29 Settembre 2023, venerdì
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Quale amicizia è possibile al tempo delle emoticon?

A cura del Prof. Avv. Giuseppe Catapano

Per descrivere i nostri sentimenti o il momento che stiamo vivendo dobbiamo aggiungere ai nostri messaggi una faccina che sorride o piange, che è arrabbiata o che si scusa. Non abbiamo altro modo per comunicare. La cultura è in crisi e sono in crisi le esperienze che danno senso a qualunque linguaggio o tentativo di comunicazione. Per questo dobbiamo ricorrere a codici prestabiliti, codici semplici come una emoticon. È Il mondo appiattito. Tutti vogliamo identificarci rapidamente con un quadro identitario semplificato . Abbiamo a disposizione il quadro dell’identità sessuale, il quadro dell’identità politica, anche il quadro ingenuo di un’identità religiosa trasformata in un muro contro la complessità del mondo.L’amicizia, la prima amicizia è quella con se stessi.Qualche fisico ha confessato che per molti anni ha cercato nella fisica, se non l’amicizia, almeno la tranquillità. La tranquillità di un’indagine sulla materia che gli permettesse di uscire dalla ferita provocata dal tentativo di capire se stesso. Cercare di capire se stesso gli procurava un dolore intenso, il dolore di una bellezza misteriosa. Per questo si era rivolto alla scienza, per trovare la tranquillità che un “universo logico” poteva dargli.  Proprio quando pensava di essersi lasciato alle spalle la sofferenza e il piacere del mistero della persona, il mistero tornò da lui. Si trovava in Giappone per raccogliere dati sui neutrini e fu colto dal pensiero che queste particelle avevano viaggiato per miliardi di anni attraverso l’universo per essere davanti a lui. “Per portarmi un messaggio misterioso da un Universo freddo che apparentemente non si cura di me”, ha ricordato il fisico.

Non c’è emoticon che possa esprimere in modo esauriente questo modo di usare la ragione e il sentimento, questo desiderio di capire “la bellezza che ci colpisce”. Anche la scienza chiede un modo di usare la ragione che vada oltre i codici prestabiliti, codici che si stanno rivelando insufficienti. Ed è lì, nel rapporto con questo punto misterioso, che nasce l’amicizia con se stessi e con gli altri.

L’amicizia non è fatta di idee o di progetti. Ci deve unire  il bisogno di confidarci con qualcuno che desse un senso al nostro senso di sperdutezza”. Questa è probabilmente l’unica forma di relazione che può riempire di contenuto anche le istituzioni di un’amicizia non intimista come orizzonte della convivenza politica.

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