A cura di Carla Cavicchini
Pronto Moda Made in Italy, l’alternativa sostenibile al Fast Fashion
Il sofisticato nonché ingannevole marketing capace di presentare le varie catene di negozi di abbigliamento a prezzi stracciatissimi presenti ormai ovunque, altro non è che un modo di inquinare notevolmente il pianeta grazie alle raggiranti logiche di mercato. Tutto questo ha un nome: Fast – Fashion. Moda prodotta in quantità industriale ed ancor più che, proprio poiché altamente industriale, finisce spesso e volentieri al macero per l’incontenibilità dei magazzini che più di tanto, non possono raccogliere.
Su tale tematica si è svolto un interessantissimo convegno a Bologna da parte di “CenterGross” al “Teatro Arena del Sole” con presenza di imprenditori vari, autorità e politici, analizzando ben bene il problema, al fine di trovare soluzioni in merito.
Ad Alessandro Nardone “Communication – manager di CenterGross” abbiamo rivolto varie domande iniziando proprio dalle funzioni principali di “CenterGross”.
Sorridente e disponibilissimo, ha così risposto: “CenterGross” è un polo bolognese creato 47 anni fa da un gruppo di imprenditori che si sono messi insieme portando fuori dal centro di Bologna le loro imprese. La finalità è stata appunto questo distretto dove oggi hanno sede 700 imprese delle quali 400 di moda.”
Ci spiega un motivo o più motivi per acquistare merce di “Pronto Moda” di roba buona, a prezzo buono – mi scuso per il gioco di parole – con relativo pensieronei confronti del “Fast Fashion?”
“Il primo è che sono “Made in Italy”, prodottidirettamente sul territorio nel raggio di 80 Km ed anche meno. Sono inoltre indumenti di buona qualità dal momento che vengono rispettati i diritti dei lavoratori a differenza del “Fast – Fashion” che opera in maniera opposta. Opposta ad alta immissione di “CO2”, altamente inquinante, ribadendo che l’elevatissima produzione, finisce spesso e volentieri nelle discariche inquinando buona parte del pianeta. Pertanto evviva il “Pronto Moda, evviva il “Made in Italy”.
Innegabile che tale forma di marketing veloce, a prezzo basso, mettiamoci pure ‘usa e getta’, altamente impattante, operante senza tutela e diritti, ha preso purtroppo notevolmente campo. Considerando che “Le vie del Signore” sono infinite, si può intravedere una via d’uscita dal momento che stiliste di fama internazionali quali la compianta Vivienne Westwood ed ancora le presenti Marina Salomon, Marina Spadafora ed altre, si muovono attivamente in merito grazie all’economia sostenibile e circolare?
“Si, sono ottimista, non a caso stasera le varie istituzioni qui presenti stasera, hanno segnalato che tale tematica è molto sentita. Con piacere osservo che le aziende italiane sono sostenibili nel giusto rispetto dei parametri obbligatori a livello etico, sociale ed ambientale. Cosa che non avviene in Cina ed ancora in Bangladesh, che ‘godendo’ di manica larga, non rispettano tali criteri.”
Come si educano le persone? Non è facile far capire che il prezzo bassissimo è deleterio anche per la salute stessa!
“Proprio “CenterGross” raccontando businesses e vantaggi di tale realtà, svolge opera di proselitismo. Quindi è basilare un’attenta strategia di comunicazione diffondendo pregi del “Made in Italy” edel “Pronto Moda”, con criticità costruttiva nei confronti del fenomeno del “Fast Fashion”. Come agiamo lei mi chiede? A tal proposito oggi la “Next Fashion School” ha collaborato con noi fornendo più di 30 ragazze, le vestialiste, operanti nel back-stage; facciamo inoltre opera di sensibilizzazione nei confronti delle scolaresche, che visitano regolarmente il nostro distretto.”
Più curiosi oppure più attenti i fanciulli?
“Entrambe le cose. A loro viene raccontato quello che avviene dentro le nostre mura e debbo dire che recepiscono bene. Il nostro pensiero, o meglio dire obbiettivo, è quello di creare un “Centro di Formazione” poiché tutto parte dall’ educazione e dalla buona informazione.”
