19 Aprile 2024, venerdì
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SMCV, a Palazzo Melzi “Le ragioni del Boia”(Graus edizioni)a cura dell’Avv.Giuseppe Garofalo con la partecipazione dell’Avv.Prof. Carlo Taormina

Santa Maria Capua Vetere, la città del Foro, ospita e precisamente all’interno delle maestosa mura di Palazzo Melzi, il convegno di presentazione del libro “Le Ragioni del Boia”(Graus edizioni), scritto dall’Avv. Giuseppe Garofalo . L’evento moderato dal Dott.Ugo Clemente, Direttore editoriale “Cronache di Napoli” e “Cronache di Caserta” e introdotto dai saluti del Prof.Lorenzo Chieffi, direttore del Dipartimento di Giurisprudenza Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, Avv. Antonio Mirra,Sindaco della città di S.Maria Capua Vetere, Avv.Adolfo Russo, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di S.M.C.V.,Avv. Francesco Saverio Petrillo,Presidente della Camera penale di S.M.C.V. dell’ vede la partecipazione di illustri ed autorevoli esponenti del panorama giudiziario: l’Avv. Prof. Caro Taormina, Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Dott.Alessandro D’Alessio, Sostituto Procuratore presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, Avv. Prof. Mariano Menna, ordinario di Procedura Penale Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”.

L’evento è stato organizzato dalla Camera Penale di S.M.C.V.,in collaborazione con il Consiglio dell’Ordine con l’Università”Luigi Vanvitelli” e cn il Patrocinio del Comune di S.M.C.V.


 

Intervista Avv. Giuseppe Garofalo, autore del libro “Le ragioni del Boia”

(Graus edizioni)

Il libro si incentra sul ruolo della giustizia nella Napoli borbonica in cui i protagonisti sono vittime e colpevoli, prede di una giustizia che fa da “cacciatrice”. Quanto influisce lo scenario sociale del XVIII e XIX secolo alla resa di una giustizia “ingiusta”?

“Con il mio quarto libro “Le ragioni del Boia” ho voluto fortemente dare vigore al ruolo della Giustizia afferente al periodo storico tra XVIII e XIX sec. e dunque riflettori puntati sulla giustizia borbonica, repubblicana e a seguire la giustizia bonapartistica. La giustizia di quell’epoca era completamente staccata dalle necessità e bisogni pubblici perché la funzione a cui assolveva a quei tempi era principalmente proiettata a mantenere il potere di chi presiedeva al potere. Una giustizia “ingiusta” che si oppone ad ogni evoluzione: i condannati, difatti, andavano incontro a morte sicura con l’esecuzione penale. Vi racconto brevemente l’episodio : il generale Rodio fu condannato a morte e i difenso presenti in aula non si opposero nonostante fossero due grandi avvocati. Complicità o mancanza di coraggio? Questo è l’interrogativo che percorre e caratterizza il racconto.


Intervista Avv.Prof. Carlo Taormina, Università degli Studi di Roma Tor Vegata

Il libro ci racconta della figura di una giustizia scomoda rimessa alla volontà dei giudici. Un Avvocato del suo calibro e dall’esperienza che conta come interpreta la questione?

Le ragioni del Boia”, racconto storico di grande rilievo scritto dall’autorevole AVv. Giuseppe Garofalo, è un capolavoro letterario che dovrebbe essere studiato in tutte le università d’Italia. Il titolo, d’altronde, è eloquente:“Le ragioni del boia” ad indicare una esigenza di spostamento dell’ottica: guardiamo al boia attuale che è l’esecuzione penale considerata come l’aspetto più pesante per un condannato, diversamente l’Autore afferma che il vero boia è in realtà il Giudice ,con la sua arbitrarietà con le sue defaiance, con la sua politicizzazione e la sua ignoranza.  Lo definisco un libro di estrema profondità: emozionante perché si vive il momento giudiziario per come è,senza filtri,dalla celebrazione del processo all’impiccagione e di grande ammaestramento per il futuro ed anche per il presente.

Uno dei capitoli fondamentali del libro è intitolato “il coraggio del difensore”, tra le varie ipotesi in cui si può esplicare il coraggio deve essere considerata quella nel prendere di petto l’ avversario naturalmente nel rispetto della persona anche se purtroppo questo accade raramente nelle aule della giustizia, l’avvocato purtroppo è incapace per un verso e  per altro si appiattisce per suoi interessi personali.

a cura di Maria Parente

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