A cura di Ionela Polinciuc
Ricordate la sensazione che vi invade ogni volta che riascoltate una canzone della vostra infanzia. Rammentate quella melanconia che vi abbraccia quando ascoltate quella canzone che avete ballato con quella persona speciale che ora se n’è andata dalla vostra vita. La musica provoca sentimenti, sensazioni, allegria, tristezza, melanconia. Evoca ricordi, che siano questi belli o meno belli. Ebbene, al riguardo abbiamo intervistato per voi Chinny.
Ti domando subito qual è stata la cosiddetta molla interiore che ti ha portata a intraprendere il tuo viaggio musicale e qual è oggi il motore che ti fa proseguire con impegno e dedizione tale tuo percorso?
A cinque anni io e mia nonna materna ascoltavamo sempre i CD di Vasco Rossi, usavamo le scope come aste di microfoni e ballavamo per tutto il salotto. Credo che la molla interiore sia scattata quel pomeriggio, sentendo il suono di quelle chitarre e l’energia uscire dal quel vecchio stereo grigio. Sono ricordi davvero felici che conservo con grande affetto.
Che cosa rappresenta per te la musica e quale ritieni che sia il suo principale pregio e potere?
Credo fermamente che la musica sia inarrestabile e immortale. Ogni brano ha qualcosa da dirci; anche senza un testo, le note ci parlano e ci raccontano qualcosa. Nel mio piccolo, sono molto felice che ciò che scrivo arrivi alle persone.
Progetti attuali e futuri?
Attualmente sto lavorando a stretto contatto con Danilo Amerio; collaboriamo da molto tempo e comporre assieme a lui i nuovi pezzi mi fa crescere sempre più come artista. Per scaramanzia non riveleremo niente, ma stiamo lavorando sodo ad un progetto che non vediamo l’ora di svelarvi.
Un messaggio per tutto coloro che desiderano intraprendere la carriera musicale?
Non ho perle di saggezza particolari da elargire o trucchi segreti da svelare; basta avere qualcosa da dire e la testardaggine di non mollare al primo “No”!
