4 Maggio 2024, sabato
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STEFANO DOMINELLA: ”La mia moda? Più risvolti che riccioli!”

A cura di Carla Cavicchini

Intervistare Stefano Dominella non è facile vista sempre la folta, foltissima presenza che lo avvolge  totalmente nonostante il mio “istinto di strega” mi suggerisca di attendere per l’intervista in questione.

D’altronde c’è chi attende tutta la vita “per andare in Paradiso” mentre io invece con tutti i miei ‘capolini’ attendo poco più di un quarto d’ora. 

Inevitabile il suo ‘Mi dica’ con tanto di braccia incrociate e sguardo ferreo avvertire un po’ di sana soggezione, soggezione tuttavia stemperata col trascorrere dei minuti ed atteggiamento accondiscendente da parte di questo stilista. E questo, nonostante la parola ‘sarto’ a me piaccia da impazzire rivedendo la figura di colui  col metro in lungo appoggiato sulla spalla, segnando poi col gessetto i passaggi chiave per l’operato di buon abito. 

E Dominella non è certamente da meno poiché oltre a creare abiti da sogno…”I miei maestri? Fernanda e Raniero Gattinoni, nonché un Maestro come Gigi Monti” è anche Presidente della “Maison Gattinoni Couture, Vice-Presidente della sezione “Moda di Unindustria”, direttore  scientifico dell’Istituto Modartech, docente di Comunicazione, strategia, marketing in vari atenei e…basta così dal momento che i titoli si accompagnano alla buona sostanza.

Prima menzionando i suoi ‘maestri’ abbiamo colto bagliori di luce nei suoi occhi.

Per forza! Parliamo di persone vitali ed importantissime che mi hanno inculcato una passione diversa da quella economica che dà la moda. E di questo li ringrazio ritenendomi estremamente fortunato.”

Notando lo sguardo scrutatore con tanto di voce altisonante, chiediamo poi se l‘abito conserva anche un valore sociale.

Assolutamente sì, coll’abito si fa il giro del mondo dicendo tantissime cose. L’abito è come un manifesto.”

Come vede il futuro? 

In forte processo evolutivo. Poiché più che cambiare si evolverà . Io non ci sarò più, ma il futuro è volto al sociale e considero questo un bene.”

Quanto spende a livello morale la sua moda nei confronti del sociale, lotta agli stupri e femminicidi?

Tantissimo, le mie sfilate molto, molto spesso si avvalgono verso la  lotta di tali tematiche e,  non a caso, in molti luoghi non viene persa occasione di sensibilizzare tali fenomeni. Che dire ancora… mi viene in mente  la sfilata fatta alle Terme di Diocleziano così vicina e particolarmente compenetrante nei confronti delle varie associazioni che se ne occupano.”

Svolge anche volontariato?

“Si, certamente all’occorrenza sono presente.”

Da poco tempo è trascorso il mese di novembre dove si parla tantissimo di sensibilizzare la violenza di ogni genere. La ricordiamo persino ‘giudice’ sul quel convegno organizzato anni fà sulla figura di Artemisia Gentileschi a Firenze.

Mi ricordo, mi ricordo perfettamente. Proprio sulla Gentileschi mi documentai ben bene in quanto storia interessantissima che mi appassionò molto.”

A suo avviso da cosa derivano le radici della violenza fisica e psicologica?

Innanzi tutto radici sociali che ci portiamo dietro tutta la vita: non a caso l’accaduto ad  Artemisia Gentileschi ne è degna dimostrazione. Ben vengano pertanto le rivoluzioni positive capaci di migliorare noi e la nostra società; consideriamo che ai tempi seicenteschi  della famosa pittrice oltre a non far svolgere processi, non era colpa e nemmeno delitto! fare opera di stupro.”

Già…sempre stupro è!

“ Beh, oggi  non rimane poiché come minimo viene scontata la pena a secondo del caso di 10, 15 e passa anni.”

Secondo lei la giustizia esiste?

Direi in senso lato la giustizia esiste, in ogni campo e per qualsiasi cosa.”

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