22 Novembre 2025, sabato
HomeItaliaPoliticaMisiani: “Il governo brinda al rating, ma l’Italia reale resta al palo”

Misiani: “Il governo brinda al rating, ma l’Italia reale resta al palo”

Il responsabile Economia del Partito Democratico commenta la promozione di Moody’s: un segnale positivo, afferma, che però non incide sulle condizioni di vita degli italiani. Crescono povertà, salari bassi e difficoltà di accesso alla sanità, mentre la legge di bilancio 2026 evita i nodi strutturali del Paese.

La promozione di Moody’s all’affidabilità del debito italiano viene salutata dal governo come una vittoria politica. Ma dalle file del Partito Democratico arriva una lettura affatto trionfalistica. Antonio Misiani, responsabile Economia del partito e già viceministro, riconosce il valore tecnico dell’upgrade, ma respinge l’idea che esso possa cambiare la prospettiva quotidiana degli italiani.

In una nota diffusa nelle ultime ore, Misiani distingue nettamente il piano finanziario da quello sociale. Le valutazioni delle agenzie di rating, spiega, sono strumenti autorevoli e utili per misurare la solidità dei conti pubblici. E non è il PD, precisa, ad averne sminuito il ruolo negli anni passati. Ricorda infatti come Giorgia Meloni, quando sedeva all’opposizione, definisse le agenzie “pagliacci camuffati da inquisitori” o “strumenti opachi in mano a interessi privati”, arrivando a proporre la creazione di un’agenzia europea per superare quelle che considerava “speculazioni di Moody’s”. Oggi, aggiunge, la premier sembra attribuire alle stesse agenzie un valore quasi salvifico.

Per Misiani, invece, la questione è più complessa e riguarda la direzione complessiva della politica economica nazionale. Se il governo si compiace del giudizio finanziario, osserva, la realtà dell’economia italiana racconta un altro scenario: crescita debole, apparato produttivo che perde terreno, interi settori industriali in sofferenza. Mentre lo spread si stabilizza, il Paese continua a confrontarsi con una serie di fragilità strutturali che, secondo il PD, l’esecutivo non affronta con la necessaria determinazione.

Il quadro sociale, nella ricostruzione di Misiani, è ancora più severo. I salari reali restano inferiori ai livelli di pochi anni fa. La povertà assoluta raggiunge il suo massimo storico e colpisce, sottolinea, una famiglia operaia su sei. È un’Italia che vive sotto pressione, dove persino la salute diventa un bene difficile da raggiungere. Quasi sei milioni di persone, afferma l’esponente dem, rinunciano alle cure per il combinato disposto di liste d’attesa interminabili nella sanità pubblica e di un settore privato che molti non possono permettersi. Rispetto a tre anni fa si contano un milione e settecentomila rinunce in più, un indicatore che fotografa con crudezza la distanza tra i numeri della finanza e quelli della vita quotidiana.

A fronte di tutto questo, Misiani giudica l’impostazione della legge di bilancio 2026 inadeguata: poche risorse, misure che non favoriscono in modo significativo consumi e investimenti, nessuna strategia incisiva per riattivare la crescita e rafforzare la coesione sociale. È la dimostrazione, sostiene, che il governo si occupa solo marginalmente delle difficoltà reali degli italiani, mentre celebra un riconoscimento finanziario che, da solo, non basta a rimettere in moto il Paese.

Per l’esponente democratico, l’Italia merita un’agenda economica diversa, in cui al centro tornino le condizioni materiali di milioni di cittadini. Il rating, conclude, non è un obiettivo politico: è uno strumento. Ed è ben poca cosa, se non corrisponde a una politica che offra risposte concrete alla vita delle persone.

Sponsorizzato

Ultime Notizie

Commenti recenti