16 Maggio 2025, venerdì
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Israele sotto attacco: caos nei cieli, voli cancellati e allerta massima a Tel Aviv

Un missile yemenita colpisce l’aeroporto Ben Gurion: falliscono i sistemi di difesa. Ita Airways sospende i collegamenti fino al 6 maggio. Inasprimento dei raid su Gaza, 45 morti in un giorno. Diffuso il video scioccante di un ostaggio insanguinato.

Il trasporto aereo in Israele precipita nel caos dopo l’attacco missilistico che ha colpito l’area del Terminal 3 dell’aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv. Il razzo, lanciato dallo Yemen e rivendicato dai ribelli Houthi, ha eluso le avanzate tecnologie di difesa israeliane, incluso il sistema Arrow 3 e quello americano Thaad, entrambi incapaci di intercettarlo. Il fallimento ha spinto lo stesso governo di Tel Aviv ad ammettere pubblicamente la vulnerabilità del proprio scudo antimissile.

Le conseguenze sono immediate e pesanti: numerose compagnie aeree, tra cui Ita Airways, Air France e Lufthansa, hanno deciso di sospendere i voli da e per Israele. Ita, in particolare, ha annunciato la cancellazione di tutte le tratte fino al 6 maggio, mentre il quadro generale resta in rapida evoluzione. L’aeroporto, cuore pulsante del traffico internazionale israeliano, funziona ora a capacità ridotta, con forti ripercussioni anche sul traffico commerciale e sugli spostamenti interni.

Intanto, sul fronte militare, la reazione di Israele non si è fatta attendere. Il ministro degli Esteri Israel Katz ha lanciato un messaggio chiaro e minaccioso: «Chiunque ci colpirà verrà colpito sette volte tanto». La risposta si è già materializzata in una nuova ondata di raid su Gaza. Secondo fonti locali, almeno 45 persone hanno perso la vita nelle ultime 24 ore sotto i bombardamenti israeliani.

A gettare ulteriore benzina sul fuoco, Hamas ha diffuso un video shock: si vede un ostaggio coperto di sangue, in condizioni drammatiche. Le immagini, di forte impatto emotivo, sono diventate virali e contribuiscono ad alzare ulteriormente la tensione, già alle stelle nella regione.

La situazione resta estremamente instabile, con un rischio crescente di escalation su più fronti: Yemen, Gaza e Libano. Mentre la diplomazia internazionale osserva con crescente preoccupazione, lo scenario mediorientale si fa ogni ora più incandescente, e il cielo sopra Israele sempre più minaccioso.

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