28 Marzo 2024, giovedì
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Il lato positivo di un conflitto

A cura di Giuseppe Catapano 

Il conflitto può essere definito come una divergenza nella quale ciascuno degli attori coinvolti vuole imporre il proprio punto di vista senza fare concessioni all’altro. È una discordanza tra ciò che una persona desidera e ciò che frena o impedisce la soddisfazione del desiderio stesso.

Poiché ciascuno riveste un ruolo preciso e non uguale agli altri, poiché i valori, la formazione e l’esperienza di ognuno sono diversi da quelli degli altri, poiché ciascun individuo ha una personalità unica, il conflitto è una costante latente dei gruppi di lavoro. Non esiste un’azienda senza conflitto ed è utopico pensare che si possa annullare l’esistenza dei conflitti: laddove c’è uno scambio di idee, c’è anche una diversità di visioni. Terreno fertile per il conflitto.

Se è vero che al conflitto non ci si può sottrarre, è altrettanto vero – ed ecco il rovescio positivo della medaglia – che il confitto può diventare una risorsa importante. Il conflitto descrive una situazione organizzativa che deve essere interpretata. Proprio per questo, apre uno spiraglio per farci capire cosa si deve correggere. È il punto di partenza per attuare quel miglioramento, quel cambio di direzione che può ottimizzare i risultati e il benessere di ogni azienda.

Pertanto, il conflitto non è solo una guerra tra punti di vista o esigenze o valori diversi, ma anche un’opportunità per crescere insieme e ampliare le prospettive e unire le risorse per sviluppare nuove strategie. Per ottenere ciò, occorre affrontare il conflitto con il giusto discernimento e atteggiamento mentale
Per prima cosa, bisogna abbandonare lo stereotipo per cui il conflitto sia soltanto qualcosa di negativo e l’idea che se si litiga si distrugge la relazione, o la relazione non tornerà più come prima. O ancora che ci debba essere per forza una lotta tra “la mia idea contro la tua” e credere che tutto si debba sempre risolvere con un vincitore e un perdente. Si può vincere entrambi e dopo un conflitto si può anche instaurare un legame di maggiore stima e apprezzamento. Sicuramente ognuno di noi lo ha sperimentato. Se si comprende la valenza positiva del conflitto, ecco che ci si può approcciare ad esso con un atteggiamento diverso: costruttivo e – ebbene sì – addirittura collaborativo.Sbaglia chi crede che un conflitto si risolva con la vittoria di qualcuno a discapito di qualcun altro. È invece (molto spesso) possibile individuare strategie sulla base di interessi comuni e arrivare a un compromesso che soddisfi tutti gli attori coinvolti. Il compromesso, tuttavia, può durare solo se c’è reale soddisfazione. La soluzione dev’essere accettabile per tutti e promossa dalla maggioranza degli attori.

Quando si affronta un conflitto in modo costruttivo, c’è solo da guadagnarci. Tutti possono soddisfare gran parte delle proprie aspettative e nessuno rimane veramente scontento. Inoltre, dall’ascolto empatico può nascere una soluzione inaspettata dalla quale il team può trarre un beneficio di livello superiore. E così il conflitto si trasforma in opportunità di successo: personale e aziendale. D’altronde, è proprio nelle situazioni più difficili che nascono le opportunità migliori.

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