A cura di Ionela Polinciuc
Divorzio e separazione, come tutti sappiamo, non sono la stessa cosa. Si tratta, tuttavia, di due fenomeni collegati. La separazione non è seguita necessariamente dal divorzio. Il divorzio, invece, si può chiedere soltanto dopo la separazione. Oggi, insieme all’Avv. Maria Lanciano, cerchiamo di capire meglio alcune cose fondamentali da sapere nel momento in cui si pensa ad una separazione.
In che cosa consiste l’addebito della separazione?
‘’ L’addebito consiste nell’attribuzione della responsabilità esclusiva ad un coniuge nella causazione della separazione. Il codice civile nel disciplinare l’istituto dell’addebito ha sancito all’art. 151 c. 2 c.c. dove dispone che “il giudice, pronunziando la separazione, dichiara, ove ne ricorrano le circostanze e ne sia richiesto, a quale dei coniugi sia addebitabile la separazione, in considerazione del suo comportamento contrario ai doveri che derivano dal matrimonio”.
Le conseguenze saranno allora, sotto il profilo processuale la condanna alle spese legali del giudizio; dal punto di vista economico, il coniuge a cui sia addebitata la separazione non potrà beneficiare dell’assegno di mantenimento ed infine, sempre da un punto di vista patrimoniale, il coniuge a cui sia stata addebitata la separazione perde i diritti successori che, invece, spettano al coniuge separato senza addebito. Unica spettanza per il coniuge a cui sia addebitabile la separazione è un assegno vitalizio a carico dell’eredità qualora, al momento dell’apertura della successione, fosse già titolare del diritto a percepire gli alimenti da parte del coniuge deceduto.’’
In che cosa consiste l’affidamento condiviso in materia di figli?
‘’ L’affidamento condiviso consiste nell’esercizio effettivo della responsabilità genitoriale da parte di entrambi i genitori. L’istituto è stato introdotto in Italia solo nel 2006 ed ha sostituito la forma dell’affido congiunto fino ad allora applicato.
Questa forma di affidamento di minori si realizza mediante la partecipazione di entrambi i genitori alla cura e all’educazione dei figli e mediante la condivisione, appunto delle decisioni di maggiore interesse per i minori. Ciò non significa che ogni decisione debba essere adottata di comune accordo perché le questioni di gestione ordinaria i genitori, sempre nei limiti di una gestione unitaria e lineare, potranno adottare le decisioni separatamente. Al contrario per le scelte più importanti o di straordinaria gestione, si dovrà avere un accordo tra i genitori.
Nel caso in cui non si raggiunga l’accordo, il coniuge interessato potrà chiedere al giudice una pronuncia sulla vicenda.
L’affidamento condiviso riguarda il compito di prendere decisioni e non i tempi di custodia dei figli. Conseguentemente, pur in presenza di un affido condiviso, ciò non comporta che necessariamente i figli debbano trascorrere un tempo pari con entrambi i genitori. ‘’
A chi viene assegnata la casa coniugale?
‘’ Per quanto riguarda la casa coniugale, bisogna distinguere l’ipotesi in cui ci siano figli da quella in cui la coppia non ne abbia.
Nell’ipotesi in cui la coppia abbia dei figli, a prescindere dalla titolarità del diritto di proprietà e salvo diversi accordi tra i coniugi, la casa verrà attribuita a questi ultimi con la conseguenza che il genitore che sarà collocatario dei figli, solitamente la mamma, riceverà l’assegnazione. Se i figli vanno a vivere con il padre, la casa viene assegnata a lui. Tale regola vale anche se la casa è di proprietà esclusiva del coniuge non affidatario.
Al contrario, se non ci sono figli o la convivenza dei figli con il genitore cessa, la casa dovrà essere restituita all’altro coniuge, nell’ipotesi in cui questi ne sia il proprietario esclusivo. Qualora la casa sia di proprietà di entrambi i coniugi, salvo un’assegnazione giudiziale o volontaria per accordo tra i coniugi, la stessa dovrà venduta o assegnata a uno dei due coniugi il quale corrisponderà all’altro la quota prezzo di sua spettanza.’’
