18 Maggio 2025, domenica
HomeArte & Cultura“Aniello Vintitrè”: la voce spezzata dell’infanzia negata

“Aniello Vintitrè”: la voce spezzata dell’infanzia negata

Al Teatro Instabile di Napoli, una pièce intensa e poetica firmata da Salvatore Formisano con Sasà Trapanese protagonista di un monologo potente, tra abbandoni, illusioni e desiderio di riscatto.

Il grido sommesso di chi non ha avuto voce. Sabato 10 maggio alle ore 20, sul palco del Teatro Instabile di Napoli, diretto da Gianni Sallustro, va in scena “Aniello Vintitrè”, dramma scritto e diretto da Salvatore Formisano, interpretato con toccante intensità da Sasà Trapanese. Un’opera teatrale che non lascia indifferenti, capace di scavare nella memoria collettiva e accendere i riflettori su una realtà spesso rimossa: quella degli orfanotrofi e dell’infanzia sottratta.

Il protagonista, Aniello, è l’emblema di una generazione invisibile, figlio dei “bassi” napoletani, cresciuto in un microcosmo di povertà dignitosa, ma strappato alla madre in nome di una presunta salvezza. Il suo racconto si snoda tra i ricordi spezzati di un’infanzia vissuta tra promesse mai mantenute, maltrattamenti, sogni infranti e lacerazioni che segnano per sempre. Un’infanzia che, come racconta l’autore, è «difficilmente cancellabile dalla memoria», ma che continua a sopravvivere nella speranza – sempre più flebile – di un riscatto.

Formisano costruisce un testo potente, poetico e spietato, capace di fondere fiaba e crudezza, ricordi e incubi. “Aniello Vintitrè” non è solo una narrazione personale, ma un collage di storie vere, tratte da anni di letture e testimonianze che il regista ha voluto restituire con sensibilità scenica e rigore narrativo. In scena, Trapanese dà corpo e voce a questo bambino mai cresciuto, tra incubi e visioni, fantasmi del passato e luci di una Napoli sospesa tra mito e realtà.

Lo spettacolo è un’esperienza teatrale totale: parole che diventano preghiera, rabbia e denuncia; monologhi che si intrecciano a fiabe raccontate con lo stupore di chi, anche nella sofferenza, continua a cercare bellezza. Il palco si trasforma così in un orfanotrofio dell’anima, dove ogni parola apre una porta chiusa, ogni silenzio riempie un vuoto.

Con “Aniello Vintitrè”, il Teatro Instabile si conferma luogo di sperimentazione e resistenza culturale, offrendo al pubblico una riflessione toccante e necessaria su ciò che resta dietro le storie mai raccontate. Una voce per chi, troppo a lungo, è rimasto inascoltato.

Sponsorizzato

Ultime Notizie

Commenti recenti