A cura di Danilo Ricci
Il metamizolo, un principio attivo noto ai consumatori italiani attraverso farmaci come la Novalgina, è al centro di una crescente preoccupazione sanitaria. L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha recentemente emesso un avviso sui rischi associati a questo farmaco, evidenziando la possibilità di gravi effetti collaterali, tra cui l’agranulocitosi – una condizione potenzialmente fatale che compromette il sistema immunitario.
Che cos’è l’agranulocitosi?
L’agranulocitosi è una reazione avversa che comporta una drastica riduzione dei granulociti, un tipo di globuli bianchi essenziale nella difesa dell’organismo contro infezioni batteriche e fungine. Questa condizione rende il corpo vulnerabile a infezioni gravi che possono presentarsi con sintomi come febbre alta, brividi, mal di gola e segni generali di infezione. Questi sintomi, spesso confusi con una comune influenza, possono evolvere rapidamente in complicazioni pericolose per la vita.
L’avvertimento dell’AIFA
In una nota ufficiale, l’AIFA ha invitato chi utilizza farmaci a base di metamizolo a monitorare attentamente eventuali segnali di infezione. Sintomi come febbre persistente, mal di gola e brividi dovrebbero spingere l’utente a rivolgersi immediatamente al medico, evitando di sottovalutare possibili segnali di agranulocitosi.
La voce degli esperti
Il professor Pierluigi Navarra, docente di farmacologia, ha dichiarato al Fatto Quotidiano: “Il metamizolo è stato ritirato in molti Paesi a causa dei suoi rischi, tra cui l’agranulocitosi. In Italia, la sua vendita è proseguita per un periodo, ma il consumo è calato negli ultimi anni grazie a una maggiore consapevolezza sui suoi effetti collaterali”. Il professore ha inoltre sottolineato come questo farmaco, pur essendo stato apprezzato per il ridotto impatto sulla mucosa gastrica rispetto ad altri antipiretici, presenti rischi non trascurabili per il midollo osseo, compromettendo la produzione di globuli bianchi.
Le alternative più sicure
Il metamizolo è stato per decenni un pilastro nel trattamento della febbre e del dolore, ma oggi gli esperti consigliano opzioni più sicure. Il professor Navarra ha evidenziato che farmaci come l’ibuprofene offrono benefici simili come antipiretici e antinfiammatori, ma con un profilo di sicurezza nettamente migliore. L’ibuprofene, già ampiamente utilizzato, rappresenta una valida alternativa per chi desidera gestire dolore e febbre senza esporsi a rischi gravi come quelli associati al metamizolo.
Cosa fare?
Sebbene il metamizolo sia ancora disponibile in Italia, l’AIFA raccomanda di consultare sempre un medico prima di assumerlo. Una consulenza specialistica può aiutare a individuare trattamenti più sicuri ed efficaci, riducendo il rischio di complicazioni. L’invito è a leggere attentamente i foglietti illustrativi, riconoscere i segnali d’allarme e non assumere mai farmaci senza una valutazione medica accurata.
In un momento in cui la salute pubblica è al centro dell’attenzione, è cruciale scegliere con consapevolezza e informazione. Il metamizolo, un tempo considerato innocuo, ci ricorda che anche i farmaci più comuni possono nascondere insidie, rendendo fondamentale un uso responsabile e vigilato.