17 Luglio 2025, giovedì
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Meloni: “Difesa europea solo dentro la NATO. La pace si costruisce con la deterrenza”

In Senato il premier ribadisce il primato dell’Alleanza Atlantica e difende l’aumento delle spese militari. Fiducia sulla tregua in Medio Oriente, ma scontro politico con l’opposizione sulle responsabilità del conflitto

“Sarebbe un errore pensare di costruire una difesa europea parallela a quella della NATO. Sarebbe una duplicazione inutile.”
Con queste parole, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha replicato in Senato alla discussione in vista del prossimo Consiglio europeo, affrontando con decisione il nodo della sicurezza comune e del riarmo. Secondo la premier, l’architettura difensiva dell’Occidente non può prescindere dalla cornice dell’Alleanza Atlantica: “La NATO non ha un proprio esercito, ma si fonda sulla cooperazione tra forze armate nazionali. L’obiettivo è rafforzare una colonna europea dentro la NATO, non crearne una alternativa”.

Meloni ha poi rivendicato la necessità del riarmo in chiave di deterrenza. “Si dice che il riarmo sia stato all’origine della guerra, ma io — ha spiegato — la penso come i romani: si vis pacem, para bellum. Dotarsi di una difesa non significa voler attaccare, ma impedire che il conflitto abbia luogo. La pace si garantisce con la forza della dissuasione”.

Medio Oriente: “Segnali contraddittori da Teheran”

Nel suo intervento, la premier ha anche commentato l’evoluzione della crisi in Medio Oriente. “Questa mattina sembrava che si potesse consolidare la tregua, poi la situazione si è nuovamente complicata. C’è stata una violazione da parte iraniana, e Israele potrebbe reagire. Tuttavia, il successivo messaggio di Teheran — che ha riaffermato la volontà di rispettare il cessate il fuoco — lascia intravedere possibili fratture interne nel regime, un elemento da considerare con attenzione”.

Nonostante l’incertezza, Meloni ha ribadito la posizione del governo italiano: “Siamo ancora fiduciosi che si possa proseguire nel percorso di tregua e riaprire il canale delle negoziazioni. La diplomazia resta l’unica via percorribile”.

Trump, Israele e lo scontro con l’opposizione

Nel dibattito è emersa anche la polemica sulle responsabilità del caos globale, dopo le accuse dell’opposizione alla gestione dell’ex presidente USA. “Non sono d’accordo che sia stato Trump a generare il caos — ha replicato Meloni — queste mi sembrano semplificazioni. È vero che c’è un’escalation in corso, ma ha radici più profonde e non nasce oggi”.

Le sue parole hanno però subito provocato una dura reazione da parte del Movimento 5 Stelle. La vicepresidente del partito, Chiara Appendino, intervenuta alla trasmissione Coffee Break su La7, ha accusato la premier di “pavidità” e di “non aver avuto il coraggio di condannare Netanyahu come criminale di guerra”. Secondo Appendino, Meloni avrebbe perso “l’occasione di dire con chiarezza che questa non è la nostra guerra” e di escludere l’uso delle basi italiane in caso di conflitto esteso.

“Non vogliamo — ha aggiunto — che l’Italia venga trascinata in un conflitto che non ci appartiene e che rischierebbe di generare nuove tensioni, attentati, ondate migratorie e un nuovo caro energia”.

Il confronto parlamentare ha così offerto l’ennesima istantanea di una maggioranza compatta nel difendere il ruolo dell’Italia nella cornice NATO e di un’opposizione che chiede una discontinuità netta, soprattutto sul fronte mediorientale. Sullo sfondo, resta una scena internazionale sempre più instabile e polarizzata.

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