23 Aprile 2024, martedì
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Governo Draghi,un voucher per ricollocare i lavoratori: via al piano da 3,5 miliardi

Cinquecento milioni già disponibili con la legge di Bilancio e altri 3 miliardi inseriti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. L’assegno di ricollocazione che Mario Draghi ha citato nel suo discorso al Senato come strumento principale per le politiche attive del lavoro esiste in Italia da circa cinque anni, ma è stato usato molto poco ed è ancora, di fatto, un oggetto misterioso. Obiettivo del governo è appunto rilanciarlo e potenziarlo, in contemporanea con il rafforzamento dei centri per l’impiego.

L’idea dell’assegno è abbastanza semplice: si tratta di una dote (fino ad un massimo di 5 mila euro, anche in base al concreto risultato ottenuto in termini occupazionali) che il lavoratore può spendere presso i centri per l’impiego e agenzie private per il lavoro, per riqualificarsi e mettersi in condizione di trovare effettivamente un nuovo posto di lavoro. L’ente prescelto assisterà la persona con l’assegnazione di un tutor, la promozione del suo profilo professionale presso i potenziali datori di lavoro e altre forme di assistenza personalizzata. Soprattutto in una fase come quella attuale la possibilità di trovare lavoro passa anche per la possibilità del lavoratore di reinventarsi e acquisire nuove competenze: percorso ragionevole sulla carta ma nei fatti terribilmente complicato, anche per le condizioni certo non ottimali in cui si trova il sistema dei centri per l’impiego.

Per definire il funzionamento dell’assegno di ricollocazione nella sua nuova versione servirà una delibera dell’Anpal, con il via libera del ministero del Lavoro e il parere delle Regioni, che devono essere pienamente coinvolte nel processo. Proprio questo è il passaggio sul quale il nuovo esecutivo dovrebbe accelerare, per spendere intanto i 500 milioni disponibili e preparare il terreno ad un utilizzo efficace dei fondi europei. Dunque ci sarà un forte impulso all’Anpac per adottare questo provvedimento ed evitare che resti tra  È importante notare che la somma dell’assegno arriva all’ente che aiuta il lavoratore solo se questo riesce effettivamente a trovare lavoro: gli importi, in base alle regole attuali, sono graduati: da 250 a 1.250 euro in caso di contratto da 3 a 6 mesi, da 500 a 2.500 se il contratto è a termine con una durata di almeno 6 mesi, da 1.000 a 5.000 euro in caso di contratto a tempo indeterminato con apprendistato.

L’assegno è compatibile con una serie di altri strumenti di protezione sociale: può ottenerlo infatti chi si trova in Cig (anche in caso di sospensione del rapporto di lavoro per cessazione dell’attività), chi percepisce la Naspi da almeno quattro mesi. Sono invece esclusi coloro che grazie agli ammortizzatori sociali riescono a maturare i requisiti per la pensione. Un caso particolare è quello del reddito di cittadinanza. Attualmente chi lo percepisce e deve sottoscrivere un patto per il lavoro ha diritto all’assegno di ricollocazione, ma di fatto il meccanismo ha risentito dei problemi più generali manifestati dal reddito di cittadinanza proprio sul versante dell’occupazione.

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