La rotta verso Gaza della Global Sumud Flotilla, la missione internazionale che mira a portare aiuti umanitari alla popolazione palestinese e a contestare simbolicamente l’assedio imposto da Israele, ha subito una brusca interruzione. Le circa venti imbarcazioni partite domenica 31 agosto dal porto di Barcellona sono state costrette a rientrare dopo poche ore di navigazione, quando un’improvvisa perturbazione ha reso impossibile proseguire la traversata verso la Tunisia, prima tappa del viaggio.
In una nota diffusa dagli organizzatori, si legge che la decisione è stata assunta per garantire la sicurezza degli equipaggi e delle stesse imbarcazioni, alcune delle quali di piccole dimensioni. “Affrontando venti superiori ai 30 nodi e la natura imprevedibile del Mediterraneo – spiegano i promotori – abbiamo deciso di rientrare in porto per tutelare il benessere dei partecipanti e il successo della missione. La sicurezza resta la nostra priorità”.
Il rientro forzato ha comportato un rinvio della partenza, ora riprogrammata per il pomeriggio odierno. Nel frattempo, l’imprevista sosta a Barcellona ha permesso agli organizzatori di effettuare ulteriori interventi tecnici sulle barche, migliorando l’assetto della Flotilla in vista della nuova traversata.
La missione, ribattezzata Global Sumud – parola araba che significa “resilienza” – riunisce attivisti e volontari provenienti da diversi Paesi europei e mediterranei. Tra loro figurano anche cittadini italiani, partiti in parte da Genova, che hanno scelto di unirsi al convoglio per consegnare medicinali, beni di prima necessità e generi alimentari alla popolazione della Striscia, sottoposta a una drammatica emergenza umanitaria.
La situazione ha assunto anche una dimensione politica in Italia, dopo le dichiarazioni del ministro della Sicurezza nazionale israeliano, Itamar Ben-Gvir, che ha annunciato di voler trattare i volontari della Flotilla “come terroristi”. Una presa di posizione che ha suscitato preoccupazione nelle città italiane coinvolte nell’iniziativa.
Il sindaco di Genova, Silvia Salis, ha scritto una lettera al ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani esprimendo “particolare preoccupazione” per le parole di Ben-Gvir e chiedendo al governo di seguire con la massima attenzione l’evolversi della missione. “Rivolgo un sentito appello – ha dichiarato la sindaca – affinché i nostri concittadini ricevano sostegno e protezione istituzionale nello svolgimento di un’iniziativa di così alto valore umanitario”.
La Flotilla, che nelle intenzioni degli organizzatori non ha carattere politico-militare ma strettamente umanitario, si muove in un contesto geopolitico di grande tensione. L’assedio a Gaza, le dichiarazioni dei vertici israeliani e le difficoltà logistiche della navigazione rendono la missione una prova di resistenza complessa, non solo in mare ma anche sul piano diplomatico.
La nuova partenza, prevista nelle prossime ore, rappresenta dunque un banco di prova decisivo. Da Barcellona a Tunisi, prima di tentare l’avvicinamento alla Striscia di Gaza, la Flotilla dovrà misurarsi con le insidie del mare e con la crescente pressione politica internazionale.