25 Aprile 2024, giovedì
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La meditazione spiegata da Cristina D’Ettole

A cura di Ionela Polinciuc

La meditazione è uno strumento, un’arte di vivere che sempre più si diffonde nella vita quotidiana e nella cultura moderna.

I ritmi incessanti, l’artificiosità della propria quotidianità costringono l’essere umano in una condizione sempre più stressata e inarmonica, nell’ambiente che abbiamo creato è difficile, soprattutto per le nuove generazioni, trovare quel rilassamento necessario a una vita serena e appagante, che fino agli anni 60′ era spontaneamente offerto da una vita generalmente più rustica e legata ai ritmi della Terra. Ebbene, abbiamo intervistato Cristina D’Ettole per cercare di capire meglio questa arte di vivere meglio attraverso la meditazione.

Attraverso la meditazione e la dialettica sull’accoglienza, si può imparare ad essere liberi? Lei organizza corsi specifici al riguardo?

Certo che si può imparare ad essere liberi! Liberi dall’oscillazione esistenziale duale, che pone l’essere umano nella condizione di essere identificato una volta con la tesi e una volta con l’antitesi, gettando la sintesi al di fuori di sé stesso attraverso il fenomeno della proiezione.
Faccio sempre l’esempio del silenzio e del fatto che ogni elemento esistenziale nell’essere umano sia la creazione dentro di lui di due impressioni opposte, questo dato dall’inganno circa la sua natura, che si esplica tramite la separazione sostanziale che vi è fra uomo e donna, senza comprendere che in termini non duali, e i
termini di essenza essi sono fondamentalmente identici, e che ciò che li differenzia è il grado.
Per tornare all’esempio del silenzio, l’identificazione dell’uomo con la sua natura animale e corporea, lo pone in un ricordo viscerale che risale al cacciatore e alla preda, dove l’animale nascosto tace per non far rumore ed essere ucciso, ma ricorda anche l’animale che in silenzio rimane nascosto per non farsi sentire dalla
preda, aspettando il momento giusto per azzannarla.
Ecco che il silenzio per l’essere umano è duale, ed egli oscilla fra il giudizio negativo e positivo per poter trarre delle conclusioni che non usciranno mai dalla sintesi vita-morte all’interno della dinamica della sopravvivenza. Per potere incarnare la sintesi del silenzio ed uscire dal gioco della vittima e del carnefice c’è
necessità di riconquistare il vero potere del silenzio e quindi di ciò che significa accoglienza, ricostruendo il proprio contenitore per poter ricevere nuovi contenuti dall’esperienza.
La dialettica dell’accoglienza quindi punta attraverso la meditazione e l’ascolto delle parole, a porre la concentrazione dell’uomo al di la del suo corpo di materia, per poter venire in contatto più profondo con la coscienza.
La coscienza può cogliere il gioco sottile degli opposti che si alternano dentro ognuno e riuscire a non subire l’armonia, ma a dirigerla coscientemente.
L’obbiettivo è quello di trasformare il processo di sopravvivenza nel quale siamo inseriti alla, passatemi il termine, “Vivenza”.
La vera libertà è una conquista prima di tutto dello spazio dentro se stessi, se non riusciamo a trasformare ciò che ci opprime dall’interno è impossibile cambiare l’esterno, che rimarrà la sintesi delle nostre supposizioni e delle argomentazioni opposte, della battaglia fra tesi e antitesi, che attraverso il fenomeno della ripetizione
supporterà la manifestazione degli stessi scenari di vita.
Bisogna arrivare ad essere la “sintesi vivente”, per essere coerenti con ciò che vorremmo dall’esterno, ed è per questo che è necessario ripristinare un contatto diverso con il proprio respiro, che è quello che ci dona la vita, ricordiamolo “non ci permette di sopravvivere!”
Organizzo dei percorsi di crescita individuale e di risveglio della coscienza, presso il centro olistico e sincrasico che ho aperto a Calenzano – FI- e che si chiama “L’Athena e L’Eolo”. Le sedute della “Fa’vola” si servono dell’invenzione di un mio metodo che ho utilizzato per la mia crescita personale, e che usufruisce della “scrittura creativa” per poter arrivare in contatto con i frammenti che ci separano dalla nostra vera essenza. Organizzo meditazioni gratuite, dove si cerca di ripristinare un contatto diverso con la parte psichica e spirituale attraverso la conoscenza, in una pratica teorica e pratica.

Quali sono i benefici della meditazione?

La meditazione viene spesso fraintesa dai noi occidentali, pensando che sia una disciplina prettamente orientale, argomentando in maniera erronea che le menti creative e sempre in movimento non siano idonee alla meditazione, per la quale è solo una perdita di tempo.
La verità è che per le persone, diciamo attive, è più difficile meditare, perché la loro mente vaga come una scimmia impazzita, saltando da un pensiero ad un altro seguendo il cammino che la sopravvivenza gli impone e raccattando ogni tipo di input proveniente dall’esterno.
La meditazione serve per stabilire una connessione con la propria parte interna che è al di la della mente ordinaria. Semmai “le persone attive” dovrebbero imparare a incanalare in maniera diversa l’energia attraverso la meditazione, per poter espletare il vero talento e non sprecare la loro forza in passaggi obsoleti.
La meditazione scaccia l’ansia e permette di sviluppare una migliore concentrazione e una presenza nel “qui e ora”, ed è una pratica che pone l’essere umano superficiale in un’ altra realtà che va al di la di quello che vede e percepisce con i suoi sensi.

Qual è la prima cosa di cui dobbiamo liberarci quando desideriamo che i misteri desideri si avverino?
Desiderio significa assenza di stelle e quindi di luce, questo ci pone nella necessità di dovere “scandagliare l’ignoto” (trovare il fondo, l’origine nello sconosciuto, nell’inconscio e quindi in ciò che nasconde il desiderare una certa cosa) ovvero ciò che guida le nostre passioni e il nostro fuoco.
Nell’essere umano il mistero del desiderio è contenuto nell’impressione che si ha su una determinata cosa. Vi farò un esempio pratico e personale. Uno dei miei desideri era quello di fare l’insegnante, quindi la passione mi portava verso l’attuazione di questa “impresa”. Se mi si chiedeva il perché, rispondevo che il mio spirito mi spingeva verso questa strada senza nessuna giustificazione apparente se non “Così mi piace!”
Durante il mio percorso di risveglio ho compreso, attraverso la riesumazione dei ricordi segregati nell’inconscio (scandagliare l’ignoto), che quando mia madre, biologa di professione presso l’ospedale, era incinta di me, aveva prestato servizio di supplenza in una scuola (quella è stata la prima e unica volta).

Quindi la mia passione per l’insegnamento era volta al fatto che inconsciamente volevo diventare maestra, per riportare in me il ricordo della pienezza e della protezione, vissuto quando ero in pancia di mia madre.
Questo mi ha fatto comprendere che avevo bisogno di ristabilire un contatto con questa idea, del fatto che la nascita avesse provocato in me l’insicurezza e il timore della vita.
Quando vengono a galla certe cose, il desiderio, l’assenza di stelle e di luce, viene illuminato dalla verità.
Così la necessità di insegnare è passata in secondo piano, occupandomi della verità della passione, che mi aveva spinto a seguire la meta di insegnante. Quindi il desiderio si è trasformato in proposito: il recupero della mia genitorialità.
Questo fa parte del significato di amore incondizionato, poter donare attraverso l’attuazione dei propri desideri, qualche cosa che non sia frutto di un dare e un ricevere che è ancorato nel passato, ma che può esprimere tutta l’emanazione della luce che deriva dalla verità appresa e da quello che ne consegue. Il
desiderio illuminato, cambia totalmente l’avverarsi delle cose.
Ciò che risuona attraverso di noi cambia e attira situazioni che sono libere dal condizionamento passato e che quindi attirano nuove situazioni, e la possibilità di usufruire diversamente di ciò che è necessario per la manifestazione del proposito, che trasmuta letteralmente la parola “desiderio”.

Come nasce la passione per questa fantastica arte e che messaggio vuole trasmettere ai nostri lettori?
Iniziate a prendere in considerazione il fatto che siete soggetti all’impressione di essere svegli quando vivete, mentre state solo sognando ad occhi aperti.
Risvegliate le vostre coscienze, attuate una rivoluzione della coscienza.
Quando sentite la necessità di ribellarvi alle idee degli altri perché non vi sembrano giuste, non pensatela in termini di conflitto, non prestate soccorso alla situazione di disagio che state vivendo attraverso espletare opposizione, perché così ferite inutilmente la persona che vi sta vicino, e vi mettete nella posizione di essere feriti da qualcun’altro! Imparate a perdonare quindi prima voi stessi e poi gli altri per questo comportamento che spesso sembra inevitabile, e imparate a respirare e ad immergervi nel silenzio, per comprendere ciò che veramente occorre per poter dar fiato alle parole attraverso incarnare la sintesi, il respiro che vive e non sopravvive! In parole povere nutrite la vostra conoscenza e la consapevolezza che è l’unica vera terapia ad ogni male, e quindi usate finalmente la saggezza e il buon senso nelle cose.

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