8 Maggio 2024, mercoledì
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Cinema chiusi: ”Per questo “quando verremo fuori dalle catacombe ci sarà una bella riscossa(..)”

Non c’è un settore non contagiato dall’emergenza coronavirus ma il cinema è tra quelli che potranno venir fuori alla grande, quando tutto sarà finito, proprio per la sua funzione sociale, di arricchimento culturale, di aggregazione, indispensabile per tutti come già si vede in questi giorni di fame di contenuti tra social e tv pur a sale vuote.

Francesco Rutelli, presidente dell’Anica, positivamente ha dichiarato: ”dalle catacombe ci sarà una bella riscossa e anzi con tutta la filiera a bordo non solo ci stiamo preparando al dopo ma avremo alla fine un sistema più moderno”.

Ieri durante una conference call con i presidenti di distributori (Mario Lonigro), produttori (Francesca Cima), esercenti (Mario Lorini) è stata stilata la dura realtà ossia che è drammatica ovunque.Risultato immagini per cinemaSoprattutto economicamente. Sono giusto 70 titoli fermi, da Si vive una volta sola di Carlo Verdone ai Miserabili premiato a Cannes, solo dalla settimana antecedente lo stop e fino ai primi di aprile secondo il Dpcm, potrebbero diventare 100 se si proseguirà con il blocco: il loro destino sarà complicato, alcuni andranno direttamente sulle piattaforme.
Lonigro ha affermato: ”Ogni azienda sta cercando di rivedere il proprio listino in una situazione in fieri e complicatissima che si va aggrovigliando anche a livello globale vista la pandemia che ad esempio, per citare l’ultimo caso, ha fermato Mulan della Disney. Non sappiamo quando finirà, ma è chiaro che ci sarà un sovraffollamento di proposte da coordinare e l’estate, se ci sarà la riapertura, potrebbe essere storica per il rilancio”.
Rutelli invece ha ripreso il discorso sottolinenado: “Una stagione di supermoviement un momento fondamentale per riappropriarci del cinema. E anche i David, ora costretti allo stop, saranno un’occasione pubblica di grande rilancio del settore”.

Ma non è finita qui perchè: i set sono fermi, una quarantina, ha detto Cima, riservandosi di comunicare successivamente dati precisi delle produzioni costrette allo stop, tra film internazionali (come Mission Impossible 7 con Tom Cruise bloccato a Venezia proprio all’inizio dell’emergenza a febbraio), italiani ma anche pubblicità e tv.

Anche la post produzione va necessariamente a rilento visto che, per ovvie ragioni di distanza, le sale doppiaggio ad esempio sono chiuse mentre procedono da remoto le attività in solitario. Dagli esercenti, con i 3700 schermi in Italia a serrande abbassate.

Rutelli ha parlato con il responsabile della piattaforma Netflix: ”con il quale Anica ha aperto da tempo un dialogo per arrivare al suo ingresso dentro la nostra associazione ed includere dunque anche le modalità moderne di fruizione del cinema ossia le piattaforme di streaming”.

Tra i primi provvedimenti l’esclusione dell’obbligatorietà dell’uscita in sala per i film per averei benefici pubblici, questione che interessa soprattutto i cosiddetti film evento previsti in sala per tre giorni.
Nel futuro, complicato da disegnare e immaginare post pandemia (“lavoriamo come se tutto dovesse ripartire il 4 aprile” ha detto speranzoso Lonigro) una sola certezza: “quando finirà per il cinema sarà una grande festa”.

fonte: www.ansa.it

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