30 Aprile 2024, martedì
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Migranti: Eunavformed, più sicurezza marittima, meno Sar

Nata nel 2015 nel quadro della Politica di Sicurezza e di Difesa comune dell’Ue (Psdc), l’operazione Eunavformed – Sophia ha via via abbandonato parte delle sue ambizioni di debellare il traffico di migranti ed esseri umani dalla Libia. A fronte di apprezzati risultati  nel contrasto del crimine in mare, Eunavformed è di fatto percepita -nonostante la sua chiara connotazione militare – come  un’operazione di salvataggio – Sar non dissimile da Frontex. Proprio il Sar si è rivelato il suo punto debole, in quanto incentrato sul trasporto in Italia di tutte le persone salvate.  Ora il concetto dell’operazione sarà rivisto: la sfida sarà riuscire a mantenerne il profilo dedicato alla stabilizzazione del Mediterraneo.

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Il piano operativo – Oplan di Eunavformed relega il Sar a mero accidente, passando sopra le questioni della scelta del luogo sicuro di sbarco (Place of safety, Pos, dove siano garantiti assistenza, cure, cibo e protezione dei diritti personali, in vista del raggiungimento della meta finale) con la semplice soluzione di identificarlo nell’Italia. In tre anni le navi militari dei Paesi partecipanti hanno quindi sbarcato da noi circa quarantamila persone, sino all’ultimo episodio del pattugliatore irlandese approdato a luglio a Messina che ha portato la questione all’attenzione del nostro governo.La soluzione di individuare il Pos con l’Italia passò sotto silenzio nel 2015, nella scia delle analoghe direttive di Frontex-Triton, a testimoniare la volontà italiana, ben accolta in ambito europeo, di coordinare tutte le operazioni Sar del Mediterraneo centrale non ponendo limiti alla propria capacità di accoglienza.

Giurisdizione sui trafficanti
Oltre all’onere di essere il Pos, l’Italia si è assunta anche la responsabilità  di esercitare giurisdizione esclusiva su trafficanti e scafisti. Nell’Oplan di Sophia è previsto che ci vengano consegnate, in via extragiudiziaria, le persone fermate dalle Unità navali partecipanti.In teoria dovrebbe essere la Libia a processare i trafficanti, ma Eunavformed non agisce nelle acque territoriali di Tripoli, dove la sua giurisdizione sarebbe esclusiva; inoltre l’Ue manifesta riserve verso tale giurisdizione per via della mancanza  di  standard da Stato di diritto delle istituzioni giudiziarie libiche.

Relazioni Libia-Ue
Eunavformed rappresenta un pilastro delle relazioni tra l’Ue e il Governo di accordo  nazionale tripolino. Certo, non è stata consentita l’ attività di Eunavformed nelle acque territoriali libiche. Tuttavia i rapporti tra la Marina libica e la missione europea sono stretti, anche per via dell’addestramento della Guardia costiera che le è stato affidato.Inoltre, un rafforzamento di tali relazioni si avrebbe se, come di recente annunciato, il mandato di Sophia venisse allargato a comprendere le operazioni di controllo dell’embargo petrolifero (ora è previsto quello dell’embargo sulle armi) decretato da varie risoluzioni dell’Onu contro la Cirenaica  per preservare l’integrità territoriale libica.

Ritorno alle origini
Eunavformed nasce come missione di sicurezza marittima (la prima varata dall’Ue nel Mediterraneo) dedicata a smantellare il business dei trafficanti. Il profilo originario, nonostante gli indubbi risultati nell’arresto di trafficanti ed nell’affondamento delle loro imbarcazioni, si è stemperato  sino a confondersi con quello di un’operazione Sar in appoggio alla Guardia costiera italiana.L’Italia ha gestito con equilibrio e moderazione, in sintonia con la dirigenza  libica,  il comando dell’operazione ed ha il diritto di continuare a farlo per poter realizzare gli obiettivi non ancora raggiunti, incluso l’impegno nella criminalizzazione delle condotte dei trafficanti.

a cura di Maria Parente

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