30 Aprile 2024, martedì
HomeArte & SpettacoloMinga decoloniale: Un rituale collettivo per costruire un futuro comune alla Biennale di...

Minga decoloniale: Un rituale collettivo per costruire un futuro comune alla Biennale di Venezia

A cura di Carla Cavicchini

In parallelo alla 60a Biennale d’Arte di Venezia, un rituale ancestrale sfida il colonialismo, chiedendo un nuovo paradigma decoloniale per l’arte contemporanea. 

Il 19 aprile, in concomitanza con la celebrazione brasiliana per la Giornata dei Popoli Indigeni, gli artisti indigeni di Abya Yala (nome ancestrale dell’America Latina) si riuniranno in una Minga, un lavoro collettivo per un futuro comune, che mira a riconnettersi con gli spiriti dei manufatti saccheggiati durante la colonizzazione e imprigionati nelle istituzioni museali europee, attraverso “Il banchetto degli dei”. La Minga si svolgerà nell’ambito della residenza artistica Revoada, che avrà luogo a Venezia dal 15 al 22 aprile 2024.

Un richiamo ancestrale

Il Manto Tupinambá ed il Poporo Quimbaya, insieme a molti altri manufatti oggi conservati nei musei europei, sono elementi rituali e sacri per i popoli nativi. Questi oggetti sono spesso rappresentazioni che incarnano divinità, spesso finalizzate alla guarigione della Terra che abitiamo. La Minga è una risposta al richiamo degli spiriti ancestrali che abitano questi pezzi, un atto di liberazione e guarigione che nutre il corpo fisico dei partecipanti e il corpo spirituale delle entità invocate.

Minga: lavoro collettivo per un futuro comune

Più che un rituale, la Minga è un lavoro collettivo per unfuturo comune, affinché le cosmovisioni ancestrali trovino spazio in contesti solitamente esclusivi, promuovendo il rispetto e la valorizzazione delle stesse. Ispirata alla traiettoria e dalla lotta della leader indigena Célia Tupinambá, la Minga si propone di facilitare un processo collaborativo per il bene delle diverse comunità e della terra che ci ospita.

Minga: un rituale di guarigione e resistenza

La Minga è più di un atto politico. È un rituale di guarigione per la terra e i suoi popoli, feriti dal colonialismo, dall’estrattivismo e dal saccheggio culturale. Attraverso lo scambio di cibo sacro, la costruzione di uno spazio vitale a spirale e l’attivazione di canti e rimedi ancestrali, attraverso la Minga si mira a ristabilire l’armonia tra uomo e natura in un luogo come Venezia, particolarmente fragile in un contesto di cambiamenti climatici.

Artisti indigeni di Abya Yala: voci che risuonano alla Biennale

Célia Tupinambá (Brasile), Aimema Uai (Colombia), Edinson Quiñones (Colombia) ed Estefanía García Pineda (Colombia) sono alcuni degli artisti che parteciperanno alla Minga. Ognuno con la propria traiettoria ed il proprio linguaggio artistico, amplificano le voci ancestrali e tessono nuove prospettive per il futuro dell’arte.

Una chiamata all’azione

La Minga ci invita a ripensare le strutture di potere presenti nel mondo dell’arte e a riconoscere l’importanza della cosmovisione indigena nella costruzione di un futuro più giusto e sostenibile. Più che un rituale, Minga è una chiamata all’azione, un invito alla trasformazione, una celebrazione fisica e spirituale su uno dei più importanti palcoscenici d’arte contemporanea al mondo.

Riconoscere le tecnologie ancestrali per la vita

In parallelo a l’intensificarsi della battaglia ambientale e climatica nel corso degli ultimi anni, si rivela un crescente bisogno di coltivare una consapevolezza ancestrale, riconoscendo il ruolo fondamentale dei popoli indigeni come autentici custodi dell’ambiente. La loro arte, simboli, rituali, costumi e pratiche incarnano la loro visione del mondo, costituiscono un’antica tecnologia per sostenere la vita e gli esseri viventi. Fin dall’inizio del genocidio coloniale, i popoli indigeni hanno resistito, come parte integrante di un ecosistema in cui hanno vissuto in armonia con le loro terre e territori sacri per millenni. Così come il loro ecosistema è minacciato, lo sono anche i popoli, le loro storie, la loro saggezza e tecnologie in materia di protezione ambientale e pratiche ecologiche.

La Minga offrirà un’opportunità preziosa di incontro e di riflessione, un momento per rinnovare il legame con la natura e rafforzare i legami comunitari. Il suo obiettivo è quello di guarire la Terra che noi abitiamo, proteggendo le terre e i territori che un tempo erano attraversati dai nostri antenati, e plasmare un nuovo futuro ancestrale.

#Minga          #Decolonial          #Revoada          #IndigenousArt          #Decolonialism #BiennaleDeVenezia          #Futuroancestral

Dettagli:

Data: 19 aprile 2024 – a partire dalle ore 19.00.

Luogo: Venezia, Italia.

Email: contact@plandecolonial.com

(BR) Quesia do Carmo: +55 11 95092-7043 

(FR) Eva Cantele Andrade:  +33 769644454 

(IT) Cloe Del Medico: +39 339 193 9010

Sponsorizzato

Ultime Notizie

Commenti recenti