Ancora sangue nella Striscia di Gaza. Secondo quanto riferito da Al Jazeera, almeno 16 persone sono state uccise nelle prime ore di oggi in seguito a nuovi raid israeliani. Solo ieri, martedì, il bilancio delle vittime era salito a 38, portando a 54 il numero complessivo dei palestinesi uccisi in meno di 48 ore.
La tensione resta altissima, ma sul fronte diplomatico qualcosa sembra muoversi. Il primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman al-Thani, ha parlato oggi di “progressi nei negoziati per una tregua”, pur senza fornire dettagli sui contenuti o sulle tempistiche. Doha, insieme a Egitto e Stati Uniti, è tra i principali mediatori nel tentativo di fermare le ostilità tra Israele e Hamas.
Dall’altra parte, un’affermazione netta è arrivata da Ron Dermer, ministro degli Affari strategici di Israele e uomo di fiducia del premier Benyamin Netanyahu. “Tra 12 mesi la guerra del 7 ottobre sarà conclusa”, ha dichiarato, lasciando intendere che il governo israeliano non prevede una risoluzione immediata del conflitto, ma punta a un’operazione militare prolungata nel tempo per raggiungere i propri obiettivi strategici nella Striscia.
Le dichiarazioni giungono in un momento di particolare incertezza, in cui le operazioni militari continuano senza sosta e la situazione umanitaria nella Striscia resta drammatica. Le vittime civili aumentano giorno dopo giorno, mentre la comunità internazionale spinge per una soluzione diplomatica che appare ancora fragile.