30 Aprile 2024, martedì
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Lampedusa candidata al Nobel per la Pace

Se parli di Lampedusa pensi subito al dramma dei clandestini. Nessuno si ricorda più com’era azzurro e limpido quel mare una decina di anni fa, quando quella terra era ancora considerata un paradiso per pochi. Dopo gli innumerevoli sbarchi e la paura di un incubo senza fine, l’isola con il mare dei Caraibi forse potrà tornare a sorridere, grazie alla candidatura ufficiale al Nobel per la Pace del 2014.

La decisione di candidare Lampedusa è stata una scelta volontaria degli italiani, per cercare di trovare una soluzione a uno dei fatti più tragici della nostra Penisola: da tempo infatti, oltre alla petizione da firmare arrivata a Oslo, diversi personaggi pubblici hanno cercato di promuovere una campagna a favore della popolazione, tartassata continuamente da questo problema. Non è un caso infatti se da anni appuntamenti ricorrenti come O’scia’ abbiano l’obiettivo di “sensibilizzare l’opinione pubblica sul delicato tema dell’emergenza immigrazione e, allo stesso tempo, esprimere solidarietà agli abitanti delle isole Pelagie, così direttamente interessati dalle drammatiche cronache degli sbarchi dei clandestini”, ha spiegato Claudio Baglioni sul sito dell’evento. E non sono mancate le opinioni di politici e quotidiani, che hanno premuto per ottenere la candidatura dell’isola per il Premio Nobel: “Lampedusa non è una periferia dell’Europa: è il cuore del nostro continente. E’ un messaggio di speranza per i diritti umani e per la legalità nel Mediterraneo e per questo deve mobilitare tutta l’Italia e tutti i Paesi dell’Unione europea – ha spiegato il Presidente del Consiglio, Enrico Letta -. Il premio sarebbe il riconoscimento a una comunità che insegna a tutto il mondo la globalizzazione della solidarietà”. Anche il Presidente del Senato, Piero Grasso, ha espresso il suo parere su questo tema delicato: “E’ giusto rendere questo omaggio simbolico ai cittadini di Lampedusa che, con grandi sforzi, ci mostrano la strada dell’accoglienza. Sono convinto sia necessario porre l’attenzione sulla drammatica condizione di chi sfida il mare, tra mille difficoltà e di una comunità che è stata sconvolta dagli sbarchi ma che non ha mai perso la propria umanità”. All’appello si sono aggiunti anche i sindaci di Menfi, Montevago, Santa Margherita di Belìce e Sambuca di Sicilia che hanno spiegato quanto sia importante per lo Stato Italiano prendersi le proprie responsabilità, anche in ambito europeo.

Ma cosa ne pensano i lampedusani? “Siamo onorati di essere in gara per questo premio tanto ambito. Abbiamo sofferto, faticato ma siamo rimasti sempre gli stessi. Abbiamo sempre dato il nostro aiuto per migliorare le condizioni di vita di questi poveri innocenti che arrivavano sull’isola – ha spiegato Pietro, uno dei tanti ragazzi che credono ancora sia possibile riportare tutto alla normalità a Lampedusa – non si possono dimenticare le persone che sono morte per giungere fino al nostro porto”. Ventimila vittime in un ventennio e, tra queste, circa settecento sono decedute nel settembre 2013. Il Comitato per il Nobel, formato da cinque norvegesi scelti appositamente dal Parlamento, proclamerà per ottobre il nome del vincitore, che riceverà il premio a Oslo il 10 dicembre, giornata dedicata ad Alfred Nobel.

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