Albano Laziale si sveglia sotto shock dopo l’incendio doloso che ha devastato il parcheggio del commissariato locale, distruggendo 15 auto della Polizia di Stato e mettendo a rischio l’incolumità degli agenti in servizio. Un atto deliberato e violento, avvolto dall’ombra di una matrice anarco-insurrezionalista, che riporta al centro dell’attenzione il tema della sicurezza delle forze dell’ordine e della collettività.
Le fiamme sono divampate nelle prime ore del mattino, alimentate da bottiglie incendiarie posizionate strategicamente sotto i veicoli. Le immagini delle telecamere di sorveglianza non lasciano spazio a dubbi: una figura incappucciata si è introdotta furtivamente nell’area riservata, collocando gli ordigni artigianali prima di fuggire nel buio.
Due agenti, uno della polizia stradale e uno del commissariato, sono rimasti intossicati nel tentativo di contenere l’incendio e sono stati trasportati in ospedale per accertamenti. Fortunatamente, le loro condizioni non destano preoccupazione: entrambi sono stati dimessi con una prognosi di cinque giorni.
“È un atto gravissimo che va condannato senza riserve,” ha dichiarato Domenico Pianese, segretario del sindacato di polizia Coisp. “Non si tratta solo di un attacco contro le forze dell’ordine, ma di una minaccia diretta alla sicurezza pubblica. La pista anarchica va approfondita con la massima attenzione.”
Le indagini sono ora nelle mani della Digos della Questura di Roma e dei carabinieri della Compagnia locale. La procura della Repubblica di Velletri coordina le due inchieste, ma non si esclude che i fascicoli vengano unificati e affidati al pool antiterrorismo della procura di Roma, vista la gravità e la potenziale matrice ideologica dell’attacco.
L’episodio ha riacceso il dibattito sulla vulnerabilità delle strutture strategiche e sulla necessità di potenziare i sistemi di sicurezza. Intanto, la comunità di Albano Laziale resta scossa, mentre le autorità proseguono senza sosta la caccia ai responsabili.