Quelli che chiamiamo semplicemente test, sono di solito test sierologici o anticorpali, mentre quando si parla di tamponi si intendono i test molecolari (il tampone è la modalità di raccolta del campione biologico). I primi ci dicono se siamo venuti in contatto con il virus, i secondi se siamo infetti nel momento in cui eseguiamo il test.
I test molecolari (o tamponi) individuano il genoma del virus e sono una fotografia del presente: dicono cioè, anche senza sintomi, se siamo infetti e quindi contagiosi. La sua precisione è molto alta ed è il test di riferimento per la diagnosi del Covid-19.
I test sierologici o anticorpali – che prevedono l’analisi del sangue con un prelievo o con un pungidito – vanno invece a cercare le immunoglobuline IgG e IgM, cioè gli anticorpi, che sono le armi di difesa dell’organismo contro le malattie infettive.
Le IgM sono le prime ad esser prodotte e se ne trovano tracce già dopo 4-5 giorni dalla comparsa dei sintomi, un po’ di più se i sintomi non si sono manifestati. Le IgM tendono a scomparire dopo qualche settimana e indicano quindi se c’è o c’è stata un’infezione recente.
Le IgG si formano invece due o tre settimane dopo il contatto con il virus (ma possono comparire anche prima) e le loro tracce si possono trovare anche dopo qualche mese. Indicano quindi se c’è stata infezione nel passato. Le IgG sono la memoria del sistema immunitario e vengono messe in campo quando il virus si ripresenta, assicurando quindi un’immunità duratura.
Cosa distingue test sierologici qualitativi e quantitativi
Il test quantitativo, fatto in laboratorio dopo un prelievo venoso classico, misura la quantità di anticorpi. Questo ci può dire se siamo buoni produttori di anticorpi e fornisce indicazioni sul nostro livello di immunità. Il test qualitativo rileva esclusivamente la presenza o l’assenza di anticorpi IgG e IgM, senza dare indicazione sulla quantità di anticorpi presenti.
Entrambi i test oggi hanno alti livelli di affidabilità. Altre due parole che sentiamo sovente sono sensibilità e specificità di un test.
Sensibilità è la capacità di individuare correttamente le persone che sono entrate in contatto con il virus, limitando i falsi negativi.
Specificità è la capacità di individuare correttamente le persone che non hanno incontrato il virus, limitando quindi i falsi positivi.
Vediamo ora cosa indicano i risultati dei test:
- tampone positivo: è in atto l’infezione e sei contagioso. Si può risultare positivi per parecchio tempo perché dipende da quanto tempo ci mette il nostro organismo a neutralizzare il virus. Si sta studiando se e quanto nel frattempo la carica di contagiosità diminuisca
- tampone negativo: non hai il virus e non sei contagioso. Ma per esserne certi vanno fatti due tamponi, dato che il materiale da analizzare potrebbe non essere sufficiente per dare un risultato certo o il campione potrebbe non essere stato prelevato correttamente
- IgM e IgG negative: non c’è stata infezione o l’esposizione al virus è troppo recente per rilevare la reazione immunitaria
- IgM e IgG positive: l’infezione è in corso ed è stata contratta da poco tempo
- solo IgM positive: l’esposizione al virus è molto recente
- solo IgG positive: l’infezione c’è stata ma non è recente