6 Maggio 2024, lunedì
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OCCHIO AI FILLER

Quali sono i trattamenti non invasivi che si possono fare per ringiovanire il viso?

I social hanno cambiato il “landscape” della chirurgia plastica del volto. Le app che ritoccano imperversano e le richieste di “ringiovanimento” ormai si sono moltiplicate così come l’età del pazienti è scesa drasticamente. La chirurgia plastica non invasiva è diventata la più richiesta. In cima alla lista degli interventi soft ci sono il botox e i filler, seguiti a distanza da trattamenti di rassodamento quali la radio-frequenza e i vari laser. Per il botox si inizia verso i 30-35 anni come prevenzione e poi si continua col passare degli anni. È un trattamento molto efficace con risultati ottimi. Ora a Hollywood è di moda dire di averlo abbandonato, ma la realtà è diversa: le celebrities lo fanno ancora ma in dosi più leggere così da sembrare più naturale… I filler tipo Restylene e Juvederm sono usati in due modalità: la prima nei più giovani per creare dei lineamenti più marcati, quali l’angolo mandibolare, zigomi e menti più pronunciati e piccoli difetti al naso; la seconda riguarda il riempimento delle rughe nei pazienti più in là con l’età».

Come scegliere il medico?

«Sono tanti i medici e i chirurghi estetici che operano senza un adeguato training. La specializzazione in chirurgia estetica o medicina estetica è un requisito essenziale per scegliere persone qualificate, ma conta anche l’esperienza che si matura negli anni. Quindi, attenzione a non fare del prezzo una guida: l’esperienza si paga e le complicazioni possono essere gravi. Per questo è importante affidarsi al professionista giusto».

Con le punturine si riduce la possibilità che ci siano complicazioni?

In genere le complicazioni sono inversamente proporzionali all’invasività degli interventi, ma non è sempre cosi. Anzi. L’uso di filler non certificati è così vasto che le reazioni allergiche a lungo termine sono aumentate esponenzialmente. Rimuovere questi filler richiede complicati interventi che a volte sono l’ultima spiaggia per pazienti devastati dalle complicazioni. Per questo è molto importante che il chirurgo vi faccia firmare un consenso informato dove sono indicate le possibili complicazioni. E ritengo fondamentale anche informarsi sui prodotti che vengono usati per assicurarsi che siano i migliori. Negli Stati Uniti ci sono al massimo una decina di prodotti approvati dalla Food and Drug Administration (l’Autorità che regolamenta i prodotti alimentari e  farmaceutici, ndr) mentre in Italia ce ne sono in commercio più di quattrocento. Mi capita spesso di avere pazienti che hanno già fatto questi trattamenti e di chiedergli quale prodotto è stato usato, la stragrande maggioranza non lo sa e non ha mai firmato un consenso informato».

Contributo estratto da altro consumo

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