20 Maggio 2024, lunedì
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Allarme Batterio Killer: Chiuso reparto neonatale a Verona

A cura di Ionela Polinciuc

Un nuovo allarme si è scatenato presso l’Ospedale Borgo Trento di Verona a seguito della scoperta di un batterio nel Reparto maternità, portando alla decisione precauzionale di bloccare i ricoveri in terapia intensiva neonatale. I risultati delle analisi sono attesi per martedì 7 maggio, secondo quanto riportato dall’Arena di Verona.

L’agitazione è stata innescata dopo la scoperta di tre casi sospetti tra i bambini sottoposti a screening nei giorni scorsi, sebbene fortunatamente non abbiano sviluppato patologie gravi. Questo evento richiama alla mente una tragedia precedente avvenuta nel giugno 2020, quando l’ospedale fu colpito da una grave epidemia causata dal batterio Citrobacter, che si era diffuso attraverso i rubinetti. L’epidemia precedente aveva causato gravi danni e persino la morte di alcuni neonati, costringendo alla chiusura temporanea e alla successiva bonifica del reparto maternità.

Secondo il professor Ercole Concia, ex direttore dell’Unità di malattie infettive dell’AOU di Verona, la situazione è estremamente preoccupante. Se le analisi confermeranno la presenza del Citrobacter, ciò suggerirebbe che la fonte reale del contagio non è mai stata identificata. Questo scenario richiederebbe un’azione decisa, inclusa la chiusura e la bonifica completa del reparto per proteggere la vita dei neonati.

Il Citrobacter è un genere di batteri ubiquitari che possono essere presenti nell’ambiente, nelle acque e negli alimenti, nonché normali componenti della flora batterica intestinale. Possono causare infezioni gravi, specialmente in individui vulnerabili come neonati, anziani e persone immunocompromesse. Le infezioni possono interessare vari organi e sistemi, tra cui tratto urinario, vie respiratorie, ferite, ossa, peritoneo, endocardio, meningi e causare sepsi.

Le modalità di trasmissione includono l’ingestione di alimenti contaminati, la trasmissione da madre a figlio durante il parto, il contatto diretto da persona a persona e il contatto con superfici o oggetti contaminati. In ambito ospedaliero, la trasmissione può avvenire anche attraverso il contatto con operatori sanitari non adeguatamente igienizzati o con oggetti e superfici contaminati.

La situazione rimane sotto stretta osservazione e ulteriori misure potrebbero essere necessarie per contenere il rischio di diffusione e proteggere la salute dei pazienti neonatali.

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