3 Maggio 2024, venerdì
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Turismo, il Manifesto degli imprenditori dell’immobiliare: “Per raddoppiare il Pil del settore valorizziamo le case”

Quattordici associazioni si rivolgono al governo: “Flussi turistici in costante crescita, i posti letto negli alberghi non basteranno”

Firenze, 28 dicembre 2023 – “Il Governo studia la strategia migliore per sviluppare il comparto turistico e rendere l’Italia la prima destinazione al mondo. L’obiettivo indicato è raddoppiare l’importanza di questa grande industria, passando dal 15% al 30% di incidenza in rapporto al Pil nei prossimi anni. Noi crediamo che per raggiungere questo traguardo sia fondamentale valorizzare il patrimonio immobiliare del Paese, mettendo al centro la casa come offerta per i viaggiatori, allineandoci così a un modello internazionale vincente”. 

A dirlo sono quattordici associazioni di imprenditori del turismo e dell’immobiliare in un manifesto in sette punti: Abbav, Aigab, Breve, Confassociazioni Real Estate, Confedilizia, Fare, Fiaip, Host+Host, Host Italia, Myguestfriend, Ospitami, Pro-Locatur, Property Managers Italia e Rescasa Lombardia.

“La casa – dicono le 14 sigle – si sposa perfettamente con molti tratti dell’offerta del nostro Paese. Non è un caso che negli anni il numero degli immobili in affitto sia continuato a crescere, rispondendo alla richiesta dei viaggiatori. I fattori sono molteplici. A cominciare dal fatto che la visita in Italia coincida spesso con il desiderio di un’esperienza eno-gastronomica e sempre più vacanzieri apprezzano la possibilità di avere una cucina per assaporare e preparare i prodotti acquistati nei mercati e negozi locali, permettendo anche gli elementi della convivialità e socialità, altrettanto tipici del carattere italiano”.

“C’è poi una motivazione di sostenibilità nel valore della casa: la crescita dei volumi turistici è enorme – aggiungono gli imprenditori del turismo e dell’immobiliare – da 50 milioni di viaggiatori nel mondo degli anni ’50 si è passati a 1,5 miliardi di oggi. Tra 20 anni saremo a 2 miliardi e le mete più scelte, come l’Italia, dovranno capire come gestire dei flussi sempre più importanti. Crediamo la sostenibilità di tale crescita non possa essere basata su un aumento del 20% in più di posti letto in albergo, ma debba sfruttare l’enorme patrimonio immobiliare del Paese, in gran parte oggi inutilizzato: nel 2020 erano 7 milioni di immobili di questo tipo censiti dall’Istat”.

“Dobbiamo inoltre incentivare un turismo che si basi più sulla qualità – concludono le 14 associazioni -. Nelle case, dimostrano i dati, si soggiorna più a lungo: quasi il doppio rispetto alle strutture ricettive tradizionali. Una scelta che determina maggiori spese e quindi economia locale, introiti per negozi, musei, supermercati, ristoranti. Investire sulle case significa anche riqualificare, attraverso l’impegno di tanti imprenditori, il patrimonio immobiliare della nazione, efficientandolo da un punto di vista energetico e avvicinandolo al turismo di lusso, che è un ramo fondamentale. Il turismo sulle case è infine una soluzione per rivitalizzare tanti piccoli borghi, custodi di tradizioni e di culture, che attendono di essere riscoperti e apprezzati, non certo dimenticati. L’host, in questo contesto, permette di avere un’esperienza ancora ‘più italiana’, grazie al tipo stesso di alloggio e al maggiore rapporto che si crea con l’ospite. Rendendo così la meta Italia sempre più apprezzata e consigliata a livello mondiale”.

Puntiamo sulle case per un’Italia leader mondiale del turismo
Manifesto in 7 punti degli imprenditori turistici e dei proprietari di immobili offerti sul mercato delle locazioni brevi
Premessa
A seguito del Forum Internazionale del Turismo a Baveno, organizzato dal Ministero del Turismo, è emersa la volontà del Governo di studiare la strategia migliore per sviluppare il comparto e rendere l’Italia la prima destinazione al mondo. L’obiettivo indicato è raddoppiare l’importanza di questa grande industria, passando dal 15% al 30% di incidenza in rapporto al Pil nei prossimi anni. Noi, come imprenditori del turismo e proprietari di immobili offerti sul mercato delle locazioni brevi, riteniamo che per raggiungere questo traguardo sia fondamentale valorizzare il patrimonio immobiliare del Paese, mettendo la casa al centro della proposta turistica.
Ecco le motivazioni per cui crediamo essenziale puntare sulle realtà immobiliari del nostro Paese come strumento per l’attrazione e il rafforzamento del turismo.
1) Un modello mondiale. In molte nazioni la casa, e gli affitti brevi, sono già scelte ogni anno da milioni di viaggiatori come principale soluzione e vengono quindi proposte con convinzione dagli imprenditori locali. Puntare su questo paradigma consentirebbe di allinearci a un modello internazionale vincente.
2 ) Un’offerta identitaria. La casa si sposa perfettamente con molti tratti tipici del nostro Paese. Un esempio simbolo è l’esperienza eno- gastronomica, sempre molto ricercata dai vacanzieri che apprezzano infatti la possibilità di avere una cucina a disposizione per assaporare e preparare i prodotti acquistati nei mercati e negozi locali. La casa permette di vivere anche la convivialità e la socialità, altrettanto espressioni del carattere italiano nella percezione internazionale.
3) La sostenibilità. La crescita dei volumi turistici è enorme: da 50 milioni di viaggiatori nel mondo degli anni ’50 si è passati a 1,5 miliardi di oggi. Tra 20 anni saremo a 2 miliardi e le mete più scelte, come l’Italia, dovranno capire come gestire dei flussi sempre più importanti. Crediamo la sostenibilità di tale crescita non possa essere basata su un aumento del 20% in più di posti letto in albergo, ma debba sfruttare l’enorme patrimonio immobiliare del Paese.

4 ) Il rilancio degli immobili inutilizzati. Nel 2020 erano 7 milioni secondo il censimento Istat. Un numero estremamente ampio di case che potrebbero essere utilizzate da famiglie e imprenditori per sostenere l’economia locale e potenziare l’offerta turistica.
5) Un turismo di qualità. Dobbiamo incentivare questo tipo di soluzione. E nelle case, dimostrano i dati, si soggiorna più a lungo: quasi il doppio rispetto alle strutture ricettive tradizionali. Una scelta che determina maggiori spese, e quindi economia locale, in negozi, musei, supermercati, ristoranti.
6 ) La riqualificazione. Investire sulle case significa anche sistemare, attraverso l’impegno di tanti imprenditori, il patrimonio immobiliare della nazione, efficientandoloanche da un punto di vista energetico, e avvicinandolo al turismo di lusso, che è un ramo fondamentale.
7 ) Le piccole comunità. Il turismo sulle case è una soluzione per rivitalizzare tanti piccoli borghi, custodi di tradizioni e di culture, che attendono di essere riscoperti e apprezzati, non certo dimenticati. L’host, in questo contesto, permette di avere un’esperienza ancora ‘più italiana’, grazie al tipo stesso di alloggio e al maggiore rapporto che si crea con l’ospite.

Riceviamo e pubblichiamo integralmente

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