Dodici Stati degli Stati Uniti hanno intentato una causa contro Donald Trump, accusandolo di aver imposto dazi doganali in maniera unilaterale e senza l’approvazione del Congresso. L’iniziativa legale, presentata alla Corte Suprema, mira a bloccare quelle che vengono definite “tariffe illegali”, sostenendo che l’ex presidente abbia oltrepassato i limiti costituzionali del suo potere esecutivo.
Secondo i ricorrenti, l’autorità di stabilire imposte e regolamentazioni commerciali internazionali spetta esclusivamente al Congresso, come sancito dalla Costituzione americana. Pertanto, le misure tariffarie adottate durante l’amministrazione Trump sarebbero non solo arbitrarie, ma anche istituzionalmente infondate.
“La Costituzione è chiara: il potere di regolare il commercio estero appartiene al Congresso, non al Presidente”, si legge nei documenti depositati, in cui si sottolinea come l’imposizione di dazi senza l’approvazione legislativa costituisca un pericoloso precedente.
La causa, che riunisce Stati a guida sia democratica sia repubblicana, evidenzia la crescente preoccupazione per l’espansione del potere esecutivo in ambito commerciale, soprattutto in un momento in cui le relazioni internazionali e gli equilibri economici sono sempre più fragili.
Durante il suo mandato, Trump ha fatto ampio ricorso ai dazi – in particolare nei confronti della Cina, dell’Unione Europea e di altri partner commerciali – giustificandoli come strumenti di tutela dell’industria americana e leva negoziale. Ma per i ricorrenti, tali mosse avrebbero avuto effetti distorsivi sull’economia interna e compromesso la fiducia nel sistema di pesi e contrappesi che regola la governance federale.
La decisione della Corte Suprema, qualora accettasse di esaminare il caso, potrebbe avere ricadute importanti non solo sul bilancio dell’eredità politica di Trump, ma anche sulla definizione futura dei rapporti tra potere legislativo ed esecutivo in materia economica.
In gioco non c’è solo un dibattito giuridico: si tratta di stabilire se un presidente possa davvero, da solo, ridefinire le regole del commercio globale.