Meno tempo per recedere dagli affitti, ma sei mesi invece di uno per traslocare. E in questo periodo di preavviso saranno comunque dovuti i canoni di locazione ai proprietari degli immobili. E’ questo il senso della norma sugli affitti della pubblica amministrazione contenuta nel decreto milleproroghe bis (il dl 151/2013 con le disposizioni finanziarie urgenti) e al centro di un duro botta e risposta tra Movimento 5 Stelle e palazzo Chigi. La denuncia era partita dal deputato grillino Riccardo Fraccaro, secondo cui la disposizione che dà a stato, regioni, enti locali sei mesi di tempo (fino al 30 giugno 2014) per esercitare il diritto di recesso dai contratti di locazione di immobili in corso, sarebbe stata in realtà «una truffa» in quanto per disdire contratti di locazione entro il 30/6 sarebbe servito un preavviso di 6 mesi, ossia da formalizzare entro ieri.
Ma in realtà le cose non stanno proprio così se si legge con più attenzione l’art.2 del dl 151. La norma, da un lato dimezza (dal 31/12/2014 al 30 giugno) la finestra temporale riconosciuta alle p.a. per svincolarsi dai contratti di locazione, spesso onerosi, conclusi con i privati, ma dall’altro porta da 30 a 180 giorni il «termine di preavviso».