5 Maggio 2024, domenica
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FRATERNO AMORE – Con quel ‘Santo’ già dalla nascita!

A cura di Carla Cavicchini

Decisamente un tuffo nella  nostalgia assieme a bellissimi ricordi  il bel volume autobiografico di Santo Versace: “Fratelli, una famiglia italiana”. Il libro, presentato nella culla dantesca dalle librerie Feltrinelli e Confindustria Firenze Giovani Imprenditori, vedeva tra l’altro sul palco il presentatore fiorentino Carlo Conti e Leonardo Ferragamo, amico di Gianni Versace, due protagonisti considerati giustamente veri e propri geni nel loro settore. Con occhi talvolta velati nel ricordo dell’amatissimo Gianni …”ma cosa ci andasti a fare a Miami!” il fratello maggiore lo ricorda dolcemente come un eterno bambino dotato tuttavia d’un talento  più unico che raro. 

“Già, quel caro fratello che lavorò anche a Lucca – racconta –  e che grazie al suo estro creativo, nella sua non lunga ma fulgida carriera, fu così  grandioso, permettetemi l’espressione.. di riuscire pure nella moltiplicazione del pane e dei pesci! E pure modesto, tanto che salutava sempre le ‘sue’ sarte dopo le sfilate osservando che il successo derivava da loro.

Mia madre, donna di forti vedute, estremamente autonoma ed indipendente nonché bravissima sarta – tra l’altro non voleva che lasciassi Gianni troppo solo, dovevo diciamo accudirlo –  nutriva assieme a mio  fratello l’innata generosità nel regalare spesso e volentieri abiti di loro realizzazione. Innegabilmente, il  ricordo si sposta ancheverso la novantaduenne Nora rimasta nella casa calabrese per tutta la vita, continuamente angosciata nel sapere Gianni in giro per il mondo. La notizia della sua morte fu un fatto indicibile per tutti noi, una cosa che ti segna tremendamente. Mia moglie mi ha ispirato e convinto a scrivere questo libro avendo notato le ferite ancora aperte nel  ricordo di Gianni.

Un sorso d’acqua e Santo Versace riprende il discorso dinanzi al folto pubblico, estremamente attento alle parole di questo imprenditore nonché presidente della “Minerva Pictures”.

“Con il cinema abbiamo vinto due “Leoni d’oro” conservando l’obbiettivo – perché no?- di vincere l’Oscar! Quanto al sogno nel cassetto, è il desiderio di poter ritornare ai fasti del cinema italiano, quello veramente bello, ben fatto, capace tutt’oggi  di regalarci momenti unici ed indimenticabili”.

Distinto ed asciutto, forte dei  bei tratti di terra calabra scolpiti nel volto, prosegue osservando che siamo tutti figli del Rinascimento e che l’Italia da sempre si distingue in virtù delle proprie maestranze nel campo dei manufatti. Il pensiero poi sugli orgogli e  rimpianti, tiene ancora più alta l’attenzione ascoltando…

“Quando comprammo il palazzo in Via del Gesù a Milano, beh…, l’investimento era importante e le nostre d’idee grandiose: logico calcolare qualsiasi mossa avversaria, ciò nonostante riuscimmo nel nostro intento. D’altronde  forza e coraggiounite a scelte oculate, sono caratteristiche di noi ‘Versace’ amando citare mio padre che, di buona impronta calabrese, insisteva nel non andare mai in pensione sinché cuore e cervello reggono ancora! Quanto al  mio  spirito giovanile ancora così prepotente nonostante mia moglie sia più giovane di  me assai… beh, la ringrazio nel permettermi d’essere ancora il ragazzo che non smette mai di sognare! E pure sciolto, senza vincoli, tanto che con Gianni eravamo “due in uno”, due veri e propri spiriti liberi!”

Sorridono adesso le persone mentre prosegue parlando dell’operazione con Gucci purtroppo non andata in porto. 

“Con ‘Gucci’ praticamente era già fatta. Nella primavera del ’97 avevamo concordato la fusione della nostra società: restava solamente da stabilire il rapporto di cambio delle reciproche azioni; se l’affare fosse andato in porto, saremmo diventati gli azionisti di riferimento nel polo della moda ma la scomparsa inaspettata di mio fratello Gianni frenò tutto. Viceversa, ripeto,  sarebbe nato un centro internazionale del lusso. Lusso accompagnato al buon gusto dal momento che avvertivo fortemente l’instaurarsi di qualcosa di strategico: quell’ input  capace d’innalzare ulteriormente il mondo produttivo e finanziario del nostro paese. Gianni poco prima di mancare fece una sfilata con Noemi Campbell che nel corso della passerella sparò simbolicamente  e…il resto è storia. Dopo la tragedia, a Miami qualcuno pensò che difficilmente saremmo risaliti,  ed invece in virtù delle consolidate esperienze professionali e buona operosità  ci rimettemmo in moto!”

L’incontro è terminato: lo raggiungiamo ascoltando il suo ipotetico pensiero  su un  Parlamento di sole donne. 

“Esatto, con le sole presenze femminili, il Parlamento volerebbe; attualmente è luogo di troppi litigi  e poca sostanza. Pensiamo un attimo alle varie aziende operanti in simile contesto. Mamma mia, in un battibaleno fallirebbero tutte!” 

Attendiamo mentre Santo Versace si avvia  per la firma delle copie del volume, nonostante sia tutto un avvicendarsi di amici ed industriali che lo salutano con buone ‘pacche’ sulle spalle. Sorridente ricambia. E’ incredibile che in quello sguardo trasparente, pacato, nostalgico, dai grandi i occhioni all’ingiù, si alternino lampi di luce  pieni di entusiasmo nelle vesti di Presidente della “Minerva Pictures” con la moglie Francesca De Stefano nel  Cda. D’altronde buon sangue non mente visto che cultura e creatività vanno a braccetto!

Più tardi, disponibilissimo, si presta al consueto ‘ fuoco ‘ di domande per La Notte di Napoli.

Sicuramente conosce Firenze, che rapporto nutre con la città? 

Chi la conosce la ama, ma la ama anche chi non la conosce per la storia, per la cultura che possiede, per ciò che rappresenta. Ricordo “Gli angeli del fango” nell’ alluvione del 1966quando il mondo intero arrivò portando aiuto ed ordine in questa splendida città.”

Innegabile osservare che tra lei e suo fratello esisteva una grandissima stima reciproca . Cosa vi univa particolarmente e dei due…se permette, chi aveva quel ‘quid’ in più?

Direi proprio che avevamo due aspetti diversi di talento: lui possedeva una grande creatività, creatività che però da sola non basta in quanto necessita anche della mente organizzativa; pertanto, facendo un paragone, eravamo come due spicchi della stessa mela, due facce della stessa medaglia completandoci a vicenda verso qualcosa di inarrestabile e d’imbattibile.”

La  moda è un  fenomeno sociale nonché di costume come sappiamo, ma, a suo avviso, esiste ancora l’Alta Moda? Inoltre, come vi rapportate con i cinesi?

Beh, esiste tutto nel mondo; pensiamo a questa economia  mutataalla caduta del muro di Berlino, all’apertura della Cina!

Alla caduta del Muro non c’era il mercato orientale, non c’era la Cina ‘servita’ ad essere il mercato più importante del mondo dove Zegna, Ferragamo, Versace ed altre aziende, furono i primi a sbarcare proprio in questa nazione!”

                Spontaneo adesso parlare di ‘Altagamma’, delle varie aziende Cultural-creativedel nostro paese, riconosciute autentiche ambasciatrici d’eccellenza mondiali. A questo si unì ottimamente anche il design, il food, ed altro ancora. Quale era a suo avviso il fattore ‘legante’?

                “La creatività, la ricerca continua della bellezza. Quando parliamo di Gianni o Salvatore Ferragamo…ecco, le dico che, personalmente, quando vado nelle università di fronte agli studenti, racconto di quel ciabattino che sapeva fare le scarpe con le proprie mani dimostrando l’alta genialità! L’altro nasce invece in sartoria, ed ecco apparire all’orizzonte due artigiani che diventano due artisti superando qualsiasi barriera. Questa! Pertanto è la ricerca continua della bellezza!”

                 Inevitabile pensare alla “Milano da bere!”

Rispondo che quello fu un momento straordinario di grandissima creatività, innovazione, affermazione dell’Italia nel mondo, proprio per la “Milano da bere” che una certa parte di italiani incoltinon certamente colti…insomma persone che non capivano la vita e la cultura pratica…non avevano ben compreso. 

Questo poichè proprio la “Milano da bere” cambiò l’immagine mondiale in quanto prima c’era la copertina di ‘Der Spiegel’ con spaghetti e P38, mentre proprio grazie alla moda, ed a questa benedetta Milano da bere la  nostra penisola fu maggiormente apprezzata per il suo stile e ritorno del Rinascimento italiano.

                Come spiegava prima si occupa ampiamente anche di sociale.

“Esatto della “Fondazione Santo Versace”, anche se  di sociale me ne sono sempre occupato  grazie all’insegnamento dei nostri genitori, verso l’aiuto verso  chi soffre. L’idea è quella di organizzarci ulteriormente  come facemmo per ‘Altagamma’, costruire una rete di fondazioni virtuose con validi progetti verso le forme di fragilità fisiche e psicologiche.” 

                 Un ricordo della stilista Vivienne Westwood 

“Una persona straordinaria, creativa al massimo, vogliosa di rappresentare realmente l’essenza della moda, la voglia di rischiare, la capacità nel rinnovaredotata di qualità profondamente umane.”

                  Questo bellissimo nome di battesimo che porta è opera di sua madre o di suo padre?

Mio nonno si chiamava ‘Santo’ e sono orgoglioso di continuare a portarlo. E’ una tradizione e, talvolta scherzando dico: “Santo dalla nascita!”

La moglie, splendida bellezza mediterraneadai lineamenti dolci e capelli scuri fluenti, si avvicina a lui sorridente. Innegabile percepire il fortissimo feeling instaurato dettato soprattutto dai loro sguardi amorevoli. E… se l’amore è il collante, la spinta propulsiva  di Santo Versace, mai come stavolta…’thats amoreeeee’

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