15 Maggio 2024, mercoledì
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Bisogno di sacro

A cura di Giovanni De Ficchy

La ricerca e lo sviluppo di un “senso del sacro” ha sempre accompagnato l’uomo.

 L’esperienza del sacro è da sempre presente nell’essere umano che prende coscienza del mistero insondabile, amico e nemico al contempo, della natura.

 Il mondo moderno, contrariamente a quanto sarebbe accaduto nelle epoche precedenti alla nostra, non perderebbe nulla se eliminassimo Dio dalla scena. 

A sostenerlo il filosofo Umberto Galimberti, secondo il quale “Dio è morto”, naturalmente parafrasando Nietzsche.

Ha scritto Einstein

 La perdita di punti di riferimento importanti come quello che abbiamo definito può offrire l’opportunità di scendere in profondità entro se stessi.

Così il rapporto tra religione e società è venuto via via ridefinendosi, mettendo sempre più in evidenza la tensione dialettica fra l’istituzione del credere, da un lato e la libertà di scelta del soggetto.

La presenza come non mai quest’anno del presepe, simboleggia, a mio modo di vedere che dopo tre giorni Dio è risorto.

L’invenzione di San Francesco, a tanti secoli di distanza torna ad assumere come non mai il ruolo di catalizzatore, della sete di spiritualità.

Nel bene e nel male , anche nelle dissacranti immagini di una forza politica estremamente laica, che comunque per trasmettere le proprie istanze utilizza il presepe.

Evidenzia il crescente interesse per le «questioni spirituali» e dalla ricerca di uno «stile di vita spirituale».

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