16 Aprile 2024, martedì
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Diversità culturali tra uguaglianze e discriminazioni

A cura di: Di Mambro Dolores

Sul nostro pianeta ci sono più di sette miliardi di culture differenti, una ricchezza culturale il cui valore è un
contributo inestimabile per la società. Attualmente i fenomeni come la globalizzazione, progresso
tecnologico ci offrono un migliore accesso alle varie culture che plasmano il nostro mondo.
Occorre cogliere ogni occasione per conoscere culture differenti da quella di appartenenza, imparando ad
apprezzare l’importanza e la ricchezza dell’interculturalità.
La storia stessa ci offre innumerevoli esempi di discriminazioni che spesso sfuggono al controllo dell’uomo.
Nel crescente multiculturalismo nel quale viviamo, la diversità è spesso criticata e condannata al pericolo e
spesso tale diversità se alimentata da credenze, timori e pregiudizi crea vere e proprie barriere tra gli
uomini.
Di frequente tale diversità è considerata una forma di inferiorità e timore nei confronti di chi è portatore di
una cultura diversa da quella di appartenenza, definita come la completa negazione dell’identità, intesa
sotto ogni ambito.
Secondo le Nazioni Unite, tre quarti dei maggiori conflitti mondiali hanno una dimensione culturale.
Questo significa che colmare il divario tra le culture è urgente e necessario per garantire la stabilità la pace
e lo sviluppo. Pertanto la difesa della diversità culturale è un imperativo etico, inscindibile dal rispetto della
dignità della persona ed implica l’impegno a rispettare i diritti e le libertà fondamentali dell’uomo.
Il diverso oggi giorno è rappresentato da tutti coloro che non rispondono ai canoni della normalità da noi
stabiliti e tale diversità considerata a seconda di alcuni attributi come l’aspetto fisico, colore della pelle,
cultura, area geografica di origine, religione, lingua o nazionalità, varietà di culture che interagiscono e
coesistono nello stesso spazio geografico.
Il primo passo per riuscire ad integrare l’altro, ovvero lo straniero nella nostra quotidianità è quello di
cominciare a considerarla non solo come elemento da tollerare, ma come un bene da tutelare.
Tale condizione dovrebbe essere vissuta come uno stimolo ed un’opportunità per creare un punto di
contatto, in grado di arricchire il bagaglio culturale e psicologico di ogni individuo.
La Corte Europea dei Diritti dell’uomo ha riconosciuto che il “pluralismo “si basa sul riconoscimento e il
rispetto autentico della diversità e della dinamica delle tradizioni culturali, delle identità etniche e culturali,
delle convinzioni religiose, idee e concezioni artistiche, letterarie, socio-economiche e che un’interazione
armoniosa fra individui e gruppi con identità differenti è essenziale al fine della coesione sociale.
Oggi l’Intercultura rappresenta il più alto grado di civilizzazione, strumento efficace per il cambiamento,
cooperazione piuttosto riconoscendo il ruolo ineliminabile delle differenze per far in odo che culture
diverse convivano senza ignorarsi. Per promuovere l’educazione interculturale necessariamente prevede il
coinvolgimento di ogni agenzia educativa dalla famiglia alla scuola e nella società in generale.
Nella scuola occorre educare i giovani ad accogliere e riconoscere la diversità, incoraggiando all’empatia si
costituisce una priorità educativa con processi di apprendimento, strategie didattiche e obiettivi tali da
favorire l’inclusione mediante il dialogo, rispettando le specificità di ciascuno e al tempo stessi valorizzando
le comunanze, nel rispetto dell’identità di ciascuno al fine di favorire e sostenere il benessere scolastico.

In ogni ambito sociale per promuovere il dialogo e combattere gli stereotipi occorre ritrovare una mentalità
disponibile al mutamento per il superamento di qualsiasi confine, disponibilità fondamentale per ritrovare il
senso originario dell’uomo prima di qualsiasi specificazione, semplicemente come essere umano.

“Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci ma non abbiamo imparato l’arte di
vivere come fratelli”. Martin L. King

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