27 Aprile 2024, sabato
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NYPD e FBI possibili ideatori dell’assassinio di Malcom X

a cura di Ronald Abbamonte

A più di mezzo secolo di distanza dalla morte, avvenuta con 7 colpi di pistola prima di un discorso da tenere  in occasione della “Settimana nazionale della fratellanza”, sembra che si  diradi un po’ il mistero sui mandanti e sugli esecutori del delitto di Malcom X. Storico e iconico  leader della difesa dei diritti afroamericani e dell’attivismo civile del XX secolo.

A dipanare la matassa delle incognite che da sempre  hanno circondato l’evento delittuoso del 21 febbraio 1965 ci sarebbe una lettera, resa pubblica negli ultimi frangenti dalla famiglia dell’attivista, nella quale si finisce per avvalorare la teoria del complotto, ordito dall’alto, con la partecipazione attiva sia del Dipartimento di polizia di New York che dell’FBI. La missiva è quella dell’ormai  defunto Raymond Wood, all’epoca dei fatti, agente sotto copertura del dipartimento della polizia di New York e  nella quale si fa  menzione di una serie di pressioni ricevute da quest’ultimo affinché inducesse 2 membri della sicurezza a commettere reati e a finire in prigione nei giorni immediatamente antecedenti all’attentato. Lo scopo era quello, quindi, di menomare attraverso gli arresti lo staff predisposto alla sicurezza dell’attivista in modo da rendere più semplice l’esecuzione del suo assassinio. In particolare questa mossa avrebbe garantito agli attentatori che la vittima rimanesse del tutto sprovvista di protezione al suo ingresso nell’Audubon Ballroom dove fu poi assassinato.

Se il tutto venisse confermato dalle prossime indagini sarebbe chiaro  che la teoria del complotto di stato, sempre ipotizzata nel corso dei decenni, appare come la più probabile e che consequenzialmente coloro i  quali continuano a ritenersi i  responsabili in realtà sono innocenti. Il riferimento è ai 3 membri del National of Islam ritenuti i responsabili dell’omicidio e di cui, già l’anno scorso per iniziativa del procuratore distrettuale di Manhattan, si è chiesta la revisione delle condanne.

L’iniziativa di rendere di pubblico dominio il contenuto della lettera presa dalle tre figlie di Malcom X e volta ad ottenere, sulla base delle nuove prove la riapertura delle indagini, testimonia che non c’è   rassegnazione ad accontentarsi di quanto finora appurato dalle indagini e che è ancora ferma l’intenzione di fare giustizia, su tutti gli effettivi responsabili,  che hanno portato alla morte dell’allora trentanovenne leader del movimento di  difesa dei diritti civili degli afroamericani.

Alla stessa iniziativa prendono parte anche i membri della famiglia Wood oltre che il famosissimo avvocato per i diritti civili Ben Crump, sempre in prima linea in casi del genere.

La teoria che vede il dipartimento della polizia di New York e l’FBI come ideatori dell’assassinio se contestualizzata al particolare momento storico e alla considerazione con la quale, all’epoca, gli apparati di potere valutavano la figura di Malcom X non appare affatto inverosimile. Non a caso fin dal 1950 Malcom X era finito sotto osservazione prima dell’FBI e poi della CIA  a cui sicuramente non erano piaciute il suo dichiararsi apertamente comunista e il suo schierarsi altrettanto apertamente contro la guerra in Corea.

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