10 Maggio 2024, venerdì
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Kristian Ghedina ,dallo sci all’automobilismo: “Promuovo lo sport per disabili, devo molto ad Alex Zanardi”

E’ stato il più grande velocista dello sci italiano, Kristian Ghedina: 13 successi in Coppa del mondo, di cui 12 in discesa. Dopo il ritiro dalle nevi nel 2006, Ghedina, 49 anni, si è dedicato all’automobilismo, ha fatto da “cavia” per lo sviluppo di nuove tecnologie come l’air bag, ha partecipato a corsi e campagne per promuovere lo sport tra le persone diversamente abili. Intervistato da La Repubblica, Ghedina racconta le sue esperienze con la disabilità. “Devo moltissimo-racconta-ad Alex Zanardi: non solo mi ha aiutato a crescere ma anche che il mondo paralimpico non vuole essere commiserato, ma guardato e rispettato per le qualità che mostra e porta in campo. ”

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“Non solo, ma è proprio grazie a Zanardi che ho deciso di lasciare lo sci per avvicinarmi all’automobilismoHo iniziato con delle gare nel  Gran Turismo e poi con la Formula 3000. Ho trovato delle similitudini con lo sci: l’adrenalina e nello stesso tempo la capacità mentale di gestire la gara. Da qualche tempo , insieme collaboriamo con SciAbile, una onlus che lavora da più di 15 anni in questo campo e che è nata dalla collaborazione tra BMW Italia e la scuola di sci Sauze d’Oulx Project. L’idea è quella di permettere a persone con varie tipologie di disabilità, fisiche e mentali, di sciare e fare snowboard gratuitamente. Alla fine, siamo noi che impariamo più da loro che loro da noi. Lo dico anche grazie a un’altra esperienza fondamentale, quella di un amico di Cortina anche lui, Fabrizio Zardini, che dopo un un incidente con il deltaplano nel ’90 è diventato paraplegico, due anni dopo era già in pista: sullo slittino dello sci di fondo alle Paralimpiadi di Tignes-Albertville del ’92, mentre a quelle di Salt Lake City nel 2002 ha vinto l’oro sugli sci nel superG e il bronzo in discesa. Come Alex, è uno sportivo nel senso più profondo e completo. Tra le variabili e le molte combinazioni dello sport, quello che conta è sempre la stessa cosa per tutti, abili e diversamente abili: il lavoro, l’allenamento, i sacrifici, la fatica, la passione”.

a cura di Maria Parente

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