Applausi prolungati e atmosfera solenne alla Knesset, dove Donald Trump ha pronunciato un discorso dal tono insieme celebrativo e strategico. L’ex presidente degli Stati Uniti, tornato a parlare in Israele in un momento cruciale per gli equilibri del Medio Oriente, ha esortato il governo di Gerusalemme a trasformare le conquiste militari in un’opportunità di pace duratura.
“Israele ha vinto tutto ciò che si poteva ottenere con la forza delle armi”, ha dichiarato Trump, tra gli applausi dei parlamentari. “Ora è il momento di trasformare queste vittorie contro i terroristi sul campo di battaglia nel premio finale: pace e prosperità per l’intero Medioriente.”
Un messaggio che risuona come un appello alla moderazione e alla visione politica dopo mesi di tensioni e operazioni militari. L’ex presidente americano, che da sempre rivendica il proprio ruolo nella firma degli Accordi di Abramo – gli storici trattati di normalizzazione tra Israele e diversi Paesi arabi – ha voluto sottolineare la necessità di un cambio di passo.
“Ogni vittoria sul terreno,” ha affermato, “deve essere seguita da una vittoria della diplomazia. La sicurezza di Israele sarà più forte solo quando la pace diventerà una realtà condivisa nella regione.”
Il discorso, scandito da richiami alla cooperazione economica e al dialogo interreligioso, è stato interpretato dagli osservatori come un messaggio rivolto non solo al governo israeliano ma anche ai partner arabi e occidentali. “La forza militare,” ha detto ancora Trump, “ha garantito la sopravvivenza di Israele. Ora serve la forza del cuore e della mente per costruire un futuro in cui ebrei, musulmani e cristiani possano prosperare insieme.”
Il leader repubblicano ha inoltre ricordato la lunga alleanza tra Washington e Gerusalemme, definendola “una delle più solide della storia contemporanea”, ma ha invitato Israele a “guardare avanti con coraggio”, aprendo nuovi canali di comunicazione nella regione.
L’intervento di Trump è stato accolto con favore dai banchi della maggioranza e da buona parte dell’opposizione, che hanno riconosciuto il valore simbolico di un richiamo alla pace pronunciato in un momento di alta tensione geopolitica. Alcuni commentatori israeliani hanno però notato il tono quasi presidenziale del discorso, interpretandolo anche come un segnale della volontà di Trump di riaffermare il proprio ruolo sulla scena internazionale.
A distanza di anni dalla fine del suo mandato, il tycoon americano dimostra di voler mantenere un legame stretto con Israele, proponendosi ancora una volta come mediatore tra le potenze regionali. La Knesset, intanto, gli ha tributato una standing ovation che ha suggellato una giornata destinata a lasciare un segno nel dibattito politico e diplomatico del Paese.
