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Verde terapeutico, a Urbanpromo la nuova edilizia sanitaria che salva con le piante

A cura di Carla Cavicchini

Verde terapeutico, a Urbanpromo la nuova edilizia sanitaria che salva con le piante Architetti e medici concordi, giardini e green dentro le strutture fondamentali per i malati. Nonni (Urbit): “Abbiamo già visto l’importanza del verde durante la pandemia”. Zanobini (past president Echo): “Ospedali e residenze sanitarie da ripensare”

Firenze, 8 novembre 2023. Salvarsi con il verde: non è soltanto uno slogan ricorrente, ma un percorso concreto e certificato. Perché chi soffre di una patologia trae energie e risposte dall’ambiente circostante. Il verde, in questa accezione, diventa “terapeutico”. 

Se ne è parlato stamani, nel corso di un panel inserito all’interno della 20esima edizione di Urbanpromo – Progetti per il paese, rassegna promossa da Inu (Istituto nazionale di urbanistica) con il supporto organizzativo di Urbit, di cui la Fondazione Cr Firenze è partner,  in programma dal 7 al 10 novembre all’Innovation Center di Fondazione CR Firenze. Per farlo, sono intervenuti esperti del settore, come l’architetto Ennio Nonni (Urbit) e Alberto Zanobini (past presidente European Children’s Hospital Organization). 

Il convegno ha ripreso e rilanciato un tema urbanistico denso di valore sociale: le finalità terapeutiche del verde, con esemplificazioni documentate da qualificati punti di vista sanitari. L’obiettivo è quello di trasferire alla scala territoriale i concetti e le applicazioni della terapia verde al fine di fare assumere al progetto (urbanistico, edilizio) una nuova accentuazione qualitativa. Allargare lo sguardo verso questi temi, solo apparentemente di nicchia, significa infatti aprirsi ad un mondo diverso dove in un piccolo giardino può essere sperimentata la grande sfida di favorire la salute e il benessere psicofisico: una strada da percorrere.

“Quella di verde terapeutico – commenta Nonni – è una nuova declinazione di una dinamica che consente davvero di superare gli slogan. Si tratta di realizzare giardini e strutture capaci di accompagnare adeguatamente chi affronta un percorso di malattia, dagli ospedali alle case di cura. Non è un argomento paesaggistico, ma identitario, capace di infondere valore aggiunto a quelle strutture. Abbiamo visto tutti, durante la pandemia, quanto il verde abbia pesato sulla qualità della vita delle persone”. 

Che il verde possieda ingredienti terapeutici è ampiamente certificato, del resto, dalla scienza medica. “La letteratura scientifica internazionale – ha precisato Zanobini – testimonia la centralità del lato green in queste strutture. Dobbiamo quindi portare avanti un percorso edilizio che le ripensi: il verde non deve essere un elemento accessorio, ma costitutivo. Non costruiamo ospedali o edifici per le cure, ma ambienti che supportino complessivamente lo star bene delle persone”. 

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