3 Maggio 2024, venerdì
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Muore Paolo Rossi, simbolo della Nazionale Mondiale del 1982

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Una notizia terribile che sconvolge il mondo del calcio, italiano e mondiale. E gli italiani tutti insieme. A 64 anni è morto Paolo Rossi, sconfitto da un male inesorabile, l’eroe dell’Italia campione del mondo del 1982. L’Italia di Zoff e Bearzot. Il protagonista principale fu Pablito, che veniva dalla squalifica per calcio scommesse e dopo un brutto inizio di Mondiale, decollò e con lui l’Italia di Collovati e del giovane Bergomi, di Tardelli che diventerà l’uomo dell’urlo e di Gentile attaccato ai pantaloncini di Diego, di Antognoni e del fantastico Bruno Conti.

In quella estate del 1982 l’Italia intera scese in piazza per far festa, a Madrid per la finale volò anche il presidente Pertini, esultante in tribuna al fianco del re di Spagna. Paolo Rossi era un centravanti da area di rigore che viveva per il gol. Esplose nel Vicenza, passò al Perugia e poi alla Juventus per i suoi anni migliori. In nazionale fu il simbolo dell’Italia di Bearzot e alla fine di quella magica cavalcata vinse il Pallone d’Oro. Tre gol al Brasile, due alla Polonia, uno alla Germania in finale e così l’Italia conquistò il terzo titolo di campione del mondo. Dopo la Juve andò al Milan prima di chiudere la carriera a Verona. Insieme a Baggio e Vieri detiene il record di gol azzurro ai Mondali con 9, è stato il primo giocatore, poi eguagliato da Ronaldo, a vincere nelle stesso anno il Mondiale, il titolo di capocannoniere e il Pallone d’oro. Con la Juve ha vinto due scudetti, una coppa delle coppe, una Supercoppa Uefa e una Coppa dei Campioni, con il Vicenza un campionato di serie B nel quale fu capocannoniere. Conclusa la carriera di calciatore è stato a lungo opinionista per Mediaset e la Rai. Lascia la moglie, Federica, e tre figli: Sofia Elena, Maria Vittoria e Alessandro.

Uefa, Napoli-Real Sociedad: pronostico e probabile formazione

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epa08784524 Napoli's Matteo Politano (C) in action against Real Sociedad players Nacho Monreal (L) and Mikel Oyarzabal (R) during the UEFA Europe League group F soccer match between Real Sociedad and SSC Napoli at Reale Arena stadium in San Sebastian, northern Spain, 29 October 2020. EPA/Javier Etxezarreta

Napoli-Real Sociedad è una partita valida per la sesta giornata della fase a gironi di Europa League e si gioca questa sera alle 18:55: statistiche, probabili formazioni, pronostici, diretta tv e streaming.

In un gruppo F finora molto equilibrato, Napoli e Real Sociedad si affrontano con l’obiettivo di conquistare il passaggio ai sedicesimi di finale di Europa League. La squadra partenopea ha il vantaggio di poter giocare per due risultati su tre, ma mister Gattuso non intende cullarsi sugli allori: ” Domani ci giochiamo il primo obiettivo della stagione – ha dichiarato l’allenatore in conferenza stampa – speriamo di vedere un grande Napoli“.

La Real Sociedad arriva a questo appuntamento fondamentale dovendo rinunciare a due uomini chiave dell’undici titolare. Il tecnico Imanol, infatti, non avrà a disposizione Mikel Oyarzabal, miglior realizzatore della squadra in questa stagione, e la stella David Silva.

Le ultime notizie sulle formazioni

Gattuso dovrebbe affidarsi alla formazione che finora gli ha dato maggiori garanzie. In porta dovrebbe esserci Ospina, in difesa, Di Lorenzo e Mario Rui agiranno sulle corsie laterali, mentre uno tra Maksimovic e Manolas affiancherà Koulibaly al centro. Davanti al reparto arretrato dovrebbero esserci Fabian Ruiz e Bakayoko, con Politano, Zielinski e Insigne a supportare Mertens in attacco.

Covid-19, ecco le regioni che potrebbero diventare gialle

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Da venerdì la cabina di regia Cts-ministero della Salute potrebbe approvare lo spostamento di alcuni territori in fasce di rischio diverse da quelle in cui si trovano ora. Diverse regioni, come Lombardia e Piemonte, potrebbero diventare gialle, con minori restrizioni anti Covid.

La Lombardia, per esempio, potrebbe entrare in fascia gialla. Questo comporterebbe la riapertura anche di bar, locali e ristoranti fino alle ore 18. Il governatore Attilio Fontana ha già anticipato la decisione del ministro della Salute: “Speranza mi ha informato che venerdì firmerà ordinanza, da domenica Lombardia in zona gialla”Gli spostamenti tornerebbero liberi all’interno della regione (tranne durante il coprifuoco dalle 22 alle 5) e con le altre regioni gialle, e non ci sarebbe più bisogno dell’autocertificazione. Seguono a ruota il Piemonte, la Toscana, Campania,mentre tentenna il Veneto, attualmente in zona gialla, ma con aumento notevole di positivi.Anche il Piemonte, stando ai dati dei contagi, dovrebbe passare da zona arancione a zona gialla

Coronabond: di cosa si tratta?

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Un’emergenza straordinaria richiede strumenti di sostegno straordinari. Altro consumo e le altre organizzazioni del network Euroconsumers hanno inviato una lettera alle più alte autorità dell’UE chiedendo l’istituzione tempestiva di uno strumento di debito comune dedicato, noto anche come ‘’coronabond’’. Uno strumento finanziario che può aiutare a raccogliere fondi e garantire la stabilità a lungo termine del mercato unico, aiutando così a proteggere le imprese, il sistema sanitario e il potere d’acquisto delle famiglie. 

Entrate tributarie: inizio 2020 registrati delle diminuzioni

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Da gennaio ad ottobre, le entrate tributarie registrati ammontano a ben 337.368 milioni di euro, non sono state in aumento ma in diminuzione del -6,2%. Ciò significa che potrà verificarsi una diminuzione delle spese per l’emergenza sanitaria. L’Iva si è ridotto intorno ai 12.333 milioni di euro, non solo gli scambi interni del -9.020 milioni di euro pari a -9,9.

Quali posti visitare in Italia dopo il covid?

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La Lonely Planet, ha pianificato una raccolta di Posti italiani, da vedere dopo la Pandemia quando finalmente si potrà uscire. Iniziamo dal Sud. In Campania, da ammirare la bellissima Costiera Amalfitana, e Pompei, i famosi scavi archeologico. Spostandoci sulla ‘destra’ in Basilicata ci sono i famosi Sassi di Matera. Al centro, la bellissima Lazio, da girare interamente tutta Roma anche se ci vorrà quasi una settimana. Salendo, c’è la Toscana con il suo capoluogo. Al Nord, c’è Venezia, Como, Milano, Liguria, Toscana. Insomma ci dovremmo ricordare che in Italia, ci sono stupendi posti da veder e rivedere.

Astrattismo a Spoleto

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Astrattismo a Spoleto
In via della Salara Vecchia 21 fino al 13 dicembre sarà presente la mostra Astrattismo a Spoleto ( visite su prenotazione e normativa covid) a cura del prof Luca Filipponi presidente del Menotti art Festival Spoleto, presso il caffè letterario del Sansi, spazio che ha avuto un notevole successoed adesioni da parte degli artisti con prenotazioni per tutto il 2021. Sono esposte opere dei seguenti artisti contemporanei:Roberto Tigelli , Silvio Craia, Valerio Giuffrè, Tony Raggetti, Lorenzo Ludi, Gregorio Luigi,  Carcione Luigi, Paola Biadetti, Evelina Marinangeli, Pietra Barrasso, Giulio Greco, Rosanna Della Valle, Graziano Sozza, Martino Bissacco, Guidi Lorenzo,Giampaolo Berto.La presentazione si terrà sabato 12 dicembre alle ore 15 30 nelle forme previste dai decreti vigenti. Saranno presenti i filosofi Valerio Giuffrè e Rosario Di Murro che parleranno degli ultimi lavori pubblicati, il soprano Tania Di Giorgio, direttore musicale del menotti art festival Spoleto, lo storico e critico d’arte prof Simone Fagioli, il direttore artistico dello Spoleto meeting Art Paola Biadetti. Soddisfatto il presidente del menotti Art Festival Spoleto:”le arti si confermano grande strumento di cultura e saranno fondamentali per la ripartenza del 2021, anno nel quale saranno ripresi i rapporti con gli usa e con la Cina fondamentali per la kermesse spoletina che celebrerà due edizioni nel 2021 , la prima per chiudere le premiazioni del 2020 dal 15 al 18 gennaio 2021,la seconda dal 24 al 27 settembre con tutto lo staff e le associazioni internazionali che torneranno in città”.

Africa in Namibia venderanno oltre 150 elefanti, ecco il motivo

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La Namibia, Paese dell’Africa Sud-Occidentale, venderà ben 170 dei quasi 30 mila elefanti presenti sul suo territorio. Il motivo? Devono evitare il contatto con la popolazione. Il ministero dell’Ambiente ha spiegato che “a causa della siccità e alla crescita del loro numero, accanto a casi di conflitto tra elefanti e umani”. Coloro che li acquisteranno dovranno offrire garanzie di rispetto della Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (Cites) nello Stato dove andranno. La Namibia, non è la prima specie che vende, lo scorso ottobre la stessa iniziativa è stata presa per l’acquisto dei bufali e giraffe.

Generazioni e ricchezza

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Generazioni e ricchezza

A cura di Stefano Iorio 
Fino al 2001 c’era infatti una sorta di equilibrio fra i vari gruppi. Le persone di età compresa tra 40-54 e 55-69 anni detenevano circa il 35% ciascuna della ricchezza familiare, i pensionati di età superiore ai 70 anni si aggiravano intorno al 20% e i giovani di età inferiore ai 40 anni detenevano circa il 10%.
Dopo la situazione si è ribaltata. O meglio è andata maggiormente a favore di alcune generazioni, a discapito delle altre. E dunque gli over 70 hanno visto incrementare la loro ricchezza. Mentre, la fascia di età 40-54 anni ha visto la sua quota scendere drasticamente dal 36% al 22% tra il 2001 e il 2016 prima di iniziare a riprendersi verso la fine del decennio, mentre la coorte più giovane ora si aggira intorno al 5%.Stando ai dati della ricerca i più giovani investono maggiormente nell’immobiliare, mentre i più anziani puntano più sulle azioni aziendali, quote di fondi comune di investimento e sulle pensioni.

Se dunque questi dati hanno mostrato come i millennials siano la fascia più debole, è solo questione di tempo. Si pensa infatti che questa categoria erediterà sui 68 mila miliardi di dollari entro il 2030 dai genitori (baby boomer).

E la generazione Z? Per questa la situazione sarà ancora più difficile rispetto ai precedenti. Infatti sta diventando sempre più difficile riuscire ad accumulare la ricchezza.

PMI e la crisi da pandemia

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PMI e la crisi da pandemia 

A cura di Giuseppe Catapano 

Le previsioni del tessuto imprenditoriale italiano restano a tinte fosche: nei prossimi dodici mesi la maggior parte delle aziende tricolori si attende un deterioramento del contesto politico e regolamentare, del clima economico, delle prospettive di business e della disponibilità di finanziamenti interni. Intanto, circa il 41% ha già rivisto al ribasso i propri piani di investimento per il 2020, anche se si tratta di un dato più contenuto rispetto alla media europea (45%). Fa da traino il settore manifatturiero, dove la percentuale sale fino al 50%. 

Stando all’Investment survey 2020 condotta dalla Bei su circa 12.500 aziende nell’Unione europea e nel Regno Unito e su poco più di 800 negli Stati Uniti, l’81% delle realtà europee considera l’incertezza sul futuro come uno dei principali ostacoli agli investimenti nel lungo termine, una percentuale che sale al 96% nel caso delle imprese italiane. Nel dettaglio, come preannunciato, il 41% prevede di ridimensionare i propri piani di investimento per il 2020 a causa della crisi pandemica anche se, differentemente dal contesto comunitario, la percentuale di coloro che ritengono che la disponibilità di finanziamenti esterni sia destinata a migliorare è superiore del 21% rispetto alla controparte (contro una media negativa dell’Ue pari al -2%).

Inoltre, il 45% delle imprese tricolori si attende un maggiore ricorso alle tecnologie digitali nel futuro post-pandemico, in particolare quelle di grandi dimensioni (si parla del 52% contro il 40% delle pmi). Già nel 2019, spiegano i ricercatori, le aziende del Belpaese avevano infatti dato “prova di innovatività”, con il 49% che aveva sviluppato o introdotto nuovi prodotti, procedure e servizi (contro una media europea inferiore di sette punti percentuali) e l’11% che ha dichiarato che tali innovazioni non fossero presenti prima nel panorama nazionale o mondiale.

Ma dal contesto di incertezza arriva anche una nota positiva sul fronte delle tematiche ambientali. Il 63% delle imprese tricolori si dichiara consapevole del fatto che la propria attività abbia subito i contraccolpi dei cambiamenti climatici, con il 23% che rivela addirittura un “impatto rilevante”. In Italia, precisano i ricercatori, “sono più numerose le imprese che prevedono un impatto positivo sulla propria attività del passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio, rispetto a quelle che invece vedono in tale transizione un fattore negativo”. Si parla, nello specifico, di risvolti ottimistici nei prossimi cinque anni sulla reputazione, sulla domanda di mercato, ma anche sulla catena di approvvigionamento. Di conseguenza, quasi due terzi ha già convogliato le proprie risorse (o intende farlo entro il 2023) verso le misure volte a fronteggiare le conseguenze delle mutate condizioni meteorologiche e a contrarre le emissioni di carbonio (il 65% contro il 67% della media europea).

“L’indagine della Bei dimostra che prima dell’epidemia di covid le imprese italiane stavano investendo nella giusta direzione, con una spesa per l’innovazione superiore a quella della media dell’Ue – Ora la pandemia sta frenando gli investimenti e rischia di compromettere la nostra capacità di affrontare le sfide del XXI secolo”. C’è bisogno dunque, aggiunge, “di un’azione congiunta a livello europeo per superare l’incertezza in quanto fattore che condiziona le società italiane più di quelle di altri paesi. È necessario investire ora e guardare oltre la ripresa in un’ottica di transizione climatica e digitale”.Di conseguenza, “le esigenze di investimento e la pressione sui finanziamenti interni delle imprese europee richiedono agli investitori pazienza e prospettive di lungo termine, con una combinazione di capitale, debito e assistenza tecnica nonché servizi di consulenza”.