24 Aprile 2024, mercoledì
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Water World Day e il valore dell’acqua

Il 22 marzo è la giornata mondiale dell’acqua, quella che a livello internazionale è definito come World Water Day. Una celebrazione in piena regola che si ripete dal lontano 1992,  quando per iniziativa delle Nazioni Unite,  fu istituita per dare risalto all’immenso  valore di questo bene essenziale per la sopravvivenza dell’umanità.

Oltre alla celebrazione gran parte dell’attenzione viene oggi, come ogni anno, focalizzata sulla crisi idrica mondiale e sulle sue implicazioni nell’ordine geopolitico mondiale.

Una denuncia che da quasi 30 anni si ripete  puntuale e circostanziata  sulla situazione di oltre un miliardo di persone a cui non è ancora consentito l’accesso all’acqua potabile in un mondo dove 1 bambino su 5 muore per mancanza di acqua o per l’accesso a fonti non sicure.

L’ONU, dinanzi ad una catastrofe del genere,  ribadisce ancora una volta il suo obiettivo programmatico da realizzare entro il 2030: garantire a tutti l’accesso all’acqua e  ai servizi igienico sanitari entro la fine di questo decennio. Obiettivo non proprio semplice ma fondamentale per eliminare le disparità socio-economiche e per garantire pari dignità ad ogni cittadino del mondo.

Gestione delle risorse idriche: la necessità di una inversione di tendenza.

Quello che sembra certo è che l’acqua non può essere considerata una risorsa illimitata a disposizione dell’umanità. Anzi, è vero piuttosto il contrario per cui bisogna fare in fretta i conti con la possibilità di riserve idriche scarseggianti almeno con l’intenzione di porvi rimedio prima che sia impossibile farlo.

In Italia risulta che spropositato il consumo procapite  attestandosi a 245 litri al giorno.

Semplicemente una situazione che non possiamo più permetterci senza rischiare, che a livello globale, non  si concretizzi quello che viene definito il Day zero, vale a dire il giorno in cui dai rubinetti semplicemente non uscirà più acqua.  

I 245 litri di consumo giornaliero procapite registrati nel nostro paese e attestati dal ISTAT rappresentano appunto l’esempio più evidente  delle cose che non possiamo permetterci a meno che non si voglia rinunciare in pieno a qualsiasi elementare forma di  atteggiamento responsabile. Per avere idea di che  sproposito parliamo basta considerare che secondo l’OMS già  consumare 50 litri al giorno può essere considerato uno spreco.

Una sproporzione rispetto a quello che sarebbe responsabile fare e che trae origine da piccolissime abitudini quotidiane sbagliate, che pur sembrando banali,  determinano una situazione pericolosissima

Solo l’1%, infatti, di quei 245 litri viene consumata per bere rispondendo quindi a una funzione vitale, l’altro 99% viene letteralmente sprecato in lunghissime docce e in mille altri modi del tutto evitabili. Se aggiungiamo al tutto la dispersione idrica del sistema pari al 40% la catastrofe nel nostro paese  non ha bisogno di altri numeri per essere fin troppo evidente.

L’acqua come oro blu.

E’ sempre più frequente definire l’acqua come l’oro blu. Definizione adatta non solo per rimarcarne il valore inestimabile come risorsa fondamentale alla sopravvivenza umana ma anche per sottolinearne che proprio come l’oro si tratta di una risorsa limitata. Tanto importante e tanto limitata che se  per decenni abbiamo familiarizzato con conflitti che avevano ad oggetto ad esempio  il petrolio, oggi iniziamo a prendere consapevolezza di  conflitti armati che hanno oggetto proprio il controllo dell’acqua. L’ONU a tal riguardo parla di ben 50 conflitti di cui 37 armati consumati proprio per il controllo delle falde acquifere e dei corsi d’acqua. Quello che si prevedeva già alla fine del secolo scorso, vale a dire la guerra per l’oro blu, è quello che sta accadendo con diversi focolai disseminati in ogni angolo del mondo. L’acqua diventa, oltre che un elemento di discriminazione, con popoli penalizzati e popoli fortunati,  anche  un elemento della configurazione geopolitica del mondo, alterando e determinando equilibri dettati proprio dalla necessità di garantirsi riserve idonee a consentire  la sopravvivenza dei popoli.

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