3 Dicembre 2025, mercoledì
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Ucraina, gelo tra Mosca e Bruxelles: Putin accusa l’Europa, Zelensky intravede la fine della guerra

Il Cremlino accusa l’Unione Europea di frenare il negoziato con Washington. Zelensky parla di spiragli concreti per il piano di pace ma ammette che restano punti da definire. Sullo sfondo la battaglia sugli asset russi congelati e il no della Bce alle garanzie richieste.

Nel nuovo scambio di accuse che attraversa il fronte diplomatico della guerra in Ucraina, le parole pronunciate da Vladimir Putin hanno aggiunto tensione a un quadro già precario. Il presidente russo ha puntato il dito contro l’Europa, accusandola di ostacolare gli sforzi degli Stati Uniti per una soluzione negoziale. Una dichiarazione secca, accompagnata da un monito che non lascia margini interpretativi: se l’Europa vuole la guerra, ha detto Putin, la Russia è pronta.

Il leader del Cremlino ha scelto ancora una volta di collocare l’Unione Europea nel ruolo di attore destabilizzante, attribuendo a Bruxelles la responsabilità di bloccare il dialogo con Washington. Una strategia retorica che mira a dividere il fronte occidentale e che arriva mentre la diplomazia internazionale tenta di riattivare contatti su più livelli.

Dall’altra parte, Volodymyr Zelensky ha offerto una lettura opposta della fase in corso. Durante una visita in Irlanda, il presidente ucraino ha sostenuto che oggi esista una possibilità concreta, più forte che in passato, di avvicinarsi alla fine del conflitto. Il riferimento è ai lavori sul piano di pace, di cui esiste una bozza aggiornata composta da venti punti elaborati negli incontri tenuti a Ginevra e in Florida. Zelensky ha però precisato che alcuni nodi restano ancora da sciogliere prima di poter arrivare a un documento definitivo.

Il presidente ucraino ha ribadito anche un altro punto che da mesi è al centro del confronto con l’Europa: l’utilizzo degli asset russi congelati nei Paesi dell’Unione. Per Zelensky, è arrivato il momento di impiegare quei fondi per finanziare la ricostruzione dell’Ucraina e obbligare Mosca, per via economica e giudiziaria, a rispondere delle proprie responsabilità. Ha inoltre insistito sulla necessità che la Russia “paghi” quanto accaduto, anche attraverso l’azione di un tribunale internazionale.

In questo scenario già carico di tensioni, una rivelazione del Financial Times aggiunge un ulteriore elemento di complessità. Secondo il quotidiano britannico, la Banca Centrale Europea avrebbe rifiutato di fornire garanzie per un prestito da 140 miliardi destinato all’Ucraina. Un rifiuto che riflette l’estrema cautela delle istituzioni finanziarie europee in un contesto in cui l’impiego dei proventi generati dagli asset russi congelati resta oggetto di dibattito politico e valutazioni giuridiche.

Così, mentre il Cremlino rilancia accuse e avverte di essere pronto a un conflitto prolungato, Kiev insiste sulla via diplomatica e sulla necessità di un sostegno economico stabile. Nel mezzo, un’Europa che continua a cercare un equilibrio tra fermezza nei confronti di Mosca, vincoli normativi e la pressione crescente di un conflitto che, nonostante gli spiragli citati da Zelensky, appare ancora lontano da una soluzione definitiva.

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