20 Aprile 2024, sabato
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Il Coronavirus e la politica di “industrializzazione” all’offerta di cure: così funziona in Europa

|a cura di Maria Parente

 

Smentita la voce che si tratti di una normale influenza, il Coronavirus viene classificato come una nuova malattia che colpisce gravemente i polmoni che, colonizzati dal virus, vengono impediti al normale svolgimento della loro attività. La polmonite interstiziale, che si distingue dalla polmonite lobare di natura batterica, è una grave complicanza del Covid-19 con quadri radiologici importanti e severi: colpisce l’interstizio, ossia il tessuto che sta tra gli alveoli, provocando una difficoltà respiratoria che nelle forme più gravi può dar luogo alla temibile ARDS (la sindrome da distress respiratorio acuto) che, se non adeguatamente trattata in terapia intensiva, può anche portare alla morte.

La terapia intensiva dunque, per le persone già affette da altre patologie, rappresenta l’unica speranza di vita qualora colpite da Coronavirus: il problema italiano è che purtroppo tutt’ora non ne esistono così tante da poter accogliere un numero sempre crescente  dovendo tenere in considerazione i posti già occupati da altri pazienti ammalati o incidentati che di per certo non possono esser licenziati per accogliere i pazienti COVID19.

Nel resto d’Europa una pronta risposta all’emergenza Coronavirus sembra derivare da una politica di industrializzazione dell’offerta di cure con la costruzione di ampie aree dotate di servizi comuni in cui decine di medici di differenti specialità offrono centinaia di consulenze al giorno. Lavorare in grandi open space, con segreterie, assistenza infermieristica, portantini, ausiliari in comune, può garantire un certo numero di vantaggi economici. Il guadagno clinico è meno chiaro: le “fabbriche della salute” sono lontane dall’auspicata medicina personalizzata e, cruciale in particolare per le malattie croniche, la centralizzazione in grossi sistemi “efficienti” non permette di rispondere alla necessità di un contatto rapido e personale tra paziente e curante.

Peccato che questo sistema industrializzato non sia compatibile con la fuga delle malattie dal vaso di Pandora: il paziente sembra perdere la priorità in un sistema che pone al centro la sinergia tra le figure in campo medico , sempre più distanti dalle reali esigenze degli assistiti. I costi aumentano così come anche la burocrazia , i tempi si rallentano, un dispendio di risorse ed energie che fanno ben comprendere quanto sia distante l’unico ed essenziale scopo del sistema sanitario.

 

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