18 Maggio 2025, domenica
HomeItaliaCarta d'Identità: La Cassazione Abolisce "Padre" e "Madre" e Introduce "Genitore 1-2"

Carta d’Identità: La Cassazione Abolisce “Padre” e “Madre” e Introduce “Genitore 1-2”

Sentenza storica: un passo avanti verso l'inclusività e il rispetto di tutti i nuclei familiari

La Corte di Cassazione ha stabilito che sulla carta d’identità elettronica non potranno più apparire le diciture “padre” o “madre”. Con una sentenza importante, la Suprema Corte ha respinto il ricorso del Ministero dell’Interno (Viminale) e confermato l’adozione della formulazione più inclusiva di “genitore 1” e “genitore 2”, al fine di rappresentare con maggiore equità tutte le configurazioni familiari, superando un termine che veniva considerato discriminatorio.

La decisione deriva dal ricorso presentato dal Viminale contro la sentenza della Corte d’Appello di Roma, che nel 2021 aveva ordinato di disapplicare il decreto del 31 maggio 2019. Quest’ultimo, firmato dal Ministero dell’Interno, aveva modificato la dicitura “genitori” con quella più tradizionale di “padre” e “madre”, una scelta che era stata criticata da diverse associazioni per i diritti civili. Il ricorso, presentato dal Viminale, aveva l’intento di ripristinare la vecchia formulazione, ma la Cassazione ha sancito che il termine “padre/madre” non riflette adeguatamente la pluralità dei nuclei familiari e delle relazioni filiali moderne.

Una Vittoria per l’Inclusività

Secondo la Corte, “la dicitura ‘padre/madre’ sulla carta d’identità elettronica è discriminatoria”, in quanto non rappresenta la diversità dei legami familiari e non riconosce la legittimità delle famiglie composte da coppie dello stesso sesso o da altri modelli familiari. La sentenza ribadisce che la dizione corretta da utilizzare è quella di “genitore”, per garantire il rispetto di tutte le forme di filiazione e di affetto, indipendentemente dall’orientamento sessuale o dalla composizione della famiglia.

Questa pronuncia rappresenta un passo significativo verso una maggiore inclusività e parità di diritti per tutti, soprattutto per i bambini e le famiglie che fino a oggi si sono sentite emarginate da un sistema che non riconosceva la loro realtà.

Laura Boldrini: “Una Fine a un Bullismo di Stato”

La notizia della sentenza è stata accolta con favore da numerosi esponenti politici, tra cui Laura Boldrini, deputata del Partito Democratico, che ha commentato la decisione della Cassazione con toni forti. “La Cassazione ha messo fine a una forma di bullismo di Stato”, ha dichiarato Boldrini, riferendosi alle politiche passate di Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che avevano difeso l’uso di “padre” e “madre” come definizione esclusiva per i genitori sui documenti ufficiali. Secondo Boldrini, queste politiche avevano “seminato odio” contro tutte le famiglie che non rispondono al modello tradizionale eterosessuale.

L’ex presidente della Camera ha anche aggiunto che la decisione della Cassazione è “irragionevole e discriminatoria”, sottolineando come la giustizia abbia finalmente riconosciuto la legittimità di “tutti i tipi di famiglie” e che i documenti ufficiali non possono continuare a ignorare questa realtà.

Un Passo Verso la Parità

Questa sentenza segna una vittoria non solo per le famiglie LGBTQ+ ma per tutti coloro che credono nell’inclusività e nella necessità di un aggiornamento delle leggi e dei documenti pubblici per riflettere i cambiamenti sociali e culturali. La scelta di utilizzare la formula “genitore 1-2” non è solo una questione linguistica, ma rappresenta un’affermazione di diritti e uguaglianza, un passo fondamentale per abbattere le barriere della discriminazione.

Sponsorizzato

Ultime Notizie

Commenti recenti