso il principio di sussidiarietà” a livello di Unione Europea. Sollecitati da questo richiamo, riteniamo utile riprendere i punti cardine di questo principio e riflettere in che cosa oggi esso può essere di aiuto.  Il principio di sussidiarietà si basa sulla collaborazione virtuosa a tutti i livelli tra i diversi soggetti e nuclei di potere. Un principio che riconosce il primato e la dignità di ogni persona e valorizza il ruolo dei soggetti istituzionali e sociali che le sono più prossimi. Nonostante la sua lunga storia, la sussidiarietà assume oggi un ruolo fondamentale perché lo Stato e la società civile da soli non possono affrontare le sfide che abbiamo davanti. La sussidiarietà – ha scritto Benedetto XVI – “è prima di tutto un aiuto alla persona, attraverso l’autonomia dei corpi intermedi. Tale aiuto viene offerto quando la persona e i soggetti sociali non riescono a fare da sé e implica sempre finalità emancipatrici, perché favorisce la libertà e la partecipazione in quanto assunzione di responsabilità. La sussidiarietà rispetta la dignità della persona, nella quale vede un soggetto sempre capace di dare qualcosa agli altri. Riconoscendo nella reciprocità l’intima costituzione dell’essere umano, la sussidiarietà è l’antidoto più efficace contro ogni forma di assistenzialismo paternalista.” Un coinvolgimento simile era già stato auspicato da Keynes, il quale affermava che “la cosa importante per il Governo non è fare ciò che gli individui fanno già, e farlo un po’ meglio o un po’ peggio, ma fare ciò che presentemente non si fa del tutto”. Il contrario di ciò che sosteneva Nietzsche quando affermava che “solo dove finisce lo Stato comincia l’uomo”. La cultura sussidiaria è, per sua natura, un pensiero che trova sbocco nella concretezza della collaborazione tra la pluralità di soggetti, adoperandosi così per l’inclusione e la solidarietà e contribuendo alla riduzione delle disuguaglianze. Dentro tale spirito di collaborazione, la persona si sente liberamente responsabilizzata e quindi costruttrice di bene comune, facendosi soggetto aggregante e propositivo “dal basso”. In un contesto così globalizzato e interconnesso, affinché i processi maturino in traiettorie virtuose, occorre che ciascun soggetto non svolga il proprio progetto in modo autonomo, ma cerchi invece complementarietà e sinergie con altri attori, a vari livelli. Si tratta soprattutto di una questione di fiducia nella possibilità che una partecipazione corale dia nuova linfa al valore di ogni esperienza, potenziandola e aprendole percorsi spesso neanche immaginabili. Il benessere della generazione presente, come di quelle future, passa dall’assunzione di una responsabilità condivisa: non può esserci miglioramento durevole delle condizioni di vita per ognuno e per tutti senza collocarsi su un sentiero di sviluppo sostenibile. La rete di relazioni intra- e inter-generazionali che il modello sussidiario tende a salvaguardare, grazie anche al ruolo dei corpi intermedi, proietta verso una dimensione di più ampio respiro, necessaria per intraprendere un percorso di sviluppo sostenibile di lungo periodo. Il concetto di giustizia inter-generazionale al cuore della cultura sussidiaria è un elemento fondamentale per conciliare diversi orizzonti temporali e avere una prospettiva che non si limiti al tempo immediato. In questo senso, essere attenti alle esperienze che nascono dal basso può essere di grande aiuto per individuare quelle soluzioni di cui oggi più che mai abbiamo bisogno, come Paese e come Unione europea. Accademia Auge da sempre in collaborazione formativa  internazionale per favorire l’ingresso nel mondo del lavoro con qualifiche professionali che ama definire Passaporto del Capitale Intellettuale. Ripete il Rettore Catapano, Auge Universita vuole rappresentare il fiore all’occhiello della formazione che coniuga nel rispetto del principio di quel principio di   sussidiarietà tanto ripetuto dall’autorevole Mario Draghi nella giornata di presentazione della competività Europea. Con la formazione Auge Paesi più vicini Pace tra i popoli più sicura , formazione più utile per lo sviluppo delle imprese e per la specializzazione delle figure lavorative. Con la partecipazione ufficiale alla giornata di lavori nel palazzo di governo della Repubblica Moldova, si aprono nuovi orizzonti per la continua ascesa dell’Accademia AUGE.

Al via il Master in Criminologia, Scienze Forensi e Tecniche Investigative, patrocinato dall’Accademia AUGE

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Napoli,– L’Accademia Universitaria degli Studi Giuridici Europei (AUGE), sotto la guida del Rettore Avv. Prof. Giuseppe Catapano, è lieta di annunciare l’apertura delle iscrizioni per il prestigioso Master in Criminologia, Scienze Forensi e Tecniche Investigative. Il Master è diretto dalla Criminologa Avv. Prof. Giorgia Bagnasco, Direttore Scientifico e Docente del corso. 

L’iniziativa formativa si propone di fornire una preparazione specialistica nell’ambito della criminologia, con un focus sulle scienze forensi e le tecniche investigative, strumenti fondamentali per coloro che desiderano intraprendere una carriera nel settore delle investigazioni, della giustizia e della sicurezza. 

Il percorso prevede l’acquisizione di 10 Crediti Formativi professionali e 5 crediti formativi universitari, un valore aggiunto per gli studenti che intendono arricchire il proprio curriculum accademico e professionale. 

Il Master si terrà in presenza e in live streaming per consentire la partecipazione a distanza da tutta Italia e dall’estero. La Avv. Prof.ssa Giorgia Bagnasco, nota criminologa, coordinerà un team di esperti, avvocati, investigatori e professionisti del settore, garantendo una formazione completa e multidisciplinare. 

Il Master è rivolto a laureati in discipline giuridiche, psicologiche, sociali, economiche e mediche, nonché a professionisti che operano nel campo della sicurezza, della giustizia e dell’investigazione. Grazie alla struttura innovativa e alla flessibilità della modalità di fruizione, si potranno coniugare impegni professionali con il perfezionamento delle proprie competenze accademiche. E un approfondimento su tematiche centrali del panorama criminologico e forense, offrendo strumenti avanzati. 

L’Accademia AUGE, da sempre attenta alla formazione continua e di alta qualità, si conferma come uno dei principali punti di riferimento in Italia per la preparazione dei futuri professionisti del diritto e della criminologia. 

“Non perdere l’occasione di acquisire le competenze più avanzate in criminologia e scienze forensi. Iscriviti al Master e costruisci il tuo futuro professionale nel mondo delle indagini e della giustizia!” 

Paola Biadetti Ufficio Stampa AUGE 

Credito nel 2025 cosa succede?

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A cura del centro ricerca Auge -Facoltà Analista Finanziario 

La crisi del credito è uno spauracchio che viene rispolverato praticamente ogni anno dai media. L’unica differenza tra un anno e l’altro sta nei dati economici che la fanno ritenere probabile. Nei due anni precedenti, il dato principale è stato l’inflazione e l’aumento dei tassi d’interesse. Quest’anno invece le previsioni su una crisi creditizia si basano sul fatto opposto: ossia che la Fed ha ripreso ad abbassare i tassi. La verità è che una crisi creditizia può avvenire in qualsiasi situazione, sia durante una stretta che durante un allentamento monetario. Non è questo perciò il giusto terreno su cui basare un’indagine sul credito. Senza voler fare una analisi approfondita sull’argomento, mi limiterò a dimostrare che una crisi del credito in America non può avvenire entro il 2025.La mia previsione si basa su un dato molto banale, cioè sul fatto che un’ondata di fallimenti, se dovesse avere luogo, accadrebbe in concomitanza con le scadenze del debito. Pensate alla crisi di Evergrande, il noto gigante dell’edilizia cinese. Il crollo di questa azienda è avvenuto quando le obbligazioni emesse sono andate in scadenzasenza poter essere rimborsate. E’ elementare…la scadenza delle obbligazioni è il limite di tempo entro il quale una crisi creditizia deve avere luogo. Ora, secondo il grafico di Bloomberg qui di seguito, le attuali scadenze delle obbligazioni aziendali americane sono state già posticipate o rimborsate, almeno per i prossimi due anni, quindi non possono scatenare una crisi del debito. Ad agosto, infatti, le società non finanziarie con un rating da “spazzatura” in su, hanno già rifinanziato o restituito più di 170 miliardi di dollari di obbligazioni con scadenza nei due anni successivi. Questo mega rimborso o rifinanziamento supera addirittura l’importo che era stato rimborsato per tutto il 2021, quando le attività di rifinanziamento erano molto piu’ numerose di oggi, a causa dei tassi di interesse che allora erano eccezionalmente bassi: 
 
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Il grafico mostra appunto gli enormi rimborsi o rifinanziamenti avvenuti nel 2024, che per i prossimi due anni renderanno molto difficile entrare in una crisi del debito. Quest’anno le società hanno emesso obbligazioni ad alto rendimento per un valore di oltre 350 miliardi di dollari, che è la più grande emissione obbligazionaria dai tempi della pandemia. E mancano ancora tre mesi alla fine dell’anno. In concomitanza, c’è stata da parte degli investitori una elevata domanda per l’acquisto di queste obbligazioni, che ne ha alimentato l’impennata dei prezzi e ha portato il mercato del credito privato a 1,7 trilioni di dollari.Infine, il taglio iniziale di 50 punti base della Fed il 18 settembre è la ciliegina sulla torta, in quanto significa opportunità di rifinanziamento ancora più interessanti per le aziende. In altre parole, il 2024 è l’anno d’oro del mercato obbligazionario, soprattutto di quello ad alto rischio (High yield). 
In tali condizioni, una crisi creditizia è praticamente impossibile per i prossimi due anni; e questo ci mette al sicuro anche da una possibile recessione incontrollata o da un’ondata di fallimenti. E’ ovvio che le aziende non potranno posticipare per sempre il rimborso dei loro debiti. E’ ovvio che l’indebitamento è il tallone d’Achille dell’economia occidentale. Ma come investitori bisogna sempre procedere per fasi. Sappiamo, in generale, che l’indebitamento è il rischio economico maggiore. Ma non possiamo permetterci di non investire per anni, aspettando una crisi creditizia che avverrà chissà quando.Sapendo che per fine 2024 e tutto il 2025 i rischi nel mercato del credito sono stati scongiurati, è possibile pianificare degli investimenti di medio-lungo termine, almeno sui titoli americani e sugli asset legati all’America. 
Sarebbe rischioso NON farlo, perché ci impedirebbe di mettere a frutto il capitale con la necessaria regolarità e continuità.L’analista finanziario figura professionale che si rende sempre più indispensabile nel panorama del sistema finanziario tanto al servizio delle società bancarie quanto per l’utente utilizzatore .Una qualifica professionale EQF valida in tutti i paesi europei  con la possibilità di entrare da subito nel mondo del lavoro .
 

AUGE: Il Prof. Avv. Giuseppe Catapano e il Dott. Cesare Cilvini insigniti del Premio Costiera Arte al Menotti Art Festival Spoleto 2024

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Spoleto 2024,  – In occasione della quindicesima edizione del Menotti Art Festival Spoleto, prestigiosa manifestazione internazionale dedicata all’arte, alla cultura e alla musica, il Prof. Avv. Giuseppe Catapano, Rettore dell’Accademia Universitaria degli Studi Giuridici Europei (AUGE), e il Dott. Cesare Cilvini, Presidente del Senato Accademico della stessa Accademia, sono stati insigniti del prestigioso Premio Costiera Arte. Il riconoscimento, conferito sotto la direzione artistica di Silvio Amato, celebra personalità di spicco nel panorama culturale e accademico italiano. 

La cerimonia di premiazione si è tenuta nella cornice del Menotti Art Festival, diretto dal Presidente Luca Filipponi, che ogni anno raccoglie artisti, letterati e musicisti da tutto il mondo, riconfermando il ruolo di Spoleto come capitale della cultura internazionale. Quest’anno, la kermesse ha rappresentato un’occasione di rilievo per onorare eccellenze non solo artistiche, ma anche giuridiche e accademiche, in un connubio che sottolinea l’importanza del sapere e della cultura in ogni sua forma. 

Il Prof. Avv. Giuseppe Catapano, noto per il suo costante impegno nella formazione giuridica e per il ruolo centrale che riveste all’interno dell’AUGE, è stato premiato per il suo contributo nel promuovere la cultura accademica, favorendo l’accesso alla conoscenza e il dialogo intersettoriale tra le varie discipline. Il Dott. Cesare Cilvini, figura di spicco del Senato Accademico AUGE, ha invece ricevuto il premio per la sua instancabile dedizione al miglioramento del sistema accademico e per la sua leadership nell’ambito delle istituzioni culturali. 

Il Premio Costiera Arte, è uno dei riconoscimenti in ambito culturale, e quest’anno ha coinciso con la celebrazione del Premio Letteratura Spoleto Festival Art 2024, ulteriore conferma della poliedricità dell’evento. Entrambi i premi sono simboli di eccellenza e riflettono l’alto livello culturale che il Menotti Art Festival si propone di mantenere e diffondere a livello globale. 

Con l’assegnazione di tali riconoscimenti, l’Accademia AUGE si conferma ancora una volta protagonista assoluta nel campo della formazione giuridica e culturale, contribuendo significativamente al progresso del sapere in Italia e nel mondo. 

Paola Biadetti Ufficio Stampa Auge

Il Rettore Prof. Giuseppe Catapano partecipa al Premio Letteratura Spoleto Festival Art 2024 Spoleto, 28 settembre 2024

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L’Ufficio Stampa di Auge è lieto di annunciare la partecipazione del Rettore Prof. Giuseppe Catapano al prestigioso Premio Letteratura Spoleto Festival Art 2024, che si terrà il prossimo 28 settembre presso il Chiostro di San Nicolò Via Gregorio Elladio,10 Spoleto L’evento, curato dal Direttore Artistico del Premio Letteratura, Angelo Sagnelli, si inserisce all’interno della più ampia cornice culturale del Menotti Art Festival, manifestazione di spicco nel panorama artistico italiano, presieduta da Luca Filipponi e con la direzione artistica del Prof. Sandro Trotti

In occasione della kermesse, il Prof. Giuseppe Catapano sarà presente per celebrare il conferimento di un importante riconoscimento a Emmanuel Charles per il suo libro “Le elezioni del 1987”. L’opera si distingue per il suo valore storico e sociale e presenta una postfazione a cura dello stesso Prof. Catapano, la cui analisi arricchisce ulteriormente il testo, sottolineando l’impatto e la rilevanza di quegli eventi storici. 

Il Premio Letteratura Spoleto Festival Art, noto per premiare figure di spicco nel mondo della letteratura e dell’arte, si conferma un appuntamento imperdibile per chi vuole approfondire temi culturali di grande rilevanza e per chi desidera assistere all’incontro tra letteratura, arte e riflessione storica. 

La partecipazione del Rettore Catapano è un ulteriore riconoscimento del suo impegno e contributo nel panorama accademico e culturale, rafforzando il legame tra ricerca accademica e divulgazione attraverso la letteratura. 

Per ulteriori informazioni sull’evento e sulle attività del Rettore Prof. Giuseppe Catapano, potete contattare l’Ufficio Stampa di Auge. 

Paola Biadetti Ufficio Stampa Auge 

AUGE: Un Ateneo Internazionale per il Futuro delle Professioni

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AUGE ha dato vita all’Ateneo delle Professioni, un modello di formazione che punta ad aprire le porte del mondo del lavoro, fornendo agli studenti il “passaporto” del capitale intellettuale. La prima scelta importante per un ragazzo inizia già dalla scuola media, quando si trova a dover decidere quale istituto superiore frequentare. Famiglia e insegnanti lo accompagnano in questo percorso, cercando di individuare le sue inclinazioni e orientarlo verso le opzioni più adatte. La qualità dell’offerta formativa influisce sulle scelte e, proprio per questo, la Fondazione di Alta Cultura Internazionale “Sapienza” e il compianto Prof. Antonio Vangone hanno dato vita all’Accademia Universitaria degli Studi Giuridici Europei (AUGE).

AUGE non è solo una scuola, ma un Ateneo che soddisfa il desiderio dei giovani di imparare attraverso l’esperienza pratica. Si basa su un approccio che valorizza il “fare per capire”, anche in ambiti come la tecnologia, spesso considerata più un passatempo che una materia di studio. L’Ateneo delle Professioni conta tre dipartimenti, dodici facoltà, 205 corsi di preparazione e dodici master, con la possibilità di proseguire con una specializzazione biennale. La formazione parte dalle materie di base, affiancata da aree tecnico-specialistiche, laboratori e periodi di alternanza scuola-lavoro in collaborazione con aziende leader.

Questo progetto ambizioso nasce all’insegna della collaborazione tra scuole internazionali e imprese. Diverse aziende sono coinvolte fin dall’inizio, diventando soci fondatori e fornitori di soluzioni digitali per le scuole. Tra queste, il Gruppo Santorelli di Comiziano (NA) e Plovdiv (Bulgaria), specializzato nel settore agroalimentare globale, ha contribuito a sviluppare un modello di “filiera” nei percorsi formativi e lavorativi. Grazie alla visione dell’imprenditore Michele Santorelli, AUGE ha firmato un importante accordo con l’Università di Stato “University of Food Technologies” di Plovdiv, rappresentata dal magnifico rettore Prof. Dr. Galin Ivanov  che ha ospitato la delegazione dell’Accademia AUGE con il rettore Prof. Avv. Giuseppe Catapano , il presidente del senato accademico Prof. Avv. Cesare Cilvini , il responsabile rapporti internazionali Avv. Andrea Nappi, rafforzando il consorzio accademico internazionale.

Come sottolinea il rettore Prof. Giuseppe Catapano, il progetto formativo EQF di AUGE valorizza la libera circolazione del capitale intellettuale e rafforza la rete universitaria internazionale, creando opportunità per gli studenti di sentirsi “a casa” ovunque nel mondo. Dal 2015, l’Ateneo continua a crescere, con l’obiettivo di formare professionisti pronti a inserirsi nel mondo del lavoro. Grazie alla collaborazione con ANCOT e il presidente Celestino Bottoni, AUGE ha contribuito alla creazione della figura del Perito Esperto Fiscale, ora riconosciuta ufficialmente e inserita nell’elenco dei consulenti del Tribunale.

L’Ateneo delle Professioni AUGE risponde alla crescente domanda di percorsi formativi personalizzati e innovativi, mantenendo saldi i principi educativi sviluppati dai soci fondatori in oltre 50 anni di esperienza. Il rispetto per l’individualità e la valorizzazione di ogni studente, indipendentemente dall’età, classe sociale o provenienza, sono alla base del suo metodo educativo. AUGE mira a fornire una formazione che non solo prepara per il mondo del lavoro, ma che forma persone pronte a occupare un ruolo attivo e consapevole nella società, rispettando la loro unicità e il loro potenziale individuale.

In questo modo, AUGE si pone come un modello di riferimento per l’istruzione e la formazione professionale a livello internazionale, offrendo agli studenti un percorso di crescita personale e professionale all’insegna dell’innovazione, della collaborazione e dell’inclusività.

Paola Biadetti Ufficio Stampa Auge

Il Premio Internazionale CostieraArte 2024 in trasferta allo Spoleto Festival Art

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Dal  27 al 30 settembre si terrà a Spoleto il Menotti Festival Art, manifestazione ormai ventennale, punto di riferimento per ogni artista, gallerista e critico d’arte, evento di rilievo internazionale del panorama artistico dove, per tre giorni, si confrontano operatori del settore italiani ed esteri.  

Partecipai al Festival nel lontano 2009 e da allora, prima personalmente e poi con CostieraArte, la nostra partecipazione a questo evento non si è mai interrotta. Con CostieraArte molti artisti della costa d’Amalfi e della provincia di Salerno hanno messo in mostra i loro lavori al Menotti Festival Art e quest’anno faremo di più. 

Quest’anno porteremo a Spoleto anche il Premio Internazionale CostieraArte.

Non mi sono potuto sottrarre alle insistenze dell’amico e Presidente dello Spoleto Festival Art, Prof. Luca Filipponi, e quindi, quest’anno, festeggeremo la collaborazione, l’amicizia, lo scambio, il gemellaggio che in questi anni si è sempre di più rafforzato tra le due organizzazioni.

L’azzurro mare della Costiera Amalfitana si fonderà con le verdi distese dell’ Umbria. Come presidente di CostieraArte, innanzitutto ringrazio Luca della sua disponibilità e personale amicizia, ricordando che la missione di CostieraArte, come quella dello Spoleto Festival è stata sempre di allargare gli orizzonti, il dialogo, il confronto tra realtà diverse ma con un unico obiettivo, crescere e andare oltre se stessi. Rubo una frase di Giancarlo Menotti che Luca ben conosceva. “L’arte è un atto d’amore” buon arte a tutti. Dunque, per chi fosse interessato all’evento, l’appuntamento quest’anno è  a Spoleto.

Grazie

M.Silvio Amato

Premio Internazionale CostieraArte 2024 con il Menotti Festival Art, 28 settembre 2024 ore 12.00 Convento San Nicolò Spoleto.

I premiati:

– *Prof. Giuseppe Catapano*  

 Il Prof. Giuseppe Catapano, Rettore dell’Accademia Universitaria AUGE, è un faro di conoscenza e saggezza. La sua carriera è contraddistinta da un impegno costante nella promozione dell’eccellenza accademica e della cultura, e la sua leadership ha ispirato generazioni di studenti e docenti, premiato per la sua straordinaria carriera accademica e il suo impegno indefesso nel promuovere l’istruzione superiore e la cultura. Durante il suo mandato come Rettore, ha guidato l’Accademia con visione e dedizione, contribuendo a formare migliaia di studenti e a promuovere una cultura di eccellenza e innovazione. La sua influenza si estende oltre i confini accademici, ispirando nuove generazioni a perseguire l’eccellenza in ogni campo della conoscenza.

– *Prof. Cesare Cilvini*  

 Il Prof. Cesare Cilvini, Presidente del Senato Accademico dell’Università AUGE, è riconosciuto per il suo ruolo determinante nello sviluppo delle politiche accademiche e culturali dell’università. La sua leadership ha contribuito a rafforzare l’istituzione come un centro di eccellenza, promuovendo l’inclusività, la ricerca e la crescita culturale. Il suo impegno nel campo dell’educazione ha reso l’università un modello di riferimento per l’istruzione superiore e ha avuto un impatto duraturo sulla comunità accademica.

– *Dott. Emmanuel Charles*  

 Il Dott. Emmanuel Charles, Ambasciatore della Repubblica di Haiti in Italia, è premiato per il suo straordinario contributo nel costruire ponti culturali tra Haiti e l’Italia. Attraverso la sua attività diplomatica e culturale, il Dott. Charles ha promosso la comprensione reciproca e l’apprezzamento tra le nostre due nazioni, utilizzando la cultura e l’arte come strumenti di dialogo e collaborazione. La sua dedizione nel promuovere la cultura haitiana in Italia ha arricchito entrambe le comunità, rafforzando i legami culturali e stimolando un più profondo apprezzamento delle nostre diversità.

Auge: Al via i Nuovi Corsi di Formazione Professionale dal 2 settembre 2024

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L’Accademia Universitaria degli Studi Giuridici Europei (AUGE) è lieta di annunciare la ripresa dei corsi di alta formazione, a partire dal 2 settembre 2024. L’offerta formativa di quest’anno si arricchisce di percorsi specializzati e di grande rilevanza per il mercato del lavoro, destinati a formare professionisti altamente qualificati,tra i corsi in programma, AUGE propone:

Amministratore di condominio : Questo corso fornisce le competenze necessarie per gestire con efficacia e trasparenza i complessi residenziali, garantendo una solida preparazione in materia di diritto condominiale, gestione contabile e relazioni interpersonali.

Gestore della Crisi da Sovraindebitamento : Un corso innovativo che mira a preparare esperti capaci di supportare individui e aziende in difficoltà economiche, gestendo situazioni di sovraindebitamento con competenza e professionalità.

Le Ragioni per Far Politica : Un percorso formativo per coloro che aspirano a intraprendere la carriera politica o desiderano approfondire le dinamiche istituzionali e amministrative, comprendendo le motivazioni ei principi che guidano l’azione politica.

Esperto Negoziare della Crisi d’Impresa : In un contesto economico sempre più complesso, formare esperti nella gestione delle crisi aziendali è fondamentale. Questo corso prepara professionisti in grado di negoziare e risolvere situazioni di crisi, preservando il valore aziendale e tutelando gli interessi di tutte le parti coinvolte.

Tecnico Esperto Fiscale Consulente Tributario : Grazie alla collaborazione con ANCOT, AUGE offre un corso di alta formazione che conferisce la qualifica professionale riconosciuta a livello europeo EQFS. Questo percorso è rivolto a chi vuole acquisire competenze avanzate in ambito fiscale e tributario, garantendo una preparazione completa e all’avanguardia, riconosciuta a livello internazionale.

L’offerta formativa di AUGE si distingue per l’elevata qualità dei contenuti e per la presenza di docenti esperti e professionisti affermati nei rispettivi settori. La metodologia didattica adottata combina teoria e pratica, offrendo ai partecipanti la possibilità di seguire le lezioni online. Con la ripresa dei corsi il 2 settembre 2024, AUGE si conferma come leader nella formazione professionale in Italia e in Europa, offrendo percorsi didattici innovativi e in linea con le esigenze del mercato del lavoro. 

Non perdere l’opportunità di investire nel tuo futuro professionale con AUGE.

Per ulteriori informazioni sui corsi e sulle modalità di iscrizione, si invita a visitare il sito web dell’Accademia Auge oppure a contattare direttamente la segreteria organizzativa.

Paola Biadetti Ufficio Stampa Auge

Pianificare finanziariamente il proprio futuro con l’aiuto dell’Analista Finanziario 

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A cura di Anna Borriello 

Il progressivo invecchiamento della popolazione in Italia mette sempre più sotto pressione il settore della previdenza. È quindi necessario dedicare tempo e risorse finanziarie per pianificare come colmare il cosiddetto “gap previdenziale”, ossia la differenza tra la prima rata di rendita di pensione e l’ultimo stipendio da lavoratore, soprattutto se il momento della pensione è vicino. Tre le varie soluzioni, esistono soluzioni assicurative adatte anche a questa casistica. Piuttosto che un prodotto a rendita posticipata, sempre più difficile da reperire e gravato da evitabili costi accessori, potrebbe essere saggio considerare di investire cifre più consistenti in un piano pensionistico personalizzato o in un fondo pensione aperto. Optando per questa soluzione, non solo si accantona un capitale che andrà a costituire una rendita posticipata complementare a quella dell’assegno pensionistico, ma sarà altresì possibile sfruttare vantaggi e privilegi fiscali di non poco conto, particolarmente utili anche in sede successoria. Ma non finisce qua. Il progressivo invecchiamento della popolazione non mette sotto pressione solamente il settore della previdenza, ma anche quello della sanità e della salute, da cui ci si può proteggere anche in questo caso con soluzioni assicurative.

L’analista finanziario la qualifica professionale e laurea internazionale proposta da Auge università ,consulente esperto per sapere su quali soluzioni  puntare per garantirti un futuro sereno

Auge ateneo delle professioni cerca studenti per restituire alla società civile non disoccupati .

Formare ed avviare figure professionali utili alla società che cambia e si rinnova anche con l’evoluzione dell’intelligenza artificiale .

www.accademiauge.com 

Cerchiamo studenti per non restituire disoccupati 

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A cura di Anna Borriello

Continua a scendere il numero complessivo degli artigiani presenti nel nostro Paese, ossia persone che in qualità di titolari, soci o collaboratori familiari svolgono un’attività lavorativa prevalentemente manuale. Se nel 2012 erano poco meno di 1.867.000 unità, nel 2023 la platea complessiva è crollata di quasi 410mila soggetti (-73mila solo nell’ultimo anno) e ora il numero totale sfiora quota 1.457.000.

In 11 anni si è assistito ad una caduta verticale che si è interrotta solo nell’anno post Covid (+2.325 tra il 2021 e il 2020) e se questa tendenza non sarà invertita stabilmente, non è da escludere che entro una decina d’anni sarà molto difficile trovare un idraulico, un fabbro, un elettricista o un serramentista in grado di eseguire un intervento di riparazione/manutenzione presso la nostra abitazione o nel luogo dove lavoriamo.

Tra il 2023 e il 2012 è stata Vercelli la provincia con il -32,7 per cento ad aver registrato la variazione negativa più elevata d’Italia. Seguono Rovigo con -31, Lucca con -30,8 e Teramo con il -30,6 per cento. Le realtà, invece, che hanno subito le flessioni più contenute sono state Napoli con il -8,1, Trieste con il -7,9 e, infine, Bolzano con il -6,1 per cento.
In termini assoluti le province che hanno registrato le decurtazioni più importanti sono state Torino con -21.873, Milano con -21.383, Roma con -14.140, Bresciacon -10.545, Verona con -10.267 e Bergamo con -10.237.

Negli ultimi decenni , tante professioni ad alta intensità manuale hanno subito una svalutazione culturale che ha allontanato molti ragazzi dal mondo dell’artigianato. Il tratto del profondo cambiamento avvenuto, ad esempio, è riscontrabile dal risultato che emerge dalla comparazione tra il numero di avvocati e di idraulici presenti nel nostro Paese: se i primi sfiorano le 237mila unità, si stima che i secondi siano “solo” 180mila.

  • E’ evidente che la fuga dei cervelli in atto nel nostro Paese e, per contro, la mancanza di tante figure professionali di natura tecnica sono imputabili a tante criticità. A nostro avviso le principali sono: lo scarso interesse che molti giovani hanno nei confronti del lavoro manuale; la mancata programmazione formativa verificatasi in tante regioni del nostro Paese e l’incapacità di migliorare/elevare la qualità dell’orientamento scolastico che, purtroppo, è rimasto ancorato a vecchie logiche novecentesche di gentiliana memoria.
  • Non tutti i settori artigiani hanno subito la crisi. Quelli del benessere e dell’informatica presentano dati in controtendenza. Nel primo, ad esempio, si continua a registrare un costante aumento degli acconciatori, degli estetisti e dei tatuatori. Nel secondo, invece, sono in decisa espansione i sistemisti, gli addetti al web marketing, i video maker e gli esperti in social media. Va altrettanto bene anche il comparto dell’alimentare, con risultati significativamente positivi per le gelaterie, le gastronomie, le lavanderie a gettone e le pizzerie per asporto ubicate, in particolare, nelle città ad alta vocazione turistica.
  • L’accademia AUGE in collaborazione con istituzioni internazionali ha dato vita al progetto Ateneo delle professioni , diffondendo la conoscenza delle qualifiche professionali EQF riconosciute in tutti i paesi Europei e 11 paesi extraeuropei . 
  • Il progetto di lodevole importanza , promuove le qualifiche professionali per arti e mestieri e  perché non completare con il titolo di laurea .
  • Ricorda La dottoressa Rusciano Mariarosaria amministratore unico di Auge Università , proponiamo circa 200 corsi per qualifiche professionali , chi si qualifica con noi può laurearsi in un anno ed inserirsi nel mondo del lavoro grazie anche alle convenzioni con associazioni di categoria ed imprese .
  • Offriamo la possibilità di studiare on Line e frequentare i nostri laboratori nei principali capoluoghi di provincia . Puoi pagare il tuo corso a rate senza interessi e puoi usufruire di borse di studio in erogazione dal 05//09/2024.

Alain Delon passioni, successi, scandali

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A cura di Alfredo Mariani 

A 88 anni l’icona del cinema non solo francese ma europeo ci lascia.

Alain Delon è stato il regista italiano Luchino Visconti a segnare la sua carriera con film come «Rocco e i suoi fratelli» – Delon ha fatto avere ai suoi fan una sorta di testamento dopo aver ricevuto, tra le lacrime, la Palma d’oro alla carriera nel 2019.

«Voglio ringraziare chi mi ha testimoniato in un modo o nell’altro affetto e simpatia. Ora che il mio viaggio sta arrivando alla fine, voglio dir loro: ho conosciuto tante passioni, tanti amori, tanti successi e fallimenti, controversie, scandali, intrighi tenebrosi, ricordi, incontri mancati e improvvisati, alti e bassi. Quando gli onori non saranno più che vani e lontani ricordi, ci sarà soltanto una cosa che brillerà per la sua costanza e la sua longevità: voi. Voi soli. A voi che avete fatto di me ciò che sono, e che farete ciò che sarò; bisogna che ve lo dica: grazie, grazie, grazie». 

Nel 1958 avviene il primo incontro con Romy Schneider, che diventerà poi uno dei grandi amori della vita, e con la quale Delon condivide le riprese de “L’amante pura” sotto la direzione di Pierre Gaspard-Huit.

La carriera cinematografica di Delon esplode nel 1960 con “Plein soleil”, “Delitto in pieno sole”, diretto da René Clément, regista con il quale si instaura una duratura collaborazione, e sempre nello stesso anno con il film “Rocco e i suoi fratelli”, eccellenza del neorealismo italiano: proprio il regista Luchino Visconti ne segna la fortuna, e vuole Delon anche in altri suoi film. Nel 1963 lo troviamo accanto a Claudia Cardinale ne “Il gattopardo”.

Jean-Pierre Melville, che assieme a Clément e a Visconti si rivelerà uno dei tre registi più importanti per la vita professionale di Delon, gli assegna il ruolo del sicario del suo film “Frank Costello faccia d’angelo”: è allora, nel 1967, che anche in Francia l’attore diventa un’icona. Fino agli inizi dei Duemila non smette di recitare, dedicandosi a fine carriera anche a teatro e serie tv, ed esprimendo il desiderio di recitare in un ultimo film: «Ho voglia di fare un film, e soprattutto il mio ultimo film, quello che resterà per sempre, prima di andarmene», confida lui nel 2021. Patrice Leconte raccoglie quel desiderio, ma Delon dovrà rinunciare alle riprese per ragioni di salute. 

La vita di Delon è essa stessa un film. Comincia già all’insegna di contraddizioni e tormenti: la sua famiglia, di origini corse e con alle spalle una leggenda di legami genealogici con Napoleone, si separa subito, con l’infanzia dell’attore segnata da famiglie acquisite non sempre serene (una guardia carceraria e storie di fucilazioni che entrano nei suoi ricordi già da piccolissimo) e una giovinezza che alterna esperienze in carcere e arruolamenti in marina. A Parigi Delon si trova immerso nel mondo della prostituzione prima di entrare in contatto con quello stellato del cinema.

«Ho conosciuto passioni, scandali, intrighi tenebrosi»: le parole di Delon non si riferiscono solo ai tanti amori, dei quali il più iconico e sofferto è con Schneider, ma anche ad altre vicende di cronaca nera che ne attraversano la biografia. Tra le più eclatanti c’è l’«affaire Markovic», dal nome del suo amico e guardia del corpo Stevan Marković, assassinato nel 1968. Dopo la sua morte il fratello riporta alle autorità questo messaggio: «Qualsiasi cosa succeda, e per tutti i guai che potrebbero essermi procurati, rivolgetevi a Delon, alla sua donna e al suo socio, “Marc Antony”, un corso, un vero gangster, che abita in via dei Gobelins». 

Il caso diventa un vero e proprio scandalo politico in Francia, coinvolgendo gangster corsi (François Marcantoni col quale Delon era in rapporti) e lambendo politici (Georges Pompidou e sua moglie Claude, le cui foto esplicite furono trovate nell’auto di Markovic dopo la morte).

Analista Finanziario professionisti sempre più ricercati 

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A cura di Anna Borriello
La figura dell’analista finanziario è cambiata nel corso degli anni e continuerà a cambiare.

Da sempre l’Aiaf, l’Associazione Italiana per l’Analisi Finanziaria rappresenta un punto di riferimento per chi si occupa di mercati finanziari o di bilanci aziendali. Da qualche settimana i 1.000 soci hanno eletto alla presidenza Pietro Poletto, attualmente vicepresidente di Vorvel Sim, membro del cda di AcomeA e con un lungo trascorso in Borsa Italiana. Cerchiamo  di  capire come sta evolvendo la professione di analista finanziario alle prese con una sempre maggiore digitalizzazione dei mercati e le nuove norme legate alla sostenibilità.

Grazie ad un programma chiaro e credibile e ad un nuovo consiglio direttivo ricco di professionalità e competenze trasversali che vuole mettersi a disposizione degli associati con spirito di servizio e con un approccio propositivo ed inclusivo, intendono stimolare la crescita dei nuovi soci grazie ad una comunicazione digitale mirata e a programmi di fidelizzazione. Il ribilanciamento di genere della base soci, grazie ad iniziative mirate quali “Woman In Aiaf” e l’allargamento territoriale, sono alcune delle prime iniziative, al quale si affianca la volontà di valorizzare la  formazione, con  corsi per la qualifica professionale internazionale .

L’analista finanziario è una figura professionale trasversale in continua evoluzione che deve governare i cambiamenti in atto, sia di natura normativa sia di natura tecnologica applicata allo sviluppo dei mercati. In questo ambito l’analista deve avere un approccio propositivo, cercando di anticipare i nuovi trend e mantenendo al contempo un elevato standard qualitativo nella promozione e divulgazione della cultura finanziaria. Uno dei temi principali al momento è come cambierà il suo ruolo con l’avvento dell’intelligenza artificiale. Aiaf ha creato da tempo un gruppo di lavoro, il Cra (Centro per la Ricerca sugli Algoritmi, ndr), per fornire strumenti di analisi dove le nuove tecnologie possono generare sia opportunità di cambiamento sia nuovi potenziali rischi da monitorare e gestire.

L’introduzione della normativa Csrd (Corporate Sustainability Reporting Directive) incrementerà il numero di aziende obbligate a redigere un bilancio di sostenibilità. Si stima di passare dalle attuali 200 imprese ad oltre 5.000 nei prossimi anni. La rendicontazione dovrà attenersi ai regolamenti europei, in particolare agli standard Esrs (European Sustainability Reporting Standards), redatti da Efrag (l’organismo di Advisory della Commissione Europea nel campo del reporting aziendale) che renderanno obbligatorio sottoporre il bilancio di sostenibilità a revisione. È chiaro che tutte queste novità  richiederanno all’analista un ulteriore sforzo di conseguire la qualifica professionale di Analista finanziario , professione EQF che grazia ad Auge Università in collaborazione con Atenei internazionali si completa con un percorso di laurea triennale .

Per informazione visitate il sito www.accademiauge.com 

Ferragosto in Italia tra storia e usanze 

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A cura di Alfredo Mariani

Ferragosto è una delle festività più significative in Italia, con radici che risalgono all’Antica Roma. Il 15 agosto, infatti, chi è già in ferie può godere delle feste in spiaggia oppure partecipare a eventi speciali al mare; chi non lo è, può godere di un giorno di meritato riposo. Ma come si festeggia Ferragosto in Italia? E, soprattutto, cosa fare per divertirti con amici e parenti?

Il termine “Ferragosto” deriva dal latino “Feriae Augusti”, che significa “riposo di Augusto”. Questa festa, dal significato pagano, fu introdotta dall’imperatore Augusto nel 18 a.C., originariamente come un periodo di riposo e festeggiamenti che seguiva la fine dei lavori agricoli principali.

Si trattava di un vero e proprio periodo di ferie concesso agli Antichi Romani in cui tutto si fermava. Venivano infatti organizzati spettacoli, giochi equestri e molto altro. In epoca cristiana, invece, il Ferragosto ha iniziato a coincidere con la canonica data del 15 agosto, in concomitanza con la festa religiosa dell’Assunzione di Maria.

Trattandosi di una festa che coinvolgeva tutta la popolazione, celebrata ininterrottamente dalla romanità a oggi, il Ferragosto è prepotentemente entrato nella cultura popolare. Ecco, quindi, alcune curiosità che potrebbero interessarti:

  • L’usanza, ancora oggi molto popolare, di fare gite fuori porta risale al periodo fascista, quando alcune associazioni organizzavano gite per i loro tesserati, anche con l’aiuto di treni speciali.
  • Ti sei mai chiesto, poi, perché ci si fa gli auguri a Ferragosto? Anche in questo caso si tratta di una tradizione antica. All’epoca dello Stato Pontificio, i lavoratori usavano fare gli auguri ai propri datori, in cambio di una mancia.
  • Da quando il cinema è divenuto parte della cultura popolare, sono molti i film che hanno descritto il Ferragosto in Italia, come ad esempio Il Sorpasso del 1962, Un sacco bello di Carlo Verdone o Caro Diario di Nanni Moretti.
  • Ferragosto si festeggia solo in Italia? Anche se nel nostro Paese è una festa molto sentita, in Europa si festeggia anche in paesi tendenzialmente cattolici come Francia, Spagna, Romania, Portogallo, Grecia e molti altri.

In questo piccolo break estivo sono diverse le cose che potresti fare, a seconda del meteo, del tempo che hai a disposizione e delle usanze locali. Se non sei in vacanza, e quindi cerchi un’attività di un giorno potresti considerare di fare:

  • Una grigliata: potrai organizzarla sia nel giardino di casa che nei parchi che permettono di fare il barbecue. Nulla di meglio, poi, che fare un barbecue in riva al lago o al fiume.
  • Le escursioni sono un’altra opzione da considerare, sia in montagna che in campagna o lungo le coste, così da disconnettersi, immergersi nella natura e scoprire paesaggi incantevoli.
  • Non mancano poi le celebrazioni con fuochi d’artificio, soprattutto nei paesi dove c’è un forte culto mariano o dove ci sono molti turisti per le vacanze estive.
  • Molto bella anche la tradizione dei falò sulla spiaggia. Diversi comuni organizzano falò per stare insieme in allegria, come ad esempio la tradizione della Valmalenco o in altri territori italiani. In alcuni casi, però, potrebbe essere vietato accendere falò in autonomia.

In tutta Italia, Ferragosto è celebrato con una varietà di eventi e festività locali che variano da Nord a Sud. Alcuni degli appuntamenti da non perdere sono:

  • Il Palio di Siena che, in onore dell’Assunta, si tiene il 16 agosto.
  • La Giostra del Saracino a Sarteano, con figuranti in costume, cibo tipico e musica.
  • La Vara di Messina, una festa che attraversa la città dello Stretto in modo spettacolare.
  • A Fermo si tiene la Cavalcata dell’Assunta, ovvero un antico corteo a cavallo per le strade della città.

Dal Piemonte alla Sicilia, quindi, ogni regione ha le sue peculiarità: sagre di paese, concerti all’aperto, tornei sportivi e processioni religiose.

Cosa si mangia a Ferragosto?

Ferragosto è un momento di festa che unisce tutta l’Italia intorno a tavole imbandite con piatti tradizionali e delizie regionali. In ogni zona del Paese si mangia, infatti, qualcosa di tipico. Tutti i piatti (o quasi) sono tendenzialmente unici o leggeri, visto che le temperature in questo periodo dell’anno non sono sempre clementi.

Al Nord

Nel Nord Italia, Ferragosto si celebra spesso con piatti che variano da regione a regione. Oltre al classico barbecue, se si trovi in Trentino o in Valle d’Aosta è molto probabile che si mangeranno canederli, polpette di pane e speck. In Lombardia, invece, si mangia una variante fredda del classico minestrone.

Le regioni che affacciano sul mare, come Veneto e Liguria, offrono piatti a base di pesce come le sarde in saor o la capponada, che si può mangiare anche al mare. Sia in Friuli-Venezia Giulia che in Emilia-Romagna il pranzo di Ferragosto è a base di buonissima pasta ripiena. Chiude il Piemonte con la tipica Margheritina di Stresa.

Al Centro

Al centro cambiano un po’ le usanze ma l’essenza rimane la stessa. La Toscana offre il piccione arrostito, un’usanza che risale almeno al medioevo. L’Umbria punta sugli gnocchi al sugo di papera mentre nel Lazio, come a Roma, è imperdibile il pollo con i peperoni, ideale per farci anche un panino, se avanza.

Al Sud

Al Sud Italia, dove chi può va al mare o in qualche luogo fresco, i piatti sono prettamente estivi. Per esempio, in Campania è immancabile la frittata di maccheroni, fatta con gli avanzi dei giorni precedenti.

I pugliesi puntano sul piatto forte per eccellenza, le orecchiette con le cime di rapa, mentre in Calabria si mangia la pasta chijna, ovvero ripiena. Primo piatto anche in Sardegna, con i culurgiones di patate, mentre in Basilicata c’è il classico agnello alla lucana.

Le novità per i nostri studenti 

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A cura del Prof. Avv. Giuseppe Catapano

Anche l’esame di maturità 2024 è ormai archiviato. Un’ altra generazione di studenti lascia i banchi e parte per una nuova avventura, lavoro, percorsi di formazione, università. Ma proprio questi 526.317 studenti ammessi a sostenere quest’anno l’esame di maturità ci costringono a porci una domanda “cosa hanno avuto dalla scuola?”. Una domanda che mai dovremmo evitare, ma che quest’anno ci è accaduto di incontrare in maniera più clamorosa. E in verità è l’unica domanda che ha senso porsi alla fine del percorso scolastico.

La scuola che cosa ha dato a questi ragazzi? Quale consapevolezza dell’esperienza umana abbiamo contribuito a far crescere in loro? Quali loro talenti abbiamo favorito che scoprissero? Quale stima per il lavoro fatto da ognuno di loro hanno incontrato nel nostro sguardo? Stiamo interrogandoci a valle di un esame, non dimentichiamolo, il cui esito è in generale scontato, stando almeno ai dati degli anni passati che hanno visto, tanto nel 2022 quanto nel 2023, il 99,8% di promossi, e l’esperienza di questa sessione non dà alcun segnale in senso contrario. Un esame quindi che non “prevede” bocciati e che pertanto potrebbe veramente segnalarsi come una bella occasione per valorizzare il lavoro personalmente fatto da ogni studente. Ma la realtà ben di rado ha risposto a questo auspicio.

Qualche giorno fa, un caro collega sempre attento e appassionato ai suoi studenti, raccontando con occhio disincantato lo svolgimento di alcuni colloqui di maturità, così commentava: “Neanche l’ultima ora dell’ultimo giorno dell’ultimo anno è il momento opportuno perché si sveli qualcosa di personale. Tutto è prestabilito”. E questi ragazzi il più delle volte sono usciti delusi per una valorizzazione di sé non sperimentata. Una delusione che prescinde dal voto finale, il cui interesse pratico peraltro è oggi scemato, stanti le attuali modalità dell’accesso sia al mondo del lavoro che all’università.

I maturati di quest’anno, non dimentichiamolo, rappresentano una generazione del tutto particolare. Sono gli studenti che dopo pochi mesi dall’inizio delle Superiori hanno visto la scuola chiudersi. Era il marzo del 2020 e loro hanno cominciato a stare a casa, anziché a scuola. A casa da soli anziché a scuola con i compagni. A casa davanti a un computer (per chi lo aveva a disposizione e per chi ha avuto insegnanti che da subito si sono fatti carico del loro bisogno) e non in un’aula. Poi l’anno successivo forse hanno ricominciato ad andare a scuola, ma inchiodati nei banchi, a giorni alternati, in mezzo a mille restrizioni e paure. Finalmente al loro terzo anno di percorso superiore, cessata l’emergenza Covid, la loro vita scolastica ha cominciato ad avviarsi verso una normalizzazione. Ma in mezzo a un mare di regole, di restrizioni, di deficit da colmare, di livelli di apprendimento da recuperare.

È di questi giorni la presentazione del Rapporto Invalsi relativo alle competenze fondamentali dei nostri studenti. Da esso emerge che, pur tra i progressi realizzati in questi ultimi due anni, siamo tuttora lontani dai livelli pre-Covid (ad esempio, se nel 2019 gli studenti che uscivano dalla scuola con un livello di competenza adeguato in italiano erano il 64%, oggi sono il 56%). E così è arrivata alla Maturità questa generazione di studenti sempre più stressati, disamorati, delusi. Non poteva essere che così. Ce li siamo ritrovati in crisi, ansiosi, impauriti, spesso arrabbiati, non di rado violenti e trasgressivi. E noi sempre più incapaci a bucare quella crosta di disagio per andare a incontrare un brandello di libertà vera da cui ripartire. Abbiamo preferito inseguire regole, norme, sanzioni. Abbiamo invocato la presenza di psicologi.

Eppure sappiamo bene che la libertà dell’altro si muove solo se è sfidata. Sappiamo per esperienza che quando la nostra esigenza di giustizia, di verità, di bellezza è provocata dalla realtà, possiamo diventare indomabili nel cercare una risposta. Non è stato forse così quando ci siamo innamorati o quando qualche grande contraddizione o dolore ci è venuto addosso? Non è stato così quando abbiamo abbracciato un grande ideale o affrontato un rischio? Questi giovani che ci sembrano talora così fragili, forse hanno solo bisogno di essere guardati con stima verso il loro cuore e verso la loro libertà. Questa libertà che, come dice don Giussani, è “la possibilità, la capacità, la responsabilità di compiersi, cioè di raggiungere il proprio destino”. E il cammino al proprio destino è in assoluto la cosa più misteriosa e imprevedibile che esista. Un cammino lastricato di rischio e di libertà che possiamo solo permetterci di adorare come si adora il Mistero. E se qualcosa possiamo pensare di insegnare è solo l’amore per la libertà pura (come la definiva don Giussani), perché, come aveva scritto Bernanos, “la peggiore minaccia per la libertà non sta nel lasciarsela togliere – perché chi se l’è lasciata togliere può sempre riconquistarla -, ma nel disimparare ad amarla”.

Saremo capaci di fare scuola, di insegnare, di innalzare i livelli delle competenze, di potenziare soft skills, di formare persone adeguate alle attuali sfide del lavoro e della società, educando giovani amanti della libertà perché amati nella loro libertà? Non dimentichiamoci poi che anche la sfida tra l’uomo e I’IA non passa attraverso le regole (che pur servono) o attraverso la gara tra chi è più performante (che pure è inevitabile), ma attraverso quell’evento misterioso che è un io umano libero e fragile.

Auge si propone in questa sfida per i giovani , con un’offerta denominata Ateneo delle professioni . 

L’opportunità innovativa di fare scuola per avviare al lavoro , lauree con qualifiche professionali del circuito EQF .

Le nuove opportunità di inserimento nel mondo del lavoro con laurea triennale internazionale :

Perito Fiscale

Giurista d’impresa 

Analista Finanziario 

E tante altre , complete di praticantato , laboratorio e conoscenza della lingua straniera 

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Approvato il ddl Nordio: ora è legge

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A cura di Alfredo Mariani

Il Governo Meloni sempre al lavoro.

Il ddl Nordio, approvato in via definitiva dalla Camera (199 voti a favore, 102 voti contrari e nessun astenut), è legge. Il provvedimento, con un testo di 9 articoli e un allegato, apporta modifiche sostanziali all’ordinamento giudiziario intervenendo sul codice penale, sul codice di procedura penale, sull’ordinamento giudiziario e sul codice dell’ordinamento militare. La principale novità è contenuta nell’articolo 1 che abroga l’abuso d’ufficio, previsto dall’articolo 323 del codice penale, e modifica l’art. 346-bis c.p., che disciplina il reato di traffico di influenze illecite. L’abuso d’ufficio è il reato commesso dai pubblici ufficiali durante lo svolgimento dei propri compiti quando abusano del loro potere per ottenere un vantaggio personale, ad esempio di tipo economico, o per danneggiare ingiustamente un’altra persona. Contemporaneamente, però, all’interno del decreto svuotacarceri è stato introdotto il reato di ’peculato per distrazione’, che l’Anm considera «il segno tangibile di una scelta infelice». Il nuovo reato prevede che «il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio che, avendo per ragione del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la disponibilità di denaro o di altra cosa mobile altrui, li destina ad un uso diverso da quello previsto da specifiche disposizioni di legge o da atti aventi forza di legge dai quali non residuano margini di discrezionalità e intenzionalmente procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale o ad altri un danno ingiusto, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni».

Il traffico di influenze, invece, è un delitto contro la pubblica amministrazione commesso da un soggetto ad essa estraneo e mira a punire le condotte di intermediazione di soggetti terzi nell’opera di corruzione tra il corrotto ed il corruttore. Ora viene limitato a condotte particolarmente gravi e ne viene aumenta la pena minima, che passa da un anno a un anno e 6 mesi: le relazioni del mediatore con il pubblico ufficiale devono essere utilizzate e non vantate, mentre l’utilità data o promessa in alternativa al denaro è solo economica. L’articolo 2è quello che riguarda le intercettazioni: i giornalisti potranno pubblicare solo quelle il cui contenuto sia «riprodotto dal giudice nella motivazione di un provvedimento o utilizzato nel corso del dibattimento». I pubblici ministeri inoltre dovranno stralciare dai brogliacci e dai loro provvedimenti i riferimenti alle persone terze estranee alle indagini. Sempre l’articolo 2 limita il potere del Pm di proporre appello. Sarà eliminato quello per le sentenze di assoluzione sui reati di «contenuta gravità». Resta la possibilità di richiederlo per i reati più gravi, compresi quelli del «Codice Rosso».

L’articolo 4 prevede che sarà un collegio di tre giudici, e non più un solo magistrato, a decidere, durante le indagini, l’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere. Prima di esprimersi a riguardo, inoltre, dovranno interrogare l’indagato, tranne nel caso in cui si presenti il pericolo di fuga, di inquinamento delle prove o se si tratta di reati gravi commessi con l’uso di armi o con altri mezzi di violenza personale. Cambiano anche le norme relative all’informazione di garanzia, che ora dovrà contenere una «descrizione sommaria del fatto». La notifica inoltre dovrà essere effettuata con modalità che tutelino l’indagato. La norma sull’avviso di garanzia, ha spiegato il Guardasigilli Carlo Nordio, «cambia, ma è il minimo sindacale nel senso che tutto questo resterà segreto, non sarà reso noto. Il che non significa imbavagliare la stampa, significa semplicemente tenere segreto un atto istruttorio che già dovrebbe essere tale, come previsto dall’articolo 114 del codice di procedura penale».

Oltre il Fallimento : come affrontare Auge Rent Mangement

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A cura del Prof. Avv. Angelo Turco

Il fallimento/ apertura della liquidazione Giudiziale inteso in senso strettamente giuridico,l’imprenditore deve conviverlo con il coraggio di affrontare e la pazienza di condividere con è decisioni rapide e informate per gestire al meglio la situazione. 

Le azioni fondamentali:

Uno dei primi passi da compiere in caso di fallimento è raccogliere e organizzare tutta la documentazione contabile e amministrativa dell’impresa. 

Questo include libri contabili, bilanci, fatture, estratti conto bancari e qualsiasi altro documento rilevante. 

La trasparenza è fondamentale, infatti, qualora si intenda dimostrare che l’imprenditore ha agito in buona fede e non ha tentato di nascondere o distruggere prove. 

Inoltre, la corretta tenuta della contabilità può rivelarsi un’arma preziosa per difendersi da eventuali accuse di bancarotta fraudolenta. Infatti, una delle accuse più comuni in ambito fallimentare riguarda la sottrazione, distruzione o falsificazione delle scritture contabili. 

Dimostrare che tutti i documenti sono in ordine e facilmente accessibili può facilitare il lavoro del curatore fallimentare e dimostrare la tua cooperazione.

Infine, una raccolta esaustiva e completa della documentazione contabile ed amministrativa renderà, in caso di bisogno, molto più veloce ed immediato il lavoro di consulenti e/o avvocati.

Una delle cause di maggiore perdita di tempo per un Avvocato che si trova a lavorare su un caso di Bancarotta è rappresentata dal dover attendere la raccolta della documentazione da parte dell’imprenditore necessaria alla propria difesa.

Subito dopo aver dichiarato il fallimento, è fondamentale capire se indagato per un reato fallimentare. 

Essere informati sulle indagini in corso permette di prepararsi  adeguatamente e di prendere le giuste precauzioni legali. 

Questo è importante anche alla luce delle recenti riforme introdotte dal Codice della Crisi d’Impresa, il quale ha previsto che la sentenza che dichiara l’apertura della liquidazione giudiziale (ossia del “fallimento”) DEVE essere trasmessa anche alla Procura della Repubblica competente, al fine di accertare la commissione di eventuali reati.

Se a ciò ci aggiungiamo l’indeterminatezza relativa a talune fattispecie di reati fallimentari si comprende  subito come il rischio che, in caso di fallimento, si apra anche un procedimento penale è molto alto.

Pertanto, attivarsi per avere un quadro chiaro

 della situazione legale. 

Infatti, anche se non  si  accede  – perlomeno momentaneamente – agli atti di indagine che vengono raccolti , quantomeno si e’  consapevole della situazione per  iniziare a preparare, nei limiti del possibile, la  difesa al fine di dimostrare la tua innocenza o comunque per poter gestire al meglio la situazione in caso di successivo processo.

Durante e dopo la dichiarazione di apertura della liquidazione giudiziale (ossia, il fallimento), è cruciale mantenere un comportamento impeccabile e trasparente.

Evitare assolutamente qualsiasi azione che possa essere interpretata come tentativo di nascondere asset o di frodare i creditori. 

Anche se la situazione è difficile, e in alcuni casi ci può essere la tentazione di porre in essere azioni poco trasparenti con lo scopo di “rimediare in corsa”. ricordare che molto spesso questo tipo di comportamenti non sortisce alcun effetto benefico per l’imprenditore e l’azienda, anzi…spesso infatti costituiscono un aggravamento della situazione già di per sé molto delicata e precaria.

Tutte le azioni elencate  possono essere senz’altro utili, se adottate, a gestire e/o ad evitare sul nascere l’iscrizione nei tuoi confronti di un procedimento penale per bancarotta.

Ciò nonostante, vista la delicatezza della materia e i rischi connessi ad una condanna per un reato fallimentare, una delle azioni più importanti che un imprenditore dichiarato fallito deve intraprendere è contattare un avvocato specializzato  come il servizio di ricerca universitaria messo a disposizione dall’AUGE :

Rent Management

Docenti universitari , Magistrati, avvocati, commercialisti , periti fiscali , esperti di crisi d’impresa , gestori della crisi , giurista d’impresa , infatti, possono  fornire  consigli personalizzati e aiutarti a navigare attraverso le complessità di un eventuale procedimento penale.

                 Rent Management  di AUGE

Un pool di ricerca scientifica  specializzati in bancarotta e reati fallimentari infatti potrà:

1) Valutare la tua situazione legale specificae frutto delle specifiche dinamiche societarie che ti hanno visto coinvolto (o meno);

2) Offrire una strategia di difesa adeguata e basata su quelli che sono i tuoi obiettivi e desideri (evitare tutte le accuse o, ad es., gestire con il minor numero di danni possibili la situazione);

3) Rappresentarti efficacemente nel corso dei vari step di cui si compone il procedimento penale o monitorare attivamente lo svolgimento delle indagini preliminari;

La consulenza legale è cruciale per assicurarsi che tutte le tue azioni siano in linea con la legge e per proteggerti da ulteriori rischi legali. 

Non sottovalutare l’importanza di avere un professionista al tuo fianco in un momento così delicato.

Affrontare un fallimento, purtroppo, non è mai facile…ci sono implicazioni non solo legali, ma anche emotive, etiche, morali e relazionali.

Tuttavia, con le giuste azioni e una consulenza legale adeguata, puoi gestire meglio la situazione e proteggerti da ulteriori complicazioni. 

Eleganza e Arte: La Festa d’estate dello Studio Legale Fittante

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A cura di Ionela Polinciuc

Ogni anno, la festa d’estate dello Studio Legale Fittante si conferma come un appuntamento imperdibile per clienti, amici e collaboratori. Quest’evento, che si svolge nel suggestivo giardino di Villa Magnolia, sede storica dello studio, rappresenta non solo un’occasione per celebrare un altro anno di successi professionali, ma anche un momento di raffinata convivialità, impreziosito dalla presenza di esponenti del mondo dell’arte e della cultura.

Quest’anno, la festa ha raggiunto nuove vette di eccellenza grazie alla partecipazione straordinaria del maestro Elio De Luca, rinomato artista italiano. De Luca ha esposto alcune delle sue opere più significative, incantando gli ospiti con la sua arte evocativa e originale.

Nato a Pietrapaola, in Calabria, nel 1950, Elio De Luca ha iniziato la sua carriera artistica fin da giovane. Trasferitosi a Prato, dove attualmente risiede e lavora, ha completato i suoi studi presso la scuola d’arte Leonardo da Vinci. La sua prima esposizione personale risale al 1971, presso la galleria Muzzi di Prato. Da quel momento, la sua carriera è stata costellata di successi, con mostre personali in città come Torino, Brescia, Firenze, Pietrasanta, Roma, Lecce e molte altre, sia in Italia che all’estero.

Le opere di De Luca, apprezzate a livello internazionale, partecipano regolarmente alle più importanti fiere di arte contemporanea. L’artista è noto per la sua capacità di suscitare emozioni profonde attraverso una varietà di tecniche espressive, dalla grafica all’olio su tela, tavola e masonite. Negli ultimi anni, ha sviluppato una tecnica innovativa e personale, i cosiddetti “cementi dipinti an olio”.

Questa tecnica richiede un processo lungo e laborioso che prevede l’applicazione di una rete aggrappante su una tavola di legno, seguita da una miscela di colle sintetiche, acqua, sabbia e cemento. Il soggetto viene inciso e modellato mentre è ancora fresco, creando un effetto “stiacciato”, e successivamente dipinto con colori a olio. Le opere di De Luca, caratterizzate da una profondità materica e una vivacità cromatica straordinarie, hanno catturato l’attenzione dei partecipanti, creando un dialogo stimolante tra arte e natura.

Il giardino dello Studio Legale Fittante è stato trasformato in una galleria a cielo aperto, dove le opere di Elio De Luca hanno trovato una collocazione ideale. Durante la serata, i visitatori hanno avuto l’opportunità di ammirare da vicino le opere dell’artista e di apprezzare la complessità del suo lavoro. La tecnica dei “cementi dipinti a olio” ha suscitato particolare interesse, con molti ospiti affascinati dal processo creativo e dai risultati ottenuti.

La festa d’estate dello Studio Legale Fittante è stata un trionfo di eleganza e cultura, unendo il mondo del diritto con quello dell’arte. Gli ospiti hanno potuto godere di un raffinato buffet, accompagnato da una selezione di vini pregiati, il tutto immerso in un contesto di grande bellezza e armonia. La musica dal vivo ha contribuito a creare un’atmosfera rilassante e piacevole, mentre la presenza di Elio De Luca ha aggiunto un tocco di prestigio e originalità all’evento.

Tra un brindisi e l’altro, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di scambiare idee e riflessioni sull’arte contemporanea, sulla tecnica innovativa di De Luca e sul significato delle sue opere. L’artista stesso ha condiviso aneddoti e spiegazioni sul suo percorso creativo, rendendo la serata ancora più speciale e coinvolgente.

La festa d’estate dello Studio Legale Fittante si è confermata un evento di grande successo, capace di coniugare perfettamente professionalità, eleganza e cultura. La partecipazione di Elio De Luca, con la sua arte unica e affascinante, ha elevato ulteriormente il prestigio dell’evento, offrendo agli ospiti un’esperienza indimenticabile.

Corso dell’Accademia Auge in collaborazione con A.N.C.O.T.: Diventa un Tecnico Esperto Fiscale Consulente Tributario

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L’Accademia Auge, in collaborazione con A.N.C.O.T. (Associazione Nazionale Consulenti Tributari), lancia un corso di alta formazione che offre la qualifica professionale riconosciuta a livello europeo EQFS in “Tecnico Esperto Fiscale Consulente Tributario”. Questo corso rappresenta un’opportunità imperdibile per chi desidera specializzarsi nel campo della consulenza fiscale e tributaria, un settore sempre più rilevante nel panorama economico attuale. 

Il corso ha una durata complessiva di 600 ore, alla fine del percorso formativo, i partecipanti dovranno sostenere un esame finale che verificherà le competenze acquisite durante il corso. Il superamento dell’esame permetterà di ottenere la qualifica professionale riconosciuta a livello europeo EQFS. 

Il programma del corso è stato studiato per fornire una preparazione completa e approfondita, coprendo tutte le aree principali relative alla gestione degli aspetti tributari e fiscali. In particolare, il corso si concentra sui seguenti ambiti: 

  • Gestione degli aspetti tributari e fiscali: Approfondimento delle normative tributarie e fiscali vigenti, con particolare attenzione alla loro applicazione pratica e alle implicazioni per i contribuenti.
  • Amministrazione enti: Formazione sulla gestione amministrativa degli enti, includendo aspetti legali, contabili e fiscali specifici.
  • Finanza e controllo di gestione: Studio dei principi di finanza aziendale e delle tecniche di controllo di gestione, fondamentali per il monitoraggio e l’ottimizzazione delle performance economico-finanziarie delle imprese.
  • Gestione strategica delle attività economico-finanziarie e fiscali: Analisi delle strategie di pianificazione fiscale e finanziaria, con l’obiettivo di supportare le aziende nell’ottimizzazione delle risorse e nella riduzione dei costi.

La collaborazione tra l’Accademia Auge e A.N.C.O.T. garantisce un percorso formativo di eccellenza, grazie all’esperienza e alla competenza di docenti qualificati e professionisti del settore. I partecipanti avranno l’opportunità di acquisire conoscenze teoriche solide e competenze pratiche indispensabili per operare con successo come consulenti tributari. 

Il conseguimento della qualifica professionale in “Tecnico Esperto Fiscale Consulente Tributario” apre numerose opportunità di carriera. I diplomati potranno lavorare come consulenti autonomi o all’interno di aziende, enti pubblici, studi professionali e società di consulenza, offrendo servizi di consulenza fiscale e tributaria, gestione amministrativa e finanziaria, e pianificazione strategica. 

Il corso dell’Accademia Auge in collaborazione con A.N.C.O.T. rappresenta un investimento significativo per chi vuole affermarsi nel mondo della consulenza fiscale e tributaria. Con un programma formativo di 600 ore e un esame finale rigoroso, i partecipanti saranno pronti ad affrontare le sfide del mercato del lavoro con competenza e professionalità, ottenendo una qualifica riconosciuta a livello europeo. 

Per ulteriori informazioni sul corso e sulle modalità di iscrizione, si invita a visitare il sito web dell’Accademia Auge oppure a contattare direttamente la segreteria organizzativa. 

Paola Biadetti Ufficio Stampa Auge

Graduation Day “Perito Esperto Fiscale AUGE” 28 Giugno 2024 presso Gioco Family Park, Ottaviano

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AUGE è lieta di annunciare il Graduation Day per i Periti Esperti Fiscali, che si terrà il 28 giugno 2024 presso il Gioco Family Park a Ottaviano. Questo evento, organizzato in collaborazione con A.N.C.O.T. 
Il Graduation Day è un’occasione per celebrare il duro lavoro, l’impegno e i risultati raggiunti dai nostri studenti, che sono ora pronti a intraprendere il loro ruolo di Periti Esperti Fiscali. Questo traguardo segna l’inizio di una carriera professionale di grande responsabilità e soddisfazione, offrendo loro le competenze necessarie per affrontare le sfide del mondo fiscale. 
La cerimonia si svolgerà in un’atmosfera di festa e di condivisione, con momenti di riflessione sui traguardi raggiunti e sulle opportunità future. Il Gioco Family Park, noto per le sue strutture accoglienti e innovative, offrirà una cornice perfetta per celebrare questo importante evento. 

La collaborazione con A.N.C.O.T. rafforza l’importanza di questo evento, sottolineando l’impegno comune nel promuovere l’eccellenza e la formazione continua nel settore fiscale. I rappresentanti di entrambe le organizzazioni saranno presenti per condividere le loro esperienze e offrire consigli preziosi ai neo-diplomati. Per ulteriori informazioni e dettagli sull’evento, vi invitiamo a contattarci ai nostri riferimenti ufficiali. Vi aspettiamo numerosi per celebrare insieme questo importante traguardo! 
Paola Biadetti Ufficio Stampa Auge

Scopri il Corso di Alta Formazione AUGE: Abilitante Esperto Negoziatore della Crisi d’Impresa

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Il corso di alta formazione abilitante “Esperto Negoziatore della Crisi d’Impresa”, organizzato da AUGE, è accreditato dal Consiglio Nazionale Forense (CNF) e rappresenta un’opportunità unica per Avvocati, Notai, Commercialisti e Consulenti del Lavoro. Con un programma di 55 ore per i professionisti e di 200 ore per i laureati, questo corso si propone di fornire competenze avanzate per la gestione delle crisi aziendali, offrendo un percorso formativo di alto livello. 

Il corso è stato progettato per rispondere alle esigenze dei professionisti e dei neolaureati che desiderano specializzarsi nella negoziazione e gestione delle crisi d’impresa. Diretto dal Prof. Avv. Angelo Turco e coordinato dalla Responsabile Scientifica Prof. Avv. Francesca Pizza, il programma è suddiviso in moduli specifici che coprono tutte le aree chiave della disciplina. La gestione delle crisi d’impresa richiede competenze altamente specializzate e una conoscenza approfondita delle normative e delle tecniche di negoziazione. Il corso di AUGE offre una formazione completa. 

Il completamento del corso apre numerose opportunità professionali. Gli esperti negoziatori della crisi d’impresa sono figure sempre più richieste in un mercato caratterizzato da incertezze economiche e cambiamenti rapidi. I partecipanti al corso potranno operare come consulenti indipendenti, collaborare con studi legali, notarili o di consulenza aziendale, oppure ricoprire ruoli chiave all’interno di aziende che necessitano di una gestione strategica delle crisi. La certificazione rilasciata da AUGE, accreditata dal CNF, è un riconoscimento prestigioso che aumenta significativamente le prospettive di carriera e le opportunità di crescita professionale. 

AUGE si distingue per l’eccellenza dei suoi programmi formativi. La possibilità di seguire le lezioni online offre una flessibilità che consente di conciliare lo studio con gli impegni professionali. Inoltre, il supporto costante dei docenti esperti e la possibilità di interagire con professionisti del settore durante il corso rappresentano un valore aggiunto inestimabile. 

Se sei un professionista o un laureato interessato a specializzarti nella negoziazione della crisi d’impresa, il corso di alta formazione di AUGE è la scelta ideale per te. Iscriviti oggi stesso e inizia il tuo percorso verso una carriera di successo e soddisfazione professionale. 

Paola Biadetti Ufficio Stampa Auge

Corso di Alta Formazione Auge: Abilitante Amministratore di Condominio

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Dopo il grande successo della prima edizione, il corso di alta formazione “Abilitante Amministratore di Condominio” organizzato da AUGE torna con una nuova ed entusiasmante edizione. Questo programma di formazione online, della durata di 72 ore, culmina con una prova finale in presenza, assicurando ai partecipanti una preparazione completa e certificata. Il corso è stato progettato per fornire una formazione approfondita e pratica nel campo della gestione condominiale. Diretto dal Prof. Avv. Angelo Turco, il Dipartimento è supportato dalla solida esperienza della Responsabile Scientifica, Prof. Avv. Francesca Pizza. 

In un contesto in cui la figura dell’amministratore di condominio assume un ruolo sempre più cruciale nella gestione degli immobili, una formazione di alto livello è essenziale. Questo corso non solo fornisce le conoscenze necessarie per affrontare le complessità legali e amministrative, ma sviluppa anche le capacità pratiche indispensabili per risolvere problemi quotidiani e migliorare la qualità della vita nei condomini. 

Il completamento con successo del corso apre le porte a diverse opportunità professionali. Gli amministratori di condominio sono figure sempre più richieste, non solo per la gestione di edifici residenziali, ma anche per complessi commerciali e industriali. Le competenze acquisite attraverso questo corso permettono ai partecipanti di intraprendere una carriera stabile e remunerativa, con possibilità di crescita professionale continua. Inoltre, la certificazione ottenuta è riconosciuta e apprezzata, aumentando le possibilità di assunzione e avanzamento di carriera. Perché scegliere AUGE? AUGE si distingue per la qualità dei suoi corsi. La possibilità di seguire le lezioni online offre una flessibilità unica, permettendo di conciliare lo studio con altri impegni lavorativi o personali. Il supporto costante da parte di docenti esperti e la possibilità di interagire con professionisti del settore durante il corso forniscono un valore aggiunto. 

Se sei alla ricerca di una carriera dinamica e in costante evoluzione, il corso di alta formazione “Abilitante Amministratore di Condominio” di AUGE è la scelta ideale per te. Iscriviti oggi e inizia il tuo percorso verso un futuro professionale di successo. 

Paola Biadetti Ufficio Stampa Auge 

Successo straordinario al Menotti Art Festival di Spoleto: Oltre 300 libri venduti grazie all’Investimento degli Avvocati e Magistrati della Capitale

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A cura di Ionela Polinciuc

Nell’ambito del prestigioso Menotti Art Festival di Spoleto, si è svolto un evento di grande rilevanza che ha attirato l’attenzione dei più importanti avvocati e magistrati della capitale. Il premio internazionale Menotti Art Festival Letteratura di Spoleto ha visto la partecipazione di illustri personalità del mondo legale, pronte a investire nella cultura e nell’arte.

Il prodotto in questione, proposto al premio internazionale Menotti Art Festival Letteratura, ha catturato l’interesse e il sostegno degli avvocati e magistrati presenti all’evento, che hanno contribuito con un investimento di 16,50 euro ciascuno. Grazie alla generosità e all’appoggio di queste eminenti figure del diritto, sono stati venduti oltre 300 libri, testimoniando il grande successo e l’apprezzamento per questa straordinaria opera.

In un periodo in cui la cultura e la letteratura sono più che mai importanti, è significativo vedere il supporto attivo e tangibile dei professionisti legali verso iniziative artistiche e letterarie di valore. L’impegno e l’entusiasmo dimostrati dagli avvocati e magistrati presenti al Menotti Art Festival di Spoleto sono un segno tangibile della volontà di promuovere la cultura e sostenere l’arte.

In un’epoca in cui la lettura e la conoscenza sono fondamentali per la crescita individuale e collettiva, è incoraggiante vedere il successo di un evento come quello del Menotti Art Festival, che ha saputo coinvolgere e ispirare un pubblico così variegato e prestigioso. La vendita di oltre 300 libri è un risultato straordinario che testimonia l’importanza e il valore della cultura e della letteratura nella nostra società.

Il Menotti Art Festival di Spoleto conferma così il suo ruolo di punto di riferimento per la promozione dell’arte, della cultura e della letteratura, grazie al sostegno e all’entusiasmo di professionisti di spicco come avvocati e magistrati della capitale. Un successo che celebra la bellezza e il potere trasformativo della parola scritta e dell’arte in tutte le sue forme.

Università Popolare degli Studi di Milano: Successo al Graduation Day con oltre 1000 partecipanti e nuove prospettive di formazione

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Oltre 1000 persone hanno partecipato al Graduation Day dell’Università Popolare degli Studi di Milano.
Domenica 16 giugno l‘Università Popolare degli Studi di Milano ha ospitato un evento di grande importanza presso il suo Ateneo. Più di 1000 persone hanno preso parte alle celebrazioni di fine anno con grande presenza ed emozione: difese
di tesi, conferenze, conferimento delle lauree.
La giornata è iniziata alle 8:30 con le difese delle tesi, che si sono protratte fino alle 11:00. Successivamente, presso la suggestiva Sala Affreschi – Aula Magna, il Senato Accademico e il Collegio Docente hanno tenuto una conferenza seguita dalla cerimonia di conferimento delle lauree. L’evento è proseguito fino alle 14:00 con la presenza di illustri ospiti, tra cui il Console e l’Ambasciatore di Haiti, i membri del Ministero dell’Istruzione di Costa d’Avorio e Burkina Faso, ed alcuni senatori della Repubblica Italiana e parlamentari.
Fondata nel 1901, l’Università Popolare degli Studi di Milano ha sempre avuto l’obiettivo di rendere l’istruzione accessibile a tutti. Questo impegno si è
consolidato nel tempo, culminando nell’adesione alla Convenzione di Lisbona nel 1997, che ha facilitato il riconoscimento internazionale dei suoi titoli accademici.
Alla prima laurea nazionale e internazionale in Scienze e Tecniche di Mental Coaching sono approdati ben 11 Mental Coach, formati in partnership con la
University of Coaching di Amanda Gesualdi ed Alberto Biffi (già laureati in tal senso
a marzo 2024). “Ci teniamo a complimentarci, quindi, con i neolaureati: Irma
Jessica Battista, Naomi Bondi, Giulia Brunelli, Massimiliano Demurtas, Roberto
Lorenzani, Paola Marcon, Angelo Pitzalis, Stefania Pocobelli, Marta Silvino, Daniela
Simionato, Simona Simionato.”
“Un grande dream per noi poter vedere realizzato il nostro percorso di Mental Coach attraverso un titolo accademico, qualcosa per cui ci battiamo da tempo!”
commenta il Prof. Alberto Biffi.
L’Università Popolare degli Studi di Milano si distingue oggi anche per la sua offerta formativa innovativa. L’ateneo ad esempio ha recentemente lanciato un corso di Alta Formazione in Leadership, integrato con una “moneta etica” che
unisce formazione accademica e responsabilità sociale. Questo programma mira a
sviluppare competenze di leadership affrontando temi cruciali che spaziano dalla leadership sportiva a quella spirituale, per addentrarci in stili addirittura “hippy”,
confermando l’importanza di divenire leader di se stessi. Nell’arco della giornata si
alterneranno sul palco 4 oratori (vedi foto sopra): il professor Marco Grappeggia
(Presidente della UniMilano), la professoressa Amanda Gesualdi, il professor
Lorenzo Masini e il professor Alberto Biffi.
Poniamo alla Prof.ssa Amanda Gesualdi (nella foto qui sotto con Alberto Biffi) di
spiegarci cosa intende con il termine Leadership Spirituale.
“La leadership spirituale è un concetto relativamente nuovo che si riferisce a uno
stile di leadership che va oltre la mera gestione dei compiti e dei profitti per focalizzarsi sulla crescita e sul benessere, sia dei dipendenti che
dell’organizzazione nel suo complesso. Un leader spirituale si distingue per autenticità, integrità, compassione, empatia, visione e scopo. Crede nel potenziale dei suoi collaboratori e li incoraggia a crescere e a svilupparsi. Un leader spirituale
è consapevole di sé e del proprio impatto sugli altri. È guidato da principi etici, si conforma alle leggi della vita, e si comporta in modo responsabile nei confronti della comunità e dell’ambiente. Qualche esempio di leader spirituali in azienda?
Anita Roddick, la fondatrice di The Body Shop, si batteva per la giustizia sociale e la sostenibilità ambientale. Ha creato un’azienda che rifletteva i suoi valori e ha ispirato milioni di persone in tutto il mondo. Yvon Chouinard, il fondatore di
Patagonia, appassionato di ambiente, ha dato vita ad un’azienda che è impegnata nella produzione di prodotti sostenibili e nella tutela dell’ambiente. Herb Kelleher, il co-fondatore di Southwest Airlines, credeva nel mettere i dipendenti al primo posto. La sua azienda ha una cultura forte e un clima aziendale positivo che ha portato ad un grande successo.”
L’Alta Formazione organizzata e offerta dall’Università Popolare degli Studi di
Milano ha un duplice scopo: educativo ed etico. Da una parte permettere a tutti di
accedere ad una formazione dall’alto valore aggiunto, ma anche dall’alto valore
economico, non alla portata di tutte le tasche.

Corso dell’Accademia Auge in collaborazione con A.N.C.O.T.: Diventa un Tecnico Esperto Fiscale Consulente Tributario

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L’Accademia Auge, in collaborazione con A.N.C.O.T. (Associazione Nazionale Consulenti Tributari), lancia un corso di alta formazione che offre la qualifica professionale riconosciuta a livello europeo EQFS in “Tecnico Esperto Fiscale Consulente Tributario”. Questo corso rappresenta un’opportunità imperdibile per chi desidera specializzarsi nel campo della consulenza fiscale e tributaria, un settore sempre più rilevante nel panorama economico attuale. 

Il corso ha una durata complessiva di 600 ore, alla fine del percorso formativo, i partecipanti dovranno sostenere un esame finale che verificherà le competenze acquisite durante il corso. Il superamento dell’esame permetterà di ottenere la qualifica professionale riconosciuta a livello europeo EQFS. 

Il programma del corso è stato studiato per fornire una preparazione completa e approfondita, coprendo tutte le aree principali relative alla gestione degli aspetti tributari e fiscali. In particolare, il corso si concentra sui seguenti ambiti: 

  • Gestione degli aspetti tributari e fiscali: Approfondimento delle normative tributarie e fiscali vigenti, con particolare attenzione alla loro applicazione pratica e alle implicazioni per i contribuenti.
  • Amministrazione enti: Formazione sulla gestione amministrativa degli enti, includendo aspetti legali, contabili e fiscali specifici.
  • Finanza e controllo di gestione: Studio dei principi di finanza aziendale e delle tecniche di controllo di gestione, fondamentali per il monitoraggio e l’ottimizzazione delle performance economico-finanziarie delle imprese.
  • Gestione strategica delle attività economico-finanziarie e fiscali: Analisi delle strategie di pianificazione fiscale e finanziaria, con l’obiettivo di supportare le aziende nell’ottimizzazione delle risorse e nella riduzione dei costi.

La collaborazione tra l’Accademia Auge e A.N.C.O.T. garantisce un percorso formativo di eccellenza, grazie all’esperienza e alla competenza di docenti qualificati e professionisti del settore. I partecipanti avranno l’opportunità di acquisire conoscenze teoriche solide e competenze pratiche indispensabili per operare con successo come consulenti tributari. 

Il conseguimento della qualifica professionale in “Tecnico Esperto Fiscale Consulente Tributario” apre numerose opportunità di carriera. I diplomati potranno lavorare come consulenti autonomi o all’interno di aziende, enti pubblici, studi professionali e società di consulenza, offrendo servizi di consulenza fiscale e tributaria, gestione amministrativa e finanziaria, e pianificazione strategica. 

Il corso dell’Accademia Auge in collaborazione con A.N.C.O.T. rappresenta un investimento significativo per chi vuole affermarsi nel mondo della consulenza fiscale e tributaria. Con un programma formativo di 600 ore e un esame finale rigoroso, i partecipanti saranno pronti ad affrontare le sfide del mercato del lavoro con competenza e professionalità, ottenendo una qualifica riconosciuta a livello europeo. 

Per ulteriori informazioni sul corso e sulle modalità di iscrizione, si invita a visitare il sito web dell’Accademia Auge oppure a contattare direttamente la segreteria organizzativa. 

Paola Biadetti Ufficio Stampa Auge

Prepararsi al Futuro dell’Europa: Il Corso Auge e le Elezioni Europee del 2024

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Le elezioni europee si tengono ogni cinque anni e coinvolgono i cittadini dei 27 Stati membri dell’UE si svolgeranno dal 6 al 9 giugno 2024 e rappresentano un momento cruciale per il futuro dell’Unione Europea Queste elezioni sono fondamentali per il funzionamento della democrazia europea, poiché il Parlamento Europeo svolge un ruolo chiave nella legislazione, nella supervisione e nel bilancio dell’Unione. 

Le Prospettive Politiche 

Le elezioni del 2024 si svolgono in un contesto di significativi cambiamenti geopolitici, economici e sociali. Tra i temi centrali della campagna elettorale vi sono: 

  1. Crisi Climatiche e Politiche Ambientali: Con il cambiamento climatico in cima all’agenda politica, i partiti verdi e quelli con piattaforme ambientali forti potrebbero ottenere maggiori consensi. Gli elettori sono sempre più preoccupati per le questioni ambientali e cercano soluzioni concrete da parte dei loro rappresentanti.
  2. Ripresa Economica Post-Pandemia: La pandemia di COVID-19 ha avuto un impatto devastante sull’economia globale. Le strategie per la ripresa economica, compresi i piani di rilancio e il NextGenerationEU, saranno argomenti di dibattito chiave. I partiti dovranno presentare proposte convincenti per stimolare la crescita economica e creare posti di lavoro.
  3. Digitalizzazione e Innovazione: L’accelerazione della digitalizzazione durante la pandemia ha evidenziato la necessità di investire in tecnologia e infrastrutture digitali. Le politiche per sostenere l’innovazione e la transizione digitale saranno cruciali.
  4. Politica Estera e Sicurezza: Le tensioni globali, comprese quelle con la Russia e la Cina, richiedono una risposta unitaria dell’UE. Le questioni di difesa, sicurezza e politica estera saranno al centro del dibattito, con un’attenzione particolare alla sovranità europea e alla cooperazione internazionale.
  5. Migrazione e Integrazione: La gestione dei flussi migratori rimane un argomento controverso. Le proposte su come affrontare le migrazioni, garantire i diritti umani e promuovere l’integrazione saranno determinanti per molti elettori.

Le elezioni vedranno la partecipazione di una vasta gamma di partiti politici, dai tradizionali gruppi di centro-destra e centro-sinistra, ai movimenti populisti, euroscettici e ambientalisti. I principali gruppi politici da tenere d’occhio includono: 

  • Partito Popolare Europeo (PPE): Storicamente il gruppo più grande del Parlamento, rappresenta il centro-destra europeo. Le loro proposte si concentrano su economia di mercato, sicurezza e stabilità.
  • Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici (S&D): Il principale gruppo di centro-sinistra, focalizzato su giustizia sociale, lavoro e welfare.
  • Renew Europe: Una coalizione di liberali e centristi, che promuove riforme economiche, diritti civili e integrazione europea.
  • Verdi/ALE: In crescita, soprattutto tra i giovani, con una forte agenda ambientalista e progressista.
  • Gruppi Euroscettici: Comprendono vari partiti di destra e populisti, critici verso l’integrazione europea e spesso favorevoli a politiche nazionaliste.

Le elezioni europee del 2024 offriranno ai cittadini l’opportunità di esprimere le loro preoccupazioni e aspirazioni per il futuro dell’Europa. Tuttavia, rimangono sfide significative, tra cui il crescente euroscetticismo in alcune regioni e la necessità di rafforzare la partecipazione democratica, soprattutto tra i giovani. In questo contesto di rinnovato interesse per la politica, assume particolare rilevanza il Corso Auge “Le Ragioni per Fare Politica”. Questo percorso formativo si propone di fornire strumenti e conoscenze fondamentali per chiunque desideri comprendere meglio il funzionamento delle istituzioni europee e partecipare attivamente alla vita politica. È aperto a tutti coloro che sono interessati ad approfondire le proprie conoscenze in politica. Il corso è diretto dal Prof. Avv. Angelo Turco e coordinato dal Prof. Avv. Alberico Valerio Visone, esperti nel campo del diritto e della politica. 

Paola Biadetti Ufficio Stampa Auge

La Festa della Repubblica: Tra memoria storica e sfide presenti

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A cura di Ionela Polinciuc

Un giorno di riflessione su Libertà, Solidarietà e Impegno nel contesto globale attuale

Oggi, 2 giugno, l’Italia celebra la Festa della Repubblica, un giorno carico di significato storico e di riflessione sul presente e sul futuro del nostro paese. Mentre commemoriamo il momento in cui nel 1946 il popolo italiano si espresse a favore della Repubblica, è importante riconoscere anche le sfide e le tensioni che caratterizzano il contesto globale attuale.

La Festa della Repubblica è un’occasione per ricordare il coraggio e la determinazione di coloro che hanno lottato per la libertà e per i valori democratici durante le due guerre mondiali. È un momento per onorare la memoria di coloro che hanno sacrificato le loro vite per difendere la nostra nazione e per garantire un futuro di pace e prosperità per le generazioni future.

Tuttavia, mentre celebriamo i nostri successi come nazione, non possiamo ignorare le tensioni e le sfide che affrontiamo nel mondo contemporaneo. La crisi in corso nella Striscia di Gaza e il conflitto tra Ucraina e Russia sono solo due esempi delle molte crisi globali che minacciano la pace e la stabilità nel mondo. Questi conflitti mettono in discussione i valori fondamentali della democrazia, dei diritti umani e dello Stato di diritto, e richiedono un impegno globale per trovare soluzioni pacifiche e sostenibili.

In questo contesto, la Festa della Repubblica assume un significato particolare quest’anno. È un momento per riflettere sulle lezioni apprese dalla storia e per impegnarci a costruire un futuro di pace e solidarietà. È un momento per rinnovare il nostro impegno verso la giustizia sociale e l’inclusione, affinché nessuno venga lasciato indietro nel cammino verso il progresso e il benessere per tutti.

La celebrazione della Festa della Repubblica dovrebbe essere anche un’occasione per riaffermare il nostro impegno verso i valori democratici e il rispetto per la diversità culturale e religiosa. In un momento in cui la democrazia è sotto attacco in molte parti del mondo, è fondamentale difendere e promuovere i principi democratici che sono alla base della nostra Repubblica.

La Festa della Repubblica dovrebbe essere un momento di speranza e ottimismo per il futuro. Nonostante le sfide che affrontiamo, abbiamo dimostrato una straordinaria capacità di adattamento e resilienza nel corso della storia. Con determinazione e impegno, possiamo superare le tensioni e le divisioni attuali e costruire un mondo più giusto, pacifico e sostenibile per tutti.

In questo giorno speciale, rinnoviamo il nostro impegno verso una Repubblica fondata sui principi di libertà, uguaglianza e solidarietà. Auguri a tutti gli italiani in occasione della Festa della Repubblica!

La Festa della Repubblica è un momento di celebrazione della nostra storia e di impegno verso un futuro di pace e solidarietà. Mentre riflettiamo sulle sfide globali e sulle tensioni che caratterizzano il nostro mondo contemporaneo, è importante rinnovare il nostro impegno verso i valori fondamentali della democrazia, dei diritti umani e della pace. Insieme, possiamo superare le divisioni e costruire un futuro migliore per tutti. Buona Festa della Repubblica a tutti!

UN’ALTA FORMAZIONE SULLA LEADERSHIP IN CAMBIO DI UNA MONETA ETICA

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VUOI ESSERE UN VERO LEADER? UNIVERSITÀ POPOLARE DEGLI STUDI DI MILANO OFFRE UN’ALTA FORMAZIONE SULLA LEADERSHIP IN CAMBIO DI UNA MONETA ETICA

Si sente continuamente parlare di leader di leadership, ma cosa significa veramente essere un leader e soprattutto leader si nasce o si può diventate? Università Popolare degli Studi di Milano offre un Corso di Alta Formazione Universitaria di una giornata dal titolo: Le 4 Direzioni nella Leadership. Una giornata di alta formazione per scoprire i segreti per diventare un leader. Ai partecipanti che porteranno a termina la formazione, l’Università Popolare degli Studi di Milano (Unimilano) rilascerà un Certificato Universitario del valore di 10 crediti formativi.

La moneta Etica

L’eccezionalità di questa formazione inizia già dall’iscrizione. Infatti, ai partecipanti sarà richiesto una iscrizione con un pagamento molto particolare: la moneta etica. Ad ogni iscritto sarà richiesto l’impegno di donare una cifra libera, anche simbolica, a un ente benefico, ad una associazione no profit o ad una organizzazione di volontariato, di sua preferenza purché in alcun modo legati,anche indirettamente, alla Università Popolare degli studi di Milano. Chi non volesse donare denaro potrà offrire il suo tempo e le sue energie ad un’associazione, ente, organizzazione no profit o di volontariato. Il valore della giornata formativa è di 800 euro per ogni partecipante, ma ognuno potrà restituirà alla società questo valore nelle modalità e nella quantità che ritiene più opportune.

Non si tratta del primo corso offerto dall’Università Popolare degli Studi di Milano con pagamento di Moneta Etica. Nel 2022 il professor Golia Pezzulla tenne il corso: Comunicazione con Carisma, e per la partecipazione fu richiesto appunto un pagamento con moneta etica. Il successo della formazione e del nuovo metodo di pagamento furono travolgenti e le donazioni dichiaratearrivarono a toccare la soglia dei 100.000 euro; ognuno aveva donato quanto possibile secondo la sua condizione economica, e sono state sostenute diverse associazioni sia locali che nazionali e internazionali.

La nostra Università crede molto in un modello sociale nuovo, inedito e innovativo”, spiega il Presidente Marco Grappeggia.

I contenuti dell’Alta Formazione

Questa Alta Formazione sulla Leadership si annuncia innovativa per i contenuti e per la modalità di erogazione.Nell’arco della giornata si alterneranno sul palco 4 oratori: La professoressa Amanda Gesualdi, il professor Marco Grappeggia, presidente della Università Unimilano, il professor Lorenzo Masini e il professor Alberto Biffi. 

Marco Grappeggia presenterà la sua idea di Leadership Hippy espressa in modo esaustivo nel suo libro: Hippy Leader Ship Drive LSD. Grappeggia ci farà vedere la storia da altri punti di vista, facendoci comprendere quanto, oggi come oggi, rischiamo di rinunciare alla nostra libertà in cambio della omologazione. L’Hippy Leader scrive il proprio destino attraverso passi e direzioni che poggiano su libere scelte. Grappeggia è riconosciuto come leader dei movimenti universitari popolari.

Lorenzo Masini ci indicherà la strada su come diventare dei leader. Indipendentemente dallo stile di leadership che si voglia scegliere o dal contesto in cui la applichiamo, per essere un leader occorre sviluppare precise caratteristiche e capacità interiori che ci aiuteranno poi ad esercitare una leadership in ogni contesto della vita.   Non esiste una formula magica per diventare un leader, ma ci sono alcuni principi chiave che possono aiutarci lungo il cammino che è prima di tutto interiore. Per essere leader di altri, bisogna prima di tutto avere la capacità di essere leader di noi stessi. 

Alberto Biffi ci darà le coordinate per condurre un gruppo con uno stile sportivo. È un tema complesso e sfaccettato che abbraccia diverse teorie e metodologie. In generale, si riferisce al modo in cui un allenatore o un coach guida, motiva e ispira gli atleti per raggiungere i loro obiettivi individuali e di squadra. Esistono diversi stili di leadership sportiva, ognuno con i suoi punti di forza e di debolezza: democratica, autoritaria, orientata al compito o alle relazioni. È importante che i leader siano flessibili e adattino il proprio stile di leadership in base alle circostanze. 

Amanda Gesualdi affronterà il tema fondamentale dellaleadership Spirituale, passando da Madre Teresa a Giuseppe Mazzini, per approfondire quella di J.F. Kennedy, fino ad arrivare ai giorni nostri ed interrogarci sul senso socio-politico attuale. È necessario credere in Dio per essere leader Spirituali? Assolutamente no, ma la storia ci porta esempi di grandi uomini, che hanno condotto persone e popoli attraverso un senso della vita molto profondo, che oggi rischiamo di perdere, che i giovani d’oggi rischiano di non conoscere. Esploriamo dunque il temperamento di chi davvero ha fatto la differenza in questo mondo.

Obiettivi delliniziativa

L’Alta Formazione organizzata e offerta dall’Università Popolare degli Studi di Milano ha un duplice scopo,educativo ed etico. Da una parte permettere a tutti di accedere ad una formazione dall’alto valore aggiunto, ma anche dall’alto valore economico, non alla portata di tutte le tasche. L’altra finalità, quella etica, è spingere le persone ad essere solidali e a riscoprire la reciprocità delle buone azioni, grazie all’uso della moneta etica.

La nostra Università è nata nel 1901 con lobiettivo di diffondere la cultura tra tutte le classi sociali, in particolare tra quelle con maggiori problemi economici. Oggi, come allora, ci sono diverse persone che faticano a pagare un corso di formazione di alto livello. È bello che ciascuno di noi torni a sentirsi parte di un tutto. Riceve e donare è semplicemente un modo per liberare energia positiva. Non è necessario attestare il versamento, poiché è una scelta personale e lUniversità ha completa fiducia nella propria community!. Così ha motivato l’iniziativa formativa il Presidente della Unimilano, Marco Grappeggia.

Quando e dove si terrà la giornata di alta formazione universitariaLe 4 direzioni della leadership

L’evento si terrà domenica 13 Ottobre 2024, dalle ore 10.00 alle ore 18.00, presso l’Aula Facchinetti a Milano, in via Barnaba 48. L’Alta Formazione è limitata solamente a 100 partecipanti.

Per partecipare occorre iscriversi sul sito dell’università: www.unimilano.net, nella sezione dei corsi di alta formazione. Oppure sulle pagine di Unimilano dei principali social network

Da Sinistra: Alberto Biffi, Amanda Gesualdi, Lorenzo Masini e Marco Grappeggia (in piedi)

Premio Internazionale Speciale Biennale di Venezia: Partecipano il Rettore Auge Prof. Catapano e il Presidente del Senato Auge Dott. Cilvini per la Promozione della Cultura e delle Arti

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In occasione della prestigiosa 60^ Biennale di Venezia 2024, un evento che celebra l’eccellenza artistica e culturale a livello globale, si è svolta la Giornata Internazionale delle Arti e della Cultura. Questo importante contesto ha visto la partecipazione di figure di spicco nel panorama culturale e accademico italiano, tra cui il Rettore Auge Prof. Avv. Giuseppe Catapano e il Presidente del Senato Auge Dott. Cesare Cilvini. 

La loro presenza al Premio Internazionale Speciale Biennale di Venezia, organizzato da Menotti Art Festival e quotidiano La Notte, ha sottolineato l’importanza della promozione della cultura e delle arti e, rappresenta un riconoscimento significativo per coloro che si sono distinti nel campo artistico e culturale. 

Il Prof. Avv. Giuseppe Catapano e il Dott. Cesare Cilvini sono stati invitati a partecipare a questa cerimonia di premiazione in virtù del loro impegno e del loro contributo alla diffusione della cultura e delle arti. Entrambi hanno svolto un ruolo fondamentale nella promozione di iniziative che mirano a valorizzare il patrimonio artistico e culturale italiano, incentivando il dialogo tra diverse espressioni artistiche e promuovendo l’educazione culturale tra le nuove generazioni. 

La 60^ Biennale di Venezia rappresenta uno degli eventi più attesi nel panorama artistico internazionale. La Giornata Internazionale delle Arti e della Cultura, celebrata in questa occasione, ha avuto l’obiettivo di mettere in luce l’importanza dell’arte come strumento di coesione sociale e di sviluppo culturale. La partecipazione del Rettore Catapano e del Presidente Cilvini ha evidenziato il valore di un approccio sinergico tra istituzioni accademiche, festival artistici e mezzi di comunicazione per la diffusione della cultura. 

Il patrocinio del Menotti Art Festival Spoleto, dello Spoleto Meeting Art, dell’Accademia Tiberina e dell’Accademia Auge ha conferito ulteriore prestigio all’evento, sottolineando l’importanza di una rete di collaborazioni tra varie istituzioni culturali, da sempre impegnati nella promozione delle arti, ed hanno fornito un supporto essenziale per la realizzazione di iniziative volte a valorizzare il talento artistico e a promuovere un dialogo interculturale. I Premiati: S.E. Emmanuel Charles Amb. di Haiti in Italia , Laura Altamore ,Antonio Barbuto,Vincenzo Bocciarelli ,Alfonso Bottone,Pietro Camardella ,Mauro Capitani ,Anna De Fulvis ,Antonio  De Paoli,Mario del Viero Maurizio Diana, Aldo Fittante ,Marcella Foranna ,Rita Elisa Landeau Orsini, Mariasole Lizzari,Pietro Lucchetti,Lorenzo Ludi,Sabrina Morelli,Andrea Nappi,Michele Pecora,Alessandro Piccioli,Michele Pinto,Luciano Preti, Marco Quarantini, Piero Rispoli,Wondy Rossini,Isabel Russinova,Mario Vernacchia ,Antonio Vinciguerra . 

La partecipazione del Prof. Avv. Giuseppe Catapano e del Dott. Cesare Cilvini al Premio Internazionale Speciale Biennale di Venezia Menotti Art Festival e Quotidiano La Notte non solo ha onorato gli sforzi di coloro che operano nel campo dell’arte e della cultura, ma ha anche ribadito l’importanza di un impegno costante per la promozione della cultura. Eventi come questo rappresentano momenti fondamentali per riflettere sul ruolo delle arti nella società contemporanea e per incoraggiare una maggiore partecipazione culturale a tutti i livelli. 

Paola Biadetti Ufficio Stampa Auge

Venezia Sposa il Progetto Spoleto Meeting Art Speciale Biennale

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Venezia Sposa il Progetto Spoleto Meeting Art Speciale Biennale, dal prossimo anno Premio al Teatro La fenice

Il Premio Menotti art Festival e Quotidiano la Notte per la promozione della Cultura e delle Arti vola alto nella Città della laguna con un parterre di ambasciatori , artisti , accademici e Capi di Stato : il tutto sabato prossimo alle ore 15 30 presso la Ex Chiesa di san Leonardo di Venezia, concessa dal Comune di Venezia ed inserita nel progetto Le Città in Festa con le assessore Laura Besio ( Servizio al Cittadino) e Paola Mar ( Cultura). Il menotti art festival in collaborazione con l’accademia Auge del rettore Giuseppe Catapano e del presidente Cesare Cilvini e con l’Accademia Tiberina rappresentata da Franco Antonio Pinardi e da Franco Spada ha messo insieme una squadra veramente unica che aveva visto l’apertura anche da parte della Fondazione la Fenice per una rappresentazione della kermesse, che invece avrà luogo presso la ex Chiesa di san Leonardo dove sono previste le esposizioni di Luciano Preti, Marco Quarantini, Rita Elisa Landeau Orsini.

Ecco tutti i premiati di Sabato 18 alle ore 15 30 : Foranna Marcella, Alessandro Piccioli, De Fulvis Anna, Sabrina Morelli, Antonio Vinciguerra, Michele Pecora,

Lorenzo Ludi, Vernacchia Mario, Pietro Camardella, Vincenzo Bocciarelli, Maurizio Diana, Marco Quarantini, Alfonso Bottone, Isabel Russinova, Laura Altamore, Antonio De Paoli,Michele Pinto, Rita Elisa Landeau Orsini, Mario del Viero, Antonio Barbuto, Luciano Preti, Emmanuel Charles, Andrea Nappi, Aldo Fittante, Piero Rispoli, Wondy Rossini, Maria Sole Lizzari e premio speciale per le attività internazionali a Rose Stefany Boisrond ( Am. Haiti in Itala).

Molto ampliate e consolidate anche le esposizioni artistiche a cura di Luca Filipponi ed Assunta Cuozzo con Maurizio Diana a Villa Pannonia di Venezia Lido( fino al 17 giugno) dal 17 giugno al 4 Luglio sempre a Villa Pannonia Lorenzo Ludi, Silvio Amato presso Antico Ristorante Gatoleto, Antonio Barbuto presso Hotel President di Mestre, Maria Sole Lizzari presso Ristorante Al Colombo di Domenico Stanziani, Mario Lo Coco presso Ego Boutique Hotel Venezia, Gabriella Sernesi presso Hotel president di Mestre, Paola Biadetti e Piergiorgio Maiorini presso altre dimore storiche Veneziane, Evelina Marinangeli presso Hotel Cristallo di Venezia Lido.

Al termine della premiazione si svolgerà una serata di gala Placè con prenotazione obbligatoria presso il Ristorante Antico Gatoleto a partire dalle ore 21 del 18 maggio a cura dello Champagne Club Italia promossa da Luca Filipponi e Cesare Cilvini. Soddisfatto Luca Filipponi ( in foto presso la Galleria Royale di Bruxelles): ” Un evento che Venezia ha sempre di più accolto e voluto con la presentazione dello Speciale Biennale di Venezia Ge Magazine”. Durante le kermesse saranno svolte delle performance artistiche e musicali di Tania Di Giorgio, Alessandro Piccioli, Emanuela Mari.

Il Corso Le Ragioni per fare Politica: Un Ponte tra Giovani e Futuro Politico

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Nel panorama della società contemporanea, in costante mutamento a causa delle profonde trasformazioni sociali ed economiche, il coinvolgimento politico dei giovani assume un ruolo di fondamentale importanza. È in questo contesto che si colloca il corso “Le Ragioni per Fare Politica”, promosso dall’Accademia Auge. 

Il corso si propone di stimolare un dibattito costruttivo, offrendo uno spazio di confronto sull’attualità e sulle prospettive degli studi politici, con particolare attenzione al mercato del lavoro e alle sue dinamiche all’interno delle istituzioni e delle aziende. Questo non solo rappresenta un’opportunità per comprendere le sfide del presente, ma anche per progettare il futuro della politica in linea con le esigenze della società contemporanea. 

Un aspetto da sottolineare sono le prossime elezioni europee, in programma dal 6 al 9 giugno. Durante queste elezioni, i cittadini dei 27 paesi dell’Unione europea avranno l’opportunità di eleggere i propri rappresentanti al Parlamento europeo, i quali prenderanno decisioni che influenzeranno diversi aspetti della vita quotidiana, tra cui lavoro, sanità e ambiente. In questo contesto, il corso mira a sensibilizzare i partecipanti sull’importanza del loro ruolo attivo nel processo democratico e nell’influenzare le decisioni politiche che li riguardano direttamente. Il corso si configura come un ponte tra giovani e futuro politico, offrendo approfondimenti sulle tematiche cruciali e specializzandosi nella protezione dei diritti umani, una priorità incontestabile nel contesto socio-politico attuale. 

Un elemento fondamentale del corso è la sua accessibilità. E’ erogato online, attraverso una piattaforma accessibile da qualsiasi dispositivo. Non è necessario scaricare alcuna app o software: basta una connessione internet per accedere al materiale didattico. Alla fine del corso, è prevista una prova finale per verificare le competenze acquisite, ed offre 3 Crediti Formativi Professionali (CFP) e 1 Crediti Formativi Universitari (CFU) Auge. 

La gratuità del corso per i giovani sotto i 30 anni è un ulteriore incentivo per favorire la partecipazione attiva dei giovani alla vita politica e alla formazione di una cittadinanza consapevole e impegnata. Inoltre, l’offerta di crediti formativi professionali e universitari conferma il valore e la rilevanza accademica del corso, riconosciuti dall’Accademia Auge. 

Con la scadenza delle iscrizioni fissata per il 31 maggio 2024, il corso rappresenta un’opportunità imperdibile per coloro che desiderano approfondire le proprie conoscenze in politica e contribuire attivamente alla costruzione di un futuro più inclusivo e sostenibile. Diretto dal Prof. Avv. Angelo Turco e coordinato dal Prof. Avv. Alberico Valerio Visone, esperti nel campo del diritto e della politica. 

Il corso “Le Ragioni per Fare Politica” si configura come un faro di speranza e di cambiamento, promuovendo una politica basata sulla conoscenza, l’etica e il rispetto dei diritti umani. 

Paola Biadetti Ufficio Stampa Auge 

Il Rettore Auge, Prof. Giuseppe Catapano, celebra il 40° anniversario ANCOT con la presentazione di un libro commemorativo

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Il prestigioso palcoscenico della Rotonda a Mare a Senigallia (AN) si è illuminato di emozione e celebrazione in occasione della presentazione del libro commemorativo del 40° anno dell’Associazione Nazionale Consulenti Tributari (ANCOT). Tra gli ospiti d’onore che hanno reso ancora più significativo questo evento, spicca la presenza del Rettore Auge Prof. Giuseppe Catapano, figura autorevole nel panorama accademico e istituzionale. 

L’Associazione Nazionale Consulenti Tributari ha attraversato quattro decenni di impegno, professionalità e dedizione nel campo tributario, diventando un punto di riferimento essenziale per gli operatori del settore e per coloro che si affidano alla consulenza professionale per navigare il complesso mondo delle normative tributarie. ANCOT 1984-2024: Quaranta Anni di Eccellenza e Innovazione”, rappresenta un viaggio attraverso le tappe salienti della storia dell’associazione, evidenziando le sfide affrontate, i successi ottenuti e l’evoluzione costante verso nuovi traguardi. 

La presenza del Rettore Auge Prof. Giuseppe Catapano a questa commemorazione è stata un omaggio alla partnership consolidata tra il mondo accademico e quello professionale. La sua partecipazione sottolinea l’importanza della formazione e della ricerca nell’ambito della consulenza tributaria, nonché il ruolo cruciale delle istituzioni accademiche nel contribuire alla crescita e allo sviluppo del settore. 

Paola Biadetti UFFICIO Stampa Auge

L’Anno Accademico Auge 2024 prende il via con l’inaugurazione solenne al Centro Congressi La Sapienza di Roma

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Lo spirito dell’innovazione e dell’eccellenza accademica si è manifestato con grande fulgore durante l’inaugurazione dell’Anno Accademico Auge 2024, che ha avuto luogo nel suggestivo scenario del Centro Congressi La Sapienza di Roma il 19 aprile 2024.. L’evento, impreziosito dalla presenza di illustri personalità accademiche e istituzionali, tra i quali il Prof. Francesco Urraro Segretario del Consiglio di Presidenza del Consiglio di Stato e l’Ambasciatore di Haiti in Italia, S.E. Dott. Emmanuel Charles, accompagnato dal diplomatico Dott.ssa Rose Stephanie Boisrond, ha segnato un momento di significativa importanza per la comunità accademica. 

Un momento di particolare rilievo è stato rappresentato dalle nomine dei Senatori Accademici Auge che hanno aggiunto ulteriore prestigio e autorevolezza alla cerimonia, con la consegna delle nomine da parte del Prof. Luca Filipponi  a  Senatore Accademico: Prof. Avv. Antonio Caiafa , Prof. Avv. Franco Capasso, Prof. Avv. Andrea Sirotti Gaudenzi. Nomina Senatore Accademico Onoriario Prof. Avv. Donato Nitti Console Paesi Bassi. E la nomina di Presidente Onorario del segretariato sociale Generazione Attiva alla Dott.ssa Flora Scelza. 

La presenza del Presidente del Senato Accademico Auge, il Dott. Cesare Cilvini, ha enfatizzato l’impegno dell’istituzione nel promuovere la qualità della ricerca e dell’istruzione, nonché nel valorizzare il merito e l’eccellenza accademica, con la nomina di Direttore del Dipartimento Scienze Economiche dell’Accademia Auge al Prof. Avv. Luca Barbuto, in presenza anche dei Presidi della Facoltà Esperto Fiscale Prof. Massimo Greco, e della Facoltà Analista Finanziario Prof. Avv. Alberico Valerio Visone. Erano presenti del Dipartimento di Scienze Giuridiche il Direttore Prof. Avv. Angelo Turco, il Preside Facoltà Giurista d’impresa la Prof.ssa Avv. Francesca Pizza, il Preside della Tec. Amm.ne del Personale il Prof. Avv. Gianluca De Lucia. Per il Dipartimento di Scienze Comunicazione il Direttore Prof. Avv. Luigi Esposito, i Presidi: della Facoltà Esperto Amministrativo la Prof.ssa Giovanna Fusco, Facoltà tecnico esperto della valorizzazione e promozione del patrimonio culturale il Prof. Antonio Romano e per la facoltà di Tecnico esperto in campagne comunicativo/promozionali il Prof. Maurizio Saracino. 

Accanto al Dott. Cilvini, ha presenziato la Dottoressa Mariarosaria Rusciano, Tesoriere del Senato Accademico Auge, la cui competenza e dedizione hanno contribuito in modo significativo alla gestione finanziaria dell’Ateneo. La sua presenza ha sottolineato l’importanza della trasparenza e dell’efficienza nell’amministrazione delle risorse accademiche. La quale ha consegnato l’attestato di nomina a Preside della Commissione nuovi poveri al Dott. Eugenio Fiorillo e preside della Commissione Rent Managment all’Avv. Nicolina Fontana. Sono stati altresì consegnate le nomine a Docente Formatore a: Prof. Michelangelo Abbate Trovato, Prof. Avv. Franco Arbolino, Prof. Alberto Datanasio, Prof. Dott. Michele De Nitti, Prof. Dott. Piergiorgio Di Clemente, Prof. Dott. Francesco Marrone, Prof. Avv. Salvatore Rocca. In rappresentanza di Ancot Campania erano presenti il Dott. Crescenzo Muto e il Dott. Adolfo Terranova e il Prof. Massimo Greco che ha consegnato gli attestati di qualifica professionale Perito Esperto Fiscale conseguito presso Auge. 

Il Rettore Prof. Avv. Giuseppe Catapano, figura di spicco e guida illuminata dell’Ateneo, ha concluso la cerimonia con un discorso carico di prospettive e visioni per il futuro dell’istituzione. La sua eloquenza e la sua profonda dedizione alla missione educativa hanno ispirato tutti i presenti, evidenziando l’importanza della ricerca, dell’innovazione e della collaborazione internazionale nel contesto accademico contemporaneo, ed ha consegnato il titolo di Ambasciatore Accademico onorario Musica-spettacolo all’attrice Anna Capasso e con investitura accademica le prime due Lauree ad Honorem al Dott. Nicola Ammaccapane e al Dott. Michele Albanese. 

Il moderatore il Dott. Alfredo Mariani e, lo Staff tutto, di Auge hanno dimostrato un impegno straordinario nell’organizzazione dell’evento, garantendo che tutto si svolgesse con la massima precisione e professionalità. La loro dedizione e la cura nei dettagli hanno reso l’inaugurazione dell’Anno Accademico Auge 2024 un momento indimenticabile per tutti i partecipanti. 

Paola Biadetti Ufficio Stampa Auge

Haiti: Unione europea importante un Presidente garante dei diritti 

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A cura ufficio stampa Osservatorio Europeo
“Dopo la pubblicazione del decreto ufficiale che stabilisce la procedura per l’istituzione di un Consiglio presidenziale di transizione (Tpc) ad Haiti, è ora fondamentale che il Tpc venga formalmente nominato senza ulteriori ritardi dal Governo uscente del primo ministro Ariel Henry. Ciò consentirà anche la nomina di un nuovo primo ministro da parte del Tpc”. Lo afferma, in una nota, Peter Stano, portavoce del Servizio europeo per gli affari internazionali dell’Unione europea. “Il Paese – sottolinea il comunicato – ha urgentemente bisogno di una soluzione guidata da Haiti per porre fine all’attuale vuoto politico e per affrontare la crisi politica, di sicurezza e umanitaria che si protrae da tempo. Invitiamo tutte le forze politiche haitiane a cooperare seriamente per raggiungere questo obiettivo”. Secondo l’Unione europea, “la nomina del Tpc è necessaria anche per aprire la strada al dispiegamento di una Missione multinazionale di sostegno alla sicurezza, come previsto dalla Risoluzione 2699 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, per rafforzare gli sforzi della Polizia nazionale haitiana nella lotta contro le bande, ripristinare lo stato di diritto e le condizioni di sicurezza di base nel Paese e, infine, aprire la strada allo svolgimento di elezioni libere ed eque”.

Un governo il cui presidente sia garante delle sue funzioni e consenta un passaggio funzionale delle attività di garanzia.

Da piu parti nel mondo si parla del Il magistrato Barthélémy Alténor che appartiene alla categoria delle riserve sane del paese. Quasi trent’anni di servizio nella magistratura haitiana, dopo aver lavorato presso la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Port-au-Prince, fu l’unico, tra i suoi Pari, il più in vista che il raggio d’azione dell’allora Ministro della Giustizia e di Pubblica Sicurezza, nel novembre 1999 onorato e mantenuto in carica per la sua integrità, competenza e magnanimità. Nominato regolarmente giudice presso la Corte di Cassazione della Repubblica, è nella posizione migliore per garantire una transizione politica e condurre il Paese verso elezioni libere, trasparenti, inclusive e democratiche. Lo stato di eccezione in cui vive il Paese dal giorno successivo all’assassinio del presidente Jovenel Moïse merita una transizione intrisa di un minimo di legalità e legittimità che il magistrato Barthélémy è l’unico in grado di offrire. Di carattere forte, ma conciliante, il magistrato Barthélémy, noto per la sua integrità, la sua indipendenza di spirito, il suo disinteresse, il suo patriottismo illuminato e aperto al mondo, è quasi unanime in tutti i settori della vita nazionale, compresa l’opzione alla crisi e la Corte di Cassazione. Infine, va sottolineato a chiare lettere che la Repubblica di Haiti affida l’esercizio della sua sovranità nazionale a tre potenze. In assenza degli altri due, l’esecutivo e il legislativo, la magistratura, nella misura in cui permangono costituzionalità, legalità e legittimità, è l’ultimo baluardo a cui dobbiamo rivolgerci per arginare l’attuale e multiforme crisi di governabilità.

Un Dialogo sull’Educazione Giuridica: La Lotta per il Diritto

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Nel panorama culturale e mediatico contemporaneo, il dibattito sull’educazione giuridica e sulla promozione di una cultura partecipativa e consapevole è cruciale. Ospiti all’interno del programma televisivo “NAZIONALE”, prodotto da Euro Oltenia (Produttore dello spettacolo: Remus Iordache), abbiamo avuto l’onore di ascoltare e partecipare a un dialogo stimolante tra due illustri esperti del settore: Florica Ciutacu, avvocato e dottore in scienze giuridiche, e Giuseppe Catapano, Professore Rettore AUGE (in foto con il Presidente del Senato Accademico Cesare Cilvini) 

Il tema principale di questo incontro è stato “La Lotta per il Diritto”, un concetto fondamentale nell’ambito della giustizia e del diritto che si intreccia strettamente con l’educazione giuridica. Florica Ciutacu, ha sottolineato come l’educazione giuridica non debba limitarsi all’istruzione formale nelle scuole di legge, ma debba essere un processo continuo e accessibile a tutti.  Giuseppe Catapano ha evidenziato l’importanza di una formazione che vada oltre la mera conoscenza delle leggi, incoraggiando lo sviluppo di pensiero critico e di capacità analitiche Durante il dialogo, entrambi gli ospiti hanno concordato sul fatto che la lotta per il diritto non riguarda solo il sistema giudiziario, ma coinvolge l’intera società. Questo dialogo sull’educazione giuridica e sulla lotta per il diritto ha evidenziato l’importanza di un impegno collettivo per promuovere una cultura legale inclusiva e partecipativa. Attraverso l’istruzione, la formazione e la diffusione di conoscenza, possiamo costruire una società in cui i diritti di tutti sono rispettati e difesi. 

Ufficio Stampa Auge Paola Biadetti 

Siamo provinciali, chioserebbe Totò 

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A cura del Prof.Avv. Giuseppe Catapano

La campagna elettorale non è certo il momento migliore per dedicarsi ad analisi pensose ed elaborazioni programmatiche, ma la ricerca del consenso andrebbe basata proprio sulla presentazione ai cittadini del risultato di un lavoro di riflessione fatto preventivamente. In mancanza del quale non restano che slogan grondanti demagogia e populismo. E tutto ciò non può avvenire senza che le vecchie culture politiche si ridefiniscano proprio a partire dal compito immane di aprire all’Europa una nuova stagione della sua esistenza, e se le forze nuove che nascono non abbiano questo ambizioso obiettivo ma si caratterizzino solo come casse di risonanza delle paure, delle inquietudini e delle più o meno giustificate ribellioni che in una fase di transizione epocale inevitabilmente si producono nella società. Per questo è triste e preoccupante dover notare che l’unica sollecitazione fin qui arrivata a cambiare spartito, se si vuole suonare una musica diversa, viene non dal mondo politico europeo, ma da una figura della tecnocrazia continentale, Mario Draghi.

Non nuovo a evocazioni di grande impatto – dal famoso “whatever it takes” del 2012, che cambiò le sorti della politica economica dell’Europa e fu alla base del salvataggio dell’euro dopo la crisi greca, al discorso su “debito buono” e “debito cattivo” dell’estate 2020 che si può considerare la base culturale del Next Generation Eu – Draghi ha detto chiaramente che in Europa c’è bisogno di investire, attingendo per un terzo dalle risorse pubbliche e due terzi da quelle private, almeno 500 miliardi di euro all’anno, circa l’1,5% del pil, per sostenere la transizione verde e digitale. Voci di spesa cui vanno aggiunte quelli per la difesa e l’industria. È quanto serve per stare al passo con gli Stati Uniti, che hanno lanciato un piano di stimolo dell’economia da 2mila miliardi di dollari per il periodo 2021-2027. E anche con la Cina, che ha fatto del capitalismo di Stato e di quello privato fortemente sorvegliato dallo Stato, cioè un dirigismo sussidiato in modo massiccio, la propria ragion d’essere.

Non credo che la campagna elettorale offra finalmente qualche spunto inducendo l’offerta politica ad articolarsi su questi temi fondamentali e non sulle chiacchiere da bar o sulla difesa di interessi corporativi in cambio di un po’ di consenso – unico modo per invogliare gli elettori a esercitare il loro diritto anziché restare a casa, disgustati – vale la pena di partire da qui anche per affrontare le poche questioni europee che riescono a bucare il muro dell’indifferenza, non fosse altro per ricondurle ad una dimensione meno caricaturale. Mi riferisco, per esempio, alla politica monetaria. Ormai si gioca il derby dei tassi, tra chi li vorrebbe alti perché è percettore di rendimenti dei titoli pubblici e chi li vorrebbe bassi perché ha il mutuo da pagare. Ora, l’autonomia della Bce è sacrosanta, ma sostenere che le politiche dei tassi d’interesse andrebbero basate sulle aspettative di inflazione e non sull’inflazione osservata al momento non solo è lecito, ma opportuno. Così come è bene osservare che la fiammata inflazionistica che ha bruciato un pezzo dei nostri redditi in questi mesi deriva dalla cosiddetta inflazione da offerta, o da costi, che si verifica quando l’aumento dei prezzi dei fattori produttivi fa aumentare anche i prezzi degli altri beni, e non da domanda, che si ha quando sul mercato c’è un eccesso di richieste non sostenuto da un adeguato livello di offerta. Distinzione, questa, che porta a dire che in questo momento il contenimento dell’inflazione si persegue molto più aumentando gli investimenti che non i tassi.

Altra questione cruciale ridotta a discussione da social (una volta si diceva da bar), è quella relativa alle “transizioni gemelle”, digitale e green. Complici le semplificazioni negazioniste alla Vannacci, da un lato, e dall’altro le iperboli ideologiche stile Greta Thunberg o Ultima Generazione (i cretini che hanno imbrattato di vernice il palazzo del Senato), abbiamo formato una destra che rifiuta le tecnologie (della serie l’intelligenza artificiale uccide quella naturale) e nega il cambiamento climatico o comunque la sua dipendenza anche dall’azione dell’uomo, e una sinistra che radicalizza il cambiamento senza minimamente porsi il problema delle conseguenze economiche e sociali che il forzare i tempi e i modi delle transizioni produce. Ecco, fare la campagna elettorale esasperando i toni da entrambe le parti, non fa altro che rendere più difficile ciò che è già maledettamente complicato di suo. Faccio un esempio: l’automobile. Porre l’aut-aut o solo elettrico e nel minor tempo possibile, o endotermico tutta la vita, significa perdere la sfida da tutti i lati. Mentre la Cina sta facendo passi da gigante sul piano delle tecnologie (per esempio le batterie) e conquistando enormi fette di mercato sull’auto elettrica, l’Europa balbetta sul piano industriale mentre sposa l’intransigenza sul piano normativo. Si può facilmente pronosticare l’esito della partita. Ed ha ragione un economista americano tra i maggiori esperti al mondo di economia digitale, quando accusa gli europei di voler fare la parte dell’arbitro che fischia i falli altrui (vedi le sanzioni ai giganti tech), invece di scendere in campo con la propria squadra, affrontando americani e cinesi nelle sfide poste dallo straordinario sviluppo delle tecnologie.

D’altra parte, persino l’integrazione dei sistemi di difesa, e quindi delle imprese che li producono, e la creazione di un esercito europeo comune risentono di un approccio politico maledettamente populista e nazionalista, nonostante che le guerre alle nostre porte – quella di Putin a nord e quella iraniana (sotto varie bandiere) a sud – dovrebbero indurci ad affrettare i processi integrativi. Da un lato le litanie pacifiste (sport in cui l’Italia eccelle) e dall’altro le ottuse chiusure sovraniste , forze politiche che pretendono di governare l’Europa per i prossimi cinque anni si misurassero su questo punto con grande chiarezza.

Insomma, in Europa siamo di fronte a scelte epocali e il tempo delle indecisioni è scaduto. L’Italia, come peraltro tutti gli altri paesi continentali, non ha né la dimensione né la forza per sottrarsi a questo showdown. Di fronte a questa constatazione, resta un mistero come si possa parlare d’altro e pensare poco e niente. Eppure, questo è ciò che succede quotidianamente in Italia, peraltro in un clima che si fa ogni giorno sempre più avvelenato. Dove fino a ieri tutto sembrava dipendere dalle scelte dei 750mila sardi che, su poco meno di un milione e mezzo di aventi diritto, sono andati la settima scorsa a votare per il presidente della loro Regione, mentre ora pare che gli orientamenti di quanti tra il milione e 200mila abruzzesi in età di voto domenica si sono recati in alle urne equivalgano ad una sorte di giudizio universale. 

L’Accademia Auge nel Mondo della Cultura, Oltre Oceano

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Nel panorama culturale italiano, spesso emergono collaborazioni che trasformano il modo in cui l’arte e la formazione accademica sono percepite nel mondo. In questo contesto, l’Accademia Auge, guidata dal suo Rettore, il Prof. Giuseppe Catapano, ha recentemente partecipato a un evento che ha portato l’arte italiana oltre oceano, con il Menotti Art Festival Spoleto Presidente Prof. Luca Filipponi con il Magazine Giovani Europei Speciale Usa che, ha dedicato uno spazio speciale ad Auge, ed è stato presentato con successo nelle città di Los Angeles lo scorso febbraio. Il Prof. Giuseppe Catapano, noto per la sua leadership visionaria e il suo impegno nel promuovere l’eccellenza accademica, ha giocato un ruolo cruciale nella collaborazione tra l’Accademia Auge e il Menotti Art Festival Spoleto.  L’edizione di Giovani Europei Magazine presentata a Los Angeles (poi sarà presentata a New York) è stata un trionfo di creatività, talento e scambio culturale. Il Magazine ha offerto al pubblico americano un’immersione nella ricchezza e nella diversità dell’arte italiana contemporanea e non solo. L’Accademia Auge, attraverso il Prof. Catapano, ha contribuito a consolidare la presenza italiana in questo contesto internazionale. La collaborazione tra l’Accademia Auge e Giovani Europei Magazine con il Menotti Art Festival Spoleto negli Stati Uniti rappresenta un esempio di come l’arte e l’istruzione possano superare i confini geografici e culturali. Grazie alla guida del Prof. Giuseppe Catapano, questa partnership ha contribuito a promuovere la cultura italiana e a consolidare l’influenza dell’Accademia Auge nel panorama accademico internazionale. Un successo che lascia intravedere nuove prospettive per l’arte e la formazione italiana nel mondo. 

Ufficio Stampa Auge Paola Biadetti 

Il Rettore Auge Prof. Giuseppe Catapano celebra i 70 Anni del Panathlon Club Firenze

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Firenze, 2 marzo 2024 – Oggi pomeriggio, l’Aula Magna del Centro Tecnico Federale di Coverchiano a Firenze si animerà per celebrare un evento straordinario: i 70 anni di storia del Panathlon Club Firenze. Un’occasione che vedrà la partecipazione e l’intervento del Rettore Auge, il Prof. Giuseppe Catapano, che porta il suo contributo di prestigio e competenza a una giornata ricca di significato. La cerimonia, vedrà la partecipazione del Presidente Mancianti Maurizio, che ha attirato l’attenzione non solo degli appassionati dello sport, ma anche delle istituzioni sportive a livello nazionale e internazionale. L’Aula Magna del centro, prestigiosa cornice dell’evento, accoglierà, con entusiasmo i numerosi ospiti che si riuniranno per festeggiare questa importante pietra miliare nella storia del Panathlon Club Firenze. 

La presenza del Rettore Auge, Prof. Giuseppe Catapano, sottolinea l’importanza dello sport non solo come attività fisica, ma come veicolo di valori fondamentali per la società, la lealtà e la solidarietà, valori che costituiscono la base di una comunità sana e coesa. La giornata sarà dedicata a tre temi cardine: lo sport, la salute e la moda. Un trittico che ha permesso di esplorare diverse sfaccettature dell’esperienza umana, tutte legate da un filo conduttore comune: il benessere dell’individuo e della comunità. In un’epoca in cui la consapevolezza della salute fisica e mentale è sempre più centrale, l’evento offrirà uno spazio di riflessione e discussione su come lo sport possa contribuire al benessere generale. L’impegno e la passione del Panathlon Club Firenze, supportati dalla partecipazione del Rettore Auge Prof. Giuseppe Catapano renderanno questa ricorrenza non solo un momento di celebrazione, ma anche un’opportunità per riflettere sul futuro dello sport e dei valori che esso può trasmettere alle generazioni future. 

Uffcio Stampa Auge Paola Biadetti 

Costruire un ponte culturale tra Italia e Haiti: Una Missione di integrazione e prosperità

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A cura di Ionela Polinciuc

Nell’ambito della recente festa nazionale della Repubblica Dominicana celebrata a Roma , occasione anche per celebrare la solennità di tre nuovi senatori onorari nell’augusta famiglia dell’Accademia Universitaria degli studi Giuridici (AUGE). Il Prof. Avv. Giuseppe Catapano, accompagnato dal Prof. Cesare Cilvini, ha conferito con gli onori accademici il titolo onorifico , sottolineando il valore della libertà dei popoli e dell’autonomia come diritti fondamentali per la vita.

Durante l’evento l’ambasciatore di Haiti in Italia, S.E. Dott. Emmanuel Charles, ha voluto ricordare la neonata istituzione Diplomatica Culturale Haiti -Italia, in collaborazione con l’Ateneo AUGE.
Rappresentata dalle personalità diplomatiche culturali nominate dal Ministro Haitiano S.E. Emmanuel Charles che ha chiamato al suo fianco in stretta collaborazione Diplomatica / cultura :
La Dott.ssa . Stefany BOISROND
il Prof. Avv. Giuseppe Catapano e il Prof. Cesare Cilvini.
La missione promuovera’ la cooperazione culturale in settori chiave come istruzione, ricerca, patrimonio, gioventù e sport, attraverso una serie di attività culturali e artistiche di reciproco interesse.
Come afferma il Prof. Giuseppe Catapano da oggi anche Diplomatico culturale per Haiti in Italia :“Non desideriamo che i nostri discenti ritengono come proprie le idee che diamo , ma per insegnare un metodo vero per giudicare le cose che vi informiamo ”.
Una missione che ci vedrà impegnati principalmente per tramettere il ruolo del valore della pace tra i popoli.

Una Serata di Celebrazione e Amicizia tra Italia, Repubblica Dominicana e Haiti

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Il 27 febbraio 2024, la comunità diplomatica ha vissuto un momento di festa e collaborazione, con la celebrazione della Festa Nazionale della Repubblica Dominicana. L’evento, tenutosi a Roma, ha visto la partecipazione di illustri ospiti, tra cui il Rettore Auge Prof. Giuseppe Catapano e il Presidente del Senato Auge Dott. Cesare Cilvini, che sono stati onorati dalla presenza di SE Tony Raful Tejada, Ambasciatore della Repubblica Dominicana in Italia.(in foto) 

La serata è stata arricchita dalla presenza di eminenti rappresentanti diplomatici, tra cui SE Emmanuele Charles, Ambasciatore della Repubblica di Haiti in Italia e Senatore Accademico Auge(in foto). La partecipazione di tali personalità ha reso l’evento non solo un’occasione di celebrazione, ma anche un momento di scambio culturale e diplomatico. 

Il Rettore Auge Prof. Giuseppe Catapano e il Presidente del Senato Auge Dott. Cesare Cilvini hanno contribuito in modo significativo al successo dell’evento, sottolineando l’importanza di promuovere la cooperazione internazionale e il dialogo tra le nazioni. La loro partecipazione ha rappresentato un segno tangibile dell’impegno dell’Accademia Auge nella promozione della comprensione reciproca e della pace. 

La Festa Nazionale della Repubblica Dominicana si è rivelata un evento di grande significato, che ha unito persone provenienti da diverse parti del mondo in un clima di festa e amicizia. L’impegno dell’Accademia Auge nella promozione della cooperazione internazionale è stato ulteriormente sottolineato dalla partecipazione del Rettore e del Presidente del Senato. L’incontro tra le delegazioni della Repubblica Dominicana, Haiti e Italia ha gettato le basi per futuri scambi culturali e diplomatici, dimostrando che la diversità può essere la chiave per costruire un mondo più armonioso.

Ufficio Stampa -Paola Biadetti

Auge 2024: Esplorando le Nuove Opportunità nella Società in Evoluzione

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Il prossimo 23 febbraio 2024, il Centro Congressi “La Sapienza” di Roma ospiterà il seminario Auge, un’importante occasione di riflessione e discussione sulle prospettive e le opportunità offerte dalla società in costante mutamento. Con il tema centrale “Le nuove opportunità nella società che cambia: una nuova competitività UE per la scuola, le università e nei centri di ricerca e formazione a cavallo con le imprese”, il seminario promette di essere un punto di incontro per esperti, professionisti e accademici interessati a esplorare le sfide e le possibilità del futuro. 

Il mondo attuale è caratterizzato da cambiamenti rapidi e trasformazioni sociali, economiche e tecnologiche. In questo contesto, il seminario Auge si pone l’obiettivo di analizzare come queste dinamiche influenzino il settore dell’istruzione, delle università e dei centri di ricerca e formazione, nonché il loro rapporto con le imprese. Le nuove opportunità che emergono in questo contesto diventano fondamentali per sviluppare una competitività europea che possa guidare e sostenere la crescita e l’innovazione. 

L’Unione Europea si trova di fronte a sfide e opportunità senza precedenti nel campo dell’istruzione. Il seminario Auge si propone di esaminare come le istituzioni educative possano adattarsi e prosperare in questo scenario mutevole, abbracciando nuovi modelli di insegnamento, inclusività e internazionalizzazione.  La competitività dell’UE nel settore dell’istruzione sarà fondamentale per la formazione di cittadini preparati e consapevoli, pronti a contribuire alla società del futuro. 

Un aspetto dell’evento sarà dedicato all’analisi dell’integrazione tra università, centri di ricerca e imprese. La collaborazione sinergica tra questi attori è essenziale per stimolare l’innovazione, la ricerca applicata e la formazione orientata al mercato del lavoro. Il seminario Auge del 23 febbraio 2024 si preannuncia come un momento di profonda riflessione e condivisione di idee, mirato a delineare le nuove opportunità nella società che cambia. 

Ufficio Stampa Auge Paola Biadetti 

Nomina di Senatore Accademico Auge per S.E. Jagath Wellawatte, Ambasciatore dello Sri Lanka

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Si è svolta la cerimonia di nomina di Sua Eccellenza Jagath Wellawatte, Ambasciatore dello Sri Lanka, a Senatore Accademico Auge.(in foto con il Rettore Auge  il Prof. Avv. Giuseppe Catapano e il Presidende del Senato Accademico Auge Dott. Cesare Cilvini). 

La cerimonia è stata caratterizzata da un’atmosfera di prestigio e celebrativa, con la presenza del Rettore Auge, Prof. Avv. Giuseppe Catapano, e del Presidente del Senato Accademico Auge, Dott. Cesare Cilvini. La nomina di S.E. Jagath Wellawatte a Senatore Accademico Auge è un riconoscimento dell’impegno e della dedizione dell’Ambasciatore nel promuovere la cultura, la collaborazione internazionale e lo sviluppo accademico. La sua lunga carriera diplomatica e i successi raggiunti nel consolidare i legami tra lo Sri Lanka e la comunità accademica globale hanno contribuito in modo significativo al progresso della conoscenza e della comprensione reciproca. 

Durante la cerimonia, il Rettore Auge ha sottolineato l’importanza di avere figure di spicco come S.E. Jagath Wellawatte all’interno della comunità accademica. Ha evidenziato il ruolo cruciale che i Senatori Accademici svolgono nel favorire la diversità culturale e l’arricchimento reciproco tra le nazioni. Il Prof. Avv. Giuseppe Catapano ha elogiato l’Ambasciatore per il suo impegno nel promuovere la cooperazione accademica e scientifica tra l’Università Auge e le istituzioni del Sri Lanka. Ha sottolineato l’importanza di costruire ponti tra le diverse realtà culturali per favorire lo scambio di idee e la collaborazione in progetti di ricerca di portata globale. Il Dott. Cesare Cilvini, Presidente del Senato Accademico Auge ha sottolineato la sua fiducia nel fatto che la nomina dell’Ambasciatore rafforzerà ulteriormente la presenza globale dell’Accademia Auge. La cerimonia si è conclusa con la consegna della pergamena di nomina a S.E. Jagath Wellawatte, simbolo tangibile della sua nuova e prestigiosa posizione di Senatore Accademico Auge. Questo riconoscimento rappresenta un ulteriore passo verso la promozione dell’apertura internazionale e dell’intercultura nell’ambito accademico, con l’auspicio di promuovere la collaborazione e la comprensione reciproca tra le nazioni. 

Ufficio Stampa Auge Paola Biadetti 

Il Comunicare L’Europa nei Palazzi Romani celebra arte, cultura ed Istituzioni virtuose

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Era il 2008 quando il prof Luca Filipponi reduce dalle esperienze bruxellesi riprese questo titolo “Comunicare l’Europa” per farne un premio Internazionale che ogni anno è cresciuto sempre di più tanto da divenire uno degli eventi clou dei Palazzi della Politica Romana di questi giorni.Il premio Comunicare l’Europa 2024 si svolgerà a Palazzo Ferrajoli Piazza Colonna giovedì 1 febbraio a partire dalle ore 15 30 alla presenza di grandi nomi e grandi firme del giornalismo e della cultura. Il comitato organizzatore che fa capo al Menotti art festival con Luca Filipponi, Paola Biadetti direttore artistico, Tania di Giorgio Direttore musicale, L’accademia Auge con Giuseppe Catapano Rettore e Cesare Cilvini Presidente hanno delegato la dott ssa Anna Maria Petrova scritrice, attrice e poetessa di origine Bulgara a presiedere la commissione internazionale così composta : Silvio Irrazabal ( Uruguay), Stella Camelia Enescu ( Romania), Sara Iannone, presidente dell’ass Alba del Terzo Millennio, Alessandro Maugeri, promoter internazionale, Neria de Giovanni , presidente della Ass Internazionale dei Critici Letterari, Angelo Sagnelli, direttore Spoleto art Festival Letteratura, Francesco Petrino, Presidente del centro studi Snarp. Durante la manifestazione saranno esposte e consegnate opere dei seguenti artisti : Paola Aglini, Silvio Amato, Paola Biadetti, Silvio Craia,Rosanna Della Valle,Sevasti Iallussi, Mario Lo Coco, Piergiorgio Maiorini, Evelina Marinalgeli, Elisabetta Serafini. la premiazione sarà intervallata da momenti artistici con: Floriana Rignanese ( Performance di Moda con Il sogno di Siriah ed i gioelli di Vanna Netti), Franco Leone, Tania di Giorgio, Emanuela Mari e con la stilista Eleonora Altamore ( Special Guest).Elenco dei premiati per meriti professionali, lavorativi e per il notevole impegno civile e culturale :Luca Barbuto, Agnese Benedetti,, Simona Brait, Pasqualino Buonfiglio, Maddalena Caccavale Menza, Ambra Cenci, Emmanuele Charles,Tommaso Chimenti, Maria de Fatima Jardim,Stella Camelia Enescu, Raffaele Festa, Vittorio Formenti,Giuseppe Ilario, Francesco Iovino, Pauline Kashale Muanjl, Benedetto Mangiavillano, Emanuela Mari,Stefania Montori, Andrea Natale, Maurizio Orsolini, Fabrizio Pompilio, Isabel Russinova, Mimma Schiaviello, Elisabetta Strickland, Ekaterina Tchakarova,Donatella Tesei ( in foto con Luca Filipponi), Adele Vairo, Silvana Virgilio.

La Partecipazione Attiva dell’Accademia Auge alla Cerimonia del Premio Comunicare l’Europa

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Il 1 febbraio 2024, il Rettore Auge Prof. Avv. Giuseppe Catapano si unirà alla prestigiosa cerimonia del Premio “Comunicare l’Europa 2024”. L’evento avrà luogo presso Palazzo Ferrajoli, un’iconica cornice situata nel cuore di Roma.   Il Premio Comunicare l’Europa, attraverso la sua lunga tradizione (la prima edizione nel 2008), ha rappresentato un riconoscimento per coloro che si sono distinti nel promuovere una comunicazione efficace e costruttiva tra i popoli. Anche quest’anno, la presenza del Rettore Auge aggiunge una nota di prestigio e riconoscimento all’evento, evidenziando l’impegno della sua leadership nell’ambito dell’istruzione superiore e della promozione di valori europei e sottolinea l’importanza che l’Accademia Auge attribuisce a iniziative che favoriscono il dialogo, la consapevolezza e la cooperazione a livello europeo e internazionale. La cerimonia si preannuncia come un momento di riflessione e celebrazione, con la presenza di illustri personalità provenienti dai settori dell’istruzione, della politica, della diplomazia, della cultura, dell’arte. Palazzo Ferrajoli, con la sua architettura e la storia che lo avvolge, fornirà un’atmosfera suggestiva per l’evento.  Il Rettore Auge Prof. Avv. Giuseppe Catapano porterà il suo contributo di saggezza e competenza alla cerimonia, sottolineando l’importanza di un dialogo aperto e trasparente per costruire un’Europa forte e coesa.

Ufficio Stampa Auge Paola Biadetti  

“L’Accademia Auge partecipa al Bridging Vietnam – Napoli Forum Economy And Culture per celebrare i 50 anni di partenariato Italia-Vietnam”

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Il 30 gennaio 2024 è stata una giornata di celebrazione e riflessione a Napoli, con la partecipazione dell’Accademia Auge al prestigioso evento “Bridging Vietnam – Napoli Forum Economy And Culture”. L’occasione speciale ha segnato il cinquantesimo anniversario delle relazioni e del partenariato strategico tra Italia e Vietnam, un traguardo significativo che ha visto l’impegno costante di entrambi i paesi nello sviluppo di collaborazioni fruttuose. L’evento si è svolto presso il Grand Hotel Santa Lucia di Napoli, con la partecipazione e il patrocinio dell’Ambasciata del Vietnam in Italia. L’Accademia Auge, istituzione di prestigio nell’ambito dell’istruzione e della promozione culturale, ha giocato un ruolo chiave nel rendere l’occasione ancora più speciale con la sua presenza e il suo contributo. La partecipazione dell’Accademia ha offerto un’opportunità unica per approfondire la comprensione reciproca tra le due nazioni, esplorare nuove prospettive di collaborazione e consolidare i legami culturali ed economici esistenti.   La partecipazione dell’Accademia Auge al Bridging Vietnam – Napoli Forum Economy And Culture ha contribuito a rendere l’evento un momento straordinario di celebrazione, riflessione e prospettiva futura per le relazioni tra Italia e Vietnam. Con un’attenzione particolare alla collaborazione in ambito culturale ed economico, l’Accademia Auge ha confermato il suo impegno nel promuovere legami sempre più solidi e profondi tra le due nazioni.  

Ufficio Stampa Auge – Paola Biadetti

Un’Immersione Formativa Auge, nell’Analisi Finanziaria al Parlamento Europeo di Roma

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Il 25 gennaio 2024 sarà una giornata di grande importanza per gli esperti finanziari e gli appassionati del settore, grazie al Seminario Formativo Europeo Auge: “Analista Finanziario”. L’evento si terrà nella prestigiosa Sala delle Bandiere del Parlamento Europeo a Roma, promettendo una giornata ricca di conoscenze e scambi di idee. Il seminario è organizzato da Auge, nella persona del Rettore il Prof. Giuseppe Catapano, impegnato nella formazione e sviluppo professionale consolidando, la sua reputazione come punto di riferimento per la formazione avanzata nel settore finanziario.

Il seminario fornirà un approfondimento nel mondo dell’analisi finanziaria, affrontando temi cruciali come Investimenti e disinvestimenti, le nuove opportunità sui metalli preziosi, tutela del patrimonio. I partecipanti avranno l’opportunità di arricchire le proprie competenze e acquisire una comprensione più approfondita dei meccanismi finanziari. Il seminario vedrà la partecipazione di ospiti d’onore, numerosi onorevoli arricchiranno il seminario con la loro presenza, contribuendo a creare un ambiente di dibattito stimolante e informativo. L’evento è in collaborazione con Inprofin Impresa, Implea Mutua e Kredias e sarà ampiamente coperto dai media, con LaNotteQuotidiano, SkupMagazine.it e Dive&Divi Tv Production, Italia2tv, come media partner ufficiali che assicureranno una diffusione capillare delle informazioni e una copertura mediatica completa dell’evento. Il seminario è aperto a professionisti del settore finanziario, studenti e appassionati del mondo economico e rappresenta un’opportunità unica, come evento di riferimento nel settore, che dimostra l’impegno collettivo nel promuovere la formazione di professionisti altamente qualificati per affrontare le sfide future.

Ufficio Stampa Auge Paola Biadetti

Auge, partecipa all’evento “Il Barocco, linguaggio fotografico contemporaneo” a Napoli

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Nella Foto: Da sinistra: Dott. Mariarosaria Rusciano- tesoriere Auge, Avv. Gennaro Famiglietti

Nel contesto artistico e culturale di Napoli, un evento di particolare rilevanza ha avuto luogo presso l’Istituto di Cultura Meridionale: “Il Barocco, linguaggio fotografico contemporaneo”. L’evento è stato curato dal Prof. Enzo Ruju, e ha visto la partecipazione della Dott.ssa Mariarosaria Rusciano, Tesoriere Auge, (In foto con l’Avv. Gennaro Famiglietti Console Onorario di Bulgaria e Presidente dell’Istituto di Cultura Meridionale) in rappresentanza del Rettore, il Prof. Giuseppe Catapano. Questa sinergia tra istituzioni accademiche e l’ambiente culturale locale ha creato uno spazio unico per esplorare la connessione tra il barocco e la fotografia contemporanea. L’Istituto di Cultura Meridionale, situato nel cuore di Napoli, ha offerto la cornice ideale per un dialogo tra passato e presente. Il barocco, un periodo artistico caratterizzato da forme elaborate, giochi di luce e una profonda espressione emotiva, ha trovato una nuova vita attraverso l’obiettivo dei fotografi contemporanei. La partecipazione della Dott.ssa Mariarosa Rusciano, Tesoriere Auge, ha sottolineato l’impegno dell’Università nel promuovere la cultura e la creatività. La collaborazione tra istituzioni accademiche e culturali ha aperto nuovi orizzonti per la comprensione e l’apprezzamento delle arti, consolidando Napoli come un centro vitale per l’innovazione artistica e culturale. 

Elevare la Comunicazione: Un Focus sull’Ufficio Stampa Auge

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Nella Foto: Prof. Avv. Giuseppe Catapano

14 Gennaio 2024 – L’Ufficio Stampa dell’Accademia Auge è lieto di condividere con il pubblico sei mesi straordinari di successi e collaborazioni significative sotto la guida del Rettore, il Prof. Giuseppe Catapano, che mi ha affidato l’incarico nel giugno 2023.
Uno dei momenti più significativi di questo periodo è stata la Nomina Onoraria dei Senatori Accademici per lo sviluppo culturale e sociale dell’Auge in Ecuador, Egitto e Macedonia. Questo riconoscimento ha sottolineato l’impegno dell’Accademia nel promuovere la cultura e la formazione a livello internazionale. Altrettanto importante è stato il consolidamento dei rapporti con l’Ambasciata di Haiti attraverso la firma di protocolli d’intesa. Questi accordi testimoniano l’impegno dell’Auge nel favorire la cooperazione internazionale e promuovere lo scambio culturale. Con il Ministro di Capo Verde in Italia: Una Missione Culturale tra Capo Verde e l’Italia per il Diffondere delle Qualifiche Professionali EQF. Le Alleanze Prestigiose sono state un altro pilastro di questi sei mesi, con particolare enfasi sul successo ottenuto insieme ad Ancot negli incontri sul tema “Tributarista, una professione in evoluzione”. Questi eventi hanno contribuito a consolidare la reputazione dell’Accademia come centro di eccellenza nell’analisi e nella promozione delle professioni in evoluzione. La collaborazione tra l’Accademia Auge e Giovani Europei Magazine ha rappresentato un importante passo avanti nella promozione della cultura e della formazione. La presenza del Rettore dell’Accademia Auge alla 14ª edizione del Premio Internazionale Spoleto Festival Art Arte e del Premio Letteratura 2023 con la Cartolina Celebrativa dedicata all’Accademia Auge che ha evidenziato l’impegno dell’Accademia nel sostenere eventi culturali di rilievo internazionale.  Così come all’Ambasciata di Bulgaria per la Biennale di Artemidia. Nel corso di questi sei mesi, ho condotte interviste ai Presidi delle Facoltà dell’Auge, offrendo uno sguardo approfondito sulla visione e le iniziative delle singole discipline accademiche. Altresì, l’Open Day tra Accademia Auge e MenottiArtFestival al Parlamento Europeo di Roma per promuovere l’Arte e la Cultura. “Il Pagellone”, la Guida Essenziale per il Successo Accademico Auge e Professionale, è stato presentato con grande successo durante questi sei mesi, fornendo un prezioso strumento per la crescita accademica e professionale.
Infine, la partecipazione alla presentazione di libri e all’Evento Esclusivo e Riservato alla Sala della Loggia del Castel Novo Maschio Angioino “Buon Compleanno Napoli”. Questo evento ha celebrato non solo il successo dell’Accademia nella persona del Rettore il Prof. Giuseppe Catapano, ma anche il suo profondo legame con la comunità locale. L’Ufficio Stampa dell’Accademia Auge guarda al futuro con entusiasmo, continuando a coltivare relazioni significative e a promuovere l’eccellenza accademica e professionale.

Ufficio stampa Auge – Paola Biadetti

L’Accademia Auge da Record: Inizio Anno Tra Nomine Senatoriali e Alleanze Prestigiose

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L’Accademia Auge da Record: Inizio Anno Tra Nomine Senatoriali e Alleanze Prestigiose Un inizio d’anno scintillante per l’Accademia Auge, con un susseguirsi di eventi di grande risonanza e importanza. L’ufficio stampa dell’Accademia ha recentemente annunciato una serie di nomine di senatori accademici, consolidando ulteriormente il prestigio e l’influenza di questa istituzione nel panorama culturale e accademico.   L’Accademia Auge, da sempre impegnata nella promozione e valorizzazione della cultura e dell’istruzione, ha accolto con entusiasmo i nuovi membri del Senato Accademico. Le nomine, caratterizzate da una selezione attenta e scrupolosa, mirano a garantire una rappresentanza diversificata e di altissimo livello in vari settori. Tale iniziativa non solo conferma l’impegno costante dell’Accademia nella ricerca dell’eccellenza, ma contribuisce anche a rafforzare il suo ruolo come punto di riferimento nel mondo accademico internazionale.   In parallelo alle nomine senatoriali, l’Accademia Auge ha stretto nuovi e significativi protocolli d’intesa. Queste partnership strategiche si propongono di favorire la collaborazione tra l’Accademia e istituzioni di rilievo. Altresì, la presenza attiva di Auge al Menotti Art Festival Spoleto e la collaborazione con Giovani Europei Magazine hanno rappresentato opportunità uniche di networking e visibilità. L’ufficio stampa ha documentato queste esperienze, evidenziando la partecipazione di Auge a eventi culturali e l’interazione con altre realtà creative e accademiche, promuovendo così la diversità e l’interdisciplinarietà. Ha intensificato le proprie attività di networking, consolidando rapporti con Ancont, dove sono stati presentati ricerche e progetti di eccellenza.   Un altro momento di grande prestigio è stato rappresentato dalla presenza dell’Accademia al Premio Nobel per la Pace ad Oslo. L’ufficio stampa ha catturato l’attenzione sul coinvolgimento di Auge in questo evento internazionale di grande risonanza, sottolineando l’impegno dell’istituzione nei confronti dei valori di pace, dialogo e cooperazione internazionale.   L’anno appena iniziato si configura come un capitolo promettente per Auge. Con nomine di senatori accademici, protocolli d’intesa, collaborazioni di prestigio e partecipazioni a eventi internazionali, Auge continua a perseguire la sua missione di promuovere la conoscenza, la ricerca e la cultura in un contesto globale sempre più interconnesso. Tutto questo sul nostro sito https://accademiauge.com/

Ufficio Stampa Auge Paola Biadetti

Natale Conta!

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A cura del Prof.Avv. Giuseppe Catapano

Gesù non è nato e poi morto. È nato per rimanere con noi nella Chiesa. C’è un’umanità nuova che Dio fa nascere per noi

Come ogni anno, la recita di Natale è venuta benissimo. Ognuno ha interpretato il proprio ruolo alla perfezione: dal negoziante che ha venduto i regali alle cene sociali, dai piccoli gesti di solidarietà fino agli immancabili messaggi d’auguri.Ogni cosa ha concorso – meravigliosamente – a far dimenticare il festeggiato e il motivo della festa.Natale va così: ci carichiamo talmente di tante cose  che il contenuto della festa  – scompare, annega.Eppure, la ricorrenza  cristiana  ha uno scopo preciso : scoprire qualcosa di più su Cristo.E questa scoperta non è scritta , ma accade nella storia. Quel bambino è ancora oggi una presenza viva, ogni istante, conoscerlo un po’ di più. Il Natale, dunque, o avviene in un rapporto – nel rapporto con Lui – oppure è solo una grande abbuffata, intrisa di molti moralismi, prima della sbornia di Capodanno.
Il vangelo che la Chiesa fa leggere  inizia raccontando l’ordine di Augusto di effettuare un censimento di tutta la terra. È bene ricordare che i testi biblici non sono soltanto resoconti storici, ma – nell’esegesi dei Padri della Chiesa – diventano spesso testi da leggere a un livello più profondo, quasi piccoli midrash ebraici. La terra, nell’Antico Testamento, è spesso associata al desiderio dell’uomo. Censire il desiderio dell’uomo significa misurarlo, renderlo finito. Il racconto della nascita di Gesù prende le mosse da un potere che intende definire e delimitare il desiderio dell’Io. Siccome il desiderio che io sia amato è troppo grande, siccome il desiderio che l’umanità pratichi la giustizia è troppo grande, siccome il desiderio di vivere secondo verità è troppo grande, allora il potere degli uomini si incarica di ridurre quel desiderio, trasformando la vita in una somma di piccoli obiettivi da raggiungere: al posto dell’Infinito, la perdita di peso, la nuova casa, la laurea, la media del 9, il successo. E tutto questo accade “quando Quirinio era governatore della Siria”. Publio Sulpicio Quirinio era un homo novus, uno che non c’entrava niente con il sistema aristocratico del potere repubblicano.È interessante e singolare: spesso nella storia, quando qualcosa di nuovo arriva al potere e si mostra come il futuro – la rivoluzione che tutti attendono – questo “nuovo Messia” (che può essere oggi la tecnologia o i nuovi media) chiede sempre in cambio una cosa: che il desiderio umano sia ridotto, circoscritto. E, commenta il vangelo, tutti erano in viaggio per adempiere a quella richiesta. Il quadro è quindi emblematico: c’è un’umanità che sta riducendo il proprio desiderio umano, che accetta un potere che la tolga dalla posizione vertiginosa dell’attesa del cuore.

Ma, accanto a questa umanità, c’è qualcun altro: Giuseppe. Giuseppe è l’ultimo discendente di Davide, è quel che resta del popolo di Israele, e inizialmente sembra che anche lui faccia lo stesso viaggio. Il racconto, però, ci dice che lui fa un’altra cosa: sale verso Gerusalemme. La città santa degli ebrei non era soltanto un luogo geografico: essa rappresentava il cuore umano. Non si tratta qui di una rappresentazione psicologica del cuore, ma sacra: Gerusalemme è il cuore umano toccato da Dio. Mentre tutti sono in viaggio per delimitare il loro desiderio, Giuseppe è in viaggio verso il cuore di quel desiderio. E questo viaggio avviene con meta Betlemme e insieme a Maria, ossia dentro una grande attesa – Betlemme è il simbolo della promessa fatta alla casa di Davide – e con un mistero. Maria, infatti, è la sposa misteriosa di Giuseppe, la donna che ha rivelato al marito di attendere un figlio dallo Spirito Santo.

Ecco tratteggiato l’altro viaggio che Dio suscita mentre tutti sono diretti a farsi censire: Egli desta la storia di un uomo che si dirige verso il proprio cuore, che non riduce la propria umanità, ma la guarda fino in fondo, consapevole della promessa che gli è stata fatta e del mistero che lo circonda. È commovente come il vangelo dica che questa condizione di apertura totale alla promessa e al mistero diventi il luogo dove si compiono i giorni del parto. È lì che nasce un’umanità nuova, non più figlia di un desiderio ridotto, ma dell’attesa infinita del nostro Io e del mistero di Dio. Cristo emerge come il punto dove la domanda inesauribile dell’uomo incontra il Mistero, dove il Mistero diventa compagnia, diventa amicizia, diventa presenza. Da adesso la vita non sarà “tutta rose e fiori”, ma – questo è il Natale! – smetterà di essere abbandonata a se stessa. L’amore non sarà più in balia di sé, l’amicizia non sarà più in balia di sé, il dolore o la delusione non saranno più emozioni senza motivo, ma tutto potrà trovare senso nel rapporto con quel bambino.

Il colpo di scena finale è, tuttavia, ancor più incredibile. Quando il bambino nasce, Maria lo avvolge in fasce. Sono le fasce della croce, le fasce in cui si avvolgono i morti. Quel bambino non è un mago, ma è l’inizio di un cammino. Un cammino dove si piangerà, dove si faticherà, dove a volte non si capirà niente. Tuttavia, è un cammino. Infine “lo depose nella mangiatoia”. San Francesco, 800 anni fa, volendo riprodurre la natività, chiese soltanto una mangiatoia. Perché la mangiatoia è la Chiesa, la mangiatoia è l’altare dell’Eucaristia. Quel bambino non è nato e poi morto. Quel bambino è nato per rimanere con noi nella Chiesa. C’è un’umanità nuova che Dio fa nascere per noi, un’umanità che prende sul serio tutto quello che siamo, che è compagnia, che è cammino e che resta accanto a noi nei volti vivi della Chiesa e nel sacramento dell’Eucaristia.

Il giorno di Natale, che dura ben otto giorni, ci è dato per entrare di più dentro questo mistero, per diventare di più amici di quel bambino. Non importa come abbiamo vissuto fino a oggi, non importa la nostra distrazione, non importa se la recita cui tutti partecipano in questi giorni ci aveva allontanato dalla percezione della festa. Quello che conta è che Lui c’è. E che, senza alcun nostro merito, ha preso la decisione più inaudita e ostinata della storia. Quella di aspettarci e di volerci incontrare. Alla libertà di ciascuno spetta solo lo spazio di una risposta. Buon Natale, amici!

Il prof Luca Filipponi e lo Spoleto Meeting Art al Premio Nobel per la Pace ad Oslo

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Nella Foto: Prof. Giuseppe Catapano

Impegno internazionale per lo Spoleto Meeting Art , l’Accademia Universitaria Auge ed il prof Luca Filipponi che è stato relatore nella importante manifestazione internazionale del premio Nobel  e sarà anche membro permanente di alcune commissioni nell’ambito dell’organizzazione dei Nobel. Il 10 dicembre si è svolto ad Oslo ( Norvegia) il premio Nobel per la pace che nella edizione 2023 è stato assegnato alla  signora iraniana Narges Mohammadi, attualmente in carcere in Iran in seguito alle manifestazioni per i diritti umani e per i diritti di genere. La manifestazione si è svolta presso il Municipio di Oslo (In foto) nell’ambito della quale il prof Luca Filipponi ha svolto delle attività ed ha relazionato per alcuni atenei italiani tra i quali l’Accademia Auge del prof Giuseppe Catapano e del prof Cesare Cilvini, lo stesso Filipponi ha incontrato delle persone e giornalisti molti vicini alla premiata che hanno consegnato il discorso scritto dal carcere dall’attivista iraniana ed hanno autorizzato lo scrittore e giornalista spoletino a pubblicare un estratto di questo discorso sul prossimo libro in Uscita “Ideario per una nuova Europa” prevista per febbraio 2024. Nel frattempo Filipponi ha partecipato all’ambasciata di Haiti a Roma ad un incontro per un progetto di cooperazione universitaria con l’Accademia Auge ed il Menotti Art Festival Spoleto, nella giornata del 15 dicembre partecipa come relatore ad un seminario a Napoli presso il Comune al quale è prevista la presenza ed il saluto del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, mentre in questo fine settimana parteciperà al premio Alghero Donna organizzato dalla giornalista e scrittrice Neria de Giovanni nel quale Luca Filipponi è uno degli Invitati Speciali. ASpoleto in via della sallara vecchia 21 al caffè letterario del sansi è in corso la mostra evento su i grandi maestri del 20° secolo a cura di Luca Filipponi e Paola Biadetti in collaborazione con l’Associazione culturale Montemarte di Terni.

“Buon Compleanno Napoli”

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“Buon Compleanno Napoli”:  Il 15 dicembre 2023, la città di Napoli sarà al centro di un evento straordinario e privato: “Buon Compleanno Napoli”. L’occasione, che si terrà nella suggestiva Sala della Loggia del Castel Novo Maschio Angioino, sarà caratterizzata dalla presenza di eminenti personalità delle istituzioni, rendendo l’evento un momento di grande importanza sociale e politica. Un elemento distintivo di questo evento sarà l’incontro accademico Auge internazionale di arte e spettacolo come strumento di Pace e Internazionalizzazione. Auge, che significa “luce” in latino, simboleggia la luce della conoscenza e della cultura che si diffonde. 
La scelta della Sala della Loggia, all’interno del Castel Novo Maschio Angioino, non è casuale. Questo imponente castello medievale, simbolo della storia e della cultura di Napoli, sarà il palcoscenico perfetto per un evento così prestigioso. L’atmosfera magica e l’architettura unica della sala creeranno un contesto esclusivo per celebrare il compleanno della città. 
“Buon Compleanno Napoli” si preannuncia come un momento unico e irripetibile, in cui la storia, la cultura e la politica si fonderanno in un abbraccio celebrativo. La presenza delle istituzioni, l’incontro accademico Auge e la cornice suggestiva della Sala della Loggia renderanno questa celebrazione indimenticabile, contribuendo a rafforzare il legame speciale che Napoli ha con il suo passato, il suo presente e il suo futuro. 
Ufficio Stampa Auge Paola Biadetti

Il Successo di Auge con Ancot.Prossimo appuntamento a Firenze

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Il Successo di Auge con Ancot: Prossimo appuntamento a Firenze sul tema “Tributarista, una professione in evoluzione”.
Dopo il successo degli eventi tenuti a Torino e Bologna, Auge con Ancot si prepara per il prossimo appuntamento a Firenze, fissato per il 14 dicembre. Presso l’Hotel Mirò, Calenzano, dalle ore 9 alle 13. L’evento, centrato sul tema “Tributarista, una professione in evoluzione”, ha catturato l’interesse e la partecipazione di professionisti del settore. La scelta del tema “Tributarista, una professione in evoluzione” riflette l’importanza di comprendere le sfide e le opportunità che caratterizzano il lavoro di coloro che operano nel campo tributario. Le nuove normative fiscali, i cambiamenti economici e tecnologici pongono nuove sfide, richiedendo una costante evoluzione delle competenze professionali. Il successo di Auge con Ancot è una testimonianza della crescente importanza di eventi formativi focalizzati su professioni specifiche, come quella del tributarista. Il prossimo appuntamento a Firenze promette di essere un’occasione unica per arricchire le proprie competenze, confrontarsi con colleghi e rimanere aggiornati su tematiche cruciali nel contesto fiscale odierno. Non perdete l’opportunità di essere parte di questa straordinaria esperienza formativa.

Ufficio Stampa Auge Paola Baidetti

AUGE e la Repubblica di Haiti firmano un protocollo d’Intesa

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AUGE e la Repubblica di Haiti firmano un protocollo d’Intesa per una partnership di Eccellenza nella Formazione Internazionale.
Accademia Universitaria Studi Giuridici Europei “AUGE” è lieta di annunciare la firma di un importante Protocollo d’Intesa con la Repubblica di Haiti. La cerimonia ufficiale avrà luogo il 13 dicembre 2023 presso la sede dell’Ambasciata della Repubblica di Haiti in Italia, con la partecipazione del Rettore Prof. Avv. Giuseppe Catapano, in rappresentanza dell’Accademia, e S.E. Emmanuel Charles, Ministro Ambasciatore rappresentante permanente presso la FAO – PAM e FIDA, a rappresentare la Repubblica di Haiti. Questo accordo segna un passo significativo verso lo sviluppo delle relazioni internazionali nel settore dell’istruzione superiore e della formazione. L’Accademia Universitaria Studi Giuridici Europei “AUGE” e la Repubblica di Haiti uniranno le forze per promuovere l’eccellenza accademica e la cooperazione internazionale, con un focus particolare sull’arricchimento dell’offerta di servizi di formazione. Il Rettore Prof. Avv. Giuseppe Catapano ha dichiarato: “Siamo entusiasti di intraprendere questa collaborazione strategica con la Repubblica di Haiti. Questo protocollo d’intesa apre la strada a una sinergia che porterà benefici tangibili alla comunità di entrambe le parti. La condivisione di conoscenze e risorse contribuirà a rafforzare la qualità dell’istruzione superiore offerta.”La cerimonia di firma del protocollo d’intesa rappresenta un momento significativo nella cooperazione tra Accademia Universitaria Studi Giuridici Europei “AUGE” e la Repubblica di Haiti, aprendo nuove opportunità per lo sviluppo accademico e la crescita professionale.

Ufficio Stampa AUGE Paola Biadetti

Quotidiani internazionali per un progetto di comunicatività

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A cura di Ionela Polinciuc


Il 6 dicembre scorso, presso la sede dell’Apollonia Tv in Iasi Romania, la redazione ‘’LaNotte’’ diretta dalla caporedattrice Ionela Polinciuc, insieme al Direttore del quotidiano Prof. Luca Filipponi per uno scambio di proposte con la nuova rivista di scienza ‘’International Journal Of Communication Research’’ rappresentata da Prof. Vasile Burlui, Prof.ssa. Alexandra Gheorghiu, Prof. Mirel Dumitru Popa, Proff.ssa Cristina Emanuela Dascalu.
L’obiettivo dell’incontro ha messo in evidenza una dimensione fondamentale e impressionante, gettando luce su vari ambiti del mondo della comunicazione. ‘’Formazione attraverso l’informazione’’. Slogan che ‘’La notte’’, partner dell’Accademia Universitaria Auge ha condiviso appieno nel diffondere la comunicatività europea ed internazionale della conoscenza e della formazione attraverso l’informazione. ‘’Informare per globalizzare’’ come ribadisce spesso il Prof. Avv. Giuseppe Catapano, rettore Auge.
Durante l’incontro, il Prof. Univ. Vasile Burlui – Direttore dell’Apollonia Tv con la sua nuova rivista di scienza ‘’International Journal Of Communication Research’’ insieme alla redazione ‘’Lanotte’’ hanno preso l’impegno di fare strada a tutti coloro che sono interessati alle ultime ricerche e acquisizioni dall’affascinante e spettacolare mondo della comunicazione. Un progetto che partirà il prossimo 29 febbraio a Iasi, con lo scopo di formazione delle nuove realtà dei nuovi giovani. Un progetto formativo di alto spessore che vede impegnate testate giornalistiche europee ed italiane dalla Romania e giovani studenti iscritti alla Facoltà delle Scienze della Comunicazione e Giornalismo.
Per dare importanza al lavoro reciproco che si svolge, il 29 febbraio, presso la sede dell’Apollonia Tv, ci sarà anche la premiazione tra gli iscritti all’Università Apollonia e gli iscritti del prestigioso Ateneo Auge. Le due testate giornalistiche, con la loro ampia gamma e il loro acuto nel clima della comunicazione, hanno spinto rettori delle università internazionali ad aderire al fiorente, dinamico e affascinante dibattito che si svolgerà su scala internazionale dal 29 febbraio al primo marzo 2024 nella sede dell’Università Apollonia. L’evento riguarderà i modi in cui è possibile comunicare in modo intelligibile, veloce, convincente ed efficiente il più possibile.

Nella Foto: Da sinistra: Prof. Popa Mirel Dumitru, Giudice Prof. Angelo Turco, Prof. Univ. Vasile Burlui, Prof. Luca Filipponi – direttore Quotidiano ”La notte”, Prof.Avv. Giuseppe Catapano – rettore Auge.
Nella Foto: Da sinistra: Prof. Luca Filipponi- Direttore Quotidiano ”La Notte”, Prof.Avv. Giuseppe Catapano
Nella Foto: Prof. univ. Vasile Burlui
Nella Foto: Da sinistra: Prof. Mirel Dumitru Popa, Ionela Polinciuc, Giudice prof. Angelo turco, Prof.ssa Cristina Emanuela Dascalu, Prof. Luca Filipponi – direttore Quotidiano ”LA NOTTE”
Nella Foto: Da sinistra: Prof. Luca Filipponi – Direttore Quotidiano ”La notte”, Prof.ssa Simona Stancu, Prof. Avv. Giuseppe Catapano
Nella Foto: Da sinistra: Prof.ssa Cristina Emanuela Dascalu, Prof. Luca Filipponi – direttore Quotidiano ”La Notte”

La Pastorale della Salute nella Diocesi di Nola: Un Impegno per la Cura Integrale dell’Uomo

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La Pastorale della Salute, guidata dal Direttore Don Carlo Giuliano, rappresenta un pilastro fondamentale all’interno della Diocesi di Nola. In un contesto in cui la cura della vita e il benessere spirituale si intrecciano, l’iniziativa si propone di affrontare le sfide contemporanee legate alla salute attraverso un approccio pastorale e formativo. L’8 dicembre, si è tenuto un significativo “Incontro di Formazione Pastorale” che ha focalizzato la sua attenzione sulla prevenzione, la cura e la formazione. L’evento ha ricevuto il patrocinio di Auge e il Ministero della Salute della Regione Campania, evidenziando la rilevanza e l’urgenza delle tematiche affrontate. La collaborazione tra istituzioni religiose e organi governativi indica un impegno concreto per affrontare le sfide sanitarie della comunità. La Pastorale della Salute si concentra su iniziative preventive, promuovendo stili di vita sani e pratiche che preservano il benessere individuale e collettivo. La Pastorale della Salute nella Diocesi di Nola, sotto la guida di Don Carlo Giuliano, si pone come un esempio di impegno concreto per la cura integrale dell’uomo. L’incontro di formazione pastorale, con il patrocinio di Auge, ha evidenziato l’importanza di unire le forze per affrontare le sfide sanitarie attuali, promuovendo una visione completa della salute che abbracci corpo, mente e spirito.

Ufficio Stampa Auge Paola Biadetti  

Il Successo di Auge con Ancot: Tappe a Torino e Bologna nel Percorso verso la Nuova Frontiera del Tributarista”

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Il mondo della fiscalità è in costante evoluzione, e la figura del tributarista assume un ruolo sempre più centrale nella gestione delle questioni fiscali complesse. In questo contesto, Auge con Ancot ha organizzato due tappe fondamentali a Torino e Bologna, coinvolgendo il Prof. Cilvini e riscuotendo un notevole successo di partecipazione. 
L’evento, incentrato sul tema “Tributarista, una professione in evoluzione”, ha visto la partecipazione attiva di numerosi giovani interessati a intraprendere il percorso verso la nuova qualifica di tecnico esperto fiscale. Il Prof. Cilvini, , ha contribuito con la sua esperienza e competenza. 
La presenza di un pubblico giovane e motivato ha evidenziato l’interesse crescente verso la qualifica EQF proposta da Auge con Ancot. Questa qualifica, valida per tutti i paesi europei e oltre, rappresenta un passo significativo verso l’armonizzazione delle competenze nel campo fiscale a livello internazionale. 
Durante le tappe di Torino e Bologna, sono emersi numerosi punti chiave riguardo al percorso formativo proposto da Auge con Ancot. La prossima tappa, si terrà il 14 dicembre a Firenze. Questo appuntamento si preannuncia come un’opportunità imperdibile per coloro che desiderano approfondire le proprie competenze nel campo fiscale e ottenere una qualifica riconosciuta a livello europeo. 
Le tappe di Torino e Bologna di Auge con Ancot hanno confermato il crescente interesse verso la figura del tributarista e la sua evoluzione nel contesto attuale. La partecipazione attiva, soprattutto da parte dei giovani, testimonia la volontà di investire nella propria formazione e di abbracciare una professione in continua trasformazione. La prossima tappa a Firenze si preannuncia come un ulteriore passo verso la costruzione di una comunità di professionisti preparati ed equamente riconosciuti a livello internazionale.

Ufficio Stampa Auge Paola Biadetti

Educazione, Cultura e Collaborazione Internazionale: La Missione dell’Accademia AUGE all’Università Apollonia di IAȘI

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L’Accademia AUGE, guidata dal Rettore Prof. Avv. Giuseppe Catapano, insieme al Senato Accademico rappresentato dal Prof. Luca Filipponi e dal Presidente Prof. Cesare Cilvini, sta svolgendo una missione significativa presso l’Università Apollonia di IAȘI in Romania. Il 6 dicembre, ha visto la presentazione del libro “Un’Europa in Utile” scritto da Luca Filipponi e Giuseppe Catapano, recentemente tradotto in rumeno dalla Professoressa Simona Stancu. Il Prof. Avv. Giuseppe Catapano, Rettore dell’Accademia AUGE, è un visionario impegnato nella promozione dell’istruzione superiore e della cooperazione internazionale. La sua guida ha ispirato l’Accademia a svolgere un ruolo chiave nella ricerca accademica e nell’innovazione. Il Prof. Luca Filipponi, membro del Senato Accademico Auge, insieme al Presidente Prof. Cesare Cilvini, ha contribuito a plasmare la visione e la direzione dell’Accademia. La loro esperienza e competenza hanno reso possibile il raggiungimento degli obiettivi accademici dell’Accademia AUGE. Il 6 dicembre è stato un giorno significativo, poiché ha visto la presentazione del libro “Un’Europa in Utile” scritto da Luca Filipponi e Giuseppe Catapano. Il libro offre una prospettiva unica sull’Europa e le sfide contemporanee, proponendo soluzioni innovative e pratiche. La diffusione della conoscenza attraverso le barriere linguistiche è essenziale per una comprensione globale. La Professoressa Simona Stancu ha svolto un ruolo cruciale traducendo il libro in rumeno, contribuendo così a rendere il contenuto accessibile a un pubblico più ampio. L’Accademia AUGE ha esteso la sua missione all’Università Apollonia di IAȘI in Romania, impegnandosi nella creazione di partenariati accademici, lo scambio di conoscenze e la promozione della cultura della ricerca. Questa collaborazione testimonia l’impegno dell’Accademia nel favorire un ambiente accademico inclusivo e globale. La missione dell’Accademia AUGE presso l’Università Apollonia di IAȘI è un esempio di impegno verso l’eccellenza accademica, la collaborazione internazionale e la diffusione della conoscenza. L’ Università di Iași (in rumeno Universitatea din Iași), è un ateneo statale che ha sede della città di Iași, in Romania, rappresentata dal Rettore e Presidente prof Vasile Burlui, è un partner chiave in questa missione congiunta. La collaborazione mira a creare opportunità di scambio culturale e accademico tra le due istituzioni, promuovendo la diversità e l’arricchimento reciproco. La presentazione del libro “Un’Europa in Utile” e la sua traduzione in rumeno rappresentano un passo significativo verso la condivisione di idee e soluzioni per costruire un futuro migliore. L’Accademia AUGE continua a essere un faro di ispirazione per la comunità accademica e oltre, sostenendo la missione di formare menti illuminate e responsabili.

Ufficio Stampa Auge Paola Biadetti  

L’Europa in Utile piace in versione rumena

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A cura del Prof. Luca Filipponi

Doppio importante evento per il Menotti Art Festival Spoleto e l’Accademia Auge in Romania che ha visto siglare il gemellaggio con l’università Apollonio di Iasi (seconda città e polo universitario della Romania).

L’Ateneo Auge italiano è stato rappresentato dal Rettore prof. Avv. Giuseppe Catapano, 

da Cesare Cilvini, da Angelo Turco, da Luca Filipponi il triplice veste di presidente del Menotti Art Festival Spoleto, di Docente Auge, di autore del libro l’Europa in Utile. Lo stesso libro di Filipponi e Catapano è stato tradotto in rumeno dalla professoressa Simona Stancu e sarà adottato come libro di testo in queste università rumene ed altri centri di formazione collegati. 

Nella mattina del 6 dicembre è stato presentato il libro presso l’ateneo con il magnifico rettore Vasile Borlui, mentre nel pomeriggio del 6 è stata fatta la presentazione del volume nella TV nazionale rumena (in foto Catapano Filipponi il rettore Burlui Vasile al centro) insieme ad altri docenti. 

Soddisfatti del viaggio a Iasi Catapano Filipponi Cilvini: ” il libro tradotto, i seminari e la straordinaria accoglienza sono solo l’inizio di una cooperazione universitaria che prevede già da febbraio 2024 master ed altre attività didattiche e formative tra gli atenei romani e rumeni”

Un legame Accademico globale: La Nomina Onoraria dei Senatori Accademici per lo sviluppo culturale e sociale dell’Auge in Ecuador, Egitto e Macedonia

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Negli ultimi anni, il mondo ha assistito a un crescente impegno da parte di figure diplomatiche nel promuovere attività culturali e sociali, cercando di costruire ponti tra nazioni e promuovere una comprensione reciproca.   In questo contesto, la nomina di Senatori Accademici Onorari si è rivelata una strategia innovativa per rafforzare la cooperazione e l’interscambio culturale. In particolare, spiccano le recenti nomine in Ecuador, Egitto, e Macedonia, dove il Ministro Consigliere Plan Patricio Troja Suárez, il Console Hazem Elshorbagy, e il Ministro Consigliere Zvonimir Popovikj .   Il Ministro Consigliere Plan Patricio Troja Suárez è stato nominato Senatore Accademico Onorario presso l’Ambasciata dell’Ecuador, con l’obiettivo di promuovere il dialogo interculturale e rafforzare i legami tra l’Italia e l’Ecuador. La sua nomina rappresenta un passo significativo nella costruzione di un ponte tra le due nazioni attraverso l’istruzione e la cultura.   Il Console Hazem Elshorbagy (Egitto), con la sua lunga esperienza e profonda conoscenza della cultura egiziana, è stato nominato Senatore Accademico Onorario. La sua nomina sottolinea l’importanza di costruire legami più stretti tra l’Italia e l’Egitto attraverso iniziative culturali e sociali.   Il Ministro Consigliere Zvonimir Popovikj nominato Senatore Accademico Onorario presso l’Ambasciata della Macedonia del Nord, ha manifestato il suo impegno nel potenziare i legami accademici, facilitando scambi culturali e promuovendo progetti congiunti. Le nomine di Senatori Accademici Onorari in Ecuador, Egitto, e Macedonia rappresentano un’innovativa strategia diplomatica per sviluppare attività culturali e sociali. E, non solo rafforza il ruolo dell’Auge nel panorama accademico internazionale ma promuove anche una visione globale dell’istruzione e dello sviluppo. Attraverso la collaborazione, l’Auge sta plasmando il futuro dell’educazione e contribuendo all’arricchimento culturale e sociale di nazioni distanti ma unite dalla ricerca della conoscenza e della comprensione reciproca. Ufficio Stampa Auge Paola Biadetti 

 

Il Rettore Auge, Prof. Giuseppe Catapano, torna in Umbria dopo un viaggio in Sicilia

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Il 25 novembre 2023 è stato un giorno bello per Monteleone di Spoleto, con il ritorno del Rettore Auge, il Prof. Giuseppe Catapano, dalla sua partecipazione in Sicilia. L’evento ha attirato l’attenzione di molti, con la presentazione del libro “Amore Elettrico” di Benedetto Mangiavillano e una serata impreziosita dalla presenza del Rettore, del Sindaco Marisa Angelini, dal Prof. Luca Filipponi Presidente Menotti Art Festival e di altri illustri ospiti. L’atmosfera vibrante e carica di emozioni ha creato uno scenario perfetto per il libro di Mangiavillano, con il Rettore Auge che ha condiviso le sue riflessioni sul libro e sull’importanza di eventi culturali come questo per arricchire la vita. La presentazione del libro non è stata l’unico motivo per cui il Prof. Catapano ha fatto ritorno in Umbria; la serata è stata anche arricchita dall’evento SpoletoMeetingArt Show, a cura del Prof. Luca Filipponi. Questo spettacolo artistico ha aggiunto un tocco di magia all’intera serata, celebrando l’arte in tutte le sue forme. Il Prof. Luca Filipponi, che curava l’evento, non solo ha reso omaggio all’arte, ma ha anche festeggiato il suo compleanno. L’occasione ha reso l’atmosfera ancora più festosa, creando un’opportunità di celebrare insieme la cultura, l’arte e la vita stessa. La presentazione del libro “Amore Elettrico”, l’evento SpoletoMeetingArt Show e la festa per il compleanno del Prof. Luca Filipponi hanno unito tutti in una celebrazione di cultura, arte e vita. 
Ufficio Stampa Auge Paola Biadetti

Il Rettore Auge Prof. Giuseppe Catapano partecipa con entusiasmo agli Incontri in Sicilia su “TRIBUTARISTA, UNA PROFESSIONE IN EVOLUZIONE” in collaborazione con A.N.C.O.T.

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Il Rettore Auge Prof. Giuseppe Catapano partecipa con entusiasmo agli Incontri in Sicilia su “TRIBUTARISTA, UNA PROFESSIONE IN EVOLUZIONE” in collaborazione con A.N.C.O.T.   Il Rettore Auge, il Prof. Giuseppe Catapano, ha partecipato con grande interesse agli incontri in Sicilia dedicati al tema “TRIBUTARISTA, UNA PROFESSIONE IN EVOLUZIONE”. Questi incontri, svoltisi il 24 novembre a Catania e il 25 a Palermo, hanno offerto un’opportunità unica per discutere delle nuove dinamiche e delle prospettive della professione tributaria. La collaborazione tra il Rettore Auge e A.N.C.O.T. ha reso possibile questo evento di grande rilievo nel panorama professionale. I partecipanti hanno potuto beneficiare dell’esperienza e della conoscenza approfondita del Prof. Catapano, il quale ha arricchito le discussioni, portando una prospettiva accademica e professionale. Nonostante il successo degli incontri in Sicilia, l’impegno del Prof. Catapano non si ferma qui. Sono già stati programmati ulteriori incontri a Torino, Modena e Firenze nel mese di dicembre 2023. 01.12.2023 Torino presso HOTEL GENIO, corso Vittorio Emanuele II, 4702.12.2023 Modena presso HOTEL REAL FINI – BAIA DEL RE, strada Vignolese, 168414.12.2023 Firenze presso HOTEL MIRO’, via degli Olmi,7 Calenzano La scelta di estendere gli incontri in diverse città dà la possibilità a un pubblico più ampio di partecipare. L’Auge e Ancot confermano il loro impegno nella promozione della formazione continua e nella valorizzazione della figura del Perito Esperto Fiscale, contribuendo così alla crescita e al miglioramento del settore. La partecipazione agli incontri è aperta a professionisti del settore fiscale, commercialisti, consulenti tributari, avvocati e a tutti coloro interessati a consolidare le proprie competenze in ambito fiscale.   Non perdere l’opportunità di accrescere le tue competenze nel campo fiscale. Unisciti a noi per i prossimi incontri dedicati e contribuisci al tuo successo professionale

Ufficio Stampa Auge Paola Biadetti    

La rivoluzione delle ” Farfalle”.

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A cura di Luisa Russo

Il 25 novembre del 1960 morivano le sorelle Mirabal. Non a caso la data della loro dipartita, coincide con la data della ricorrenza della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne istituita dall’ Associazione delle Nazioni Unite il 17 dicembre 1999.
Patria Mercedes, Maria Minerva Argentina e Antonia Mariateresa Mirabal nacquero a Ojo de Aqua nella Repubblica Domenicana. Figlie di una famiglia benestante furono le combattenti sotto lo pseudonimo de ” Le Farfalle” contro la dittatura di Rafael Trujillo allora governatore della Repubblica Domenicana. La loro militanza politica ebbe inizio grazie a Minerva; che il 13 ottobre del 1949 durante la festa di San Cristobal organizzata da Trujillo stesso per le famiglie più ambienti, lo sfidò apertamente. Minerva e la sua amica Dulce Tejada furono le prime donne assieme ai rispettivi mariti e non che il 9 gennaio del 1960 tennero una riunione segreta per cospirare contro la dittatura, nacque così il “Movimento 14 giugno”. Entrarono a far parte del segreto gruppo dopo poco tempo, anche Patria e suo marito Pedro Gonzales. La rivolta clandestina, fu stanata dai servizi segreti di Trujillo. Furono tutti messi in carcere, e subirono le peggiori torture. Le tre sorelle furono messe in libertà, subito dopo lo scampato attentato al Presidente venezuelano Betacourt, dove si ritenne che l’unico responsabile fosse Trujillo che iniziò così, a godere di una cattiva reputazione. Da quel momento esatto il dittatore iniziò ad escogitare il suo piano per potersi così liberare definitivamente delle Mirabal. La mattina del 25 novembre del 1960 uscite dal carcere, le tre sorelle furono reperite dal loro fidato autista Rufino de la Cruz. Mentre si stavano recando a far visita ai mariti; che a loro volta per la stessa accusa si trovavano in carcere: a metà tragitto vennero fermate e fatte scendere dalla vettura, compreso l’autista. Furono tutti portati nel cuore di una piantagione di canne da zucchero, e li vennero massacrati di botte fino al loro ultimo respiro. I corpi furono rimessi nella vettura, e venne così inscenato un cattivo andamento del veicolo che aveva portato alla caduta da un dirupo. La notizia del “finto” incidente girò così velocemente che le anime in letargo di coloro che non avevano mai preso parte alla battaglia contro la dittatura si risvegliò, e tutti si scagliarono contro Trujillo ritenendolo l’unico vero responsabile dell’accaduto: che morì poi assasinato nel 1961. Adele Mirabal l’unica delle sorelle che mai venne coinvolta nella faccenda, si occupò per una vita intera dei nipoti orfani di madre. Lei stessa durante una serata dedicata alle sorelle per esorcizzare si pronunciò in questo modo: “Vissi per raccontare di loro”. Adele, detta Dedè nel 1999 pubblicò un libro dal titolo ” Vivas in su jardin”. Ne colpisce in particolare un verso “Sono ora fiori del giardino della casa museo dove rimarranno vive per sempre le mie Farfalle”.

“VIVAS NOS QUEREMOS!”: IN MESSICO LA NUOVA OPERA DI LAIKA PER DIRE BASTA ALLA VIOLENZA SULLE DONNE

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A cura di Carla Cavicchini

A pochi giorni dall’omicidio di Giulia Cecchettin e in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre), la street artist Laika si è recata a Ciudad Juarez in Messico (nota per detenere il triste primato del più alto numero di femminicidi al mondo), per realizzare la nuova opera “VIVAS NOS QUEREMOS!“. Negli ultimi trent’anni, infatti, solo a Juarez, nello stato di Chihuahua, sono state assassinate oltre 2300 donne. L’opera dell’artista è un grido di dolore e di denuncia, ricco di dettagli e riferimenti politici: ritirae una militante femminista con il volto coperto e il pugno alzato in segno di lotta, circondata da rose e da una croce rosa, per ricordare Giulia Cecchettin e “tutte coloro che a casa non sono tornate”. Sulla sua maglietta compare la celebre frase “Ni Una Mas” della poetessa Susana Chavez, divenuto sinonimo di lotta per le donne di tutto il mondo. Il braccio della donna, invece, è caratterizzato da tatuaggi che omaggiano l’organizzazione militante transfemminista italiana “Non Una di Meno” e la casa delle donne “Lucha y Siesta” di Roma, che in 15 anni ha ospitato oltre 1000 donne e che la Regione Lazio vuole chiudere. In alto a destra compare il grande simbolo dell’associazione “Nuestras Hijas de regreso a casa“, fondata a Ciudad Juarez dalla maestra attivista Marisela Ortiz e da Norma Andrade, madre di Lilia Alejandra, scomparsa il 14 febbraio del 2001 e ritrovata morta in un terreno abbandonato una settimana dopo. In basso campeggia la scritta “VIVAS NOS QUEREMOS!”.“Essere a Ciudad Juarez rappresenta per me una dichiarazione di guerra contro la violenza machista, una piaga di portata mondiale che deve essere estirpata”, dichiara Laika. “Nel mio paese, una donna viene uccisa circa ogni tre giorni, mentre in Messico le donne uccise sono circa 11 al giorno; è inaccettabile! Il mio poster è un grido di lotta che esorta a combattere tutt* insieme, dall’Italia al Messico. A Juarez, lo Stato conosce i colpevoli, sa dove abitano, ma restano impuniti, alimentando così ulteriore violenza. Il femminicidio qui è strutturale, sistemico”. Il poster è stato affisso in calle Ignacio Mejia, nel centro della città, nel cuore di uno dei principali centri operativi de “La Linea”, unità armata del Cartel de Juarez, responsabile di numerosi rapimenti ed efferati femminicidi, a pochi passi da una delle tante “Casas de seguridad”, luoghi di traffici illegali e violenza, dove spesso le donne scomparse vengono rinchiuse, violentate, torturate e poi uccise. A pochi passi dal luogo in cui ieri è stato trovato il corpo senza vita di una donna. “Il poster gliel’ho messo in casa loro, ai Narcos, mentre guardavano – prosegue la street artist – perché devono ricordarsi sempre quello che sono: criminali assassini e violentatori. Non sarei mai riuscita a fare questo blitz senza il coraggio e il sostegno delle militanti di Ciudad Juarez”. Una seconda copia, infatti, è stata affissa presso il Museo Regional Valle de Juarez, a San Agustin (altro luogo con un altissimo tasso di criminalità e di femminicidio), in un blitz realizzato assieme a Marisela Ortiz, attivista femminista costretta a vivere in esilio negli USA per le sue battaglie, e Lluvia Rocha, attivista e coordinatrice del progetto “Rostros de feminicidio”, un percorso di più di 150 murales che venivano realizzati ogni volta che una ragazza veniva rapita e uccisa. “Sono venuta qui, in questo luogo di morte, con tutti i rischi che comporta, per gridare al mondo: basta a questa strage, a questa violazione dei diritti umani, prodotto di un sistema patriarcale che non ha più ragione di esistere”, conclude Laika. “Bisogna ripartire dall’educazione per sradicare la violenza di genere. È una battaglia urgente perché i numeri dei femminicidi sono in costante aumento. Ni una más, ni una menos”.
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L’Italia ha bisogno di stabilità politica e di governabilità

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A cura del Prof.Avv. Giuseppe Catapano

La politica italiana è profondamente malata. Lo è la sua capacità di rappresentanza, lo sono i suoi meccanismi di (non) funzionamento. Il sistema istituzionale è arrugginito, quando non disfunzionante. La produzione legislativa è lenta e pletorica, spesso inessenziale. Il processo decisionale è rallentato, involuto, ma soprattutto incapace di produrre effetti reali e incisivi. Pur schematico, questo referto è più che sufficiente per trarre la conclusione che intervenire sul sistema politico-istituzionale, anche attraverso modifiche costituzionali, non solo è legittimo, ma indispensabile. Necessità, poi, che diventa urgenza se si considera che occorre decidersi una buona volta a sanare gli effetti distorsivi prodotti dal passaggio, costituzionalmente anomalo, tra la Prima e la cosiddetta Seconda Repubblica, che tale non è stata proprio per la mancanza di una certificazione costituzionale delle prassi surrettiziamente introdotte in questi ultimi trent’anni.

Tutto questo sgombra il campo dalle obiezioni pregiudiziali – all’insegna dello slogan “la Costituzione italiana è la più bella del mondo, e non si tocca” – con cui un’opposizione priva di capacità di proposta, ha accolto la proposta di riforma predisposta dal governo Meloni e che va sotto il nome di “premierato”. Questo significa che quella proposta è cosa buona e giusta? No, anzi. Ma merita di essere valutata senza pregiudizi ideologici, evitando toni apocalittici tipo “la destra vuole il potere assoluto”, che non aiutano i cittadini a entrare nel merito ma li spingono a militare nelle fazioni contrapposte o, peggio, a disinteressarsene.

Come dimostrano i fallimenti passati – sia quelli relativi a riforme realizzate, come quella che ha stravolto il titolo V della Carta, sia quelli riguardanti le proposte rimaste lettera morta in parlamento (vedi le varie bicamerali che si sono svolte) o bocciate in sede di referendum – è altamente sconsigliabile sia affrontare i temi costituzionali a spizzichi e bocconi, sia farlo a colpi di maggioranza. Certo, l’articolo 138 della Costituzione consente leggi di revisione (che devono essere “adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi” e “approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione”). Ma meglio, molto meglio, tenere separata l’ordinaria attività parlamentare – che risente inevitabilmente della contingenza politica – da quella di riscrittura della Carta, che peraltro necessita di competenze qualificate. Insomma, è indispensabile che la materia venga sottratta agli interessi particolari e momentanei dei partiti e alla dinamica conflittuale tra Governo e Parlamento. Allora, i casi sono due: o ci si accontenta di interventi minimi, che non necessitano di revisioni costituzionali, oppure la strada maestra è quella della convocazione di una Assemblea Costituente, o se si vuole di una meno impegnativa Commissione Costituente (l’idea è di Marcello Pera), dove organicamente si fanno gli interventi necessari, tanto nella prima parte (dove, per esempio, non compare l’Europa) come nella seconda.

Per riscrivere le regole del gioco, occorre ricreare il clima cooperativo, recuperare il livello qualitativo e riconquistare la saggezza istituzionale che furono propri dell’Assemblea Costituente del 1946. A farsene carico non può essere né il Governo, che già fatica a tener testa ai problemi congiunturali, né il Parlamento, negli anni depauperato in qualità e ultimamente anche in quantità. Dunque, c’è bisogno di un soggetto costituente, istituito fuori dal Parlamento, che deve essere dotato di poteri sia redigenti che deliberativi, i cui componenti siano eletti dai cittadini con una procedura elettorale proporzionale pura a collegio unico nazionale (vanno esclusi i parlamentari in carica e va lasciata una quota di saggi scelti dal Capo dello Stato) e abbiano un anno di tempo per concludere i lavori. Lì si discuterà se è il presidenzialismo – e quale, tra l’elezione diretta del Capo dello Stato o quella del Presidente del Consiglio, quello pieno o il sistema semipresidenziale – che può assicurare maggiore governabilità, o seppure, come io penso, imboccare quella strada avrebbe lo stesso effetto illusorio che trent’anni fa ebbe il grande afflato verso il maggioritario, consacrato dal referendum Segni, poi rivelatosi un boomerang. Lì si discuterà se il Paese ha bisogno di un federalismo regionale o se, come io penso, ha invece necessità di riportare le competenze sanitarie e di mantenere quelle scolastiche in sede nazionale, archiviando l’esperienza delle Regioni e semplificando il decentramento amministrativo. E così via.

Il  progetto di legge presentato dal ministro Casellati e che Meloni ha definito “ottimo” :

L’idea centrale è che la figura del presidente del Consiglio – che, come recita l’articolo 3 della proposta, rimane tale, cioè rispetto ai ministri resta un primus inter pares e non diventa un primus solus, cioè dotato del potere di nomina e revoca dei ministri, come si conviene a un vero primo ministro – venga eletta direttamente dai cittadini. Nella convinzione che ciò piaccia agli italiani perché avrebbero la sensazione di contare davvero. E a supporto di questa tesi si citano le elezioni dirette dei sindaci e dei governatori regionali. Ora, a parte che le due cose non sono paragonabili perché sono ben diversi i poteri, ma io contesto che sia sano un sistema istituzionale in cui il potere esecutivo si basa sul rapporto diretto e disintermediato tra leader e cittadino. Mi pare piuttosto un frutto avvelenato della cultura dell’antipolitica: provate a pensare chi sarebbe finito a palazzo Chigi in questi anni se ci fosse stato il premierato, perché era in cima alla classifica delle simpatie popolari. Oppure, a quanto sarebbe durato quel consenso, vista la velocità di innamoramento e disinnamoramento degli italiani. La politica è, o dovrebbe essere, una cosa seria e complessa, e perciò stessa sottratta alle facili popolarità.

E qui viene il secondo obiettivo della proposta: farlo durare, il capo del governo eletto a suffragio universale. Gli strumenti sono due: assicurargli una maggioranza certa attraverso un premio che porti la sua coalizione al 55% dei seggi parlamentari; dargli continuità, essendo possibile sostituirlo una sola volta, prima di andare ad elezioni anticipate, con un esponente della medesima coalizione che non potrà cambiare neppure una virgola dell’originario programma di governo. Nel primo caso la chiamano stabilità, nel secondo, norma anti-ribaltone e anti-tecnici. Ora, il premio di maggioranza è non solo un’aberrazione – per evitare la frammentazione basta e avanza la soglia di sbarramento, come succede in tutti i paesi civili – ma anche una contraddizione in termini visto che si vuole il capo del governo eletto dal popolo, ma poi quando questo popolo non assegna sufficiente consenso, lo si genera artificialmente. Se in più si considera che nel testo licenziato dal governo non è neppure indicata una soglia minima oltre la quale scatterebbe il premio, siamo addirittura nella fattispecie del (pericoloso) dilettantismo, e sicuramente cozza contro i paletti fissati dalla Corte costituzionale. Quanto all’astruso meccanismo del secondo presidente, va notato che: a) il successore non sarebbe eletto direttamente, ma avrebbe più poteri del predecessore perché dopo di lui ci sarebbero inevitabilmente le urne; b) il parlamento non avrebbe più nessuna funzione nella scelta dell’esecutivo; c) ammesso e non concesso che abbia senso che il programma di governo debba restare inalterato (qualcuno aveva forse previsto la guerra di Putin all’Ucraina o l’attacco di Hamas a Israele, piuttosto che il ritorno dell’inflazione, tanto per fare degli esempi), chi verifica e con quali poteri sanzionatori che tale programma sia rispettato, visto che è condizione vincolante pena il ritorno alle urne?; d) i governi tecnici sono una iperbole giornalistica, visto che tutti i governi, a prescindere da chi li presiede, devono avere la fiducia del Parlamento; dunque, visto che il premier di riserva è espressamente previsto sia un parlamentare per escludere un “tecnico”, perché escludere sempre e comunque la possibilità di attingere a personalità della società civile?; e) ad aggravare il tutto, c’è poi l’articolo 4 a prevedere che, anche in caso di mancata fiducia iniziale, il presidente della Repubblica debba reincaricare il premier eletto e che debba (non possa) sciogliere le camere se il premier reincaricato non ottiene la fiducia nemmeno la seconda volta.

Insomma, il ruolo del Capo dello Stato, essenziale nella funzione di equilibrio del sistema e di arbitro imparziale, ne esce ridimensionato e mortificato, con “il rischio che si instauri una diarchia istituzionale e politica o un bi-presidenzialismo, fonte di tensioni e attriti” (sono parole di Marcello Pera). Così come è svilito il Parlamento, e dunque la politica stessa, cui è sottratta la libertà di scelta. In un regime parlamentare se le camere possono sfiduciare il governo, anche quest’ultimo deve poter mandare a casa il Parlamento. Sono due armi puntate che, assieme, fanno deterrenza contro le crisi facili e i cambi di casacca. Ma al di là di questo, non si capisce perché si sia voluto forzare la mano con il suffragio universale, quando sarebbe stato ben più importante affidare al presidente del Consiglio il potere di scelta e di revoca dei ministri – che, forse per compiacere Mattarella, restano in capo al Quirinale – e introdurre la “sfiducia costruttiva”, che prevede che per sfiduciare un governo occorra averne un altro pronto altrimenti si torna alle urne. 

Se poi, come in molti sospettano, nel tentare di avere risposta alla domanda “non sarebbe stato più semplice e inclusivo lavorare sullo sperimentato modello tedesco del cancellierato?”, si scopre che dietro la proposta del premierato c’è solo il calcolo politico di rafforzare l’identità di destra e nello stesso tempo di mettere in difficoltà la sinistra, più di quanto già ci si sia messa da sola, Meloni commetterebbe tre errori capitali. Il primo: la presidente del Consiglio, se vuole durare, di tutto ha bisogno meno che di accentuare i suoi tratti identitari. Seppur tra molte incertezze e contraddizioni, è sembrata voler imboccare la strada della sua trasformazione da leader sovranista di destra a leader conservatore di centro-destra: perché cambiare? Sicura che il profilo di leader cui somigliare è quello di Orban? Il secondo: credere che accentuare le difficoltà esistenziali del Pd farebbe il suo gioco. No, finirebbe per spingerlo definitivamente nelle braccia di Conte, mortificando così ogni possibile convergenza sulle grandi questioni del Paese, come quelle relative alla riscrittura delle regole. E avere un’opposizione del genere non farebbe affatto bene alla salute del governo Meloni. Il terzo, infine, sarebbe un errore di presunzione: ben sapendo che in questo parlamento la maggioranza qualificata richiesta dall’articolo 138 non c’è, credere di poter superare l’ostacolo del referendum, o vincendolo o facendo finta di niente se dovesse perderlo. Certo, la consultazione popolare sarebbe molto in là nel tempo (2025), e fin da subito Meloni ha provato a negare l’identificazione con la riforma costituzionale, slegando la vita del governo dal suo esito. Tuttavia, già fin d’ora è stata evocata l’infelice esperienza di Matteo Renzi del 2016, e sarebbe comunque assai difficile sottrarsi alla sua medesima sorte. Viceversa, nel breve gestire tutto questo come operazione di marketing politico finalizzata ad assicurare, per esempio, un buon risultato alle elezioni europee di giugno prossimo, politicamente molto importanti e sicuramente decisive per le sorti del governo, potrebbe dare un discreto risultato, specie se Elly Schlein dovesse cascare nella trappola e alimentasse il muro contro muro. Ma sarebbe comunque un calcolo miope per sé, e disastroso per il Paese, e autorizza la domanda che intellettuali certo non ostili come Paolo Armaroli e Luca Ricolfi le hanno rivolto: “Giorgia, ma chi te lo fa fare?”.

L’Italia ha un disperato bisogno, insieme, di stabilità politica e di governabilità. Ma mentre la seconda assicura anche la prima, non è la stessa cosa viceversa. Ed entrambe non si ottengono per legge, mettendo le mutande alla politica e offrendo ai cittadini illusorie scorciatoie, come è già stato per il maggioritario e il bipolarismo. E guai se per perseguirle si perde di vista il meccanismo dei pesi e contrappesi, decisivo per assicurare alla democrazia liberale una vita sana e duratura. Il Paese ha bisogno di uscire dall’impasse. È un’impresa difficile, ma che diventa impossibile se, per un motivo o per l’altro, si lasciasse briglia sciolta all’illusione delle scorciatoie costituzionali e alla non meno populista contrapposizione a suon di retorica e vuota di proposte alternative.

Il percorso di crescita della figura del “Perito Esperto Fiscale” con A.N.C.O.T. e Auge

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Dopo i fruttuosi incontri formativi tenutisi a settembre e ottobre 2023 a Roma, Milano e Caserta, dedicati alla figura del “Perito Esperto Fiscale” in collaborazione con A.N.C.O.T., l’opportunità di arricchire il proprio bagaglio professionale e sviluppare ulteriormente lo studio del consulente A.N.C.O.T. prosegue con una serie di appuntamenti programmati per novembre. Questi eventi mirano a consolidare e approfondire la conoscenza di questo settore in continua evoluzione. Cagliari, Palermo e Catania: i prossimi appuntamenti L’11 novembre 2023, l’attenzione si sposta a Cagliari, alle ore 10.00 presso Hotel Residence Ulivi e Palme, via Castiglione, dove si terrà un incontro dal titolo intrigante: “TRIBUTARISTA, UNA PROFESSIONE IN EVOLUZIONE”24 novembre 2023 alle ore 10.00 presso Hotel Le Dune, viale Kennedy 10/B Catania, mentre il 25 novembrePalermo ospiterà un’ulteriore occasione di apprendimento presso Marina Holiday Resort, via del Mare 90041 – Balestrate (PA). In queste tre date, esperti e appassionati del settore si riuniranno per discutere delle nuove sfide e opportunità che il mondo fiscale offre ai professionisti. La partecipazione è rivolta sia al pubblico su invito e sia ai Professionisti / Istituzioni. Uno degli aspetti salienti di questi incontri sarà la presentazione dei Corsi Auge “Periti Esperti Fiscali”. Questi corsi rappresentano un’opportunità unica per coloro che desiderano specializzarsi in questo campo. La presenza del Rettore Auge, il Prof. Avv. Giuseppe Catapano, conferisce a queste presentazioni un’importanza particolare. La figura del Perito Esperto Fiscale svolge un ruolo fondamentale nell’ambito della consulenza tributaria. In un contesto normativo sempre più complesso, la capacità di comprendere le leggi fiscali e di fornire consulenza mirata è cruciale per individui e imprese. Questi professionisti sono chiamati a svolgere un ruolo attivo nell’ottimizzazione della fiscalità, nella gestione delle tasse e nella prevenzione di controversie con l’Agenzia delle Entrate. Il titolo dell’evento, “TRIBUTARISTA, UNA PROFESSIONE IN EVOLUZIONE”, riflette l’idea che la consulenza fiscale è una professione in costante mutamento. Le leggi tributarie si adattano alle nuove esigenze economiche e sociali, e i Periti Esperti Fiscali devono rimanere aggiornati per essere efficaci nei loro ruoli. Questi incontri offrono un’opportunità di apprendimento e networking preziosa per chiunque sia coinvolto nella consulenza fiscale. L’importante collaborazione tra A.N.C.O.T. e Auge ha creato un’occasione unica per chi desidera crescere professionalmente nel settore della consulenza fiscale. I prossimi incontri a Cagliari, Palermo e Catania promettono di essere ricchi di spunti e opportunità di apprendimento. La professione del Perito Esperto Fiscale è in costante evoluzione, e questi eventi rappresentano un passo fondamentale per rimanere al passo con le ultime novità e sfide del settore. 
Ufficio Stampa Auge Paola Biadetti

Accademia Auge presenta “Il Pagellone”: Guida Essenziale per il Successo Accademico e Professionale

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Accademia Auge è lieta di annunciare il lancio ufficiale di “Il Pagellone”, un innovativo strumento di analisi e valutazione del percorso lavorativo e di studi di persone che hanno dedicato il loro tempo al lavoro e hanno interrotto il loro percorso accademico. Questo strumento è stato progettato per fornire una guida preziosa per coloro che desiderano tornare a conseguire gli studi universitari e raggiungere il successo accademico e professionale in tempi strettamente necessari.   “Il Pagellone” rappresenta un’importante iniziativa di Accademia Auge volta a supportare e guidare coloro che hanno sospeso i loro studi universitari a causa delle esigenze lavorative. Questo strumento unico offre un’analisi dettagliata del percorso di vita e delle esperienze di lavoro, consentendo agli individui di comprendere appieno le loro abilità, conoscenze e lacune, così da poter realizzare un ritorno agli studi universitari in modo efficace ed efficiente.   

  • Valutazione del percorso di lavoro e di studi: “Il Pagellone” consente agli utenti di valutare in modo completo il loro percorso lavorativo e di studi, mettendo in luce i successi e le sfide incontrate lungo il cammino. –
  • Guida per il ritorno agli studi: Questo strumento fornisce consigli personalizzati per aiutare gli individui a pianificare il ritorno agli studi universitari, con l’obiettivo di massimizzare il loro successo accademico.
  • Riduzione dei tempi necessari: Grazie all’analisi approfondita offerta da “Il Pagellone”, gli utenti possono risparmiare tempo ed energie, ottimizzando il loro percorso verso il conseguimento della laurea.

“Per coloro che hanno dedicato il loro tempo al lavoro e ora desiderano completare il loro percorso di istruzione, ‘Il Pagellone’ è uno strumento indispensabile”, così commenta il Rettore dell’Accademia Auge Prof. Giuseppe Catapano, “siamo entusiasti di offrire questa risorsa per aiutare gli individui a realizzare il loro sogno accademico in tempi strettamente necessari.”  “Il Pagellone” è disponibile gratuitamente per tutti coloro che lo desiderano. L’Accademia Auge è impegnata a sostenere l’istruzione e il successo accademico per tutti, e “Il Pagellone” è un passo importante verso la realizzazione di questo obiettivo. Per ulteriori informazioni si può inviare il modulo di prevalutazione all’indirizzo email info@accademiauge.it entro il 30 /12 /2023 e si potrà ricevere una borsa di studio da €1000,00 che si potrà spendere a propria scelta. Su il Pagellone e su come Accademia Auge sta contribuendo al successo accademico e professionale, vi invitiamo a visitare il nostro sito web all’indirizzo https://accademiauge.com/  Ufficio Stampa Auge Paola Biadetti  

L’Accademia Auge con il Rettore Prof. Giuseppe Catapano promuovono la legalità e il futuro dei giovani attraverso le qualifiche professionali EQF

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Nell’era moderna, l’istruzione e la formazione professionale svolgono un ruolo cruciale nell’orientare i giovani verso un futuro di successo. L’Accademia Auge, sotto la guida del suo Rettore, il Prof. Giuseppe Catapano, ha preso l’iniziativa di promuovere la legalità e sostenere i giovani studenti delle scuole superiori nell’approccio al mondo del lavoro attraverso la creazione dell’evento “La giornata della legalità”. A partire da gennaio 2024, questa iniziativa offrirà agli studenti del quinto anno l’opportunità di esplorare il mondo delle qualifiche professionali EQF (Quadro Europeo delle Qualifiche – European Qualifications Framework). “La Giornata della Legalità” è un’iniziativa che mira a coinvolgere gli studenti delle scuole superiori nel dibattito sulla legalità e ad aiutarli a comprendere le opportunità e le agevolazioni disponibili nel mondo del lavoro. Il Prof. Giuseppe Catapano, Rettore dell’Accademia Auge, ha riconosciuto l’importanza di educare i giovani sulle questioni legali e professionali sin dalla fase formativa. Qualifiche Professional EQF: Cos’è e Qual è la Sua Validità? Le qualifiche professionali EQF, o Quadro Europeo delle Qualifiche, sono uno strumento chiave nell’armonizzazione delle qualifiche e delle competenze in Europa. Questo quadro è stato creato per facilitare la comprensione e il riconoscimento delle qualifiche in tutti i paesi europei. Il sistema EQF classifica le qualifiche in otto livelli, dal livello 1 (qualifiche di base) al livello 8 (qualifiche avanzate). Questo consente ai cittadini europei di valutare meglio le proprie qualifiche e competenze e agevolare la mobilità all’interno dell’Unione Europea. Le qualifiche EQF hanno una validità e un riconoscimento estesi a livello europeo. Ciò significa che un titolo o una certificazione professionale ottenuta in un paese dell’UE sono generalmente riconosciuti in tutti gli altri paesi membri. Questo favorisce la mobilità dei lavoratori e la flessibilità nella scelta delle opportunità di studio o di lavoro in tutta Europa e altri 11 paesi extraeuropei. Le qualifiche EQF possono riguardare una vasta gamma di settori, inclusi l’istruzione, la formazione professionale e l’istruzione superiore. Pertanto, sono di particolare rilevanza per i giovani che desiderano acquisire competenze e qualifiche per entrare nel mondo del lavoro. L’Accademia Auge e il Rettore Prof. Giuseppe Catapano si sono posti l’obiettivo di promuovere l’importanza delle qualifiche professionali EQF tra i giovani studenti. Questo non solo li aiuterà a comprendere meglio il valore delle loro qualifiche, ma contribuirà anche a prepararli per un futuro di successo, in cui saranno più consapevoli dei loro diritti e delle opportunità disponibili. Attraverso “La Giornata della Legalità”, l’Accademia Auge e Rettore il Prof. Giuseppe Catapano dimostrano il loro impegno verso una formazione integrale e l’orientamento professionale dei giovani. Questo evento offre una piattaforma unica per l’educazione, la consapevolezza e la connessione tra studenti, attraverso l’istruzione e il riconoscimento delle qualifiche EQF. Grazie a un’iniziativa come “La Giornata della Legalità”, i giovani studenti possono affrontare il futuro con maggiore consapevolezza, sicurezza e opportunità.   “Il ruolo della scuola per Seminare legalità evitando l’oscurità, la falsità , il pettegolezzo che ci distoglie dal presente facendoci concentrare sui timori del futuro o le tristezze del passato ……”ll Rettore Auge Prof. Giuseppe CatapanoUfficio Stampa Auge Paola Biadetti

Doppio Evento per il Menotti Art Festival Spoleto con Iraq e Bulgaria

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Settimana molto intensa per il Menotti art Festival Spoleto che il 20 dicembre andrà in visita ufficiale dal Presidente Mattarella al Quirinale con una visita guidata alle opere d’arte presenti nel Palazzo Presidenziale. Al  Consiglio Regionale della Regione Abruzzo a l’Aquila si è svolta la consegna del dipinto “I Martiri del Kurdistan” del maestro di Montereale Aq, Nestore Bernardi alla presenza del vice presidente del Consiglio della Regione Roberto Santangelo, dell’Ambasciatore dell’Iraq Saywan Barzani in foto con Luca Filipponi e Nestore Bernardi. Un importante evento che ha avuto ed avrà un forte eco mediatico , nazionale ed internazionale, in considerazione anche del delicato momento politico Oriente-Occidente.Sempre nella stessa giornata di martedì 24 si è svolta la Biennale Artemidia presso i saloni dell’Ambasciata di Bulgaria di via Rubens a Roma organizzata dalla scrittrice, poetessa ed attrice Anna Maria Petrova con la presenza dell’Ambasciatore di Bulgaria In Italia, del soprano Tania di Giorgio, del direttore della comunicazione dello Spoleto meeting Art Paola Biadetti e di molti amici del Menotti art festival Spoleto come Emanuela Mari, Giuseppe Catapano e Cesare Cilvini della Accademia Auge, Alessandro Maugeri, regista e curatore, Giandomenico Tozzoli, già ufficio stampa del Quirinale e molti artisti, musicisti e scrittori presenti. A Spoleto in corso la mostra sull’astrattismo contemporaneo con Valerio Giuffrè, Silvio Craia, Evelina Marinangeli.

Il Ministro di Capo Verde in Italia Alice Santos nominata Senatore Accademico Onorario Auge

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Il Ministro di Capo Verde in Italia Alice Santos nominata Senatore Accademico Onorario Auge: Una Missione Culturale tra Capo Verde e l’Italia per il Diffondere delle Qualifiche Professionali EQF   Nel contesto delle relazioni diplomatiche e culturali tra l’Italia e Capo Verde, il Ministro di Capo Verde in Italia Alice Santos, è stata nominata il 23 ottobre 2023, Senatore Accademico Onorario Auge, alla presenza del Rettore Auge il Prof. Giuseppe Catapano e del Dott. Cesare Cilvini Presidente Senato Accademico Auge, in un atto di riconoscimento e celebrazione per il suo impegno straordinario nel promuovere la cooperazione tra le due nazioni. Questa nomina segna l’inizio di una di una missione culturale, volta a rafforzare i legami tra le isole di Capo Verde e le istituzioni universitarie pubbliche e private italiane, con l’obiettivo di favorire la diffusione delle qualifiche professionali EQF (European Qualifications Framework) attraverso programmi di scambio, progetti di ricerca congiunti e iniziative culturali che promuovano il dialogo tra le due nazioni.  La nomina del Ministro Alice Santos a Senatore Accademico Onorario e l’avvio della missione culturale dell’AUGE rappresentano un passo importante verso la promozione della cooperazione tra Italia e Capo Verde nei settori dell’istruzione e della cultura. Queste iniziative non solo rafforzeranno i legami tra le istituzioni accademiche dei due paesi, ma contribuiranno anche alla diffusione delle qualifiche professionali EQF, garantendo che gli studenti ei professionisti di entrambe le nazioni possano godere appieno delle opportunità offerte dal mercato del lavoro internazionale. Ufficio Stampa Auge Paola Biadetti  

I Nuovi Poveri tra la Legge 3/2012 e il Nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza

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I Nuovi Poveri tra la Legge 3/2012 e il Nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza: Una riflessione sull’evento di Acerra   Il 20 ottobre 2023 si svolgerà nella città di Acerra l’evento, intitolato “I Nuovi Poveri tra la Legge 3/2012 e il Nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza”, che ha l’attenzione di professionisti legali, accademici, e cittadini interessati. L’evento è patrocinato dal Comune di Acerra e dall’Ordine degli Avvocati di Acerra e vede la partecipazione del Sindaco di Acerra, Tito d’Errico e di, illustri relatori, come l’Avv. Francesca Pizza del Foro di Nola e il Rettore Auge Prof. Giuseppe Catapano (in foto).   Entrambi gli esperti condivideranno, conoscenze preziose e punti di vista unici sul tema, il Prof. Giuseppe Catapano, Rettore Auge, farà una introduzione e un’analisi sul quadro normativo che affronta le difficoltà finanziarie delle imprese e dei lavoratori. E, l’importanza dell’istruzione e della formazione per preparare i cittadini a navigare in un mondo economico in rapida evoluzione. L’Avv. Francesca Pizza evidenzierà la necessità di ricorrere agli strumenti che oggi la normativa offre per poter ridurre il divario tra i cittadini più vulnerabili e quelli più fortunati.   L’evento “I Nuovi Poveri tra la Legge 3/2012 e il Nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza” ad Acerra sarà un momento di riflessione sulla situazione economica e legale attuale in Italia. Offrirà l’opportunità di discutere soluzioni e strategie per affrontare le sfide finanziarie che molte persone stanno vivendo. L’interazione tra esperti legali, accademici e la comunità locale è la base per una discussione continua e per azioni concrete volte a migliorare la vita dei cittadini italiani.   
Paola Biadetti Ufficio Stampa Auge

Doppio riconoscimento per Luca Filipponi in Sicilia e nelle Marche

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E’ stato conferito al prof Luca Filipponi il premio internazionale letterario la Scala dei Turchi del quale è direttore artistico lo scrittore siciliano residente a Parigi, Pascal Schembri con una conferenza di presentazione che si è svolta a Roma in via Bissolati presso la casa del Libro e sede di Banca Generali.Nella giornata di sabato 14 ottobre è stato presentato in una delle piazze centrali di Corridonia Mc il monumento firmato dall’artista Silvio Craia alla presenza di Luca Filipponi, Poala Biadetti, Daniele Taddei,critoco di riferimento del maestro Silvio Craia , le maggiori autorità cittadine compreso il Sindaco e lo stesso artista, sentitamente soddisfatto e commosso(nella foto Luca Filipponi di fronte al monumento a firma Silvio Craia). Così si è espresso il presidente Luca Filipponi : ”  Queste forte legittimazioni esterne mi danno molta forza e la convinzione a portare avanti con merito le nostre progettualità ed il menotti art festival Spoleto”. Oltre all’opera monumentale il Comune di Corridonia ed altre istituzioni hanno presentato la bella mostra di Silvio ( dal titolo Così ! ) ed il catalogo di circa 100 pagine allo stesso artista dedicato con i contributi dei critici di riferimento e colleghi del maestro Silvio Craia tra i quali Daniele Taddei, il quale ha proposto per il maestro la cittadinanza onoraria.Al caffè letterario del Sansi  a Spoleto è in corso la mostra di ottobre sui maesti astrattisti contemporanei con Evelina Marinangeli, Valerio Giuffrè,Silvio Craia ( mostra aperta fino al 1 novembre) a cura di Luca Filipponi e Paola Biadetti.Nel mese di novembre il menotti art festival e lo Spoleto meeting art saranno in visita al Quirinale dal Presidente Mattarella con un gruppo di letterati, artisti e docenti dell’Accademia Auge: ” Mi sembra un adeguato riconoscimento ed anche un bel progetto di approfondimento culturale su tutti i beni artistici ed architettonici presenti al Quirinbale”.

Intervista al Prof. Luca Filipponi Preside Facoltà Auge

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Intervista al Prof. Luca Filipponi Preside Facoltà Auge: Tecnico Esperto della valorizzazione e Promozione Del Patrimonio Culturale e Investimenti nel mercato dell’arte 

Qual è il suo background e la sua esperienza nel campo della valorizzazione del patrimonio culturale e degli investimenti nell’arte? 
Ho iniziato ad occuparmi di arte come collezionista sin da ragazzino e come lavoratore stagionale nello staff del Festival dei due Mondi e sono stati degli input importanti e prolifici, poi da 20 anni sono diventato collezionista ed investitore, dal 2008 organizzo e presiedo il Menotti Art Festival Spoleto che mi dà delle conoscenze e delle sollecitazioni straordinarie, importante e fondamentale per lo sviluppo di un Paese cosa che in Italia non si è capito. Bisogna lavorare a tutti i livelli per migliorare il mercato delle arti.
Qual è l’importanza della valorizzazione del patrimonio culturale per una comunità o un paese?

Migliorare la gestione dei beni pubblici, incrementare ed incentivare quello privato e un maggiore collegamento tra i due ambiti e meritocrazia a tutti i livelli.

Come è possibile coinvolgere il settore privato e gli investitori nel finanziamento e nella promozione delle iniziative culturali?

Occorre una legge che favorisca gli investimenti privati o più semplicemente provvedere con sgravi fiscali e contributivi per chi acquista arte o investe nelle arti, altrimenti esiste uno svantaggio competitivo nei confronti degli altri Stati, Germania e Stati Uniti in primis.

Quali sono i vantaggi economici e culturali che possono derivare dagli investimenti nel mercato dell’arte?

I vantaggi culturali sono molteplici, ma non si possono raccontare in poche righe. Quelli economici sono straordinari in quanto l’arte è un bene che può ben remunerare gli investimenti, basta sapersi muovere bene e può rendere anche il 500 per cento in un anno!  Come si può bilanciare la conservazione del patrimonio culturale con la sua promozione e accessibilità al pubblico? Sono per la piena libertà e fruibilità dei beni e del patrimonio pubblico, bisogna aprire ed aprirsi ai cittadini e al mondo.

Quali sono alcuni esempi di progetti di successo che ha lavorato o con cui è familiarizzato, che hanno contribuito alla valorizzazione del patrimonio culturale?
Ho collaborato a 5 mostre antologiche di Fernando Botero con budget di 500 mila euro e la mostra dei grandi maestri cinesi al Vittoriano con l’artista e curatore Ma Lin Esperienze uniche e formative che cerco di trasmettere al Menotti Art Festival Spoleto ogni anno.

Come vedete l’evoluzione del mercato dell’arte nel futuro, e quali tendenze emergenti potrebbero influenzare gli investimenti in questo settore?

Il mercato dell’arte è in grande espansione oramai da diversi anni e non si è mai arrestato, è un settore difficile e crescerà ancora moltissimo.

Quali consigli darebbe a chi è interessato a investire nel mercato dell’arte o promuovere iniziative culturali?

Bisogna investire con cautela e chiedere dei consigli ad esperti di settore, fare molte analisi di confronto e studiare il mercato dell’arte che ha delle dinamiche tutte sue che vanno conosciute ed assimilate.

Le parole del Prof. Filipponi ci invitano a riflettere sull’importanza di proteggere la diversità e la ricchezza della nostra eredità culturale per le generazioni future. La sua passione per l’arte e la cultura risuona come un appello alla responsabilità alla condivisa di tutti noi nel preservare e promuovere il patrimonio che ci circonda.

Concludiamo questa intervista con un senso di gratitudine per il Prof. Filipponi, per la sua prospettiva e per il suo impegno nel garantire che il nostro patrimonio culturale continui a ispirare, educare e connettere persone in tutto il mondo.   Corso Auge di laurea internazionale “𝒊𝒏𝒗𝒆𝒔𝒕𝒊𝒎𝒆𝒏𝒕𝒊 𝒏𝒆𝒍 𝒎𝒆𝒓𝒄𝒂𝒕𝒐 𝒅𝒆𝒍𝒍’𝒂𝒓𝒕𝒆” 
per maggiori info: segreteriastudenti@accademiauge.it –  06-56559967 – info@accademiauge.it– www.accademiauge.com 

Paola Biadetti Ufficio Stampa Auge  

Corso Accademia Auge: diventa un Esperto Amministratore di Condominio in 72 Ore Online

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Gestire un condominio è una sfida complessa che richiede competenze amministrative, legali e relazionali. Gli amministratori di condominio sono responsabili della gestione quotidiana degli edifici e devono affrontare una serie di compiti che vanno dalla tenuta della contabilità alla risoluzione delle controversie tra i condomini. Per acquisire le competenze necessarie per diventare un amministratore di condominio di successo, il Corso Accademia Auge offre una soluzione completa in modalità online, consentendo agli aspiranti amministratori di acquisire tutte le conoscenze necessarie in soli 72 ore, un’opportunità per crescere professionalmente ed è progettato per fornire ai partecipanti una conoscenza approfondita delle leggi e delle responsabilità che governano la gestione dei condomini.

Una delle caratteristiche distintive del Corso Accademia Auge è la sua modalità di erogazione online. Questo permette ai partecipanti di studiare e apprendere da qualsiasi luogo e in qualsiasi momento, rendendo il percorso formativo estremamente flessibile. Il Corso Accademia Auge per Amministratori di Condominio è una risorsa preziosa per chiunque desideri intraprendere una carriera di successo nel settore della gestione condominiale. Con la sua modalità di formazione online, è accessibile a un’ampia gamma di persone, da chi è alle prime armi nel settore e ai professionisti che desiderano migliorare le proprie competenze. Se sei interessato a diventare un esperto amministratore di condominio e desideri farlo in modo conveniente e flessibile, il Corso Accademia Auge potrebbe essere la tua strada verso una carriera di successo nella gestione condominiale. Investi nelle tue competenze e preparati a svolgere un ruolo cruciale nella gestione delle comunità residenziali. Grazie a corsi online di questa qualità, l’educazione diventa accessibile a tutti, consentendo agli individui di realizzare i propri sogni professionali senza limiti geografici o temporali.

Ufficio Stampa Auge Paola Biadetti

Nuove lauree abilitanti

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A cura di Ionela Polinciuc 

È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto del Ministero dell’Università e della Ricerca che detta nuove disposizioni in materia di titoli universitari abilitanti, nello specifico dedicati alla laurea in professioni tecniche industriali e dell’informazione.

Con l’obiettivo di riorganizzare e semplificare le modalità di accesso all’esercizio della professione, agevolando l’inserimento nel mercato del lavoro e abbandonando l’esame di Stato, il Ministero prevede che l’esame finale per il conseguimento della laurea professionalizzante in professioni tecniche industriali e dell’informazione sia considerato abilitante per l’esercizio di alcune professione come già inserite nelle qualifiche professionali.

Se non hai le idee chiare, può essere difficile prendere una decisione di fronte alla grande varietà di scelta.

A tal fine, l’accademia universitaria degli studi giuridici Europei “AUGE” anticipando i tempi dal febbraio 2023 presso l’università ‘’ La Sapienza’’ in Roma ha presentato i nuovi corsi abilitanti con qualifica professionale. Al momento giusto, ‘’A.U.G.E’’ arriva a fare un po’ di chiarezza in merito ai percorsi di studio e agli sbocchi lavorativi.

Creare il futuro. Modificarlo e renderlo migliore attraverso l’informazione che fa formazione. È questa la proposta formativa  ‘’ A.U.G.E., di cui Rettore il Prof. Avv. Giuseppe Catapano da sempre ne è portavoce .Due assunti apparentemente semplici che sono all’ordine del giorno nel mondo del lavoro di molti paesi del pianeta . 

I corsi di studi  presentati da AUGE per raggiungere i 180 CFU comprendono il percorso formativo per la qualifica professionale e il suo l’esame finale dovrà comprendere lo svolgimento di una prova pratica valutativa delle competenze professionali acquisite con il tirocinio interno ai corsi di studio, in modo da accertare l’idoneità del candidato all’esercizio della professione.

 L’esame finale, quindi, darà anche il via libera all’iscrizione all’Albo professionale. 

Sicuramente, i nuovi programmi di studio per le nuove qualifiche  presentate dall’accademia Auge muovono nuove masse d’interesse ad iscriversi per finalizzare il titolo di studio al lavoro e non inteso come pergamena da attaccare ad un muro e favorire la crescita di laureati disoccupati .

Iscriversi in accademia AUGE che vuole svolgere anche un servizio socialmente utile ; con i suoi corsi conferma l’amore per i temi più strettamente legati al mondo del lavoro. 

Per quanto riguarda il tirocinio pratico valutativo, invece, potrà essere svolto presso imprese, studi professionali, enti pubblici o privati convenzionati con l’ateneo AUGE per ottenere il conseguimento di almeno 48 crediti formativi universitari (CFU).

Ricorda il Prof. Avv. Giuseppe Catapano, rettore AUGE, Secondo l’University Report 2023, lo studio annuale dell’Osservatorio JobPricing realizzato in collaborazione con LHH Recruitment Solutions, la laurea permette di accedere a un salario superiore del 45% rispetto a quello di un non laureato, che tradotto in euro significa in media 13 mila di differenza sulla RAL.

Qualificarsi, specializzarsi e laurearsi tutto impiegando una solo tempo,  conviene, ripete il Tesoriere Auge Dott.ssa Rusciano Mariarosaria, i nostri corsi guardano al futuro per una specializzazione sempre più puntuale e precisa :

Tecnico amministrazione del personale

Giurista d’impresa

Tecnico esperto in campagne comunicativo/promozionali

Esperto amministrativo “Amministratore di Condominio”

Tecnico esperto della valorizzazione e promozione del patrimonio culturale

 Tecnico esperto investimenti nel mercato dell’arte

Tecnico esperto fiscale

Esperto analista finanziario

Facile da iscriversi senza test d’ingresso, seguire i corsi anche su piattaforma on line da computer da smartphone, radio web , tv web , tutor sempre presente , biblioteca disponibile per tutti gli iscritti.

La segreteria studenti con il centro orientamento è disponibile tutti i giorni al numero tel: 0656559967            email: segreteriastudenti@accademiauge.it  oppure visitare il sitowww.accademiauge.com .

Un corpo docenti provenienti dal mondo accademico e dalle professione permettono ai discendi di acquisire una formazione teorica e pratica tra le più aggiornate in Europa e tra le più moderne per metodo , grazie alla collaborazione in rete con università internazionali che riconoscono il percorso di studi AUGE è consentito a ciascun iscritto la possibilità di veder riconosciuta la propria qualifica/ titolo professionale non solo in tutta Europa ma anche in altri paesi aderenti .

Una novità assoluta un’esclusiva che si può fregiare l’Auge grazie anche al corpo docente storico a cui sono stati affidati i dipartimenti con le facoltà che crede ed investe il proprio sapere :

Prof. Angelo Turco 

Prof. Francesca Pizza

Prof. Maurizio D’Elia 

Prof. Luca Filipponi 

Prof. Franco Capasso 

Prof.Assunta Catapano 

Prof.Valerio Visone 

Prof. Giuseppe Romano 

Prof. Michele Zuppardi 

Prof. Luca Barbuto 

Insegnare significa imparare due volte …

Formare una missione a cui credere senza interessi di parte …

La missione di Auge la novità in Italia  sono le parole del  Presidente del Senato Accademico Prof. Cesare Cilvini offrire un contributo alla società moderna per consentire di lavorare da subito grazie alla convenzione con le tante aziende che l’auge ha avviato.

Anche in Italia è possibile studiare per la professione dove hai scelto e trovato lavoro .

Auge un ateneo nazionale che parla internazionale!

La magica notte delle stelle cadenti aspetta i vostri desideri

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A cura di Ionela Polinciuc

Agosto porta, come ogni anno, uno spettacolare fenomeno astronomico, ovvero la pioggia di stelle cadenti, conosciute anche come le Perseidi. Infatti, si dice che chi esprime un desiderio vedendone una può contare di vederlo realizzare, a patto di non condividere il segreto con nessuno.

10 Agosto: Questa data è carica di tradizioni e magia, anche se a livello astronomico, la sera del 10 di agosto non coincide quasi mai con l’apice delle stelle cadenti Perseidi.

Di tradizione antichissima, la data di San Lorenzo ricade infatti in una serata di mezza estate in cui le temperature sono adeguate per permettere l’osservazione del cielo stellato fino a notte fonda, condizioni del cielo permettendo. Ebbene, quest’anno la Notte di San Lorenzo coincide quasi con il plenilunio di Agosto, pertanto la maggior parte delle stelle cadenti non saranno visibili a causa della Luna estremamente luminosa.

La luna sarà quindi all’ultimo quarto, e se il cielo notturno è sereno, saremo in grado di osservare tra 60 e 150 stelle cadenti all’ora.

Frammenti di meteoriti si staccano dalla coda della cometa 109P/Swift – Tuttle e si illuminano nel nostro cielo notturno, dando l’impressione che provengano dalla costellazione di Perseo. Da qui il nome poetico di Perseidi.

Il loro splendore e la loro bellezza sono stati associati per migliaia di anni alla divinità e al potere magico della notte. Le stelle hanno un posto speciale nelle credenze religiose dell’umanità. La nascita di Gesù fu annunciata da una stella, gli dei degli antichi greci guardavano i mortali attraverso le stelle e molti simboli religiosi sono legati alle stelle della notte.

Una stella cadente portava con sé il messaggio degli dei e, non di rado, cercando il luogo in cui cadere, la gente trovava rocce splendenti che consideravano talismani con poteri magici. I greci erano convinti che chiunque trovasse un meteorite avesse fortuna e benessere tutto l’anno. Gli sciamani indiani li indossavano come amuleti con cui lanciavano incantesimi e li trasmettevano in soggezione di generazione in generazione.

Secondo un’antichissima tradizione, chi vede una stella candente il 10 agosto ed esprime un desiderio segreto, conta che si realizzerà. Anche perché, anticamente si è sempre creduto che il destino di un uomo, fin dall’attimo in cui viene al mondo, fosse scritto nelle stelle. Ecco che quando una stella cade, le carte del destino di quell’uomo vengono dunque stravolte e il destino può essere cambiato desiderando il meglio. Del resto per i marinai per secoli sono state proprio le stelle la loro bussola, cui affidare il desiderio più grande, quello di ritornare a casa incolumi. Ma c’è di più: se le stelle cadenti erano considerate ‘’cattivi presagi ‘’’, in quanto associate alle lacrime degli dei, tutto cambiò col Cristianesimo, quando le ‘’lacrime’’ di San Lorenzo servivano a poter chiedere una ‘grazia’.

E allora cosa dire?! Tutti con il naso all’insù ma con i piedi per terra.

Ci vuole una risposta europea

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A cura del Prof. Avv. Giuseppe Catapano

Agli inizi del 1800, quando Napoleone Bonaparte coltivava l’ambizione di “fare di tutti i popoli europei un unico popolo”, ogni cinque abitanti della Terra più d’uno era europeo. Oggi siamo a meno di uno ogni dieci e nel 2050 si salirà a uno ogni 15. Pare dunque evidente solo da queste tendenze demografiche che coltivare l’idea di preservare la “razza europea” dalle contaminazioni è un’ambizione malriposta. Piaccia o non piaccia è così, anche perché in Europa si contano già circa 300 milioni di immigrati, e non c’è “ponte levatoio” che tenga. Tantomeno quello che vorrebbero issare polacchi e ungheresi, cui Giorgia Meloni dovrebbe smettere una volta per tutte di fare sponda (tanto più che nell’ultimo vertice Ue sono stati proprio loro a sconfessare l’accordo proposto dall’Italia in tema di flussi migratori). Questo non significa che si debba spalancare le porte ad un afflusso indiscriminato, ma neppure serrarle con un (illusorio) catenaccio. Per ragioni economiche (fanno pil), previdenziali (compensano il crescente squilibrio tra popolazione attiva e pensionati) e sociali (fanno lavori che i nativi non vogliono più svolgere), gli immigrati ci sono non solo utili, ma indispensabili. E prima di criticare, da sinistra come da destra, i francesi, sarebbe bene rendersi conto che le migliaia di sbarchi sulle nostre coste faranno anche impressione, ma il numero di immigrati che poi restano sul suolo italiano non è neppure lontanamente paragonabile ai flussi di immigrazione che nel tempo si sono insediati in Francia (e Germania). Tant’è che nel cuore del Vecchio Continente si sono create presenze di seconda, terza e perfino quarta generazione francesi (e tedeschi) a tutti gli effetti, che hanno perfino creato una borghesia se non benestante sicuramente in grado di vivere dignitosamente, spesso fatta di lavoratori autonomi quando non di piccoli e medi imprenditori.

Un fenomeno che, seppure su scala più ridotta, è avvenuto anche in Italia, dove gli stranieri residenti sono oggi l’8,8% del totale della popolazione: 5,2 milioni su quasi 59 milioni. Una cifra assai inferiore ai nostri omologhi europei, visto che in Germania se ne contano 10,5 milioni, in Francia 7,4, in Spagna 6,4. In ogni caso, solo 200 mila sono rifugiati e richiedenti asilo, mentre la quasi totalità sono migranti “economici”. Persone di cui, a guardare con oggettività il fenomeno, abbiamo un disperato bisogno. Prima di tutto sotto un profilo demografico. Solo per via dell’apporto degli immigrati noi italiani non diventiamo ancora di meno (negli ultimi dieci anni la popolazione residente nella Penisola si è ridotta del 2%, 4% nel Mezzogiorno) e ancora più vecchi (la popolazione entrante è mediamente molto più giovane di quella residente). Secondo le previsioni demografiche tra 20 anni saremo altri quattro milioni in meno, ma senza l’apporto dei flussi migratori si arriverebbe a dieci milioni in meno. Diciamo dunque che di nuovi cittadini abbiamo un disperato bisogno. Se gli immigrati sono oggi l’8,8% della popolazione, sono però al 10% di quella lavorativa (nonostante con la crisi pandemica abbiano perso il lavoro in numero maggiore rispetto agli italiani). Tra le imprese, quelle “straniere” raggiungono poi il 10,6% del totale. Segno che gli stranieri rispetto a noi hanno una maggiore propensione al lavoro e all’imprenditorialità, fosse anche solo per necessità. Tanto è vero che il tasso di inattività è di 10 punti più alto per i nativi rispetto agli immigrati. Inoltre, anche se impiegati meno ore di quelle che vorrebbero (circa il 20% degli stranieri subisce un part-time involontario) e in lavori demansionati rispetto alle competenze (la quota di sovra istruiti è del 32,8%) continuano a sostenere l’economia, visto che il saldo verso le casse dello Stato tra entrate e uscite a loro dedicate è positivo per circa un miliardo e mezzo di euro. A ciò si aggiunga il fatto che gli immigrati svolgono un’ampia gamma di lavori imprescindibili, risolvendo questioni occupazionali e sociali di grande rilevanza. 

A differenza di Parigi, Roma non brucia, e questo deve far riflettere circa l’origine dei disordini sfociati in un vero e proprio attacco al cuore della République. Deve essere chiaro che ad appiccare il fuoco non sono stati migranti disperati e ridotti alla fame, bensì bande di giovani, sì figli o ancor più spesso nipoti di immigrati ma comunque francesi a tutti gli effetti, spinti non dalla precarietà delle condizioni economiche, ma dalla mancata integrazione culturale nella società multietnica che in nome della liberale “società aperta” è stata fin qui costruita. “Il che è persino più grave: sarebbe preferibile, in un certo senso, o comunque più rassicurante, che la rivolta fosse opera di immigrati appena arrivati”, scrive Stefano Folli. Invece, ci troviamo di fronte al fatto che le violenze e i saccheggi hanno nel mirino proprio tutto quello – asili nido, scuole, ospedali, servizi sociali – su cui dal 2005 lo Stato francese ha investito miliardi per rendere vivibili le banlieue, come se si volessero distruggere proprio gli aiuti arrivati in quei quartieri. A questo proposito, è interessante ascoltare quello che il filosofo weberiano e polemista transalpino Pascal Bruckner, ha da dire, in modo crudo e non accomodante, sulle origini della rivolta: “ci sono bande organizzate, armate e finanziate da narcotrafficanti che alimentano la narrazione del razzismo e della segregazione per tenere il potere nei quartieri, condominio per condominio, usando vandali, piccoli ladri e  grandi svaligiatori, che hanno assaltato metodicamente i centri commerciali rubando apparecchi elettronici, computer, telefoni, ma anche abiti; gang criminali, che approfittano della situazione per attaccare commissariati di polizia e municipi; e i terroristi ecologici di estrema sinistra, alleati con i ragazzi di banlieue, che attaccano i simboli del potere, come le caserme dei pompieri o la Gendarmerie”. Questo non toglie che ci siano sacche di mancata integrazione socioculturale dovute ai vincoli posti dai dettami della religione e della mentalità islamica, che generano il rifiuto dei valori cardine della civiltà occidentale. Ma sono propenso a credere che la pervasività del narcotraffico diffuso, che sta conquistando i quartieri delle città in tutta Europa, non abbia minore influenza.

Tutto questo apre interrogativi complessi, le cui risposte, sul piano culturale, non possono essere né il “politicamente corretto” della sinistra “buonista” né il “rimandiamoli a casa loro” della destra becera quando non xenofoba. Mentre sul piano politico così come sono inaccettabili i toni “insurrezionali” del populista di sinistra Jean-Luc Mélenchon, che non condanna le violenze evocando “giustizia” – uno stile ambiguo che di certo piace a Elly Schlein – non meno lo sono il subdolo tentativo di Marine Le Pen di cavalcare l’onda delle banlieue incarnando una domanda di ordine al cospetto di una Francia esausta, o il gioco al “tanto peggio, tanto meglio” del falco Eric Zemmour, leader di Réconquête, che evocando lo spauracchio della guerra civile chiede lo “stato d’urgenza”.

In questo contesto, va anche analizzata, molto più laicamente di quanto non sia stato fatto fin qui, la posizione del presidente Emmanuel Macron. Il quale se non ha ceduto alla cultura della resa, interpretando così il pensiero della maggioranza dei francesi, dall’altro deve rendersi conto della debolezza istituzionale che lo riguarda. Non è una questione di caratura personale, né tantomeno di legittimità, ma di reale rappresentatività dei cittadini. L’inquilino dell’Eliseo da un lato è a capo di un “partito personale”, con tutti i limiti che questo comporta, e dall’altro governa la Francia dopo un “mezzo successo” alle presidenziali dell’aprile 2022 e una “quasi sconfitta” nelle successive elezioni legislative. Se a questo si aggiungono gli elementi distorsivi in termini di rappresentatività del sistema di voto a doppio turno, il fatto che la presidenzializzazione del sistema comporta una faticosa coabitazione con il primo ministro e un depauperamento delle funzioni del Parlamento (acuite dalla forzatura rappresentata dall’articolo 49.3 della Costituzione della V Repubblica, che concede la possibilità di far passare un provvedimento senza dibattito parlamentare lasciando alle opposizioni la facoltà di presentare una mozione di censura, ma che scatta solo a maggioranza assoluta), si vede come sia poi difficile far passare riforme ragionevoli come l’innalzamento di due anni dell’età pensionabile. Se ne tenga conto, in Italia, quando si parla a sproposito delle esperienze istituzionali altrui e si vaticinano scorciatoie alla governabilità come il presidenzialismo. Non è certo la prima volta che nell’Europa delle libertà e del welfare – che è stata, è e resta l’area del mondo dove, pur con tutti i difetti, meglio si coniugano le esigenze della valorizzazione dell’individuo con quella delle tutele collettive e dove si è raggiunto il minor tasso di diseguaglianze – gruppi, prevalentemente giovanili, che si sentono emarginati e sfruttati da un potere al quale non riconoscono alcuna legittimità, mettono in atto ribellioni violente. L’Italia degli anni di piombo ne sa qualcosa. Finora, però, tali manifestazioni di ribellione sono state attuate da minoranze, e hanno sempre trovato da parte dello Stato democratico risposte ferme, qualche volta emergenziali, ma mai tali da favorire l’avvento di regimi autoritari. Ora, però, c’è il rischio, un po’ in tutto il Vecchio Continente, che il combinato disposto tra le tossine rilasciate dalla lunga stagione del populismo e le conseguenze della guerra russo-ucraina alle porte dell’Europa, la cui portata è ancora tutta da scoprire, faccia emergere un malessere molto più diffuso e perciò stesso molto meno domabile. Spetta alla politica, riscoprendo la P maiuscola, trovare le risposte. Possibilmente nella dimensione continentale. Risposte che certo non stanno né nella tiritera del politicamente corretto, né nel negazionismo euroscettico, né nelle forzature autoritarie. Macron, se vuole uscirne vivo, si metta alla testa di un movimento transnazionale che fornisca una risposta europea. Altri leader democratici, in giro non se ne vedono.

La tradizionale festa d’Estate dello studio legale Fittante

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Nella foto da dx: F.Carletti, F.Borghini, Prof. A. Fittante, Prof. G. Catapano, Presidente Reg.Toscana E. Giani

La tradizionale festa d’Estate dello studio legale Fittante nel giardino di Villa Magnolia a Firenze si è rivelata ancora una volta un evento memorabile.

Il 3 luglio, nel suggestivo scenario del giardino dello studio legale Fittante, a Villa Magnolia, si è tenuta la tradizionale festa d’Estate. L’evento è stato reso ancora più speciale grazie alla partecipazione del Rettore Auge Prof. Giuseppe Catapano e a una bella esposizione d’arte del maestro Franco Carletti, “che ha portato una sua personale di opere bellissime. Il maestro ha esposto alla biennale di Venezia e al Palazzo Medici Ricciardi, e il suo catalogo è stato anche firmato da Vittorio Sgarbi” , così lo ha presentato l’Avv. Prof. Fittante, padrone di casa che ha ospitato anche alcune start up, in particolare Columbus, start up fiorentina che ha realizzato diversi brevetti e che ha presentato bikealike, un sistema che consente tramite un dispositivo universale che si instaura in pochi minuti di rendere ogni bicicletta una bici elettrica; un sistema dunque ecologico, accessibile e conveniente e, una join venture tra Toscana ed Emilia con Maurizio Pasini che ha presentato un sistema fatto con materiale di riciclo che riesce a riprodurre l’energia solare andando a sostituire il gas, offrendo una resa del 98%, molto superiore a quello delle pompe di calore e dunque la possibilità, con un consumo bassissimo, di riscaldare ogni tipo di ambiente. l’Avv. Prof. Fittante, ha ringraziato tutti gli ospiti presenti tra i quali: – il Presidente Eugenio Giani,- la Presidente del Tribunale Marilena Rizzo che ci onora della sua presenza come ogni anno,- la Presidente del Tribunale delle Imprese di Firenze Patrizia Pompei,- il Presidente dell’Ordine degli avvocati, l’amico Sergio Paparo,- il presidente dell’ordine dei commercialisti Enrico Terzani,- la dott.ssa Bianca Bellucci, consigliere del ministro della cultura in materie giuridiche,- Nicola Armentano, presidente del gruppo PD del consiglio comunale,- l’amico Fabrizio Borghini che è l’editore della rivista Toscana Nuova,- la Presidente dell’associazione Toscana Cultura.- Ringrazio l’amico Luca Cioni, gli amici James e Louise Ferragamo- il parlamentare Federico Gianassi, il senatore Marcheschi,- il magistrato Silvio De Luca, e commentato : “ la Fondazione di cui ho l’onore di essere fondatore Compagnia di babbo natale, di cui abbiamo l’onore di avere qui il presidente, – il delegato della fondazione ANT per la Toscana Simone Martini e l’amica Cristina Casamassima, – l’amico e imprenditore Domenico Montuoro. – Ringrazio il maestro Baronsax che accompagnerà questa serata offrendoci il magnifico spettacolo della sua musica e vocalist – Ringrazio Le Cirque, a cui mi affido sempre, e il grande Jerry che anche questa sera ci offrirà uno stupendo servizio. Un ringraziamento speciale va inoltre al rettore dell’Accademia Universitaria Degli Studi Giuridici Europei, Prof.Giuseppe Catapano, che con le sue iniziative nel mondo giuridico ha saputo indirizzare in maniera innovativa tanti giovani al mondo del lavoro. E’ un grande onore per me averlo qui per condividere insieme questa magnifica serata.”

La tradizionale festa d’Estate dello studio legale Fittante nel giardino di Villa Magnolia a Firenze si è rivelata ancora una volta un evento memorabile. Grazie alla visione del professor Fittante e al suo impegno nel promuovere l’innovazione e l’imprenditorialità. La villa, con il suo incantevole giardino, ha offerto il contesto perfetto per questa occasione unica. Un incontro tra cultura, bellezza e condivisione.

Ufficio Stampa Auge Paola Biadetti

Inti-Illimani & Giulio Wilson La storica band cilena e il cantautore fiorentino presentano l’album Agua

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Inti-Illimani & Giulio Wilson
La storica band cilena e il cantautore
fiorentino presentano l’album Agua


Lunedì 22 maggio 2023 – ore 21
Tuscany Hall – via Fabrizio De André angolo Lungarno Aldo Moro – Firenze
INTI-ILLIMANI
& GIULIO WILSON

Agua World Tour

di Carla Cavicchini



Una collaborazione avviata qualche anno fa e suggellata adesso dall’album “Agua” quella tra gli storici Inti-Illimani e il cantautore fiorentino Giulio Wilson, in concerto lunedì 22 maggio al Tuscany Hall di Firenze per presentare il loro primo disco realizzato insieme e registrato tra Firenze e Santiago del Cile.
Inizio ore 21. I biglietti – posti numerati da 28,75 euro a 40,25 euro – sono disponibili sul sito www.bitconcerti.it, su www.ticketone.it (tel. 892.101) e nei punti Box Office Toscana (www.boxofficetoscana.it/punti-vendita – tel. 055.210804).

Una proposta musicale inedita, in cui le sonorità della musica cilena incontrano i suoni e le parole di Giulio Wilson, cantautore geniale dallo stile ricercato e demodé. Jorge Coulón, membro fondatore degli Inti-Illimani, racconta con parole di pura emozione il progetto discografico e il tour: “Per noi è sempre bellissimo tornare in Italia. Suonare con Giulio, talentuoso cantautore e caro amico è un modo per avvicinarci alla nostra storia e per continuare a coltivare la passione che ci lega all’Italia”.
La tranche italiana dell’Agua World Tour, prodotto da Imarts, si chiuderà proprio a Firenze, dopo aver toccato Genova, Roma, Torino, Milano, Bologna e altre importanti città.

Paolo Maiorino, ideatore e coordinatore del progetto, afferma: “Agua è il risultato di un connubio artistico tra due mondi musicali solo geograficamente tra loro. Jorge Coulón & Giulio Wilson si sono incontrati, piaciuti ed entrati subito in sintonia. Sin dai nostri primi discorsi sul progetto comune in interminabili call col Cile, siamo stati tutti animati da un sentimento che ci ha accomunati: la passione. Questo disco, le nuove composizioni, le date del tour italiano che anticipano quelle europee e americane testimoniano un lavoro serio, sano e costruttivo. Le distanze si sono accorciate, la condivisione totale. Agua è un sogno divenuto realtà è rappresenta una bella novità”.

Dopo aver partecipato all’album “Storie vere tra alberi e gatti” di Giulio Wilson nel brano Vale la pena – manifesto contemporaneo di un’epoca in cui si ha bisogno di confronti, di dialogo, di abbattere i confini per afferrare l’umanità di ogni cosa – gli Inti-Illimani presentano dal vivo il primo disco scritto e realizzato interamente con Wilson, dal titolo AGUA (produzione artistica di César Jarra e Valter Sacripanti) che uscirà in Italia il prossimo 28 aprile.

AGUA propone 13 brani, registrati nel dicembre 2022 a Santiago del Cile, in cui vengono affrontate tematiche sociali legate all’attualità, come la difesa dell’ambiente, il cambiamento climatico, ma anche alla storia e molto altro. Un disco di “concezione artigiana” senza plug-in, effetti computeristici, dove i suoni elettronici non sono stati contemplati: i musicisti cileni utilizzano, infatti, strumenti tradizionali della musica andina come la zampogna, la quechua, charango; Giulio Wilson ha suonato chitarre e pianoforte. In tutte le tracce del disco si percepisce un equilibrio artistico naturale, empatia e armonia umana.

Giulio Wilson, cantautore ed enologo, paroliere eclettico e straordinario musicista, ha la rara capacità di saper scovare storie fuori dal tempo e fuori dal coro, che hanno una tale bellezza che lui non riesce a fare a meno di raccontare, con la musica, con le parole e il genio da cantastorie. E ha il talento, tra i tanti, di “inciampare” lui nelle storie di altri, diventandone un personaggio, a volte inconsapevolmente.
Il 16 aprile del 2022, periodo di lockdown in tutto il mondo, muore Luis Sepúlveda. Giulio invia un messaggio di dispiacere e vicinanza a Jorge Coulón, leader degli Inti-Illimani, che risponde “Gli artisti e scrittori di testi non muoiono mai”. Inizia così la loro storia, in un giorno che non è stato come gli altri. In un tempo lento, di vita in casa e il mondo fuori, fermo, in attesa della primavera. Da quel giorno Giulio non ha mai smesso di sentire gli Inti-Illimani, ora compagni d’arte e amici nella vita.  E la primavera artistica arriva per loro con AGUA, il disco che sigla un’intesa umana forte, tradotta in 13 canzoni.

INTI-ILLIMANI – Inti-Illimani (1967) è un nome composto che proviene del quechua Inti e del aymara Illimani e significa “Sole di una montagna nelle vicinanze di La Paz, Bolivia”. Il gruppo, composto dagli esordi da un gruppo di giovani studenti della Università Tecnica dello Stato del Cile, sorge all’interno del movimento chiamato “La Nuova Canzone Cilena” che si sviluppa tra 1965 e 1973. Dal 1973 si stabiliscono in Europa, esattamente in Italia. A partire dagli anni ’80 la loro carriera si è distinta per i tanti successi, raggiungendo i primi posti della classifica italiana e collezionando innumerevoli dischi d’Oro e Platino. Inti-Illimani vanta milioni di dischi venduti in tutto il mondo, con presentazioni e concerti in più di 58 paesi. La band ha condiviso il palco e suonato con artisti di grandissima importanza come Bruce Springsteen, Sting, Peter Gabriel, Tracy Chapman, John Williams, Paco Peña, Mercedes Sosa, Silvio Rodríguez, Milton Nascimento, Danielle Silvestre, Lucio Dalla, Pablo Milanés, Francesca Gagnon, Arja Saijonmaa, Holly Near, Joan Baez, Marta Gómez, Isabel Parra, Georgina Hassan, Víctor Heredia, tra gli altri, suonando nei più rinomati palchi di tutto il mondo. Nel 2017 la band cilena ha compiuto 50 anni di ininterrotta carriera artistica, anniversario festeggiato con un tour per il Cile e con due concerti sold out al Teatro Caupolicán di Santiago.

GIULIO WILSON – Giulio Wilson, cantautore fiorentino, alterna la sua passione per la musica alla sua attività di enologo e produttore di vini in Toscana. La sua carriera artistica viene inaugurata con l’album “Soli Nel Midwest”, prodotto da Enzo Iacchetti. Ha collaborato con molti artisti, tra cui Vinicio Capossela, Roberto Piumini, Bobby Solo, Roy Paci, con I musici di Francesco Guccini, e con gli Inti-Illimani, appunto.
Wilson ha ottenuto numerosi riconoscimenti prestigiosi: “Materiale resistente 2.0; la Targa Mei nel 2017 come “Miglior cantautore”; nello stesso anno l’artista vince il concorso BMA Bologna Musica d’Autore. Nel 2018,il premio assoluto Anacapri Bruno Lauzi, e, nel 2019, il Premio Bertoli; il Premio della Critica al concorso Voci per La Libertà – Una canzone per Amnesty 2019; vince il concorso 1Maggio Next2019 e si esibisce sul palco del Concerto del Primo Maggio a Roma. Nel 2018 è uscito l’Ep “Futuro Remoto”; nel 2021 ha pubblicato il disco “Storie vere tra Alberi e Gatti”, una raccolta di brani “fuori dal tempo”.

Info
Tuscany Hall – via Fabrizio De André / Lungarno Aldo Moro – Firenze
Info tel. 055.667566 – 055.6504112 – 059 644688 – www.bitconcerti.it – www.internationalmusic.it
Biglietti
Primo settore 40,25 euroSecondo settore 34,50 euro
Terzo settore 28,75 euro
Comunicazione: Daniele Mignardi Promopressagency
T 06 32651758 r.a.- info@danielemignardi.itRif. Lucia Santarelli (mobile 346 3622351)
www.danielemignardi.it      
Promozione Radio per Sony Music Legacy:
Valentina Spada – T +39 349 0778886 r.a.- lavalentinaspada@gmail.com
Promozione TV per Sony Music Legacy:
Paolo Romani – T +39 335 463002 r.a.- paoloromani1@alice.it
Ufficio stampa Prg Firenze
Marco Mannucci – 347 7985172 – marco@mannuccionline.com

Guai a credere che sia tutto a posto

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A cura del Prof. Avv. Giuseppe Catapano

È amaro constatare che in questi tre decenni – un tempo enorme, se si considera che per far rinascere l’Italia dopo la seconda guerra mondiale ne bastò molto meno – non solo nessuno dei grandi nodi del sistema paese è stato sciolto, ma anzi che l’Italia abbia imboccato, a cominciare proprio dall’ipocrisia giustizialista di allora, la strada di un declino inesorabile. Un destino cui nessuno è stato fin qui in grado di sottrarci, neppure lo sforzo della parte produttiva del Paese, ammirevole perché ci ha tenuto in qualche modo a galla ma privo della capacità di diventare un fenomeno sistemico.
Il fatto che in una fase storica in cui shock positivi e negativi si susseguono velocemente, è probabile che da trimestre a trimestre si possa avere una forte volatilità, non può essere trascurato . Dunque, il contesto economico, nostro e internazionale, resta fragile e dalle prospettive incerte. Dall’altro lato occorre poi prendere atto che le cose stanno andando meglio del previsto – per mesi abbiamo vaticinato tutti, me compreso, l’arrivo dell’ennesima recessione – ed è inevitabile che questo trend si trasformi in ottimismo. Inevitabile, giusto e opportuno – l’economia vive di aspettative – ma al tempo stesso pericoloso. Per una serie di motivi che vale la pena analizzare, anche in funzione del quadro politico e degli sviluppi che potrà avere.
La principale preoccupazione ha a che fare con la tenuta dei conti pubblici, e in particolare con la sostenibilità del nostro debito. L’intervento di Goldman Sachs che ha sconsigliato i nostri Btp, i giudizi severi di Moody’s e del Wall Street Journal, il ritorno dello spread vicino a quota 200, sono segnali inequivocabili: dopo una fase di relativa tranquillità iniziata con il varo del governo Meloni e consolidatasi dopo la manovra “senza grilli per la testa” di fine anno, i riflettori sono tornati ad accendersi sul “caso Italia”. E guai ad evocare il solito complotto dei “poteri forti”, che è nella testa solo dei governanti impotenti e della loro claque mediatica, o a pensare che le buone notizie sul fronte del pil siano sufficienti a farle spegnere, queste attenzioni dei mercati e della comunità internazionale. Pesano di più, per esempio, le notizie provenienti da Francoforte: non tanto l’aumento di un altro quarto di punto dei tassi – a ben vedere il pil nominale, cioè pil reale e inflazione sommati, cresce ben di più dei tassi d’interesse – quanto la decisione della Bce di anticipare a luglio la fine del programma di acquisto dei titoli di Stato, di cui noi in questi ultimi anni siamo stati i principali beneficiari. E più in generale, suggerisce Carlo Bastasin su Repubblica, occorre riflettere bene su alcune questioni poco rassicuranti: le condizioni finanziarie che si stanno manifestando nelle economie occidentali – vedi i crack bancari che si sono profilati negli Stati Uniti e in Svizzera – e il minore sostegno che verrà dalle banche centrali. Ergo, nei prossimi mesi le circostanze potrebbero rendere la situazione italiana particolarmente difficile da gestire, tra inflazione, economia ancora fragile e crescenti incognite sulla disponibilità di credito (le banche commerciali stanno già riducendo il rischio degli attivi, contraendo i prestiti alle imprese).
Il vero rimedio si chiama Pnrr, ovvero la sua piena ed efficace realizzazione, che in termini di pil potrebbe valere almeno un paio di punti, ma soprattutto vale tantissimo in termini di credibilità dell’Italia nel contesto europeo, visto l’insistenza con cui a suo tempo sono state richieste quelle risorse e considerato che a Bruxelles, tra mancata approvazione del Mes (caso inspiegabile sotto qualunque punto di vista) e litigi con i francesi, Roma non gode certo di una gran reputazione. Ma quella dell’uso dei fondi continentali nei tempi e nei modi previsti, riforme strutturali comprese, è anche la questione più dolente delle tante che sono nelle mani del governo, aperte e di non facile chiusura. Per questo i numeri indicati nel Def potrebbero facilmente trasformarsi da sostanzialmente realisti a eccessivamente ottimistici.
Le misure più o meno populiste promesse agli italiani e che mettono il governo – questo come quelli che lo hanno preceduto, senza distinzione alcuna – in condizione o di disattendere le attese suscitate, con tutto quel che ne consegue in termini di tenuta politica e di consenso, o di assecondarle, hanno creato ulteriori squilibri alla finanza pubblica. È questo il motivo di preoccupazione distruttivo : i margini di manovra sono stretti, se non inesistenti, a meno che non si voglia mettere mano alla spesa pubblica corrente, riselezionandola con coraggio e lungimiranza. In assenza di ciò è del tutto evidente, per esempio, che sarà impossibile realizzare la tanto sbandierata riforma fiscale, salvo qualche ritocco marginale che lascerà il tempo che trova, o che non si potrà rendere permanenti i tanti bonus in essere o inventarne di nuovi. A meno di sforare sui conti. Nel primo a caso la reazione sarà degli elettori disillusi, nel secondo dei mercati prima ancora che di Bruxelles.

Se questo è il quadro entro il quale ci muoviamo, e di cui si ha scarsa consapevolezza e ancor meno voglia di renderlo chiaro agli occhi degli italiani per paura delle conseguenze, Dio non voglia che fattori esogeni – come eventuali complicazioni derivanti dagli sviluppi della guerra russo-ucraina e più in generale dalla messa in discussione degli equilibri geopolitici mondiali – o fattori endogeni, come lo spezzarsi più repentinamente del previsto del filo ormai sottile che tiene a galla il nostro sistema previdenziale, sempre più vicino all’insostenibilità, facciano scattare emergenze che metterebbero a nudo fino in fondo la precarietà del nostro sistema politico. Avendo la maggioranza di centro-destra mostrato in soli 7 mesi di governo tutti i suoi limiti programmatici, le sue divisioni politiche ed essendo evidente quanti pesi la disabitudine della sua classe dirigente alla gestione del potere, avendo il Pd imboccato la strada del massimalismo tipica del partito che trova solo nello stare all’opposizione la sua ragion d’essere ed avendo il Paese consumato con Draghi l’esperienza dei governi di grande colazione a conduzione tecnica, quali formule politiche potrebbero essere sperimentate di fronte a emergenze di natura straordinaria? Se ci pensate, sono passati esattamente trent’anni da quell’esplosione di rancore verso la classe politica che fu la contestazione, con annesso lancio di monetine, all’indirizzo di Bettino Craxi, esposto al pubblico ludibrio come capro espiatorio del fallimento della Prima Repubblica

Protocollo Aepi- Inail: novità a favore dei tributaristi

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A cura di Ionela Polinciuc

Roma: Domani 18 aprile 2023, nella sede del Parlamentino INAIL in via IV Novembre, ci sarà un importante convegno all’insegna della formazione e della prevenzione, firmato Aepi, Confederazione delle Associazioni Europee di Professionisti ed Imprese dal titolo: ” Dopo sei mesi, quale impatto dell’Esecutivo sulle imprese?”. Verrà anche istituito un Comitato di Coordinamento , che fungerà da garante per l’attuazione del protocollo.

Dott. Celestino Bottoni, Presidente A.N.CO.T e Vicepresidente e Coordinatore Aepi Professioni ha dichiarato: “Ringrazio per l’incarico ricevuto in Aepi, perché si tratta di un ruolo che rappresenta il cuore dell’agire della confederazione, che da sempre si occupa di professionisti e imprese. Ritengo fondamentale l’incontro del prossimo 18 aprile, perché il protocollo tra Aepi e Inail darà ai professionisti il giusto rilievo, mi riferisco in special modo a quelli ex Legge 4/2013. L’accordo prevede, per tutti i professionisti, un’apertura al dialogo con l’ente, una semplificazione con un focus specifico sui processi digitali, così come è previsto nel protocollo per le imprese. L’evento riveste un’importanza particolare anche perché, nella tavola rotonda successiva alla firma del protocollo, grazie alla partecipazione dei Sottosegretari, Onorevoli Albano, Bitonci e Durigon capiremo lo stato dell’arte del PNRR e la situazione delle politiche sulle professioni, con riferimento all’equo compenso”.

Al convegno parteciperanno figure importanti che hanno a cuore tematiche delicate ma soprattutto di fondamentale importanza per il futuro delle imprese. Lo scopo dell’evento è quello di sottoscrivere un protocollo d’intesa tra Aepi e INAIL su temi come formazione e prevenzione. Ad apre il convegno sarà il Vicepresidente Aepi, Giuseppe Ciarcelluto: seguiranno gli interventi dei componenti dell’Osservatorio Aepi, a partire da Dott. Celestino Bottoni, Vicepresidente e coordinatore Aepi Professioni, Dott.ssa Patrizia Gabellone, Vicepresidente per il Lavoro e Welfare, Andrea Cordero di Montezemolo, Vicepresidente per l’Innovazione, Stefano Cocco, Responsabile Aepi per il Commercio e Alessandro Peron, Responsabile Aepi per Trasporti e Logistica.
Inoltre, il Presidente della Confederazione Aepi Mino Dinoi ha dichiarato: “È un incontro che parte dalla presa d’atto, positiva, della diminuzione del cuneo fiscale, misura già indicata da AEPI da oltre un anno. Con la diminuzione dei costi alle imprese e una maggiore liquidità dei lavoratori subordinati, avremo un piccolo impulso verso la ripresa. Rimangono in sospeso le grandi riforme, in particolare quella della giustizia che va completata e che va in qualche modo a braccetto con quella fiscale. Parleremo certamente di PNRR, sul fronte del lavoro per noi è fondamentale semplificare ulteriormente politiche attive e impostazione strutturale, per consentire alle micro e PMI una reale programma- zione di costi del lavoro: altro tema di rilievo per noi è la revisione delle misure sperimentali di accesso alla pensione anticipata verso una misura stabile intermedia fra l’età di vecchiaia e i 43 anni di anzianità contributiva: penso all’opzione donna, alla quota 102/103 e all’Ape Sociale”.
Il protocollo sarà firmato da Franco Bettoni – Presidente INAIL e Mino Dinoi – Presidente Aepi. Subito dopo avrà inizio la tavola rotonda moderata dal Vicedirettore di Adnkronos, Fabio Insenga.
All’importante convegno interverranno gli onorevoli Lucia Albano, Sottosegretario del Ministero dell’Economia e delle Finanze, Massimo Bitonci, Sotto- segretario del Ministero delle Imprese e del Made in Italy e Claudio Durigon, Sottosegretario del Ministero delle Politiche del Lavoro. Parleranno anche il Presidente dell’Inail, Franco Bettoni e il Presidente della Confederazione Aepi, Mino Dinoi.

Revenue-based Financing

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Nella Foto: Prof. Avv. Giuseppe Catapano

A cura del Prof. Avv. Giuseppe Catapano

Tutte le caratteristiche dell’innovativo modello di “finanziamento” basato sul fatturato

Il Revenue-based Financing (RBF) letteralmente “finanziamento basato sui ricavi”, è un sistema che nasce negli anni ottanta, utilizzato per il sovvenzionamento delle industrie energetiche.

Una forma simile, da cui deriva l’attuale modello di RBF, è riconducibile al sistema di finanziamento universitario americano, per cui il capitale investito in formazione universitaria è ripagato in proporzione alle entrate derivanti dai primi impieghi, per poi arrivare ai giorni nostri e focalizzarsi nel settore del digitale, diventando un modello mainstream, con declinazioni differenti a seconda dei Paesi.

Il RBF prevede una restituzione del capitale basata sui risultati futuri prodotti dalle aziende target, in quanto il ripagamento avviene attraverso una condivisione delle revenues future che il business andrà a generare.

Quali sono i vantaggi di questa modalità?

Nato negli anni ottanta e tornato in voga da pochi anni. Perché?

Il principale punto di forza del Revenue-based Financing è la flessibilità nella restituzione che permette la crescita del business in maniera sostenibile e allineata alle performance aziendali.

Questo modello, infatti, consente alle aziende (start-up e scale-up) digitali, di accedere al capitale in maniera veloce e flessibile, capitale poi ripagato con un modello di condivisione delle revenues, senza diluire l’equity.

Il Revenue-based Financing è un modello “ibrido” tra equity e debito che non prevede che l’investitore entri nell’equity (per cui non c’è perdita di controllo dei founder e soci).

Allo stesso tempo è un modello data-driven”.

L’idea è quella di fare una valutazione della company mediante i dati in possesso, capirne il potenziale di crescita e di performance e fare una forecast dei ricavi futuri, definendo una percentuale fissa di condivisione del fatturato futuro, che servirà come metodo di restituzione del capitale offerto all’azienda in cui il Revenue-based Financing player investe.

Inoltre, rispetto alle altre forme di finanziamento, il Revenue-based Financing ha un importo fisso in base al capitale investito, ma non un tempo preciso di restituzione dei fondi che si ha investito.

Per cui il rendimento del capitale investito degli investitori dipenderà dalle tempistiche dei pagamenti.

Viene da sé che l’investitore otterrà un ritorno più rapido del capitale investito, quanto più rapido è il tasso di crescita dell’azienda.

Quindi questo modello di finanziamento basato sul fatturato permette ad ambedue le parti di ottenere vantaggi: consente all’investitore di ottenere guadagno in proporzione alla crescita dell’azienda che si è deciso di finanziare e permette alla società di accrescere i propri investimenti senza il rischio di perdere il controllo del proprio business.

Il RBF può essere una soluzione per le imprese che non riescono ad ottenere finanziamenti tramite i canali tradizionali.

Generalmente è progettato per le aziende che hanno un flusso di ricavo alto o aziende che attiveranno le loro entrate tramite l’uso di fondi.

L’obiettivo del RBF è di aiutare la crescita del business in maniera trasparente, chiara e diretta.

Alla base c’è l’idea di condivisione del rischio di impresa con le aziende in cui si investe, oltre a quella di condivisione dei momenti alti e bassi delle performance dei ricavi (dovute a situazioni macroeconomiche o stagionali).

Infatti, la flessibilità della restituzione del capitale consente di effettuare pagamenti allineati alle possibilità dell’azienda stessa.

Come funziona il Revenue-based Financing?

Ecco le caratteristiche principali del modello di finanziamento basato sulle entrate:

  • è un finanziamento con un obiettivo di rimborso fisso, raggiungibile in un periodo non definito di anni
  • viene assegnato con un importo di rimborso da 1,5 a 2,5 volte rispetto al prestito principale
  • i periodi di rimborso sono flessibili, variano in base al fatturato dell’azienda
  • non c’è condivisione di equity, quindi l’imprenditore che riceve il capitale non deve vendere le proprie azioni all’investitore

A chi è rivolto Il Revenue-based Financing?

Tendenzialmente il modello di RBF è destinato a startup, PMI e e-commerce. Le aziende che possono essere finanziate con il metodo RFB sono generalmente aziende innovative con modelli di business SaaS, marketplace o che si basano su abbonamenti, e di conseguenza con entrate certe e con una stagionalità legata all’e-commerce.

Basandosi su una valutazione pre-investimento data-driven, tale modello di finanziamento è destinato ad aziende che presentano una serie di attività di digital marketing avanzate, in quanto queste informazioni risultano più tracciabili rispetto ad altre e quindi ideali per una corretta analisi aziendale.

Sono necessari dei documenti?

Non sono necessari documenti. Tramite la loro piattaforma è possibile ricevere capitali da 10.000 a 5.000.000€ per sostenere l’aumento delle vendite online. Le imprese destinatarie sono SaaS, e-commerce e online retail, marketplaces e subscription-based.

PNRR nel sistema Italia

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Nella Foto: Prof. Avv. Giuseppe Catapano

A cura del Prof. Avv. Giuseppe Catapano

Gli errori fin qui commessi attraversano le epoche dei governi Conte, Draghi e Meloni : epoca Conte, si è badato esclusivamente alla dimensione quantitativa delle risorse che l’Europa ci concedeva, senza avere la ben che minima idea di cosa farne e quindi senza rendersi conto che occorreva un piano strategico e non un semplice elenco di voci di spesa da sostenere. L’unica cosa che importava era sfruttare mediaticamente il risultato, che indubbiamente c’è stato, di aver convinto i paesi riottosi a far partire il Recovery e sbandierare i 209 miliardi, cui si aggiungevano altri fondi Ue per arrivare a circa 350 miliardi, come fossero una preda cacciata. 

 epoca Draghi, è arrivata a sommare qualcosa come 171 mila progetti e progettini – di cui finora ne sono stati realizzati solo l’1% – mettendoci dentro di tutto di più, dai campi per giocare a padel ai cimiteri. Una follia in sé, resa ancora più grave dalla assoluta mancanza di una gerarchia basata sul livello di strategicità dei progetti. 

(sempre epoca Draghi): le riforme richieste dall’Europa come conditio sine qua non per erogare i finanziamenti sono state fatte, ma proprio perché vissute come un obbligo e non come un’opportunità, risultano gusci vuoti. In parte perché parziali e poco coraggiose, e in parte perché nominali, scritte per rimanere sulla carta e non per essere davvero incisive.

in nessun momento si è mai pensato che la scrittura e l’attuazione del Pnrr richiedessero un metodo e una prassi da “unità nazionale”, neppure quando c’era un governo tecnico sostenuto da una larga parte delle forze politiche e parlamentari. Invece, era e resta un requisito fondamentale, per evitare che sull’altare della competizione politica – che in Italia è continua, come se si fosse in una campagna elettorale permanente, e per di più aggravata dal virus letale del populismo – venga sacrificata la continuità dei progetti e la velocità del loro avanzamento.

 non è stata sollevata da nessuno, tranne che, pur troppo timidamente, dall’attuale governo, la questione culturale che da noi sottende la realizzazione delle opere, grandi o piccole che siano. Parlo, da un lato, del “no” per principio a qualunque opera, che a sua volta si articola in un “no sempre e comunque” a cura di una minoranza rumorosa che non trova un adeguato controcanto (dove sono finiti i comitati pro Tav che pure per un momento hanno trovato il coraggio di scendere in piazza?), e in un “ok, ma non nel mio giardino”, che è invece ad appannaggio di una vastissima fetta di opinione pubblica. E parlo, dall’altro lato, di un diffuso pregiudizio ideologico secondo il quale in ogni appalto si annida una sicura fonte di corruzione, che va preventivamente stroncata se non impedendo la costruzione dell’opera in assoluto, di certo alzando l’asticella degli ostacoli che si frappongono sul suo iter, finendo per allungarne a dismisura i tempi e i costi di realizzazione.

La più decisiva di tutte è una questione strategica che avrebbe dovuto accompagnare il percorso del Pnrr: risolvere alcune questioni dirimenti senza le quali l’attuazione sarebbe stata difficile, per non dire impossibile. Si dirà: ma queste sono le famose riforme strutturali che Bruxelles ha voluto fossero inserite nel Pnrr. Sì e no. Sì se ci si riferisce alla riforma della giustizia, che peraltro prima Cartabia ha solo abbozzato e che ora Nordio ha solo evocato. No, se ci si riferisce ad almeno quattro questioni dirimenti. 

La prima è quella della pubblica amministrazione, la quale è stata fin qui sottoposta ad una serie di riforme più di carattere simbolico che altro – i vari “decreti semplificazione” non hanno mai spazzato via la “sabbia procedurale” che blocca ogni cosa – ma mai ad una revisione radicale che faccia della semplificazione delle norme (a monte) e dei metodi operativi (a valle) i suoi obiettivi centrali. D’altra parte, una vera riforma della PA non si può realizzare se non s’interviene in modo altrettanto radicale sull’articolazione del nostro decentramento amministrativo e sulla conseguente ripartizione delle competenze tra Stato centrale ed enti locali. 

il secondo intervento con cui andava (e tuttora andrebbe) accompagnato il Pnrr è la controriforma del titolo V, operando un coraggioso sfoltimento del numero dei Comuni e dell’esistenza in vita tra Regioni e Province. La terza questione è quella della politica industriale. Non si affronta un gigantesco piano di investimenti infrastrutturali senza essere dotati – e se si è sprovvisti, come è in effetti nel nostro caso, si provvede alla bisogna – di un sistema di imprese non dico ottimale ma almeno sufficiente. Per questo andavano aiutate a crescere le poche imprese che abbiamo, e fatte nascere realtà nuove. 

Il quarto nodo non sciolto – mancano anche i lavoratori. Può sembrare paradossale, visto che abbiamo il tasso degli occupati sul totale della popolazione in età lavorativa tra i più bassi in Europa, ma oggi le aziende non sanno dove sbattere la testa, sia che riguardi manodopera qualificata sia che riguardi manovalanza.

Che cosa può concretamente fare il governo Meloni per evitare un disastro, di cui peraltro porterebbe la firma ma avrebbe una responsabilità non certo esclusiva?

 Due cose l’ha già fatte: istituire una cabina di regia unica mettendola nelle mani giuste, e portare a compimento la riforma del Codice degli appalti, sulla quale si possono avanzare alcune riserve specifiche ma che di sicuro ha il merito di aver rotto dei tabù. Non siamo ancora ad un sistema ideale di poche e semplici regole che facilitino il lavoro degli onesti e puniscano i disonesti in modo esemplare, ma è meglio di niente. Se ora Meloni si decidesse a sciogliere le briglie che sono state messe alla riforma organica della giustizia che ha in mente Nordio, della quale un pezzo importante è quella relativa alla giustizia civile, l’effetto della revisione del Codice degli appalti sarebbe ancora più significativo. Poi c’è da decidere se mantenere l’intero impianto del Pnrr o se ridimensionarlo. Io penso che sarebbe meglio mantenere l’ammontare complessivo delle risorse ma ridurre drasticamente il numero dei progetti, aumentando la portata e la strategicità di quelli prescelti .

Riepilogando : 

 – presentate in modo organico agli italiani – e iniziare a metterle a terra, sarebbe tanta roba. Se poi ci fosse anche un po’ di coraggio cui la politica italiana ci ha disabituato, sarebbe ancora meglio. Mi permetto di dare due idee forti, una costruens e l’altra destruens. La prima: ricostruiamo l’Iri. L’ubriacatura liberista è finita e, per non lasciare che al suo posto si affermi un dirigismo di quart’ordine senza la cultura e gli strumenti necessari ad affermare un ruolo di indirizzo strategico dello Stato laddove c’è da colmare le lacune del mercato – meglio dotarsi dello strumento giusto. Per ora mi fermo a questa suggestione, ma mi riprometto di tornare sull’argomento in modo più completo. La seconda: aboliamo l’Anac, l’autorità nazionale anticorruzione. Ho sempre pensato che la sua nascita sia stato un grave errore (perché dava per scontata la moralistica equazione “business = malaffare”) e peggio è stata la sua esistenza in vita, fino all’improvvida uscita, poi parzialmente ritrattata, dell’attuale presidente, Giuseppe Busia, secondo cui le regole più leggere del nuovo Codice favorirebbero il diffondersi della corruzione. Ora, confortato dal parere del professor Giulio Sapelli (“uno Stato serio non ha bisogno dell’Anac, significa delegare l’amministrazione ai pm”), penso che occorrerebbe rimuovere uno dei motivi di ritardo se non di blocco dell’attività economica.

Insomma, ora che per via del Pnrr tutti i nodi del sistema Italia sono venuti al pettine – da un decentramento amministrativo elefantiaco e inefficiente ad una burocrazia anelastica e farraginosa, dalla mancanza di personale qualificato nella pubblica amministrazione ad un numero sempre più ridotto di imprese italiane di primo livello, dalla deriva panpenalista delle gare pubbliche e più in generale dell’attività economica all’incapacità di fare riforme che, pur danneggiando qualche corporazione, potrebbero dare impulso allo sviluppo – si abbia la lungimiranza e la determinazione di riesumare lo spirito del Secondo Dopoguerra. Sapendo che per affrontare una grande emergenza – e la realizzazione del Pnrr lo è – non servono i commissari straordinari, serve l’unità d’intenti. Lo ha suggerito anche un uomo oggi all’opposizione, ma saggio ed equilibrato come il presidente Casini: in un tanto nobile quanto finora inascoltato appello all’insegna della responsabilità nazionale ha detto che “per non sprecare i fondi pubblici serve un armistizio tra destra e sinistra”. Una collaborazione tra le diverse parti politiche e tra i diversi livelli istituzionali ed amministrativi dello Stato. Meloni non abbia paura di uscire dagli schemi: massimizzare il risultato sul Pnrr significa minimizzare il fardello che graverà sulle spalle delle prossime generazioni. Non sarebbe un risultato di poco conto per la prima donna a palazzo Chigi.

Il passato nel presente per non smarrire il futuro

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A cura del Prof. Avv. Giuseppe Catapano
Certamente la storia non se la passa tanto bene nelle nostre scuole. Marginalizzata nella prova scritta della maturità, rimodulata nei programmi in nome di una sacrosanta esigenza di maggiore conoscenza delle vicende contemporanee, è in difficoltà anche nelle università, dove continua una progressiva riduzione delle cattedre di discipline storiche. Abbiamo lo sguardo così teso al nuovo, al futuro, alle infinite e affascinanti prospettive che le moderne tecnologie ci offrono, che abbiamo veramente poche energie da dedicare ai fatti del passato  e alla loro conoscenza.

In effetti il presente è così ricco, intenso, drammatico, veloce nel suo continuo accadere, che dobbiamo avere delle buone e solide ragioni per interessarci alla storia e agli eventi che l’hanno costruita.

Forse ciò che dobbiamo riscoprire  è che si vive meglio e si capisce di più la realtà evitando la contrapposizione tra passato e presente.

È affascinante guardare la storia come un dialogo. Perché significa che passato e presente possono interagire, che il tempo che passa non cancella ma incrementa un rapporto possibile, e soprattutto che non tutto è già scritto, che c’è una partita di conoscenza reciproca ancora tutta da giocare. Ma è una partita interessante se si gioca su fatti e non sulle idee o ancor peggio, sulle ideologie. C’è un presente che scaturisce da questo dialogo, un presente sempre nuovo e sempre da scoprire.

E’ appena iniziata la settimana “ dinamica dell’avvenimento cristiano, è descrivibile sia partendo dal passato e venendo verso il presente, sia partendo dal presente e andando verso il passato”. Si tratta di “un avvenimento del passato rinvenibile nell’esperienza di un avvenimento presente. Di un avvenimento presente che si può spiegare solo in forza di un avvenimento del passato”.

Se oggi accade di incontrare uomini  la cui vita è cambiata, che si ritrovano a fare memoria di quel pane spezzato e benedetto, che appartengono a una storia di cui possono dire “solo qui ci sono parole che spiegano la vita”, siamo di fronte a un fatto presente che si spiega solo in forza di quell’avvenimento passato. E quel passato continua a vivere anche oggi in un presente concreto e incontrabile nell’esperienza di  uomini del nostro tempo. Fatti del passato che spiegano il presente. Un presente che è vero in forza di un passato.

Ma senza il gusto dei fatti, fatti del passato, fatti del presente, senza la lealtà di fronte ad essi, anche il cristianesimo finirebbe soffocato dall’ideologia o dai pregiudizi. Oppure ridotto a un vago sentimento soggettivo. Sulle ideologie si può discutere. I sentimenti sono fragili e passeggeri. La carne di persone vive e incontrabili è invece indiscutibile e certa. Di questo abbiamo bisogno perché la nostra vita sia “spiegata”.

Segreti militari?

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Nella Foto: Colonello(r) Georgel Rusu, Giornalista Ionela Polinciuc

A cura di Ionela Polinciuc

L’intelligenza artificiale esiste da molti anni. Più vicino a noi, negli ultimi anni sono state sviluppate anche varie interfacce di comunicazione. C’è molta competizione tra i vari “produttori” di intelligenza artificiale per rendere le cose il più utili possibile, il più attraenti possibile, il più possibile utilizzabili in diversi campi e soprattutto il più commerciabile possibile.

Un evento scientifico, durato dal 2 al 5 marzo 2023, organizzato dall’Università Apollonia di Iasi, ha riportato alla nostra attenzione l’importanza della comunicazione in vari modi. Vasile Burlui, presidente dell’università, insieme ai suoi collaboratori ha voluto presentare la XXXIII edizione del Congresso Internazionale ”Prepariamo il futuro promuovendo l’eccellenza”. Presente anche l’Accademia Universitaria Degli Studi Giuridici Europei ( A.U.G.E.) rappresentata dal rettore Prof. Avv. Giuseppe Catapano, insieme alla sua equipe.

Tra i temi presentati nell’evento culturale, ne ho scelti alcuni che ho raggruppato in quello che ho chiamato: l’intelligenza artificiale in campo militare tra il solito ed il segreto.

Perché l’idea di auto intelligenti e autonome o semi-autonome ha trasceso il palcoscenico della letteratura e del cinema di fantascienza, diventando o essendo in procinto di diventare realtà. Esistono robot genericamente chiamati sistemi d’arma autonomi letali, sviluppati e utilizzati dalle forze militari perché riducono l’esposizione delle persone sul campo di battaglia e diventano sempre più efficaci nei conflitti.

Viviamo nella tecnosfera, in un’epoca conquistata dall’Internet of Things o dall’Intelligenza Artificiale (AI) che tende verso un’automazione quasi totale dei processi industriali.

Allo stesso modo, i veicoli aerei senza equipaggio – o nel linguaggio comune, i droni – sono usati come giocattoli o per catturare immagini dall’alto, ma hanno anche dimostrato la loro efficacia in campo militare, con carichi convenzionali. I veicoli terrestri senza equipaggio sono robot che possono essere utilizzati per attacchi terrestri ed i veicoli subacquei senza equipaggio sono utilizzati per varie operazioni militari subacquee. Si sta facendo un intenso lavoro sulla parte di miniaturizzazione delle macchine intelligenti, migliorando la precisione e il coordinamento degli attacchi, aumentando il carico che può essere montato su questi sistemi, ecc. Ma dato che l’argomento è estremamente lungo e strettamente militare, non ci permette di invadere lo spazio non vicino a noi.

Ad esempio: l’ex amministratore delegato di Google sostiene che l’intelligenza artificiale sarebbe rivoluzionaria per la guerra come le armi nucleari. Un argomento che ha bisogno di tempo per essere spiegato nei minimi dettagli, ma, ho avuto l’onore di accogliere l’autore del libro TransUmanesimo e lo strumento militare del potere: Georgel Rusu, che ha contribuito a comprendere almeno i primi fondamenti di questo, se così vogliamo chiamarlo, segreto militare.

Una domanda che viene spontanea ora: la Cina, una vera minaccia per gli Stati Uniti? Certamente, un altro argomento importante di cui parleremo la prossima volta, anche con il professore associato Georgel Rusu, incontrato al Congresso Internazionale “Prepariamo il futuro promuovendo l’eccellenza”, dove il professore, insegna agli studenti discipline molto importanti per la crescita mentale.

Nella Foto:  il Colonnello (r) Georgel RUSU riceve il premio consegnato dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Daniel PETRESCU

Professore, l’idea di scrivere questo libro, Il transumanesimo e lo strumento militare del potere, da dove, da quando e come?

Tra il 27 febbraio e il 1 marzo 2020, la comunità accademica dell’Ateneo Apollonia/Iasi ha organizzato la XXX-esima edizione del Congresso Internazionale, con lo slogan “Prepariamo il futuro promuovendo l’eccellenza”. Su iniziativa dell’accademico Vasile Burlui (Presidente dell’Università) Sezione E) aveva il titolo: Postumanesimo e Transumanesimo.

Questo ha particolarmente suscitato il mio interesse. È venuto nel senso che ero preoccupato e avevo letto letteratura sull’argomento. Abbiamo avuto una comunicazione sul campo che è stata pubblicata anche sull’International Journal of Communication Research. Inoltre il mio lavoro è stato considerato molto interessante da un certo numero di case editrici che mi hanno chiesto di scrivere un libro sull’argomento. Ho optato per la casa editrice Lambert in Belgio.

All’inizio del 2021 è apparsa la prima edizione di Considerazioni sul transumanesimo e il postumanesimo nell’azione militare. La necessità di reimpostare il paradigma militare verso una nuova fase della civiltà?

Nel giugno dello stesso anno apparve la Seconda Edizione riveduta e aggiunta. Nello stesso anno, nel novembre 2021, il transumanesimo e il potere militare strumentale sono apparsi presso la casa editrice educativa ‘’Cartea Românească. ‘’. Nel 2022 il libro è stato nominato per il Premio Maresciallo Alexandru Averescu della rivista di pensiero militare rumena.

È un tema che susciterà interesse. Qui le cose sono solo all’inizio.

Intelligenza artificiale, sempre più utilizzata in ambito militare: cosa dicono i funzionari dei robot militari?

È noto che la maggior parte delle invenzioni e scoperte scientifiche che possono essere di interesse per la difesa sono utilizzate o sono oggetto di studio per l’uso in ambito militare. Molti degli stessi eserciti del mondo hanno istituzioni che si occupano di studi dedicati a varie applicazioni per armi, munizioni, ma anche per potenziare le qualità e le capacità del combattente. Una delle istituzioni è DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency). Questa è un’agenzia del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti che ha il ruolo di sviluppare nuove tecnologie per le forze armate. È stato istituito nel 1958 in seguito allo “shock dello Sputnik”.

Ma l’intelligenza artificiale viene studiata in molti altri luoghi. Sui “robot soldato” per ora c’è molta letteratura, molti film, molto… “esplorazioni tecnologiche”, tentativi e applicazioni ausiliarie. Quelli che sono “in bella vista” sono un tipo di robot che vengono utilizzati nell’ambiente tossico, nello sminamento, nella penetrazione in luoghi in cui l’uomo non può farlo o sarebbe troppo rischioso, ecc. Si scopre che almeno 50 paesi hanno tali “macchine”.

Approssimare l’uso di robot soldato, cyborg o persone “aggiornate” (tecnologicamente migliorate) non si può.. non si può parlare molto per diversi motivi. Alcuni sono legati alla natura legale di un approccio tecnologico transumano applicato al combattente, altri sono legati a implicazioni sociali, umanitarie, ecc., e altri ancora alla riservatezza del campo.

Nel mio libro viene presentata l’intenzione espressa da un capo di stato maggiore di un esercito occidentale che intende negli anni immediatamente successivi introdurre robot nella dotazione in strutture specifiche.

È un ufficiale, ma… Le decisioni vengono prese a livello politico. La guerra è dichiarata e combattuta dai paesi, e gli eserciti sono esecutori di queste decisioni.

L’uso dell’intelligenza artificiale in campo militare potrebbe avere conseguenze non intenzionali?

L’intelligenza artificiale è utilizzata in molte aree. Questa (IA) è stata “portata” lì per fare più e meglio atti e azioni che aumenterebbero l’efficienza. L’intelligenza artificiale non è solo robotica, più di una semplice meccanica. È anche usato in termini di “politiche transumaniste”. Vengono evidenziati tre livelli di sviluppo transumanista: banale, convenzionale e transumanista. Non tutto questo presuppone necessariamente l’IA. Ad esempio: lenti a contatto, vaccini sono considerati banali, operazioni estetiche, l’uso di farmaci per il potenziamento mentale, protesi dedicate a persone con arti amputati, ecc. sono catalogati convenzionalmente. Ulteriormente, però, inizia il livello transumanista, un luogo dove si vuole superare il dato umano (capacità e qualità indotte/operate ad un livello che tutti vogliono, l’uomo immortale; l’uomo come proprio Dio, ecc.).

Le conseguenze non intenzionali dell’IA significano qualcosa di relativo, se pensiamo a coloro che sono i generatori del concepimento, coloro che organizzano il campo e implementano il tema stanno considerando di aumentare l’efficienza, e i “beneficiari” (il pubblico) stanno probabilmente pensando agli effetti collaterali, sfuggendo al controllo, assumendo compiti non programmati, errori, ecc.

Alcuni comandanti dicono che sarebbe preferibile al soldato cyborg che esegue esattamente gli ordini, non commette errori, non stupra, ecc. Altri sostengono la necessità del soldato con il proprio discernimento. E su queste cose troverete dettagli in Transumanesimo e lo strumento militare del potere.

Come viene attualmente utilizzata l’intelligenza artificiale in campo militare?

Come ho detto prima, ci sono diversi posti da usare. Alcuni di questi sono simili alla vita civile. La medicina militare utilizza tecnologie che vengono utilizzate anche nelle cliniche civili. C’è anche l’uso nei “giochi di staff”, nei “giochi di guerra”, nella pianificazione di varie aree e in altre attività specifiche. Ad esempio, uno dei programmi DARPA prevede “tecniche” di lettura / trasmissione di pensieri tra i militari di una struttura. Esiste una tecnologia che riconosce l’ambiente e trasmette anche interpretazioni basate su programmi preesistenti, ecc.

Esistono robot genericamente chiamati sistemi d’arma autonomi letali, sviluppati e utilizzati dalle forze militari perché riducono l’esposizione delle persone sul campo di battaglia e diventano sempre più efficaci nei conflitti. Che ne pensa?

Il primo “robot killer” ha le sue origini in tempi lontani quando venivano create varie trappole o armi con azionamento meccanico determinate dalla preda stessa in esame.

Probabilmente è seguito da mine con varie destinazioni (anti-fanteria, anti-nave, anti-carro).

Sono state create anche varie installazioni di armi con “azione a distanza” (innescate dalla struttura militare che le ha nella sua dotazione o anche da quelle che combatte).

Hanno dimostrato la loro “efficacia” sul campo di battaglia, ma hanno un grande “hib”/un grande “difetto”: agiscono senza un breakout! I civili o persino gli animali possono cadere vittime di lui. Ciò ha causato il divieto di un certo numero di tali armi da parte dei trattati internazionali nel corso del tempo. Il diritto della guerra tra le sue componenti e il diritto internazionale umanitario si riferisce alla lotta armata condotta dai militari – esseri umani – con mezzi e metodi “ammessi”. Gli “slittamenti” di questi dispositivi porterebbero alla violenza fuori controllo e alla possibile scomparsa dell’umanità in un’escalation globale.

Forse questo porterebbe anche all’ammissione dell’uso militare di cyborg, di persone “tecnologicamente migliorate”, “potenziate” oltre ciò che è considerato normale per un essere umano. E su questo presento nel libro una serie di argomenti.

A cosa pensa quando suggerisce che non sarebbe consigliabile usare soldati cyborg?

Ho in mente: L’uomo è dotato di discernimento, affetti e sentimenti impossibili da riprodurre Tecnologicamente. Le implicazioni giuridiche sono enormi. Dovrebbero essere stabiliti limiti (norme speciali), responsabilità, affidamento sulla coscienza, discernimento, ecc. Un codice penale per gli esseri transumani?! Un codice penale per i cyborg?! La responsabilità del colpevole?!

I combattenti cyborg o “umanoidi transumani” colpiti cinicamente dovrebbero essere considerati feriti o difettosi?! Quelli totalmente fuori dalla lotta sono uccisi o distrutti?

Coloro a cui il software è influenzato da vari metodi possono essere considerati / classificati come …? Le perdite subite da truppe di questo tipo saranno considerate neutralizzazione se la percentuale di rimozione dalla battaglia è … ?! La distruzione di una tale struttura può essere dichiarata se …?!

Ogni confronto violento è un luogo extremis e riguarda il raggiungimento di obiettivi e obiettivi umani. Solo l’uomo conosce e ha la responsabilità di iniziare l’azione violenta e tutto questo può e deve fermare il fenomeno.

Chi userebbe una guerra di questo tipo? Che tipo di obiettivi avrebbe? Quali tratti pensa che potrebbero allontanare i potenziali desiderosi di diventare cyborg?

Non sappiamo se esista una “reversibilità” del processo di upgrading (sensi come quelli di alcuni animali: olfatto, udito, vista, forza fisica, forza del morso, ecc.)dell’essere umano. La coscienza è peculiare dell’uomo e i processi collaudati di “autocoscienza” (dell’IA) non coprono ciò che di solito ci aspettiamo dalla manifestazione della nozione di base.

Non sappiamo e non saremo in grado di stabilire in pieno accordo la delimitazione tra l’essere umano nel nostro senso (classico) e “l’uomo?! – cyborg”

Cosa ne pensa delle nuove tecnologie AI specializzate nella comunicazione?

Il fatto che negli ultimi anni siano stati sviluppati motori come l’intelligenza artificiale

generativa – un software in grado di generare testo, immagini o video – indica

un salto spettacolare, ma non con attributi umani. Anche ChatGPT può essere posizionato solo a livello di motore di ricerca.

Un argomento che dimostra che il combattente umano è preferibile al combattente cyborg.

Penso che l’esempio necessario esista nel libro. La discussione tra un politico e uno specialista.

Nell’intelligenza artificiale: Se si ha a disposizione una tecnologia in grado di vedere dal cosmo la pallina da ping-pong nell’erba, perché si ha ancora bisogno di avere persone anche sul campo nemico?!

Perché solo l’uomo può indovinare le intenzioni!

Come dovrebbe essere chiamato il salto da fare se l’umanità dovesse passare da ciò che siamo a ciò che stiamo proponendo?

Dall’homo sapiens all’homo cyberneticus! Su queste cose e molto altro ancora troverete spiegazioni nel libro.

Va aggiunto che il professor Georgel RUSU porta con sé l’esperienza di una speciale carriera militare, di cui più di un decennio nelle strutture centrali del Ministero della Difesa, ed i suoi approcci di scrittura significano diversi libri e dozzine di articoli pubblicati in pubblicazioni prestigiose, nonché comunicazioni scientifiche in vari eventi di genere.

IL PARTITO DEL TERZO POLO SARÀ UN FLOP?

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Nella Foto: Da sinistra: prof. Avv. Giuseppe Catapano, Prof. Cesare Cilvini,

A cura del Prof. Avv. Giuseppe Catapano

Diciamolo chiaramente: fin qui tanto Azione quanto Italia Viva sono stati, pur con modalità e intensità diverse, partiti personali, nati per volontà dei rispettivi fondatori e gestiti a loro immagine e somiglianza. Fonderli come se fossero due società per azioni, badando solo ad evitare che nessuno dei due lanci un’opa ostile nei confronti dell’altro, non produrrà, temo, qualcosa di migliore. Né, temo per loro, qualcosa di successo, inteso come forza durevole capace di sopravvivere all’eventuale parabola declinante del o dei “padroni”. Diverso, invece, è se nascerà un nuovo soggetto, senza un leader preconfezionato, che a me personalmente piacerebbe avesse l’obiettivo di dare una casa ai riformisti (o riformatori, se si preferisce) accogliendo tutti coloro che non si riconoscono nel bipopulismo italico, trasformazione peggiorativa del già pessimo bipolarismo della Seconda Repubblica. Quindi non una fusione – operazione che peraltro nella politica italiana non ha mai portato bene a nessuno di quelli che l’hanno praticata – ma l’azzeramento di ciò che c’è a favore di un nuovo partito, creato attraverso un congresso fondativo privo di un esito predeterminato, in cui si confrontano tesi e personalità politiche fino a definire maggioranze, minoranze, gerarchie. Per capirci, l’esatto opposto del modo con cui nell’ottobre del 2007 nacque il Pd, con Veltroni già incoronato e il dosaggio delle componenti predisposto prima del congresso, che fu – lo ricordo, ero presente – solo ed esclusivamente celebrativo. Altrimenti è meglio limitarsi ad un semplice “cartello elettorale”, come sembra volere Emma Bonino, seppure più per non avere ancora digerito quello che lei chiama il “voltafaccia” di Calenda rispetto all’alleanza con il Pd alle scorse elezioni politiche. Per il resto, lo spazio politico del “partito che (per ora) non c’è”, è enorme. Sia perché la nomina di Elly Schlein sposta il Pd a sinistra e lo schiaccia sui 5stelle, costringendolo più di quanto già non fosse su posizioni che saranno un mix di massimalismo, radicalscicchismo e populismo (vedi i distinguo in salsa pacifista sull’Ucraina e i contorcimenti sul termovalorizzatore a Roma), del tutto indigeribili a qualunque riformista.

E sia perché le turbolenze dentro la maggioranza di governo, con Meloni da una parte e Salvini e Berlusconi dall’altra in un singolare rovesciamento delle parti tra moderati e non, potrebbero mettere da un momento all’altro in movimento il quadro politico, aprendo spazi sul fronte del centro del centrodestra. Inoltre, è certo che una componente assai larga del crescente partito dell’astensione sia formata da elettori che via via non si sono più riconosciuti, fino al punto da rimanere a casa al momento del voto, nelle due alleanze del sistema politico, per via della soffocante polarizzazione che gli hanno dato, e che dunque sono ampiamente recuperabili se gli si prospetta di scegliere non l’ennesimo partitino ma qualcosa che si ponga l’obiettivo di una rifondazione della politica italiana.

Il “campo largo” non è quello che si realizza facendo alleanze con altre forze, né a sinistra né a destra, ma quello rappresentato dalla prateria degli elettori stanchi e disillusi cui occorre riaccendere la speranza nel presente e nel futuro offrendo loro un progetto che abbia solide radici culturali e vada ben al di là delle parole d’ordine, degli slogan oppositivi, del piccolo cabotaggio quotidiano. Sollecitazioni ad andare in questa direzione sono venute da tanti amici: Marco Bentivogli, Giuliano Cazzola, Beppe Facchetti, solo per citarne alcuni. Per non parlare del lavoro che fa Christian Rocca con la sua Linkiesta e l’iniziativa presa da Alessandro De Nicola a Milano nel mondo liberaldemocratico. Si tratta di non lasciarle cadere nel vuoto di una discussione che, finora, ha riguardato più le figure di Calenda e Renzi che altro. La proposta di grande respiro e fuori dagli schemi con cui la “casa di tutti i riformisti” potrebbe – dovrebbe – presentarsi agli italiani e chiamarli alla partecipazione, magari articolando le posizioni interne tra le sue diverse componenti, e le relative proposte di leadership, sulle scelte specifiche che i neo-padri costituenti saranno chiamati a fare per rendere più moderna ed europea l’Italia. Se così sarà il nuovo partito avrà un senso e vita lunga. Altrimenti temo che rappresenterà l’ennesima occasione sprecata.

Secrete militare?

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In Foto: De la sx: Col.(r) Georgel Rusu, Giornalista Ionela Poinciuc


Curatoriat de Ionela Polinciuc

In foto: Col. (r) Georgel RUSU primind premiul înmânat de Șeful Statului Major al Apărării General Daniel PETRESCU 


Inteligența artificială există de mai mulți ani. Mai aproape de noi, în ultimii ani au fost
dezvoltate și diverse interfețe de comunicare. Există o mare concurență între diverși
„producători” de inteligență artificială pentru a face lucruri cât mai utile, cât mai
atrăgătoare, cât mai utilizabile în diferite domenii și mai ales cât mai vandabile. În felul acesta se pot câștiga și bani buni.
Un eveniment științific, care a durat in perioada 2-5 martie 2023, organizat de
Universitatea Apollonia din Iasi ne-a adus din nou în atenție importanța comunicării în
varii moduri. Vasile Burlui, presedintele universitatii, impreuna cu colaboratorii sai a tinut sa prezinte a XXXIII  editie al Congresul International ‘’ Pregatim viitorul promovand excelenta.’’  
Dintre temele prezentate în evenimentul cultural, am ales unele pe care le-am grupat în ceea ce eu am numit: inteligenta artificiala in domeniul militar între uzual și secret.
Pentru ca ideea mașinilor inteligente și autonome sau semi-autonome a depășit stadiul literaturii și cinematografiei științifico-fantastice, devenind sau fiind pe cale să devină realitate. Există roboți denumiți generic Lethal Autonomous Weapons Systems, dezvoltați și utilizați de forțele militare pentru că reduc expunerea oamenilor pe câmpul de luptă și devin din ce în ce mai eficienți în conflicte.
Trăim în technosferă, într-o eră acaparată de Internet of Things sau Artificial Intelligence (AI) care tinde spre o automatizare cvasi-totală a proceselor industriale.
Similar, Unmanned Aerial Vehicles – sau în limbajul uzual, dronele – sunt folosite ca
jucării sau pentru a capta imagini de la înălțime, însă și-au dovedit eficacitatea și în
domeniul militar, cu încărcătură convențională. Unmanned Terestrial Vehicles sunt
roboți care pot fi utilizați pentru atacuri terestre, iar Unmanned Underwater Vehicles
sunt folosite pentru diverse operațiuni militare subacvatice. Se lucrează intens la partea de miniaturizare a mașinilor inteligente, îmbunătățirea preciziei și coordonării atacurilor, creșterea încărcăturii ce poate fi montată pe aceste sisteme etc. Dar dat fiind ca subiectul este extrem de lung si strict militar nu ne permite sa invadem spatiul non apropriat noua. De exemplu:  Fostul director executiv al Google susține că Inteligența Artificială ar fi la fel de revoluționară pentru război precum armele nucleare. Un subiect care are nevoie de timp pentru a fi explicat in cel mai mic detaliu, dar, am avut onoarea de a intampli autorul cartii TransHumanismul si instrumentul militar de putere: Georgel Rusu, care –a ajutat sa inteleg cel putin primele temelii al acestui, daca asa vrem sa il denumim, secret militar.
O intrebare care vine spontan acum: China, o reală amenințare pentru SUA? Cu
siguranta, un alt important subiect despre care vom vorbi data viitoare, tot cu
Conferențiarul universitar Georgel Rusu, intalnit la Congresul International ‘’ Pregatim
viitorul promovand excelenta’’ unde profesorul, preda studentilor discipline foarte
importante pentru cresterea mentala.
Domnule Profesor, ideea de a scrie aceasta carte, Transhumanismul și
instrumentul militar de putere, de unde, de când și cum?

În perioada 27 februarie – 1 martie 2020, comunitatea academică a Universității
Apollonia/Iași a organizat cea de-a XXX-a ediție a Congresului Internațional, sub
sloganul „Pregătim viitorul promovând excelența”. La initiativa domnului academician Vasile Burlui (Președintele Universității) Secțiunea E) a avut Titlul: Posthumanism și Transhumanism.
Lucrul acesta mi-a stârnit interesul în mod deosebit. Venea pe sensul în care eram
preocupat și citisem literatură despre subiect. Am avut o comunicare pe domeniu care a fost publicată și în International Journal of Communication Research. Mai departe
lucrarea mea a fost considerată foarte interesantă de o seamă de edituri care, mi-au
solicitat să scriu o carte pe această temă. Am optat pentru Editura Lambert din Belgia. La începutul anului 2021 îmi apărea prima ediție din Considerations regarding
Transhumanism and Posthumanism in the Military Action OrThe Need for Resetting
 the Military Paradigm towards a New Stage of Civilisation? În luna iunie același an a
apărut Ediția a II-a revăzută și adăugită.
În același an, în noiembrie 2021, la Editura Cartea Românească Educațional apărea
Transhumanismul și instrumental militar de putere. În anul 2022 cartea a fost
nominalizată la premiul Mareșal Alexandru Averescu a Revistei Gândirea Militară
Românească.
Este o temă care va suscita interes. Aici lucrurile sunt abia la început.
Inteligența artificială, tot mai folosită în armată: Ce spun oficialii despre roboții soldați?
Este știut că majoritatea invențiilor și descoperirilor științifice care pot prezenta
interes pentru apărare sunt folosite sau fac obiectul studiului în vederea folosirii în
armată. Multe dintre armatele lumii au ele însele instituții care se ocupă de studii
dedicate diverselor aplicații pentru armament, muniții, dar și pentru potențarea calităților și capacităților luptătorului. Una dintre instituții este DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency ). Aceasta este o agenție a Departamentului Apărării al Statelor Unite care are rolul de a dezvolta noi tehnologii pentru forțele armate. A fost înființată în 1958 în urma „șocului Sputnik.”
Dar inteligența artificială se studiază în multe alte locuri. Despre „roboții soldați”
deocamdată există multă literatură, multe filme, multe „tatonări tehnologice”, încercări și aplicații auxiliare. Cele care sunt „la vedere” sunt de genul roboților care sunt folosiți în mediul toxic, în deminări, în pătrunderea în locuri în care omul nu o poate face sau ar fi prea riscant etc. Se pare că cel puțin 50 de țări au astfel de „utilaje”.
Despre utilizarea unor roboți soldați, cyborgi sau oameni „upgradați” (îmbunătățiți
tehnologic) nu se poate vorbi prea mult din mai multe considerente. Unele țin de natura juridica a unui demers tehnologic transhuman aplicat luptătorului, altele țin de implicații sociale, umanitare etc., iar altele de confidențialitatea domeniului.
În cartea mea este prezentată intenția exprimată de un șef al statului major al unei
armate occidentale care intenționează ca în anii imediat următori să introducă în înzestrare roboți în structuri specifice.
Este un oficial, dar … deciziile se iau la nivel politic. Războiul se declară și se poartă de țări, iar armatele sunt executante ale acestor decizii. 
Folosirea inteligenței artificiale in domeniul militar ar putea avea consecințe
nedorite?

Inteligența artificială se folosește în foarte multe domenii. Aceasta (IA) a fost
„adusă” acolo pentru a face mai mult și mai bine acte și fapte care să sporească
eficiența. IA înseamnă mai mult decât robotică, mai mult decât mecanică. Aceasta este utilizată și în ceea ce privește „politicile transhumaniste”. Sunt evidențiate trei niveluri ale dezvoltării transhumaniste: trivială, convențională și transhumanistă. Nu toate aceste presupun cu obligativitate IA. Spre exemplu: lentilele de contact, vaccinurile sunt considerate de nivel trivial, operațiile estetice, utilizarea de medicamente pentru potențarea mentală, proteze dedicate persoanelor cu membre amputate etc. sunt catalogate de nivel conventional. Mai departe însă începe desfășurarea nivelului transhumanist, loc în care se dorește depășirea datului uman (capacitate și calități induse/operate la un nivel pe care și-l dorește fiecare, omul nemuritor; omul ca propriu Dumnezeu etc.).
Consecințele nedorite ale IA – inseamnă ceva relativ, dacă ne gândim că cei care sunt
generatorii de concepție, cei care organizează domeniul și pun în aplicare tema au în
vedere sporirea eficienței, iar „beneficiarii”(publicul) se gândesc probabil la efecte
colaterale, la scăparea de sub control, la preluarea de sarcini neprogramate, la erori
etc.
Aici încap o seamă de păreri pro și contra. Unii comandanți spun că ar fi de preferat
soldatul cyborg care execută întocmai ordinele, nu greșește, nu violează etc. Alții susțin nevoia soldatului cu discernământ propriu. Și despre aceste lucruri veți găsi amănunte în Transhumanismul și instrumentul militar de putere.
Cum este folosită in prezent inteligența artificială in domeniul militar?
Așa cum spuneam mai înainte există mai multe locuri de folosire. Unele dintre acestea sunt asemănătoare vieții civile. Medicina militară folosește tehnologii care se utilizează și în clinicile civile. Există și utilizarea în „jocuri de stat major”, în „jocuri de război”, în
planificarea diferitelor domenii și în alte activități specifice. Spre exemplu unul din
programele DARPA are în vedere „tehnici” de citire/transmitere a gândurilor între
militarii unei structuri. Există tehnologie care recunoaște mediul și transmite inclusiv
interpretări pe baza unor programe preexistente etc.
 
Există roboți denumiți generic Lethal Autonomous Weapons Systems, dezvoltați și utilizați de forțele militare pentru că reduc expunerea oamenilor pe câmpul de luptă și devin din ce în ce mai eficienți în conflicte. Dvs ce părere aveți? 
Primul „robot ucigaș” își are originile în timpuri îndepărtate când s-au creat diverse
capcane sau arme cu acționare mecanică determinate de chiar prada avută în vedere.
El este urmat, probabil, de minele cu diverse destinații (antiinfanterie, antinavă, antitanc).
 Au fost create și diverse instalații de arme cu „acționare de la distanță” (declanșate de structura militară care le are în înzestrare sau chiar de cei pe care îi combate).

Acestea și-au dovedit „eficiența” pe câmpul de luptă, dar au o mare„hibă”/un mare
„defect”: acționează fără discenământ! Pot să-i cadă victime persoane civile sau chiar
animale. Lucrul acesta a făcut ca în timp o serie de astfel de arme să fie interzise prin
tratate internationale. Dreptul Războiului având între componente și Dreptul
Internațional
Umanitar (vezi Solferino!) are în vedere lupta armată dusă de militari – ființe umane – cu mijloace și metode „admise”. „Derapajele” de la aceste fixuri ar duce la scăparea de sub control a violenței și la posibila dispariție a omenirii într-o escaladare globală.
Probabil că tot spre așa ceva ar conduce și admiterea folosirii ca militari a cyborgilor, a oamenilor „îmbunătățiți tehnologic”, „upgradați” dincolo de ceea ce se consideră normal pentru o ființă umană. Și despre acest lucru prezint în carte o seamă de argumente.
La ce vă gândiți când sugerați că nu ar fi indicată/recomandată o folosire a
soldaților cyborgi?

Am în vedere:

  • Omul este înzestrat cu discernământ, afecte și sentimente imposibil de reprodus
    tehnologic
  • Implicațiile juridice sunt enorme. Ar trebui stabilite limitele (norme speciale),
    răspunderi, întemeieri pe conștiință, discernământ etc. Un Cod Penal pentru ființe
    transhumane?! Un Cod Penal pentru cyborgi?! Răspunderea făptuitorului?!
  • Luptătorii de tip cyborg sau ”umanoid transhuman” loviti cinetic ar trebui să fie
    considerați răniți sau defectați?! Cei scoși total din luptă sunt uciși sau distruși?
    Cei cărora le este afectat softul prin diverse metode pot fi considerați/categorisiți
    ca …? Pierderile suferite de trupele de acest fel vor fi considerate neutralizare
    dacă procentul de scoatere din luptă este de … ?! Nimicirea unei astfel structuri
    poate fi declarată dacă …?!
  • Orice confruntare violentă reprezintă un loc extremis și are în vedere înfăptuirea
    unor scopuri și obiective umane. Doar omul știe și poartă răspunderea pentru
    demararea acțiunii violente și tot acesta poate și trebuie să stopeze fenomenul.
  • Cui ar folosi un război de acest gen? Ce fel de obiective ar avea?
    Ce trăsături credeți ar putea să îndepărteze eventualii doritori de a deveni
    cyborgi?

    Nu știm dacă există o „reversibilitate” a procesului de upgradare (simțuri
    precum cele ale unor animale: miros, auz, vedere, forța fizică, forța mușcăturii etc.)
    a ființei umane
  • Conștiința este proprie omului, iar procesele demonstrate de „conștiință de sine” (a
    IA) nu acoperă ceea ce de regulă așteptăm de la manifestarea noțiunii de bază
  • Nu știm și nu vom putea stabili în deplin acord delimitarea dintre ființa umană în
    accepțiunea noastră (clasică) și „omul?!- cyborg”
    Ce părere aveți despre noile tehnologii IA specializate pe comunicare?
  • Faptul că în ultimii ani s-au dezvoltat motoare de gen inteligență artificială
    generativă – un software care poate genera text, imagini sau videoclipuri – indică
    un salt spectaculos, dar nu cu atribute umane. Chiar și ChatGPT se poate amplasa
    numai la nivelul de motor de căutare.
    Un argument care să demonstreze că luptătorul uman este de preferat
    luptătorului cyborg
  • Cred că exemplul necesar există în carte. Discuția dintre un politician și un specialist
  • în intelligence:
  • Dacă aveți la dispoziție tehnologie care poate vedea din cosmos mingea de ping-
    pong în iarbă, de ce mai este nevoie să aveți și oameni pe terenul inamicului?!
  • Pentru că doar omul poate ghici intenții!
    Cum ar trebui să se numească saltul de făcut dacă omenirea ar trece de la ceea
    cesuntem la ceea ce ni se propune?

    De la homo sapiens la homo cyberneticus!
    Despre aceste lucruri și mai mult decât atât veți găsi explicații în carte.
     
    Ar mai fi de adăugat, de precizat că domnul professor Georgel RUSU poartă cu sine
    experiența unei cariere militare deosebite, din care mai bine de un deceniu în structuri
    central ale Ministerului Apărării, iar demersurile sale scriitoricești înseamnă mai multe
    cărți și zeci de articole apărute în publicații de prestigiu, precum și comunicări științifice
    la diverse manifestări de gen.
In Foto: De la sx: Col. (r) Georgel Rusu, Prof. Avv. Giuseppe Catapano, Giornalista Ionela Polinciuc
In Foto: de la sx: Col.(r) Georgel Rusu, Prof. Avv. Giuseppe Catapano, Giornalista Ionela Polinciuc

Perito Esperto tecnico fiscale: c’è

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A cura di Ionela Polinciuc

Specializzazione non esistente nelle figure professionali esistenti”.

Che la figura del Tecnico esperto fiscale è inserita nell’elenco delle qualifiche professionali è un dato CERTO ; il 24 febbraio scorso, presso l’Università ”La Sapienza” di Roma sull’indicazione degli organi competenti  e grazie al costante impegno del Rettore Auge il Prof. Avv. Giuseppe Catapano, è stato istituito il Collegio dei Periti Esperti fiscali.

A luglio dell’anno scorso, nella sede italiana del Parlamento europeo, l’Accademia Universitaria Auge, in totale sinergia con l’ente erogatore di formazione “Centro Studi Ctp”( accreditato Regione Campania n.60915SYF) , ha presentato il nuovo corso di formazione TECNICO ESPERTO FISCALE, che ha una durata di 600 ore e garantisce sbocchi lavorativi come: Consulente Tributario, Consulente Fiscale, Perito Esperto in Materia Fiscale figura professionale presente negli elenchi dei consulenti d’ufficio nei Tribunali.

Ottimo traguardo raggiunto dall’Accademia Degli Studi Giuridici Europei che ci teneva a dare un senso ad una specializzazione professionale, inserita nell’elenco delle qualifiche professionali della Regione Campania

L’instancabile Prof. Avv. Giuseppe Catapano, insieme al suo team di professionisti, il 24 febbraio scorso ha lanciato un messaggio importante e necessario per le attuali e future generazioni, ricordando che per la prima volta nel nostro Paese viene introdotto questo Collegio che avrà delle rappresentanze ufficiali in Europa, la sede legale presso l’ Auge e l’ufficio di Presidenza in Roma alla via Arno. 

E’ stato ufficialmente nominato Presidente del Collegio, il Prof. Avv. Andrea R. Castaldo. segretario generale l’Avv. Francesco Urraro, Tesoriere legale il Prof. Dott. Massimo Greco.

Scelti come consiglieri: il Prof. Giudice Angelo Turco, Prof. Maurizio Gadaletta, Prof.ssa Avv. Marina Flocco ed il Prof. Avv. De Florio Francesco.

‘’ È il momento di rimboccarsi le maniche. Il lavoro non ci spaventa, anzi è una sfida che insieme ai colleghi raccogliamo volentieri’’ ha affermato il Presidente del Collegio, il Prof. Avv. Andrea R. Castaldo.

Ad oggi grazie al lavoro di ricerca dell’Accademia Universitaria Auge, allo studio condotto dal Centro di formazione CTP, e al costante impegno del Rettore Auge il Prof. Avv. Giuseppe Catapano la figura di TECNICO ESPERTO FISCALE è legittimamente inserita nell’elenco delle professioni.

La  qualifica professionale che consente anche ai consulenti Tributari inseriti nelle tante sigle associative, il riconoscimento abilitativo di Tecnico Esperto Fiscale che non vuole essere il doppione di altre figure professionali già esistenti.

L’attività del Perito Esperto Fiscale riveste una sua specificità rispetto alle altre categorie già contemplate nell’elenco dei CTU. Si tratta di una figura essenziale anche per il contributo che può offrire ad altre figure professionali già esistenti, grazie alla specializzazione che possiede, scrivono nel decreto che ha inserito e riconosciuta la figura professionale.

Tra le patologie più diffuse il diabete: ecco i consigli della Dott.ssa Conza

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Nella Foto: Dott.ssa Maria Luisa Conza

A cura di Ionela Polinciuc

Diabete: Purtroppo, tra le patologie più diffuse del secolo. Sempre più spesso notiamo i rapporti Istat dove parlano del numero di decessi registrati, in cui il diabete è la principale causa di morte. Per questo motivo, è importante prestare attenzione ai segnali di allerta che il nostro organismo ci invia prima che la malattia si sviluppi del tutto.

Riportiamo integralmente i consigli della Dott.ssa Maria Luisa Conza per prevenire ed arginare il diabete.

Nella Foto: Dott.ssa Maria Luisa Conza

IL DIABETE E’ TRA LE PATOLOGIE PIU’ DIFFUSE DEL SECOLO: I CONSIGLI DELLA DOTT.SSA CONZA PER PREVENIRLO ED ARGINARLO


Il Diabete è una delle patologie più diffuse del nostro secolo, una malattia cronica
caratterizzata dall’eccessiva quantità di glucosio nel sangue. ”Tale condizione” come spiega la Dott.ssa Maria Luisa Conza, Biologa nutrizionista, ricercatrice borsista presso le più note Università del mondo da Harvard alla Bocconi, “ è anche nota come iperglicemia e deriva da una ridotta quantità di insulina, ovvero un ormone prodotto a livello pancreatico, nel sangue o da una sua anomala funzione; in particolare, “prosegue la Conza, “è possibile individuare tre tipi di diabete: il diabete mellito di tipo I , il diabete mellito di tipo II e il diabete gestazionale. Il diabete mellito di tipo I è proprio dell’età infantile e adolescenziale ed è dovuto all’incapacità delle cellule pancreatiche , che vengono distrutte molto velocemente, di secernere insulina; esso è definito anche “autoimmune” , perché nel sangue dei soggetti affetti da questa patologia, sono presenti anticorpi come antigeni cellulari che producono insulina. Il diabete di tipo II rappresenta il 90 % dei casi di questa patologia ed insorge tipicamente in età adulta ed è spesso erroneamente definito “diabete
alimentare”. Esso può essere dovuto sia ad una scarsa produzione di insulina, sia ad
un’alterazione della sua funzionalità, ed anche ad una combinazione di entrambi i fattori. Il diabete gestionale infine è quello che insorge nel corso della gravidanza e deriva dal variare della secrezione di numerosi ormoni e dall’ aumento di peso che possono provocare un’alterazione nella risposta dei tessuti bersaglio nei confronti dell’insulina”. Ma quali sono le cause più comuni di questa patologia a parte il fattore “ereditarietà? “In età moderna “risponde la Dott.ssa Conza, “, soprattutto nel Mondo Occidentale, i fattori più comuni sono: sedentarietà, ipertensione, sovrappeso e obesità (nonché il conseguente accumulo di grasso viscerale) , questi ultimi dovuti al consumo di alimenti altamente processati e ricchi di zucchero; pertanto possiamo affermare che l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale sia nel prevenire l’insorgenza del diabete , sia nella gestione del
paziente affetto da tale patologia “ In conclusione, quali sono i consigli per prevenire e/ o curare il diabete che la Dott.ssa Conza suggerisce? “ In primis è necessario adottare uno stile di vita sano, praticando un training combinato ovvero un’attività sportiva combinata tra aerobica e anaerobica accanto ad un’adeguata alimentazione a basso indice di insulina, pianificata in base all’età, il peso, l’altezza di ciascun individuo ; in particolare”, prosegue la Conza, “ è opportuno prediligere i cereali integrati a quelli raffinati, consumare almeno tre porzioni al giorno di verdura e due di frutta a basso indice glicemico, due porzioni a settimana di legumi, tre porzioni di pesce che è ricco di Omega-3.1, massimo due di uova, tre di carne bianca e ridurre al minimo il consumo di carni rosse . Particolarmente indicato è anche il consumo di verdura verde a foglie larghe , di noci e frutta secca. A coadiuvare il piano alimentare prescritto, “ ha infine riferito la Conza, “ è molto utile la somministrazione di Antur Dren, un integratore naturale alimentare che non è un soltanto un drenante, ma
è un disintossicante epatico, perché contiene il Cardo Mariano, una pianta che elimina e disintossica l’organismo attraverso la depurazione del fegato, principale untore del nostro organismo e contiene anche zinco e cromo, che aumenta la sensibilità delle cellule nei confronti dell’insulina, favorendo un’adeguata distribuzione del glucosio all’interno dell’organismo.”

La democrazia è malata…

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A cura del Prof. Avv. Giuseppe Catapano

Il voto era scontato, la competizione poco avvincente, la campagna elettorale sottotono, faceva freddo, ma tutto questo non spiega affatto perché interi settori sociali non si riconoscano più nella politica fino al punto da ritenere del tutto inutile recarsi ai seggi.


Un fenomeno talmente rilevante che , pone un problema di legittimità politica del voto. Che ovviamente è cosa diversa dalla legittimità formale. È ragionevole pensare che il motivo numero uno della crescente astensione risieda nella scarsa qualità dell’offerta politica, sia in termini di programmi che di protagonisti. Fatto che si somma con il senso di disaffezione verso le istituzioni, e in questo caso specifico verso le amministrazioni regionali, percepite come lontane ma soprattutto come quelle che portano la responsabilità della cattiva sanità (che non a caso rappresenta l’80% delle loro attività e assorbe altrettanto delle loro risorse).

Ma c’è anche qualcosa di più profondo e radicato che ha generato l’astensionismo di massa. Ha ragione chi dice che è una delle varie manifestazioni di un più generale cambiamento antropologico della società italiana, nella quale la perdita dell’equilibrio tra diritti e doveri ha generato l’idea che andare a votare sia una perdita di tempo e che la soddisfazione dei nostri bisogni e la tutela dei nostri interessi – intesi sempre più come individuali o al massimo di corporazione, e sempre meno nell’accezione di interesse generale – non passi dalle scelte della politica, la quale al massimo va usata come taxi (Enrico Mattei dixit), e magari senza neppure pagare la corsa. Non è un caso che la parabola del “non voto” s’intrecci con quella del declino – politico, ma anche sociale e soprattutto culturale e morale – in cui l’Italia ha cominciato a sprofondare dai primi anni Novanta. In questo senso vanno comprese le amare parole di Carlo Calenda sulle “colpe” degli elettori, cui va tolto l’alibi di avere “sempre e comunque ragione” (attenzione, solo in questo senso vanno intese quelle parole perché il fallimento dell’operazione Terzo Polo, che temo sia irreversibile anche se spero ardentemente di no, è prima di tutto sua). Insomma, se la nostra democrazia è malata, e lo è da un trentennio, la responsabilità non sta solo in capo alla politica e in chi fa politica, ma anche alla società, nella quale si è spento non solo l’ardore civico, ma anche la più piccola disponibilità alla partecipazione (con tanti saluti a Giorgio Gaber e alla sua “libertà è partecipazione”), in preda com’è a un mix di paura, ansia e insopprimibile desiderio di deresponsabilizzazione. Pulsioni che nell’elettorato hanno finito col prevalere, rispetto a quelle più meditate della responsabilità e dell’equilibrio, perché sono tre decenni che nessuna forza politica parla al Paese con un linguaggio di verità, ne c’è stata una classe dirigente non politica (imprenditori, intellettuali, borghesia colta) che abbia fatto un significativo controcanto.

Tra le prime conseguenze gli analisti annoverano in coro una più agevole condizione di comando della presidente del Consiglio. Non sono d’accordo. Credo infatti che sia perfettamente rovesciabile l’assunto secondo il quale Salvini e Berlusconi saranno d’ora in avanti alleati più mansueti perché avendo scampato il pericolo di una pesante débâcle elettorale non saranno mossi dalla rabbia. Certo, se il loro risultato fosse stato più negativo (positivo non è stato comunque) avrebbero avuto il dente avvelenato. Come dimostra la non casuale uscita del Cavaliere su “quel signore”, spregiativamente inteso come Zelensky, che tanto imbarazzo ha creato al governo, c’è da scommettere che useranno la loro forza relativa (“siamo indispensabili alla maggioranza”, è il refrain) per “ricattare” Meloni ogni piè sospinto. Aspettate qualche settimana e vedrete il teatrino che imbastiranno sulle nomine dei manager nelle aziende pubbliche. Così come il riverbero di tutto questo lo si vedrà nello scenario europeo, e in particolare negli equilibri delle alleanze politiche continentali. La seconda conseguenza certa del voto è che non produrrà nessuna conseguenza sulla sinistra, che rimarrà imbozzolata dentro la sua crisi strutturale, e in particolare sul Pd, che non troverà nel “congresso” la soluzione dei suoi atavici problemi.

Quanto alle conseguenze desiderabili del voto, ne indico due, che in entrambi i casi richiedono preventivamente che si depongano subito le armi della propaganda e si analizzino i risultati elettorali partendo dall’ammissione di una generale sconfitta, visto che quasi due cittadini su tre che sono rimasti a casa. E poi condividendo che questa democrazia malata richiede ricette non usuali (per esempio quella suggerita dal ministro Valditara, che ha parlato di “patto repubblicano” su alcuni temi cruciali tra maggioranza e opposizione, che consentirebbe a tutti di allentare i corsetti soffocanti delle alleanze “costrette”).

La prima riguarda l’istituto stesso delle Regioni. Sono convinto che una quota non piccola dell’astensionismo di domenica scorsa sia dovuta al fatto che negli italiani è maturato un giudizio di sonora e inappellabile bocciatura delle Regioni. Forse, a oltre mezzo secolo dalla loro creazione, è venuto il momento di ripensarle insieme a tutta l’architettura del nostro decentramento amministrativo. E, per esser chiari, non proprio nella direzione di accrescere la loro autonomia, come si intende fare. Abbiamo intuito che Meloni non ha le stesse idee di Calderoli e Salvini. Ora, grazie all’analisi del voto laziale e lombardo, è venuto il momento di rendere esplicito questo dissenso. Magari tirando fuori da qualche cassetto (per me lo ha fatto il prof. Giuseppe Pisauro, che ringrazio moltissimo) una sua vecchia proposta di legge datata 15 gennaio 2014, cofirmata con l’attuale ministro Cirielli, che proponeva di modificare il titolo V della Costituzione sopprimendo Regioni e Province a favore di 36 nuove entità. È un’idea che deriva da uno studio-proposta della Società geografica italiana, che ha ridisegnato la mappa del nostro territorio ideando “36 Dipartimenti”, sostitutivi appunto degli attuali due livelli sovracomunali. Meloni, da quando è arrivata a palazzo Chigi, ha cambiato idea su molte cose che diceva e proponeva nel passato, e qui abbiamo benedetto esplicitamente la sua sana incoerenza. Ma questa volta sarebbe bene che non lo facesse e rilanciasse con coraggio quella sua buona proposta.

La seconda conseguenza desiderabile del voto regionale, forse lo si è già intuito, sta in quella che Stefano Folli ha definito “la fase due del melonismo”. Forte del successo formale e insieme della capacità di ammettere l’insuccesso politico (seppure di tutti) dell’appuntamento elettorale – un combinato disposto che le assicurerebbe una leadership senza rivali – la presidente del Consiglio dovrebbe uscire dalla quotidianità in cui è rimasta schiacciata nei primi cento giorni di governo, mettere definitivamente da parte l’agenda populista di cui era armata e provare dare un respiro più strategico al suo operare. In casa, ma soprattutto sulla scena europea e internazionale. Ne sarà capace? Non lo so, ma è l’unica scommessa che è rimasta sul tavolo.

Cosa aspettarsi in futuro dalla politica BCE?

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A cura di Ionela Polinciuc

Che l’ossessione della Banca centrale europea fosse l’inflazione era più che evidente. Come era palese anche il fatto che combatterla a ogni costo avrebbe avuto delle conseguenze.

Nel frattempo, l’inflazione corre, i salari si muovono a passo di lumaca. Nel nostro BelPaese che viaggia sul filo della crescita zero, aumenta di mese in mese il costo della vita.

Ebbene, riguardante la preoccupante situazione per i nostri portafogli, riportiamo il comunicato stampa dell‘UNIONE NAZIONALE CONSUMATORI di oggi, 15-02-23

Bankitalia: debito pubblico a 2.762,5 miliardi

Unc: nuovo record annuo. Un bel guaio!

Al 31 dicembre del 2022 il debito delle Amministrazioni pubbliche era pari a 2.762,464 miliardi; a fine 2021 il debito ammontava a 2.678,1 miliardi (150,3 per cento del PIL).

“Nuovo record annuo. Anche se il primato mensile è stato raggiunto nel mese di ottobre 2023 con 2.771,315 mld, il dato di oggi segna il valore annuo massimo mai raggiunto” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

“Un bel guaio! Con la nuova politica monetaria della Bce e il rialzo continuo dei tassi di riferimento l’onere sul debito pubblico diventerà un problema sempre più grande, come attestano le stime dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio. Sempre più risorse verranno drenate per pagare gli interessi sul debito, aggravando le diseguaglianze tra chi può permettersi di acquistare titoli di Stato e chi non riesce ad arrivare a fine del mese” prosegue Dona.

“Se fosse un debito a italiano si tratterebbe di un indebitamento da infarto, pari a 46 mila e 635 euro” conclude Dona.

AnnoDebito pubblico (milioni di euro)
19991.331.320,6
20001.353.569,3
20011.420.026,6
20021.436.141,8
20031.471.325,7
20041.526.400,5
20051.591.580,6
20061.657.334,2
20071.677.649,8
20081.738.647
20091.839.232,6
20101.920.620,2
20111.973.445,2
20122.054.727,9
20132.136.202,1
20142.202.971,5
20152.239.382,9
20162.285.667,7
20172.329.858,6
20182.381.513,2
20192.409.942,8
20202.572.749,1
20212.678.098,3
20222.762.464,3

Sanremo diventa il ring della politica

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Nella Foto: da sinistra Prof. Avv. Giuseppe Catapano

A cura del Prof. Avv. Giuseppe Catapano

Non è neanche più populismo recitato a fini elettorali, è drammatico decadimento culturale, oltre ogni livello minimo di decenza. E dentro questo contesto rischia di farsi risucchiare anche Giorgia Meloni. La quale, dopo essere riuscita a varcare la soglia dei primi 100 giorni a palazzo Chigi senza infamia, evitando quanto era stato paventato da quel mondo mediatico che non ha tollerato la vittoria della destra alle elezioni – ma anche senza particolare lode, visto che il suo governo ha vissuto di quotidianità, senza riuscire a dare, probabilmente perché ne è privo, il senso di una strategia di lungo termine – negli ultimi tempi sembra sopraffatta dagli eventi. Preda di un nervosismo che ha molte ragioni. La prima deriva da un forte senso di vulnerabilità, accentuato dalla sospettosità e dalla diffidenza che sono tratti tipici dell’esperienza politica “catacombale” che le è propria. E non fidandosi della narrazione di nessuno, finisce con l’impoverire il flusso delle informazioni e delle interpretazioni da dare alle medesime, e con ciò aumentando notevolmente le probabilità di sbagliare. Il secondo motivo di nervosismo deriva dall’accrescere delle tensioni di cui è finito preda il suo stesso mondo, dentro il quale si è scatenata una competizione senza esclusione di colpi e che la espone ad imbarazzi evidenti come quello vissuto dopo l’exploit del duo Donzelli-Delmastro, e dalle fibrillazioni interne alla maggioranza, destinate ad esplodere se il risultato del voto regionale dovesse, come è molto probabile specie in Lombardia, consacrare un distacco abissale tra Fratelli d’Italia e i “parenti poveri” di Lega e Forza Italia. La presidente del Consiglio non temeva di perdere le elezioni, ma sospettava  che dal voto il governo esca paradossalmente indebolito proprio quando nella sua agenda farà capolino un tema divisivo come quello delle nomine dei vertici di gran parte delle aziende partecipate dallo Stato. Così il suo proverbiale decisionismo all’insegna di “io sono Giorgia” si è appannato di fronte al “caso Nordio”, che avrebbe meritato ben altro scudo da parte di chi lo aveva scelto come ministro, soprattutto perché è apparso evidente che dietro le polemiche politico-mediatiche sollevate intorno alla vicenda Cospito c’era il tentativo della minoranza che comanda nella magistratura (per colpevole acquiescenza della maggioranza silenziosa) di minare sul nascere la riforma della giustizia che Nordio ha (aveva?) in animo di realizzare. Ed è apparso non più di un belato quell’auspicio ad “abbassare i toni” con cui ha tentato di spegnere l’incendio appiccato dallo sguaiato intervento di Donzelli alla Camera, salvo imboccare la strada opposta – sbagliata – dell’alzare i toni per trasformare lo sparuto drappello degli anarchici in chissà quale pericolo per lo Stato, e quindi in nemico dei guardiani della Nazione.

Infine,  e forse più importante di tutti, ò po motivo di nervosismo di Meloni, deriva dal suo non padroneggiare lo scenario internazionale, con tanto di impietosi paragoni con Draghi. Un fronte dove inizialmente, pur pagando un inevitabile prezzo al noviziato, aveva tutto sommato dato l’impressione di sapersela cavare, pur con qualche errore di postura e di comunicazione: nessuna crisi di rigetto a Bruxelles né tantomeno a Washington. Poi sono iniziate le incomprensioni con Macron, i nulla di fatto con Scholz, le scivolate verso il confortante asse con Orban e i paesi Visegrad, il cui prezzo è però l’isolamento con chi conta in Europa, a cominciare dall’asse franco-tedesco. Fino a quella “inopportuna” uscita sulla “inopportunità” del vertice di Macron e Scholz con Zelensky, che da un lato ha generato la piccata risposta del presidente francese e dall’altro ha reso ancora più evidente l’esclusione dell’Italia dall’Europa che conta. Alla presidente del Consiglio sarebbe bastata una telefonata a Lucio Caracciolo per capire che, come ha scritto sulla Stampa, la politica estera non si fa con i lamenti e che prendere atto che la Francia, unica potenza nucleare europea, e la Germania, di gran lunga maggiore economia continentale nonostante la recente battuta d’arresto, hanno un peso e un ruolo diversi da quello della super indebitata Italia, non è solo un necessario atto di modestia e un’utile manifestazione d’intelligenza politica, ma anche la premessa per accorciare quelle distanze e poter giocare ad armi (quasi) pari. Draghi aveva colmato il divario con la sua credibilità personale. È ovvio che Meloni, non disponendo di quella, anzi dovendo colmare i gap che derivano dalla sua storia politica – non è che a Bruxelles così come nelle diverse cancellerie continentali si siano dimenticati delle sue battaglie politiche sovraniste apertamente anti-europee – deve recitare un altro copione. Questo non significa assumere una postura fantozziana, abdicando al sacro dovere di difendere gli interessi nazionali, tutt’altro. Ma, come spiega Caracciolo, non è il solo sedersi a tavola a favore di photo opportunity, magari senza avere niente da dire e da dare, che consente di tutelare il proprio paese. Da sempre l’arte del governo è farsi concavi e convessi, saper incassare per poi restituire anche con gli interessi, ma solo al momento opportuno. Impararlo è indispensabile.

Senza contare, e qui torniamo al benedetto festival di Sanremo, che nella vicenda del vertice orchestrato da Macron senza Meloni ha sicuramente contato lo stato d’animo del presidente ucraino, a dir poco irritato dopo la tiritera sulla sua partecipazione alla kermesse sanremese, compresa l’incredibile pretesa di poter visionare anticipatamente il testo del suo discorso. E l’inquilino dell’Eliseo lo ha fatto chiaramente intendere quando ha detto, nella sua piccata replica a Meloni, che è Zelensky a scegliere il formato dei suoi incontri. Dunque, prima di lamentarsi, sarebbe stato meglio fare un’analisi attenta dei comportamenti italiani, e magari fare ammenda. Poveri noi, se le strade della nostra politica estera e della nostra diplomazia, nel pieno di una guerra che è a due passi dai nostri confini e ha come chiaro obiettivo quello di ridisegnarli, passano da Sanremo.

Io non mi sono stracciato le vesti per la vittoria della destra il 25 settembre scorso, non ho evocato il ritorno del fascismo e ho cercato di osservare senza paraocchi ideologici le mosse del governo Meloni, dando a Giorgia quel che è di Giorgia nell’attribuirle capacità politiche superiori a quelle, modeste, dei suoi alleati e di quasi tutti i suoi oppositori. Ma proprio per questo non mi esimo dall’esprimere preoccupazione per la torsione che sta prendendo l’incedere del governo e di chi lo guida. Tutti dicono che durerà a lungo – anche se in pochi pensano all’intera legislatura – ma soltanto perchè l’opposizione è debole e frantumata, e dunque incapace di proporre un’alternativa. Ma non si cade solo per uno sgambetto altrui, si può anche inciampare nelle proprie stesse gambe. E più è fesso il terreno su cui si cammina – come obiettivamente lo è quello sanremese – e tanto maggiore è la probabilità di farsi male. Specie se nell’incespicare si pretende di insistere anziché ribaricentrarsi.

Per esempio, temo si profili all’orizzonte un inciampo che avrebbe gravi conseguenze, come quello che deriverebbe dall’esprimere insofferenza per la reiterata difesa che il presidente Mattarella fa della Costituzione. Convincersi che si tratti di una vera e propria campagna, scientemente orchestrata, magari d’intesa o addirittura per volere della sinistra, per bloccare sul nascere le riforme costituzionali – e segnatamente l’autonomia regionale e, soprattutto, il presidenzialismo – e cominciare a montarci sopra un controcanto comunicativo, sarebbe come buttare una sigaretta accesa in un pagliaio. Ad essere sincero, a me non è piaciuto l’affidare a Benigni il messaggio, in sè sacrosanto, che sulle riforme che toccano la Carta occorre il concerto anche dell’opposizione. Ma se Meloni vuole dimostrare di essere all’altezza del ruolo che ricopre ed evitare di trasformarsi ben presto nell’ennesima meteora della scena politica italiana, deve lanciare un’idea forte e inclusiva come quella di far affrontare questi temi, compresa l’esasperazione federale proposta da Calderoli e che peraltro al presidente del Consiglio non piace affatto, da un’Assemblea Costituente, non farsi prendere la mano dalla vis polemica.

In questi giorni è stato ricordato l’anniversario dalla morte di Pinuccio Tatarella, che più di tutti aveva coltivato l’ambizione di trasformare la destra post fascista in forza di governo pienamente legittimata, aprendo la strada poi efficacemente percorsa da Gianfranco Fini. Forse sarebbe utile se Meloni si domandasse cosa farebbe, o cosa le consiglierebbe di fare, oggi il compianto Tatarella. Non tanto nel merito delle decisioni da prendere, ma sul piano del metodo. Ne ricaverebbe l’insegnamento della “laboriosa tessitura”.

Terremoto Turchia e Siria, il bilancio delle vittime sale ancora

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A cura di Luigi Castiello
Si continua a scavare sui luoghi colpiti dal sisma, le vittime al momento sono 19000 circa in Turchia e oltre 3000 in Siria. Il numero dei feriti, nei due Paesi, è salito invece ad almeno 75 mila, il numero degli sfollati è altissimo, più passano le ore, più diminuisce la possibilità di trovare persone in vita sotto le macerie, anche se a 90 ore dal crollo un bambino di 10 anni è stato estratto vivo dalle macerie, purtroppo è stato necessario amputargli un braccio per soccorrerlo.
Molti paesi dell’Unione Europea hanno subito contributo ad inviare uomini e mezzi a sostegno delle popolazioni colpite dal sisma.
Il governo italiano tramite il Dipartimento della Protezione Civile, ha invitato la Nave San Marco della Marina Militare, salpata dal porto di Brindisi, a bordo della nave, oltre a volontari della colonna mobile piemontese, è trasportato un ospedale da campo EMT2 messo a disposizione dalla Regione Piemonte che darà supporto alle strutture locali, con una capacità di ricovero che include quattro posti di terapia intensiva. A bordo della nave anche materiale sanitario donato dalle Regioni Abruzzo e Puglia, alle autorità siriane sono state donate oltre 1000 tra tende e brandine.
La Diocesi di Roma facendo proprio l’appello di Papa Francesco, che invita alla preghiera e ad azioni concrete, tramite la Caritas di Roma invia i primi 50.000 euro al cardinale Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria, per contribuire agli aiuti immediati alle popolazioni così duramente colpite. La Diocesi di Roma ha anche attivato un fondo,invitando tutte le comunità a contribuire con aiuti concreti alle chiese di Turchia e Siria, partecipando anche alla colletta nazionale indetta dalla Conferenza episcopale italiana.

La Diocesi di Nola ricorda a Visciano la XXIII giornata mondiale del Malato

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A cura di Ionela Polinciuc
La Pastorale Sanitaria della Diocesi di Nola in collaborazione  con Accademia universitaria degli studi giuridici Europei organizza un evento in occasione della XXIII giornata mondiale del malato. Per non dimenticare chi soffre e chi si prende cura dei malati, sabato 11 febbraio, ore 16, presso il Santuario Basilica Maria SS. Consolatrice del Carpiniello, Visciano ( Na), ci sarà un incontro con tanti protagonisti del mondo religioso, scientifico, giuridico, istituzione e società civile. Don Carlo Giuliani, direttore della Pastorale Sanitaria della Diocesi di Nola, nel perseguire il suo intento umano e religioso di essere sempre al fianco delle categorie svantaggiate, con maestria e fede ha coinvolto il mondo dei giuristi con il Prof. Avv. Giuseppe Catapano rettore dell’Auge per un evento ricco di incontri denominato: ” Il cittadino e la sanità’’. Un momento propizio per riservare una speciale attenzione alle persone malate e a coloro che le assistono, sia nei luoghi deputati alla cura sia in seno alle famiglie e alle comunità. Dalla maestosità della Cupola di Maria SS del Carpinello in Visciano (NA) dal Villaggio del Fanciullo nel ricordo del Padre fondatore Don Arturo D’Onofrio e con la benedizione di SER Mons. Francesco Marino Vescovo di Nola, Medici, scienziati e giuristi si confronteranno per offrire un contributo di informazione e di conoscenza alla società civile.

L’evento inizia alle ore 16:00 con la presentazione del programma ed interventi degli ospiti sul tema ” Il cittadino e la sanità”, ovvero come il cittadino si deve rapportate con il sistema sanitario nazionale. L’autore del manuale, il Prof. Avv. Giuseppe Catapano in collaborazione con medici ed operatori sanitari, giurista, distribuirà in omaggio a tutti una copia del libro: ‘’ Il cittadino e la sanità’’.

Alle ore 19:00 si conclude con la celebrazione della Santa Messa con la Benedizione di Sua Eccellenza Francesco Marino Vescovo di Nola.

Ci fareste sopra una scommessa?

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Nella foto: da sinistra, Dott. Alfredo Mariani, Prof. Avv. Giuseppe Catapano


A cura di Prof. Avv. Giuseppe Catapano

La nuova stagione dell’economia europea e mondiale ci si è arrivati per effetto del combinato disposto di due momenti epocali: la pandemia, che insieme con le vite degli uomini ha tenuto sospeso lo sviluppo di ogni angolo della Terra, e poi l’embrione – per ora tale – della Terza Guerra Mondiale scatenata da Putin per l’insana ambizione di voler riscrivere gli equilibri geopolitici e geoeconomici planetari. Questo concatenarsi di eventi ha prodotto, nell’ordine: la recessione del 2020; la scarsità di molte materie prime e l’aumento vertiginoso dei loro prezzi; la crisi energetica, con il gas che è passato nel giro di pochi mesi da 10 a oltre 360 euro a megawattora (agosto 2022); il ritorno dell’inflazione, arrivata alle due cifre come non accadeva dal secolo scorso; il rialzo dei tassi d’interesse, all’inseguimento dell’inflazione; i presupposti di una potenziale, ma a quanto sembra scongiurata, recessione nel 2023. La crescita negativa prodotta dal Covid è stata prontamente riassorbita e ciò ha fatto credere che anche la fiammata inflazionistica sarebbe stata transitoria. Fatto che ha indotto le banche centrali a ritardare i tempi e temperare i modi della stretta monetaria. Si pensava, infatti, che l’inflazione derivasse solo da materie prime ed energia, e dipendesse da alcune particolari circostanze della ripartenza post-pandemica, come per esempio il taglio da parte della Cina di una quota importante di export di alcuni prodotti come i microchip, che avevano determinato un eccesso di domanda e una carenza di offerta di alcuni beni, con conseguente spinta al rialzo dei prezzi. Inoltre, le politiche espansionistiche messe in atto in Europa e Stati uniti per contrastare gli effetti negativi del Covid sull’economia hanno generato un surplus di liquidità, che ha reso inefficaci i primi rialzi dei tassi nell’opera di contenimento dell’inflazione.

Poi quasi un anno fa è arrivata l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, che ha messo a repentaglio le linee di rifornimento di prodotti energetici e merci, causando aumenti dei prezzi di materie prime e provocando il blocco di una delle più grandi fonti di esportazione di cereali al mondo, con pesanti ripercussioni sui paesi africani. Infine, sempre nel tentativo di alimentare il caos globale, Mosca ha contestualmente provato a rompere l’unità dell’Occidente scatenando una guerra del gas che ha fatto schizzare alle stelle le bollette industriali e civili. Ma questi sono stati acceleratori di un processo che era ormai in corso e che non poteva non far divampare l’incendio dell’inflazione, con conseguente inasprimento delle politiche monetarie. Tutto questo ha fatto scattare il meccanismo psicologico secondo cui ci si aspetta che i prezzi siano destinati a salire. Insomma, la spirale è innescata e sarà difficile uscirne.

Permacrisi, “new normal”: sono molte le definizioni coniate, oltre alla vecchia stagflazione, per descrivere questo scenario. Sostanzialmente, si tratta di una fase che dovrebbe riscontrare una crescita altalenante, con inflazione alta, diffusa e costante nel tempo, da affrontare con tassi che paiono alti ma che in realtà sono ben distanti da quelli che c’erano negli anni 70 e 80 quando l’inflazione stava sopra il 10%. Al di là delle formule, la verità è che il denaro è tornato a costare, come non accadeva da molto tempo. Ed è difficile resettare le abitudini. A cominciare da quelle di una classe politica che è stata capace di sprecare in modo criminale un decennio abbondante di condizioni strafavorevoli, che mai erano capitate e che, come ci stiamo accorgendo ora, difficilmente torneranno. Basti pensare che prima del “quantitative easing” la quantità di titoli del nostro debito pubblico detenuti dalla Bce era inferiore al 5% del totale, mentre oggi è al 26% perché la banca centrale ha effettuato acquisti netti di titoli per oltre 400 miliardi e che nell’ultimo quindicennio abbiamo risparmiato centinaia di miliardi di oneri sul debito – pur avendolo aumentato dal 99,7% in rapporto al pil del 2007, cioè prima della grande crisi, a circa il 150% attuale, con una punta del 155% nel 2021 – per effetto dei tassi piatti. Un dato per tutti: con la crisi Covid, che ha prodotto un calo del pil senza precedenti, il debito pubblico nel 2020 è aumentato di ben 21,1 punti percentuali, ma se i tassi di interesse fossero stati quelli dei primi anni 90 l’incremento sarebbe stato di oltre 30 punti. Ecco perché le tre grandi crisi degli anni Venti di questo secolo – la crisi economica globale del 2008-09, quella dei debiti sovrani del 2012-13 e quella pandemica del 2020 – pur essendo state devastanti per il pil non hanno avuto particolari effetti sui tassi reali del debito pubblico. Anzi, dal 2013 il tasso medio al netto dell’inflazione è progressivamente calato, raggiungendo i valori più bassi dai primi anni 80.

In queste condizioni, un ceto politico degno del posto che occupa avrebbe potuto e dovuto far crescere il Paese e metterlo in sicurezza. Invece, l’interruzione di una esperienza complessivamente poco felice come la Seconda Repubblica, avvenuta con la caduta del governo Berlusconi nell’autunno del 2011, non solo non ha prodotto miglioramenti (a parte la prima fase del governo Monti) ma è stata un’escalation negativa, all’insegna del terribile mix fatto di dilettantismo, populismo e sovranismo che ha raggiunto il massimo (del minimo) con i 5stelle al governo e l’avvento sulla scena dell’ineffabile avvocato Conte. Ecco perché fino a ieri abbiamo buttato alle ortiche una grande chance, ed ecco spiegato perché ora rischiamo di non cogliere il cambio di scena. Infatti, il sistema politico, che non è certo uscito dalla transizione infinita in cui si è infilato dal 2011 in poi solo perché a settembre scorso dalle urne è emersa una maggioranza (che peraltro è tale esclusivamente per effetto della legge elettorale), non ha trovato niente di meglio che disquisire sulla Bce, le sue scelte e la sua autonomia, invece che ragionare su come attrezzare il Paese alle regole del gioco imposte dal “quantitative tightening”.

Sia chiaro, come è emerso nella War Room di martedì 31 gennaio con Corrado Passera e Lorenzo Bini Smaghi ,la Bce non è certo esente da critiche. Ha aspettato 4 mesi per imitare la Federal Reserve – tanto che i tassi europei sono sotto di un paio di punti rispetto a quelli americani, nonostante che l’inflazione al di qua dell’oceano sia un paio di punti più alta – dando la sensazione di inseguire il fenomeno inflazionistico anziché di prevenirlo. E comunque, se da un lato occorre considerare che non siamo in un contesto di inflazione da domanda e dunque bisogna fare la massima attenzione a usare la leva monetaria per evitare di spianare la strada alla recessione – che se non avremo sarà solo per merito del contesto internazionale e della componente vitale delle imprese italiane – dall’altro la forbice tra inflazione e tassi d’interesse, anche di quelli applicati sul mercato del credito commerciale, rimane aperta tanto che neppure una discesa al 5% dell’inflazione la richiuderebbe. Insomma, se in passato abbiamo ecceduto nei tassi bassi e nella liquidità troppo abbondante, ora bisogna stare attenti a non commettere l’errore opposto.

Ma non sono di certo le interviste di qualche ministro la sede opportuna perché un governo dica la propria sulla politica monetaria. Specie se si è in cerca di facili alibi. Né serve auspicare l’inauspicabile. Occorre invece sintonizzarsi con la realtà che stiamo vivendo e preparare le politiche e il Paese ad essa. Va calcolato che il costo di mantenimento del debito pubblico su uno stock di 2.800 miliardi, con il decennale già fisso oltre il 3,5%, sale enormemente. Va considerato che siamo l’unico paese europeo il cui pil, nonostante le recenti performance persino migliori di quelle della Germania, non ha ancora recuperato i livelli del 2007, e che dei 350 miliardi di debito pubblico aggiuntivo per far fronte all’emergenza pandemica dobbiamo rientrare, anche alla luce del fatto che il rapporto debito-pil nell’eurozona è sceso al 93% e nell’Ue all’86,4%. Vanno colti i timori espressi da un banchiere come Passera per un possibile credit crunch per le imprese più piccole – per esempio, ci sono 300 miliardi di crediti cosiddetti “stage 2”, cioè “in osservazione”, che con l’aumento dei tassi stanno diventando più pesanti da sostenere per le pmi – anche perché il suo allarme è confermato dal rapporto Abi-Cerved, in cui si osserva che nel 2022 la qualità del credito ha cominciato a deteriorarsi, con previsioni di peggioramento nel futuro (lo scorso anno i prestiti a rischio erano il 2,3% del totale, alla fine di quest’anno arriveranno al 3,8%). E va colto il suggerimento dell’ex membro del board della Bce, Bini Smaghi, quando evoca il pericolo che oltre alla stretta monetaria la Bce ecceda con le regole “prudenziali” sui requisiti per il mondo del credito, costringendo così le banche a pratiche restrittive, chiedendo (non via giornali) a chi oggi siede a Francoforte sulla poltrona che fu sua (Fabio Panetta) di farsi portatore di questa esigenza. Così come, tra sbraitare contro il ritorno del Patto di stabilità europeo e l’acquisire la credibilità necessaria per negoziarlo al meglio (magari dimostrando di essere in regola nello svolgimento del piano di riforme e di investimenti previsto dal Pnrr), la seconda scelta mi sembra assai più opportuna della prima.

Poi, può essere che abbia ragione l’economista francese Olivier Blanchard quando sostiene che la guerra, la crisi energetica, l’inflazione e i tassi sono tutti fenomeni di breve termine, destinati a finire in tempi ragionevoli. Tuttavia  se anche fosse non credo che tutto tornerebbe come prima. Non solo per prudenza, va comunque messo in conto quello che potremmo chiamare “ritorno alla normalità”. La quale non è la lunga parentesi del denaro facile e quasi gratis che abbiamo vissuto nell’ultima dozzina di anni. E che noi abbiamo sprecato per distribuire bonus quando invece avremmo potuto ridurre il debito pubblico e pagare meno per il costo del suo mantenimento, avendo uno spread ben più basso dei 200 punti che oggi, follemente, festeggiamo.

A.U.G.E.: Laddove c’è più bisogno

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Nella Foto: da sinistra, Dott. Alfredo Mariani, On. Vittoria Baldino, Senatore Francesco Urraro, Prof. Avv. Giuseppe Catapano

A cura di Ionela Polinciuc

Nel primo mese del 2023, l’Accademia Universitaria degli Studi Giuridici Europei, fa tappa a Roma, sfatando il mito: ” Le ragioni per  fare politica’’. ‘’L’Europa necessita di una squadra di politici che hanno la conoscenza di quali sono le ragioni per far politica’’, ripete più volte Il Prof. Catapano durante l’evento svolto a Roma il 20 gennaio scorso, presso Palazzo Velli, piazza S. Egidio 10, dal tema: ‘’Le ragioni per far politica”. Un’iniziativa  fortemente voluta ed organizzata dal Prof. Avv. Giuseppe Catapano, rettore dell’AUGE, Accademia Universitaria degli studi giuridici europei, insieme al tesoriere Prof. Cesare Cilvini ed in collaborazione con Dott. Filippo Bongiovanni.

Per costruire, bisogna anche conoscere. Proprio per questo, l’Accademia A.U.G.E., offre la possibilità di conoscere le ragioni per far politica, e mette a disposizione un corso di 30 ore per insegnare le basi di diritto e capire attraverso l’ascolto di docenti politologi se nel candidato esistono delle reali ragioni sociali per cui si sceglie di fare politica. Docenti, professionisti, politici e non politici, avvocati, giuristi, magistrati, offrono la possibilità di formare a tutti gratuitamente.

” Il mio ruolo è quello di informare per formare. Ringrazio la vostra partecipazione…che anima il cuore dell’Accademia A.U.G.E., affinché, insieme, possiamo  avviare un percorso di formazione politica. Questa è la risposta di oggi del rettore Catapano. Oggi, noi presentiamo con l’A.U.G.E., la possibilità di seguire un corso per dare le motivazioni per fare politica. Esso rappresenta l’occasione per costruire insieme i programmi che possono essere al servizio politico di chi rappresenta il Paese. L’importanza del politico è quella di essere coadiuvato e collaborato dagli stessi elettori.’’ afferma il rettore Catapano.

Una giornata all’insegna di cosa significa fare politica. All’importante evento, hanno partecipato con significativa presenza :Giudice Prof. Angelo Turco, Prof. Luca Filipponi, senatore Francesco Urraro, On.  Vittoria Baldino, Dott. Angelo Sandri, Dott. Maurizio d’Elia, Dott.ssa Mariarosaria Rusciano, Dott. Prof. Giulio Tarro, Dott. Massimo Greco, Don Carlo Giuliano, Tania Di Giorgio, soprano direttore musicale Menotti Art Festival Spoleto, l’avv. Luca Barbuto, e tanti professionisti che hanno espresso le proprie significative esperienze di vita e di conoscenza politico istituzionale .

Senza ombra di dubbio, i politici svolgono infatti un’attività di fondamentale importanza per la società: si occupano di governarla. Fare il politico di mestiere significa quindi essere pronti ad assumersi grandi responsabilità, oltre che grandi carichi di lavoro. Ed è qui che interviene L’A.U.G.E.

” Come l’elettore può agevolare il politico, se non conosce le ragioni per cui fare politica.? Le ragioni per fare politica, si conoscono se si è informati, se si è a conoscenza del diritto costituzionale. Se non si è a conoscenza, come si fa a parlare di politica? La conoscenza parte dalla formazione. ”, conclude il Prof. Avv. Giuseppe Catapano.

Il fatto di vincere le elezioni una volta non permette comunque di fare il politico a tempo indeterminato,anche questo il pensiero dell’editore Nicola Ammaccapane arrivato con le sue telecamere per consentire una diffusione capillare dell’incontro anche attraverso il canale 279 digitale terrestre di tv2.

Con la moderazione di Alfredo Mariani, l’Accademia Universitaria Degli Studi giuridici Europei, portatrice instancabile di informazione e formazione, lancia un nuovo messaggio: ‘’ Scegliamo bene oggi per un futuro migliore domani’’. E di questo slogan si è concluso il primo incontro partito da Roma : le ragioni per far politica. Partecipare è facile, collegati alla piattaforma A.U.G.E. e scarica il programma.

Nella Foto: Da sinistra, Dott. Alfredo Mariani, Prof. AV. Giuseppe Catapano, Prof. Cesare Cilvini, Prof. luca Filipponi, Giudice Prof Angelo Turco, Soprana Tania Di Giorgio
Nella Foto: da sinistra, Dott. Alfredo Mariani, Prof.Avv. Giuseppe Catapano, Prof. Cesare Cilvini, Prof. Luca Filipponi, Giudice Prof. Angelo Turco
Nella Foto: da sinistra, Dott. Alfredo Mariani, Dott. prog. Giulio Tarro, Prof. Avv. Giuseppe Catapano, Prof. Cesare Cilvini

Si può vivere di “ POSITIVE CONTRADDIZIONI”?

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A cura di Prof. Avv. Giuseppe Catapano

l’Italia è bloccata in una palude di problemi strutturali per affrontare i quali sono necessarie riforme profonde (e io aggiungerei coraggiose) che in alcuni casi richiedono più mercato e concorrenza per smantellare un capitalismo relazionale (e io aggiungerei parassitario) che blocca la crescita del Paese, mentre in altri richiedono più Stato, con la parallela adozione di criteri di merito e produttività, se si vuole evitare più clientelismo ed inefficienza”. Ma per far questo occorrerebbe capacità di analisi e di proposta, collegando bene la seconda alla prima, coraggio nel proporle ai cittadini e disponibilità di questi ultimi ad ascoltare. Invece si preferisce la scorciatoia del “tutto a tutti”, per poi usare la leva delle “positive contraddizioni”. Fratelli d’Italia si è fatta largo contestando il governo Draghi con argomenti sovranisti (ma anche Lega e Forza Italia non sono stati da meno, anzi, pur appoggiando l’esecutivo dell’ex presidente della Bce) per poi fare una politica non diversa da quella del predecessore, anche a costo di rispettare solo in minima parte la propria agenda, per evitare di diventare l’ennesima meteora della politica italiana.

E così sembra voler fare, reiterando gli errori del recente passato, il Pd. E, attenzione, paiono cadere in questa maledetta trappola non solo le componenti di sinistra del partito che si appresta a celebrare il più surreale dei suoi congressi, ma anche quelle riformiste. Anzi, non me ne vogliano , le prime sembrano essere perfino più coerenti delle seconde. la sinistra ma anche le componenti del Pd più ciniche e “governiste” (intese come attaccate al potere purchessia) sostengono l’ineluttabilità dell’alleanza con i 5stelle di Conte, salvo dire che una volta tornati al governo ci penseranno loro a imporre il realismo e il pragmatismo necessari. Ergo, usiamo i professionisti del populismo – visto che noi abbiamo perso il contatto con il popolo – per vincere le elezioni e poi faremo quel che sarà necessario. È, mi par di capire per quel pochissimo che di costei si capisce, la posizione della candidata radical-chic alla segreteria del Partito Democratico, Elly Schlein. Viceversa, il fronte che appoggia Stefano Bonaccini non pensa che Conte sia la punta più avanzata del progressismo italico, ma neppure nega di doverci convivere per il semplice motivo che continua ad ispirarsi al principio “veltroniano”, che fu fondativo del Pd, del “partito a vocazione maggioritaria”. Il quale comporta sì che alle elezioni il Pd debba presentarsi in quanto tale e non come parte di una coalizione, ma comporta anche che facendo propria la versione maggioritaria del sistema politico sia capace di vincere da solo. E siccome è anche escluso che qualsiasi altra forza politica possa riuscirci, sarebbe opportuno che i riformisti – così come i moderati sull’altro fronte, che latitano perché siamo di fronte al paradosso che la Meloni lo sia molto più di Salvini e persino del “putiniano” Berlusconi) – superassero questo dogma. Perché è proprio la contrapposizione bipolare – tanto più da quando è diventata bipopulista – che ha creato il fenomeno che abbiamo chiamato approccio “opportunistico” alla politica: alleanze pur di vincere e poi passare il tempo – che è un bene prezioso visto l’incalzare dei problemi e il moltiplicarsi della loro complessità – a mediare tra promesse e buon senso, oltre che tra alleati distanti mille miglia tra loro. Viceversa, rinunciare al vincolo maggioritario aiuterebbe a predisporsi verso gli elettori con un sano realismo politico, che poi consentirebbe di non doversi sottoporre al mortificante meccanismo delle “positive contraddizioni”.

Purtroppo, ascoltando su Radio Radicale l’assemblea di LibertàEguale, l’associazione dei riformisti di sinistra presieduta da Enrico Morando, ho notato che a fianco alla giusta proposta che il Pd abbandoni le “coalizioni contro” permane l’idea del partito a vocazione maggioritaria. Vorrei allora far presente quanto si legge da qualche giorno di Fausto Bertinotti. Invitato da Bettini ad andare a presentare il suo libro, l’ex presidente della Camera di fronte ad un’affollata platea di militanti del Pd non si trattiene dal dire che secondo lui la cosa migliore che potrebbe fare il Pd in questa fase congressuale è praticare l’autoscioglimento. Pur dicendolo con garbo, teme che la sua uscita provochi reazioni polemiche. Invece, con suo grande stupore (e, suppongo, la stizza di Bettini) scatta un interminabile quanto fragoroso applauso. Segno che anche la stessa base Democrat non ne può più.

Forse è opportuno la nascita di due partiti, uno che raccolga tutte le radicalità della sinistra e l’altro che unisca i riformisti che sono dentro e fuori dal Pd. Sarebbe il modo migliore per costringere anche Giorgia Meloni a fare i conti con le contraddizioni che albergano nel centro-destra. E per dare al Paese un governo che non sia costretto a vivere del realismo prodotto dai ripensamenti.

Inflazione alle stelle: famiglie in difficoltà

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A cura di Ionela Polinciuc

Bisogna rispondere con più efficacia ai bisogni delle bambine, dei bambini e delle famiglie che vivono in condizioni di povertà educativa e materiale. A pagare questa crisi causata dalla situazione pandemica e di emergenza sanitaria, che va avanti ormai da più di un anno, sono senza alcun dubbio in primis le famiglie. Queste ultime stanno avendo infatti moltissime difficoltà dal punto di vista economico e finanziario. Secondo i dati definitivi resi noti dall’Istat, l’inflazione dell’anno scorso, ha messo in serie difficoltà le famiglie.

Al riguardo, riportiamo integralmente il COMUNICATO STAMPA DELL’UNIONE NAZIONALE CONSUMATORI DEL 17-01-23

Istat: inflazione media 2022 +8,1%

Unc: una sciagura!

Nel 2022 +700 euro per cibo e bevande per coppie con 2 figli

Stangata 2022 pari a 2768 euro per coppie con 2 figli

Secondo i dati definitivi resi noti oggi dall’Istat, l’inflazione media del 2022 è pari a +8,1%, dal +1,9% del 2021.

“Una sciagura! L’Istat conferma che il 2022 è stato un anno nero per le famiglie. Una situazione, destinata purtroppo ad aggravarsi a gennaio dopo la scelta irresponsabile del Governo di innescare nuovamente la miccia del caro carburanti. Le famiglie sono nei guai e fanno sempre più fatica ad arrivare a fine mese, pur attingendo ai risparmi” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

“I dati dell’inflazione implicano che nel 2022 una coppia con 2 figli ha pagato 700 euro in più rispetto al 2021 per poter mangiare e bere. Una famiglia media ha avuto una stangata per i prodotti alimentari e le bevande analcoliche pari a 513 euro, cifra che sale a 632 per una coppia con 1 figlio e che arriva a 836 euro per le coppie con 3 figli” prosegue Dona.

“Per quanto riguarda l’inflazione media nel suo complesso, il +8,1% significa aver avuto nel 2022, per una coppia con due figli, un aumento del costo della vita rispetto al 2021 pari a 2768 euro, di cui 1321 per abitazione, elettricità e combustibili, 425 per traporti, 724 per il solo carrello della spesa. Per una coppia con 1 figlio, la spesa aggiuntiva avuta nel 2022 è pari a 2571 euro. In media per una famiglia il rincaro dello scorso anno è di 2220 euro, 1200 per l’abitazione, 532 per il solo carrello della spesa. Il primato spetta ancora una volta alle famiglie numerose con più di 3 figli con una mazzata rispetto al 2021 pari a 3104 euro, 1472 per l’abitazione e 860 per i beni alimentari e per la cura della casa e della persona” conclude Dona.

Tabella: rincaro annuo per tipologia familiare e divisioni di spesa (valori in euro)

DIVISIONI DI SPESAFamiglia mediaCoppiacon 2 figliCoppiacon 1 figlioCoppie con 3 o più figliInflazione MEDIA 2022
Prodotti alimentari e bevande analcoliche5137006328369,1
Bevande alcoliche e tabacchi78881,3
Abbigliamento e calzature234131491,9
Abitazione, acqua, elettricità e combustibili120013211244147235
Mobili, articoli e servizi per la casa708589855,2
Servizi sanitari e spese per la salute111313140,8
Trasporti2814253984679,7
Comunicazioni-20-28-24-31-3,1
Ricreazione, spettacoli e cultura182822321,5
Istruzione00000
Servizi ricettivi e di ristorazione761191041176,3
Altri beni e servizi425754572
TOTALE RINCARO ANNUO22202768257131048,1
CARRELLO DELLA SPESA5327246568608,4

Fonte: Unione Nazionale Consumatori su dati Istat

Torna ”Giudicate voi” su Italia2Tv: Prof. Catapano ricorda cosa vuol dire fare politica

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A cura di Ionela Polinciuc

Sugli schermi televisivi preceduto dalle fortunate edizioni trasmesse in streaming, a grande richiesta approda su Italia 2Tv, la settima edizione del programma di approfondimento giornalistico ‘’ Giudicate Voi’ che ormai da anni ci accompagna con tantissime puntate. La trasmissione, mostra quello che è la verità, le difficoltà che in qualche modo noi tutti abbiamo. ‘’Giudicate Voi ‘’accompagna i telespettatori nel variegato mondo dell’informazione: ogni puntata è caratterizzata dall’autorevole contributo di esperti professionisti per dibattere tematiche di attualità, giuridiche, tributarie, salute e alimentazione.

Ospiti in studio nella domenica del 15 gennaio 2023: Prof. Cesare Cilvini, tesoriere A.U.G.E., Giudice di Pace e docente formatore A.U.G.E. Prof. Angelo Turco e Don Carlo Giuliano. Ospite fisso Prof. Avv. Giuseppe Catapano, rettore dell’Accademia Universitaria Degli Studi Giuridici Europei, che nella puntata di domenica 15 gennaio, ha aperto un dibattito riguardante la situazione critica che sta attraversando l’Italia.

Nella Foto: da sinistra, Prof. Cesare Cilvini, Don Carlo Giuliano, Prof. Avv. Giuseppe Catapano, Giudice Angelo Turco, Dott. Alfredo Mariani

‘’ Il Paese ha bisogno di uscire dall’impasse. È un’impresa difficile ma che diventa impossibile se, per un motivo o per l’altro, si tornasse a lasciare briglia sciolta al populismo nazionalista. A cominciare dall’illusione di scorciatoie costituzionali’’ afferma il rettore Capatano.

‘’Bisogna chiedere ai nostri politici se realmente sanno cosa vuol dire un decreto, ma ne dubito, considerando la confusione che hanno creato nel periodo della pandemia.’’ Conclude il Prof. Avv. Giuseppe Catapano.

Riguardante questo argomento cosi delicato, venerdi 20 gennaio 2023, a Roma, presso Palazzo Velli piazza di S. Egidio 10, ci sarà un importante evento dal titolo: ‘’ Le ragioni per far politica, in occasione, il rettore Catapano che ha voluto ed organizzato l’evento svilupperà questa problematica che per molti italiani rimane un mistero.

Nel corso della manifestazione saranno consegnate delle onorificenze e diplomi di merito in partnership con : Il Menotti Art Festival Spoleto, il Quotidiano ‘’La notte’’, il Magazine La Fiera Letteraria.

La regia del programma ‘’ Giudicate Voi’’ è affidata alla erreci media srl.

Conduttore di tutta la serie e della serata finale: Dott. Alfredo Mariani.

Appuntamento alla prossima serie con temi attuali è sempre in collaborazione con il Prof. Avv. Giuseppe Catapano che ogni settimana commenta con professionisti in studio le notizie più importanti della quotidianità e la redazione giornalistica di La notte online.

LE RIFORME ISTITUZIONALI CI VOGLIONO

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A cura di Prof. Avv. Giuseppe Catapano
Il Paese ha bisogno di uscire dall’impasse. È un’impresa difficile, ma che diventa impossibile se, per un motivo o per l’altro, si tornasse a lasciare briglia sciolta al populismo nazionalista. A cominciare dall’illusione di scorciatoie costituzionali. 

2023 una gigantesca impasse!  Per fattori esogeni: l’incertezza generata dal prolungarsi della guerra scatenata dalla Russia contro l’Ucraina che si trascina perché Putin l’ha ormai persa ma non può permettersi di certificare la sconfitta, cosa a fronte della quale nessuno ha uno straccio di disegno su come uscirne; il permanere della crisi energetica che dalla guerra è scaturita, che a sua volta ha innescato una fiammata inflazionistica difficile da domare se non al prezzo di una politica monetaria restrittiva che inevitabilmente contribuisce ad aumentare probabilità, durata e profondità di una fase di recessione. E per fattori endogeni: il perdurare della fragilità del sistema politico, e di conseguenza istituzionale, sulla quale l’effetto lenitivo delle elezioni – dalle urne esce una maggioranza definita e si archivia la surroga dei tecnici – si è rivelato, come ampiamente preannunciato in questa sede, una mera illusione ottica; la mancata modernizzazione della infrastruttura-paese, dovuta ad una macchina burocratico-amministrativa elefantiaca ed inefficiente e ad una diffusa cultura della mediocrità; l’ingrigirsi di un capitalismo sempre più privo di grandi progettualità e per buona parte ancora troppo dipendente dalla spesa pubblica corrente; l’immalinconirsi di una società che vive un perenne stato di modesta latenza (definizione Censis) e che non trova le energie morali e non ha i fermenti culturali per scuotersi, preferendo populisticamente consumare le classi dirigenti su cui scaricare ogni responsabilità. Al cospetto di tutti questi fattori misuriamo la nostra impotenza: per gli esogeni, quella di chi non è in grado di esercitare alcuna influenza reale; per gli endogeni, quella di chi non possiede né la capacità di analisi né di avere un disegno di società e di futuro.Il giusto modo per Meloni di alzare l’asticella: promuovere una legge costituzionale che convochi un’Assemblea o istituisca una Commissione – in entrambi i casi di 75 membri non parlamentari né membri del governo in carica, eletti con il sistema proporzionale puro in liste da presentare in un collegio unico nazionale, cui se ne aggiungano 25 indicati dal Presidente della Repubblica – alla quale viene delegata la revisione della Costituzione avendo un anno di tempo (non derogabile) per portare a termine il compito, lavorando in parallelo a Governo e Parlamento, ma senza alcuna interferenza reciproca. Lì si discuterà se il Paese ha bisogno di un federalismo regionale o se, come io penso, ha invece necessità di riportare le competenze sanitarie e di mantenere quelle scolastiche in sede nazionale, archiviando l’esperienza delle Regioni e semplificando il decentramento amministrativo . Lì si discuterà se è il presidenzialismo – e quale tra l’elezione diretta del Capo dello Stato o quella del Presidente del Consiglio, quello pieno o il sistema semipresidenziale – che può assicurare maggiore governabilità, o seppure, come io penso, imboccare quella strada avrebbe lo stesso effetto illusorio che trent’anni fa ebbe il grande afflato verso il maggioritario, consacrato dal referendum Segni. Si faccia una battaglia delle idee, si coinvolgano gli italiani, ma non si usino le riforme che toccano le regole del gioco e le istituzioni che lo presiedono per sistemare le questioni politiche contingenti o, peggio, per cercare vie di fuga.

L’Italia ha un disperato bisogno, insieme, di stabilità politica e di governabilità. Ma mentre la seconda assicura anche la prima, non è così viceversa. Su questo hanno speso parole definitive Giorgio La Malfa e Sabino Cassese. Il primo ha indicato un paio di “piccole ma rilevanti” modifiche costituzionali con le quali è possibile rafforzare l’esecutivo: attribuire al presidente del Consiglio il potere di nomina e revoca dei ministri; introdurre la “sfiducia costruttiva” come in Germania, in modo che le Camere possano mandare a casa un governo solo quando ce n’è già un altro pronto, pena lo scioglimento del Parlamento. Il secondo ha aggiunto l’idea di fissare un tempo di durata dei governi, così come è previsto per le Camere (5 anni), per la presidenza della Repubblica (7 anni) e per i membri della Corte Costituzionale (9 anni), ferma restando la scadenza anticipata (ma sarebbe mitigata dalla “sfiducia costruttiva”). Viceversa, l’elezione popolare del presidente del Consiglio, mentre in termini di stabilità aggiungerebbe poco, avrebbe come grave controindicazione la nascita di conflitti che si genererebbero con il presidente della Repubblica. Infatti, vista la rappresentatività indiretta dovuta alla sua elezione per via parlamentare, si altererebbe l’equilibrio costituzionale esistente. Se invece si optasse per l’elezione diretta del Capo dello Stato, ad essere messo in discussione sarebbe il suo ruolo di garanzia, che specie nel quadro di una fragilità politica come la nostra in questi anni si è dimostrato indispensabile (se talvolta i presidenti che si sono succeduti possono essere apparsi arbitri non del tutto imparziali, figuratevi cosa sarebbe successo e cosa succederebbe se si fosse in un regime di presidenzialismo da investitura popolare…).

D’altra parte, se, come dice Cassese, quello che chiamiamo presidenzialismo deve servire a dare stabilità ai governi, fanno più questo tipo di interventi che non l’elezione diretta, su cui si scaricherebbero tutte le contraddizioni che in questi decenni hanno reso instabile la vita dei governi. La stabilità è un dato politico, non tecnico, e non si assicura per legge. Se poi, dietro questa suggestione si nasconde quella del “uomo forte”, per allontanarla non c’è bisogno di evocare lesioni alla democrazia, basta scorrere l’elenco nelle cui mani gli italiani hanno via via provato a mettersi – considerato che da Berlusconi in poi è stata praticata da tutti la forzatura costituzionale di indicare il nome del candidato premier, e in molti casi addirittura di scriverlo nei simboli elettorali, facendo credere agli elettori che avrebbero nominato il premier – per dedurne che Dio ci scampi e liberi.

Se poi, come in molti sospettano, dietro l’evocazione del presidenzialismo c’è solo il calcolo politico di rafforzare l’identità di destra e nello stesso tempo di mettere in difficoltà la sinistra, più di quanto già ci si sia messa da sola, anche qui Meloni commetterebbe due errori capitali. Il primo è semplice da capire: la presidente del Consiglio di tutto ha bisogno meno che di accentuare i suoi tratti destrorsi e populisti, se vuole durare. E pare averlo bene a mente, per esempio quando guarda con attenzione alle compatibilità di bilancio, anche a costo di rimangiarsi le promesse elettorali. Dunque, perché cambiare strada dopo aver imboccato quella della sua trasformazione da leader sovranista di destra a leader conservatore di centro-destra? Il secondo errore sarebbe quello di credere che accentuare le difficoltà esistenziali del Pd farebbe il suo gioco. No, finirebbe per spingerlo definitivamente nelle braccia di Conte, mortificando così ogni possibile convergenza su questioni specifiche, a cominciare da quelle relative alla giustizia. E avere un’opposizione del genere non farebbe affatto bene alla salute del governo Meloni.

A.U.G.E. ospite delle principali università romene

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A cura di Ionela Polinciuc

Una delegazione voluta ed organizzata dal Prof. Avv. Giuseppe Catapano, rettore dell’AUGE Accademia Universitaria degli studi giuridici europei, insieme al tesoriere Prof. Cesare Cilvini, Giudice Prof. Angelo Turco, con l’ausilio dell’ufficio stampa diretto per ” Lanotte online” da Ionela Polinciuc coadiuvata dalla rappresentanza per gli studenti da Francesco Ferraiuolo sono stati ospiti delle principali università Romene. Incontri per programmare ed avviare progetti di formazione condivisa, scambi di idee, proposte per i giovani e non solo.
L’intento del rettore Catapano è quello di creare una rete a livello internazionale per facilitare l’accesso ai studenti nel mondo del lavoro. Sul tavolo di lavoro sono stati proposti corsi, master, qualifiche professionali europee che facilitano l’accesso nel mondo del lavoro anche per le convenzioni con aziende ed enti che hanno riconosciuto e voluto il progetto di rete universitaria internazionale. I rettori delle università romene visitate dall’equipe del prof Catapano, hanno sostenuto ed incoraggiato l’idea AUGE: la delegazione diventa un evidente slogan. “Finisci il corso oggi ed inizi a lavorare domani”
Accoglienza straordinaria, tanti progetti, tante novità, l’Auge in veste internazionale capofila della rete internazionale universitaria per favorire al meglio la libera circolazione delle qualifiche professionali per un futuro migliore nel mondo del lavoro. Ha ripetuto più volte il Prof. Giuseppe Catapano ricordando a se stesso e alle istituzioni incontrate : “Cominciamo col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all’improvviso ci sorprenderemo a fare l’impossibile”.

Nella foto: da sinistra: Prof. Cesare Cilvini, Presidente Athenaeum Prof. Emilia Vasile, Prof. Avv. Giuseppe Catapano, giudice prof. Angelo Turco

Nella Foto: da sinistra, Ionela Polinciuc, Prof. Cesare Cilvini, Prof. avv. Giuseppe Catapano, rettore università Unibuc Prof. Marian Preda, Giudice Prof. Angelo Turco
Nella Foto: da sinistra, Ionela Polinciuc, Prof. Avv. Giuseppe Catapano, rettore Università Artifex Prof. Alexandru Manole, Prof. Cesare Cilvini, Giudice Prof. Angelo Turco

Risorse ed enti locali

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A cura di Giuseppe Catapano

Davvero pensiamo che il nostro decentramento amministrativo, per come l’abbiamo conosciuto fin qui, Regioni in testa, sia all’altezza di gestire questa gigantesca massa di risorse – mai così prima d’ora – da cui dipende l’indispensabile e indifferibile ammodernamento dell’Italia, oltre che una fetta non indifferente del nostro pil futuro? Basterebbe vedere la scandalosa incapacità di spendere i fondi europei – anzi, l’incapacità di attingere a quei fondi per mancanza di progetti – dimostrata negli anni, per capire che si tratta di un azzardo. Eppure, non solo è così, ma invece che mettere paletti per ridurre gli effetti negativi del nostro federalismo alle vongole, si pensa di introdurre la cosiddetta “autonomia differenziata”, che altro non è che la cessione di ulteriori competenze alle Regioni. Anzi, è di pochi giorni fa la proposta di Matteo Salvini di “reintrodurre l’ente Provincia dotato di funzioni, con eletti, denari e poteri”. Aggiuntivamente, sia chiaro, non sostitutivamente.

Ora, se Giorgia Meloni intende davvero essere l’alfiere della discontinuità, come ha detto e ridetto, allora sarà bene che faccia tre cose: blocchi sul nascere le pulsioni leghiste per questo rafforzamento dell’autonomia regionale e il ripescaggio delle Province; non ceda alla tentazione di scambiare il presidenzialismo cui tiene lei particolarmente con l’autonomia differenziata cui tiene Salvini (è da discutere che il presidenzialismo sia o meno una buona idea, ma certo non merita il prezzo di una accentuazione del nostro già sgangherato federalismo); si faccia carico di una seria (contro)riforma del titolo V della Costituzione.

Tra Regioni, Province (che sono ancora lì nonostante i proclami, la legge Delrio ha prodotto solo un effetto semantico: sono state ribattezzate “aree vaste”), Città metropolitane, Comuni e l’universo composto da comunità montane, enti di bacino, consigli di quartiere e i molti altri enti di secondo e terzo grado, siamo il Paese dei mille campanili, tutti dotati di potere di spesa e diritto di veto. Un Paese frantumato a livello decisionale, prigioniero di conflitti istituzionali infiniti. Da quando sono state istituite, nel 1970, le Regioni hanno dato pessima prova di sé, anche se non tutte in egual misura. Sbandierate come l’antidoto al centralismo e agli storici squilibri territoriali, hanno invece prodotto un notabilato locale assai peggiore della burocrazia statale e hanno finito con l’accrescere, non ridurre, il divario Nord-Sud. E hanno finito col diventare tanti costosissimi staterelli in conflitto permanente tra loro e con lo Stato centrale.

Ma è stato il Covid a rendere visibile a occhio nudo il disastro, rimediato solo quando si è provveduto ad accentrare in mani commissariali nazionali (il generale Figliuolo) la campagna vaccinale. E sì, perché non c’è dubbio che al cospetto della pandemia, l’Italia si sia presentata con una sanità che in realtà sono venti Servizi Sanitari Regionali (SSR) diversi e senza alcun collegamento tra loro – se non quelli lasciati alla buona volontà individuale – e con una qualità a macchia di leopardo, sia dal punto delle strutture che delle terapie offerte, che va dall’estremo dell’eccellenza mondiale a quello opposto della più assoluta fatiscenza e inefficienza. In quella circostanza si è vista la mancanza di coordinamento, la frammentazione delle competenze, il conflitto permanente tra centro e poteri locali, a tutto danno di velocità ed efficienza operativa. Insomma, quello che l’ex presidente della Consulta, Cesare Mirabelli, ha definito “micro sovranismo regionale”. Ora, è evidente che per ridare unicità al servizio sanitario da Bolzano a Trapani, ripristinando il dettato costituzionale che tutela l’uguaglianza dei cittadini, occorra riaccentrare le competenze sanitarie in capo allo Stato, magari attraverso una moderna forma mutualistica, sul modello olandese. E siccome la sanità rappresenta la vera competenza regionale, considerato che la spesa sanitaria incide per circa l’80% sul bilancio delle Regioni, ovvio che ripensare il sistema sanitario significa ripensare il decentramento amministrativo. Tanto più se si aggiunge la necessità, altrettanto fondamentale della ricostruzione del sistema sanitario nazionale, di non sprecare l’occasione storica e irripetibile della spesa infrastrutturale derivante dal Pnrr e dagli altri fondi europei.

Insomma, l’Italia non è un paese federale ma si comporta come se lo fosse. Per questo è richiesta una riformulazione del federalismo fin qui praticato. Il ministro Calderoli intende rispondere a questa esigenza alzando il tiro: maggiori competenze (23 materie), anche laddove si tratta di diritti fondamentali come sanità, istruzione, lavoro; potenziale accesso di tutte le attuali regioni a statuto ordinario di diventare “speciali” con l’autonomia differenziata; potenziamento dell’attuale conferenza Stato-Regioni, che già ha assunto un potere che non le compete trasformandosi in luogo di decisioni che spettano al Parlamento (come ha ottimamente spiegato Isia Sales su Repubblica del 10 dicembre), accentuando ancora di più il meccanismo bilaterale governo-regioni a discapito di Camera e Senato. Francamente non credo che sia la strada giusta, anzi. Chi segue da tempo TerzaRepubblica sa che non siamo mai caduti nella tentazione di pensare che fosse giusta l’equazione decentramento amministrativo uguale maggiore vicinanza ai problemi dei cittadini e miglior soluzione di essi, e dunque sa anche che abbiamo sempre spinto per una semplificazione del sistema delle autonomie. Il tema, dunque, è come ridurre ciò che oggi è ridondante, non come ampliarlo ulteriormente.

A mio giudizio le ricette possibili sono solo due. Entrambe partono dal presupposto che il vero federalismo da realizzare è verso l’alto, cioè quello europeo, e postulano la necessità di una estrema razionalizzazione, atteso che un sistema amministrativo articolato su 20 Regioni (di cui 5 a statuto speciale), poco meno di 8.000 Comuni (di cui il 70% sotto i 5mila abitanti), 76 Province, 14 Città metropolitane e quasi 500 enti intermedi (nonostante nella riforma Delrio il limite fosse 90), è per definizione elefantiaco e inefficiente. Quindi la prima mossa da fare è ridurre il numero dei Comuni (stabilendo la soglia minima di 5 mila abitanti e aggregando, coercitivamente, tutti quelli che sono sotto), abolire una serie enti intermedi inutili e riordinare e aggregare le competenze. Poi, partendo dal presupposto che tra i Comuni e lo Stato è necessario avere un soggetto intermedio, occorre scegliere tra due diversi scenari: creare le macro-regioni e abolire (davvero) le province, oppure abolire le regioni e creare le macro-province. Fermo restando che è da escludere, per ragioni di costo e di efficienza, la permanenza di entrambe le tipologie di amministrazioni così come è oggi.

Nel primo caso ci viene in aiuto un lavoro fatto dalla Fondazione Agnelli, che ha tracciato i confini delle regioni immaginando che ne rimangano 6 su 20. Ad esse verrebbe sottratta la competenza sanitaria, riportandola in capo allo Stato centrale, e assegnate funzioni di coordinamento dei Comuni, assumendo una sorta di ruolo di cuscinetto tra essi e lo Stato. Naturalmente in questo caso l’abolizione effettiva delle province – che hanno conservato la competenza su 130 mila chilometri di strade e 5.100 edifici scolastici – richiede una legge di natura costituzionale, con tutte le difficoltà che ne conseguono. Nella seconda ipotesi, abolizione delle regioni e creazione di aree provinciali, è la Società Geografica Italiana a indicare la strada: la mappa d’Italia ridisegnata dai geografi tenendo conto di criteri storici e di contiguità territoriale, postula 35 amministrazioni provinciali – quasi il doppio delle regioni ma meno della metà delle attuali province – cui delegare il compito di raccordo tra lo Stato centrale e un numero di Comuni più che dimezzato rispetto all’attuale. Anche in questo caso toccherebbe mettere mano all’articolo 114 della Costituzione, con quel che ne consegue.

Diversità culturali tra uguaglianze e discriminazioni

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A cura di: Di Mambro Dolores

Sul nostro pianeta ci sono più di sette miliardi di culture differenti, una ricchezza culturale il cui valore è un
contributo inestimabile per la società. Attualmente i fenomeni come la globalizzazione, progresso
tecnologico ci offrono un migliore accesso alle varie culture che plasmano il nostro mondo.
Occorre cogliere ogni occasione per conoscere culture differenti da quella di appartenenza, imparando ad
apprezzare l’importanza e la ricchezza dell’interculturalità.
La storia stessa ci offre innumerevoli esempi di discriminazioni che spesso sfuggono al controllo dell’uomo.
Nel crescente multiculturalismo nel quale viviamo, la diversità è spesso criticata e condannata al pericolo e
spesso tale diversità se alimentata da credenze, timori e pregiudizi crea vere e proprie barriere tra gli
uomini.
Di frequente tale diversità è considerata una forma di inferiorità e timore nei confronti di chi è portatore di
una cultura diversa da quella di appartenenza, definita come la completa negazione dell’identità, intesa
sotto ogni ambito.
Secondo le Nazioni Unite, tre quarti dei maggiori conflitti mondiali hanno una dimensione culturale.
Questo significa che colmare il divario tra le culture è urgente e necessario per garantire la stabilità la pace
e lo sviluppo. Pertanto la difesa della diversità culturale è un imperativo etico, inscindibile dal rispetto della
dignità della persona ed implica l’impegno a rispettare i diritti e le libertà fondamentali dell’uomo.
Il diverso oggi giorno è rappresentato da tutti coloro che non rispondono ai canoni della normalità da noi
stabiliti e tale diversità considerata a seconda di alcuni attributi come l’aspetto fisico, colore della pelle,
cultura, area geografica di origine, religione, lingua o nazionalità, varietà di culture che interagiscono e
coesistono nello stesso spazio geografico.
Il primo passo per riuscire ad integrare l’altro, ovvero lo straniero nella nostra quotidianità è quello di
cominciare a considerarla non solo come elemento da tollerare, ma come un bene da tutelare.
Tale condizione dovrebbe essere vissuta come uno stimolo ed un’opportunità per creare un punto di
contatto, in grado di arricchire il bagaglio culturale e psicologico di ogni individuo.
La Corte Europea dei Diritti dell’uomo ha riconosciuto che il “pluralismo “si basa sul riconoscimento e il
rispetto autentico della diversità e della dinamica delle tradizioni culturali, delle identità etniche e culturali,
delle convinzioni religiose, idee e concezioni artistiche, letterarie, socio-economiche e che un’interazione
armoniosa fra individui e gruppi con identità differenti è essenziale al fine della coesione sociale.
Oggi l’Intercultura rappresenta il più alto grado di civilizzazione, strumento efficace per il cambiamento,
cooperazione piuttosto riconoscendo il ruolo ineliminabile delle differenze per far in odo che culture
diverse convivano senza ignorarsi. Per promuovere l’educazione interculturale necessariamente prevede il
coinvolgimento di ogni agenzia educativa dalla famiglia alla scuola e nella società in generale.
Nella scuola occorre educare i giovani ad accogliere e riconoscere la diversità, incoraggiando all’empatia si
costituisce una priorità educativa con processi di apprendimento, strategie didattiche e obiettivi tali da
favorire l’inclusione mediante il dialogo, rispettando le specificità di ciascuno e al tempo stessi valorizzando
le comunanze, nel rispetto dell’identità di ciascuno al fine di favorire e sostenere il benessere scolastico.

In ogni ambito sociale per promuovere il dialogo e combattere gli stereotipi occorre ritrovare una mentalità
disponibile al mutamento per il superamento di qualsiasi confine, disponibilità fondamentale per ritrovare il
senso originario dell’uomo prima di qualsiasi specificazione, semplicemente come essere umano.

“Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci ma non abbiamo imparato l’arte di
vivere come fratelli”. Martin L. King

Se il passato piange, il presente non ride

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A cura di Giuseppe Catapano

Meloni ha ottenuto dall’Europa un credito condizionato. Una parte se l’è giocato con la legge di Bilancio, che Commissione Ue è intenzionata a definire “solo parzialmente in linea” con i dettami di Bruxelles. Adesso è attesa al varco dei decreti attuativi della legge sulla concorrenza – terreno su cui Salvini darà il meglio di sé con intemerate come quella sul tetto a 60 euro dell’uso dei Pos – e del completamento della spesa prevista entro fine anno, cui è subordinata la successiva tranche da 21 miliardi del Pnrr.   
 Il Pnrr è l’unico strumento che un paese ultra-indebitato come l’Italia dispone per sostenere lo sviluppo e nello stesso tempo l’indispensabile “vincolo esterno” per realizzare le riforme strutturali mai fatte. Per di più, il trasferimento delle risorse europee è subordinato all’effettivo “stato avanzamento lavori”, in relazione sia alle opere da fare che alle riforme da compiere, che penalizza (giustamente) gli inadempienti. Cosa che, quindi, dovrebbe spingere non solo il governo, ma l’intera classe dirigente, a impegnarsi nel mettere a terra, come si usa dire oggi, quanto è stato scritto nei documenti programmatici che Bruxelles ha approvato. Eppure, il dibattito politico italiano si occupa d’altro e quando tocca il tasto Pnrr è per dire che bisogna riscrivere i piani a suo tempo redatti dal governo Draghi, o addirittura che l’Europa dovrebbe ripensare il Next Generation Ue da cui poi discende il nostro Recovery.

Nell’ultimo decennio,  gli investimenti pubblici sono risultati sempre inferiori alle previsioni, oltre che alle necessità, e i fondi strutturali europei sono stati utilizzati poco e male. Per esempio, rispetto all’ultimo piano settennale 2014-2020 registriamo un “avanzo” di circa 20 miliardi di risorse non usate. Se sommiamo i due cicli di fondi di coesione che vanno dal 2007 al 2020 si conta una spesa effettuata del 45% rispetto al possibile, cioè 94,4 miliardi sui 206,3 totali. Una cosa che non accade nessun altro paese continentale e che appare ancor più grave se si considera il grado di necessità di quegli investimenti per rilanciare il Paese.

 Analizzando le pietre miliari ( dal termine inglese Millestones) che servono per realizzare i 20 miliardi di investimenti previsti nel settore dell’edilizia nel 2023, l’associazione dei costruttori (Ance) ha tracciato un calendario delle scadenze che è un vero e proprio tour de force. Sono infatti previsti interventi capillari sul territorio (metropolitane, asili, ferrovie, filovie, funivie e interventi contro il dissesto idrogeologico) per i quali servono progetti di fattibilità e progetti esecutivi, oltre che tutti i processi autorizzativi superati, che si fatica a credere possano arrivare nel giro di qualche mese. Dunque, è possibile, se non probabile, il fallimento. Che sarebbe dannoso in sé e per il fatto che se non si raggiungono gli obiettivi concordati con Bruxelles non avremo i requisiti necessari per ottenere i futuri finanziamenti. Tanto che circola l’ipotesi di cancellare qualche progetto infrastrutturale così da evitare ritardi che metterebbero in difficoltà l’intero piano. 

Naturalmente, Giorgia Meloni può, calendario alla mano, rivendicare con pieno diritto il fatto che è alla guida del Governo solo da una quarantina di giorni e che Draghi le ha lasciato dei bei documenti ma nulla di più. In effetti, la prima parte del lavoro fatta dal precedente esecutivo, e cioè la scrittura del Pnrr, per quanto complessa è stata comunque un esercizio meno difficile rispetto all’esecuzione del piano stesso. E comunque nella primavera del 2021 ci volle un intervento personale dell’ex presidente della Bce su Ursula von der Leyen e Angela Merkel per assicurarsi il via libera definitivo di Bruxelles. Adesso abbiamo quattro anni per approvare leggi e metterle in pratica, ma soprattutto per progettare e realizzare opere importanti come ferrovie, strade, ospedali, impianti di energia rinnovabile, ma anche sistemi di connettività, processi di digitalizzazione e tanto altro. 

Anche perché ci sono diversi ostacoli strutturali che ci impediscono di mettere a terra i progetti. Nel pubblico e nel privato. Nelle procedure e nell’amministrazione. Nel pubblico, per esempio, più di un terzo delle risorse e più di due terzi dei progetti del Next Generation Eu saranno gestite dagli enti locali. E, come ammonisce l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, le amministrazioni potrebbero (eufemismo) non avere personale adeguato a gestire una così ingente mole di fondi e, anzi, per la Corte dei Conti la creazione di strutture tecniche nelle singole amministrazioni è “più lenta di quanto auspicabile”. Draghi era corso ai ripari prevedendo una piattaforma a supporto degli enti locali che si chiama “Capacity Italy”, ma è evidente che potrebbe non bastare. Incidono, infatti, due problemi nodali. Il primo riguarda il personale, che è poco – il “sotto organico” è cosa abituale – e ha competenze non aggiornate (mancherebbero 14 mila professionisti, e in particolare 7 mila ingegneri). Il secondo i processi amministrativi, strutturati in modo burocratico e poco funzionale, che per questo – oltre che per un diffuso senso di de-responsabilità – hanno tempi biblici, incastrati tra mille pareri di tanti, troppi soggetti (governo centrale, enti locali, amministrazioni periferiche dello Stato, eccetera) che hanno tradizionalmente un approccio difensivo e non conoscono le regole di mercato.

Ma se dal pubblico passiamo al privato, non va tanto meglio. Per esempio: chi dovrebbe realizzare tutte le opere infrastrutturali previste? A ben guardare ci sono pochissime aziende nazionali – con la sola eccezione di Webuild, che non a caso sta sviluppando il 70% dei progetti ferroviari previsti dal Pnrr – e questo ci espone al rischio che le risorse tanto faticosamente conquistate in Europa poi finiscano per avere una ricaduta di business e occupazionale a favore di imprese straniere. Anche perché negli ultimi decenni abbiamo “bruciato” gran parte delle competenze ingegneristiche che un tempo avevamo. Altra questione: l’Italia soffre la carenza di molte delle figure professionali necessarie per alimentare il flusso dei lavori in cantiere. Questo avviene nell’edilizia, dove mancano migliaia di professionisti specializzati, ma anche in ambito telco (che impegna quasi 41 miliardi dei 191,5 complessivi) dove non si riescono a ricoprire 16 mila posti di lavoro. Secondo Uniocamere, da qui al 2026 mancheranno circa 50-60 mila laureati all’anno. Soprattutto quelli provenienti dalle facoltà “stem” (acronimo inglese che sta per science, technology, engineering and mathematics).

Ma a monte di tutti questi problemi ce n’è uno, quello politico, la cui mancata soluzione rischia di pregiudicare tutti gli sforzi che miracolosamente si dovessero comunque riuscire a fare e impedire di farne altri. Ha due facce: quella interna e quella europea. La prima è ascrivibile alla tenuta della maggioranza. Per rimanere nel solo perimetro del Pnrr, i suoi termini sono apparsi palesi quando il presidente del Consiglio ha deciso che la competenza sui fondi del Recovery non sarebbe più stata del Ministero dell’Economia, ma sarebbe passata a quello degli Affari europei guidato dal fedelissimo Fitto. Tanto per avere idea di quale guerra interna al governo ciò abbia scatenato, basti sapere che dopo il passaggio delle deleghe da Giorgetti a Fitto, in una riunione a palazzo Chigi la delegazione della Lega ha messo il veto su un decreto di semplificazione normativa proposto da Fitto per superare le farraginosità della nostra burocrazia e dare il boost ad alcuni progetti. Così come è segnale del clima dentro la maggioranza, la battaglia in corso tra il Ministro dell’Ambiente di Forza Italia, Gilberto Pichetto Fratin, e quello delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso di Fratelli d’Italia, che si stanno litigando le deleghe (e 35 miliardi di relativi fondi) per ciò che concerne l’energia. La questione europea, infine. Da un lato attiene ai rapporti politici con Bruxelles e le maggiori cancellerie, rapporti che Meloni ha avocato a sé e che risentono di una diffidenza scalfita solo da alcune garanzie offerte da Draghi al momento della staffetta circa la continuità che il presidente del Consiglio avrebbe garantito. Dall’altro riguarda più specificatamente il Pnrr e l’allarme scattato nella Commissione europea, i cui funzionari in visita a Roma per verificare lo stato avanzamento lavori del Recovery hanno chiesto conto del fatto che le competenze siano state sottratte al Mef, visto che in tutti gli altri paesi è sempre il Ministero dell’Economia il titolare della responsabilità e l’Ecofin è il luogo comunitario dove si discute del Next Generation Eu.

Insomma, Ora che il gioco si fa duro, si vedranno  meglio le operatività di questo governo.

Maltrattamenti agli anziani, una piaga invisibile

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A cura di: Di Mambro Dolores, Docente e Pedagogista

Abbandono, negligenza, dispetti, truffe finanziarie, maltrattamenti fisici e psicologici a danni di anziani che troppo spesso restano invisibili.

Sempre più frequentemente si rincorrono notizie, trasmesse in tv video, audio e immagini crudeli, rappresentando veri e propri abusi a danno di anziani deboli e indifesi. Episodi portati alla luce in seguito a varie indagini mostrano le violenze consumate tra le mura domestiche e in talune strutture destinate alla loro assistenza ed accoglienza, riscontrando gravi maltrattamenti.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce abuso sugli anziani un azione singola o ripetuta, o una mancanza di un ‘azione appropriata, che avviene all’interno di una qualsiasi relazione in cui si sviluppa un aspettativa di fiducia e che causa danno o dolore alla persona anziana.

Il fenomeno di maltrattamenti in strutture per anziani è in aumento e strettamente legato all’invecchiamento della popolazione mondiale. Centinaia di casi di violenza verso la persona nella fase più fragile della sua esistenza, derisa, vilipesa e oltraggiata della propria dignità.

Violare i diritti degli anziani avviene in vari modi, anche senza giungere alla violenza fisica, per incuria, privandoli della loro dignità lasciandoli con abiti sporchi, non fornendo loro la dovuta assistenza quando sono impossibilitati a muoversi, privandoli di cibo, farmaci, relazioni sociali o familiari.

Accidentalmente la vittima non ha consapevolezza di ciò che le accade e non riesce efficacemente a comunicare il grado di disagio sentito. Altre volte accade che il fenomeno si celi dietro la vergogna di chi non vuole mostrarsi debole o vittima, impedendo di intervenire prontamente.

Di frequente mancano gli strumenti che rilevino obiettivamente azioni dolose che si perpetrano negli anni e non riescono ad uscire allo scoperto se non negli ultimi stadi o quando sopraggiunge la morte.

Sulla scia dei numerosi casi di cronaca nei confronti di soggetti deboli, da parte di chi è invece proposto alla loro cura e tutela urge una legge che autorizzi l’installazione di telecamere a circuito chiuso nelle strutture pubbliche e private. L’obiettivo è dare protezione alle persone fragili e consentendo di tutelare anche gli interessi degli operatori.

All’interno delle strutture è fondamentale costruire e sperimentare procedure dedicate alla prevenzione e rilevazione di maltrattamenti, investire nella formazione specifica sul tema della propria équipe di operatori. L’educazione, l’informazione e la sensibilizzazione degli stessi risulta l’antidoto migliore nei confronti di comportamenti portatori di violenza.

Internamente alla società la prevenzione passa mediante la riscoperta del valore dell’anziano e della consapevolezza che l’invecchiamento è una parte del ciclo della vita in cui è doveroso perdurare il rispetto, perché l’anziano è un cittadino che nonostante la fragilità e la vulnerabilità resta pur sempre un uomo o una donna a tutti gli effetti che cerca solo comprensione e considerazione ai suoi bisogni.

Altresì la prevenzione decorre attraverso la presa di coscienza di una realtà che può esistere pertanto urge consapevolizzare le persone rispetto a questo fenomeno.

Essenziale riportare la focalizzazione sul fattore umano, far comprendere a tutti che le persone anziane non sono un peso ma una risorsa, una ricchezza e la loro saggezza un valido aiuto per la nostra società.

Difficoltà teatrali: Dalla rubrica A.U.G.E., Rosa Miranda ci risponde

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A cura di Ionela Polinciuc

Quali sono le principali difficoltà che si incontrano con il lavoro teatrale?

” Faccio una premessa per chi intraprende questa bellissima professione o arte: Per quello che si dà in termini di professionalità, impegno, dedizione, non c’è adeguato ritorno economico, a meno che non si venga scritturati da grosse produzioni che in Italia, restano pochissime. Ma comunque, al di là di ogni aspetto, per arrivare in alto, bisogna formarsi. Studiare ed impegnare ogni energia alla rincorsa verso il proprio sogno!”

Oggi sciopero generale: stop scuole, trasporti e sanità

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A cura di Ionela Polinciuc

Uno sciopero nazionale che coinvolgerà settori pubblici e privati è previsto per oggi 2 dicembre 2022.

Si è formata una forte agitazione, indetta da diverse sigle sindacali sia locali che nazionali. Fra le tante richieste c’è anche il rinnovo dei contratti collettivi, l’adeguamento automatico dei salari al costo della vita, l’introduzione per legge del salario minimo di 12 euro l’ora, interventi immediati per congelare gli aumenti del costo di energia e dei beni primari. Inoltre, viene chiesto anche la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario percepito.

Già da ieri 1 dicembre, alcuni mezzi sono fermi. C’è il rischio di stop anche per treni ed aerei.

I lavoratori delle ferrovie si fermano dalle ore 21 di giovedi 1 dicembre e proseguiranno fino alle ore 21 di oggi venerdi 2 dicembre 2022. Invece, i lavoratori del comparto aereo e di quello marittimo potranno fermarsi per tutta la giornata.

I treni potrebbero subire cancellazioni e variazioni.

Per quanto riguarda i mezzi pubblici cittadini è previsto lo sciopero è di “24 ore con modalità territoriali”.

A Venezia stop per i vaporetti, a Napoli stop anche per le funicolari. A Milano sono a rischio le metropolitane, bus e tram e i treni regionali di Trenord, oltre agli autobus Autoguidovie. Allo sciopero, potrebbero aderire anche alcune sigle di taxi .

Per ulteriori informazioni, nel sito del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, cercate nella pagina dedicata agli scioperi, dove sarà possibile reperire le indicazioni e gli aggiornamenti continui con le corrispettive sigle ed i settori interessati.

Lo sciopero di oggi interesserà anche la scuola e la sanità. Sono stati chiamati a partecipare alla manifestazione anche personale docente e personale Ata di ogni ordine e grado.

Duffins salate: quando muffins e donuts si incontrano

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I duffins, nome che nasce dall’unione di muffins e donuts, due specialità tipiche americane, hanno conquistato il palato dei golosi di tutto il mondo. Questi dolci, che possono essere realizzati anche in una gustosissima versione salata, hanno una consistenza soffice e spugnosa, molto simile a quella dei muffins, ma un sapore simile a quello delle ciambelle.  Oltre alla versione tradizionale che vede questi dolcetti adatti come fine pasto o per la colazione, i duffins sono ottimi per aperitivi sfiziosi e per cene a buffet, ma anche come merenda ricca ed energetica da offrire ai bambini.

Se non vuoi preparare una delle tante sfiziose ricette di torte salate, la ricetta che proponiamo di seguito è perfetta: puoi utilizzare degli stampi da muffin, mentre basteranno pochi minuti in forno per avere dei duffins fragranti e leggeri.

Ingredienti: ecco cosa serve per preparare i duffins

Per preparare i duffins, una torta salata originale e mono porzione, occorrono alcuni semplici, ma saporiti ingredienti:

  • 1 uovo
  • 1 vasetto di yogurt bianco
  • 50 gr di burro più un po’ per imburrare gli stampini
  • parmigiano e pecorino grattugiato
  • 1 cucchiaio di latte
  • 150 gr. di farina 00
  • lievito istantaneo per impasti salati
  • 100 gr di mozzarella o scamorza affumicata
  • 100 gr di pancetta
  • sale e pepe

Per prepararli, per prima cosa, bisogna tagliare la pancetta a cubetti, o utilizzare quella confezionata, e farla rosolare in una padella con un po’ di olio fin quando non risulterà croccante e il grasso sarà quasi trasparente.

La mozzarella o la scamorza scolata dal latte devono essere anch’esse tagliate a cubetti piccoli. In alternativa, è possibile aggiungere anche del formaggio duro, come il gruviera, per rendere il sapore dei duffins ancora più ricco e deciso.

In una ciotola bisogna aggiungere l’uovo, il vasetto di yogurt bianco e il latte: il tutto va mescolato delicatamente fino a ottenere un composto omogeneo. A questo punto, va incorporato il burro fuso e poi la farina setacciata e il lievito facendo attenzione a non formare grumi. I formaggi grattugiati vanno uniti a questo punto insieme al pepe e al sale, la pancetta e i formaggi a cubetti.

Mescolando con un cucchiaio, meglio se di legno, va formato un impasto denso che incorpori tutti gli ingredienti.

Il composto va versato nello stampo da muffin precedentemente imburrato e messo in forno preriscaldato a 180° per circa 20 minuti. Meglio non riempire completamente gli stampi, ma versare occupare gli stampi solo per ¾, perché il composto tende a lievitare e crescere e potrebbe fuoriuscire.

Come servire i duffins

I duffins sono pronti in poco tempo e la cottura al forno li rendere soffici e leggeri: possono essere serviti caldi oppure tiepidi e si conservano benissimo per qualche giorno. Per una versione più gustosa, è possibile aggiungere all’impasto dei salumi, del pesto genovese, noci o pinoli, olive e spezie per ottenere dei duffins sempre diversi e saporiti.

Questi originali muffin salati sono perfetti anche per i compleanni dei bambini, magari da servire in pirottini di carta colorati.

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Tra la salvezza e l’inferno

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A cura di Giuseppe Catapano 

L’Italia è da sempre caratterizzata dal difetto, per cui quando sembra che il suo sguardo abbia messo a fuoco ciò che va inquadrato, in realtà vede (anche) altrove. Ma in questa fase, in cui l’orizzonte da scrutare è oggettivamente buio, l’imperfezione si è ingigantita fino a diventare una grave malformazione. Il primo ha a che fare con la cultura di governo in generale, il secondo con l’atteggiamento dei partiti nell’attraversare questo passaggio politico che li vede in qualche modo “commissariati”, e il terzo con l’idea che gran parte degli italiani si è fatta di Draghi e del suo governo. 

Per moltissimi, con Draghi l’Italia si è giocata il jolly e c’è una fideistica attesa che l’uomo con quel po’ po’ di curriculum  possa sfoderare un decisionismo inedito per le lande desolate dell’attuale classe politica, che gli consenta di rimettere in piedi il Paese, sia sconfiggendo la pandemia che rilanciando l’economia. Un pensiero di grana grossa che ne nasconde altri due, assai pericolosi: ci pensa SuperMario, noi dobbiamo solo attendere che metta a posto le cose; se fallisce uno come lui, non ce n’è più per nessuno, andiamo tutti a ramengo. Ora, è vero che la distanza che separa Conte da Draghi è siderale, e che per una fase di emergenza come quella che stiamo vivendo di meglio non si poteva sperare. Ma è dai tempi di Pietro Nenni che abbiamo scoperto che la “stanza dei bottoni” dove tutto si controlla e si decide non esiste e che non basta tutta la determinazione del mondo a sopperire ad un sistema pubblico inefficiente e deresponsabilizzato e a uno privato svogliato e costruito sulle rendite di posizione. 

Dunque il rischio è che la forbice tra le aspettative e i risultati tangibili sia così ampia che presto le prime si tramutino in delusione cocente e i secondi siano sottovalutati anche se in qualche misura significativi. Una situazione che, se si verificasse, potrebbe aprire le porte non più ai peggiori populismi – quelli, purtroppo, sono già tra noi da lungo tempo – ma a qualcosa di maggiormente grave. Per evitarlo, questo strabismo, occorrerebbe un mix tra pazienza e consapevolezza , che per ora non c’è.

Da un lato, si è insinuata, tanto nella politica quanto nella società, l’idea che il compito dei governi sia quello di intervenire a rimedio degli accadimenti: salvataggi, risanamenti, ristori, bonus. Il verbo più usato è “fronteggiare”, che appunto dà il senso di come si creda che l’azione della politica debba essere quella di fare muro. E poi di risarcire, una volta prodotto il danno. Se ci riflettete, siamo agli antipodi rispetto all’idea che la politica serva a programmare, progettare, indurre gli avvenimenti. Anche di fronte a qualcosa di imponderabile come una pandemia, un conto è inseguire il virus e le sue conseguenze – come abbiamo fatto fin dal primo momento – e tutt’altro è prevenirne le mosse, anticipando le contromisure. A maggior ragione questo vale se si tratta di disegnare e costruire il futuro, facendo scelte preventive. Da qui all’altro strabismo politico, quello mostrato dai partiti nella lettura di ciò che sta accadendo intorno a loro e dentro il sistema politico e istituzionale, il passo è brevissimo.

Se i partiti credono che Draghi sia una parentesi chiusa dopo la quale tutto tornerà come prima, hanno fatto male, anzi malissimo, i loro conti. E questo a prescindere da quale sarà la parabola personale del presidente del Consiglio. Paradossalmente, se anche la pagina che sta scrivendo dovesse rivelarsi brutta, questo non toglierebbe nulla al fatto che il sistema politico – quello risultante dal fallimento della Seconda Repubblica, ben peggiore del pessimo che l’ha preceduto – abbia in Draghi la pietra tombale che lo seppellisce. Un destino che i partiti con l’occhio buono vedono per quello che è – e ciò spiega le loro convulsioni interne – ma con quello affetto da eterotropia lo immaginano ben diverso. Da qui la resistenza a fare quelle riforme strutturali che per oltre un quarto di secolo sono state eluse perché soddisfacevano il futuro a scapito del presente, o così si temeva. Riforme senza le quali, ora non ne usciamo.

Prendete il PNRR, il piano finanziato dalle risorse europee del Recovery. Lo strabismo sta evitando che nel Paese cresca una duplice fondamentale consapevolezza. La prima è che i soldi arriveranno solo e soltanto se il piano prevederà espressamente le riforme, e in particolare quelle più funzionali ai due obiettivi fondamentali dell’operazione Next Generation Ue, il rilancio dell’economia e l’ammodernamento del sistema-paese, e allo strumento con il quale perseguirli, gli investimenti strategici. 

E cioè: giustizia, pubblica amministrazione, infrastrutture, fisco. E sanità, considerato che la pandemia ha messo clamorosamente a nudo i difetti del nostro sistema sanitario a base regionale, e che senza un intervento su di essi da attuare in parallelo al piano vaccinale rischiamo che la ripresa economica abbia le gambe legate da questa che è a tutti gli effetti una precondizione per la crescita del pil. Riforme che devono essere definite, dettagliate, quantificate e incorporate nel Def che entro aprile deve essere scritto, e sulle quali la Commissione europea chiede la misurazione degli effetti strutturali che esse dovrebbero produrre sull’economia reale e sulla finanza pubblica. E questo per ottenere il via libera preventivo di Bruxelles – ma in realtà dei paesi che erano meno favorevoli al Recovery – al piano. Ed è troppo viva in Europa la consapevolezza che l’Italia negli ultimi venti anni non sia stata capace di spendere più del 50% dei fondi strutturali comunitari (ancor oggi, del precedente bilancio ordinario 2014-2020, c’è un residuo non-speso di circa 35 miliardi che, come spesso in passato, rischiamo di perdere), per immaginare che ci concedano sconti. Ma se anche in fase di presentazione del piano tutto andasse liscio, poi, il fatto che le risorse siano soggette al sistema dello “stato avanzamento lavori”, ci obbligherà anche a farle concretamente, queste benedette riforme, se si vorrà evitare che i rubinetti delle erogaz