28 Aprile 2024, domenica
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Pomigliano D’arco: due chiacchiere con Abramo Fiacco, il titolare del ristorante A do’ Abramo

A cura di Ionela Polinciuc

Oggi in un posto magico, a Pomigliano d’Arco in provincia di Napoli, a cercare di capire qual è la ricetta che ha creato continuità e successo a questa meravigliosa attività.

Se siete alla ricerca di un ottimo ristorante dove potete trovare cibo di altissima qualità e un servizio gentile e cordiale, ‘’ A do’ Abramo è da provare.

Sig. Abramo Fiacco, come nasce la sua attività?

‘’ Guardi, la nostra attività è nata 32 anni fa. All’epoca, era un bar, una specie di circoletto dove si giocava a carte. Poi dalla sera alla mattina, ho deciso di cambiare radicalmente tutto, volevo un ristorante. Quindi, il locale per circa 25 anni è stato diviso in due parti. Una parte solo ristorante e pizzeria, l’altra parte era bar. Adesso praticamente sono due anni da quando abbiamo eliminato completamente la parte del bar e abbiamo lasciato solo il ristorante e pizzeria.’’

Lei è anche molto attivo sui social? Vedo comunque il ristorante pieno, la gente come vi conosce?

‘’Si, siamo molto attivi sui social, sia su Facebook che Instagram ma penso che la gente venga da noi anche per una questione di’’ passa parola’’.’’

È Lei lo chef, vero?

‘’Si, sono io lo chef e di questo, mi creda sono davvero molto orgoglioso’’

Come vi siete organizzati durante il periodo di Lockdown?

‘’ Un tasto dolente qui. Quando siamo stati chiusi, sono stato a casa a godermi la mia bellissima famiglia, non sono andato nel panico, ma ho cercato di sfruttare quel momento nel miglior modo possibile. Per un periodo, abbiamo lavorato solo con l’asporto anche se non è stato semplice. Ci siamo praticamente inventati il take away, che già facevamo prima, ma visto che potevamo fare solo delivery la cosa si è intensificata. E posso dire che siamo riusciti a portare avanti il mio sogno, il nostro sogno.’’

Qual è stata la ricetta che ha creato continuità e successo?

‘’Prima di tutto la qualità. Noi, abbiamo sempre puntato tantissimo sulla qualità. Abbiamo un modo tutto nostro di lavorare anche con il cliente. Il cliente che viene da noi a mangiare, di solito ritorna sempre perché si istaura un tipo di rapporto particolare. E come se fosse un amico che passa a salutarti e mangiare qualcosa da te. Siamo in famiglia qui. C’è mia figlia e mia nuora che stanno in sala, mio figlio che è un vero artista in pizzeria, mia moglie che aiuta in cucina, mio fratello in cucina che è addetto al pesce. Quindi, come ben immagina, siamo una grande e bella famiglia. Per il cliente che si siede, questa cosa è evidente. L’occhio del padrone, come si suol dire, ti fa ingrassare.’’ È questo il nostro punto di forza, dopo la qualità.’’

Qual è il vostro piatto più gettonato?

‘’ Guardi, noi siamo per il crudo, a Pomigliano siamo uno dei pochi che lavoriamo cosi tanto con il pesce. Come piatto molto richiesto, abbiamo ‘’ Cacio, pepe e gamberi’’ oppure ‘’Granella di pistacchio, arancia e gambero rosso’’ che sono piatti molto apprezzati. Poi, noi andiamo sul classico, facciamo il granchio, l’aragosta, la pescatora. Quello che troviamo al mercato, lo proponiamo al cliente ed è quest’ultimo che sceglie cosa mangiare, noi cerchiamo di accontentare tutti.’’

Qual è il messaggio che vuole trasmettere a tutti i suoi colleghi che in questo periodo difficile si lamentano?

‘’Il periodo è difficile un po’ per tutti. In questo lockdown si sono salvati i ‘’grandi’’, chi ha una storia alle spalle. Purtroppo, quelli che hanno chiuso, sono praticamente i locali nuovi, i giovani, ma nonostante tutto non bisogna mollare mai. La ristorazione ha sofferto più di tutti, ma adesso la gente ha voglia di uscire, di vivere, quindi dobbiamo essere fiduciosi. Non dobbiamo demordere, questo è uno dei lavori più belli del mondo.’’

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