3 Maggio 2024, venerdì
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Mal di testa da spesometro

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Alcuni dati del modello del nuovo spesometro e delle relative specifiche tecniche sono errati e talvolta in contraddizione. Questo è quello che emerge dal provvedimento n. 94908 del 2/8/2013 dell’Agenzia delle entrate, che in questi giorni gli studi stanno esaminando cercando di impostare il lavoro in vista della ormai prossima scadenza del 12-21 novembre (invio dei dati relativi al 2012). Una prima osservazione che emerge in generale è che il provvedimento (forse licenziato in fretta, alle porte delle ferie…) dice delle cose, il modello ne richiede altre anche in più, e le specifiche tecniche ulteriori e con dettagli da considerare attentamente, per cui per avere una visione completa dei dati richiesti occorre mettere accanto i tre documenti (provvedimento, modello, specifiche) e farne una specie di summa, in quanto non sono solo l’uno l’applicazione e spiegazione dell’altro.
A quasi due mesi dall’emanazione del provvedimento, poi, non è ancora uscita la necessaria circolare esplicativa, per cui si capisce bene come le software houses siano in ritardo nel rilascio di versioni attendibili dei programmi, sui quali cominciare a lavorare.

La procura chiede 10 anni per Lombardo

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La Procura di Catania ha chiesto la condanna a 10 anni dell’ex presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, imputato di concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio aggravato dall’aver favorito la famiglia di Cosa nostra dei Santapaola. La richiesta è stata formulata dal procuratore Giovanni Salvi, intervenuto personalmente davanti al Gup Marina Rizza, per concludere la requisitoria condotta nelle precedenti udienze dal sostituto Giuseppe Gennaro.  Intanto è stata fissata per il 14 ottobre la trattazione della posizione di Angelo Lombardo, fratello dell’ex Governatore che ha optato per il rito ordinario.

Fipe: nel 2012 chiusi 10 mila ristoranti. In due anni persi 2,5 mld

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Sono 10 mila i ristoranti italiani chiusi nel 2012. Lo rende noto la Fipe-Confcommercio, aggiungendo che il dato si conferma anche per quest’anno in linea con quello precedente: nel primo semestre del 2013 infatti il saldo tra aperture e chiusure è negativo per 5 mila esercizi. Nel solo 2012, ha spiegato il presidente, Lino Enrico Stoppani, le imprese che hanno avviato un’attività sono state oltre 16 mila con un numero di cessazioni pari a 25.678, facendo registrare un saldo negativo di 9.345 imprese. Nel primo semestre del 2013 hanno invece avviato l’attività 9.985 imprese, mentre 14.871 l’hanno cessata. E gli italiani a causa della crisi vanno meno e spendono meno al ristorante, tanto che il settore, sempre secondo la Fipe-Confcommercio, lamenta un calo della spesa delle famiglie negli ultimi due anni di 2,5 miliardi di euro (-4%). Nel 2012 il settore ha perso consumi per 1,6 mld e nel 2013 è atteso un calo dell’1,3% pari a 800 milioni di euro.

Zanonato, c’è la soluzione per Riva acciaio

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Per Riva acciaio il governo ha trovato una soluzione. Il ministro dello  sviluppo economico Flavio Zanonato ha anticipato oggi i contenuti di un provvedimento che dovrebbe essere approvato venerdì dal consiglio dei ministri. Il titolare del dicastero di via Veneto, intervenuto in audizione in parlamento ha aggiunto che sarà prevista anche una norma “che consentirà agli amministratori delle fabbriche Riva di disporre anche dei soldi, in deroga con quanto previsto dal codice penale”. Una mossa necessaria per evitare che il sequestro dei 916 milioni deciso dal gip di Taranto lasci definitivamente a casa 1.400 lavoratori degli stabilimenti Riva acciaio (non Ilva Taranto, quindi) concentrati prevalentemente nel Nord. Zanonato ha spiegato che è stata “ipotizzata una norma 104 ter”  ha aggiunto: “Se funziona, la porteremo al consiglio dei ministri di venerdì. Il provvedimento allo studio prevede che “quando il sequestro riguarda attività produttive, il giudice nomina un amministratore-commissario  che gestisce anche i soldi” e questo articolo, ha spiegato Zanonato, “è anche retroattivo”. Il ministro inoltre ha precisato che di questo “ho parlato anche con il procuratore capo di Taranto Franco Sebastio” il quale ha convenuto che con il 104 bis “non si riesce a operare. “Il magistrato ha ritenuto interessante questa formulazione. I soldi sono a disposizione del soggetto, il commissario indicato dal giudice, che diventa in grado di gestire tutta l’attività”. Il ministro nel corso dell’audizione ha ribadito come la produzione della Riva sia un asset fondamentale “per l’industria nazionale perché garantisce la continuità della produzione dell’acciaio a valle”. E ha aggiunto che “Riva Acciaio si è dimostrata interessata a mettere in moto gli ammortizzatori sociali e ne sta discutendo con il ministero del Lavoro. L’azienda “puo’ ragionevolmente ricorrere alla Cig, ma io spero che duri pochissimo”.  E mentre il governo cerca una soluzione che consenta di evitare un nuovo disastro per l’economia italiana, Riva acciaio ha inviato al custode giudiziario, Mario Tagarelli, una lettera nella quela i vertici del gruppo chiedono un incontro. Nella missiva, inviata anche a Zanonato e al sottosegretario del ministero dello sviluppo economico, Claudio De Vincenzi, l’impresa siderurgica esprime il “fermo intendimento” di fare di tutto “per assicurare, nel più breve tempo possibile, la ripresa delle attività produttive dei nostri stabilimenti, che sono state purtroppo sospese in esecuzione del provvedimento di sequestro del Gip di Taranto”.
La società ha fatto inoltre sapere di aver depositato il ricorso in Cassazione contro il provvedimento di sequestro degli impianti.

Indici finanziari, l’Ue propone giro di vite

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La Commissione europea ha proposto un pacchetto di misure legislative intese a regolamentare gli indici finanziari, come Libor o Euribor, per accrescerne la trasparenza ed evitare il ripetersi degli scandali dell’estate scorsa, quando emerse che molti indici erano manipolati. «Questi indici sono al centro del sistema finanziario: sono cruciali per i nostri mercati, così come per i mutui e per i risparmi di milioni di persone», ha affermato l’eurocommissario al mercato interno Michel Barnier, «eppure a oggi sono ampiamente privi di regolamentazioni e vigilanza». Le proposte elaborate dall’Ue prevedono innanzitutto un rafforzamento di governance e controlli sul processo di formazione degli indici, richiedendo autorizzazioni preventive delle autorità per gli enti che partecipano all’elaborazione. Previsti anche meccanismi che dovrebbero assicurare miglioramenti su qualità e affidabilità dei dati forniti e regole di maggiore trasparenza: ad esempio sarà obbligatorio spiegare cosa un indice intenda misurare e quali problematicità possa implicare, e alcuni nuovi possibili obblighi a carico delle banche quando vogliono utilizzare questi indici come riferimento nei contratti di mutuo.

Contraffazione, indagato l’a.d. di Ittierre

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L’amministratore delegato della Ittierre, Antonio Bianchi, è indagato dalla procura della Repubblica di Isernia per produzione e commercializzazione di capi di abbigliamento falsi e truffa. Ieri, le fiamme gialle hanno eseguito diverse perquisizioni in negozi e show room di Milano, Roma, Firenze, Sesto San Giovanni, Olbia, Campobasso, Mantova, Civitanova Marche, Urbino, Lodi, Melegnano, Colleferro e Montaquila e sequestrato circa 10 mila capi contraffatti commercializzati con i marchi Ferré, Ermanno by Ermanno Scervino, di cui l’azienda era licenziataria. Le indagini sono state avviate a seguito dei sequestri di prodotti falsi eseguiti a carico dell’Ittierre a luglio e agosto scorsi, dopo la denuncia presentata dalle case di moda che avevano rescisso il contratto di licenza

Tremonti fa l’americano e si allea con lo studio Shearman & Sterling

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Lo Studio Tremonti Vitali Romagnoli Piccardi e Associati, fondato nei primi anni ’80 dall’ex ministro dell’economia, Giulio Tremonti, specializzato in diritto tributario, ha definito un’«alleanza strategica» con lo Studio legale internazionale Shearman & Sterling LLP, finalizzata, come si legge in una nota, «ad offrire a clienti italiani e stranieri assistenza legale e fiscale su base globale e integrata». I due studi, di recente, avevano già lavorato assieme, per esempio come advisor di JP Morgan, UniCredit, Banca IMI e Mediobanca nell’emissione obbligazionaria da 425 milioni di euro per Manutencoop Facility Management. «L’accordo con Shearman & Sterling in Italia», commenta Enrico Vitali, partner dello Studio Tremonti Vitali Romagnoli Piccardi e Associati, «rappresenta la naturale evoluzione di una proficua esperienza comune maturata negli anni e realizza una collaborazione strategica rivolta al mercato globalizzato che consentirà di offrire ai nostri rispettivi clienti assistenza ancor più profonda, estesa e diversificata». Lo studio Tremonti, composto da 40 professionisti, tra commercialisti ed avvocati, ha ora a disposizione un network mondiale, quello di Shearman & Sterling, composto da più di 850 professionisti in tutte le principali piazze finanziarie internazionali. «Pur mantenendo ciascuno studio la propria indipendenza – commenta l’avvocato Domenico Fanuele, managing partner di Shearman & Sterling in Italia, «l’alleanza rappresenta la base per integrare le competenze delle nostre organizzazioni in Italia e all’estero con lo scopo di offrire assistenza legale e fiscale ai nostri rispettivi clienti italiani e internazionali nelle loro più importanti operazioni societarie e finanziarie e nel contenzioso fiscale».

Ritorna il garzone di bottega

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L’apprendistato fa ritorno sul garzone di bottega. Con un quarto tipo di contratto, c.d. semplificato, da aggiungere ai tre vigenti, e che preveda una disciplina rimessa alle parti (impresa e lavoratore) e, soprattutto, con una formazione semplificata cioè limitata a quella «on the job», appunto in bottega. Per ora è solo una proposta, una delle 35 previste dalla bozza di Destinazione Italia, il documento del governo, oggi all’esame del consiglio dei ministri, che punta a rilanciare l’economia sfruttando i vantaggi della globalizzazione, a cominciare dal rendere il paese attraente agli investitori esteri con misure che migliorino le condizioni per fare impresa.

Giochi, magro incasso per lo stato

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Un’entrata erariale netta di 5,090 miliardi di euro nel 2012 e di 3,62 miliardi di euro fino ad agosto 2013. Queste le cifre che l’amministrazione finanziaria è riuscita a recuperare attingendo direttamente dal comparto dei giochi, in particolare, dal settore delle new slot (awp) e dalle videolottery (vlt). Queste le cifre rese note ieri durante il question time che si è svolto in Commissione finanze alla Camera, dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli che, attraverso il sottosegretario all’economia Pier Paolo Baretta, ha risposto a un’interrogazione inoltrata dall’Enrico Zanetti (Sc). I dati forniti dall’Agenzia mostrano, però, come il quantum netto che entra nelle casse dello stato, corrisponda, in realtà, a quasi un decimo di quello che è la raccolta complessiva legata al settore delle new slot e delle videolottery.

Contribuenti salvi grazie a terzi

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Il processo tributario apre alle dichiarazioni dei terzi a favore del contribuente. Infatti, nonostante il divieto di prova testimoniale, possono essere acquisite e valutate dal giudice come presunzioni semplici le dichiarazioni rese da un fornitore, ad esempio, circa le movimentazioni bancarie. Tuttavia, per sconfessare un accertamento del reddito d’impresa sono necessarie spiegazioni analitiche e non sommarie di qualunque versamento o prelevamento. È quanto affermato dalla Corte di cassazione che, con la sentenza n. 21305 del 18 settembre 2013, ha accolto due motivi di ricorso presentati dall’amministrazione finanziaria.

Nelle motivazioni i Supremi giudici sembrano dare «un colpo al cerchio e una alla botte». Da una parte, infatti, confermano la legittimità dell’acquisizione delle dichiarazioni dei terzi e dall’altra, invece, ne escludono l’influenza sull’accertamento nel caso in cui risultino troppo generiche e circostanziate, com’è avvenuto in questo caso.