4 Maggio 2024, sabato
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Il lodo Moro

A cura di Giovanni De Ficchy

“In cambio di una ‘mano libera’ in Italia, i palestinesi hanno assicurato la sicurezza del nostro Stato e [l’immunità] di obiettivi italiani al di fuori del Paese da attentati terroristici.

Cossiga accusò l’Italia di aver permesso al terrorismo palestinese di colpire obiettivi ebraici sul territorio italiano, all’interno del cosiddetto lodo Moro.

 Il 3 ottobre 2008 Cossiga rilasciò una lunghissima intervista al quotidiano israeliano Yediot Aharonot.

La clausola, spiegava l’ex capo dello Stato, ex ministro degli Interni legatissimo ai servizi segreti, molte volte primo ministro, equivaleva a una licenza di uccidere gli ebrei, “fiancheggiatori dei sionisti”. 

 La conclusione di Cossiga era perentoria: “Vi abbiamo venduto”.

L’accusa lanciata dall’ex capo dello Stato fu allora completamente ignorata, come erano state lasciate cadere nel vuoto le sue rivelazioni dell’agosto precedente, che confermavano l’esistenza dell’ormai famoso patto segreto tra lo Stato italiano e le organizzazioni palestinesi. 

Chiaramente, allora con Cossiga era stata adoperata, fortunatamente senza conseguenze letali, la stessa strategia usata con Aldo Moro nei 55 giorni della prigionia: farlo passare per pazzo e si sa che di quel che dicono i pazzi non ci se deve curare.

Quell’accordo segreto che sarebbe stato stipulato nella prima metà degli anni Settanta tra i nostri 007 e gruppi palestinesi per evitare attentati in Italia,

riemerge costantemente nei documenti legati ai tanti segreti della storia italiana.

  Se ne parla in relazione all’attentato alla Sinagoga maggiore di Roma del 1982.

Attentato nel quale fu ucciso Stefano Gaj Taché, di due anni, e furono ferite 37 persone.

Un agguato che secondo i documenti desecretati in base alla direttiva Renzi del 2014 era stato “previsto” con 16 successivi alert dal Sisde (l’allora servizio segreto interno) ma che non venne sventato.

Così come quello di Fiumicino del dicembre 1985 ai banchi della compagnia israeliana El Al e a quella americana TWA. 

Il “patto” in quanto tale (si parla di 178 documenti) è ancora coperto dal segreto di Stato, rinnovato dal governo Conte2 nel luglio 2020, un segreto valido per 50 anni.

Ciò accade quando i documenti in questione riguardano la politica estera del nostro Paese.

Perché proprio di questo si tratta.

Non di terrorismo, ma di politica estera.

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