Sono riprese all’alba le operazioni di ricerca e recupero dei cadaveri nel relitto del peschereccio carico di immigrati naufragato giovedì scorso davanti all’isola dei Conigli a Lampedusa. Sono 249 le vittime finora recuperate, tredici delle quali tra ieri e stamattina. Ieri pomeriggio i palombari della Marina sono entrati nello scafo, che contiene ancora decine di morti. La procura di Agrigento ha ordinato il fermo del presunto scafista del naufragio. E’ il tunisino Kaled Bensalam, di 35 anni, indicato da alcuni testimoni come il ‘comandante’. E’ indagato anche per naufragio e omicidio volontario plurimo. A inchiodarlo ci sarebbero numerose testimonianze di sopravvissuti al naufragio.
Le ricerche Nonostante la pioggia, le condizioni del mare sono favorevoli alle operazioni, in cui è impegnata anche la nave militare “Cassiopea”.
“Sono impegnati circa 40 operatori subaquei – spiega a Sky Tg24 Gianni Dessì, coordinatore delle operazioni subacquee – Stiamo svolgendo il lavoro all’interno del relitto, stiamo procedendo molto in profondità. Questa è l’operazione più tecnica che richiede maggior freddezza. Si deve penetrare all’interno del relitto, gli ambienti sono bui, bisogna rimuovere ogni ostacolo, operare con delicatezza portando le salme fuori in spazi molto ristretti. Parliamo di immersioni a 47-48 metri di profondità e sott’acqua si può stare poco. Operiamo sui 20′ a coppia” La Procura di Agrigento ha annunciato per questa mattina una conferenza stampa sui “recenti fatti di Lampedusa”.
Ancora nuovi sbarchi Il flusso di migranti dall’Africa intanto non accenna a diminuire. E’ arrivato dopo le 5 di questa mattina nel porto di Catania il mercantile “Begonia G.” battente bandiera panamense che ieri, a 60 miglia al largo della costa Siracusana, aveva recuperato circa 250 migranti, per lo più sedicenti siriani e palestinesi: tra loro 79 minori. Il mercantile ha soccorso gli extracomunitari in difficoltà su un barcone, su disposizione e coordinamento della Centrale operativa del comando generale delle capitanerie di porto.
Le proteste. Nel Centro di accoglienza dell’isola ci sono state proteste e momenti di tensione. I migranti, esasperati da condizioni di vita impossibili rese ancora più precarie dalla pioggia che da un paio di giorni sta cadendo su Lampedusa, hanno preso i materassi e li hanno buttati all’esterno e hanno tentato di bloccare la partenza di alcuni pullman. “Siamo stanchi di vivere così, come animali” hanno detto. La situazione è sotto controllo dalle forze dell’ordine presenti all’interno del Centro ma la tensione resta alta. Proteste anche al Cie di Pian del Lago, a Caltanissetta.