14 Febbraio 2025, venerdì
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Psichiatri in Allarme: Psicofarmaci e la Nuova Riforma del Codice della Strada

La tolleranza zero verso le sostanze stupefacenti alla guida rischia di colpire anche chi assume legittimamente terapie psichiatriche. La Società Italiana di Psichiatria chiede chiarezza per evitare discriminazioni.

A cura di Daniela Avallone

La recente riforma del Codice della Strada, che ha introdotto una linea di tolleranza zero nei confronti dell’uso di sostanze stupefacenti alla guida, sta sollevando interrogativi e preoccupazioni tra gli esperti di salute mentale in Italia. La Società Italiana di Psichiatria (SIP) ha lanciato un appello urgente per assicurarsi che i farmaci psichiatrici prescritti non vengano equiparati alle droghe illegali, evitando potenziali discriminazioni ai danni di milioni di pazienti.

Secondo la SIP, antidepressivi, ansiolitici e ipnoinducenti rappresentano terapie essenziali per il trattamento di disturbi mentali come ansia, depressione e insonnia. Questi farmaci, somministrati sotto attenta supervisione medica, sono progettati per bilanciare efficacia terapeutica e gestione degli effetti collaterali, come ad esempio una lieve sedazione. Tuttavia, c’è il timore che i test salivari antidroga, introdotti per verificare la presenza di sostanze psicotrope nei conducenti, possano rilevare i principi attivi di questi farmaci, penalizzando ingiustamente chi li assume per motivi medici.

Liliana Dell’Osso, presidente della SIP, ha espresso forte preoccupazione: “Il nuovo provvedimento rischia di creare confusione e discriminazioni nei confronti di pazienti già vulnerabili. Un simile scenario potrebbe complicare l’adesione alle terapie, con conseguenze gravi sulla salute mentale degli italiani”.

La SIP sottolinea come la mancata distinzione tra droghe illegali e psicofarmaci legittimi potrebbe comportare un duplice danno: da un lato, i pazienti potrebbero essere ingiustamente penalizzati dal punto di vista legale, dall’altro potrebbero essere scoraggiati dal seguire trattamenti necessari per la loro stabilità psichica.

Per affrontare queste criticità, la Società Italiana di Psichiatria ha chiesto l’istituzione di un tavolo tecnico con i ministeri competenti. L’obiettivo è discutere le implicazioni della riforma e proporre soluzioni che salvaguardino sia la sicurezza stradale sia il diritto alla salute. “È fondamentale distinguere tra chi mette realmente a rischio la sicurezza pubblica e chi segue una terapia medica prescritta per migliorare la propria qualità di vita”, ha concluso Dell’Osso.

Mentre il dibattito prosegue, resta cruciale trovare un equilibrio tra l’esigenza di sicurezza sulle strade e la tutela dei diritti di chi combatte quotidianamente contro patologie mentali. Una questione delicata che richiede risposte chiare e tempestive da parte delle istituzioni.

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