25 Giugno 2025, mercoledì
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Gaza sotto le bombe, oltre 50 morti. Hamas a Trump: “La Striscia non è in vendita”

Raid israeliani continuano a mietere vittime nella Striscia. Cresce la pressione internazionale mentre Doha accusa: “Così si affonda ogni speranza di tregua”. Trump: “A Gaza la gente muore di fame, serve una soluzione”.

Gaza, la notte si tinge ancora di sangue. I bombardamenti israeliani sull’enclave palestinese non si fermano: solo nelle ultime ore si contano almeno 50 vittime. Una spirale di violenza che sembra divorare ogni spazio di diplomazia, mentre si affievoliscono le speranze di un cessate-il-fuoco sostenibile.

A far esplodere nuove tensioni, anche le parole pronunciate da Donald Trump durante un intervento ad Abu Dhabi. “Bisogna risolvere la questione di Gaza, la gente muore di fame e accadono molte cose orribili”, ha detto l’ex presidente americano, evocando non meglio precisati “progetti” per il futuro della Striscia. Parole che hanno scatenato la reazione immediata di Hamas: “Gaza non è in vendita”, ha tuonato il movimento islamista, bollando le dichiarazioni di Trump come “interferenze inaccettabili”.

Il contesto resta drammatico. Gli aiuti umanitari sono bloccati dall’inizio di marzo. Israele sostiene di aver già consentito l’ingresso di aiuti sufficienti durante il cessate-il-fuoco di sei settimane, accusando Hamas di averne requisito gran parte. Ma ora sono gli stessi vertici militari israeliani a lanciare l’allarme: secondo fonti interne all’IDF, Gaza sarebbe ormai sull’orlo della carestia.

A rincarare la denuncia, Human Rights Watch, che parla apertamente di “blocco umanitario usato come strumento di sterminio”. Parole durissime, che si inseriscono in un quadro di sofferenza estrema: famiglie allo stremo, infrastrutture al collasso, ospedali privi di medicinali, e il fabbisogno alimentare che cresce esponenzialmente ogni giorno.

Nel frattempo, dal Qatar – mediatore chiave nelle trattative per la tregua – arriva una condanna altrettanto netta: “I bombardamenti dell’IDF ostacolano in modo diretto e sistematico il processo negoziale”, ha affermato il primo ministro Mohammed bin Abdulrahman Al Thani. Per Doha, ogni colpo sganciato sulla Striscia allontana la possibilità di un accordo, e radicalizza ulteriormente una crisi che rischia di esplodere in un nuovo conflitto regionale.

Sullo sfondo, la diplomazia internazionale fatica a trovare un ruolo efficace. Mentre si discute di possibili corridoi umanitari e di una missione d’interposizione, il numero dei morti continua a salire. E Gaza, come spesso accade, resta ostaggio di calcoli geopolitici, leadership divise e vite spezzate.

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