Le indagini sulla strage di Monreale, in cui hanno perso la vita i giovani Andrea Miceli, Salvo Turdo e Massimo Pirozzo, si arricchiscono di nuovi elementi e dichiarazioni. Al centro del caso c’è Salvatore Calvaruso, 19 anni, accusato di aver aperto il fuoco uccidendo i tre ventenni e ferendone altri due. Comparso davanti al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Palermo per l’udienza di convalida del fermo, il giovane si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma ha scelto comunque di rilasciare dichiarazioni spontanee.
In un’aula carica di tensione, Calvaruso è scoppiato in lacrime, raccontando la propria versione dei fatti: secondo il 19enne, la tragedia sarebbe nata da una violenta aggressione subita, scaturita dopo una lite con alcuni ragazzi che lo accusavano di guidare in modo pericoloso. Avrebbe tentato la fuga, ma — stando alle sue parole — sarebbe stato buttato giù dalla moto, circondato e colpito con caschi e bottiglie. Solo allora, ha detto, avrebbe estratto la pistola e sparato.
“È stata un’udienza drammatica, interrotta più volte. Il ragazzo ha pianto ed è profondamente scosso, sa bene la gravità di quanto accaduto”, ha dichiarato il suo avvocato, Corrado Sinatra, che ha sottolineato come Calvaruso fosse incensurato, regolarmente occupato e che la sera della sparatoria avesse appena finito il turno di lavoro.
Il giudice si è riservato la decisione sulla convalida del fermo, mentre gli inquirenti proseguono l’attività investigativa, cercando di fare luce su dinamiche ancora poco chiare.
A complicare ulteriormente il quadro è comparso nelle ultime ore un audio anonimo pubblicato su TikTok, attribuito a un presunto testimone oculare non ancora identificato. Nel messaggio vocale, si sente un giovane raccontare la sequenza dei fatti, fornendo una ricostruzione in contrasto con quella di Calvaruso.
Secondo la voce nell’audio, il conflitto sarebbe scoppiato quando uno scooter, presumibilmente guidato da Calvaruso, si sarebbe avvicinato in modo minaccioso al mezzo di Salvo Turdo. Quest’ultimo lo avrebbe rimproverato per la guida pericolosa, ricordandogli la presenza di bambini nei dintorni. La risposta sarebbe stata provocatoria e offensiva. Andrea Miceli avrebbe tentato di calmare gli animi, invitando il cugino a scusarsi. Poi l’episodio violento: mentre uno dei ragazzi era di spalle, sarebbe partito un colpo di casco, che avrebbe dato inizio alla tragedia.
La procura sta verificando l’attendibilità dell’audio, che potrebbe contribuire a ricostruire i momenti precedenti alla sparatoria e ad accertare eventuali responsabilità aggravanti o attenuanti.
Nel frattempo, la comunità di Monreale è ancora sotto shock, divisa tra il dolore per le giovani vite spezzate e l’attesa di giustizia in una vicenda che continua ad aprire scenari complessi e contraddittori.