5 Maggio 2024, domenica
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( NON) turiamoci il naso

A cura di Sabatino D’Agostino
Parecchi anni fa, il grande e famoso giornalista Indro Montanelli, in un suo celebre articolo, invitò gli elettori italiani a votare il meno peggio , turandosi il naso. Per molto tempo i nostri concittadini avevano dato le proprie preferenze ai candidati della Democrazia Cristiana, un grande partito cattolico che comprendeva nelle sue fila politici portatori di istanze conservatrici, ma anche una forte componente sociale e progressista : la grande Balena Bianca, cosi la chiamavano i commentatori politici, governava grazie alla capacità di mediare tra le diverse visioni della società, all’ attitudine a costruire alleanze ed accordi, che, lentamente, ma inesorabilmente, innovavano l’ organizzazione e l’economia del Paese. Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, la DC aveva guidato il cambiamento, caratterizzato anche dall’ impetuoso sviluppo delle attività industriali, commerciali e dei servizi in Italia negli anni Cinquanta e Sessanta , quelli del boom economico. I piccoli partiti moderati e, dal 1963, il partito socialista, davano il loro supporto. Restava fuori dalla cabina di comando il PCI, il più grande partito comunista del mondo occidentale, in grado di orientare le scelte di politica sociale dei governi, ma troppo legato, nell’epoca della guerra fredda, all’Unione Sovietica, in un periodo in cui il confronto tra blocco occidentale e blocco comunista sfiorò pericolosamente lo scontro nucleare tra le grandi potenze. Il deterioramento della politica italiana dalla fine degli anni Sessanta portò Montanelli a scrivere il famoso invito : “ Turatevi il naso, ma votate”. Poi arrivarono il terrorismo, le stragi, la crisi economica : la DC, guidata da Aldo Moro, ed il PCI, condotto da Enrico Berlinguer, si avvicinarono, nel tentativo di trovare soluzioni efficaci e condivise ai problemi ormai drammatici del Paese. Ma i due statisti scomparvero troppo presto. Inflazione e debito pubblico alle stelle erano i sintomi di una situazione che appariva ormai ingovernabile, nonostante anche gli sforzi del leader del PSI, Bettino Craxi. Inoltre, la corruzione e la criminalità organizzata dilagavano e la crisi dei partiti tradizionali era , ormai alla fine degli anni Ottanta, evidente. Sempre più Italiani credevano che una adesione più convinta alla Unione Europea potesse porre rimedio alla catastrofe. Poi, nel 1989, crollò il muro di Berlino, il blocco comunista si dissolse, sembrò cominciare una nuova era. L’Italia non fu più il paese di frontiera tra Occidente ed Oriente. Nel 1992, le inchieste della magistratura sulla corruzione nella politica, note come “Mani pulite”, portarono al dissolvimento definitivo dei partiti tradizionali. Gli elettori italiani cominciarono a cercare altre strade che portassero alla fine di un periodo nero, che durava ormai da più di 20 anni. Nel 1994, con la vittoria alle elezioni di Berlusconi, nacque un nuovo fenomeno, il leaderismo  : la gente cercò un leader, un uomo solo al comando, che potesse affrontare e risolvere con decisione i problemi. Per un po’ gli Italiani hanno pensato potesse essere Berlusconi, ricco, suadente, mago della propaganda, uomo che si era fatto da solo, ottimista oltre ogni limite. Non bastò : allora sembrarono credere prima al mite Prodi, in seguito al giovane Renzi, poi si rivolsero a Grillo; ancora : guardarono a Salvini, ora sostengono Meloni. Nel frattempo, la legge elettorale era più volte cambiata e, ormai, a scegliere deputati e senatori non sono più gli elettori, ma i capi dei partiti che mettono in lista solo i loro fedelissimi. E la corruzione politica non si è fermata. Per questo, a molti Italiani non sembra più utile “turarsi il naso”, ma, piuttosto, non andare a votare. L’astensione alle elezioni politiche sfiora il 40%, alle amministrative è oltre il 60%. Berlusconi impostò una campagna elettorale su tre “I”. Oggi, sembra che, per gran parte dei parlamentari italiani valgano le quattro “I” : sono ignoranti, incompetenti, incapaci, inaffidabili. Altro che “turarsi il naso”, sembrano dire i nostri concittadini, caro Montanelli : qui non si sa proprio chi scegliere come nostro rappresentante alla Camera ed al Senato. Ed, intanto, purtroppo, la nostra giovane democrazia marcisce.

                                                                                               

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