23 Marzo 2025, domenica
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Toscana, svolta sul fine vita: via libera alla legge sul suicidio assistito

Prima Regione in Italia a regolamentare la pratica. Ma le associazioni pro vita insorgono: "Norma incostituzionale"

La Toscana segna un passo storico nella regolamentazione del fine vita in Italia. Il Consiglio Regionale ha approvato la legge che disciplina il suicidio medicalmente assistito, diventando la prima Regione a dotarsi di un quadro normativo chiaro per i pazienti che, in condizioni di sofferenza estrema e irreversibile, desiderano porre fine alla propria vita in modo assistito e dignitoso.

La norma è stata votata con 27 sì dalla maggioranza di centrosinistra, mentre il centrodestra ha espresso 13 voti contrari. Nessun consigliere si è astenuto, e un solo membro dell’assemblea ha scelto di non esprimersi. La proposta di legge è nata su iniziativa dell’Associazione Luca Coscioni, da anni in prima linea nella battaglia per il riconoscimento del diritto all’autodeterminazione terapeutica.

Cosa prevede la legge

Il testo approvato mantiene invariati i suoi principi cardine, nonostante alcune modifiche apportate nel corso del dibattito in aula. Tra i punti fermi della normativa c’è la gratuità delle prestazioni e dei trattamenti, che saranno garantiti dal Servizio Sanitario Regionale all’interno di un percorso terapeutico-assistenziale.

La legge si inserisce nel solco della storica sentenza della Corte Costituzionale del 2019, che ha riconosciuto la possibilità del suicidio assistito in specifiche condizioni, come nel caso di Fabiano Antoniani, noto come DJ Fabo. Tuttavia, in assenza di una normativa nazionale, ogni Regione si muove in autonomia, e la decisione della Toscana potrebbe aprire la strada ad altre amministrazioni locali.

Le reazioni: entusiasmo e polemiche

Se da un lato il provvedimento è stato accolto con entusiasmo dai sostenitori del diritto a una morte dignitosa, dall’altro ha scatenato dure critiche da parte delle associazioni pro vita. Queste ultime contestano la costituzionalità della legge, sostenendo che si tratti di una materia di competenza statale e non regionale.

Le polemiche non si fermano qui: il centrodestra ha attaccato duramente il provvedimento, definendolo “una forzatura ideologica” e annunciando possibili ricorsi. Di contro, il Partito Democratico ha difeso il testo, ribadendo che la legge rappresenta un passo avanti per garantire il rispetto della volontà individuale e l’accesso a un percorso di fine vita regolamentato e sicuro.

Un precedente che fa scuola?

Con questa decisione, la Toscana si candida a diventare un modello per altre Regioni italiane, ponendosi all’avanguardia su un tema che, sebbene delicato, riguarda direttamente la dignità e la libertà di scelta di ogni cittadino. Resta ora da vedere quali saranno gli sviluppi a livello nazionale e se il Parlamento deciderà di colmare il vuoto normativo con una legge organica sul fine vita.

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