Sembrava tutto pronto per il grande ritorno di Claudio Ranieri in azzurro, ma l’atteso annuncio non arriverà: il tecnico romano ha ufficialmente declinato l’offerta della FIGC di diventare il nuovo commissario tecnico della Nazionale. A renderlo noto è stato lo stesso allenatore, al termine di un confronto con la Federazione e con la dirigenza della Roma, dove ha recentemente assunto un ruolo di consulenza tecnica.
“La proposta ricevuta dal presidente Gravina è stata un grande onore, ma dopo aver riflettuto con attenzione, ho scelto di rispettare gli impegni già presi con la Roma”, ha dichiarato Ranieri in un comunicato. “Voglio dedicarmi completamente a questo nuovo progetto e offrire il mio contributo in modo pieno”.
Una scelta personale, senza pressioni o veti. Da parte dei Friedkin, proprietari del club giallorosso, era arrivato il via libera per un eventuale doppio incarico: consigliere tecnico a Trigoria e selezionatore della Nazionale. Tuttavia, Sir Claudio – come lo chiamano ancora a Leicester, dopo la storica impresa in Premier League – ha preferito non dividere le sue energie. “La decisione è stata solo mia”, ha puntualizzato, chiudendo la porta con eleganza e senso di responsabilità.
Il passo indietro di Ranieri riapre ufficialmente la corsa alla successione di Luciano Spalletti, dimessosi dopo l’eliminazione precoce agli Europei e i contrasti con la dirigenza federale. Ora, sul tavolo di Gravina, tornano in auge due nomi su tutti: Stefano Pioli e Roberto Mancini.
L’ex allenatore del Milan, attualmente sotto contratto con l’Al Nassr in Arabia Saudita, sembra vicino alla risoluzione anticipata del suo accordo. Pioli era già stato accostato alla panchina della Fiorentina nelle scorse settimane, ma ora il suo futuro potrebbe tingersi d’azzurro. Le sue quotazioni sono in forte risalita, anche per il profilo equilibrato e pragmatico che molti in Federazione apprezzano.
Ma non è da escludere nemmeno una clamorosa ipotesi Mancini-bis. L’ex ct, protagonista della vittoria a Euro 2020, ha lasciato la Nazionale tra polemiche e sospetti ad agosto 2023, accettando un’offerta milionaria dalla federazione saudita. Tuttavia, le ferite politiche interne potrebbero rimarginarsi in fretta, in nome della stabilità tecnica e della preparazione verso i Mondiali 2026.
Nel frattempo, Gravina prende tempo. Il no di Ranieri – rispettato e stimato anche per l’integrità mostrata in questa scelta – costringe la FIGC a ricalibrare le strategie. Il prossimo commissario tecnico dovrà non solo rilanciare l’immagine della Nazionale, ma anche riportarla a competere ai massimi livelli internazionali. E ora, più che mai, serve un nome capace di unire il paese calcistico.